La cravatta gli stringeva il collo, non lo lasciava respirare e da quando Shiro era morto lui aveva sempre caldo, l’aria non gli bastava, si sentiva perennemente soffocare.
Shiro… i suoi occhi, quando se ne andò. Come si spegnevano, mentre Rin usciva da quella melma che era la Porta di Gehenna.
E le lacrime. Gli impedivano di vedere gli ultimi momenti di vita di suo padre. La voce non aveva parole per descrivere la sua disperazione, voleva dirgli troppe cose tutte insieme: “sei stato un padre fantastico, ti voglio bene, non morire, hobisognodite, Padre!” e non ce l’aveva fatta.
Perché era un debole.
Era come aveva detto Yukio. Era tutta colpa sua.
Rimanere immobili… paralizzati.. non è un po’ come scappare?
Ecco perché si sentiva sempre a corto d’aria. Da quel momento, era come se avesse ancora le parole in bocca.
Pronte ad essere dette.
Ma mai pronunciate. |