boh
Dunque...
piccola-grande
introduzione...
Ho scoperto che se non
scrivo un minimo al giorno non vivo bene.
Questo perchè scrivendo
riesco
a tirarmi fuori dalla mia vita che, per tanti e tanti motivi, non
è esattamente il massimo... Quindi questo non è altro che
uno dei miei ennesimi scapocciamenti, ve lo dico, così non vi
aspettate altro.
Premessa
1:
Questa storia è molto
"alla bell'e meglio".
Non ha pretese, affatto.
Non è
come She walks in beauty, a cui mi ero affezionata ancor prima di
cominciare a scrivere, e di certo non è la ff su cui punterei
per dire "Ah! Questa sarà un capolavoro!".
No, proprio no.
E' una storia che decido
di postare anzichè tenere nel pc così inutilmente.
Premessa
2:
Non sarà
aggiornata ai ritmi di She walks in beauty... nope...
Premessa
3:
Penserete "Ma questa è
scema! C'ha altre due storie in corso!".
Si, avete ragione, ma
prometto che
non le abbandonerò. Mai mai mai abbandonare una storia, è
un po' come abbandonare un cane... MAI abbandonare le storie, prendete
nota.
Premessa
4:
Si lo so, l'ho già
detto, ma
non aspettatevi proprio niente. Io comunque butto lì questo
capitoletto e poi se piacerà si vedrà...
Un abbraccio
Northstar
ps: quando comincerò a
rompervi le scatole con tutte ste ff (e badate che sono seria, non sono
in cerca di commenti adulatori testimone ValeLenee), fatelo
semplicemente presente e vi lascerò in pace...
per un po'.
:)
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"Come hai potuto essere così stupida, Santana..." sbuffò
Quinn frugando fra i suoi fogli.
"Ricordami ancora perchè sono qui?"
rispose la mora limandosi le unghie annoiata.
"Perchè hai avuto la brillante idea di salire in
macchina così ubriaca da riuscire a travolgere in retro
marcia il parco giochi di fronte al Pub di Harry..."
"Ho chiesto scusa!" sbottò la mora per poi aggiungere "Ed è stato un
incidente, succede!"
"Non è un'incidente se è la seconda volta che succede nel giro di pochi
mesi, Santana..."
"E va bene! Diciamo che è stata una coincidenza molto, molto
particolare..." esclamò la mora "Ma non ho fatto male a nessuno!"
"Ma avresti potuto!" si voltò Quinn inviperita "Non so nemmeno
perchè sono qui a difenderti! Sono uno degli avvocati più
brillanti della città e sono qui a perdere tempo con un caso
chiaramente
indifendibile! Dimmi, perchè sono qui a fare la mia figuraccia
mensile!?"
"Perchè i soldi sono sempre soldi..." sbuffò Santana.
"Lo sto facendo gratis!"
"Lo so, volevo solamente farti arrabbiare..." sorrise Santana "Lo stai
facendo perchè sei la mia migliore amica che, guarda caso,
lavora anche per la mia compagnia... E se le cose vanno bene posso
sempre portarti fuori a farci una bella bevuta al suddetto pub di
Harry..." sorrise Santana.
"Smettila. Davvero, smettila, stai solamente peggiorando la tua
posizione..." sbuffò Quinn, per poi dare una gomitata alla
migliore amica "Ecco il giudice."
"Salutalo da parte mia..."
"In piedi, Santana!" esclamò la bionda, facendo controvoglia alzare la
latina.
"Lopez... ci incontriamo di nuovo!" cominciò il giudice
mettendosi a sedere, per poi rivolgersi a Quinn con un sorriso "Fabray,
ancora
una volta a difendere la sua amica, eh?"
Quinn annuì a disagio
"Dunque... Oltre ovviamente al ritiro della patente, stavo per
rifilarti la solita, classica multa del caso... Ma
raramente mi capita di dover giudicare una persona per lo stesso reato,
per la seconda volta e per di più nel giro di sei mesi..."
sorrise l'uomo "Perchè sai,
quando si tratta di questi piccoli reati
la base è la stessa
che si usa con i bambini..."
Santana lo guardo confuso, corrugando le sopracciglia.
"Se scrivi ancora sul
muro papà si arrabbia..." disse l'uomo
divertito "Ma con te questa strategia sembra non funzionare...
Quindi ho deciso per una punizione alternativa che possa... come
dire... farti passare la voglia di fare la bambina cattiva..."
"Servizio pubblico..." bisbigliò Quinn, conoscendo l'uomo.
"Cosa?! No, no, no..." cominciò la latina.
"Vedrai." sorrise la bionda.
"Fa che non sia servizio pubblico, fa che non sia servizio pubblico...
ti prego..." sussurrò Santana chiudendo gli occhi.
"Credo che sessanta ore di servizio pubblico faranno al caso nostro..."
sorrise l'uomo.
"SESSANTA!?" esclamò la mora scioccata, per poi aggraparsi al braccio
della migliore amica e supplicare "Fa qualcosa Q!"
"Non posso fare nulla a questo punto, è la sentenza ultima del
giudice..." sussurrò Quinn.
"Signor giudice..." cominciò Santana sforzandosi di leggere il nome
dell'uomo ed esclamare col suo sorriso
più convincente "Signor Harris!"
"Si, signora Lopez. Mi dica pure."
"Non voglio certo dirle come fare il suo mestiere, che tra l'altro
svolge egregiamente" disse la mora sporgendosi in avanti fino
a
poggiare gli avambracci sul bancone dell'uomo, tentando di mostrare
quanta più scollatura potesse "...ma non crede sarebbe
forse più
indicato fammi versare un po' di grana nelle casse
della comunità?! Avanti... i soldi fanno sempre
comodo... magari riusciamo a dare una mano a tutti quei senza tetto
accampati per la città..."
"Signora Lopez... Ci sono due cose che deve sapere." cominciò l'uomo
"La prima è
che sono gay. Quindi puo' anche rificcare le gemelle al loro posto..."
"Ugh..." sbuffò Santana incrociando le braccia.
"La seconda cosa è che so benissimo chi è lei." sorrise
l'uomo "A ventisette anni
lei è l'amministratrice unica del marchio "Breadstix"... I
soldi
non sono esattamente un problema per lei... A proposito se non
erro presto aprirà anche sotto casa mia?"
"Dove vive?" chiese Santana annoiata.
"Bedford Avenue?"
"Un paio di mesi..." rispose la ragazza velocemente.
"Oh, bene... Adoro Breadstix!" sorrise l'uomo per poi riprendere "Ad
ogni modo, stavo
sottolineando come le multe previste per il caso, anche le più
alte, per lei siano davvero irrisorie... quindi sperò di farle
cambiare idea di fronte alla minaccia di altre sessanta ore di servizio
pubblico. Tramite la signora Fabray le fornirò l'elenco di
lavori che potrà svolgere. La sentenza è definitiva. Buon
divertimento, Lopez."
"No! No! Un momento la prego!" continuò Santana cercando di
aggrapparsi a qualunque cosa, per poi esclamare "Le garantisco una
fornitura gratuita a vita di Breadstix!"
"Cosa stai facendo!? Questa si chiama corruzione!" disse Quinn
prendendo al volo il braccio dell'amica.
"Per quanto la sua offerta sia invitante, sono
costretto a declinarla... Buona giornata signore..." disse l'uomo
uscendo.
"Ma grandioso! Semplicemente grandioso!" sbottò Santana lasciandosi
cadere sulla sua sedia.
"Avanti, sono sessanta ore di servizio pubblico... sopravviverai..."
sorrise Quinn non sforzandosi nemmeno di nascondere il sorriso
divertito.
"No che non sopravviverò! Non sono in grado di andare in giro
per parchi a raccogliere fazzoletti, cartacce, bicchieri o
peggio, preservativi usati!
No! Non è quello che faccio io!"
"Non hai molta scelta..."
"Al diavolo!" esclamò Santana raccogliendo la sua borsa.
"Dove stai andando!?"
"E' arrivata l'ora di chiedere quel vecchio favore che mi deve il
senatore Lewis per avergli finanziato la campagna elettorale..."
sorrise Santana.
"Ci vediamo più tardi in ufficio?"
"No, più tardi al pub di Harry..." disse la latina prima di fiondarsi
fuori dall'aula del tribunale.
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"Stai scherzando!?" esclamò Rachel.
"No... sessanta ore tonde tonde di servizio pubblico..." sorrise Quinn.
"E non è andata fuori di testa!? Niente sedie volanti o... insulti
volanti?" chiese Puck.
"No... però è andata subito dopo a chiedere l'aiuto di un suo amico
senatore..." rispose Quinn.
"Che sciocchezza, non può fare niente per una sentenza già
pronunciata!" osservò Kurt.
"Esattamente." sorrise la bionda.
"Perchè non glielo hai detto allora?" chiese Finn pensando forse di
essersi perso qualcosa.
"Perchè..." cominciò la bionda guardando l'orologio al
suo posto, per poi indicare la porta del locale "... non volevo perdere
questo momento..."
Santana entrò evidentemente fumante nel pub, lasciandosi cadere
sulla prima sedia libera al solito tavolo occupato dagli amici.
"Non una parola." ringhiò per poi esclamare "Harry, tequila al tavolo
per favore!"
"Arriva..." rispose puntuale l'uomo conoscendo il tono della mora.
"Santana non credi che bere dopo quell-" cominciò Finn.
"Berry, metti la museruola al T-rex o finirò per cucirgli le labbra."
disse Santana massaggiandosi lentamente le tempie.
"Non è che abbia tutti i torti..." osservò la brunetta.
"Mettiamo un paio di cose in chiaro." cominciò la mora "Sono
stata condannata a sessanta ore di attivita socialmente utili,
cosa che immagino sappiate già, perchè Quinn non perde
occasione per divertirsi alle mie spalle e se te lo stai chiedendo Q,
si, con "divertirsi alle
mie spalle"
intendo anche tutte le scappatelle con Puck nel bagno del terzo piano
che sfortunatamente sembra trovarsi proprio di fianco al mio ufficio!
Ed in tal proposito complimenti Puck non pensavo che fossi ancora in
grado di farle fare quei versi!" sorrise Santana in faccia ad una
paonazza Quinn "Tutto questo per dirvi che sono molto, molto vicina ad
una crisi di nervi ed in questo momento non ho bisogno di sentire le
vostre frasette ad effetto su come stasera potrei evitare di bere, ma
di fatto ho bisogno di bere almeno quanto ho bisogno di respirare, e se
non berrò entro i prossimi sessanta secondi passerò a
sputtanare ognuno di voi compresi i non presenti.".
"Rum & Coca?" sorrise Quinn strappando il bicchiere di Puck
dalle sue mani per passarlo all'amica.
"Grazie, Q." sorrise ironicamente la mora accettando il bicchiere.
Diversi bicchieri dopo Santana ricominciò a varare tutte le possibili
scappatoie al provvedimento del giudice.
"E se non lo faccio?"
"Cosa vuol dire?" chiese Quinn confusa.
"Se non faccio nemmeno un'ora di maledetta attività utilmente
sociale!?" sbiascicò Santana.
"Socialmente utile..." la corresse Quinn.
"E' quello che ho detto!" insistette Santana "Se non lo faccio!?"
"Entro la fine della settimana devi aver svolto almeno un'ora Santana,
quindi domani vedremo di trovare l'attività che più
farà per te e vedrai di andare a passare un'ora diversa dal
solito...".
"Io non voglio farlo!"
"Dovrai, invece." rispose Quinn annoiata.
"Quali sono le opzioni?"
"Hai l'assistenza ai barboni..."
"Non ci penso proprio..." sbottò la latina.
"Il lavoro nei canili pubblici..."
"Non dirlo nemmeno per scherzo..."
"Assistenza agli anziani?"
"No."
"Mensa pubblica?"
"Nooo." sbottò Santana "Ho bisogno di un posto in cui posso
presentarmi, firmare il foglio all'entrata, nascondermi, e rifirmare
all'uscita..."
"Allora va bene una qualunque clinica di riabilitazione o simili..."
disse Quinn.
"Visto!? Non era così difficile!" disse la mora alzandosi.
"Dove stai andando?!"
"Visto che ero venuta per ubriacarmi e rimorchiare, ma di rimorchiare
non se ne parla-"
"Di certo non in questo stato..." commentò la bionda.
"Esattamente..." annuì la latina "Sto andando a casa..."
"Aspetta ti accompagnamo noi..." disse Quinn alzandosi.
"Ho chiamato un taxi... non preoccuparti mammina..." sorrise la mora.
"Riesci ad andare fuori da sola o hai bisogno di una mano?"
"Avrei davvero, davvero bisogno di una mano per andare fuori... ma
non
penso sia quello che intendi..." sorrise la latina, gettandosi sulla
porta del locale "Buonanotte..."
"A domani S." la salutò la bionda.
Il viaggio in taxi, seppur breve, era stato un incubo per Santana.
Era arrivata nel suo bell'attico praticamente correndo verso il bagno,
sperando almeno di raggiungere il lavandino se non il water.
Era quello che succedeva quasi ogni sera.
Ma una volta non era così.
Il venerdi o il sabato sera beveva un po' di più con gli amici.
Poi aveva cominciato a bere anche il lunedì perchè di martedì non aveva
mai riunioni importanti.
Poi anche il giovedì perchè il venerdì faceva solamente mezza giornata.
E ben presto si era ritrovata a bere, per lo meno a casa, tutte le sere.
"Siamo sempre e solo noi due, eh?" sbuffò la latina
gettandosi sul suo letto enorme "Chissà se un giorno
porterò qualcuno qui che sia più che una stupida scopata
eh?... Allora sai che conversazioni che ci faremo...".
Era giovane, ricca, di successo... Santana aveva proprio la vita che
tutti desideravano.
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"Buongiorno..." disse Puck poggiando un bicchiere d'acqua con un
aspirina accanto alla testa di Santana, poggiata sulla scrivania.
"Potevi sbatterlo più forte quel bicchiere, Puck..." si lamentò la
latina sollevando leggermente la testa.
"Prendi quell'aspirina e non fare troppe storie... sei intrattabile
sempre, figuriamoci con un dopo sbronza del genere..." sbuffò il
ragazzo sedendosi sul divanetto dell'ufficio.
"Cosa pensi di fare?" chiese la latina guardando l'amico.
"Quinn mi ha detto di aspettare che prendessi la tua aspirina per poi
farti scegliere in quale clinica prestare servizio..." spiegò il
ragazzo.
"Ok. Prima di tutto, togli quei piedi dal divano prima che te li tranci
di netto col tuo stesso, prezioso, taglia carte. Secondo, quale
clinica!?"
"Buon dio, Lopez... le sessanta ore di attivita socialmente utili non
comprendono ubriacarsi e rompere le scatole agli amici..."
"Oh... quello..." sussurrò Santana "Merda..."
"Già..." disse Puck sistemandosi comodamente sul divanetto "Quando
sarai pronta a scegliere fammi un fischio..."
"Vieni qui..." ordinò Santana.
"Che c'è?"
"Sono pronta a scegliere..."
"No, fai con calma! Prenditi il tuo tempo."
"Non ti lascerò fare un riposino sul mio divano, quindi alza il culo e
vieni qui." ringhiò la latina.
"Potrei quasi farti causa per mobbing..." sbuffò Puck alzandoti.
"Quello che ti pare..." disse Santana "Avanti stendi i vari fogli con
le opzioni."
Puck poggiò tutti i fogli sulla scrivania dell'amica.
"Fatto."
"Bene... ora scegliamo..." disse Santana alzando il dito indice per
fargli fare qualche giro in aria e lasciarlo cadere su uno dei fogli.
"Clinica riabilitativa S. Jackson." lesse Puck.
"Dove si trova?"
"Ad un paio di isolati da qui..." rispose il ragazzo.
"Perfetto. Avverti Quinn e chiamami un taxi per le sedici, voglio
togliermi il pensiero..." disse Santana per poi rialzare la testa e
dire "E non pensare nemmeno di ributtarti sul mio divano."
"Si, padrona..." sbuffò Puck lasciando la stanza.
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"Almeno è di bell'aspetto..." pensò Santana di fronte
alla clinica "Vediamo se
anche dentro è dello stesso livello..."
Appena entrata Santana tirò un sospiro di sollievo notando come
anche l'interno era decisamente curato e pulito e sopra ogni cosa
luminoso.
"Posso aiutarla?" chiese un uomo in divisa.
"Ehm... sono qui per delle ore di servizio pubblico..."
"Mmm, Lopez..." disse l'uomo scorrendo il dito su una lista, per poi
sorridere divertito e dire "Quella Lopez?"
"Ugh.. fantastico... non sono neppure arrivata e già ho trovato il
primo impiccione..."
"Nah..." disse l'uomo avvicinandosi per porgerle la
mano "Piacere, Dave Karofsky."
"Piacere un corno..." rispose Santana stringendo reclutante la mano
dell'uomo "Allora? Cosa devo fare?"
"Deve mettermi una firma qui..."
"Non c'è un qualche modo di barare sugli orari? Che sò,
io firmo e lei scrive 15:00, così posso andarmene subito e dire
che ho fatto un'ora di servizio?"
"Non credo..." rispose l'uomo riprendendo il foglio, pronto a scrivere
l'orario.
"Sono sicura che possiamo trovare un accordo..."
provò Santana rigiocandosi il potere che sapeva poteva
derivare dalla sua alquanto attraente scollatura.
"Gay." rispose semplicemente l'uomo per scrivere chiaramente "16:15"
sul foglio di Santana.
"Merda! Questa città è davvero così piena di gay!?"
"Lo è davvero? Non ho avuto questa impressione..." rispose Karofsky
riponendo il foglio sulla sua scrivania.
"Posso sempre pagarti, avanti... Dave?"
"Ci tengo al mio posto di lavoro..." rispose l'uomo, per poi dire "E
non è niente di che fare servizio qui... avanti vieni con me,
ti accompagno a fare un giro..."
"Grandioso..." sbottò la mora seguendo il tipo nell'ascensore.
"Come te la cavi con i bambini disabili?" chiese il ragazzo indicando
il primo piano.
"Non sono la persona più brava con i bambini... il fatto che
siano disabili peggiora la situazione..." spiegò Santana.
"Allora adulti?" chiese ancora Dave spostando il dito sul secondo piano.
"Che non siano malati mentali se possibile..."
"Chiedi troppo, Carmen..."
"Santana." lo corresse la mora.
"Lo so... era un riferimento a Carmen Sandiego... conosci?"
"Ascolta, quale è la parte più tranquilla e silenziosa di questo
posto?!" chiese Santana spazientita.
"Il quarto piano..." rispose Karofsky pigiando il tasto corrispondente.
"Che c'è al quarto piano?"
"Sorpresa..." sorrise l'uomo.
Appena aperta la porta dell'ascensore Santana notò subito il silenzio,
proprio quello che aveva richiesto.
Silenzio perchè nessuno dei ragazzi presenti nell'ampio atrio
stava parlando, al massimo muovevano le labbra, ma non usciva nemmeno
un suono.
Solo quando Santana notò il gesticolare continuo capì.
"Sordi?" chiese al ragazzo al suo fianco.
"Si dice non udenti."
"Quello che è..." sbottò la mora per poi chiedere "Cosa devo fare ora?"
"Cerca Brittany, è lei la responsabile del piano. Saprà trovarti
qualcosa da fare."
"Brittany?" esclamò Santana sollevando le sopracciglia "E come la
dovrei trovare!?"
"Bionda, alta, sorridente... in una parola, fantastica... la
riconoscerai, credimi..." rispose il ragazzo tornando nell'ascensore
"Ci vediamo fra un'ora, o due... chissà..."
"Ok. Ok. Posso farcela.
Devo solamente trovare questa... Ugh, come si chiamava? Tiffany?"
sospirò Santana pensando "Bionda. Bionda, alta,
attraente? O era sorridente? Che importa, ha detto fantastica! La
riconoscerò in qualche modo!"
La mora cominciò a girare timidamente per l'atrio,
evitando che il suo sguardo incontrasse quello di chiunque altro. Cosa
poteva dire a qualcuno che non poteva sentirla?
Cominciò lentamente ad osservare aula per aula, una alla volta,
fino a che non si trovò davanti ad una classe piena di
adolescenti... ma nessun insegnante...
Così pensò semplicemente di continuare a cercare la bionda
indicatagli dal portiere.
Ma voltandosi si trovò di fronte forse la donna più bella che avesse
mai visto in vita sua.
"Fantastica..."
pensò Santana cercando di collegare le parole di Dave "Bionda: c'è. Alta: c'è.
Sorridente! Ecco qual'era la parola! Sorridente, c'è eccome!"
"Ehm... sono Santana Lopez, sono qui per il servizio
pubblico...
Ho parlato con un tale Dave all'ingresso e mi ha detto di rivolgermi a
lei..." cominciò velocemente Santana "La prego, la prego, sia buona con
me e non mi faccia fare cose strane!
La bionda continuò a guardarla confusa per poi sorridere, indicarsi le
orecchie e scuotere la testa.
"Oh merda..." sussurrò Santana collegando.
Brittany non poteva sentirla.
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