Resti solo tu papà

di Leo
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“Caro Janus Valker

Sono colui che tu hai sempre, per qualche assurda ragione, voluto uccidere. Sono Rat-Man! Come ho fatto a sapere il tuo indirizzo? Facile…non lo so! Qualcuno ha voluto così. A volte essere dei fumetti ha i suoi pregi. Altro che pagine gialle.

Non ho mai saputo il mio vero nome Janus…per tutti io sono solo il magnifico Rat-Man…per molti altri solo Rat-Man…altri non sanno nemmeno chi sono…ma qualcuno mi ha detto che tu potresti rispondere alla mia domanda…lo stesso che mi ha detto il tuo indirizzo…chi sono io?

Allora Janus? Ti stai chiedendo perché dovresti saperlo? È ovvio…tu mi hai creato! Tu creasti il Rat-Boy! La seconda squadra segreta! Ecco perché tu sai. Ho passato la mia vita senza nessuno, dimenticando il mio passato e vivendo ignaro di quello che ero…beh, proprio solo no! C’è sempre Piccettino! Peccato per il suo occhio…nessuno mi aveva detto che non era lavabile a quel negozio di pupazzi. Ho sempre aiutato gli altri senza un perché…mi sono sempre reputato un supereroe, anche se non possiedo superpoteri. Non so volare…non possiedo forza sovrumana…e non sono veloce…anche se ho un potere che mi contraddistingue dalle altre persone: vedo attraverso gli oggetti…ad esempio i vetri…e piano piano, vivendo la mia vita ho cominciato a scoprire i particolari della mia vita…quella che tu mi hai nascosto!

Pensi che non sappia del virus per la modificazione della memoria che mi hai iniettato prima della mia fuga dalla città molto grande? Io so tutto! E questo fa paura anche a me…ma so tutto! So dei tuoi progetti per la seconda squadra segreta, so del tuo rapporto con l’ombra, so che tu per un breve periodo mi hai considerato come un figlio…tu eri mio padre! E so come si usa la carta igienica! So tutto!

Allora perché?! Perché provi a uccidermi?! Che ti hanno fatto i supereroi?! So anche questo…i supereroi non ti hanno fatto niente…e non è l’ombra a chiederti di ucciderli…Anche la tua memoria è stata modificata…e da allora credi che i tuoi nemici naturali sono i supereroi…ecco perché hai ucciso il mio maestro…l’ultimo elemento della squadra segreta…quella vera…il pipistrello! Ma anche se è riuscito a resistere alla Bomba termica che uccise tutti gli altri, nulla ha potuto contro la furia del guardiano! Il mostro che l’ha ucciso! Quello che hai creato tu! E che ha provato a uccidere anche me, in quanto programmato per uccidere qualunque supereroe…

Perché Rat-Man è sparito? Cosa dovevo fare per sfuggire a quel mostro secondo te? Contro il mostro che ha ucciso persino il pipistrello? Dovevo rinunciare alla mia identità! Dovevo smettere di essere un supereroe! Dovevo rinunciare a Rat-Man! E così è stato, togliendo alla polizia il mio prezioso aiuto…e da allora la criminalità è calata del 60%!

Ma la cosa più grave è che io per colpa tua non sono più nessuno! Non esiste più né Rat-Man, né Marvelmouse, è Rat-Boy…e quando Brakko mi ha chiesto: ‘come ti devo chiamare d’ora in poi?’…io non avevo nulla da rispondere…a parte…‘facciamo che ti chiamo io!’. Troppo ottimista…non ho più neanche i soldi nel cellulare…

E ora, che anche Piccettino è scappato di casa, resti solo tu, e Cinzia, il transessuale platinato che cerca di farmi suo…resti solo tu, ho bisogno di trovarti…di ricreare la nostra famiglia…quello strano legame che si era instaurato tra noi due…papà…

Ti prego…rispondimi se puoi…

Ra…ehm…X…”

Valker alzò gli occhi dal foglio. Non aveva un’espressione. Non ne aveva mai avuta una. Si sedette a tavolino con un foglio in mano. Si guardò attorno per cercare una penna. Si girò verso il suo assistente. “Jorgesson! Hai una penna?”. “No…non ne compro da quando hanno inventato internet…”. Ci fu un momento di silenzio. Poi Janus guardò nuovamente il suo assistente. “Jorgesson, allunga il braccio!”. Il suo assistente, fedele, allungò la mano verso il suo padr…datore di lavoro. Valker prese uno spillo e bucò il dito del suo assistente. E cominciò a scrivere.

“Io non ho mai perso la memoria! Mio caro Deboroh!”. Aggiunse indirizzo e destinatario. Poi cominciò a sogghignare. E il suo ghigno si tramutò in una leggera risatina. Per poi tramutarsi in una risata malefica. E continuò a ridere per mezz’ora. “Avverto il ristorante che farete tardi?”. “Grazie Jorgesson!”. E continuò a ridere mentre Jorgesson si dirigeva al ristorante.





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