mila e shiro 2
Spogliatoio
della palestra - Fine partita
Mila entrò nello
spogliatoio col morale a terra, sperando che le sue compagne fossero
già tutte sotto la doccia per non dover dare spiegazioni. Jin
Mei non c'era ancora. Si svestì con estrema lentezza,
aspettando che tornassero tutte dal bagno per poter fare la doccia da
sola in santa pace. In quel momento entrò Jin Mei, con un
grosso sorriso stampato in faccia. Mila cercò di contare fino
a 10 e poi ancora a 10, ma nonostante fosse cambiata dai tempi in cui
non sapeva trattenere la sua irruenza, non fu capace di contenersi.
"Cosa avevi da festeggiare di così importante da non
poter aspettare il ritorno al dormitorio?" chiese all'alzatrice.
Jin Mei la guardò con aria interrogativa, poi capì a
cosa si riferiva. "Dici con Shiro? Guarda che non stavamo
facendo niente di male, io e lui siamo amici da molto tempo, pensavo
lo sapessi”. Mila rifletté, ma non si ricordò
un'occasione in cui Shiro le avesse fatto il nome di Jin Mei. E dire
che lei lo conosceva da molto più tempo di quella bimbetta
salterina! Loro due stavano insieme praticamente da sempre, e anche
se fino a qualche anno prima non si vedevano praticamente mai, perchè
Shiro giocava ancora a livello agonistico e lei era super impegnata
con gli allenamenti quotidiani, da quando lui era diventato il vice
allenatore delle Dragon Ladies la loro relazione era più o
meno ufficiale. Mila stava persino incominciando a sperare che lui le
chiedesse di sposarlo...magari tra qualche anno...D'altro canto non
poteva incolparlo senza avere prima sentito la sua versione, anche
perché, visto il poco tempo che avevano sempre per stare
insieme, era comprensibile che lui non avesse mai pensato di
raccontarle della sua amicizia con Jin Mei. "No Jin Mei, non lo
sapevo", rispose alla fine.
Alle
docce
“Ma
questa è completamente fuori! Mila è il nostro
capitano, come può risponderle così!” confabulava
Glin con Katherine. “Io non mi sognerei mai di rubare il
ragazzo a una mia amica, è pura cattiveria!” sussurrò
Amanda a Nami. “Beh, non voglio giustificarla, ma forse non ha
davvero cattive intenzioni..” rispose Nami, che con la mente
ritornò subito a quando, all'inizio della loro carriera
sportiva, lei e Mila si contendevano Shiro. Nami ricordava ancora con
rimpianto la decisione di farsi da parte con Shiro per privilegiare
lo sport che più amava e decise istantaneamente che questa
volta avrebbe spalleggiato Jin Mei. Gina, che nel frattempo aveva
messo la testa completamente fuori dalla porta del bagno per non
perdersi neanche un minuto della conversazione, inciampò nel
piede di Ming Hua e cadde in avanti, finendo a terra sulla borsa
della palestra di Glin. “Puah!!! Ehi Glin ma ti lavi i piedi
ogni tanto? Ho i tuoi calzini in bocca...che odore nauseabondo!!
Opssss scusate ragazze!” mormorò poi a Mila e Jin Mei,
che la guardavano attonite. “Non stavo mica origliando
eh.....non penserete che...” Mila e Jin Mei si guardarono e
scoppiarono a ridere.“Fa lo stesso, Gina. Abbiamo già
chiarito, non ti preoccupare!” le rispose Mila divertita. “E
voi, ragazze, potete uscire!” parlò più forte in
modo che la sentissero “altrimenti vi ammalerete a stare
bagnate in piedi dietro la porta!!!” Tutte le giocatrici
uscirono lentamente dal bagno con aria molto colpevole. “Scusa
Mila....scusa Jin Mei...erano affari vostri in fondo...ci dispiace!”
disse sorridendo Ming Hua. “Già..” conclusero in
coro il resto delle Dragon Ladies. Amanda prese allora la parola,
commossa: “non mi era mai successo nelle Hell Cats di vedere
una squadra comportarsi come tale, sostenendosi sempre nelle
difficoltà, anche se personali! Mila, qui tutti ti vogliamo
bene!”. E corse ad abbracciarla. Mila si lasciò scappare
una lacrimuccia, felice come non mai di avere delle compagne così
speciali, e disse: “Grazie, ragazze, vi voglio bene anch'io! Ci
sarò sempre per voi!”.
04/02/2012
– Amichevole. Dragon Ladies vs......
La
signora Yang, svegliatasi di buon umore quella mattina, aveva
ricevuto una telefonata davvero particolare, che l'aveva lasciata
molto interdetta. Si trattava ora di comunicarla alle ragazze: ne
sarebbero state sicuramente molto felici, ma ciò avrebbe
comportato una distrazione notevole dagli allenamenti. Andò
così come tutte le mattine nella sala da pranzo a
chiacchierare con la sua squadra e le vide intente a fare colazione.
Come era fiera di loro! Ognuna aveva un carattere diverso, i propri
pregi e i propri difetti, ma insieme formavano la squadra più
unita e forte che avesse mai visto. La signora Yang le aveva scelte
una per una, sicura che presto o tardi avrebbero tirato fuori il
proprio talento e non era rimasta mai delusa, neanche una volta.
“Uffa, anche oggi che è sabato dobbiamo fare
allenamento, ma perchè!! Dovremmo essere libere di goderci il
week-end facendo ciò che vogliamo, non credete?” stava
dicendo Gina alle compagne. “In Italia non funziona mica così!
Quando facevo danza avevo molto più tempo libero...voi cinesi
siete troppo stakanovisti!”. “Non dirai così
quando saprai cosa vi attenderà domani, Gina”, la
interruppe la signora Yang, che catturò subito l'attenzione
totale di tutte le giocatrici. “Mi ha appena telefonato
l'associazione delle vittime del terremoto di Fukushima. Hanno
organizzato un torneo benefico di pallavolo per aiutare le famiglie
in difficoltà. Ci saranno molte altre squadre cinesi...e in
particolare, nel caso in cui ci iscrivessimo, dovreste giocare contro
una squadra maschile...” “Coooooosa?? Ma sta scherzando,
signora Yang? È un'occasione da non perdere! Quando si
terrebbe il torneo?” si esaltò subito Gina. “Domani
pomeriggio. So che siete molto impegnate con gli allenamenti per la
prossima partita, quindi, se non ve la sentite posso sempre dire...”
“Non dica stupidaggini! Quando mai ci è permesso di
vedere dei ragazzi? Io dico che dobbiamo partecipare! Chi è
con me?” ruggì l'italiana con tono minaccioso. Inutile
dire che gli allenamenti previsti, proprio come temeva la signora
Yang, andarono a farsi benedire.
Le
ragazze passarono una notte molto agitata, quasi tutte restarono
sveglie. Glin, Katherine, Amanda e Jin Mei discutevano su come farsi
i capelli, Gina cercò di convincere Ming Hua a depilarsi le
gambe, impresa impossibile dal momento che in Mongolia una ragazza
depilata non era vista di buon occhio, Xiu Lan si fece fare la french
da Maria. L'unica a voler dormire era Nami, che non pensava al lato
estetico della partita. Mila, invece, era molto ansiosa, perché
avendo già il fidanzato, aveva paura che Shiro si ingelosisse
se l'avesse vista guardare un altro mentre giocava. Voleva
incontrarlo per parlargliene, per spiegargli che non avrebbe mai
accettato se fosse dipeso da lei, ma non sapeva come fare. Poiché
le altre ragazze erano tutte occupate, si infilò nel letto di
Nami e cominciò a sfogarsi con lei. Nami ascoltava, in
silenzio, provando dentro di sé una grande rabbia. Come poteva
Mila venirle a raccontare certe cose? Lei non era mai stata il tipo
da confidenze intime...e poi sapeva bene che l'argomento Shiro non
era proprio da toccare con lei. Stava già per risponderle che
era stanca e voleva dormire, quando Mila la abbracciò forte e
le disse: “Ti voglio bene Nami, sei la mia più cara
amica. Grazie per il sostegno che mi dai sempre, non so come farei
senza di te. Ne abbiamo passate tante e sono felice che continuiamo
ancora ad essere insieme. Se ci fosse qui anche Kaori lo direi anche
a lei, ma non credo le importerebbe. Niente viene prima della
pallavolo per lei, neanche io e te. Ma so che tu sei diversa, Nami.
Tu hai un grande cuore, e sei una grande amica.” Nami si
sciolse e si mise a piangere. Non riusciva neanche a parlare
dall'emozione. Nessuno l'aveva mai trattata con tanta gentilezza,
tutti pretendevano sempre qualcosa da lei. Doveva essere una brava
figlia e una brava giocatrice e anche se si comportava sempre a modo,
non riceveva mai un complimento o una soddisfazione. Vedeva le altre
compagne gratificate e felici, mentre lei sentiva sempre di non stare
facendo abbastanza, di avere sempre qualcosa da migliorare. Mila
invece non le aveva mai chiesto niente, non le aveva mai mancato di
rispetto, le voleva bene semplicemente perchè era Nami.
“Merita Shiro molto più di me”, pensò. “Che
stupida che sono stata. Ho un'amica meravigliosa e devo aiutarla, non
criticarla”. “Anche io ti voglio bene, Mila”,
rispose. Era la prima volta che lo diceva a qualcuno.
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