Non avevo mai pensato che San Valentino potesse
rivelarsi come un giorno fuori dal comune, d’altronde era
ordinario vedere le ragazze, timide e imbarazzate, nascondere il
cioccolato dietro la schiena e aspettare il fortunato destinatario
fuori dalla classe. Io stesso ero oggetto di dichiarazioni, biglietti e
cioccolatini vari. Credevo, dunque, che anche quest’anno
avrei ringraziato le compagne per la cortesia e il pensiero, senza
comunque vergognarmi davanti a delle orecchie in fiamme e qualche voce
flebile ed emozionata. Mi ero sbagliato. Sbagliai di brutto a dire il
vero, e non seppi come comportarmi.
La campanella era suonata da dieci minuti e aveva annunciato la fine
delle lezioni pomeridiane. Trattenuto in sala insegnanti per un
incarico extra, solo in quel momento ero potuto rientrare in aula.
Presi la cartella e il sacchetto pieno di dolci che avevo ricevuto,
osservandolo con malcelata curiosità. Cioccolato fondente,
bianco, al peperoncino, alla menta, all’arancia e chi
più ne ha più ne metta. A ricreazione avevo
provato a cercare quello al latte che, personalmente, apprezzo di
più. Sembrava però un cliché quello di
regalare semplice cioccolato al latte, dato che non ne trovai manco in
un sacchettino. Mi stavo comunque incamminando fuori
dall’aula, quando sentii una voce energica chiamarmi.
“Minato! Ehi!”
Riconobbi subito Kushina Uzumaki, mia compagna di classe trasferitasi a
inizio anno scolastico.
Mi girai per guardarla in faccia, notandola con la bocca contratta e
seria.
“Cosa?”
“Vai a casa?” mi domandò, cominciando a
fare piccoli cerchi con il piede destro.
“Sì. Tu che fai invece?”
“Uhm… anch’io devo andare a casa, per
domani ci sono quei sistemi da fare.”
“Non sono difficili.” Dissi di getto.
“La fai facile tu! Sei bravo in tutto, proprio non capisco
come fai!”
Ridacchiai, scuotendo la testa.
“Devi solo capire il meccanismo, tutto qui. Allora a domani,
ciao.”
Le diedi le spalle, quando mi sentii di scatto afferrare per la divisa
e tirare indietro.
“Aspetta!”
Le rivolsi un’occhiata curiosa.
“Io… uhm… oh, accidenti!”
Strinse le mani a pugno, agitandole, per poi cominciare a frugare nella
sua cartella. Osservai ogni movimento, finché non mi
ritrovai a due palmi dal naso un piccolo sacchetto trasparente legato
con un fiocco, pieno di cioccolatini, e due occhi blu che guardavano
ovunque tranne che nella mia direzione.
Titubante, portai l’indice a indicarmi.
“Per… me?”
Kushina si morse le labbra e l’interno di una guancia, e
strizzò le palpebre come a concentrarsi profondamente.
Non seppi dire altro e nemmeno lei, fino al momento in cui
trovò il coraggio di guardarmi e i nostri occhi rimasero in
contatto per quella che parve un’eternità.
Non saprei spiegare con esattezza ciò che provai
in quel momento. In preda all’imbarazzo rischiai di rimanere
a bocca aperta, mentre Kushina, severa, mi guardava in volto con
un’espressione irritata e le gote tinte di rosso chiaro.
“Se osi dirlo a qualcuno sei un uomo morto,
Minato.” Sillabò, lanciandomi
l’involucro con i cioccolatini.
Lo presi al volo con l’unica mano libera che avevo,
sentendomi stranamente contento.
“Graz-”
“Io ora vado, farai meglio a sbrigarti anche tu prima che
faccia buio! Ciao!”
Mi oltrepassò correndo e subito mi girai, vedendola sparire
oltre la porta, con i suoi bellissimi capelli rossi che oggi aveva
legato in una coda alta.
Se n’era andata, lasciandomi del cioccolato.
Dopo poco posai con calma la busta enorme e la cartella sopra un banco,
slegando poi il fiocco di quell’inaspettato regalo e
mangiando un cioccolatino.
Avrei dovuto immaginarlo.
“Latte.”
Chiusi gli occhi, beandomi di quel sapore così buono.
E tu lo sapevi, vero Kushina?
San Valentino è passato, lo so, ma ieri
sinceramente non ci pensavo nemmeno a pubblicare qualcosa. Mi
è venuta oggi questa piccola idea e volevo renderla semplice
e diretta, con poche parole ma sufficienti. Per poco non rientra tra le
flashfic.
La narrazione in prima persona di Minato è una
novità. Solitamente uso la terza, poi provai con Kushina una
sola volta, ritenendo che con una ragazza ci sarei potuta riuscire, e
stavolta è toccato a Minato. Avrei potuto farla di Kushina,
è vero, e non so perché ho scelto Minato.
È un maschio e magari non sono riuscita a renderlo bene
però, beh, vuoi che adoro Minato e il suo modo di pensare e
comportarsi che ho voluto tentare. Mi piace anche Kushina, tanto.
Insieme poi sono stupendi.
Spero vi sia piaciuta XD
Un bacio ^^
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