Eccomi di
nuovo qui, con l’attesissimo ( certo come no!) seguito della mia prima one-shot
“Povero Diavolo”.
Per chi di voi non l’avesse letta, ve lo
consiglio calorosamente visto che è lì che tutto nasce ( o muore, dipende dai
punti di vista).
Vi avverto
subito che i toni di questa fic saranno un po’ più cupi di quelli di “Povero
diavolo” e che la storia si svolge diversi anni dopo Hogwarts.
Detto
questo non mi resta che ringraziare Debby!!!, Malfoy_Lover, _Elentari_, Alisa,
Claheaven, Hermione09, Alessandra e Hikaru_angelic che hanno commentato splendidamente la mia prima
one-shot, e augurarvi buona lettura! (^_^)
Out of reach
Il buio che dominava nell’ampia stanza sembrava
soffocare ogni più piccolo rumore e scivolava sulle pareti come inchiostro
denso e appiccicoso.
Sembrava che la vita avesse lasciato da tempo quel luogo
e che nessun essere vivente ne avesse calpestato le pietre vecchie e consunte
da tempi immemorabili.
Neanche la figura che si poteva distinguere su uno
scranno di marmo nero al centro della stanza, poteva essere scambiata per
umana.
In effetti molto poco di umano era rimasto in quel
corpo che non ricordava più di aver contenuto un anima, se non molti, ormai
aveva perso il conto, anni addietro.
Soltanto dura pietra, nel cuore, nella mente, nelle
membra.
Ad un primo sguardo il suo volto avrebbe potuto destare
curiosità: metà del viso che un tempo aveva sfoggiato una bellezza abbagliante,
era coperto da una maschera d’argento, ferma per sempre in un’espressione di
assoluta indifferenza, l’altra , sotto la facciata rigida e la linea dura e
forte dei lineamenti, non nascondeva una profonda stanchezza.
L’effetto era quello di un volto spaccato in due.
Metà bocca, metà naso, un solo occhio color del cielo d’autunno. Qualsiasi
espressione mostrasse, metà di quel viso rimaneva fredda ed immobile lasciando
all’altra parte l’ingrato compito di continuare a manifestarsi nella sua
scomoda umanità.
Grottesco , sarebbe stato il termine giusto per
definire quel volto.
Ma nessuno avrebbe mai osato
rivolgersi a lui con un appellativo simile.
Un ghigno gli proruppe dalle labbra come uno stridio
graffiante, al pensiero di tutti quei sudici vermi che gli strisciavano
supplichevoli ai piedi.
Tanti piccoli ed insignificanti
uomini, se così potevano essere definiti, che chiedevano la sua protezione in
cambio della loro più totale fedeltà.
E lui poteva concedergliela. O sì, poteva concedere
qualsiasi cosa, ma con altrettanta facilità poteva riprendersela…con i dovuti
interessi.
E della loro fedeltà non sapeva che farsene. Non si
reputava ancora tanto stupido e debole da cadere nello stesso errore del caro
vecchio Lord Voldemort.
I servi rimanevano servi. Non poteva permettersi
bracci destri, alleati o persone di fiducia.
Lui per primo sapeva bene che la brama di potere
poteva superare qualsiasi sentimento, figurarsi se poi si trattava di semplice
lealtà o fedeltà.
No, molto meglio affidarsi solo a se stessi.
Una frase
imperiosa, pronunciata dal suo beneamato padre quando lui era ancora soltanto
un ragazzo, gli si affacciò improvvisamente alla memoria. “Il prezzo del
potere è la solitudine…non possono esserci amici, non può esserci amore; solo
servi e donne a scaldarti il letto.”
E così era
stato. Solo ma potente.
Da anni ormai
non ricordava di aver sostenuto una conversazione, che non fosse strettamente
legata ad una missione, con anima viva.
Non c’era
niente da dire infondo.
Tutto quello
che il suo cuore e la sua mente avevano agognato per anni era diventato realtà.
Padrone di un
regno di morte ed ombra, con un potere illimitato nelle mani e un carisma che
pochi potevano eguagliare, non c’era assolutamente niente che non potesse
ottenere.
Solo una cosa
gli era stata negata.
Il confronto
con l’unica persona che avrebbe mai potuto farlo cedere, con l’unica persona
che sarebbe mai stata in grado di tenergli testa.
Ma quella
persona non c’era più.
Da diversi
anni ormai Draco Lucius Malfoy aveva smesso di rincorrere il potere, di
spingersi sempre oltre ogni confine che la ristretta mente umana aveva
tracciato.
Non ce ne era
bisogno d'altronde.
Tutto ciò che
era, tutto ciò che possedeva era già al di là di ciò che la mente umana poteva
concepire. Tutti lo temevano, seguaci e nemici, pochi lo capivano.
Ma la sua
sete, la sua brama potere non si era di certo placata.
Tuttavia era
sempre stato convinto che la volontà di un uomo doveva essere spinta da uno
scopo assoluto, uno tra tanti ma più forte ed intenso di qualsiasi altro, da un
obiettivo che gli faceva desiderare di migliorarsi sempre di più.
Se però
quell’obiettivo supremo, quell’unica ragione perdeva significato o
semplicemente svaniva, tutti gli sforzi sarebbero risultati inutili ed
infruttuosi.
E lui il suo
scopo lo aveva perduto…anzi glielo avevano portato via, strappato dalle mani
con l’inganno.
Da quando
Hermione Granger era morta, diversi anni prima, non c’era stata più ragione per
continuare quella lotta spietata con se stesso e i propri limiti.
Nessuno poi
avrebbe potuto capire il motivo di tanto ardore e di tanta veemenza, soltanto
lei, lei che, seppure nel bene che a lui non era concesso di comprendere, aveva
raggiunto obiettivi grandi quanto i suoi.
Per chi
allora continuare a combattere se non per se stesso?
E così aveva
fatto. Prima spinto da un odio cieco contro colui che gli aveva tolto prematuramente il sapore dell’unica vittoria
che avrebbe mai potuto renderlo felice, batterla o farsi uccidere da lei, poi ,
ammaliato da tutto quel potere, dalla voglia irrefrenabile di ottenerne sempre
di più, perché era facile, perché era appagante, come un bambino la prima volta
che assaggia la cioccolata e conquistato dal suo sapore ne vorrebbe ancora.
Ma anche
l’odio alla fine era passato portandosi via anche gran parte di quella spinta
sconosciuta, che lo aveva inebriato a tal punto da fargli dimenticare per un
periodo quale fosse stata la vera ragione del suo lento vagare e cercare.
Aveva
irrimediabilmente perso il suo termine di paragone, quell’immagine evanescente
che lo aveva accompagnato per tutta la vita, spronandolo a non sbagliare mai.
Nessuno però
gli aveva assicurato che in ogni caso lei sarebbe stata disposta a battersi con
lui, ad ucciderlo o farsi uccidere.
Era stata
solo una proiezione della sua mente distorta e confusa, una convinzione che in
quegli anni si era tramutata nella sua unica certezza.
Forse era
folle, forse era soltanto un illuso.
Ma soltanto
lui poteva toglierle la vita, nessun’altro ne sarebbe mai stato degno.
Di fatto che
non era riuscito a sopportare la sua morte senza che fosse stato lui ad
infliggergliela.
Se qualcuno
gli avesse chiesto in quale preciso momento avesse perso il controllo di se,
quella proverbiale freddezza che lo distingueva dagli altri, avrebbe risposto
nell’esatto istante in cui aveva osservato impotente il corpo ormai vuoto della ragazza, cadere
riverso sulla terra impregnata di lacrime ,sangue e pioggia.
O più
precisamente quando si era veramente reso conto che quella mano piccola e
sicura non avrebbe mai impugnato la bacchetta contro di lui per concedergli
quella tanto vagheggiata rivincita.
Non aveva mai
odiato nessuno così tanto, neanche Potter.
Ma Voldemort
non meritava il suo odio….meritava solo la morte.
Da tempo
ormai Lui sapeva.
Gli aveva
concesso di diventare il suo braccio destro, il suo stesso portavoce, ma sapeva
che non era veramente quello che quel ragazzo, pieno di una forza trascinante,
voleva per se.
Da eccellente
legilimens quale era, Lord Voldemort non aveva esitato a leggere nelle mente di
un inconsapevole e giovane Draco Malfoy.
Draco Malfoy
voleva il potere, a qualunque prezzo. E non avrebbe esitato ad uccidere il suo
padrone se fosse stato necessario. La sua mente era piena di arroganza e
superbia, e questo nonostante tutto lo
aveva fatto sentire stranamente compiaciuto.
Infondo era
anche merito suo se il suo pupillo era diventato quello che era.
Terribile e astuto
come un serpente che agisce nell’ombra, letale come solo la lama più splendente
ed affilata poteva essere.
Ma c’era
dell’altro.
Qualcosa che
la mente del Signore Oscuro non era riuscita a comprendere.
L’immagine di
una giovane donna appariva di frequente tra i pensieri ed i sogni del ragazzo.
Una figura
opaca e sfuocata che se ne stava in disparte come un giudice pronto ad ammonire
il giovane ad ogni minimo errore.
Era quella
donna che spingeva il ragazzo, una promessa indissolubile fatta a se stesso e
che la coinvolgeva direttamente.
Tuttavia non
poteva di certo eliminare il suo servo preferito per il solo sospetto di un
presunto tradimento.
Ma la ragazza
poteva essere tranquillamente sacrificata.
La morte di
quella che poi aveva scoperto essere solo una sudicia mezzosangue affetta da
manie di grandezza, avrebbe sicuramente troncato sul nascere la smania del suo
prediletto.
Ma sbagliava,
non sapeva quanto.
Nel giorno
stabilito lo aveva portato con sé.
Una missione
come tante, gli aveva detto, il solito gruppo di auror che tentava come sempre
di creare scompiglio solo a discapito delle proprie schiere.
E Draco aveva
combattuto con il suo solito stile;
movimenti fluidi e straordinariamente rapidi, freddezza nello sguardo e
una correttezza nei confronti dell’avversario, che sembrava un paradosso vista
la sua posizione.
Queste
qualità avevano fatto di lui il seguace più temuto del Lord Oscuro.
I suoi non
erano attacchi ma veri e propri duelli all’ultimo sangue e spesso durante la
battaglia occhi nemici e alleati si fissavano su di lui con muto stupore.
Ma quel
giorno c’era qualcosa che non andava.
Se ne
accorsero i mangiamorte, se ne accorse anche il signore oscuro.
D’improvviso
Draco sembrava essere diventato inquieto, perso con la mente in luoghi che forse
neanche esistevano. Attaccava solo se gli si presentava un intralcio davanti e
si aggirava per il campo di battaglia come un rapace in cerca della sua preda.
“Questi non sono i soliti auror”
No, non lo
erano.
La ferrea
disciplina con la quale combattevano e lo strano simbolo che sfoggiavano sul
mantello avrebbero dovuto farglielo capire sin dall’inizio.
Lo squadrone
speciale guidato ed addestrato direttamente dal capo degli Auror.
Ed il capo
degli Auror era Hermione Granger.
“So much hurt,
So much pain
Takes a while
To regain
What is lost inside
And I hope that in time,
You'll be out of my mind
And I'll be over you
But now I'm
So confused,
My heart's bruised
Was I ever loved by you?”
-Out
of reach, Gabrielle-
Continua….
Per qualsiasi
commento, critica o insulto sapete dove trovarmi.
Alla
prossima!
ZAITU (^_^)