Love me.
-No,senti...-iniziò
Tullio muovendo freneticamente le mani,ma venne immediatamente
interrotto dall'amico:-Ma è così avventuroso!-
Avventuroso.
Avventuroso.
Così,così,così
avventuroso.
Tullio
abbassò le mani,gli ricaddero le braccia lungo i fianchi.
Chiel
dormiva per terra,coprendosi con uno straccio.
"è
questo il futuro che vuoi darle?" si
chiese.
"Ma lei è
felice così!"ribattè
una parte sconosciuta di sè,una parte che aveva la voce di
Miguel.
"No!
Lei si stancherà,vorrà una casa,dei gioielli,dei
figli,dell'oro,un giardino,oro,tanti figli e TANTO TANTO ORO"
"Ma
questo è quello che vuoi tu."lo corresse
nuovamente quella voce.
Gli occhi di
Miguel splendevano risaltati da una candela ormai quasi spenta.
-Vieni fuori
a parlarne.-sibilò Tullio afferrendogli il braccio e
trascinandolo sotto una luna crescente.
-Ok,senti,senti!
Ho sentito dire che alla Taverna dei cani zoppi si può
trovare una donna che conosce la strada per arrivare ad Atlantide.-
-Atlantide.-commentò
dubbioso Tullio,inarcando un severo sopracciglio plumbeo.
-Atlantide!-confermò
l'altro.
-ATLANTIDE?MA SEI IMPAZZITO!!!
NON ESISTE ATLANTIDE NON ESITE,NON ESISTERà MAI.-Tullio si
portò le mani alla testa e si massaggiò le
tempie:-Santo cielo,come diamine posso spiegarti cosa è
reale e cosa no.-
-Beh
ma...-iniziò Miguel,lievemente spiazzato dalla sfuriata di
Tullio:-ma,anche El dorado per te non esisteva,quindi perchè
non dovrebbe esistere Atlantide.
-Perchè
non esiste!-ringhiò il bruno incrociando le braccia in segno
di evidente diniego,ma abbassò la voce perchè
erano ancora abbastanza vicini alla tenda da svegliare la giovane.
-E
perchè no?-insistette Miguel,innocentemente curioso.
-Voglio che
tu capisca una cosa,ora!-gemette Tullio -E che mi ascolti bene. Non
esiste nessuna Atlantide,non esiste nessun abisso perduto,non esiste il
paradiso,non esiste Dio,non esiste nulla e per prima cosa il buon senso
che ti manca.-
-E i cavalli
non sanno capire le persone.-
Miguel era
esausto.
Chiel era in
preda alle nausee,e lui aspetteva solo la conferma per sapere se
sarebbe divenuto padre,ma Miguel non capiva.
Miguel non
ascoltava.
-Miguel. Perchè non sei rimasto? Eh? Miguel?!
Perchè non ci sei rimasto là! Mi sarei liberato
di TE. -
-Ah,è
questo che pensi?-
-Si,esattamente
questo.-
-Sei un
egoista.-lo accusò a denti stretti.
-No,tu sei
un egoista.-rispose il biondo sinceramente ferito:-Avrei dovuto restare
là...-
-Ma
perchè non ci sei rimasto dico io. Sarò
certamente padre presto e non voglio avere un altro moccioso in giro.
Io e Chiel troveremo un posto dove abitare. Sono stufo di mangiare
radici che puzzano di piedi e di svuotarmi l'intestino nell'erba.-
-Perchè
non te ne torni in Spagna allora?-
-Ci vado,ci
vado,stupido idiota illuso.-
-Stupido
idiota illuso? Mi parevi d'accordo a partire con me.-
-Miguel,tu
mi facevi P E N A. Tu mi hai sempre e soltanto fatto pena. Mi
dispiaceva per te perchè era evidente che eri un povero
ritardato. Un povero stolto,senza di me saresti affogato nei tuoi sogni
infantili.-
Miguel
balbettò qualcosa,e tentò di trovare dentro di
sè il furore per rispondere a quelle parole.
Ma non vi fu
rabbia,solo dolore.
Una parte di
lui esplose,e si dovette voltare per non mostrare le lacrime.
Un ritardato.
Un povero
ritardato.
Miguel corse
via.
Tullio
inseguì le orme guidato dalla luna luminosa,quando infine lo
vide,era appoggiato con la schiena ad un albero.
-Miguel...Senti...-
-No,non ho
niente da ascoltare. Qualsiasi cosa tu dicessi io non
capirei,perchè sono ritardato qui...-si battè le
dita sulla fronte.
-Non
è vero,sai che non lo pensavo.-
Miguel non
gli diede risposta.
Tullio gli
si inginocchiò davanti:-Ma tu capisci,credo che lei aspetti
un figlio e certo non...Non posso più giocare a fare il Dio.-
-Da quando
c'è Chiel io non esisto più.-commentò
piano l'altro.
Il bruno
esitò,e gli portò una mano sulla spalla.
-Ma non
funziona così con gli ama...amici!-
Ancora
Tullio non rispondeva,il volto solcato da una ruga nuova.
- Io e te
siamo amici,da molto prima di lei a m i c i. Tu dovresti
saperlo,Tullio!-
La luna
scivolò su di loro e Tullio tornò indietro con la
memoria.
"-Ehi!
Tullio! Tullio!- Miguel era chino su di lui,i primi peli biondastri sul
mento,gli occhi carichi di espressione.
Una
strana luce gli brillava in volto:-Guarda cos'ho
trovato!-alzò la mano e gli mostrò un pugnale.
Un
pugnale color ebano,dalle strane intagliature.
-Dove...dove
l'hai preso?-chiese il ragazzo ancora assonnato.
-L'ho
rubato.-spiegò orgogliosamente Miguel:-E ora è
mio.-
-E
se lo volessi?-
-Dovresti
prendermelo dalle mani,villano!-
E
la lotta cominciò.
Ci
fu un misto di sudore,sabbia e terra.
I
due ragazzini sbuffavano,ansimavano per il caldo e si picchiavano di
santa ragione.
Finchè
una guardia non intervenì a separarli.
Tullio
sanguinava da una minuscola ferita sopra il capezzolo sinistro,incisa
dal coltello.
-Adesso
basta monellacci,via di qui...-ordinò la grassa guardia
smarrendoli con i gesti delle mani.
Ma
prima che potessero fuggire l'uomo sequestrò il pugnale di
Miguel.
Superarono
la collina prima di smettere di correre.
-Mi
dispiace Miguel.-iniziò ansiamante Tullio.
-Oh,beh,dispiace
a me di averti colpito,ad ogni modo non era l'unica cosa che volevo
farti vedere qui c'è una mappa...-la tolse da dentro la
camicia sbrindellata e la scosse entusiasta:-Questo è il
vero tesoro.-osservò.
Tullio
lo fissava instupidito.
-Una
mappa per dove?-
-Non
so,ma cosa importa,El Dorado forse...-
-Non
esiste nessun El Dorado.-
-Stai
scherzando vero?-
-Non
esiste.-
-E
io dico di si.-
-E
io no.- gli diede una spinta e Miguel ruzzolò a terra.
Ma
dovette cadere a sua volta perchè il ragazzino gli aveva
afferrato un braccio ed egli gli era finito addosso.
-Stupido
mi sgualcisci le brache.-si lamentò il bruno,ma dovette
interrompersi.
Miguel
era terribilmente serio,i suoi occhi lo fissavano con
intesità sconosciuta.
-Io...-cominciò
Tullio sentendo una strana sensazione allo stomaco.
Gli
parve come se qualche strana farfalla gli volasse nelle viscere
scuotendole ritmicamente.
Il
volto di Miguel era la luna piena ora,enorme,onnipresente,divina.
Lui
lo guardava ammaliato e improvvisamente le parole scivolavano via dalla
sua lingua,e la saliva si seccava.
Deglutì.
Poi,le
labbra di Miguel sempre più vicine"
Le labbra di
Miguel sempre più imbronciate.
Tullio gli
prese il volto tra le mani,costringendolo a guardarlo in faccia,poi la
sua bocca si portò su quella dell'altro.
Un istante
di stupore travolse il biondo ma fu solo un momento e Tullio lo teneva
troppo forte perchè si ritraesse.
I muscoli di
Miguel si allentarono,il respiro accellerò appena,ma il suo
cuore batteva forte.
Tullio
lasciò che la lingua del biondo gli irrompesse in bocca e
nella passione di avvicinarsi il più possibile gli
montò in braccio.
Appena si
sedette su di lui potè sentire un movimento in basso.
-Una...una
sana reazione.-commentò staccandosi un momento dal volto del
ragazzo.
Miguel era
sempre stato bellissimo.
-Sei
bellissimo.-glielo disse,con ferocia.
Le mani di
Tullio.
Le labbra di
Tullio.
Il corpo di
Miguel.
Miguel che
sospirava,il gusto del corpo di Miguel.
Tullio
inghiottì rumorosamente e poi alzò il capo a
guardargli il volto nascosto dalla notte.
-Amami.-implorò
Miguel,gli occhi ancora bagnati.
Spazio
autrice: Ho sempre amato La Strada per El Dorado,e per quanto potessi
trovare bella e simpatica Chel ho comunque continuato a pensare che il
suo grande delitto fosse stato entrare nella vita di Miguel e Tullio.
Chiunque abbia gli occhi potrebbe vedere in loro la più
profonda amicizia,o amore,o fratellanza. Non importa cosa prova Miguel
per Tullio o viceversa,non importa se i due hanno effettivamente avuto
rapporti o meno,importa soltanto che per Tullio il mondo è
Miguel,e per Miguel il mondo è Tullio. Un bacio,Morgana la
fata.
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