Il lungo inverno

di Rick Cave
(/viewuser.php?uid=123785)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Nevica. Nevica da tre giorni e a Lucia non importa. Non importa se sia neve o coriandoli, panna o zucchero. Le piace. E lo sa, senza capirne il perché. Riesce a vederlo senza sforzo, senza difficoltà alcuna: il bianco del nevischio come base per i colori del fantastico. Distende l’infantile immaginazione che il tempo ancora le concede sul foglio vergine che la terra ha creato per lei. Giravolte di rosso, capriole di verde e saette di giallo, niente le sfugge e nessuno la ostacola in quella che sembra la genesi del capolavoro dei capolavori. Chissà se anche Lui, in una mattina di Dicembre, si è trovato di fronte uno spettacolo simile e, nell’impeto e nella gioia, mescolando e spostando, altro risultato non ebbe che un minuscolo soffio di Vita. Lei, ignara del risultato, smonta e aggiusta, affianca e ribalta, sensazioni e immagini in una giravolta di meravigliose impressioni e mirabolanti esperienze. Forse anche Lui, capace di tutto il possibile, stupito, straniato, non seppe spiegarsi il perché. Lei intanto, con la sicurezza dell’alba che succede il tramonto, si sbriga ad assemblare il tutto come in un regalo, un dono per sé. E come in uno strano romanzo, l’autore è l’ultimo a capire, il primo a non capacitarsi del finale, a non rendersi conto di come abbia fatto. Lucia accoglie il presente così come se l’è creato, lo svela e assapora. Non sa il perché, ma le piace. Magari è capitato anche a Lui di perdersi in una lunga distesa ghiacciata e accogliente, brulla e affascinate. Forse anche Lui ha gustato il lungo inverno della fantasia.
 
03/02/2012




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=944592