Di
ricatti, macchine
fotografiche e fotografie compromettenti
CHI, CON CHI, CHE COSA
FACEVANO Challenge by Kukiness
10)
Quel furbacchione di 3 (Sibilla Cooman) ha scattato delle
foto piccanti a 1 (Minerva McGranitt) e ora minaccia di mostrarle in
giro. Se 3
non conosce l’esistenza delle macchine fotografiche, tanto
meglio.
***
La professoressa
McGranitt affondò un grosso cucchiaio nella zuppiera
più vicina.
“Della trippa,
Sibilla?”
La professoressa Cooman
la ignorò. Aprì gli occhi, si guardò
intorno un’altra volta e disse:
“Ma dov’è il
caro
professor Lupin?”
“Temo che il poverino
sia di nuovo ammalato” disse Silente, facendo cenno agli
altri di servirsi. “Un
vero peccato che debba succedere proprio il giorno di Natale”.
“Ma naturalmente tu lo
sapevi già, vero, Sibilla?” disse la professoressa
McGranitt inarcando le
sopracciglia.
La professoressa Cooman
scoccò alla McGranitt uno sguardo gelido.
“Certo che lo sapevo,
Minerva” disse piano. “Ma non si ostenta la propria
Onniscienza. Spesso mi
comporto come se non possedessi l’Occhio Interiore, per non
innervosire gli
altri”.
“Questo spiega molte
cose” ribatté mordace la professoressa McGranitt.
{Harry Potter e il
Prigioniero di Azkaban - Capitolo 11
L'ufficio di
Minerva McGranitt era immerso nel silenzio, la professoressa di
Trasfigurazione
stava compilando dei noiosi moduli per ordinare il materiale per l'anno
scolastico successivo.
Mentre
finiva di compilare la scheda qualcuno bussò alla porta.
«Avanti», rispose
senza alzare la testa dal lavoro.
Uno scalpiccio
incerto e strascicato le annunciò che una persona era
entrata nel suo studio,
un tintinnio di braccialetti le rivelò immediatamente chi
era.
«Sibilla»,
salutò.
«Buongiorno
Minerva», proferì con voce velata.
«Che
cosa ti
porta ad abbandonare il tuo ufficio per scendere qui, tra i comuni
mortali?».
La
professoressa Cooman ignorò la provocazione. «Mi
sono giunte alcune voci...».
«Voci
che il
tuo Occhio non ha saputo prevedere?».
«Voci
che
riguardano te, collega».
Minerva si
fece improvvisamente seria. «Che genere di voci?».
«Sai,
gli
studenti sono gli occhi e le orecchie di questa scuola e gli studenti
parlano...».
«Vai
al
sodo, Sibilla».
«Alcuni
alunni
mi hanno comunicato il tuo disprezzo nei confronti miei e della mia
materia»,
sputò la donna.
La McGranitt
si accigliò. «Non è una
novità, sai bene che non apprezzo la Divinazione».
«Questo
non
vuol dire che tu debba comunicare la tua disapprovazione agli studenti
o
peggio, influenzarli con le tue idee distorte!».
«Distorte?»,
ripeté aspra Minerva, le labbra livide. «Stai
attenta a come parli, Sibilla».
«No»,
s'infiammò l'altra, «Stai attenta tu, altrimenti
io...».
«Altrimenti
cosa?».
La
professoressa di Divinazione inspirò rumorosamente,
«Ecco come stanno le cose: ho
delle tue foto compromettenti, se tu dirai un'altra parola contro il
mio
insegnamento io... io giuro che le mostro a tutti!».
Minerva
respirò pesantemente. «Andiamo Sibilla, non sai
nemmeno cosa sia una macchina
fotografica!».
La Cooman la
guardò stralunata, «Una macchina
fotografica?», ripeté confusa.
Minerva
alzò
gli occhi al cielo, continuando a scrivere.
«Se
tu... io
giuro che... davvero...», balbettò ancora l'altra,
cercando d'apparire
minacciosa.
«Non
so di
che fotografie tu stia parlando, mia cara collega, inoltre ci tengo a
precisare
che non ho nulla da nascondere quindi mostra pure quelle foto ai miei
studenti,
credo che riuscirai solo ad annoiarli».
«Annoiarli?
Sconvolgerli, forse! La tua
relazione
con il professor Silente è riprovevole!».
Minerva
fissò intensamente Sibilla, gli occhi verdi fiammeggianti.
«Quello che faccio
nella mia vita privata non è affar
tuo,
professoressa. Inoltre», continuò,
«L'unica relazione che intrattengo con il
professor Silente è strettamente
professionale»,
precisò mentre poggiava il pennino e riordinava le carte.
«Ma...
le
foto dimostrano il contrario!», strillò Sibilla
sventolando un pacchettino che
aveva estratto da una tasca.
«Come
ho già
detto non ho nulla da nascondere, non credo che un paio di fotografie
che mi
ritraggono mentre lavoro con il
professor Silente possano interessare agli alunni». Prima che
l'interlocutrice
potesse ribattere, Minerva concluse: «Ora devo finire un
lavoro importante e
gradirei non essere disturbata. Arrivederci, Sibilla».
La Cooman
spalancò la bocca in modo teatrale, le sue pupille divennero
ancora più grandi
dietro gli occhiali dalle lenti spesse.
Fissò
la
professoressa McGranitt con astio e, poggiando il plico di fotografie
sul
tavolo, si avvolse meglio lo scialle intorno alle spalle, si
sistemò gli
occhiali, girò sui tacchi e se ne andò con fare
indignato... dimenticandosi le
foto sulla scrivania di Minerva.
*
Albus
Silente spinse gli occhiali a mezzaluna sul naso adunco ed
esaminò le immagini
sparse sul tavolo.
«Oh»,
commentò.
«Mi
domando
dove le abbia prese», sospirò stancamente Minerva.
«La
domanda
non è dove ma come, mia cara», concluse Silente.
«Dovremmo
stare più attenti la prossima volta; ho dovuto mantenere i
nervi saldi per non
cedere al suo ricatto e supplicarla di rendermi le foto».
Albus
sorrise sotto i baffi e le cinse la vita mentre osservava ancora una
volta le
foto che li ritraevano in un momento d'intimità.
«Beh,
mia
cara», le sussurrò all'orecchio, «Saremo
stati imprudenti ma devi ammettere che
siamo assolutamente fotogenici».
*
Non
fate quella faccia, la mente malata che ha partorito l'idea principale
della fic è Kukiness (prendetevela con lei v.v), io ho solo
seguito le istruzioni e utilizzato i personaggi che mi sono toccati.
Però
devo dire che mi sono divertita davvero tanto a scriverla (grazie
Kukiness *_*)... e dire che è anche una delle tracce
più decenti da fare, alcune sono proprio impossibili *trema
al pensiero*
Spero
vi sia piaciuta e che abbia divertito voi come ha fatto divertire me
nello scriverla.
Jo
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