La caduta sembrò durare in eterno.
Attorno a lui c'era il nulla, non provava nessuna sensazione, la sua
grazia non reagiva alla presenza di altri esseri. Sembrava fosse
destinato al nulla assoluto.
Poi arrivò lo schianto, forte e
distruttivo. Non aveva sentito un dolore fisico, ma le sue ali e la
sua grazia ne erano rimaste danneggiate. La sua luce si stava
affievolendo.
Per qualche attimo rimase lì immobile
senza capire, poi arrivò la comprensione.
Era caduto, il principe degli arcangeli
era caduto. Una cosa che non accade tutti i giorni.
Una forte disperazione si impossessò
di lui, aveva perso tutto, l'amore e la stima del padre, il suo posto
in paradiso, la sua casa, i suoi fratelli. La sua grazia, o quello
che ne rimaneva, sembrò tingersi di nero per un millesimo di
secondo. Le sue ali invece cominciarono a colorarsi di nero e le
soffici piume diventarono una membrana simile a quelle delle ali di
un drago. Poco in lui rimaneva dell'arcangelo che era stato.
Si rialzò a fatica dal terreno e e
mettendosi in ginocchio si guardò in giro. Quello che si presentava
davanti ai suoi occhi non era altro che nuda pietra. Si trovava in un
lungo tunnel che si sviluppava verso l'alto. Non c'era via d'uscita,
era in trappola.
Lentamente girò lo sguardo e quello
che vide fu una figura alta, in piedi appoggiata alla parete opposta
rispetto a lui. Lucifer.
I loro occhi si incontrarono per un
lungo istante e qualcosa accadde.
Tutta la disperazione che Micheal
sentiva dentro di sé sembrò affievolirsi un poco. Non era da solo.
Rimase a fissare il fratello per quella
che sembrò un'eternità poi facendosi forza sulle braccia si alzò.
“Benvenuto nella mia casa fratellone.
Mi scuso per il disordine, ma sai quando la lasci disabitata per
molto tempo, diventa un INFERNO”
“Come hai potuto Lucifer trascinarmi
quaggiù con te?”
“Beh sai volevo un po' di compagnia.
Stare millenni da soli non fa bene a nessuno”
“Era questa la tua punizione, stare
rinchiuso qui da solo a scontare i tuoi peccati”
“I miei peccati?! Quali sarebbero i
miei peccati? Sentiamo” chiese Lucifer avvicinandosi, la voce resa
dura dalla rabbia.
“Dimmelo Micheal! Quali sono?
Superbia? Perché mi credo superiore a nostro Padre? Se fosse così
non sarei qui con te a fare questa conversazione” ad ogni parola si
faceva sempre più vicino. “Ho amato nostro Padre, sopra ogni altra
cosa. Ma credo che il mio unico peccato è stato di amare allo stesso
modo anche qualcun altro”
L'aveva raggiunto e ormai pochi
centimetri li separavano. Posò le mani sulle braccia dell'ormai ex
Arcangelo e strinse leggermente.
“E' un peccato molto grave lo sai? Ma
non solo quello, molti peccati hai commesso e non ti sono stati
perdonati”
“Nostro padre perdona sempre, ci
vogliono millenni, ma lo fa. Il motivo per cui sono qui, per cui
entrambi siamo qui: è che non sono stato il solo a peccare” i suoi
occhi ancora una volta incontrarono quelli di Micheal e si fusero
insieme creando nuovamente quel legame profondo e indissolubile che
li univa.
Ma presto il maggiore distolse lo
sguardo. “Non dire sciocchezze non è vero. Non è successo niente”
“Non mentire Micheal, quello che
c'era tra di noi non si poteva nascondere. Per questo nostro Padre,
mi ha cacciato dal cielo, non poteva certo cacciare il suo figlio
prediletto. No, nessuno tocca Mikey. Quello che è stato punito
invece sono io. L'unica mia colpa quella di amarti. Dimmi Micheal ti
sembra giusto?”
Il maggiore sentiva dentro di sé un
forte dolore. Quello che Lucifer diceva non era vero, non poteva
essere vero. Lui non lo amava non lo aveva mai amato.
Si dimenò con forza, ma la presa del
fratello non cedette. “Tu menti non è vero. Non è mai stato così.
Dici solo bugie, menzogne. Tra noi due non c'è stato altro che il
semplice legame tra due fratelli”
Lucifer sollevò un sopracciglio “Poi
sono io l'ipocrita. Non puoi mentire Micheal. Forse può mentire là
fuori con i nostri fratelli, con quelle scimmie senza pelo, ma non
qui. Non quando l'unica compagnia che hai è te stesso. Non puoi
mentire a te stesso. Tu mi ami”
“NO!” urlò l'altro dimenandosi con
tutte le sue forze, ma nonostante la sua voce negasse i suoi occhi
continuavano ad esprimere seppur in profondità i suoi veri
sentimenti. Quelli che da millenni aveva rinchiuso nel suo cuore.
Lucifer aveva ragione non poteva mentire a se stesso. Poteva negare
quanto voleva ma nonostante la rabbia. Quando si era risvegliato in
quella gabbia e la prima cosa che aveva visto era stata Lucifer, il
suo cuore aveva avuto un sussulto e un calore era nato nel suo petto.
Era in trappola, ma con l'unica persona con cui avrebbe voluto
trovarsi in quella situazione.
Lucifer vide la consapevolezza tornare
negli occhi del maggiore e sorrise. Con un leggero movimento lo
strinse a sé e sentì il corpo dell'altro rilassarsi contro il suo.
Erano di nuovo insieme, e così sarebbe stato per l'eternità.
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