Fanfiction: White
Collar
Titolo: For Better and For Worse
Autore:
DeAnna
Genere: Hurt / Comfort /
Amicizia /
Famiglia
Personaggi: Neal /
Peter / Elizabeth
Rating:
verde
Avvertimenti:
White
Collar e tutti i personaggi sono di
Jeff Eastin.
Sommario:
Un giovane malavitoso amante dell'arte che ha intenzione di ottenere,
ad ogni costo, un raro dipinto. Per Peter un caso da
risolvere
al meglio e per Neal l'ennesima sfida da vincere e risolvere a modo
suo o un modo per proteggere Elizabeth?
N.D.A: è una de-aged
Neal.
Ossia una storia in cui il protagonista è più
giovane di quanto non sia nella realtà.
Neal
ha vent'anni; stato per tre anni in un carcere di massima sicurezza da cui è evaso per essere, poi, ripreso da Peter per la seconda volta.
La mia storia non ripercorre fedelmente i tempi della serie TV, per cui si suppone che Neal sia entrato in carcere quando aveva circa sedici anni facendosi passare per un diciottenne.
I Burke sono i suoi “genitori affidatari”, non si tratta di una vera e propria adozione quanto si una custodia/affido particolare nato da una sentenza .
Alla
fine ho deciso, dopo la traduzione de “La doucese du
foyer” di
postare anche la FF che ho scritto io....
Spero
che qualcuno la leggerò e che mi facciate sapere che ve ne
pare....
[
1° capitolo ]
“Non
puoi parlare sul serio!”
“Oh!
Lo faccio eccome! Credimi! ”
“Ma
io sono il più adatto e sono sicuro che te ne renda
conto...”
“Troveremo
un altro modo.....”
“Non
impediresti mai a Jones o a Diana o a uno qualsiasi
dei tuoi
agenti di farlo!”
“Lo
farei se la ritenessi la scelta più opportuna”
“Sono
io la scelta più opportuna!”
“Jones
e Diana e tutti gli altri agenti non sono affidati a me. Sono dei
colleghi. Lavorano per l'FBI...”
“Anch'io
lavoro qui! Anzi, se ben ricordi, sei stato proprio tu a proporre la
cosa!”
“Tu
sei un consulente, non un agente”
“L'ho
già fatto altre volte!”
“Non
così. É troppo pericoloso!”
“Sono
sicuro di potercela fare!”
“Ho
detto di no. É inutile che insista”
“Sei
ingiusto e....irragionevole”
“Non
credo affatto!”
“Quindi
per te la cosa finisce qui?”
“Uhmmm.....Ok.
Siediti e dimmi cosa non capisci”
“Come?
Cosa non capisco io? Ti rifiuti categoricamente
di
farmi svolgere una missione che potrei sicuramente portare a termine
con successo più facilmente di chiunque altro qui e...e.....chiedi
a me cosa non capisco?”
“Io
tengo ad ogni membro della mia squadra. Mi importa sinceramente di
loro, ma sono agenti. Sono addestrati a
fare il loro mestiere. Lo fanno bene e da anni! Tu sei un consulente.
Sei bravo e molto intelligente, ma sei un ragazzo. Sei giovane; sei
avventato e sei mio figlio.
Non sono affezionato a te: ti voglio bene.
Ogni giorno faccio tutto ciò che posso per tenerti fuori dai
guai e
, credimi, tu non mi rendi affatto le cose facili! Non ho nessuna
intenzione di mandarti là da solo e rischiare che ti becchi
una
pallottola in fronte!”
Neal
lasciò l'ufficio di Peter con un'espressione seccata in viso.
Peter
si sedette alla scrivania.
Non
gli faceva piacere discutere con Neal, ma, spesso, era impossibile
non farlo.
Era
un ragazzo sveglio, brillante,sensibile, colto, divertente, con
un'intelligenza superiore alla media....ma.....era anche cocciuto,
presuntuoso, avventato; gli piaceva giocare col fuoco, sfidare il
pericolo, camminare sul filo del rasoio...
C'erano
dei momenti in cui Peter avrebbe giurato che Neal corteggiasse la
sfida, che amasse giocare “al gatto e al topo” e
cavarsela per il
rotto della cuffia!
Era
una cosa che non poteva assolutamente permettere!
Qualcosa
che non aveva mai ammesso ad alta voce, con nessuno al mondo e che,
in realtà faticava ad ammettere anche con se stesso, era che
il
lavoro di Neal al Bureau gli dava una certa tranquillità.
Lì
poteva tenerlo sotto controllo, anche come capo.
Involontariamente
ripensò al modo in cui Neal era entrato nella sua vita.
Gli
aveva dato la caccia per anni ( gli tornarono in mente i titoli dei
giornali che l'avevano disgustato e fatto arrabbiare allora e che gli
facevano ancora lo stesso effetto....) finché non era
riuscito a
prenderlo.
Sentì
la consueta fitta di rimorso al ricordo del gigantesco errore che
aveva commesso.
Paradossalmente
l'ultimo tiro mancino che Neal gli aveva giocato gli si era ritorto
contro nel peggiore dei modi.
L'avevano
rinchiuso in un carcere di massima sicurezza e, solo quando era evaso
e l'aveva preso per la seconda volta, aveva scoperto che Neal aveva
sempre mentito sulla sua età.
Era
stata una scoperta scioccante!
Aveva
fatto di tutto per rimediare al madornale errore che aveva commesso,
certo che la permanenza in un carcere di massima sicurezza per tre
anni avessero fatto fin troppi danni sul ragazzo...
Insieme
a Hughes aveva trovato il modo di sfruttare l'intelligenza e le
capacità di Neal a favore della legge, assumendolo come
consulente
al Bureau.
Il
debito ancora aperto con la legalità giustificava la
cavigliera
elettronica che portava addosso e gli consentiva un raggio d'azione
di sole due miglia.
Peter
si era impegnato a vigilare personalmente sul rispetto e sul
funzionamento dell'accordo.
“Per
i prossimi quattro anni mi appartieni Caffrey!” gli
aveva detto, facendo una battuta un po' crudele, all'indomani
dall'emanazione della sentenza che sanciva l'accordo.
Nemmeno
lui avrebbe immaginato che in pochissimo tempo il loro rapporto non
sarebbe più stato quello fra agente-custode/ex detenuto-
custodito,
ma un vero e proprio legame affettivo e familiare.
Elizabeth
aveva legato subito con Neal, fino a sviluppare un legame d'affetto
forte, vero e sincero che non aveva nulla a che fare con
l'obbligatorietà del dovere.
Quando
i Burke avevano deciso di diventare i genitori affidatari di Neal non
l'avevano fatto fatto per dovere!
Al
di là del fatto che erano un po' troppo giovani per essere
genitori
di un ventenne....la loro famiglia inusuale (per la maggior parte del
tempo) funzionava a meraviglia!
Neal
era entrato a far parte della loro vita in maniera assolutamente
bizzarra e decisamente inconsueta, ma nessuno dei due , ormai,
avrebbe più potuto fare a meno di lui!
Era,
come tutti gli adolescenti, “croce e delizia” della
famiglia:
animava la casa, li faceva ridere, commuovere, ma anche arrabbiare e
disperare!
Peter
l'aveva assunto al Bureau ed El aveva insistito perché
frequentasse
dei corsi al college, assecondando e coltivando la passione del
ragazzo per l'arte e la cosa funzionava.
Tenerlo
impegnato significava, in un certo senso, tenerlo fuori dai guai il
che era un particolare tutt'altro che trascurabile!
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