Era inutile
fingere. Lo desiderava, follemente. Al punto di
perdere la testa, al punto di perdere se stessa.
Stringeva tra
le mani una tazza di the bollente. Dinanzi,
una finestra sul mondo. Una finestra su quella vita a cui non riusciva
a
rapportarsi.
Piccoli fiocchi
danzavano nell’aria. Ne sentiva il profumo,
della neve.
Posò
la tazza su un piccolo comodino che l’affiancava, non
preoccupandosi della macchia che avrebbero lasciato sul legno quelle
piccole
gocce di liquido dorato che lentamente scivolavano lungo il dorso della
tazza.
Accostò
delicatamente le sottili dita al legno finemente
decorato della finestra. Poi con premura scostò la tenda,
fece ancora scorrere
le dita sul legno sino a raggiungere la maniglia dorata. La
ruotò. Una folata
di vento freddo l’avvolse assieme a quel meraviglioso profumo.
Nevicava.
Un sorriso
timido le si posò sulle labbra mentre una lacrima
scorreva sul suo volto.
Finalmente
nevicava. Dopo un’infinità di tempo era riuscita
a non sentirsi sola e le era bastato solo quel vento gelido sulle
guance, la
visione di quei fiocchi che danzavano nell’aria.
Era certa che
la neve si sarebbe posata, l’avrebbe fatto.
Quel delicato manto di neve candida avrebbe cancellato, seppur
momentaneamente
le sue ferite. Le avrebbe nascoste ai suoi occhi e forse anche agli
occhi di
quelli che la circondavano. Poi, lentamente, quando la neve avrebbe
iniziato a
sciogliersi si sarebbe affacciate nuovamente. Sarebbero tornate ad
esser
visibili, a far male.
Lasciò
aperta la finestra e tornò ad accomodarsi sulla sua
vecchia poltrona di pelle. L’aria fredda premeva ancora sulla
sua pelle,
chiudendo i pori che il caldo vapore della tazza schiudeva.
Sentiva il suo
cuore battere lentamente, quasi a ritmo dei
movimenti sincronizzati dei fiocchi che poco distanti da lei vedeva
roteare.
Sorrise ancora,
portando alla bocca la tazza di the ormai
freddo. Lasciò che qualche goccia bagnasse le sue labbra.
Chiuse gli
occhi. Era tempo che la neve si posasse. Era
tempo di dimenticare, per ora.
|