L'Annunciatrice di Morte

di Due Di Picche
(/viewuser.php?uid=156075)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.



7. [-23] Settimo giorno dell’ultimo mese - Parte 1
La domenica era il giorno che adoravo di più. Potevo dormire fino a tardi e stare tutto il giorno in casa a rilassarmi per recuperare le forze da un sabato sera distruttivo. Non sapevo che ora fosse, dormii così bene quella notte avvolto da qualcosa di più piacevole di una semplice coperta. Peccato che il mio sonno fu interrotto dalla voce di quell’isterica di mia madre.
Strizzai gli occhi e sbattei le palpebre per mettere a fuoco la mia stanza. Non avendo chiuso la tapparella, la luce del giorno mi accecò.
«Luka, noi ti diamo parecchie libertà, ma questo non rientrava negli accordi.»
Che cazzo aveva da strillare?
Affondai la testa tra le coperte, infastidito dalla situazione, ma invece che le lenzuola il mio viso tocco qualcos’altro.
Confuso feci riemergere il viso. La luce del sole face brillare d’oro, dei capelli che si disperdevano sul cuscino insinuandosi tra le coperte per poi sparire.
«Come ti sei permesso di portare una ragazza in casa? E di passare una notte con lei nonostante io e tuo padre dormiamo a due stanze di distanza? Come ti è saltato in mente, Luka?»
Ragazza? Passare la notte?
Finalmente i miei occhi celesti distinsero per bene la figura di mia madre. Il suo volto incazzato mi fece capire che non stava scherzando.
Tentai di muovere le gambe, ma qualcosa era incastrato tra di esse. Cercai di muovermi, ma sentii un ulteriore peso sul mio corpo.
Con un rapido gesto mi tolsi la trapunta e poi le lenzuola e con mia grande sorpresa vidi Lily che si stringeva teneramente a me.
Stava dormendo?
La mia annunciatrice di morte aveva le palpebre serrate, piedi nudi, braccia scoperte, e un vestito aderente che, raggomitolata come stava si accorciava più del dovuto.
«Ti sei portato a casa una spogliarellista?» mi ricordai di mia mamma finalmente.
Scossi la testa e riuscii a far staccare le gambe di Lily dai miei jeans. La toccai leggermente per spostarmi da lei. Era tiepida.
Oh! Cazzo! Che cosa stava succedendo?
Ero sveglio. Quell’assurda situazione mi aveva svegliato finalmente.
Come prima cosa la mia Annunciatrice di Morte dormiva avvinghiata al sottoscritto; in secondo luogo la sua pelle non era più fredda da mettermi i brividi; terzo, ora che la guardavo meglio, il suo viso aveva un colore roseo, non bianco latte e marmoreo; quarto, mia madre la vedeva?
«Mamma, vedi questa ragazza?» chiesi con voce roca e cretina passandomi la lingua sulle labbra asciutte. Mi misi seduto prendendo le distanze da Lily che continuava a sonnecchiare.
La donna di fronte a me, in maniera esasperante, alzò gli occhi al soffitto «Ho gli occhiali per qualcosa figliolo. E poi non starei qui ad urlare se lei non ci fosse.»
«Come fai a vederla? E impossibile.»
«Non far finta di niente, questa me la lego al dito.»
«La vedi?»
«Capelli biondi, pelle candida e vestitino nero. Ti basta? E sta ancora dormendo nel tuo letto. L’accordo era di non portare ragazze in casa e non aver rapporti sessuali in casa, o almeno non quando ci sono i tuoi genitori.»
Sorrisi e infilandomi le ciabatte mi stiracchiai «Non abbiamo fatto sesso, mamma.»
Era imbarazzante quel discorso. Lo avevamo fatto una volta imponendo quell’assurda regola di non portare ragazze in casa, e poi basta. Eppure, anche se ero nei guai continuavo a sorridere come un’ebete. Oddio! Mia mamma vedeva Lily!
«Hai comunque portato una ragazza.»
Accanto a me sentii il corpo di Lily rotolarmi contro. La guardai distesa sul mio letto che si stiracchiava strofinandosi gli occhi.  Il vestito che indossava sarà stato lungo un po’ più di mezzo metro e perciò provai un senso di eccitazione nel vederlo arretrare quando alzò le gambe. Bellissime e snelle gambe.
«Luka che succede?» sussurrò Lily guardandomi dal basso verso l’altro con la testa vicina al mio fianco. La sua voce era stridula e maledettamente sensuale.
La fissai e sorrisi inebetito. Le sarei saltato addosso all’istante.
«Risolvete questa situazione il prima possibile.» e sbuffando mia mamma uscì da camera mia. Ora potevo concentrarmi sul “Problema Lily”.
«Che ha tua mamma?»
«La domanda giusta è che hai tu: ti vede.»
Sorrise e si giro a pancia in giù.
«Non sto scherzando.» e già il fatto che avesse sorriso così naturalmente lo definii anormale. «Come ti senti?»
Fece spallucce «Mah, come se avessi dormito per la prima volta dopo cento anni.»
«Perché hai dormito. Mi sei saltata addosso …»
«Mi hai invitata tu nel tuo letto!» puntualizzò. In effetti non aveva tutti i torti.
«Però eri attratta dal mio calore …»
«Già!» mi fece la linguaccia e incominciò a rotolarsi per il letto. Non avrebbe dovuto sentire lo strusciarsi delle coperte sul suo corpo.
«Senti. Hai dormito, la tua pelle e tiepida e le tue guance sono rosee …»
Di colpo, cadde dal letto, sbattendo violentemente il sedere contro il pavimento. Per la millesima volta ignorò la mia frase.
«Cazzo che male!» la sentii imprecare: benissimo adesso provava anche dolore.
La vidi massaggiarsi il bacino e alzarsi in piedi. Mi fissò. I suoi occhi neri si fissarono nei miei. Immobili, io seduto e lei in piedi, ci fissammo storditi da quella strana situazione.
 

“Avevo provato dolore.
Avevo sentito la durezza del pavimento e la morbidezza delle lenzuola.
La mia pelle percepiva l’aria.
E avevo anche dormito.
Mi sentivo strana, e strana era ancora poco per definire il mio stato d’animo.
Mi sentivo integrata nell’ambiente. Percepivo ogni cellula che si spostava, che mi sfiorava.
Affondai le mie iridi in quelle di Luka. Immobile e seduto, mi fissava con stupore. I capelli arruffati, una canottiera aderente a quel suo corpo atletico, i jeans e il bordo delle mutante firmate.
Avevo dormito con lui. Accanto a lui. Mi era piaciuto.
Oddio! Piacere, dolore, percezione … perché provavo tutto ciò?”

 
«Luka, che mi sta succedendo?» e lo chiedeva a me?  Era lei l’aliena qui!
Respirava con affanno mentre si toccava ogni minima parte del corpo e allo stesso tempo si fissava.
Vidi le sue mani che si accarezzavano il viso, lisciavano i setosi capelli biondi, sfioravano quelle labbra rosse e scendevano giù lungo il collo. Discesero esaminando le spalle, il petto e si fermarono un momento sui seni. Se voleva mi poteva chiedere una mano! Mi morsi la lingua per non pensare ai brividi di eccitazione che mi percorrevano la schiena.
Le dita ricominciarono la loro corsa giù per il ventre. Passarono i fianchi fino ad arrivare all’estremità delle cosce. Ricongiunse le mani al centro e per fortuna non fece niente di troppo intimo. Continuò la discesa lungo tutte le gambe fino ad arrivare ai piedi stando con la testa verso il basso e a gambe tese.
Si alzò di scatto e mi si avvicinò. Troppo umana! Troppo formosa!
Si strinse a sé, e turbata disse «Luka, sento le mie unghie che mi graffiano la pelle, l’attrito tra pelle e pelle. Sento la morbidezza, la durezza, il brivido, il caldo, il freddo. Cazzo, Luka, sono umana!»
Mi alzai e le parole mi uscirono senza che collegassi il cervello «Vuoi una mano a ricontrollare il tuo corpo?»
«Eh?»
«No, niente. Comunque non so darti risposte in merito, l’unica cosa che posso dirti e che ogni volta che entravi in contatto con me sembrava esserci un cambiamento.»
«Del tipo?»
«Dopo che ci siamo toccati più volte, hai provato curiosità, sorpresa, gioia, emozioni umane. Ora che sei stata a stretto contatto con me, e hai perfino dormito, hai come acquistato altre caratteristiche umane.»
«Sono umana!»
«Non sei male, non lo eri neanche prima. Ora sei meglio, per me almeno.»
E io ero mal messo: avrei avuto una bomba sexy sempre a zonzo per casa?
Abbassò lo sguardo. La vidi tremare in preda a nuove emozioni. Tristezza, dolore, paura.
Mi avvicinai. Lei era sola. Una creatura delle tenebre immersa nella luce. In un modo sconosciuto, in una situazione assurdamente strana.
In quel momento Lily non aveva altri che me, proprio come io, la notte precedente, non ho avuto altri che lei ad aiutarmi, preda dell’alcol.
Feci per abbracciarla. Ma esitai un momento. Cosa avrei risolto? Io calcolavo tutto, non ero tipo da improvvisare, ma quell’improvviso cambiamento di Lily stava scombussolando la mia vita più del dovuto.
Tra ventitre giorni mi avrebbe dovuto rubare l’anima. L’avrei dovuta odiare, invece l’abbracciai le sussurrai «Ti aiuterò.»
 

“Ora che mi era concesso provare emozioni, solo la paura invadeva la mia mente.
Ero eccitata ma allo stesso tempo terrorizzata da ciò che mi stava accadendo.
Non potevo tornare nel Purgatorio prima di aver prelevato l’anima di Luka.
Mancavano ventitre giorni prima della fine del mese.
Giorni in cui l’inevitabile sarebbe diventato padrone dei momenti.”

 
Non mi preoccupai più di tanto dei miei. Il giorno seguente sarebbero usciti i risultati delle Olimpiadi di Matematica e sarebbero stati fieri della mia vittoria dimenticando la storia della misteriosa ragazza nel mio letto.
Ora che Lily era umana, non aveva un posto dove andare. Poteva solo stare da me, e mentre una parte del mio cervello la studiava attentamente l’altra componeva soluzioni in merito a come farla dormire ogni giorno  nel mio letto.
Avrei dormito ogni giorno con “la più bella del Purgatorio” al mio fianco, senza poterle mettere le mani addosso. No! Non potevo, avrei fermato in qualche modo i miei istinti: lei restava pur sempre il mio peggior nemico. Mi avrebbe condotto alla morte, non mi ci dovevo affezionare.
Lily se ne stava seduta sul pavimento a mangiare biscotti. Ora non solo poteva ingoiare cibo umano, ma aveva anche bisogni come andare in bagno e lavarsi.
Io me ne stavo disteso sul letto a pensare a quell’assurda situazione. Non potevamo restare in casa, quel luogo stava incominciando ad opprimermi.
«Usciamo!» esclamai alzandomi di scatto e levandomi la canottiera.
Spostai lo sguardo su Lily, aveva alzato il capo verso di me e un biscotto le era caduto dalle mani. Perché mi  stava fissando immobile e con aria stupita?
Sapevo di essere un bel ragazzo, e mi preoccupava l’effetto che avrei potuto incominciarle a fare dato che ora era una ragazza.
«Abbiamo passato la mattinata a starcene qui con le mani in mano. Ora ti porto a vedere il mondo come si deve.» anche perché doveva far tutt’altro effetto  “là fuori”, quando si è capaci di percepire l’ambiente.
Scosse la testa e si alzò in piedi. Sorrise battendo le mani in modo eccitato «Vedrò la terra come si deve: che bello!»
Mi sfilai i pantaloni della tuta che mi ero messo dopo aver affrontato una gelida doccia per svegliarmi, quella mattina, e rimasi in boxer. D’istinto guardai Lily. Perché cazzo stava arrossendo?
L’Annunciatrice portò le mani sulla bocca, e abbassando il viso, si girò verso il muro sussurrando «Mi fai uno strano effetto, Luka.»
Una volta non si sarebbe mai fatta il minimo problema neanche a vedermi nudo, pensai ricordandomi il nostro incontro il secondo giorno nel bagno di casa, ora invece provava una certa tensione nel vedermi in mutande. Beh, almeno non le piacevano solo i miei occhi ora!
Mi infilai velocemente un paio di jeans neri, una t-shirt e una felpa.
«Sono vestito.» le dissi. Lily si voltò finalmente e mi sorrise.
«Tu esci così? Fa freddo!» le feci notare dato che indossava sempre il solito vestitino striminzito. Avrebbe dato comunque troppo nell’occhio per strada.
La vidi chiudere gli occhi, e successivamente i suoi lunghi stivali in pelle le avvolsero le gambe alzandola di una decina di centimetri.
«Wow! Ho ancora i miei doni!» esclamò sprizzando felicità. Qualcosa di “strano” almeno le era rimasto, in ogni caso l’abbigliamento non andava bene comunque.
Mi avvicinai di qualche passo a lei «Visto che senti il caldo e il freddo, la temperatura esterna potrebbe infastidirti. Riesci a indossare qualcosa di più pesante?»
«Penso che se lo desidero possa accadere.»
Detto fatto. Un paio di pantaloni in pelle le coprirono le nude gambe e il vestito si rimpiccolì ad un top. Questa magia stimolò le mie fantasie più contorte su tutti i modi possibili in cui avrei potuto vedere Lily vestita.
Scossi la testa tornando serio «Non male, però ora le braccia.»
Chiuse di nuovo gli occhi e sopra il top comparve una giacca di pelle nera. O avevano dei limiti nella scelta dei colori o i gusti di Lily erano grotteschi e trasgressivi. Non che stesse male in quel completo di pelle, il contrario, ma dava troppo nell’occhio.
«Leva ancora i tacchi: non sono molto comodi per una passeggiata.» difatti un paio di scure ballerine raso terra la fecero scendere in altezza.
La scrutai attentamente. Il seno prosperoso ben evidente mi infastidiva, così presi una mia lunga e calda sciarpa rossa e gliela avvolsi attorno al collo.
Si sistemò e si chiuse la giacca di pelle. Il cremisi della mia sciarpa e delle sue labbra staccavano molto in tutto quel nero: stava bene. Ok, “bene” forse era riduttivo, ma non potevo perdere il controllo davanti alla mia Annunciatrice di Morte.
Mi ero ripromesso di odiarla ma anche di sedurla, invece, inconsapevolmente, stava succedendo il contrario: qui rischiavo di essere adescato io da quel fascino inumano.
«Grazie per la sciarpa, Luka.» e sorrise.
Mi precipitai fuori dalla stanza, intento a recuperare il giubbotto, per non vederla sorridere nuovamente. Qui la situazione mi stava scivolando di mano. Dovevo formulare una soluzione al mio problema “Lily”.
 

“Il freddo mi avvolse in un gelido abbraccio.
Il vento mi morse le guance con determinazione facendo vincere ai miei capelli la forza di gravità.
Alzai gli occhi e vidi il cielo grigio.
Abbassai lo sguardo e osservai il traffico cittadino.
Mi guardai attorno ed esaminai la vita. Io stavo vivendo.
Incrociavo gli sguardi delle persone, percepivano la mia presenza e io la loro.
Sorrisi, perché ora avevo una ragione per farlo!”


 

***

 

Due Di Picche...

ok, qualche giorno di ritardo lo ammetto ma ecco qua l'attesa domenica (nel racconto si intende, visto che in verità qui è giovedì XD) 
Questo capitolo ve lo divido in due parti per non farvelo pesare troppo, e già questo inizio, che io e Alyce_Maya troviamo molto diverte, è durato un bel pò. Penso che sia il capitolo che mi è piaciuto di più. Lily interviene più volte e poi questa situazione "imbarazzante" e caotica allo stesso tempo, è caratteristica dei miei racconti originali. Mi piace buttarla sul ridere e soprattutto mettere per iscritto i pensieri di un ragazzo come Luka che si ritrova la mattina una bella ragazza "carne ed ossa" tra le coperte.
Diciamo che questa piega curiosa che prenderà la storia la renda più scorrevole e piacevole alla lettura!
Ringrazio come sempre chi segue il racconto e chi lo ha aggiunto ai preferiti... di tanto in tanto aumentano e ciò mi fa veramente molto piacere *w*
Baci

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=943598