UNO DI FAMIGLIA
-Capitolo 1°-
Notte. A cosa vi fa
pensare questa parola? Al buio. Ad un cielo oscuro rischiarato qua e
là da qualche bottone luminoso. Ed ad una luna rotonda che
domina la città addormentata. Ma non tutti in questa notte
stanno dormendo. I panifici lavorano a pieno ritmo, un ubriaco
farfuglia parole senza senso seduto su una panchina in attesa di un
treno, i gatti ed i barboni rovistano tra i rifiuti di un ristorante,
mentre un topo particolarmente grosso scappa via tra le loro gambe.
Qualcun altro invece, si dedica all’attività
fisica: il fresco della notte dev’esser l’ideale
per farsi una corsetta su un tetto...
“Fermati!
Ormai non hai più via di scampo!” gridò
un uomo dall’aria decisamente affaticata.
Per tutta
risposta, il piccoletto che stava inseguendo, aumentò il
ritmo: da dove accidenti prendeva tutta quella forza? Era poco
più che un ragazzino con sulle spalle un sacco piuttosto
pesante, pieno di gingilli d’oro, e nonostante questo
resisteva a quell’inseguimento che durava da quella che
sembrava un’eternità. Il poliziotto dal canto suo,
benchè si allenasse ogni giorno in vista di situazioni come
quella, iniziava a dare i primi segni di cedimento. Ma forse quella era
la sua notte fortunata: una civetta svolazzò via
improvvisamente da un punto del tetto, lanciando un grido di stizza per
essere stata disturbata e questo prese completamente alla provvista il
bambino, che esitò per un attimo di troppo. Attimo che
permise al poliziotto di avvicinarsi pericolosamente a lui e tirare
fuori la pistola. Poté quasi sentire il sangue nelle vene
del piccolo raggelarsi, al suono inconfondibile del colpo che viene
posizionato in canna.
“Fermo
o sparo” sbiascicò l’uomo. Dopo tutte le
settimane spese a dare la caccia a quel ladro, non si faceva
più lo scrupolo che aveva a che fare con un bambino.
“Ora voltati lentamente e posa il sacco a
terra...cioè, sì...sul tetto”. Ma cosa
diavolo stava dicendo? Quello doveva essere il momento che avrebbe
cambiato la sua vita, che avrebbe potuto dare una svolta alla sua
carriera nella polizia e si era messo a fare battute di spirito?
Sicuramente avrebbe omesso questo particolare dal verbale ufficiale.
Il ragazzino
si voltò e fece come ordinato.
“Togliti
la maschera, adesso: voglio guardarti in faccia prima di
ammanettarti” disse facendo per avvicinarsi ancora di
più. Ma non appena che il bambino ebbe messo una mano sulla
maschera nera che gli copriva gli occhi e gran parte del viso,
soggiunse un elemento inaspettato, che in un istante
cancellò i sogni di gloria del poliziotto: il freddo ferro
della canna di una pistola puntata contro la sua tempia.
“Avevo ragione nel dire che aveva un complice!”
pensò esultante prima di inquadrare bene la situazione.
Santo cielo! Aveva una pistola puntata alla tempia! E le cose, se
possibile, peggiorarono ancora di più quando il complice gli
sfilò la pistola di mano lanciandola al suo compagno. Ora
aveva due pistole puntate contro: la mattina dopo non sarebbe stato
necessario pensare a cosa omettere dal rapporto. Probabilmente, non
avrebbe neanche avuto la scocciatura di doverne scrivere uno.
Respirò
a fondo per ritrovare il suo equilibrio interiore: non doveva
permettersi di perdere la calma. Un dolce profumo di rosa si
insinuò nel suo naso mentre una mano si infilò
lentamente dentro alla sua giacca, in cerca di qualcosa. Il poliziotto
fu scosso da un brivido e non potè fare a meno di pensare a
quanto quella cosa, in un’altra occasione, sarebbe stata
eccitante. Perchè quella alle sue spalle doveva essere una
donna: il profumo della sua pelle, il suo respiro lento e delicato, la
dolcezza del suo corpo poggiato contro di lui...non poteva non
trattarsi di una bella donna. Perchè bella? Stava per
morire, aveva anche il diritto di concedersi qualche pensiero positivo!
A quel punto
la mano fermò il suo vagare, mentre la pistola
finì per lo spingersi ancora di più contro la sua
tempia, e con una velocità quasi impressionante
tirò fuori il suo distintivo dalla tasca interna della
giacca. Ma se era quello che stava cercando, perchè mai
aveva cercato anche sotto la camicia? “È una bella
donna” affermò convinto nella sua mente, prima di
sentir venir meno la spinta della pistola e ritrovarsi completamente
solo sul tetto, la sua pistola a terra accanto a lui e senza distintivo.
“Capo
dove sei?” gracchiò una ricetrasmittente da una
tasca della giacca. “L’hai preso?”
“No.”
ammise tristemente. “È scappato con il suo
complice”
“Complice???
Accidenti, a quanto pare ti devo un doppio cheeseburger!”
esclamò l’uomo dall’altra parte della
comunicazione.
“Pensa
all’agente Diethel che mi deve pagare da bere per un mese
intero, allora!” ridacchiò
senz’allegria: aveva fatto un buco nell’acqua e
questo Yoh Asakura non poteva permetterselo.
“Yoh
Asakura” mormorò una ragazza sfiorando con un dito
la foto di un distintivo.
“Perchè
mai gli hai preso quel coso?” s’informò
un uomo dall’aspetto bizzarro: il corpo era quello di un
bambino, ma la sua voce ed il suo viso appartenevano
senz’altro ad un adulto.
“Per...per
umiliarlo. Perchè sennò?”
“Un
poliziotto che si lascia rubare il distintivo...sì, hai
ragione: è una gran bella umiliazione!” sorrise
soddisfatto. “Ma tu guarda! Abbiamo la stessa
età!”
“Già”
concordò lei osservando la sua data di nascita. “E
fra una settimana è il suo compleanno...”
“Che
c’è, vuoi fargli un regalino?” chiese il
piccoletto scoppiando in una grossa risata. “Ormai sono quasi
sei mesi che si occupa del nostro caso...sta quasi diventando uno di
famiglia!”
“Se
stasera non fossi arrivata in tempo, non ci sarebbe stata
più alcuna famiglia: accidenti a te ed a quella
civetta!”
“Può
succedere a tutti di farsi trovare per un attimo
impreparati...” si scusò quello facendosi piccolo
piccolo. Sempre che gli fosse possibile farsi ancora più
piccolo.
“Non
a noi due” gli ricordò la ragazza. “Non
a noi due...”
Mi avevano avvisato
che era un rischio che avrei potuto correre: iniziare una nuova storia
mentre l’altra è ancora in cantiere...ho cercato
di evitare questa eventualità come la peste, ma a quanto
pare non ci sono riuscita...E così ecco
quest’altra fanfic in cui di nuovo non troverete neanche una
briciola di potere sciamanico (in realtà, ne ho in mente
un’altra in cui ci saranno gli sciamani,
com’è giusto che sia, ma per il momento
è ancora da mettere per iscritto...). Avete capito chi sono
i personaggi, vero? Be’, non è stato
così difficile...
Mi raccomando: fatemi
sapere cosa ve ne pare! Commentate, commentate e commentate!
Un bacione,
Merryluna
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