Le cinque e una notte.

di Entreri
(/viewuser.php?uid=4888)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Le cinque e una notte.



Prologo.

 
Londra, 16 Novembre 2014

 

 

Le dense tenebre del sotterraneo non ostacolavano il suo cammino e i suoi occhi, da secoli dimentichi della luce del sole, le fendevano con facilità mentre scendeva con silenziosa gravità lungo i gradini di marmo. Un antico specchio stava dinnanzi al ritratto di una donna perfetta senza riuscire a riflettere altro che buio e polvere, e Ahmad si interpose fra loro sebbene sapesse che, anche in piena luce, lo specchio non avrebbe potuto restituirgli la sua immagine; né il duro guerriero che era stato, né la donna sgraziata che era diventato. Posò il palmo sulla superficie polverosa, grato di non dover fronteggiare il velo d’illusione di cui si ammantava per nascondere le fattezze in cui era imprigionato, maledetto per l’eternità per aver ucciso la figlia di uno stregone. Il sangue dei guardiani della casa che si erano frapposti fra lui e le scale stagnava ancora sulla sua mano e andò a formare una macchia rossa laddove avrebbe dovuto riflettersi il suo volto perduto. Ahmad spinse con forza, mandando lo specchio in frantumi nel rivelare il passaggio che nascondeva.

 
 

Avanzò deciso, con solenni passi misurati, fino al sarcofago posto al centro della cupa sala ottagonale e lo scoperchiò con violenza.

 

Anche semi-mummificato in quella bara di marmo Lucius restava l’uomo più bello e altero che Ahmad avesse mai visto: il volto perfettamente simmetrico, i lunghi capelli neri, la figura elegante e quella vaga aura di nobiliare supponenza che nemmeno il profondo torpore era riuscito a strappargli.

 

Estrasse un paletto di frassino dalla tasca della giacca e portò i loro volti alla stessa altezza fissando Lucius in silenzio: il superbo, il presuntuoso Lucius che non credeva Ahmad avrebbe mai potuto ucciderlo nel sonno.

 

Posizionò la punta all’altezza del suo cuore e spinse leggermente in attesa che l’odore di tutto il sangue che aveva sparso nella sua villa lo risvegliasse.




NOTE DELL'AUTRICE: 


Di solito cerco di ridurre il più possibile il mio intervento, ma credo che, in questo particolare caso, sia necessario fare una piccola premessa sulla genesi di questa storia.

Personalmente trovo che la cosa più affascinante nella figura del vampiro sia la sua estrema longevità, la possibilità meravigliosa di far interagire persone nate in epoche diverse e in luoghi diversi che non avrebbero, altrimenti, mai avuto la possibilità di incontrarsi. Lucius e Ahmad incarnano soprattutto quest'aspetto del vampiro.

Seconda e forse più importante puntalizzazione: questo scritto può essere letto come a sè stante (deve date le circostanze) ma appartiene ad una lunga storia non scritta che si dipana dal II secolo a. C a oggi, coinvolgendo una miriade di personaggi. Posta dinnanzi alla domanda del contest a cui ha partecipato questa storia in cui avete (arditi ed eroici lettori) scelto di avventurarvi: ovvero "Anche i vampiri hanno sentimenti, o no?" mi sono sovvenuti alla mente, quasi seduta stante, Ahmad e Lucius e ho quindi scirtto di loro, scegliendo cinque e una notte della loro lunga non vita per esplorare il loro rapporto. Al fine di rispondere a quella domanda, comunque, la storia di per sè è più che sufficiente.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=941960