Finalmente ho
ripreso questa storia! Lo so, è passato davvero tantissimo
tempo, confido come sempre nella vostra clemenza!
Qui il racconto prende una svolta, spero inaspettata...d'ora
in poi succeranno tante cose!
Ringrazio tutti coloro che in questi mesi hanno continuato a
leggere, quelli che hanno messo la storia tra le preferite (bulmettina, Court, Lauracullen, Nickoku) o le
seguite (EffieSamadhi,
Elelovett, Ilaja, moon queen, paperella96) e chi ha
lasciato commenti in passato, tra cui l'immancabile stellysisley.
Buona lettura!
Capitolo 9: Il libro stregato
C’era
un tetro odore di zolfo e di bruciato attorno la montagna che per
qualche anno era stata il suo rifugio segreto. L’incendio si
era ormai spento ma aveva lasciato segni profondi nella natura desolata
e sofferente di quella vallata deserta.
Jean Bob si svegliò di soprassalto quando una delle ruote
del carretto prese una fossa, e gli parve di piombare in un incubo: la
tiepida luce dell’aurora gettava lunghe e spettrali ombre di
alberi bruciacchiati coi rami bitorzoluti e una leggera nebbiolina
aleggiava sull’erba scura.
Clavius saltò giù dal carretto: - Fallo scendere
– sbraitò all’indirizzo di Smemorato che
si affrettò a strattonare con forza l’ostaggio per
la corda che gli legava i polsi, facendolo ruzzolare per terra e poi
scusandosi premurosamente della sua maldestria e aiutandolo a mettersi
in piedi.
Lo stregone, nonostante quel trambusto, neppure si voltò.
Aveva iniziato a percuotere con il bastone i tronchi degli alberi,
quasi indistinguibili tra loro dopo l’eruzione che li aveva
in gran parte inceneriti, finché ne scovò uno che
risuonava come cavo: - Eccolo! – gioì con un
gridolino e, facendo leva con la punta del legno dentro una piccola
fessura orizzontale che tagliava quasi a metà il fusto di
quella quercia, dopo alcuni tentativi, riuscì ad aprire una
sorta di cassettino incassato nell’albero.
Jean Bob e Smemorato erano increduli: all’interno di quel
tronco il mago aveva nascosto un libro dalla copertina rosso fuoco,
decorato con l’emblema di un teschio, a rilievo insieme ad
altre mostruose figure di rettili e diavoli: - Finalmente! Il libro
stregato! Questo compenserà la perdita delle arti proibite
… Per ora – ridacchiò perfidamente
stringendoselo al petto.
Poi, appoggiando la schiena al fianco del carretto, aprì il
volume, sfogliando freneticamente le grandi pagine costellate di
scritte colorate e simboli indecifrabili.
Dopo qualche secondo si fermò su una pagina in particolare,
leggendo più volte il testo in mente, quindi lo
scandì ad alta voce:
- Malorum Rex invoco te, servum meum faciat istum –
iniziò pronunciando di seguito la stessa frase in altre
lingue oscure e fissando intensamente negli occhi Jean Bob, al quale
parve che le iridi dello stregone si accendessero di lampi verdi e
rossi mentre ripeteva quegli arcani riti.
Clavius gli si avvicinò sempre più, agitando le
dita e sibilando ancora con la voce incrinata dalla collera e
dall’impazienza le formule stregate.
- Credo che tu sia troppo vecchio per questi trucchi, mon ami
– lo derise Jean Bob, ma proprio in quell’istante
un raggio di luce scarlatta uscì dal libro stregato e, in
mezzo ad una nube nera, si materializzò una figura demoniaca
dalla consistenza impalpabile, che sembrava galleggiare
nell’aria.
Smemorato e Jean Bob urlarono di paura abbracciandosi istintivamente,
senza riuscire a muovere un muscolo, il mago intanto si
prostrò umilmente ai piedi del diabolico spettro.
L’aiutante e l’ostaggio non capirono neanche una
parola di quel dialogo tra i due malvagi, ma quando il demone venne
risucchiato dal libro si tranquillizzarono un po’.
- P … padrone … chi era quello? –
balbettò Smemorato, battendo i denti.
- Il mio angioletto custode, Abraxas – affermò
Clavius, sarcastico e stizzito. Aveva ancora quella validissima carta
da giocare per vendicarsi di Derek.
Ringraziò la sua lungimiranza per avere nascosto quel
prezioso manoscritto fuori dalla caverna.
Di scatto si gettò contro Jean Bob e strinse le dita attorno
al suo collo: - E se adesso non farai quello che ti dirò,
userò te per il sacrificio umano che mi ha richiesto.
- Sacrifiscio! – deglutì l’ex ranocchio
– Ne possiamo parlare, un momento, monsieur?
Il mago ghignò: - Nessuno fa nulla per nulla, lo so.
Perciò aiutami a scoprire dove si nascondono le arti
proibite e ti farò restare per sempre un uomo.
Jean Bob lo guardava contrariato, ma sentiva di non avere molte
alternative.
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