All I need is revenge

di Aidan_
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Le catene che lo avvolgevano giorno e notte rappresentavano il peggiore dei supplizi. Anelli di ferro e fiamme gli perforavano la pelle, entrando in essa sempre più in profonditá ad ogni minimo spostamento. Il luogo in cui si trovava, lo ricordava perfettamente nonostante i tormenti del corpo gli facessero venire difficile anche pensare. Era angusto
E buio, con pareti tanto vicine che,solo per pochi centimetri, non si toccavano
. Il pavimento era bagnato, scivoloso. Questo, pensava, potesse essere a causa del sangue che versava ogni giorno lì, in quella stanza di punizione. Ma qual'era poi, la colpa per la quale era stato sbattuto in quella fogna? Non c'era un motivo, la verità lui la sapeva. Il Diavolo aveva paura di lui, era forse una delle poche persone che riuscivano ad incutergli terrore

E questo perche' era l'unica persona, oltre Dio, che avrebbe potuto farlo fuori. La paura, che cosa affascinante! Colpiva tutti gli esseri nessuno escluso vero? Anche i più grandi alla fine si rivelavano perciò che erano, dei codardi. Patetici, gli davano il vomito. Alla fine tutto prendeva il proprio tassello nel mondo creato da chi? Da un folle che subito dopo averlo popolato lo lasciava a marcire nel suo stesso squallore
. Si rifugiava dietro la scusa del "libero arbitrio" ma c'era davvero la libertá di scelta fra gli uomini? Forse un tempo, ma adesso i mortali sembravano come dei contenitori, senza cervello, senza voglia di vivere, aspettando che qualcuno rispondesse alla loro domanda
Silenziosa di morte. E lui avrebbe risposto volentieri a quella domanda , proprio lui, la Morte in persona. Nato dal bisogno che questo mondo aveva atrocemente.
Un bisogno di essere controllato, ed era da questo che era nato lui. Quando mieteva le anime, non era scalfito dalle lacrime, dal dolore delle persone vicine alla vittima, non se ne importava. D'altronde era inutile opporsi alle fatalità e cercare di combatterle .era inutile avere paura di qualcosa di cui si aveva la consapevolezza che sarebbe successo.
In passato cercava anche di rispondere alle loro domande insulse, come "perchè a me?" ma si era stancato ben presto così solo una domanda usciva dalle sue labbra. "Perchè no?" domanda canzonatoria che pronunciava con un sorriso di scherno. Nessuno aveva mai saputo controbattere o rispondere al quesito, semplicemente, si ammutolivano.
Quei pensieri si volatilizzarono quando gli anelli delle catene tornarono a scendere nella carne.
Era stanco di quel supplizio, lo sopportava da troppo. Prendendo un respiro profondo,fece forza sull'anello della catena, le urla di dolore non servivano a scoraggiare il suo animo bramoso di libertà. Non gli importava nemmeno della sua mano che bruciava man mano che gli anelli della catena iniziavano ad uscire dalla pelle.

Il dolore era nulla paragonato alla vendetta che bramava, E spinto proprio da questo, utilizzó questo desiderio per estrarre del tutto la catena dal braccio, che cadde a terra e risuonò al suolo. Con il braccio libero avrebbe rotto anche le altre catene con facilità.
Il suo bisogno di vendetta stava per appagarsi, l'incontro con Lucifer era prossimo.




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