Un Pallone.
Una
palla da basket cade sul pavimento, rimbalzando ed avvicinandosi alle
tue gambe incrociate.
La raccogli lentamente, sentendo quell'odore di gomma e magia.
Rigirandola tra le mani, ti abbandoni solo per qualche secondo.
Ti guardano male. Loro non capiscono, loro che sono costretti a
quell'ora di educazione fisica.
Non capiscono il senso di quella malattia che t'opprime, togliendoti
persino il respiro.
Quella corsa verso il canestro, con il vento contro che ti scompiglia i
capelli tenuti assieme da un leggero codino, con le urla dei compagni
che t'incitano a vincere quell'inutile gara, solo per la voglia di
essere la più brava per una singola volta, solo per il senso
della competizione.
Quella corsa verso il canestro è uno dei tuoi desideri
più grandi.
Semplicemente alzarti e iniziare a correre veloce, sudando, stancandoti
solo per sentire la sensazione di potere.
Poter correre, danzare, saltare, volare nell'aria piena di energia.
L'unica cosa che fai, però, mentre senti l'impellenza delle
tue gambe, è girare quel pallone da basketball tra le mani,
mentre senti il fuoco colpirti la schiena.
Respiri, mentre c'è solo una parola che ti salta in mente.
«
Malattia.»
Note:
Non ho nessuna malattia terminale. Le mie gambe funzionano, la
maggiorparte delle volte.
Soffro di Fibromialgia, una malattia cronica che comporta forte dolore
all'incirca 24 ore al giorno. Questo è riferito solo per
informazione, nel caso che il testo faccia pensare altro.
Grazie anche solo per chi si è soffermato a leggere.
Larie.
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