Che pasticcio, Minerva! di Willow Whisper (/viewuser.php?uid=45917)
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Che pasticcio, Minerva
Questa
ff ha partecipato al contest "Di
pasticci e capricci" indetto dal Collection
of Starlight conquistandosi un secondo posto ad ex aequo.
Note
personali:
Minerva McGranitt é uno di quei personaggi che non si
possono
non amare, credo. Ci si affeziona a lei anche se ci viene presentata
come una donna austera, poiché nasconde un animo gentile ma
al
tempo stesso deciso.
Della sua infanzia sappiamo che é nata da madre strega e da
padre babbano, che ha due fratelli minori e che la diversa natura dei
suoi genitori ha portato a delle profonde rotture e ad una serie di
sacrifici verso l'età adolescenziale (click
Wikipedia). Grazie ad alcune di queste
informazioni ho trovato l'ispirazione per scrivere su di lei.
Dopo questo, auguro a tutti una buona lettura :)
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Che
pasticcio, Minerva!
Isobel Ross e il pastore Robert McGranitt non potevano certo
ritenersi una coppia priva di fortuna: avevano una modesta casetta
nella contea di Caithness, in Scozia, tre splendidi figli, un gatto
grasso e nero che riempiva di peli la poltrona preferita di lui e gli
eleganti abitini a fiori di lei e, per finire, un segreto con cui
convivere.
Isobel Ross era una strega, una "non babbana", insomma; una di quelle
donne raffigurate con strani cappelli a punta sulla testa e una scopa
volante con cui spostarsi da un luogo a un altro.
Questa scoperta per il povero pastore era stata un duro colpo, dato che
essendo un uomo di fede aveva dovuto mettere in dubbio ogni cosa in cui
aveva creduto fino ad allora...figuriamoci se di streghe in famiglia ce
c'erano due.
Minerva McGranitt era nata il 4 ottobre del 1925, lì dove i
suoi
genitori erano fuggiti per coronare il loro triste e combattuto sogno
d'amore, che s'era andato a disfare pian piano come una barchetta di
carta messa a galleggiare su un rigagnolo d'acqua.
Amava correre scalza sul prato fuori casa, inventare storie e
filastrocche per i fratelli minori, Malcolm e Robert Jr., leggere libri
col suo gatto nero e grasso sistemato sulle gambe e, per finire, amava
cercare tesori sepolti.
Fu grazie a quest'ultima passione se, in un pomeriggio del lontano
1931, all'età di sei anni, Minerva scavando ai piedi del
salice
accanto alla sua abitazione trovò una piccola scatoletta di
legno, abbastanza lunga
da contenere un bastoncino, si disse.
La aprì e, con sua grande sorpresa, all'interno c'era
davvero
una specie di ramo appuntito, di colore chiaro, che sembrava simile a
una di quelle bacchette magiche raffigurate sui libri di favole che la
madre le leggeva ogni sera per farla addormentare coi suoi fratelli.
Titubante lo strinse con una mano e dopo qualche istante sfruttato per
un'attenta osservazione, si lasciò andare ad uno di quei
sorrisi
che é facile veder comparire sul viso di un bambino che ha
appena trovato qualcosa di strano e inaspettato.
Si diede un'occhiata attenta intorno e poi riempì di nuovo
la
buca con la terra umida, correndo in casa e nascondendo il suo nuovo
tesoro sotto il letto, assieme ad un barattolo di sassolini tutti
perfettamente circolari e piatti che si divertiva a far ribalzare sulla
superficie del lago poco distante, alle foglie essiccate dei fiori che
emanavano ancora fragranze delicate e ad alcuni libri che non voleva
restituire alla biblioteca del paese pur sotto le continue insistenze
di suo padre.
Quella sera aspettò che la madre mettesse a dormire Malcolm
e
Robert e le raccontasse una delle storie che le piacevano tanto, poi
prima che Isobel la lasciasse sola sussurrò il suo nome, per
richiamarla vicino. La donna si voltò, sorrise dolcemente e
si
inginocchiò accanto al letto, accarezzandole i capelli scuri
e
chiedendole cosa non andasse. La bambina arrossì,
fissandola,
poi le indicò di sbirciare sotto al suo letto.
Isobel ci mise qualche secondo a trovare la scatola, ma non appena ne
sfiorò la superficie con le dita ebbe un sussulto. Che ci
faceva
lì quella custodia? Come aveva fatto Minerva a...?
La aprì, con mani tremanti, e riconobbe subito la sua amata
bacchetta magica: legno di salice, venti pollici, acquistata da
Olivander all'età di dodici anni.
Intanto Minerva si stava torcendo le sue, di mani, pensando che forse
non avrebbe dovuto tirarla fuori da lì sotto. Non voleva dir
nulla fino a che non avesse parlato prima sua madre, che non sembrava
minimamente intenzionata a farlo, così dopo qualche attimo
di
indecisione bisbigliò «
Papà si arrabbierà, non é vero?-.
Suo padre Robert amava davvero la moglie, così come sembrava
provare una completa devozione per la figlia, ma quel segreto... quella
diversità, sembrava spaventarlo, e per questo Isobel aveva
deciso di abbandonare la magia e aveva nascosto la cosa a cui teneva di
più al mondo.
La donna di rigirò la bacchetta tra le mani, poi
sospirò e disse, riponendola nell'apposita
scatolina « Non se non lo
verrà a sapere, Minerva».
« Ma é solo un...bastoncino»
mugugnò la piccola, fissando il suo tesoro. Isobel rise e le
baciò la fronte, mormorando «
Facciamo così...ti affido questo bastoncino a patto che tu
non
lo tenga mai pensando a intensamente a qualcosa, promesso?».
« Promesso»
Minerva incrociò due piccole dita dietro la schiena.
I bambini promettono sempre che faranno come gli si é detto,
ma
sappiamo bene che di solito accade l'esatto contrario. Così
avvenne che Minerva durante una delle sue solite giornate trascorse in
giardino decise di portare con sè Lancelot, il gatto, ed il
suo
strano bastoncino magico.
Suo padre Robert stava per andare in chiesa, a recitare il proprio
sermone, e sua madre in casa cercava di acciuffare i due
gemelli
che non volevano saperne di farsi il bagno.
Quando Malcolm riuscì a sgattaiolare fuori, completamente
nudo,
Minerva si alzò per gridargli, col tono severo di una
perfetta
signorina « Malcolm, torna
subito dentro!» ma quello ridendo le
fece una smorfia e scese giu dal porticato della villetta.
La bambina si era sempre sentita responsabile verso i suoi due fratelli
-sempre-,
quindi sentir mancare la propria autorità in quel modo le
smosse
qualcosa dentro che la portò a impugnare con più
forza la
bacchetta di Isobel e a puntarla verso Malcolm, che sparì di
colpo, proprio mentre suo padre Robert usciva di casa.
Non vedendo più il fratello Minerva si sentì
mancare e
lasciò cadere la bacchetta sull'erba umida, mentre Robert
paonazzo correva a prenderla in braccio e a raccogliere quell'affare da
terra, gridando « ISOBEL! IL
BAMBINO! IL BAMBINO E' SPARITO!».
La moglie aveva sceso di corsa le scale ed era uscita, osservando
l'agitazione sul volto dell'uomo e gli occhi pieni di lacrime di sua
figlia, che continuava a chiamare il fratello.
Già immaginava chissà quale disastro: Malcolm
trasformato
in formica, in un pesce finito nel ruscello lì vicino in
qualcosa di perfino peggiore...
Ma le grida e le risate divertite dei due gemelli -di entrambi
i gemelli- giunse acuta come il suono di mille campanellini da dentro
la casa, così il resto della famiglia rientrò e
corse di
sopra, fino alla stanza da bagno, dove i due bambini se ne stavano
immersi fino alle spalle nell'acqua della vasca.
Isobel si posò automaticamente una mano sul cuore,
rasserenata,
scivolando a terra con le spalle al muro e poi guardando la bambina,
che se ne stava a bocca aperta assieme a suo padre,
bisbigliò
senza essere sentita « Che
pasticcio, Minerva!».
Giudizio e banner
Amava correre scalza sul prato fuori casa, inventare storie e filastrocche per i
fratelli minori, Malcolm e Robert Jr., leggere libri col suo gatto nero e grasso
sistemato sulle gambe e, per finire, amava cercare tesori sepolti.
A Minerva piace cercare oggetti; è perennemente occupata a curiosare in ogni
angolo della casa e del cortile. Ed è proprio sotto alle radici del salice di
casa sua che rinviene una piccola scatola contente la bacchetta magica di sua
madre Isobel. La donna gliela lascia in cambio di una promessa solenne: Minerva
non dovrà mai desiderare qualcosa intensamente mentre stringe la bacchetta. Da
che mondo è mondo, comunque, i bambini non fanno mai ciò che gli viene detto – e
Minerva è particolarmente decisa a voler porre rimedio a un guaio del
fratellino.
Mi è piaciuta l’idea di utilizzare la McGranitt come personaggio.
In un certo senso (come suggerito anche dal cognome) Minerva è una donna
granitica, ferma nelle sue convinzioni come un pilastro di pietra. Sembra quasi
che sia sempre stata così. Dunque riscoprirla in questa veste di bambina ha
piacevolmente sorpreso (e fatto piacere). Anche la situazione in cui viene
inserita è interessante e ben tratteggiata.
Il periodare è ben armonizzato
nella struttura della storia e si sposa facilmente ai dialoghi. Si potrebbe
forse osare qualcosa di più in certi momenti per lasciare il lettore
maggiormente spiazzato: la maggior pecca del testo risulta essere la
tranquillizzante monotonia. Il lettore si sente troppo rassicurato, quasi
coccolato. Attenzione ad alcune cadute nel registro del lessico e alle "d"
eufoniche.
Ci sono un paio di virgole non ben armonizzate alla struttura del
testo, a causa delle quali il ritmo si ferma ed esita a ripartire con
scorrevolezza.
È molto interessante l’ambiente in cui l’intera storia viene
inserita: la religione e la mentalità del padre che difficilmente si piegano di
fronte alle abilità magiche della moglie, le difficoltà di un
matrimonio.
Piuttosto, le prime righe lasciano intuire una situazione
comunque rosea – il gatto, i figli, gli abitini a fiori – mentre poi viene detto
che: “Il sogno d’amore s’era andato a disfare”, quasi come se il divorzio fosse
ad un passo. Il tono è nettamente diverso e il lettore ne esce confuso.
s’era andato a disfare: è
una forma che viene dal francese, non accettata dall’italiano.
ad uno: d eufonica
errata.
Minarva:
errore di battitura.
scatolina: colloquiale. ed il: d eufonica
errata.
giu: manca
l’accento.
Ma le
grida e le risate divertite dei due gemelli –di entrambi i gemelli- giunse: è
sbagliata la concordanza tra soggetto e verbo.
1. Lessico; grammatica: a) correttezza verbale - b) punteggiatura (7.75)
2. Trama e originalità (9)
3. Rispetto e utilizzo degli obblighi (9.5)
Totale: 26,5/30
Media: 8,75
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