"I remember
everything"
La puntata 4x09 un
cecchino che terrorizza la città e la nosta Detective alle prese con i
ricordi più dolorosi.
Non so a voi, ma a me Kate in questa puntata ha fatto una tenerezza
assurda. E Castle è stato davvero carino a capire e farsi da parte. Ma
diciamo che se non l'avesse fatto non mi sarebbe dispiaciuto poi così
tanto xD la vedevo come una buona occasione ecco u.u
Chiunque avesse dovuto
descrivere Kate Beckett avrebbe detto che era una donna forte. Un
poliziotto prima di ogni cosa. Pochi, pochissimi, sapevano cosa la
spingeva con tanta ostinazione ad andare avanti, pochissimi erano a
conoscenza del fantasma della madre e quel senso di vendetta e di
giustizia che si mischiavano l'uno con l'altro, tanto ormai da non
riuscire a capire cosa effettivamente la dominasse.
Certo, tra quei pochi c'erano suo
padre, Ryan, Esposito, c'era stato il capo e c'era lui: Castle.
Forse era proprio lo scrittore
l'unico al mondo, anche più di suo padre, a conoscerla nell'intimo, a
sapere che non era affatto forte, che era un abile poliziotto, ma anche
fragile, pronta a perdere la lucidità, a venire meno a quelle rigide
regole che, tante volte, sembrava osservare senza alcuna contestazione.
Era una persona che poteva crollare,
ed oggi l'aveva fatto. Il caso del cecchino le aveva fatto emergere i
ricordi di quel giorno in modo ancora più nitido. Aveva cercato di
farsi forza, era tornata a lavoro appena aveva potuto, non poteva
concedersi tempo per pensare.
Eppure quelle sensazioni erano ancora
lì ed anche quando cercava di rimuoverle, c'era il dolore della
cicatrice a ricordarlo.
Aveva perso il controllo di sè, si
era mostrata per quello che era davanti a tutti ed era scappata via.
Era un fantasma che non poteva condividere con nessuno. Era la sua
ferita, era la sua sfida ed era il suo dolore.
In preda all'effetto dell'alcool
sentì le sue paure ancora più vicine, ogni rumore, reale o immaginario,
le sembrava il segno di una minaccia incombente. Era caduta, rompendo
un bicchiere e tagliandosi tutto il braccio. Sentiva il sangue ed un
leggero bruciore scorrerle per tutto il corpo.
Improvvisamente sentì un rumore alla
porta. Era un suono diverso da tutti gli altri. Era reale e costante,
qualcuno bussava.
"Chi è?" urlò
"Beckett sono io, sono Castle" La
voce rispose con altrettanta forza dall'altro lato della porta
"Castle, vai via, non è il momento"
rispose la donna stanca, senza alzarsi dal pavimento.
"Apri la porta per favore Kate,
voglio solo vedere come stai" questa volta nella voce c'era un tono più
calmo, dolce
La detective si alzò lentamente,
voleva solo sbarazzarsi di quella visita, cercò di ricomporsi,
legandosi i capelli alla meglio.
Aprì la porta e si trovò davanti
l'uomo con un'aria preoccupata. Che ore erano? Che ci faceva lì? perchè
non capiva?
"Come vedi sto bene" rispose sperando
che l'oscurità della stanza l'aiutasse "Adesso puoi andare, Castle"
aggiunse
La sua voce era dura, seria. Ma
l'uomo non si mosse.
"Hai bevuto.. e forse ti sei anche
fatta male" rispose semplicemente
"Co.. come hai fatto?" chiese lei
leggermente sorpresa. Aveva il braccio lungo il corpo, sicura che così
non l'avrebbe notato.
"Sei furba Kate" rispose lui "Ma hai
una mano sporca di sangue. Forse qua.ndo hai toccato la ferita.."
disse guardando la mano che aveva sulla porta
"Certe volte riesci davvero a
stupirmi" rispose lei accennando un sorriso. Certo, un sorriso
accennato, stanco, ma pur sempre un sorriso.
"E' solo una delle mie numerose
qualità" disse sorridendo "Posso entrare?- aggiunse poi
Kate non rispose, ma indietreggiò
facendogli spazio. Lo conosceva fin troppo bene e sapeva che non se ne
sarebbe andato tanto facilmente.
"Hai avuto un incontro ravvicinato di
terzo tipo?-"Chiese lo scrittore guardando lo stato in cui si trovava
la casa della detective
"Non riesci proprio a mettere da
parte gli alieni, eh?" chiese lei accennando un altro sorriso.
Era incredibile. Pochi minuti prima
era in preda alla disperazione, era bastata una sua visita per cambiare
le cose. Era come trovarsi in un tunnel e vedere una luce, piccola
lontana, ma una luce. Di quelle per cui capisci che ha senso proseguire
perchè sai che, anche se lontana, la via di uscita c'è.
"Arriverà il giorno in cui avrò
ragione e allora il mondo sarà pronto a chiedermi scusa"Rispose lui
accendendo una piccola luce
"Rick, perchè sei qui?"domandò la
donna guardandolo rialzare le bottiglie cadute per terra
Lui si fermò un attimo, la sua
espressione infantile saprì improvvisamente. Era una delle cose che più
sorprendevano Kate, la sua capacità di esserme meravigliosamente
imprevedibile. Spontaneo, fantasioso, ma di saper anche tornare con i
piedi per terra, passando dall'essere un bambino troppo cresciuto ad un
uomo protettivo, forte.
"Tutti oggi hanno visto che c'era
qualcosa che non andava. Mi hanno detto di lasciarti spazio Kate, mi
hanno detto che non posso capire e forse è vero. Magari sto sbagliando
e non sarei dovuto venire.."Rispose lui" Però quando ti ho visto
stare così non sono riuscito ad evitarlo. Vorrei che tu ti confidassi
con me, vorrei che mi raccontassi che cosa ti succede"
"Non puoi capire.." sussurrò lei
camminando avanti e indietro
"Aiutami a farlo"rispose lui serio
Quella riposta scatenò qualcosa in
lei, qualcosa di forte. Non sapeva perchè però la infastidiva, forse
perchè sarebbe stato tutto più facile se lui non fosse stato così
presente, così ostinato. Diventava sempre più difficile allontanarlo e
resistere alla voglia di lasciarsi andare.
"Castle, non è uno dei tuoi libri. Le
cose nella vita reale non vanno affatto così. La gente muore, i buoni
non vincono quasi mai e non a tutto c'è una spiegazione. Vuoi che ti
aiuti a capire? Come posso aiutare te, se nemmeno io capisco cosa mi
succede? Se sono la prima a svegliarsi nel cuore della notte
chiedendosi perchè proprio a me. E non parlo dello sparo, parlo di
tutto il resto. Di mia madre, della vita che ho fatto, delle persone
che ho perso e di quelle che allontano. Cosa devo spiegarti? cosa?! "
La voce di Kate era rotta dal pianto. Non aveva l'energia per
trattenersi, forse non voleva nemmeno farlo.
"Kate.." sussurrò Castle
avvicinandosi, ma la donna fece un passo indietro
"Per favore.. lasciami stare. Te l'
ho già detto una volta, se ne vanno Rick, se ne vanno via tutti. Ci
sarà un motivo se starmi vicino è diventato così pericoloso"
"Non vado da nessuna parte" Rispose
lui serio " Lo so che la vita non è come nei miei romanzi, forse
crederai che sono un sognatore, un illuso. Non è così. Sicuramente non
ho dovuto affrontare tutto quello che hai affrontato tu. Sicuramente ho
avuto una vita più serena. Ma questo non vuol dire che non sappia che
succede. Sono un uomo Kate, non sono solo uno scrittore. Come tu sei
una donna e non solo un poliziotto. Sei una donna che ha perso la
madre, sei una donna che ha rischiato la vita e che cerca risposte.
Credi che sia meno doloroso per me starti accanto e non sapere che
fare?! credi che sia facile vederti cadere come oggi? Dio Kate.. tu
nemmeno immagini cosa ho provato quel giorno al cimitero. Si,
sicuramente tu sei quella che vive nel dolore e che deve affrontare la
parte più difficile. Ma sai cosa vuol dire avere paura di perdere
qualcuno a cui tieni sapendo di essere insignificante?" Non sapeva
nemmeno dove avesse trovato le parole o la forza per dirle. La donna
gli era davanti con lo sguardo basso, non aveva detto nulla. Non un
cenno.
"Kate.. per piacere. Non mandarmi
via. Stai iniziando a ricordare? forse è questo che ti sta facendo..
stare così. Forse questo caso ha riportato a galla i ricordi. Esposito
dice che.."
Ma questa volta fu interrotto dalla
voce della detective che alzò lo sguardo puntandolo in quello dello
scrittore.
"Ho mentito" Un sussurro " Ho mentito
per tutto questo tempo. Non ho mai smesso di ricordare. E' sempre stato
qui." Aggiunse sempre a voce bassa
"Ricordi.. tutto?" Domando Rick
confuso
"Si. Sto andando in terapia, sto
cercando di.. superarlo. Questo caso non ha riportato in superficie i
ricordi. Soltanto mi ha imposto di affrontarli" Aggiunse
"perchè non me l hai detto?" chiese
lui. Non era un rimprovero. era una domanda, semplice, pura
"Avevo paura.. volevo farcela da
sola. Ricordo che ti sei lanciato su di me. Rick hai rischiato di
morire per salvarmi. Ricordo il dolore del colpo. Ricordo tutto farsi
confuso. Ricordo tutto"
Rimasero in silenzio entrambi, l'uno
davanti all'altra. Guardandosi negli occhi come avevano fatto tante
altre volte, ma con qualcosa di diverso. Una sensazione nuova.
Kate allentò la tensione dei suoi
muscoli. Avergli detto la verità la faceva stare meglio. Si, forse lui
non poteva capire, ma non sempre l'importante è essere capiti, delle
volte basta essere ascoltati. E lui c'era sempre stato.
"Esposito aveva ragione.. Avevo
bisogno di tempo" Disse rompendo il silenzio
"Scusami.." rispose semplicemente lo
scrittore girandosi verso la porta " Non so stare al mio posto"
Aggiunse avanzando verso l'uscita.
"Aspetta" La voce di Kate lo fermò
giusto in tempo. Si voltò e la vide raggiungerlo
"Esposito aveva ragione, ma sono
felice che tu sia venuto. Sono felie che tu sia un tale impiccione"
"Non per questo deve offendermi
detective" Disse lui accennando un mezzo sorriso, sollevato per quelle
parole.
"Oh non puoi proprio negarlo!" Disse
lei ridendo
"Siediti sul divano. Ti preparo
qualcosa da mangiare!" Disse l'uomo con quel solito tono di voce ricco
di entusiasmo
"Ma saranno le tre di notte!" Troppo
tardi. Castle si era già diretto verso il frigorifero
"Hai fame scommetto. E dopo tutto
quello che ti sei scoltata credo che sia anche il caso" disse divertito
cercando qualcosa di commestibile "Ora capisco perchè gli alieni non ti
vengono a trovare.. Non hai niente da mangiare! Ma non ti preoccupare,
oltre ad essere dannatamente bello, ho anche un gran talento in cucina!"
Ormai la tensione si era allentata.
Risero entrambi, felici di essere insieme quella sera.
Sapevano che avrebbero avuto molte
cose di cui parlare un giorno. Castle aveva capito, lei ricordava,
ricordava anche le sue parole e forse l'aveva sempre saputo. Del resto
era certo che Kate l'avesse capito molto tempo prima. Quel muro
che aveva dentro di lei sarebbe stato abbattuto un po' alla volta. Non
era il momento per parlare di certe cose, non c'era fretta. Avevano
tutto il tempo del mondo, perchè una cosa era certa: Lui era il suo
partner, un partner molto testardo e si, anche impiccione, che non
l'avrebbe mollata tanto facilmente.
Kate si stese sul divano, la testa le
pulsava forte, eppure sembrava quasi non accorgersene. L'angoscia
provata poco prima sembrava essere svanita. Sapeva bene che certi
dolori non passano così facilmente. Ma voleva combattere ogni spettro
ed ogni paura. Ne valeva la pena, anche solo per un altro momento così.
Con Castle non c'era bisogno di
parlare, sapeva che aveva capito. Ed era grata del tempo che le stesse
lasciando. Avrebbe abbattuto ogni barriera, certe volte c'è bisogno
solo di un buon motivo per lottare. E per quanto esausta e
spaventata, sapeva di averne uno più che valido. Un bellissimo motivo
dagli occhi blu e dal sorriso più dolce che avesse mai visto.
-Castle..- disse mentre lui le si
avvicinava con un piatto in mano
Lui la guardò interrogativo
-Grazie..- Disse sorridendo e
facendogli posto sul divano.
-Always-
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Piccola piccola nota personale (u.u) :
Lo so che i più romantici si sarebbero aspettati un bacio o qualcosa
del genere.. Però credo che il bello di loro due sia proprio il fatto
che si amano e stanno insieme, pur non stando insieme di fatto. Lo so
sono contorta xD ma diciamo che nella 4° serie credo che sia talmente
chiaro cosa provano anche solo dal modo in cui si guardano..
Sicuramente attendo il momento in cui si decideranno a fare questo
benedetto passo. Ma trovo dolcissimi e altrettanto belli questi momenti
così. Della serie io so che tu sai...
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