Caroline Forbes si sentiva strana.
Era passata circa una settimana da quel suo pessimo
diciottesimo compleanno e lei non riusciva a lasciare andare le sensazioni e le
emozioni che aveva provato quel giorno.
Tristezza, sconforto e poi gioia quando i suoi amici avevano
organizzato quella piccola festicciola funerea per lei. Sollievo e batticuore
quando Tyler era venuto da lei e le aveva detto che l’amava.
Dolore, disperazione quando lui l’aveva poi morsa a morte.
Ed il suo cuore era poi una landa piatta ed asciutta mentre
soffriva, coricata nel letto della sua stanza.
Sarebbe morta e la sua vita era stata così breve e misera,
sarebbe morta per la seconda volta e il suo passaggio sulla terra sarebbe stato
presto dimenticato, un’inutile pedina in quel gioco di vite più grande di lei.
Chi era lei in fondo? Qualcuno di facilmente sacrificabile.
Poi era arrivato lui, il grande nemico, il pazzo che aveva
messo sottosopra le loro vite. Era piombato nella sua stanza offrendole la
salvezza o la morte. L’aveva posta di fronte ad una scelta e lei aveva scelto
di aggrapparsi alla sua strana, diversa vita. Lui, Klaus, il vampiro più
crudele della storia, il pazzo sadico che si divertiva a giocare con le loro
vite, le aveva offerto il braccio, le aveva sostenuto la testa e aveva permesso
che lei bevesse il suo salvifico sangue. Aveva il sapore più inebriante di
qualsiasi altra bevanda, ci era affogata e navigata dentro con piacere fino a
che un gradevole torpore non l’aveva scossa e lei si era addormentata.
Ed al suo risveglio aveva trovato quell’oggetto. Un
bracciale magnifico, un dono perfetto da parte di qualcuno da cui non si
sarebbe mai aspettata di ricevere nulla.
Da quel momento in poi non aveva potuto fare a meno di
pensarci. Klaus era sempre nei suoi pensieri, ogni volta che accarezzava
distrattamente il bracciale di diamanti. Il suo gesto era incomprensibile,
voleva qualcosa da lei? Un’alleata, una spia, una pedina. Se non fosse stato
così per quale motivo lui, vampiro senza scrupoli, le avrebbe fatto un così
gradevole dono?
Stava pensando a lui anche quel momento, mentre di accingeva
ad addormentarsi. Rivedeva il viso dai tratti nordici del vampiro, la sua bocca
sensualmente socchiusa.
Caroline chiuse gli occhi e si impose di dormire e di pensare
a qualcosa che non fosse Klaus.
Un rumore sommesso la svegliò di scatto; Caroline fece un
sussulto ed emise un lieve grido. Si guardò intorno, nella stanza buia, temendo
che ci fosse qualcuno. I suoi occhi da vampira vedevano perfettamente nell’oscurità
e non impiegò molto ad accorgersene. C’era effettivamente qualcuno.
Klaus era appoggiato contro il muro della sua stanza, le
braccia distese lungo i fianchi e le mani una sopra l’altra. L’espressione del
viso si aprì in un sorriso sarcastico.
― Mio Dio… Tu che ci fai qua? ―, esclamò
Caroline con il cuore che le batteva all’impazzata.
― Sono venuto a trovarti. Temo però che la sorpresa
sia troppa per te ―.
― Ti infili in camera mia in piena notte… Cosa dovrei
pensare? Non so cosa tu voglia da me, ti ringrazio per avermi salvata il giorno
del mio compleanno ma adesso vattene. Non voglio avere più nulla a che fare con
te ―.
Klaus si staccò dal muro e fece qualche passo verso
Caroline; il suo viso era serio e allo stesso tempo terribilmente affascinante.
Caroline tremò, non avrebbe potuto fare niente contro di lui, neppure scappare.
― Ti prego… vattene! ―.
― Sei proprio certa che si quello che vuoi? Sono
sincero, hai catturato il mio interesse, dolcezza, e mi piaci. Di solito quando
mi piace una cosa me la prendo e basta ―.
Caroline scosse la testa, ― Vattene Klaus, non
torturami oltre ―.
In un lampo il vampiro si trovò seduto sul letto, accanto a
lei. Le osservò il viso con insistenza, i suoi occhi azzurri si muovevano
veloci su di lei poi una mano salì e si appoggiò sui suoi capelli biondi.
Caroline rabbrividì e chiuse gli occhi, impaurita.
― Tu sei l’unica che non deve avere paura di me,
dolcezza ―.
La sua voce era carezzevole e in un attimo Caroline ricordò
vivamente il sapore inebriante del sangue di lui.
― Puoi averne ancora, se vuoi ―.
Caroline aprì gli occhi di scatto, sorpresa. Klaus sapeva
quello che lei stava pensando in quel momento? Conosceva ogni suo più piccolo
punto debole?
Le mani di Klaus si strinsero attorno alla sua nuca, una
stretta dolce ma allo stesso tempo decisa.
― E’ passato molto tempo da quando ho fatto l’amore
con una donna, sai? Il sesso non mi interessava più, solo il desiderio di
potere e di supremazia sugli altri essere contavano. Ma adesso, adesso tu mi
hai ricordato che ci sono altri modi per provare piacere ―.
Avvicinò il suo viso a quello di Caroline ed aspirò il suo
profumo. La ragazza tremò e questa volta non di paura. Una strana sensazione,
una strana euforia le bloccava il respiro.
Klaus forse se ne accorse, perché aggiunse: ― Anche tu
desideri fare l’amore con me e non c’è nulla di sbagliato in questo. Lasciati
andare con me e non te ne pentirai, te lo prometto ―.
La vampira scosse la testa, ― Tu non sei uno
qualunque, tu sei… tu sei Klaus! Non posso semplicemente mettere da parte tutto
quello che hai fatto solo perché mi piaci un pochino ―.
Klaus allungò le labbra in una risata divertita; ― Un
pochino? Sei simpatica dolcezza. Non è per vantarmi ma penso di essere un tipo
piuttosto irresistibile ―.
Caroline assunse un’espressione corrucciata e lo guardò
dritto negli occhi, cosa non facile visto che stava parlando con Klaus,
l’ibrido originario.
― Saresti affascinante, irresistibile, bello e sexy se
tu non fossi allo stesso modo meschino, malvagio, cinico e presuntuoso ―.
Klaus sorrise nuovamente, ― Oh ma sono proprio queste
cose a rendermi irresistibile ―.
Detto questo si avvicinò alle labbra di Caroline e
soffocando sul nascere una sua protesta, la baciò.
La vampira si dimenò sotto di lui ma l’ibrido le bloccò il
polsi con le sue mani e la costrinse a socchiudere le labbra. Infilò la lingua
nella bocca di lei e si ferì leggermente grazie ad un canino appuntito della
ragazza. Qualche goccia di sangue uscì dalla sua lingua e si mischiò a quel
bacio violento. Caroline avvertì il sapore del sangue di Klaus e non riuscì a
resistere, smise di dimenarsi e lasciò che lui la baciasse. Un gradevole
torpore la stava ormai trascinando lungo l’abisso.
Klaus si staccò da lei; ansimava.
― Io e te siamo due fuochi, Caroline, se vuoi non
arrenderti ma fatti almeno prendere ―.
Caroline si sentì salire il sangue alle guancie a quelle
parole e dentro di se si sentiva combattuta tra il desiderio di resistere e
quello di concedersi a Klaus. Era certa che il suo corpo lo desiderasse,
sentiva lo struggente desiderio di provare ancora la sensazione delle labbra di
Klaus sulle sue. Erano li, a pochi millimetri, così rosse e carnose e loro
erano soli, li nella confortevole intimità della sua camera da letto, al buio.
“ Non lo saprà nessuno”, pensò Caroline, “Attenta Caroline,
stai scherzando con il diavolo in persona”, pensò il secondo dopo.
Klaus intanto fece scendere una mano leggera lungo la sua
camicia da notte, indugiando con lentezza ed indolenza su un seno. Caroline
sospirò, poi si arrese.
― Prendimi ―, disse in un sussurro.
Non notò l’espressione soddisfatta sul viso di Klaus, mentre
calava la sua bocca sul suo collo. Lo succhiò senza morderla, mentre le sue
mani scioglievano con precisione i bottoni della camicia di Caroline. Si
posarono sul suo seno nudo e lo accarezzarono con dolcezza; Caroline mugolò di
piacere, tra la paura e l’eccitazione. Poi l’ibrido si alzò sopra di lei e con
velocità incredibile si tolse la maglia, rimanendo a petto nudo. La ragazza
osservò il candore di quella pelle e posò una mano sul torace di lui prendendo
a indagare dolcemente sulla robustezza di quei muscoli ben formati. Il cuore di
lei non poteva essere veramente fermo perché le mancava il respiro e sentiva un
emozione fortissima proprio dentro al cuore. Klaus socchiuse gli occhi beandosi
di quel tocco fresco sulla sua pelle, poi calò nuovamente il suo viso su quello
di Caroline e le cercò le labbra. Si morsero e si baciarono con ardore e la
vampira cinse la schiena dell’ibrido e gli accarezzò la nuca e i capelli mossi
mentre le mani di Klaus prendevano a risalire per i fianchi della ragazza fino
a fermarsi sui glutei sodi. Trovò il pizzo dei suoi slip e ci giocherellò; ―
Che ne dici questi di farli sparire? ―, sussurrò poi Klaus, staccandosi
dalla bocca di Caroline per guardala un attimo negli occhi. Sorrideva ed aveva
quel sorriso sghembo che a volte metteva paura. Caroline tremò e chiuse gli
occhi mentre lui le faceva scivolare gli slip lungo le gambe. Sentì prepotentemente
il tocco delle mani di Klaus sulla pelle che prima era coperta. Dapprima con
lentezza e poi con vigore, lui la esplorò e Caroline non riuscì a fare a meno
di inarcare il bacino ritmicamente verso il tocco divino dell’ibrido. L’unico
pensiero lucido che riuscì a formare il suo cervello in quel momento fu che un
piacere così forte non l’aveva mai provato in vita sua. Poi Klaus abbandonò la
sua occupazione lasciando Caroline per un attimo sconfortata. Lo vide che si
sollevava sulle ginocchia ed armeggiava con la lampo dei pantaloni. Le
sorrideva ancora, sicuro di sé ed apparentemente impassibile. In un attimo
anche quelli volarono via e Klaus rimase completamente nudo. Caroline si
sollevò appena contro lo schienale del letto, il respiro improvvisamente accelerato.
Lui era splendido, sembrava un dio greco, era semplicemente
perfetto. Scese per un attimo dal letto e camminò fino a trovarsi di fianco a
Caroline.
Le afferrò il viso tra le mani e guardandola fisso negli
occhi le chiese ― Mi vuoi? ―. La sua espressione in quel momento
era serissima. Caroline per un attimo ebbe paura, forse era ancora in tempo per
tirarsi indietro.
― Io… Non lo so ―, ammise la vampira.
Klaus strisciò il suo viso contro quello della ragazza e lei
credette di impazzire. Un desiderio violento la colse come non le era mai
successo. Allargò le braccia e invitò Klaus a distendesi sopra di lei.
― Ti prego, si… ―, biascicò.
Lui fu subito disteso sopra di lei e i loro corpi si
incastrarono perfettamente. Caroline lasciò scorrere le sue mani lungo la
schiena di Klaus fino ad accarezzare i suoi glutei fermi e perfetti.
Anche l’ibridò emise un sospiro di piacere e il suo membro
iniziò a cercare l’apertura di lei agognata. Caroline allargò le gambe e le
avvinghiò al corpo dell’ibrido, spingendosi contro di lui per facilitarlo. Klaus
entrò dentro di lei e si lasciò sfuggire un sospiro, chiudendo gli occhi azzurri.
Caroline provò subito immediata gioia e quasi sorrise. L’ibrido si mosse
lentamente dentro di lei e appoggiò le sue labbra sul viso della ragazza, i
loro nasi si sfiorarono.
― Dolcezza adesso appoggerò la mia bocca sul tuo collo
e ti morderò, ma non temere il mio morso non ti causerà alcun male. Prendi
anche tu nello stesso momento il sangue da me ―.
Caroline non ebbe neanche il tempo di scuotere i suoi
pensieri dal limbo in cui erano precipitati che Klaus aprì il suo collo e prese
a succhiare il suo sangue con avidità. Il collo e il viso di lui erano
appoggiati al suo e Caroline morse e aprì leggermente una vena appena sotto l’orecchio
di Klaus. Quando il suo sangue prese a sgorgare nella sua gola capì che quello
era il più potente afrodisiaco del mondo. Si stavano scambiando la pelle e l’anima.
Klaus prese a muoversi con foga dentro di lei ed allo stesso tempo succhiava la
sua essenza. Caroline precipitò in un alone di piacere infinito, vedeva e
sentiva cose che prima non aveva mai provato o visto. Immagini non sue le
volavano davanti agli occhi mentre pensava di volare verso il paradiso. Sarebbe
valsa la pena di vivere una vita intera solo per assaporare quel momento di
gioia e piacere infiniti.
Poi Klaus inarcò la schiena, si stacco da lei ed emise un
sommesso grido di piacere mentre raggiungeva l’orgasmo. Caroline lo seguì a
ruota e dovette trattenersi per non svegliare la casa con un urlo estatico.
Dopo un istante che sembrò durare un eternità, Klaus si alzò dal letto;
Caroline lo guardò, ancora scarsamente padrona della sua mente. Tese una mano
verso di lui, sapeva solo che non voleva che se ne andasse.
― Dove vai… ―, biascicò confusa.
Klaus si avvicinò a lei e le sfiorò i capelli dorati con un
dito. Catturò poi il suo sguardo e non lo lasciò andare.
― Dormi Caroline, dormi profondamente e sogna ―.
Caroline scosse la testa e cercò di dire qualcosa ma poi un
sonno improvviso la colse e tutto divenne nero.
Un raggio di luce le invase gli occhi e la costrinse ad
aprirli. Se li stropicciò, confusa, e si chiese perché la sera prima non avesse
chiuso gli scuri delle finestre. Poi un pensiero improvviso la fece sobbalzare,
un ricordo vivido e intenso. “Klaus!”, pensò. Con sgomento si accorse che aveva
fatto un sogno stranissimo, un sogno che non avrebbe dovuto fare. Aveva sognato
di fare l’amore con il loro nemico numero 1 ed era stato il sogno migliore
della sua vita.
“ Possibile che i sogni lascino sensazioni così vive sulle
pelle?”.
Caroline si alzò ed andò in bagno, la testa le girava
leggermente. Si guardò allo specchio e si osservò il collo, non c’erano segni,
non c’era nulla.
“ E’ stato solo un sogno”, pensò la ragazza ritornando verso
il letto e sbattendo le lenzuola per rassettarlo.
Non si accorse però di un piccolo biglietto, scritto su
cartoncino rosso. Questo scivolò a terra e cadde sotto al letto.
Sopra vi erano scritte soltanto tre parole.
“Adesso sei mia”.