a luce spenta
A
LUCI SPENTE
A
volte mi sembra di stare ferma, in piedi, in mezzo a una strada.
Grido parole senza voce in un megafono, ma nessuno mi ascolta. Mi
guardano, si fermano a sentire ciò che dico, a volte qualcuno batte
anche le mani.
Ma
poi vanno via tutti, alcuni sorridenti, altri scocciati, ma lasciano
la strada, mi scostano e tornano a casa, senza aver ascoltato
nulla.
Ma
io continuo a gridare il mio silenzio, mi dibatto e mi infervoro.
Corro da una parte all'altra della città, ma ottengo solo sguardi
sorpresi e qualche monetina. Le mie parole cariche di niente volano
dalle mie labbra verso le orecchie della gente, ma sono troppo chiusi
in se stessi, come ricci. Vivono ogni giorno le stesse abitudini,
leggono gli stessi libri, mangiano lo stesso cibo. Trascorrono ogni
ora presi in pensieri fugaci che dimenticano pochi istanti dopo
averli scritti negli occhi.
Sono
come foglie morte nella tempesta, volano sì, ma non dipende da loro.
Io
cammino, ma non posso smettere di agognare la mia indifferenza, il
mio menefreghismo, le mie ali di carta straccia. Ma non riesco più a
volare. Le parole che ripeto in piazza me le hanno bruciate,
facendomi atterrare bruscamente a terra.
Parole
fumose, senza significato, senza rumore.
“Io
sono libero”.
Banali,
scontate vecchie. La gente vuole solo la novità, non importa se gli
mangerà il cervello e gli bucherà la lingua. Loro vogliono la
novità.
Ma
nessuno ascolta, nessuno vuole sapere, nessuno vuole smettere di
essere foglia. Nessuno vuole cadere e rinascere, per camminare da
solo, per abbandonare il cielo.
La
nuda terra spaventa più del sole.
“Io
sono libera”
Staccata
dalla madre, lasciata a terra, sola, grido parole di nulla, silenzio
vitale, infinita consapevolezza.
“Solo
parole
suoni
senza
rumore.
Non
grido,
parlo
a cuori.
chiusi”
* * *
Poche parole per far riflettere sull'ascolto e sulla libertà.
Senza pretesa alcuna, certo, ma un commento è sempre piacevole ;)
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