MONSTER COMMANDO
CAPITOLO
1
“L’ora del
terrore”
Dong…dong…dong…preparatevi
ragazzi…o scappate urlando…sta arrivando…”L’ORA DEL TERRORE”!
“Oh…finalmente ci siamo!” fu
l’esclamazione di Benjamin Luhan a quel singolare annuncio.
Era mezzanotte e lui ed i suoi
amici avevano resistito all’invisibile forza del sonno per quell’appuntamento
che, ormai da un paio d’anni, li riguardava tutti ogni giovedì notte.
Il luogo di ritrovo era la camera
da letto dello stesso Benjamin, un ragazzo abbastanza robusto, con i capelli
neri e corti e gli occhi altrettanto scuri. Sdraiato nel letto accanto a lui vi
era il suo amico d’infanzia Louis Chambers, con quasi gli stessi tratti somatici
del viso, forse con i capelli leggermente più lunghi ma comunque neri. Seduto
all’orlo del letto, con in mano il suo immancabile, nell’ambito di quell’evento,
sacco di patatine, si trovava Bob Kaufman, il classico ragazzo cicciotello che a
scuola era quotidianamente preso di mira dai classici bulletti, con i suoi
cappelli castani chiari attaccati alla testa e gli occhi ugualmente castani
sbarrati nell’attesa dell’episodio di quella notte.
La stanza non era grandissima ma
riusciva comunque ad ospitare altri due soggetti: Una di queste era Bob Kramer,
ragazzo che aveva la stessa età dei precedenti tre, con gli occhi scuri e i
capelli castani con una estrema forma riccioluta, che in quel momento sedeva,
chi sa quanto comodamente, per terra. L’altra persona era quella circondata da
un maggiore alone di mistero dei primi, gli altri sapevano solo che si chiamava
Bill, che era di un anno più grande di loro e che aveva lasciato la scuola. A
quell’età, si sa, bastano quelle poche informazioni per averlo come amico. Al
momento dell’annuncio era seduto sulla scrivania davanti alla finestra e
guardava l’ingresso della casa illuminato dai lampioni al di fuori di essa.
Purtroppo il film che davano
quella notte tradì le attese dei ragazzi. Si trattava infatti di una stupida
pellicola intitolata “L’Uomo Lupo sfida Frankenstein” o qualcosa del genere,
allora i ragazzi decisero di attuare il loro personalissimo piano B, già
collaudato altre volte, e cominciarono a vagare con la fantasia.
“Certo sarebbe fichissimo poter
diventare un mostro!” esclamò Benjamin, detto Benji, prendendo leggermente alla
sprovvista i suoi compagni.
“Sì certo come no…” aggiunse
piuttosto seccato Bill, tornato a guardare fuori dal vetro piuttosto che
assistere a quel, e qui ci vuole tanto coraggio per definirlo così, film
cult.
“Ma che cosa stai dicendo Benji?”
chiese Kaufman prendendo momentaneamente fiato per poi tornare ad ingozzarsi di
patatine.
“Il sonno comincia a dargli alla
testa” concluse rassegnato l’altro Bob, mentre si rialzava per dare un po’ di
pace al suo fondoschiena.
L’unico che sembrava concordare
con l’idea di Luhan era Louis, il quale non disse nulla ma si girò verso il
compagno che gli stava sdraiato accanto e con il quale scambiò uno sguardo di
reciproco consenso.
Ma Benji non mollò e cercò in
tutte le maniere di difendere la sua tesi “Ma sì dai, non mi dite che voi non ci
avete mai pensato? Avremmo tutti una forza sovrumana, saremmo immortali, nessuno
ci romperebbe…chi starebbe meglio di noi!?”.
A quest’ultima affermazione si
levarono nella stanza delle urla, seppur misurate visto l’ora, di completa
disapprovazione nei confronti del ragazzo padrone di casa.
“E dai ragazzi…per esempio, te
Bob che mostro vorresti essere?”.
Il Bob in questione, Kaufman,
smise di nuovo la sua attività di mangia-patatine e, dopo un attimo d’imbarazzo
visto che quell’argomento, che inizialmente sembrava non interessare nessuno,
aveva invece preso la piega di un vero è proprio scambio di opinioni, rispose
“Beh…dunque…come tutti mi piacerebbe essere un vampiro, ma anche il mostro di
Frankenstein non sarebbe male…” e nello stesso momento in cui affermava questo,
indicò con un cenno della testa il suddetto mostro che faceva la sua
terrificante comparsa nel lungometraggio che ormai aveva perso, semmai ne avesse
avuta, l’attenzione di tutti i membri di quello strambo club.
Infatti, come penso abbiate ormai
capito, la qualità che legava quei ragazzi dalla fisionomia e dal modo di
pensare totalmente differenti era la passione sfrenata per i film dell’horror di
tutte le salse possibili.
“Okay la Creatura di
Frankenstein…e te Bill?” felice dell’esauriente risposta di Bob, Benji, girò la
domanda al ragazzo che era ancora appollaiato sulla finestra di camera.
“Ah…passo!” fu la secca risposta
di quest’ultimo.
“Come passi?! No dai non puoi
fare così! Potrebbe essere un sondaggio interessante…” insistette l’altro.
“È inutile continuare a credere
nei sogni! Questa cosa sai benissimo Benji che non accadrà mai e quindi perché
perdere tempo nel fare questi giochi per bambini piccoli e scemi!”.
“Beh, era per movimentare la
serata, visto la scelta dei programmatori di questo show…” spiegò il ragazzo
additando anche lo schermo televisivo.
“Okay…il Mostro della Laguna
Nera!”.
“Il Mostro della Laguna Nera?”
urlarono stupefatti tutti i presenti per la scelta alquanto discutibile della
persona più anziana nella stanza.
“Certo! Sta per i fatti suoi e
non rompe le scatole a nessuno, a differenza degli altri mostri…”.
Dopo qualche secondo di silenzio,
fu sempre Benjamin a riappropriarsi della parola “Ok si può accettare!”.
“Io mi prendo l’Uomo Lupo, perché
adoro i cani e il solo pensiero di poter comunicare con loro mi sembra una gran
figata!” rubò la parola Louis che aveva atteso quell’attimo per poter dire la
sua.
“Bene e già tre sono stati
scelti…Bob tocca a te!” era sempre Benji a condurre le fila di quello strambo
discorso ed ora passava la parola a Kramer.
Il più timido del gruppo, dopo un
attimo di titubanza, rispose “Visto che mi piace la storia egizia, non mi
dispiacerebbe essere una mummia; ma non una mummia qualsiasi piuttosto una che,
appena risvegliata, abbia dei poteri magici, poteri che risalgano direttamente
dall’antico Egitto, cioè l’epoca da cui provengo”.
“La mummia? Fantastico! Una bella
scelta!” disse Benji scuotendo in su ed in giù la testa, in uno dei più classici
gesti di consenso conosciuti.
Dopo un po’ di tempo, in cui il
silenzio era stato parzialmente coperto dai non certo brillanti dialoghi di
quello pseudo-film, uno dei cinque si accorse che non tornavano i conti…
“Ehi!”
ad emettere quella esclamazione
incompleta era stato Bill, in direzione proprio del padrone di casa.
Quando quest’ultimo si accorse di
essere lui il destinatario della provocazione chiese “Che c’è?”.
“È il tuo turno bello…”.
“Già!” disse Kaufman
“Non ci hai ancora detto la tua
opinione…” continuò Louis.
“In fondo l’abbiamo fatto tutti…”
concluse Kramer.
“Manchi solo tu all’appello”
soggiunse Bill.
“Ah…giusto! Beh…io ho sempre
sognato di poter essere un vampiro!” rispose in maniera eccitata Benji.
“Risposta prevedibile!” protestò
Bill.
“Già! Non ne avevi di più
originali?” si appoggiò alla protesta il mangiatore Bob.
“Ma perché? A me piacerebbe
davvero poter diventare come il conte Dracula! Perché dovrei dire una risposta
che non è la mia?” ribadì in modo infuriato Luhan.
“A questo turno ha ragione Benji
ragazzi…”l’unico che si era messo in sua difesa era stato Louis Chambers.
“Però pensandoci faremo un bel
gruppo!” ha parlare fu l’unico presente in quella stanza che non aveva preso
posizione nella sfida verbale che si stava effettuando.
“In che senso?” domandò Benjamin
che vedeva in quest’ultima frase uno spiraglio per poter cominciare una nuova
discussione, dove l’unica regola era poter volare con la fantasia senza alcun
limite esistente.
“Cioè non volendo abbiamo riunito
cinque mostri sacri della storia del cinema horror” aggiunse alla sua precedente
affermazione Bob Kramer.
“Giusto! Saremo i padroni del
mondo, potremo sfidare chiunque, anche i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse…”
fantasticava Benji.
“I quattro cavalieri
dell’apocalisse?” chiese interdetto il ragazzo con l’età più avanzata.
“Sì Bill, non ti ricordi? Ne
abbiamo parlato alla precedente riunione: con il termine “i Quattro Cavalieri
dell’Apocalisse” noi identifichiamo Facciadicuoio di “Non aprite quella porta”,
Michael Myers di “Halloween”, Jason Vorhees di “Venerdì 13” e Freddy Krueger di
“Nightmare”!” concluse come se fosse un enciclopedia vivente.
“Ah sì, giusto…” finse un lapsus
l’altro.
Ancora un altro intervallo di
silenzio dove l’unica cosa che si udiva era lo sgranocchiare di patatine di
Kaufman.
Dopo essersi girato verso
quest’ultimo e aver detto “Ma che te le vuoi finire tutte? Dalle un po’ anche
agli altri!” Bill si alzo finalmente dalla sua postazione e fregò con rapidità
il sacchetto a Bob che protestò rumorosamente “No lasciale sono mie!”.
“Fate più piano ragazzi!” li
ammonì Louis.
“E come ci potremmo
chiamare?”
nonostante la baraonda che si era
creata, una domanda dal fascino coinvolgente era stata percepita da tutti e
quattro i ragazzi; a farle era stata, tanto per cambiare, Benjamin Luhan.
“I Mostri”
“Le Creature”
“Monsters e co.”
“La Squadra dei Mostri” “Dai
ragazzi, sono uno peggio dell’altro!” protestò spazientito il capo del
gruppo.
Dopo una breve pausa di
riflessione arrivò la proposta di Louis “che ne dite di Monster Commando?”.
Il primo a rispondere fu Bill
“Monster Commando? Ma che siamo un esercito?”.
“Però potrebbe funzionare…”
aggiunse Bob Kramer.
“Sì…per me…va bene…” disse tra un
scrocchiare ed un altro Bob Kaufman che nel frattempo si aveva ripreso ad
ingurgitare patatine.
Ora tutti aspettavano il
benestare di Benji…
“…Ok, è allo stesso tempo
aggressivo e brillante, mi sta bene!”.
“Sì!!!!!!” tutti tranne Bill e
Luhan emisero un urlo di approvazione per la scelta fatta, salvo poi essere
richiamati per l’ennesima volta da quest’ultimo “fate piano o rischiate di fare
svegliare i miei!”
“Scusa Benji…”
“Scusa ancora…”
furono le scuse dei ragazzi.
Oramai il film era arrivato ai
titoli di coda nel disinteresse più totale dei presenti, quando i giovani
decisero che per quella sera avevano vagato abbastanza con la fantasia.
“Ragazzi è ora di chiudere il
club, non dimenticate che domani dobbiamo essere abbastanza svegli per tornare a
scuola…” disse il capo del gruppo alzandosi dal suo letto.
“Ehi!” fu la protesta del ragazzo
alla finestra.
“A parte te Bill…” si corresse
seccato Benji.
L’altro scosse la testa in segno
di approvazione per la correzione dell’amico e concluse “Ma si tanto è inutile
cercare altri film della mezzanotte”.
Così, a mano a mano che uscivano
dalla camera, i ragazzi salutarono il loro paziente ospitante e, una volta
usciti dal portone di casa Luhan, si avviarono ognuno per casa propria,
approfittandone per salutarsi anche tra loro.
Kaufman, appena rientrato, decise
che era il momento giusto per fare un piccolo spuntino prima di coricarsi nel
letto per il suo meritato riposo; così si avviò verso il frigo di cucina e
cominciò ad estrarci tutti i viveri che gli capitavano sotto mano.
Louis, appena rientrato, dette
una carezza al cucciolo di cane lupo di proprietà della sua famiglia, il cui
nome era Wolf, che gli si era avvicinato minacciosamente, sospettando forse che
a rientrare a quella tarda ora non fosse il suo adorato padroncino ma qualche
malintenzionato.
Kramer, appena rientrato, si
diresse immediatamente verso la sua camera da letto dove, una volta entrato
mentre si stava preparando per entrare nel caldo letto, si attardò nell’ammirare
gli antichi artifizi egizi che suo padre archeologo gli portava quando
rientrava.
Bill, appena rientrato nella
stazione della metropolitana, si accasciò al suolo, tirando a se il cartone
sfondato che usava come coperta e, pochi prima di addormentarsi, pensò al
piacere che provava vedendo l’energia che quei ragazzi sprigionavano da tutto il
corpo.
Benjamin, infine, era già sotto
le coperte quando decise di fare l’ultimo viaggio di fantasia per quella notte e
pensava: “E se fosse possibile tutto ciò? Se cioè io ed i ragazzi potessimo
trasformarci nelle controparti che abbiamo scelto stanotte? Sarebbe
straordinario ma ci vorrebbe un incantesimo potentissimo per fare avverare ciò,
o magari un amuleto…”.
Fatto quest’ultimo pensiero si
lasciò scivolare tra le braccia di Morfeo e, nei suoi sogni, immaginò le loro
avventure come il supergruppo “Monster Commando”, con il loro quartier generale,
la stampa che li intervistava chiedendogli chi sono e le loro origini, i potenti
nemici da affrontare e sconfiggere, l’impossibilità per quelli come loro di
avere un’identità segreta che li tuteli quando sono a riposo ed altre
fantasticherie simili.
Un vampiro classico, una creatura
composta da pezzi di molti cadaveri, una mummia proveniente dall’antico Egitto,
un essere mezzo uomo e mezzo pesce ed un uomo lupo o licantropo o lupo mannaro,
come preferite, non sono certo i tipi di eroi ad i quali le persone
affiderebbero le loro vite senza battere ciglio, ma solo guardando dentro i loro
animi scoprirebbero che sono molto meno mostri di quello che il loro aspetto
esteriore manifesta.
Tutti e cinque i ragazzi
provenienti da situazioni familiari differenti, con i loro pregi e difetti, come
tutti insomma, a cui la vita potrebbe dare quell’occasione speciale che se
capita, e non è affatto facile, deve essere sfruttata immediatamente perché,
sicuramente, non ricapiterà mai più nella loro esistenza.
La notte era definitivamente
scesa a Faring Town, la ridente cittadina dove abitano i nostri protagonisti, e
le stelle costellavano l’intera volta scura del cielo senza la minima presenza
di una nube.
Le strade erano deserte ed
illuminate da ambo i lati dai lampioni che le costeggiavano ad una distanza
perfettamente uguale l’uno dall’altro. Si vedeva che era domenica notte e la
gente recuperava ore di sonno per il lavoro che, nel migliore dei casi, li
avrebbe attesi il giorno seguente. L’inizio di un’altra noiosa e monotona
settimana.
Fuori dalla città, nella campagna
di Faring Town, si notava subito la netta minoranza di civiltà rispetto al
centro urbano, con qualche villettina che spuntavano in maniera del tutto
casuale tra le collinette verdi.
In una di queste, abbandonata
praticamente da sempre, si era però verificato un evento strano.
Nella cantina che ne occupava il
sottosuolo, infatti, si era risvegliata una luce forte che non si riaccendeva da
ormai cento anni.
La fonte di tale luminosità era
relativamente minuscola, rispetto all’enorme luce che provocò e che inondò tutta
la stanza: si trattava infatti di un semplice talismano, o meglio di un
medaglione che, grazie a quel fantastico evento, era riuscito a liberarsi delle
numerose ragnatele che lo coprivano con le loro artistiche trame.
Dopo poco però il talismano smise
di dare segni di attività e fece ripiombare la puzzolente cantina nello stato di
totale oscurità in cui aveva passato gli ultimi cinquanta anni, se non di
più.
Tale evento, capirete anche voi,
non può che essere messaggero di sconvolgenti novità per la tranquilla Faring
Town, novità che forse interesseranno i nostri amici Benjamin, Kaufman, Louis,
Kramer e Bill, oppure qualcun altro…
N.D.A.:
Ciao a tutti!
Innanzitutto spero che questa
storia, che è composta da 10 capitoli, possa essere seguita da più utenti
possibili.
Inoltre ho tre aneddoti da
elencarvi:
1) Questo racconto è lievemente
ispirato ad un film americano del 1987 intitolato “Scuola di mostri”, titolo
originale “The Monster Squad” (che tra l’altro è uno dei possibili nomi che
vengono in mente ai ragazzi per il gruppo), un film che da moltissimi anni non
compare più nei nostri teleschermi, ma che io ho ancora registrato in
videocassetta. In questa pellicola un gruppo di ragazzini se la deve vedere
proprio con i cinque mostri scelti dai nostri protagonisti come loro controparte
mostruosa.
2) il nome che alla fine viene
scelto per il gruppo è un rimando, invece, ad un fumetto americano della DC
Comics creato negli anni 80 ma ambientato durante la seconda guerra mondiale. In
pratica parla di un gruppo di tre uomini ed una donna che vengono trasformati,
dopo una serie di esperimenti biotecnologici e negromantici, rispettivamente in
un vampiro, un licantropo, uno creatura simile a quella di Frankenstein ed in
una Gorgone. Insieme si faranno chiamare il “Creature
Commandos”.
3) Infine
il termine "Quattro Cavalieri dell'Apocalisse", rivolto rispettivamente
a Facciadicuoio
di “Non aprite quella porta”, Michael Myers di “Halloween”, Jason Vorhees di
“Venerdì 13” e Freddy Krueger di “Nightmare”, non è di mia invenzione ma l'ho
ripreso dall'Almanacco della paura di Dylan Dog 2001.
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