giorni d'estate
Giorni d'estate
Tutti i grandi sono stati bambini una volta
Ian Maayrkas - Sapore di mela
In estate, Ian doveva sempre studiare qualcosa: non
perché non si applicasse durante l'anno, ma
perché
invariabilmente, alla fine di agosto, si accorgeva di aver quasi del
tutto dimenticato ciò che sapeva. Le sue vacanze finivano
così in pomeriggi torridi, chino sui libri, cercando di
fissare
gli argomenti una volta per tutte.
Sua madre, preoccupata, lo esortava a riposarsi, portandogli sempre
piatti di mele, le prime della stagione. Ian masticava piano,
continuando a studiare: sapeva che, tornato a scuola, tutti i suoi
quaderni avrebbero avuto sapore di mela - così come i
ricordi,
che non se ne sarebbero più andati.
Isabeau de
Montmayeur - La vera bellezza
In estate, i capelli di Isabeau ricevevano lodi maggiori,
perché schiariti dal sole.
Al dorato Isabeau associava la bellezza: non per i suoi capelli,
ma perché il sole estivo illuminava ogni cosa, e tutto
diventava
più brillante. Era quella, la vera bellezza: colori, suoni,
profumi, la vita che esplodeva ovunque. La bellezza non era fatta di
boccoli biondi e lineamenti leggiadri: era come una musica, leggera,
nel cuore.
A occhi chiusi, Isabeau ascoltava. Il canto degli uccelli, il frinire
dei grilli, il soffio del vento, e una musica leggera, in lei - avrebbe
voluto che anche gli altri potessero sentirla.
Henri de Grandpré - Oltre il velo
In estate, Henri vedeva le sue sorelle ripararsi il viso con veli
leggeri; in quei momenti desiderava essere nato donna, come loro.
Subito, si vergognava del suo pensiero: un uomo è sempre
necessario, per mandare avanti il casato.
Tanta poca considerazione verso le donne, però, lo
intristiva:
erano diverse, certo, ma non per questo peggiori degli uomini, che le
reputavano creature insidiose. Il loro mondo, riparato da un velo, era
strano e misterioso. Apparenza, Henri lo sapeva: tutti, non solo le
donne, avevano un mondo interiore, velato, bello o brutto - squarciare
il velo, vedere oltre, era il suo obiettivo.
Ty Hamilton - Pedalando
In estate, Ty e suo padre prendevano le biciclette; pedalando, suo
padre raccontava dei suoi viaggi. Ty lo ascoltava con ammirazione e
invidia insieme, fantasticando su quando anche lui avrebbe girato il
mondo: anche la Francia, la terra delle
origini.
Naturalmente, quei sogni avrebbero dovuto aspettare parecchio: sua
madre era una donna ansiosa, lo sgridava anche se rincasava poco
più tardi, figuriamoci se le avesse confessato le sue
aspirazioni vagabonde.
Comunque, non aveva così fretta: era felice, con in testa la
voce di suo padre e il cigolio delle ruote che giravano, giravano - e
chissà dove lo avrebbero portato.
Brianna Foxworth - Stelle
immobili
In estate, Brianna contemplava il tramonto. Lo vedeva di sfuggita, in
realtà, perché viaggiava tutto il giorno col
padre,
cercando riparo quando calava la sera; tuttavia, si incantava sempre,
alla vista del tramonto, scatenando i rimbrotti affettuosi e
lievemente preoccupati del genitore.
Le persone tristi amano i tramonti, le ripeteva, sei forse triste? A
volte sì: non che non amasse suo padre, ma desiderava tanto
una vita stabile, tranquilla, e una grande famiglia.
Per questo, dopo il tramonto, scrutava il cielo, sperando di vedere una
stella cadere: avrebbe realizzato il suo sogno.
Ma le stelle, belle e distanti, rimanevano ferme.
Etienne de Sancerre - Il
colore della vittoria
In estate, Etienne andava a caccia con suo padre, e, dopo, andavano
tutti a festeggiare: in quelle occasioni, suo padre lo portava in
qualche locanda: il modo migliore, secondo lui, per conoscere un feudo.
Etienne era a suo agio, nella confusione allegra della locanda; qualche
volta,
suo padre gli passava del vino rosso, e lui si sentiva importante.
Il rosso era un bel colore: come il nastro donatogli dalla madre come
buon auspicio, come i prati fioriti in cui lottava per gioco con i suoi
cugini, come quel vino tanto faticato - il colore della vittoria.
Gli avrebbe portato fortuna.
Donna Barrat - La vie en
rose
In estate, Donna visitava la nonna, in un paesino del nord molto
piovoso, senza molti suoi coetanei; finiva quindi per vagare annoiata
per casa.
La nonna, allora, insisteva per tirarle su il morale, preparando il
tè; mentre bevevano, canticchiava allegramente La vie en rose.
Poi, dopo uno sguardo alla pioggia scrosciante all'esterno e ai suoi
occhi tristi, si offriva di insegnarle a riparare ombrelli; lavorando
insieme, Donna la osservava affascinata, dimenticando completamente la
noia e la tristezza.
Da sua nonna, alla fine, aveva imparato tre cose: il francese, l'arte
di riparare ombrelli e il vedere sempre la vie en rose.
Daniel Freeland - Nel vento
In estate, Daniel e suo padre andavano al poligono, per tirare con
l'arco. Era stato John a insegnare la tecnica al figlio, e Daniel amava
la sensazione che dava stringere un arco e incoccare una freccia, e
sapere che dipendeva da lui, la direzione che questa avrebbe preso.
Se fosse stato maldestro, l'avrebbe mandata fuori strada, e suo padre
avrebbe storto il naso; oppure, la freccia tirata bene poteva venire
deviata dal vento: allora, non c'era nulla da fare.
D'altronde, pensava Daniel, anche le persone erano così: in
balia delle correnti, senza un percorso preciso, frecce vaganti,
disperse, nel vento.
Geoffrey Martewall - La
memoria dell'acqua
In estate, Geoffrey e i suoi fratelli correvano al mare, e passavano
nuotando gran parte del giorno. Geoffrey usciva dall'acqua per ultimo:
una volta fuori, infatti, sarebbe dovuto tornare ad allenarsi,
approfittando della bella giornata. Geoffrey amava la scherma, vi era
portato; tuttavia, in acqua percepiva la carezza rassicurante delle
onde, e udiva, attutite, le voci dei fratelli, che lo incitavano a
raggiungerli, ridendo; riemerso, veniva investito dai loro schizzi
giocosi.
Rientrava al castello felice, ma con un vago malessere: si chiedeva se,
nel gelo invernale, l'acqua avrebbe conservato memoria di quelle risa,
di quei giochi, di quei giorni d'estate.
Note
Questa storia nasce come
regalo di compleanno per akuby_ge: auguri, sorella, sei sempre
più vecchia!
L'estate della vita, in
teoria, è la giovinezza; per esigenze di trama, qui
è l'infanzia.Tutte le drabble sono di 100 parole precise, il
che, ammetto, mi riempie di orgoglio; sono nove, ovvero 3x3, il numero
perfetto!^^ Mi dispiace solo non aver scritto di Ponthieu (solo che non
lo immagino proprio, bambino).
Non c'è molto
da aggiungere, se non:
1) Le mele di Ian, ad
agosto, erano probabilmente asprissime.
2) Isabeau, nelle mie
mani, diventa una specie di filosofa.
3) Henri, con nove
sorelle, dev'essere femminista per forza. Lo pretendo.
4) Vorrei tanto vivere
in Canada e pedalare amenamente, senza rischiare di venire arrotata.
5) Con Brianna sono
stata perfida. Che le persone tristi amino i tramonti lo dice
Saint-Exupéry, nel "Piccolo Principe"; sua è
anche la celeberrima frase "Tutti i grandi sono stati bambini una volta".
6) Etienne
bambino doveva essere un amore.
7) Checché ne
dica Donna, riparare ombrelli è un lavoro noiosissimo.
8) Nelle mie mani,
persino Daniel diventa un filosofo.
9) Sono stata perfida
anche con Geoffrey - dire che è fra i miei personaggi
preferiti.
Vi ho annoiati
abbastanza.^^
A presto, e recensite
numerosi!
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