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Buonasera.
Sono qui con una one-shot partorita in un paio d'ore, durante un
momento di noia. Non
credo sia un granché, ma avevo comunque voglia di
pubblicarla. Spero solo possa piacervi perchè la prima volta
che scrivo una OS su Edward e Bella. Ovviamente
non ritroverete gli stessi personaggi del libro, saranno leggermente
diversi. Buona
lettura e grazie a chiunque passerà di qui a leggermi.
Fall
in Love with the Enemy.
Parte 1.
****
Mi
infilai nella cintura due paletti di legno
e nascosi dentro al giubbotto di pelle il mio pugnale
d’argento. Chiusi la
porta di casa e uscii nel freddo pungente della notte.La
sera prima il Consiglio della città di Forks mi aveva
chiamato per una
riunione.Mio
padre era il capo della polizia e dopo i brutti avvenimenti successi
molti anni
prima decise – insieme ad altri uomini del paese –
di fondare questo “Consiglio
anti vampiro”. Il nome sembrava buffo, ma si trattava proprio
di questo.“Bella,
sono tornati in città i vampiri della famiglia Cullen. Tutti
noi sappiamo
quanto tu abbia voglia di vendicarti della morte di tua madre, ma ti
chiediamo
di essere prudente e di riflettere. La famiglia è numerosa e
sono molto
potenti. Sicuramente ti servirà
l’abilità che possiedi, di tenere sotto
controllo la tua mente, sappiamo da fonti certe che un membro della
famiglia ha
la capacità di leggere nella mente. Purtroppo non sappiamo
dirti dove trovarli
o se li incontrerai tutti insieme, per questo confidiamo nelle tue
abilità e
nella tua intelligenza.” Mentre il signor Clearwater, il
sindaco di Forks, mi
spiegava quello che succedeva nella mia piccola cittadina; mio padre
osservava
tutto e tutti seduto in un angolo della stanza, il viso preoccupato e
attento.Mio
padre Charlie, non apprezzava quello che facevo, ma avevo ereditato
tutto
questo da mia madre; ero stata allenata e preparata fin dalla
più tenera età e
purtroppo lui non aveva mai potuto impedire tutto ciò,
nonostante fosse
contrario e continuasse a litigare con mia madre quasi ogni giorno per
questa
‘passione’, lui si adeguò, ma non
accettò mai completamente quello che facevo con
tanto coraggio.“Stia
tranquillo sindaco, prima credo che li studierò un attimo.
Devo cercare di
capire dove si accampano e dove vanno a cacciare, dopo di che
potrò iniziare a
studiare un piano.” Dissi questo guardando più che
altro mio padre, che quando
finii la frase sospirò e si alzò per uscire.Tutti
gli altri membri del Consiglio si complimentarono e mi diedero coraggio
con
pacche sulle spalle e abbracci.Tutti
a Forks sapevano della presenza dei vampiri e di questo gruppo nato per
fronteggiare il problema, ma nessuno sapeva cosa organizzassimo durante
le
nostre riunioni segrete e tanto meno sapevano chi fossi io realmente.Solo
una persona oltre al Consiglio – e mio padre ovviamente
– sapevano di questo
mio ‘passatempo’. Angela, la mia migliore amica
dalle elementari, sapeva tutto
di me e anche questo era incluso nel pacchetto.Chiunque
volesse parlare di me o di quello che succedeva nel Consiglio doveva
essere
certo di rivelare questi segreti a persone fidate, ecco
perché prima di farlo
doveva parlarne con tutti noi e confrontarsi sulla decisione.Non
sembravo una cacciatrice di vampiri, ero minuta e non molto alta, ma
decisamente molto veloce e preparata. Sapevo come muovermi e cosa fare.
Mi
incamminai verso il bosco sperando di capire almeno quali fossero le
prede
preferite dei Cullen.Sentii
un rumore che mi fece balzare dentro una piccola buca del terreno. I
miei occhi
si muovevano frenetici cercando di tenere sotto controllo ogni parte
del bosco
– era buio e solo la luna donava la luce per poter scorgere
almeno le ombre –
le mie orecchie erano tese per poter sentire ogni minimo rumore; mi
concentrai
per chiudere in modo ermetico la mia mente, non sapevo quale membro
della
famiglia avrei potuto incontrare, ma quella era una precauzione che
dovevo
prendere se volevo mantenere almeno per un po’ il mio
nascondiglio.Chiusi
gli occhi per un secondo e annusai l’aria, un odore forte e
pungente di sangue
mi arrivò alle narici e fece partire i battiti del mio
cuore. Così mi avrebbero
sentito, dovevo calmarmi e tornare a ragionare.Sicuramente
si erano cibati e questo era il momento di uscire dal nascondiglio,
quando i vampiri
hanno la pancia piena sono leggermente più tranquilli e meno
all’erta.Con
passo felpato e veloce mi avvicinai sempre più a
quell’odore rugginoso, pochi
passi più avanti trovai un orso squarciato a metà
e una scia di sangue che
portava nel bosco più fitto.Mi hanno sentito, è
per questo che
hanno lasciato la loro cena a metà? Devo stare attenta
cazzo, soprattutto se
sono tutti insieme.Appena
tornai con i pensieri al mio obiettivo sentii un fruscio dietro di me,
un paio
di ciocche dei miei capelli si mossero.Mi
girai di scatto e mi trovai a pochi centimetri dal viso insanguinato di
un
vampiro decisamente grosso.Aveva
i capelli corti e gli occhi rosso rubino, un pezzo di carne
dell’orso penzolava
ancora fra le sue fauci; era una montagna in confronto a me, ma il suo
ringhio
profondo non mi smosse di un passo. Non
avevo paura, ero stata allenata e preparata a non provare timore di
fronte a
queste bestie. Rimasi a fissarlo per qualche secondo e poi lentamente
mossi una
mano verso il giubbotto. Volevo tagliare la testa a
quell’assassino e lo avrei
fatto prima o poi.Non
era il vampiro che aveva ucciso mia madre, quello lo avrei riconosciuto
a
chilometri di distanza.“Emmett,
vieni via. Lascia stare quella cacciatrice.” Una voce
dall’oscurità uscì come un
richiamo per quel vampiro.Emmett,
così si chiamava, scomparse nel giro di pochi attimi. Io mi
voltai nella
direzione in cui avevo sentito quella voce e vidi semplicemente
un’ombra in
piedi su un ramo alto di un albero.“Piccola,
ti conviene andartene e lasciarci in pace. Siamo troppi e troppo forti
per te.
Inoltre non mangiamo umani da almeno 4 anni. Non siamo noi quelli che
cerchi.”
La voce del vampiro sembrava provenire dall’oltretomba, era
roca e bassa, ma
chiaramente udibile.“Eh
certo, io dovrei crederti? Sarò piccola come dici tu, ma non
sono scema. Potete
essere anche venti, a me non interessa. So per certo che non andate in
giro
sempre insieme, dunque piano piano vi ucciderò
tutti.” Sentivo la rabbia salire
nelle mie mani, stringevo l’impugnatura del mio coltello con
tanta forza che
sentivo le nocche intorpidirsi, la mia voce era acuta, ma estremamente
decisa.Una
risata perfida risuonò nel silenzio della notte.
“Ah sei proprio simpatica e
divertente sai? Ci ucciderai tutti? Uuuuh che paura, buona caccia
piccoletta.”
Con quelle ultime parole e un piccolo fruscio anche quel vampiro
scomparse.Quella
notte non avrei ottenuto più niente, sapevano che ero
lì e che ero intenzionata
ad ucciderli, nonostante la sfacciataggine di quel vampiro ognuno di
loro
sapeva che non c’era da fidarsi di una cacciatrice di vampiri
in cerca di
vendetta.Mollai
la presa e lasciai scivolare il pugnale nel suo fodero. Mi incamminai
lentamente verso la strada illuminata della statale, ero decisamente
alterata;
non sopportavo essere chiamata piccoletta ed essere presa in giro
soprattutto
da un potenziale assassino di mia madre.Salii
in macchina e tornai a casa cercando di calmare il mio sangue che
ribolliva
nelle vene.Guidavo
cercando di incanalare la mia attenzione verso la musica, dovevo avere
la
possibilità di rilassarmi; sentii un tonfo sordo e di
conseguenza inchiodai in
mezzo alla strada deserta.“Che
cazzo è stato?” Pensavo di aver preso sotto un
animale del bosco, ma ovviamente
l’idea che i vampiri mi stessero seguendo si fece largo nella
mia mente.I
miei sensi si misero subito all’erta, non erano ampliati come
quelli di un
vampiro, ma erano molto allenati. Non
scesi dalla mia auto e abbassai la musica. I battiti del mio cuore si
regolarizzano e finalmente riuscii a mettere sotto controllo la mia
mente.“Ehi…”
Sentivo questa flebile voce, sembrava lontana, ma sapevo bene che il
vampiro
sarebbe potuto essere lì in una frazione di secondo.“Cosa
vuoi, pensi che fare lo stalker ti porterà da qualche
parte?” Dissi parlando
apparentemente al nulla.Un’altra
risata, uguale a quella di pochi minuti prima. “Lo stalker?
Beh io sono un vero
cacciatore e tu sei sicuramente la mia preda.” I vampiri
amavano l’odore del
panico e della paura, peccato che con me gli andasse male. Ero calma e
tranquilla seduta nella mia macchina a parlare con chissà
quale vampiro in
chissà quale posizione.“Ridi,
ridi… Quando ti staccherò la testa dal resto del
corpo e la brucerò non riderai
più tanto.” Dissi rimettendo in moto e ingranando
la marcia. Qualcosa bloccò la
mia auto, il baccano del motore su di giri e lo stridio delle mie gomme
coprivano qualsiasi altro rumore; decisi di mollare la presa. Spensi
l’auto e
sbuffai.“Se
mi dici cosa vuoi forse la facciamo finita. Se vuoi uccidermi fallo,
altrimenti
levati dalle palle.” Poteva sembrare assurdo che riuscissi a
parlare in quel
modo disinvolto – rischiando di far arrabbiare il vampiro
– ma ero stata in
quel ‘mondo’ da quando avevo 8 anni e ormai era
come fossero i miei compagni di
giochi.“Hai
ragione, adesso la facciamo finita.” Disse il vampiro, quando
mi voltai me lo
trovai a pochi centimetri da me, seduto comodamente sul sedile di
fianco al
mio. “Il tuo odore mi piace. Non sai di paura, ma il tuo
coraggio è molto
eccitante, sai piccoletta?” Di nuovo quel nomignolo, mosse
una mano verso il
mio viso e mi accarezzò i capelli.Non
lo avevo ancora guardato negli occhi e mi faceva schifo essere toccata
da un
mostro. Con estrema velocità presi un paletto dalla mia
cintura e lo conficcai
nella mano del vampiro, che urlò in modo disumano.
“Non azzardare a toccarmi.
Pensi che io sia un povero agnellino indifeso? Beh ti sbagli di
grosso.” Il mio
sguardo era di sfida, ed ora ero eccitata anch’io; amavo
vedere i vampiri
soffrire. Però qualcosa nei suoi occhi fece vacillare la mia
sicurezza. Erano
dorati e non rossi come quelli degli altri vampiri, possibile che fosse
un
‘buono’? Non volevo crederci, cercai di
concentrarmi di nuovo per distogliere
l’attenzione dai suoi occhi e rivolgerla solo al suo dolore
tramutato in ringhi
acuti.Stranamente
il mostro non reagì e dopo avergli perforato la mano una
seconda volta uscì
dall’auto e scomparve nel buio della notte, non disse niente;
non cercò di
mordermi o uccidermi. Semplicemente se ne andò. Ovviamente
non mi aspettavo una
non-reazione, di solito i vampiri erano molto vulnerabili e ci
mettevano poco a
perdere le staffe, soprattutto di fronte ad un’umana come me;
certo ero la
cacciatrice di vampiri, ma non pensavo proprio di far tutta questa
paura… No,
doveva esserci dell’altro.Un
sorrisetto compiaciuto apparve sulle mie labbra, per ora mi
accontentavo di
questo. La mia curiosità però mi creava dei
problemi in questi casi, non volevo
pensarci. Rimisi in moto e mi diressi verso casa. Non mi interessava
molto
essere seguita o meno, vivevo da sola appunto per questo.Quando
arrivai a casa mi rifugiai nella mia cantina per preparare un piano per
la
notte seguente, ma invece che pensare al piano mi ritrovai a pensare a
gli
occhi di quel vampiro.Anche
mentre lo infilzavo con il paletto, riusciva a mantenere una
certa… dolcezza…“Cosa?
Isabella Swan, sei impazzita? Non puoi pensare ad un vampiro con questi
termini, i vampiri non sono dolci. I vampiri ti mangiano come
dolce.” Scossi la
testa freneticamente cercando di scacciare quei pensieri.Sapevo
che esistevano vampiri in grado di ammaliarti per farti fare e pensare
tutto
quello che volevano, ma non era questo il caso; riuscivo a capire di
essere
ancora in possesso del mio corpo e della mia mente.I
miei sforzi erano vani, ritornavo sempre col pensiero a lui. I suoi
occhi, la
sua voce e soprattutto la sua mano sul mio viso.Conoscevo
molto bene i vampiri e quelli non erano comportamenti
‘normali’, sembrava ci
fosse una punta di umanità in lui, come se provasse emozioni
accanto a me.Continuai
a pensare a lui fino ad addormentarmi sulla poltrona della mia cantina.
Parte
2. ****
Alzai
il viso dal tavolo a cui ero appoggiata e sentii qualcosa appiccicato
alla mia
faccia.Intanto
che mi stropicciavo gli occhi staccai quel foglio dal mio viso e quando
lo misi
di fronte a me per guardarlo, mi venne quasi un infarto.Avevo
disegnato gli occhi di quel vampiro, non so quando. So solo che quegli
occhi
erano di fronte a me, ero riuscita a riportare lo stesso taglio, la
stessa
forza che avevano, ma soprattutto lo stesso colore, come fosse oro
liquido.Spalancai
gli occhi e aprii la bocca emettendo un urlo.“Non
è possibile. Ehi Bella svegliati, è un vampiro.
Un mostro. Un succhia sangue.
Quelli della sua specie hanno ammazzato tua madre.” Ero
paonazza in viso,
potevo capirlo dal calore che mi stava invadendo.La
vocina nel mio cervello rispose alla mia protesta, disarmando i miei
attacchi.“Certo i vampiri hanno
ammazzato tua
madre, ma non è stato lui. Lui è
diverso.”Mi
diedi un piccolo pugno in testa, dovevo fermare quel delirio. Non era
da me, io
non ero così. Ecco una cosa che mi faceva paura, questi
pensieri che correvano
veloci dentro di me, ma che andavano tutti nella stessa direzione. Quel
vampiro.“Devo
cercare di rivederlo e capire. Devo parlargli. Ma alla fine di tutto
devo
ucciderlo.” Non credevo nemmeno io a quell’ultima
parte della mia frase, le
forze per ucciderlo mancavano completamente, me ne rendevo conto anche
solo
guardando le mie mani che tremavano e il mio cuore che batteva un
po’ troppo
forte.“Ok,
adesso mi faccio una bella doccia e poi ritorno a ragionare…
Quegli occhi…
Aaaah basta… Quella voce…. Quel
tocco….” Mi buttai di nuovo sulla poltrona
prendendomi il viso fra le mani.“Sono
un caso perso, che mi succede?” Ero nel panico più
totale, avevo bisogno di
Angela.La
chiamai e per fortuna lei riuscì a calmarmi.
“Bella dai vai tranquilla. La tua
reazione è così solo perché
è la prima volta che ti capita un vampiro come lui.
Credo che parlargli ti farà rendere conto che non
è diverso da gli altri e
tutto tornerà semplice per te.” Continuammo
a parlare ancora un po’, poi rincuorata dalle sue parole di
cui mi convinsi,
volai a fare la doccia per poi andare alla centrale da mio padre.Ovviamente
non avrei raccontato di queste mie sensazioni a Capo Swan, gli avrei
spiegato
chi avevo incontrato, come e cosa avevo fatto; dopo di che lo avrei
portato
fuori a pranzo – nella sua tavola calda preferita –
proprio come una brava
figlia.Per
tutto il tempo mi sentivo spiata, capitava di continuo che mi giravo
sperando
di capire chi mi osservasse. Quando le mie sensazioni erano
così forti, sapevo
che non era la mia immaginazione a viaggiare, ma era la
realtà. Qualcuno mi
spiava e osservava.Pensai
subito ai suoi occhi, quell’oro liquido che scivolava verso
di me per
ammirarmi.“Bella,
cosa ti prende oggi? Ti vedo un po’ irrequieta.”
Chiese mio padre osservandomi
con sguardo apprensivo.“Niente
papà, tranquillo. Sto solo ripensando a quello che
farò stanotte.” Mi accorsi
solo in quel momento che con le gambe accavallate continuavo a muovermi
sulla
sedia e con le dita delle mani tamburellavo sul tavolo, mentre guardavo
fuori
dalla finestra della tavola calda.Adesso devo finirla. Neanche mi
fossi
innamorata dell’uomo più bello del mondo. Ma che
cazzo mi ha fatto? Non può
avermi ammaliato, ne sarei cosciente. Possibile che tutto questo lo
provochi la
mia mente? Devo tornare a pensare alla mia priorità e devo
farlo anche in
fretta.Riportai
in centrale mio padre e poi decisi di andare a fare un giro fra le
stradine
impervie del bosco di Forks.Volevo
assicurarmi che non ci fossero novità.Mi
ritrovai di fronte una villa che non avevo mai visto in vita mia ed io
ci ero
nata a Forks.“Ma
che cazz… Da dove arriva questa casa, è caduta
dal cielo?” Dissi mentre
parcheggiavo la macchina proprio di fronte al portico per entrare in
quella
villa.La
porta si aprì e ne uscì lo stesso vampiro della
notte prima, quell’Emmett. Mi
corse incontro, mi prese per la gola e mi attaccò al tronco
di un albero.“Stai
iniziando a girarmi intorno un po’ troppo spesso piccola
umana puzzolente.” Mi
disse ringhiando fra i denti aguzzi ben in vista.Ammetto
che con quello scatto e tenendomi stretta per la gola, la paura
iniziò a farsi
sentire. Un paio di brividi mi percorsero tutto il corpo, cercai di
deglutire
ma facevo fatica a causa della stretta di quel mostro.Avevo
solo un paletto con me, ero stata stupida a non portarmi armi; mi ero
distratta
e queste ne erano le conseguenze. Se continuavo così mi
sarei fatta ammazzare
per colpa di quel vampiro con gli occhi d’oro.Scalciando
colpii Emmett nelle parti basse, ma non ci fu nessuna reazione a parte
una
leggera stretta nella presa sul mio collo.“Ho
capito la lezione, adesso puoi lasciarmi.” Guardavo quel
vampiro negli occhi,
non vedevo niente se non sete.Cercai
di allungare una mano verso la cintura, ma quel gigante me la
bloccò, la prese
fra le labbra e la leccò.“Non
sei puzzolente come credevo, anzi sei succulenta.” Si
leccò le labbra fissando
le mie vene che continuavano a pulsare sangue a volontà.Si
avvicinò e con il naso si appoggiò fra il mio
petto e la gola, stava immobile
annusando la mia pelle.Sentii
la mia gola libera e non ero più sollevata da terra, mi
guardai attorno ed
Emmett era scomparso.“Lasciala
stare. Tutti ma non lei.” Queste furono le parole che sentii
a poca distanza,
quella voce era inconfondibile. Riuscivo già a riconoscerla,
era quella del
vampiro-occhi dorati.“Edward,
è un’umana. E’ un’ammazza
vampiri, lei ci uccide. Perché dovrei risparmiarla? E
poi è molto buona, banchetterei volentieri con
lei.” La voce di Emmett era
ancora eccitata, ma quella di…. Si chiamava
Edward….quella di Edward non
ammetteva repliche.“Lei
no Emmett. Vai a nutrirti dove ti pare, ma lascia stare quella
ragazza.”Ero
ancora appoggiata all’albero e mi accorsi che stavo
trattenendo il respiro.Perché
non voleva che Emmett mi facesse del male? Il mio cuore
iniziò a battere e i
miei pensieri si ingarbugliarono fra loro…No,
non TIENE a me. Semplicemente vuole che sia il suo pasto o vuole
trasformarmi,
chissà. Ma sicuramente i vampiri non si interessano degli
umani come persone di
cui prendersi cura.Il
mio viso era caldo e mi lasciai cadere ai piedi dell’albero,
ero incapace di
qualsiasi movimento. Sapevo solo che quella non ero io. Cosa mi aveva
fatto
quel vampiro?Sentii
qualcosa sfiorarmi un ginocchio, rannicchiato vicino al mio petto.Alzai
lo sguardo e me lo trovai di fronte.“Ehi,
tutto bene piccoletta? Dovresti cercare di respirare.” Mi
disse Edward
fissandomi con il suo sguardo ‘dolce’.Feci
come mi disse, cercai di respirare, l’unica cosa che riuscivo
a fare in quel
momento.“Ti
ha fatto del male quel pazzo? E’ mio fratello, ma deve
imparare ancora a
trattenersi. E’ molto vulnerabile quando si parla di sangue
umano.” Continuavo
a fissarlo, come se mi trovassi di fronte un Dio.Il
suo sguardo era interrogativo e cosa vedevo in quei occhi? Una punta di
preoccupazione forse? No, era impossibile.“Vuoi
che ti porto in casa? Mio padre è un dottore, un vero
dottore. Ti vedo molto
pallida e tremi.” Guardai il mio corpo e mi resi conto di
quello che stava per
succedere; avevo una paura tremenda.“Co-cosa
mi hai fatto? Cosa mi hai fatto?” Dissi fra i denti.Lui
mi guardò ancora più perplesso. “Io non
ti ho fatto niente. Ieri quando ci
siamo visti per la prima volta, volevo divertirmi un po’; poi
mi sono reso
conto che non eri la persona giusta.”Mi
vidi riflessa nei suoi occhi e in quel preciso istante mi si
aprì un nuovo
mondo. Mi sentivo legata a lui come gli fossi sempre appartenuta, come
se il
mio cuore dovesse battere al posto del suo, come se la mia anima stesse
andando
a prendere la sua all’inferno per riportarla vicino a lui.Il
mio corpo si mosse contro ogni mia volontà e mi ritrovai fra
le sue braccia,
con il viso affondato nel suo collo mentre respiravo il suo profumo.
Sentivo il
mio cuore che sfondava la gabbia toracica da quanto batteva forte.
“Cosa mi
succede? Tu sei un vampiro, tu sei un mostro. Tu non sei umano, non
posso
provare tutto questo per te è contro natura.”“Perché
è contro natura? Cosa te lo impedisce? Se avessi
anch’io un cuore, adesso
farebbe compagnia al tuo. E’ vero non sono umano, ma sono
anni che mi impegno a
cercare di tornare ad assomigliare al ‘vecchio
Edward’. Se tu avessi voglia di
darmi una possibilità potrei fartelo vedere, devi fidarti di
me. Puoi farlo?”Prese
una mia mano e l’appoggiò sul suo viso, era
freddo, ma la sua pelle era
vellutata, con il pollice lo accarezzai e di nuovo persi i miei occhi
dentro ai
suoi.Tutto
questo andava contro tutto quello in cui avevo sempre creduto, tutto
quello per
cui avevo sempre lottato; ma nonostante questo ogni singola cellula del
mio
corpo, ogni battito del mio cuore ed ogni pensiero della mia mente mi
spingevano a fidarmi di lui.Volevo
donare amore, ma non avrei mai immaginato di donare tutto il mio cuore
ad un
vampiro.Mi
persi ancora in quell’oro liquido. Edward mi aiutò
ad alzarmi e mi tese una
mano. “Vorrei farti vedere un posto carino in cui vado spesso
a pensare. Ti
va?” La sua mano tesa era un invito irrinunciabile per me.Lo
fissai e presi fra le mani il mio fedele compagno di lotta, il paletto
di
legno. Lo guardai e me lo rigirai fra le mani. Alzai di nuovo lo
sguardo su
Edward, lui era lì fisso di fronte a me che mi osservava,
non aveva paura e
nessun rimorso.Guardai
quel pezzo di legno per l’ultima volta e poi lo lanciai
lontano da me.Per
come ero stata cresciuta io, ora – senza quel paletto
– era come se fossi nuda
di fronte a lui, senza protezioni.Allungai
la mia mano e gli sorrisi, lui ricambiò e il paradiso in
confronto era vuoto e
anonimo.Il
suo sorriso e i suoi occhi accompagnarono i battiti del mio cuore e il
mio
respiro.Prese
la mia mano e la strinse con dolcezza.“Mi
fido, voglio fidarmi. Non posso farne a meno.” Gli dissi con
il cuore in mano
che batteva solo per lui.
E’
possibile che due anime fatte per stare insieme siano così
tanto diverse, ma
nel contempo così compatibili? Avevo trovato il mio posto
nel mondo, ed era di
fianco a lui. Ero inevitabilmente sua e lui era totalmente mio, me lo
dicevano
i suoi occhi.