In bianco e nero
∙ Nick Autore:
Lady Lynx
∙ Titolo:
In bianco e nero
∙ Pacchetto scelto:
All we are – One Republic
∙ Personaggi:
Severus Piton, Hermione Granger
∙ Genere: Sentimentale,
Missing Moment
∙ Rating: Verde
∙ Avvertimenti: One-Shot
∙ Introduzione:
Una gelateria nella periferia di Diagon Alley, un professore
combattuto, una studentessa testarda.
Dopo la morte di Albus Silente, tutto è destinato a
cambiare, anche le relazioni private.
Eppure c’è chi non vuole rinunciare a quel pizzico
di amore conquistato con una pozione e lotta per mantenerlo in un pezzo
di carta.
∙ NdA eventuali:
Si svolge nell’estate tra il Sesto e il Settimo Libro.
Le citazioni tradotte dalla canzone sono state inserite in corsivo.
Link al concorso:
http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/Ensnare-the-Senses-Snape-x-Granger-Contest/D10028996-4.html
“E’ finita, signorina Granger.”
Lo guardo, chiedendomi il perché di quelle parole e di
quell’appellativo. Lui non ha nessun diritto di parlarmi in
questo modo, dovrei essere io a liquidarlo con un “basta
così, professor Piton”, dopo tutto quello che
è successo. Invece no, come sempre mi anticipa, mi impedisce
di esprimermi come vorrei. Mi tarpa le ali.
“Severus, io so che non volevi farlo.”
“Ah, ma quanta improvvisa fiducia nel suo professore,
signorina Granger.”
La sua voce gronda sarcasmo, come il gelato che stringo convulsamente
in mano gronda gocce di sciroppo all’amarena. Tuttavia
quest’ultimo è dolce, a differenza di quella
frecciata maligna.
“Io ho sempre avuto fiducia in te, Severus.”
“La smetta di chiamarmi con il mio nome di battesimo,
signorina Granger. Non sono uno dei suoi familiari.”
“No, sei semplicemente la persona che
amo…”
Lo sussurro sovrappensiero, e immediatamente mi pento di averlo detto.
So che tra le nostre regole – le sue regole
– c’è quella di non dirsi mai
“ti amo” o sdolcinatezze affini; lui si
arrabbierà per questa mia infrazione e mi
pianterà in asso senza battere ciglio. Come se convincerlo a
venire qui non fosse stato già abbastanza difficile.
“Signorina Granger, sta oltrepassando i limiti.”
“Va bene, professor Piton”, replico allora,
infastidita da quella sua ricerca di una distanza che non ci appartiene
ormai da tempo immemore, “Come desidera. Mi dica, cosa
intende con ‘è
finita’?”
Si guarda attorno con fare circospetto, come se qualcuno a parte noi
potesse avere il coraggio di entrare in questa gelateria di bassa
qualità, ai confini di Diagon Alley, quando nella piazza
principale si trova il locale di Florian Fortebraccio. Sembra sentirsi
abbastanza sicuro, quando con un’occhiataccia spedisce il
proprietario nel retro bottega. Si passa una mano tra i capelli,
appiccicati alle tempie per il sudore e i vapori dell’ultima
pozione che ha preparato, tenta di guardare i passanti in strada
attraverso i vetri incrostati di polvere, ci rinuncia, mi punta addosso
due buchi neri.
“Credo di
poterti far soffrire senza che questo cambi quello che sei.
Devo chiederti un sacrificio.”
“Un altro?”
Una scheggia di esitazione passa nel suo sguardo, facendomi sentire
inadeguata. Non mi ha mai chiesto di fare qualcosa per motivi futili,
dietro i suoi consigli – i suoi ordini –
c’era sempre una ragione più che valida.
Appoggio la coppetta sul tavolo, abbasso lo sguardo sulle mie dita
macchiate di sciroppo rosso, appiccicose di qualcosa così
simile al sangue. Anche Severus sembra fare lo stesso collegamento e io
tento di distrarlo dai suoi malinconici pensieri leccandomi con
ostentazione le dita. Mi rimprovera con lo sguardo, ma almeno non si
crogiola nei sensi di colpa per aver ucciso Albus Silente.
“Tutti mi vedono come l’assassino di Albus, ora, e
Tu-Sai-Chi è convinto che io sia tornato dalla sua parte.
Questo non sarebbe credibile se scoprisse cosa ci lega.”
Sapevo che saremmo arrivati a questo punto: ho passato due settimane a
ripetermi che no, non ci saremmo lasciati per coprire uno dei tanti
piani del professor Silente e che sì, Severus avrebbe
trovato una soluzione per tenermi al suo fianco senza destare sospetti.
Fa così tanto male uscire dal mondo
dell’illusione, che quasi mi viene da piangere per la
frustrazione.
“Potrebbe non scoprirlo. Potrei dichiararmi neutrale, e a
quel punto stare vicina ad un Mangiamorte non sarebbe visto come
qualcosa di impensabile.”
“Non essere sciocca, Hermione. Se Tu-Sai-Chi non ti vedesse
schierata con Potter, come del resto tutti si aspettano, potrebbe avere
dei dubbi. E se tu ti presentassi come la mia fidanzata, non esiterebbe
un attimo ad entrare nella tua mente per scoprire cosa sta sotto a
questo cambiamento di rotta. Sarebbe la rovina dell’intero
Mondo Magico.”
Adesso sono io a sfuggire il suo sguardo, a tentare di vedere qualcosa
al di là di questi vetri così sporchi. Cerco di
scavare nella mia mente, nella mia tanto decantata intelligenza, per
trovare una soluzione a questo enorme problema; purtroppo,
però, i libri di scuola non danno suggerimenti su come
gestire le relazioni complicate, su come vivere l’amore dopo
lo scoppio di una guerra.
“Invece lasciarci sarebbe la rovina per noi.”
“Come puoi essere così…?”
Si blocca, a metà di quello sbottare spazientito. Forse
comprende su quale terreno si basino le mie obiezioni, forse un
po’ le condivide.
“Non si tratta
di rompere, e non moriremo per questo. E’ solo un momento
di… cambiamento.”
“Cambiamento, già.”
Lascio cadere la mia attenzione sulla sua coppetta limone e
fiordilatte, pervasa da un candore niveo, ormai completamente sciolta,
immangiabile. Due mosche zampettano sul liquido vischioso, forse decise
a banchettare con quella poltiglia.
“Resteremo sempre noi, qualunque cosa accada.”
So che pronunciare questa frase gli è costato una fatica
immane, ma non sono ancora convinta. Vorrei avere maggiori sicurezze,
scacciare il tarlo che mi ripete impietoso che in qualche modo lo
perderò definitivamente.
E poi guardo ancora quel gelato abbandonato, quel contrasto tra colori,
e mi viene in mente un altro dei motivi per cui l’ho
costretto a presentarsi a questo appuntamento.
Infila una mano sotto il tavolo, la fronte corrugata leggermente per
uno sforzo a me ignoto, per poi appoggiare sul piano di legno
appiccicoso un quadratino di carta – più
probabilmente un foglio di carta Babbana piegato alla bell’e
meglio.
La guardo con fare interrogativo, e lei spiega con lentezza quel suo
piccolo tesoro. Non appena vedo cosa contiene non posso fare a meno di
arricciare il naso: si tratta di un mio ritratto, orrendamente
realistico.
“Ho provato a
fare un disegno, ma forse i colori erano sbagliati. Il bianco e il nero
non ti donano, in fondo.”
Non so se sentirmi offeso o lusingato. Io sono sempre in bianco e nero,
con il mio volto pallido e i miei capelli scuri, e le sono andato bene
così fino ad adesso. Forse è solo una ripicca
infantile, la sua, perché pensa che io voglia troncare con
lei per mio esclusivo vantaggio. Ma non è così.
“Ti piace, Severus?”
“No.”
Adesso è lei ad essere offesa, nasconde il foglio sotto il
tavolo e lo accartoccia rumorosamente. Così rumorosamente
che il gelataio esce dal suo retrobottega per controllare cosa stia
succedendo, e solo con un’occhiata minacciosa riesco a farlo
ritornare alle sue faccende.
“E’ brutto?”
“Sì. Ma d’altronde io sono brutto,
quindi il mio ritratto non poteva godere di una sorte
migliore.”
Ed è questa consapevolezza del mio non essere come James
Potter o Sirius Black che dovrebbe convincerla del fatto che non la
lascerei mai andare se questo dipendesse da me. Lei è stata
l’ unica a vedere oltre la mia scorza dura, oltre la
copertina del libro.
“Oh, Severus…”
“Sai bene che è così, Hermione. Adesso
scusami, ma abbiamo oltrepassato lungamente il quarto d’ora
che mi avevi pregato di concederti.”
Mi alzo, faccio Evanescere la mia disgustosa coppetta di gelato con un
tocco di bacchetta, ma non riesco ad andarmene. Lei mi tiene inchiodato
al posto, scruta nella mia anima senza aver bisogno di un Incanto
Legilimens, e mi fa venire in mente un déjà-vu.
Come a volte, una pozione, possa cambiare la vita.
Era venuta da me una
settimana prima dei G.U.F.O., agitatissima per una pozione che le
veniva inspiegabilmente rosa confetto e non rosa antico. Trovavo
infantile il suo atteggiamento e petulante la sua voce che continuava a
snocciolare una serie di motivazioni senza senso per giustificare
quella sfumatura errata di colore. Così, per divertirmi un
po’ alle sue spalle, la costrinsi a rifare da capo
– naturalmente senza permetterle di controllare gli
ingredienti e le dosi – quella Pozione per Indurre Euforia
che tanto le creava difficoltà.
Alla fine, dopo aver
passato l’intero pomeriggio in mia compagnia come vittima
delle mie critiche pungenti, sembrava così depressa che
decisi di sperimentare il suo intruglio proprio su di lei.
E quando dopo un
rassegnato sorseggiare le sue labbra si erano aperte in un gioioso
sorriso, quando aveva iniziato a farneticare sul suo entusiasmo per
quel successo inaspettato, quando presa dagli effetti della pozione mi
aveva addirittura abbracciato, mi accorsi che esisteva
un’altra Granger.
La sentii
così simile a me per quella chioma scomposta e ispida, per
il suo viso pallido d’ansia, per il suo personaggio da Miss
So-tutto-io un po’ acida; quelle non erano altro che maschere
per coprire la sua vera essenza. Erano maschere come quelle che portavo
io.
Ed ero così
impaurito da quei pensieri che mi erano balenati per la testa, che
tentai di fuggire dandomi un contegno.
“Adesso mi
scusi, Signorina Granger, ma abbiamo oltrepassato lungamente il tempo
che mi aveva pregato di concederle.”
La stessa frase che
avrei poi usato in un pomeriggio di fine giugno, in una gelateria di
Diagon Alley.
E mi rispose uno sguardo
intenso, ineludibile.
Lo stesso che mi avrebbe
tenuto ancorato al pavimento di quella gelateria di Diagon Alley.
Quello che le permise di
saltellare, ancora sotto l’effetto della pozione, fino a me
per stamparmi un bacio rovente sulla guancia.
“Non te ne vai, Severus?”
“Sai bene il perché.”
So a cosa ha pensato, quando si è bloccato in quel modo a
guardarmi. Chissà se ancora mi porta rancore per quel bacio
da ragazzina che ha aperto la strada al nostro strano rapporto.
Chissà se anche lui mi ama e se non lo dice solo per
rispetto delle sue regole.
“Tu hai
cambiato giorno per giorno il mio modo di pensare. Non ti
permetterò di dimenticarti di me.”
“Anch’io non me lo permetterò.”
La sua replica breve, scarna, mi fa capire che l’emozione
stava per prendere il sopravvento. In qualche modo questo pensiero
egoista mi rincuora.
“Diciamoci
addio subito, è meglio così.”
“Tieni.”
Gli porgo il ritratto accartocciato, lui allunga esitante la mano e
infila quella pallottola sotto il suo mantello. Anche se non vuole
dirlo, sento che è lusingato dal mio gesto.
“Allora addio, Severus.”
“Addio, Hermione.”
Quando mi dà le spalle, il sesto senso dentro di me
sentenzia che mi sono bruciata l’ultima
opportunità di baciarlo – perché,
comunque vada, non lo rivedrò mai più e niente
tornerà mai come prima. Appena esce dal locale, provocando
uno scampanellio sopra la porta, il proprietario emerge dal
retrobottega con aria sollevata.
“Ah, finalmente se n’è
andato…”
Commenta con evidente soddisfazione, noncurante del fatto che io sia
ancora presente. Sembra non credere che io possa avere un rapporto di
affetto con l’individuo appena uscito.
“Già, finalmente.”
Mi alzo a mia volta e lascio un paio di Galeoni sul bancone costellato
di mosche, prima di uscire alla luce del sole.
Ricomincia il tempo del bluff, quello in cui l’unica
verità che si può mostrare è una
maschera di normalità. Monto un sorriso sereno, ma non
troppo, sulle mie labbra e sciolgo i capelli cespugliosi che avevo
raccolto in un morbido chignon per Severus.
Devo sbrigarmi, Harry e Ron mi aspettano tra cinque minuti da Florian
Fortebraccio.
Prima classificata - In
bianco e nero di Lady Lynx
•
Grammatica e forma: 9/10
Hai fatto qualche errore di punteggiatura, più che altro.
Ti faccio un esempio: “E’ finita,
signorina Granger.”
Il punto andrebbe dopo le virgolette, in questo modo: “E’
finita, signorina Granger”.
Oppure ancora: “Va bene, professor Piton”
replico allora... (dopo la chiusura di virgolette andrebbe
una virgola, così: “Va bene, professor
Piton”, replico allora).
Poi: ...infastidita da quella sua ricerca di una distanza che
non ci appartiene ormai da tempo immemore “Come desidera. Mi
dica, cosa intende con ‘è
finita’?” Era meglio inserire una virgola
dopo "immemore" e far partire il discorso diretto, o addirittura
concludere la frase con un punto e cominciarne un'altra.
E se tu ti presentassi come la mia fidanzata - non
si comincia mai una frase con "E"!
• Lessico e Stile: 8/10
Lo stile ti ha penalizzato un poco. La narrazione scorre fluida e senza
particolari intoppi (avrei preferito il passato remoto invece del
presente, è il tempo della narrazione per eccellenza.
Tuttavia l'utilizzo del presente non ti ha penalizzata), più
che altro ci sono alcune scelte di lessico che arrestano l'armonia
della lettura.
Mi spiego: Una scheggia di esitazione passa nel suo sguardo...
una scheggia lo avrebbe accecato, non credi? A parte gli scherzi, forse
è meglio una luce, scintilla d'esitazione.
...purtroppo, però, i libri di scuola non danno
suggerimenti su come gestire le relazioni complicate, su come vivere
l’amore dopo lo scoppio di una guerra. Purtroppo e
però non stanno bene insieme, poi scanditi da virgole...
Monto un sorriso sereno, ma non troppo, sulle mie labbra e
sciolgo i capelli cespugliosi...
Sembra che sia una costruzione di Lego, forse è meglio
esibisco un sorriso sereno o ancora meglio,
un sorriso sereno, ma non troppo, mi affiora sulle labbra.
...mi punta addosso due buchi neri. Non siamo nello
spazio e Severus non ha gli occhi bucati. Meglio due occhi scuri, o due
occhi neri, non trovi?
• Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Complimenti per la caratterizzazione, sono personaggi davvero difficili
da caratterizzare, figuriamoci insieme! Eppure li hai resi molto bene,
si vede che ti sei impegnata.
• Originalità: 5/5
Non ho niente da dire: l'intreccio con la canzone, il fatto che hai
utilizzato la traduzione per le parole del discorso, tutto perfetto.
• Utilizzo canzone: 5/5
Ottima, come ho scritto sopra.
• Utilizzo pacchetto: 5/5
L'utilizzo della pozione è stato ottimo, addirittura un
flashback (io amo i flashback, ti ha portato diversi punti in
gradimento personale). Brava.
• Gradimento personale: 9,5/10
Lo stile è buono, gli errori di grammatica sono pochi e non
gravi, l'intreccio dei vari elementi è perfetto. Il mio
gradimento personale è molto alto, brava.
Totale: 51,5/55.
Premio Miglior
Caratterizzazione - Lady Lynx
Premio Miglior Utilizzo
Pacchetto - Lady Lynx
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