Sesto Capitolo: Ritorno
al Passato
“Cosa
dite? E’ in coma? Questa non ve la faccio pagare! Come avete osato buttarmi
fuori! Lasciatemi entrare almeno adesso!” Aprii poco gli occhi e vidi sfocato
Fill che protestava, dopodiché, li richiusi perché non riuscivo più a tenerli
aperti.
Ritorno al Passato:
Quando io e Fill ci conoscemmo
“Bene,
cercate anche in discoteca, dove era andata la vittima la scorsa sera” dissi io
al cellulare, stavo indagando su un caso, che però non riuscivo a capire:
l’imputata è una ragazza di nome Susie Jonson, incolpata di omicidio per aver
sparato ad una ragazzina, una sua fan per precisazione, dicono che è stata lei
solo perché aveva in mano la pistola, chi li capisce i poliziotti.
Susie
è un’attrice famosa, ha fatto molti Film, anche io sono una sua grande fan ma
non così tanto da farmi uccidere.
Stavo
camminando per strada quando vidi un ragazzo che sta rapinando una banca. Io
entrai subito nell’edificio: “Sgomberare l’edificio, scappate, sono una
detective!”
Poi
puntai una pistola contro di lui e alzò subito le mani, non vidi il suo viso
perché era coperto da una maschera.
Mi
avvicinai a lui e gli tolsi la cosa che aveva in testa per vedere chi fosse ed
era… il fratello di Susie Jonson! Ma che ci faceva lì a rapinare una banca?
Lui
corse davanti a me e uscì dalla porta scappando con i soldi.
“Dove
credi di andare?! Ritorna qui, non hai scampo!” Urlai io, poi mi misi ad
inseguirlo sempre con la pistola in mano.
Lo
raggiunsi, ero dietro a lui di pochi metri quindi gli sparai alla gamba; lui
continuò a correre anche se più lentamente, però svoltò l’angolo e non lo vidi
più, svoltai anche io l’angolo ma non lo vidi ancora, si era come dissolto
nell’aria.
Presi
il cellulare e comunicai: “Fuggitivo scappato, si è come… dissolto nell’aria.”
Poi
chiusi la telefonata.
Come
ho potuto farmi sfuggire un ladro con anche una gamba ferita? Sono proprio una
scema pensai io, poi mi
incamminai per andare in ufficio.
Arrivata
in ufficio vidi una persona nuova, un uomo nuovo, chiesi al capo chi fosse, lui
mi rispose che era un detective appena trasferito perché ha saputo della rapina
in banca.
Un
detective non lascerebbe un caso di omicidio per una rapina, questa persona non
è un detective, peccato che però, tutti i miei colleghi di lavoro sono così
cretini da non accorgersene.
Andai
da lui per fargli delle domande: “Salve, io sono Jane Sun, immagino non mi
conosca visto che è di un’altra parte, allora, come si chiama?”
“Ehm,
no, non la conosco signorina, il mio nome è … ecco, mi chiamo Chris Wright!”
Rispose lui insicuro.
Pensa
che io me la bevvi? Questo qui è scemo più dei miei colleghi. Pensai io scocciata, lo fissai e notai che aveva un
proiettile nella gamba che tentava di nascondere ma feci comunque finta di niente.
“Venga
con me, le faccio vedere il suo nuovo ufficio Wright. Ah, e che lei lo sappia
che se non verrà solo una volta qui in ufficio o tradirà l’associazione, il
capo gliela farà pagare cara, ovvero lo potrebbe anche appendere i suoi piedi
ad una corda per un intero giorno così lei starebbe a testa in giù, ma se lei
verrà sempre, non c’è che da preoccuparsi” dissi io, poi mi voltai e mi misi
una mano sulla bocca per non scoppiare nelle risate perché, dalla sua faccia,
sembrava che l’avesse bevuta!
“Ok,
confesso, sono io, sono il rapinatore della banca!” Urlò, poi continuò
supplicando:
“Vi
prego non appendetemi a testa in giù per un giorno!”
Basta,
la mia bocca non ce la faceva più, non riuscivo a trattenere le risate e
scoppiai a ridere, piansi pure per il ridere!
“Certo
che sei proprio stupido…” continuai a ridere mentre lui mi fissò senza capire
cosa stesse succedendo.
“Era
tutta una cavolata! Era tutta fantasia, l’ho detto per farti sputare il rospo,
la prossima volta, ricorderai di non fuggire da Jane Sun, mai più.”
Silenzio.
Poi
tutti i miei colleghi si misero a ridere mentre il signor Jonson piangeva come
un cane bastonato e io, per la prima volta, mi unì ai poliziotti.
~~~~~~
Entrai
in una stanza: un interrogatorio.
Lì
c’era Fill che mi aspettava seduto ancora in lacrime.
Cominciai
ad interrogare.
“A
parte la sceneggiata di prima, ora cominciamo con le domande.”
“Non
parlerò” rispose prima ancora che finissi la frase.
“Signore,
se lei parla, potrà servire a salvare sua sorella probabilmente.”
“No,
peggiorerei solo le cose” replicò.
“Allora
potrei metterle una buona parola per il tribunale.”
“Non
mi importa della mia vita, ma quella di mia sorella, già da quando eravamo
piccoli, eravamo orfani e senza casa, mi presi cura sempre di lei anche se è
più grande di me, sono preoccupato per lei, non per me.”
Stetti
zitta: stava confessando senza accorgersene.
Poi
continuò: “Ho rubato quei soldi perché siamo al verde, una persona ci ha rubato
i soldi, o almeno, se noi non glieli diamo, ucciderebbe mia sorella ma lei non
lo sa, pensa il contrario.”
“Signore
chi è quest’uomo?”
Le
sue lacrime aumentarono.
“Non
posso…”
“Signore,
potrei aiutare molto sua sorella, mi creda, potrei arrestare quest’uomo.” Lo
rassicurai io.
“No,
la ucciderebbe!” Urlò.
Io
mi alzai e cominciai ad urlare anch’io: “La terremo sott’occhio, ora, la prego,
si fidi di me e la smetta di fare il bambino!”
Mi
guardò con aria impressionata, poi smise di piangere.
“E’…
Nick Blood, è anche l’assassino dell’omicidio, la prego, difenda mia sorella”
Sorrisi.
“Non si preoccupi, sorveglieremo anche lei Jonson, con sua
sorella, ora, cominceremo le indagini.”
Angolino di preavvisi, domande & Co
Solo
in questo capitolo ho fatto questo angolino, e credo che non lo faò altre volte.
L’ho
fatto per chiedere scusa del ritardo, del super ritardo.
Spero
che per il prossimo capitolo non ci metta molto, scusate di nuovo!
Ciao,
Nana-chan ~♥