Con
la neve fra le dita
-Atto Unico-
«Perché
ti
piace così tanto la neve, Draco?».
Aveva sorriso, il naso rosso e i capelli ricci –
un rifugio accogliente, solo ad accarezzarli con
lo sguardo si sentiva un po' meno solo – nascosti
sotto un berretto di lana blu. «Mi ricorda te».
Gli aveva donato uno sfioramento di labbra
leggero, unico nella sua dolcezza.
- VVV
Hermione se n'era andata
senza proferir parola,
fedele al silenzio rassegnato con cui aveva con-
diviso la sua malattia atroce.
Non un fiato, un gemito.
Era stato un semplice fermarsi del cuore, troppo
debole – traboccava d'amore, d'amore per
lui –
per sopportare oltre gli effetti di una maledizione
ricevuta in quella che sembrava un'altra vita.
Quando era giunto il momento aveva un sorriso
beato sul volto, quasi un monumento della vita
felice, serena e sopratutto brevissima che aveva
vissuto. Lei era fatta così.
A soli venticinque an-
ni si era strappata l'anima dal petto –
va bene co-
sì, Draco – e l'aveva lasciato lì, in
balia dei ricor-
di. C'era un che di paradossale nel modo in cui la
sua morte – molto più che la sua piena, gioiosa
esistenza – aveva avvicinato, legato
indissolubil-
mente i due mondi di cui faceva parte; solo il
dolore – quello secco, che ti
scava il cuore
– ha
la capacità di unire le persone: i suoi genitori,
Babbani e fieri di esserlo, i suoi amici, paladini
della giustizia – e, più recentemente,
dell'ipocri-
sia – e il suo fidanzato, amore
così completo da
risultare innaturale, sbagliato. Proprio colui che
l'aveva odiata con tutte le sue forze –
intensamen-
te, follemente –, in ogni sguardo e in ogni
respiro,
soffriva più di chiunque altro. Non aveva più senso
celare i suoi sentimenti – credeva di
possedere una
corazza, un porto sicuro in cui approdare ogni
qualvolta lo avesse ritenuto necessario. Troppo tar-
di aveva capito che era solo quando si nascondeva
dentro l'anima di Hermione che nessuno poteva far-
gli del male.
Era lei la corazza.
Draco versava lacrime amare e annegava nel ricor-
do di lei. Lei, che portava in grembo il frutto del loro
amore e non aveva avuto il tempo – il coraggio? – di
confessarglielo, che aveva preso tempo.
Poi, tempo non ce n'era stato più.
VVV
«Cosa le hai fatto,
bastardo?».
A parlare era stato il suo amore di gioventù,
fugace e doloroso. Aveva lasciato che Ronald lo
picchiasse, gli spaccasse le labbra – labbra inutili, ora che non pote-
vano più baciare la pelle di Hermione – e, quando
infine perse i sensi, si sentì invadere da un'assoluta
sensazione di pace. Passò qualche minuto come sos-
peso, tra il mondo e il cielo – sulle nuvole.
Tic tac, tic tac.
Passava un minuto e lei era sempre più pallida.
Tic tac, tic tac.
Ne passava un altro e la sua bocca era sempre più fredda,
violacea.
Tic tac, tic tac.
Un altro ancora e la vita sembrava abbandonare anche lui – troppo intento a patire – sempre più.
VVV
Il funzionario delle
pompe funebri gli aveva chiesto dove volesse
seppellire Hermione. Lui gli avrebbe volentieri
risposto che poteva metterla dentro di lui, nel buco
che la disperazione gli aveva scavato addos-
so. Limitò a sé stesso questo pensiero.
«Non ho l'autorità per decidere», proferì.
Chiuse un attimo gli occhi, cercò un ricordo e vi si
ag-
grappò per non cadere.
«A dire il vero mi risulta che lei e la signorina
Granger foste legalmente marito e moglie».
Inaspettatamente si sentì un po' più leggero.
Quel matrimonio goffo e veloce che avevano celebrato
nei sobborghi di una piccola cittadina babbana
dopotutto era valido.
Un altro dei
segreti di Hermione.
Si chiese perché mentire, tenergli nascosta una cosa
del genere. Che senso aveva
avuto amarla tanto, se lei non ci aveva creduto
pienamente?
Recuperò la lucidità e la forza di
parlare.
«Potrà sembrarle inusuale, ma vorrei che fosse
cremata e che ognuno di noi avesse una parte di lei».
Era l'ennesimo sacrificio che metteva in atto da
quando lei non c'era più – non è vero,
Draco, vivrà sempre dentro di te – e il suo
cuore iniziava a sentirsi sempre più un altare, ma
nel profondo sapeva che era giusto così. Hermione l'avrebbe
apprezzato, ovunque si trovasse nell'Universo
infinito.
VVV
Per volere del
Ministro della Magia, amico e mentore della
donna, una piccola rosa era stata posata sulla
sommità della fontana che troneggiava
nell'ingresso del Ministero.
Hermione
Granger: figlia,
amica,
moglie e madre, erano state le
uniche parole che Draco aveva fatto incidere.
Era un ornamento semplice, quasi invisibile se
non si guardava attentamente. Era l'esatto
compen-
dio di ciò che lei era sempre stata; una stella
piccola, lontana e al contempo più luminosa di
tutte le altre.
Hermione Granger se n'era andata senza proferir
paro-
la, lasciandolo solo, ma lui non riusciva a
smettere di amarla ogni giorni di più.
Molti giurarono di vedere ogni inverno, per
sessant'anni a partire da quel giorno, un uomo
vecchio e austero sostare lì per ore e piangere
–
neve sciolta fra le dita bianchissime.
VVV
«Perché ti
piace così tanto la neve, Draco?»
«Perché mi
ricorda te».
|