Il bordo dell'indecisione

di Pter
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Guardai giù da quel ponte storto, l'acqua luccicava minacciosa sotto di me alla luce della luna.
Che ore erano? Le tre? Le quattro?
Calciai una lattina, che con uno schizzo si tuffò nell'acqua grigia e sporca. La fabbrica a qualche chilometro di distanza giurava di non saperne nulla, ma quando da piccola mi lanciavo in acqua vestita era trasparente. Probabilmente anche i pezzi di quel ponte che crollava su sè stesso si stavano mescolando al fango.
Mi siedo.
Mi fa morire quest'attesa, non lo sopporto! Anzi, forse sarebbe meglio se riuscisse davvero a uccidermi.
Ho il corpo indolenzito, è da ore che sono seduta su questa fredda lastra di cemento, i miei vestiti sono ricoperti dalla spessa polvere nera che sembra stare inghiottendo il ponte.
Fletto le dita. Sono piene di tagli, che mi sono procurata per raggiungere il punto più alto del cadavere di questo ponte.
Ma non importa, tra poco sarà tutto finito.
Mi alzo per l'ennesima volta, guardando l'acqua buia, che mi luccica contro con disprezzo.
- Sono qui - sussurro
- Non ho paura - ripeto a me stessa
Ma non è vero.
Mi risiedo.





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