Disclaimers:
Glee appartiene a Ryan Murphy e alla Fox. Io scrivo fic per puro
diletto e non ci guadagno nulla tranne gli scleri :) Le canzoni
presenti sono “Scivoli di nuovo” e “Il sole esiste
per tutti”, entrambe di Tiziano Ferro.
Note:
Dave Karofsky dalla prima stagione in poi, sperando di aver reso
decentemente il personaggio. Ci risentiamo in fondo!
Conti ferito le cose
che non sono andate come volevi
temendo sempre e solo
di apparire peggiore
di ciò che sai
realmente di essere.
Ti aggiri per i corridoi
della scuola e per la prima volta da quando hai cominciato il liceo
la gente si scansa al tuo passaggio. Strano come uno stupido
bicchiere di granita possa cambiare le cose. Sorridi, ti diverti a
minacciare un paio degli sfigati che incroci fingendo di lanciarla
contro di loro. La cosa ti dà una strana soddisfazione. Eppure
ricordi ancora la sensazione, il ghiaccio che cola su pelle, capelli,
vestiti, l'umiliazione. In fondo chi non si becca una granita al
primo anno di liceo? Bisogna essere delle star per scamparla, e tu
non lo sei. Sei solamente David Karofsky, un ragazzo normale, voti
normali, nessuna qualità particolare, giochi a Hockey per
irrobustirti un po' e quello funziona, rispetto all'anno scorso ti
sei alzato e hai messo su un po' di muscoli. Non sei così
perdente da beccarti un lancio a settimana. Che importa, non è
certo l'unica arma con cui i ragazzi possono colpire. Eccolo lì,
Finn Hudson. Con la sua fidanzatina perfetta e incinta. Stringi un
po' di più la presa attorno al bicchiere e il tuo sorriso si
allarga. Hudson non è tipo da granita. Già al primo
anno era titolare nella squadra di football, sempre nel giro giusto,
sempre circondato da ragazze, alto e bello. Hai davanti la sua faccia
mentre ride di te per i brufoli insieme ai suoi amici. Ora sei tu a
ridere mentre lo colpisci in piena faccia. Reagisce, ma la cosa non
fa che renderti ancora più euforico. Oh, perché non ci
ha pensato prima? Così è molto più semplice, il
liceo sembra quasi un bel posto ora. Te ne vai ghignando, ci hai
preso gusto. Stai già pensando a quando riempirai di granita
quell'altro sbruffone di Noah Puckerman.
Conti precisi per
ricordare quanti sguardi hai evitato
e quante le parole che
non hai pronunciato
per non rischiare di
deludere
Ora è il suo
momento, la sua occasione. Quelle granite sono state il primo passo.
Alcuni hanno apprezzato parecchio, anche tra i giocatori di Football.
Azimio Adams si complimenta con te per i lanci e i men che non si
dica ti ritrovi a sfottere un po' di sfigati assieme a lui. E'
divertente, non credevi che stare dall'altra parte della barricata
fosse così. Attaccare invece di essere vittima, deridere per
non essere deriso, umiliare per ignorare le tue paure. Piuttosto
semplice, in fondo. Decidi di mollare la squadra di Hockey. Ti piace,
ma è uno sport da perdenti, si sa. Molto meglio il Football,
anche se la stagione è quasi finita. Ma tanto a chi frega,
visti i risultati della squadra, praticamente disastrosi. Incolpi
quell'idiota di Hudson per questo, naturalmente. Lo fanno tutti i
ragazzi che frequenti ora. Ovviamente lo sai che Finn non è
male come quaterback e che la loro potrebbe essere una squadra
decente con qualsiasi altro allenatore, Ken Tanaka non è
proprio il migliore sulla piazza. Così però è
più facile. Ti senti più leggero quando torni a casa
con la tua solita tranquilla sufficienza e tuo padre ti sorride come
se la tua pagella presentasse una sfilza di “A”. Abbozzi
un sorriso quando tua madre ti chiede per l'ennesima volta come mai
un bel ragazzone come te non ha ancora una fidanzatina. A dire il
vero le ragazze non ti fanno né caldo né freddo, ma
non te ne preoccupi.
La casa, l'intera
giornata,
il viaggio che hai
fatto per sentirti più sicuro,
più vicino a te
stesso,
ma non basta, non basta
mai
Tu e Azimio camminate
ridendo per il corridoio. Avete appena colorato di pennarello la
faccia di Hudson, ora si che è pronto per l'annuario dei
damerini sfigati. Fare il gradasso ti riesce stranamente bene. In
fondo basta essere bravi a trovare i punti deboli di una persona e
accanirsi su quelli. E tu sei un maestro in questo, no? Quanta
pratica hai fatto su te stesso? Tutte quelle mattine a squadrare quel
riflesso sul vetro, tutte le volte che guardavi la tua camera
convinto che un estraneo l'avrebbe trovata da vero sfigato, quelle
piccole cose che eviti di dire a scuola come la passione per il
modellismo e i tuoi cantanti preferiti. Se nessuno ti conosce davvero
non possono farti del male, non possono fare quello che fai tu agli
altri. Quando torni a casa, la sera, tiri un sospiro di sollievo. Sei
sopravvissuto a un altro giorno, sei riuscito a farti rispettare di
nuovo. E' stato davvero divertente decorare la foto di quei perdenti
canterini del Glee. Eri in prima fila anche stavolta, a fare bravate
con i tuoi nuovi amici. Fai una smorfia allo specchio. Amici. Ma se
non sanno praticamente niente di te, come fai a definirli così?
A loro piace la tua versione da scuola, non quello che diventi appena
torni in camera tua. Quanti Dave Karofsky esistono?
Scivoli di nuovo
e ancora come tu fossi
una mattina
da vestire e da coprire
Gli sfigati sono tutti
contenti per aver vinto una stupida gara. Normale che ti venga il
desiderio di cancellare la soddisfazione dai loro volti con una bella
granita. Che avranno poi da essere felici, non lo capisci. Sempre
presi di mira, presi in giro da tutti, maltrattati. Eppure girano per
i corridoi a testa alta, nonostante tutto. Più li guardi e più
ti arrabbi, anche se non capisci perché. Non importa, sai solo
che fare il bullo e ricacciarli al loro posto zittisce per un attimo
tutto il casino che hai in testa. Per un attimo.
Per non vergognarti
scivoli di nuovo e
ancora
come se non aspettassi
altro
che sorprendere le
facce
distratte e troppo
assenti
per capire i tuoi
silenzi
Alle volte ti viene da
urlare. Senza motivo. Guardi tuo padre seduto in salotto a leggere il
giornale e tua madre in cucina a lavare i piatti e vorresti solamente
alzarti dal divano e urlargli contro. Chiedergli se davvero non si
accorgono di cosa stai diventando, dire loro di come terrorizzi certi
ragazzi a scuola. Urlare i tuoi pensieri, ansie, paure, quei dubbi
che premono dentro di te e a cui non vuole nemmeno dare un nome
perché sarebbe davvero troppo, troppo da sopportare. Vorresti
sapere se la tua vita sarà tutta così, continuare a
nascondersi e attaccare per sopravvivere. Ovviamente non lo fai, non
lo farai mai. Sei un ragazzo obbediente, l'ennesima versione di te
stesso, la maschera che indossi per la tua famiglia.
C'è un mondo di
intenti
dietro gli occhi
trasparenti
Che chiudi un po'
Poi un giorno Kurt Hummel
arriva a scuola con le sue amiche sfigate, tutti vestiti con i
costumi più improbabili mai visti.
Ovviamente sai bene chi è
Hummel, quel ragazzino praticamente ha tatuato in fronte “sono
un finocchio” fin dal primo anno. Nella catena alimentare del
liceo, quelli come lui sono proprio in fondo alla piramide. A nessuno
importa di Kurt Hummel, tutti lo prendono regolarmente in giro.
Puckerman, Hudson e gli altri atleti erano soliti fargli iniziare la
giornata con un salutare tuffo tra i rifiuti, prima di unirsi al gay
club. Eppure lui non ha mai perso la sua aria da snob con la puzza
sotto il naso, non ha mai smesso di squadrare tutti dall'alto in
basso, nonostante sia un nanerottolo con un muso da dodicenne.
Kurt Hummel ti fa
arrabbiare più di tutti. Hai perso il conto dei vestiti che
gli hai rovinato a forza di granite, eppure arriva ogni giorno a
scuola con completi sempre più stravaganti. Lo avete insultato
fino a sgolarvi, ma lui ogni volta semplicemente non ascolta e tira
dritto. E ora eccolo, vestito con quella specie di coso azzurro e la
parrucca, in compagnia della cinese del Glee. Ti scambi un sorrisetto
con Azimio, poi rifilate a quei due fenomeni da circo una decisa
spinta contro gli armadietti. La fatina ha perfino il coraggio di
rispondere e reagire. Quando ti volti verso di lui a muso duro
incroci quegli occhi chiari. Resti per un secondo a fissarlo, non
ascolti nemmeno Azimio mentre spara qualche insulto dei suoi. Per un
attimo ti blocchi su quegli occhi. Fieri, fiammeggianti, privi di
paura. Perché non ha paura di te? Lo hai appena spinto e
invece di essere spaventato ti guarda come se avesse lui il
controllo. Neanche quel ridicolo costume riesce a rovinargli
l'effetto. Ed è cresciuto, vero? Ad inizio anno non era così
alto e aveva ancora un visetto da bambino. Da dove arriva quello
sguardo fiero? Spari qualche cattiveria pure tu, riesci perfino ad
avere l'ultima parola e ti allontani scambiandoti un cinque con
Azimio. Eppure hai la sensazione di aver perso lo scontro.
Girano per giorni con quei
stupidi costumi, Hummel ha perfino riparato il suo dopo la sonora
ripassata che gli avete rifilato quando lo avete rivisto vestito da
Gaga. Azimio propone di far capire chi comanda a tutti quei fenomeni
da circo. O meglio, a quelli che proprio non sopporta, ma questo non
lo commenti ad alta voce. Maltrattate Finn quando lo beccate in bagno
a truccarsi, ma non alzate un dito contro Puckerman, vero? Quinn
Fabray sarà pure caduta in disgrazia e incinta, ma ha pur
sempre un bel faccino. Non dite niente a Santana Lopez e alla sua
tutina nera aderente, non ci pensate nemmeno di fare qualcosa
alla Pierce anche se, per la miseria, ha un'aragosta argentata in
testa! Lasciate perfino in pace la Berry quando si presenta con quel
vestitino sexy.
Ma non Kurt Hummel.
Non lo sopporti, ti stanca
davvero la vista, ti fa venire una rabbia...
Lo spintoni contro la
finestra, pronto a suonargliele. Due contro uno, a nessuno importa se
non è leale. Piange finalmente, ma la cosa non ti dà il
sollievo che pensavi. Non è piegato, non è ancora
sconfitto. Poi arrivano tutti gli sfigati al completo e battete in
ritirata.
Quella sera sei steso a
letto, ascoltando musica, e ripensi a quegli occhi. Dovresti essere
tu il più forte tra i due, ma il tuo sguardo non esprime un
briciolo di quel coraggio. Lo sai, ti conosci. Scaraventi un cuscino
a terra in uno scatto d'ira, ripensando a Finn Hudson avvolto in
quella plastica rossa per aiutare Hummel. E sai bene che quello che
provi non è rabbia o disgusto, ma una bruciante invidia.
Nessuno sarebbe disposto a
fare una cosa simile per te.
Torni a sentire
gli spigoli di quel
coraggio mancato
che rendono in un
attimo
il tuo sguardo più
basso
e i tuoi pensieri
invisibili
Le cose non sono cambiate
dopo l'estate, anzi ti sei incattivito. Ricominci subito a trattare
gli sfigati come meritano, fai capire al nuovo arrivato come
funzionano le cose al McKinley, ti fai rispettare anche più di
prima.
E ricominci a tormentare
Hummel.
Quella fatina fastidiosa
ti fa prudere le mani ogni volta, ti irrita terribilmente. Come si
permette di girare per la scuola con quell'aria sicura? Come se lui
fosse nel giusto? Continua a sbatterti in faccia quel coraggio e non
ti piace. Lo vuoi sfiancare, distruggere, vuoi farlo diventare come
te. Fargli provare la tua paura, fargli sentire il panico che ti
attanaglia sempre più stesso. Vuoi abbassare quegli occhi
chiari. Una spallata e lo senti scontrarsi con gli armadietti. Quel
suono ti trapana il cervello.
Torni a contare i
giorni
che sapevi non ti sanno
aspettare
hai chiuso troppe porte
per poterle riaprire
devi abbracciare ciò
che non hai più
L'ennesimo spintone,
l'ennesimo livido che gli lasci. Tiri dritto verso gli spogliatoi,
facendo finta di niente. L'hai colpito anche più forte del
solito, però quel sorrisetto al cellulare era troppo da
sopportare. La porta dietro di te si spalanca. Nascondi la sorpresa
quando la fatina entra e inizia ad affrontarti con rabbia. Cerchi di
ignorarlo, ma continua a sbraitare. Gli rispondi male, ma lui non la
smette. Sbatti l'armadietto per spaventarlo, ma non indietreggia.
Ecco di nuovo quegli occhi, accesi dalla rabbia. Siete praticamente
faccia a faccia, mentre Hummel continua a sputare insulti. E sono
delle vere stilettate. Non mi piaci, non mi piaci, non mi piaci.
Non pensi a niente, vuoi
solo chiudergli la bocca. Un attimo dopo lo stai baciando. Gli tieni
fermo il viso e tocchi la pelle morbida delle guance, senti il sapore
dolce delle sue labbra sulle tue, hai per un attimo il suo profumo
addosso. Un battito di ciglia di perfezione, niente più. Ti
stacchi e lui ti fissa sconvolto. Fai per riavvicinarti ma lui ti
respinge, ti spintona indietro con tutta la forza che ha in quelle
braccia sottili.
Ecco, adesso c'è
paura e confusione nei suoi occhi, ce l'hai fatta. Ci sei riuscito.
Ti odi ancora di più
per questo.
Batti i pugni con rabbia e
te ne vai di corsa, con ancora la sensazione di quelle labbra dolci
addosso. Si, ti sei fatto un paio di Cheerleader, non quelle di primo
livello come la Fabray o la Lopez, ma comunque sei un atleta e attiri
le ragazze. Ma non hai ancora conosciuto nessuna in grado di farti
sentire qualcosa. Non come adesso, tremi così tanto che quasi
non riesci a mettere in moto la macchina.
A casa ti chiudi in
camera, dando un paio di rispostacce a tua madre e ben deciso a non
scendere per cena, tanto hai lo stomaco chiuso.
Ti butti sul materasso,
stringi i denti per trattenere le lacrime. Ripensi agli occhi
spaventati di Kurt e hai solo voglia di spaccare qualcosa. Qualsiasi
cosa. O qualcuno.
La casa, i vestiti, la
festa,
ed il tuo sorriso
trattenuto e dopo esploso
per volerti meno male,
ma non basta, non basta
mai
Quando la fatina viene a
cercarti, ringrazi quasi che si sia portato dietro quel coso con le
sopracciglia a triangolo. Quasi, è più facile non
doverlo affrontare da solo, la prima volta. Riesci benissimo a fare
lo sbruffone con chi non ti conosce. Quasi, perché poi viene
fuori che il tipo sa tutto. Kurt gliel'ha detto. Lo minacci per bene
e te ne vai, in preda al panico.
Chi altri lo sa? La
notizia sta già girando? Cosa sta raccontando agli altri su di
te?
Sei più
intrattabile del solito per giorni. Tua mamma si lamenta ma lei non
sa, non sa cosa ti passa per la testa.
Alla fine fai l'unica cosa
che ti viene in mente, quello in cui riesci meglio. Spaventare e
minacciare.
- Io ti ammazzo.-
L'hai sibilato a bassa
voce, con odio. E dici sul serio in quel momento. Non puoi permettere
che questa cosa salti fuori. Non lo sopporteresti. Tu non hai gli
occhi pieni di coraggio di Kurt.
Scivoli di nuovo
e ancora come tu fossi
una mattina
da vestire e da coprire
Non riesci nemmeno a
guardare in faccia tuo padre mentre tornate a casa. Ti hanno appena
espulso da scuola. Con la testa sei ancora nell'ufficio della
Sylvester a negare l'evidenza.
Kurt non ha detto niente
del bacio, neanche in quel momento. Ancora ti chiedi perché,
visto quanto avrebbe potuto metterti ancora di più nei casini.
Tuo padre cerca di
parlarti, di capire cosa ti è preso, di aprire una breccia.
Non lo vuoi ascoltare, non vuoi ascoltare nessuno.
Dopo un paio di giorni il
Consiglio Scolastico revoca la tua espulsione. Chissà se ne
sei felice.
Quello che sai per certo è
che quando torni a scuola la fatina se n'è andata.
Per non vergognarti
scivoli di nuovo e
ancora
come se non aspettassi
altro
che sorprendere le
facce
distratte e troppo
assenti
per capire i tuoi
silenzi
Sei sempre lo stesso
bastardo di prima. Anzi, ora sei ancora più figo, hai fatto a
botte in spogliatoio e hai fatto andar via quella checca di Hummel.
Dovresti essere contento.
Dovresti. Mezza squadra di Football è nel Glee e non ti
rivolgono la parola. Puckerman, Noah Puckerman cazzo, ti ha messo in
cima alla lista nera e ti avrebbe già pestato se non fosse per
il riformatorio. Tutto per Kurt, lo stesso ragazzo che fino all'anno
prima si divertiva a trattare da immondizia e a cui ha imparato a
voler bene fino al punto da ammettere la sua mancanza davanti a tutta
la squadra. Non lo sopporti proprio.
Forse è per questo
che punzecchi Hudson ancora più di prima, in fondo ora lui e
Hummel sono fratelli.
Le cose vanno peggiorando,
tanto che la Beiste vi fa unire al Glee Club. Al Glee Club! E quel
pazzo di Schuester se ne viene perfino fuori con l'idea di sostituire
le Cheerleader nell'intervallo.
A dire il vero Michael
Jackson ti piace. Non riesci a trattenere uno sguardo interessato
mentre spiega il perché ha scelto “Thriller” per
l'esibizione. Per non parlare di quando ti prende da parte dopo le
prove da zombie. Sei pronto per l'ennesima ramanzina, invece
praticamente ti fa i complimenti. Non te lo aspetti, non sai neanche
come reagire. Forse è per questo che vai da Hudson e per una
volta ci parli civilmente. E il numero è davvero forte.
Strano, per un po' ti
senti davvero leggero. Leggero come mai, neanche fare il bullo per i
corridoi ti dava tanta soddisfazione. Povero illuso. I giocatori di
Hockey arrivano a ricordarti qual è la realtà a suon di
granite. Sei il primo a mandare a quel paese il Glee e la squadra,
gli altri ti seguono. Hudson ti parla, e per un attimo desideri quasi
potergli dare retta. Ma non funziona così, tu vuoi camminare
per quei corridoi a testa alta, non come lo zimbello di tutti. Li hai
ingannati così bene fino a quel momento, non puoi certo
fermarti ora.
Guardare la finale da
fuori è una tortura. E ci sono ragazze in campo, ragazze! A
parte la Zizes, stanno rischiando la faccia e l'osso del collo per
amicizia. Tu e i tuoi compari invece ve ne state in tribuna per paura
di qualche granita di troppo.
In questa mattina
grigia
in questa casa che ora
è veramente solo mia
riconosco che sei
l'unica persona che conosca
che incontrando una
persona la conosce
e guardandola le parla
per la prima volta
concedendosi una vera
lunga sosta
Te ne stai andando dal
campo a testa bassa. Puckerman ha convinto tutti gli altri a
truccarsi da zombie e fare l'esibizione. Tu no, non hai voluto. Non
ce l'hai fatta, sei rimasto in quello spogliatoio da solo a chiederti
perché ogni volta è così difficile fare anche
solo un piccolo passo.
Alzi gli occhi alle prime
note della banda, poi Santana Lopez inizia a cantare. E' davvero
emozionante, visto da fuori. Ti fermi, e senza accorgertene ti
ritrovi a tenere il tempo, a ripassare mentalmente i tuoi passi. Ti
volti verso il pubblico, entusiasta, poi riporti gli occhi
sull'esibizione, desiderando ardentemente di esserci, di poterne fare
parte. E forse puoi, ci sono anche gli altri, non ti rovinerà.
Forse, forse...
Ti scappa un sorriso, così
spontaneo che neanche te ne accorgi, mentre indossi la tua maglia e
corri a unirti alla tua squadra. Hudson ti batte il cinque mentre ti
metti in posizione e ti fai trascinare dalla musica. Ed è
esaltante, ti senti bene come non ti succedeva da mesi, ti senti
libero. Ed è bello quando alla fine i tuoi amici ti sommergono
di abbracci e pacche sulle spalle. Tornate tutti in campo nel secondo
tempo, davvero uniti per una volta, una vera squadra. E vincete,
vincete il campionato!
Ce l'hai fatta, finalmente
ci sei, sei arrivato in cima!
Ora giri per i corridoi e
tutti ti guardano con ammirazione. E' una strana sensazione, quella
di essere al vertice della piramide. E' esaltante. Tutti i tuoi
problemi sembrano essersi dissolti.
Poi Hudson viene da te e
inizia blaterare di andare alla Dalton con lui per scusarsi con la
fatina. Lo guardi e in un attimo il panico riaffiora.
Scusarsi con Kurt, far
ritornare Kurt. Kurt che era in tribuna ad applaudire suo fratello e
i suoi amici mentre tu conoscevi per la prima volta la gloria.
Non lo puoi fare
ovviamente, non lo vuoi fare. Lo metti bene in chiaro a Finn prima di
piantarlo in asso in mezzo al corridoio. Ora devi lavorare per
mantenere il tuo status, i passi falsi non sono ammessi quando sei al
top.
Eppure ci vogliono giorni
prima di levarti dalla testa la scena di te che chiedi scusa. Chissà
cosa vedresti in quel caso negli occhi azzurri di Kurt.
Non riesci neanche a
immaginarlo.
C'è un mondo di
intenti
dietro gli occhi
trasparenti
che chiudi un po'
Cammini agitato per i
corridoi. Non ci puoi credere, non può essere. Non quando
finalmente le cose vanno meglio. Almeno a scuola, neghi sempre a te
stesso le lacrime silenziose che versi la notte, così è
più facile ignorarle. Ti limiti a trascinarti nella tua solita
routine per inerzia. Hai assaggiato per un solo attimo come potrebbe
essere senza tutte quelle paure ad ancorarti, per poi tornare al
punto di partenza. Ormai fai il bullo solo perché non riesci a
deciderti ad imboccare un'altra strada.
Poi d'un tratto te lo
ritrovi davanti. Kurt non è cambiato per niente da quando ha
lasciato il McKinley. Forse si è alzato un po'. E si è
pettinato con cura quella sera.
Da quando noti certe cose
di Kurt Hummel?
Squadri con disappunto il
nano tutto sopracciglia che lo accompagna anche stavolta. Ti viene
un'inspiegabile voglia di prenderlo a pugni solo a vedere la sua
faccia. O forse è il fatto che sta girando per i corridoi con
la fatina da bravo fidanzatino qual è. Sei nervoso, neanche
sai perché ti sei messo a cercarli dopo che hai sentito un
paio di ragazzi dell'hockey commentare “quella coppia di
finocchi”. Forse volevi solo vederlo, sapere come ti avrebbe
guardato adesso. L'ultima volta c'era terrore e sconfitta nel suo
sguardo. Ora è sorpreso e guardingo, ma non mostra paura. Si è
rialzato di nuovo. La rispostaccia che gli rifili, condita da
insulti, ti viene così spontanea che quasi non te ne accorgi.
Ti rendi benissimo conto di quello che fai invece quando il nano ti
rinfaccia di non poter negare la verità anche a loro. Quale
verità? Cosa cazzo ne sa lui di come ti senti? Vi spintonate
con violenza finché non arriva Santana Lopez a dividervi.
Ecco, forse tirarle quella granita non era stata una grande idea. Ti
becchi una scamionata di insulti e minacce dall'ispanica prima di
andartene. Restare a fare l'idiota non servirebbe a niente. Non
riuscirai mai a piegarlo. Non sarai mai forte come Kurt.
Una sosta dai concetti
e i preconcetti
una sosta dalla prima
impressione
che rischiando di
sbagliare
prova a chiedersi per
prima
cosa sia quella persona
veramente
potrò mai
volerle bene
Sapevi che non dovevi
accettare quell'invito al Lima Bean da Santana. Ma quando una ragazza
del genere ti chiede di uscire un atleta come te non si tira certo
indietro. E poi un appuntamento con una delle tipe più fighe
della scuola aumenterà ancora la tua popolarità, questo
pensi. Beh, certo, non avevi considerato il folle trabocchetto teso
ai tuoi danni da quella diavolessa. Diavolessa lesbica tra l'altro,
ancora non puoi crederci. L'idea della coppia di copertura non è
male, in fondo. Anche se parlare di ricatto sarebbe più
appropriato a questo punto. E' quando ti spiega il resto del piano
che ti blocchi e resti a bocca aperta. Non sai se sei in grado di
farlo.
Chiedere scusa può
essere dannatamente difficile.
Tu che pensi solamente
spinta dall'affetto
e non ne vuoi sapere di
battaglie d'odio di ripicche e di rancore
Ti agiti nervosamente sul
divano mentre gli adulti escono dalla stanza, lasciandovi soli come
ha chiesto Kurt, seduto di fronte a te con la sua consueta eleganza.
Non ti guarda, sembra concentrato a riflettere.
Se credevi che fare
ammenda davanti a tutto il club di sfigati e girare per la scuola
vestito con un ridicolo basco rosso in testa fosse stato difficile,
beh ti sbagliavi. Era niente a confronto di come ti senti ora, da
solo nell'ufficio del preside con il ragazzo che hai tormentato per
mesi, baciato, cacciato da scuola e ammirato in segreto. Neanche fai
caso alle occhiate ansiose di tuo padre e degli altri dalle porte a
vetri, hai ascoltato appena i loro discorsi prima. L'unica persona
che vuoi sentire è seduta di fronte a te. E visto che Hummel
non è stupido, ti costringe praticamente a smascherare quella
mezza commedia. Vorresti riuscire a dirgli tutto, di quanto
effettivamente ti dispiace, di quello che pensi sul serio. Invece non
riesci ad evitare di reagire con paura quando Kurt minaccia di dire a
tutti la verità, anche se in fondo sai bene che non lo farà.
Lo hai capito ormai, quanto quel ragazzo è migliore di te e di
qualsiasi altra persona che conosci. Kurt è fermo e deciso
mentre parla e non ti indora la pillola. Ma per la prima volta state
parlando e basta ed è come un passo da gigante.
e t'intenerisci ad ogni
mio difetto
tu che ridi solamente
insieme a me
insieme a chi sa ridere
ma ridere di cuore
tu che ti metti da
parte sempre troppo spesso
e che mi vuoi bene più
di quanto faccia con me stesso
All'apparenza sei più
solo che mai in quei giorni, ma stranamente non t'importa. Azimio e
gli altri ce l'hanno con te per la tua nuova politica anti-bullismo,
Finn e i ragazzi del Glee ti guardano ancora con diffidenza, Santana
è più una schiavista che non una fidanzata. Però
va bene, stai cercando di rimediare a tutte le cazzate che hai fatto
ed è dura. La fatina è tornata a scuola, più
abbagliante che mai.
Te ne sei rimasto in un
angolo in cortile mentre il nano cantava per lui con quelli che
dovevano essere i suoi compagni nella scuola privata in cui si era
trasferito. Ti sei rifiutato di dare un nome alla stretta allo
stomaco che hai sentito.
Ma il numero del Glee in
auditorium è stato anche peggio. Santana ti ci ha trascinato a
forza, sbraitando che non voleva restare da sola a guardare. Non hai
capito perché non si è esibita con gli altri finché
Kurt non ha iniziato a cantare e le ragazze gli hanno aperto la
giacca sulla scritta “Like boys”. Lanci un'occhiata al
“Lebanese” sulla maglietta della tua finta ragazza e
senti un brivido. Forse tu e lei siete piuttosto simili, in fondo.
Pensi questo mentre guardi il numero, e stavolta non puoi fare a meno
di dare un nome a quel disagio che senti dentro di te. Sei un
codardo.
E' trasceso il concetto
di un errore
ciò che
universalmente tutti quanti a questo mondo
chiamiamo amore
Ti eri ripromesso di
mostrarti forte con tutti. La gente continua comunque a rispettarti
perché sei Dave Karofsky. Grande, grosso, atleta di fama e in
corsa per il titolo di Re. Scortare Kurt a lezione non è un
problema, davvero. Basta parlare il minimo indispensabile ed evitare
di guardarlo troppo. Gli stai dando le solite istruzioni su dove
aspettarti, quando ti sorprende intavolando una conversazione. Non
riesci a guardarlo negli occhi mentre cerca di farti coraggio, ti
parla di come le cose potrebbero cambiare. Tu non lo guardi, lui
invece sembra leggerti dentro e te lo dice. Lui vede il dolore, vede
la fatica che fai. E non ti sta respingendo, non c'è pietà
nel suo sguardo ma comprensione, empatia. Ti domandi come fa, com'è
possibile che ci riesca dopo che gli hai reso la vita un inferno.
Senti gli occhi inumidirsi e ti appoggi al muro per non cadere,
mentre ti scusi di nuovo con lui. E stavolta non è un calcolo,
non sono cose dette per far piacere agli adulti, sei solamente tu,
esposto come non mai. E Kurt capisce, lo senti nella sua voce.
Capisce e accetta. Cerchi di ricomporti e lo saluti in fretta. Non
puoi stargli vicino ancora, senti troppe cose in quel momento. Mentre
ti allontani, asciugandoti gli occhi con gesti nervosi, sai di avere
quegli occhi azzurri puntati addosso. E' quasi meglio di una carezza.
E non vuoi nessun
errore
però vuoi vivere
perché chi non
vive lascia
il segno del più
grande errore
- Mangiati il fegato, Kate
Middleton.-
Passi lo sguardo da Kurt
alla folla in palestra che inizia ad applaudire sempre più
convinta e non riesci a fare altro che chiederti come fa. Dove
accidenti trova la forza. Lo hanno appena eletto regina del ballo,
una stupida vocina dentro di te continua a blaterare su come la
corona stia molto meglio a lui che non a Santana o alla Fabray, e
invece di abbatterlo lo hanno reso ancora più splendente di
prima. Da dove sei seduto puoi vedere gli occhi ancora arrossati dal
pianto, ma il sorriso da diva che spedisce al suo pubblico è
forte e senza incrinature. Poi il preside annuncia il primo ballo per
il re e la regina. Lo stomaco ti si chiude, tutta la gioia che hai
provato al momento della tua elezione si scioglie come neve al sole.
Ballare con Kurt. Davanti a tutti. Ti alzi in automatico, non sai
neanche tu come fai a muovere le gambe mentre ti affianchi a Hummel e
scendete insieme verso la pista da ballo. Kurt ti sussurra che è
il tuo momento. Uscire allo scoperto, fare la differenza. Ti volti
verso di lui mentre le ragazze iniziano a cantare. Ti sta guardando
in attesa, con aspettativa. E' un po' teso ma lo farà, ballerà
con te. E dev'essere bellissimo farlo. Sembra semplice in fondo. Ti
immagini mentre prendi la sua mano delicata e lo avvicini un po' a
te. Respiri di nuovo il suo profumo, come quella volta in palestra,
ma stavolta è diverso, stavolta lo puoi fare. Non ti
respingerà. Poi vedi le facce degli altri studenti, tutte
puntate su di voi e quella piccola fantasia si infrange, fragile come
vetro. Non lo puoi fare, non ce la farai mai.
Lo lasci lì, sulla
pista da ballo. Ti fai largo tra la gente, che ti guarda un po'
stupita e divertita. Ma tu tieni la testa bassa e pensi solo a
correre fuori. Probabilmente il nano sta facendo ballare Kurt in quel
momento.
E' quello che ti meriti,
lo sai. Tu non sarai mai alla sua altezza.
Ciò che noi
sappiamo
ha da tempo superato
ogni scienza logica
concetto o commento di filosofia eremita
Sbatti per un attimo le
palpebre per essere sicuro di non essere in preda ad
un'allucinazione. No, è ancora al bancone dello Scandal e sei
solo alla prima birra, perciò dev'essere vero. Quello laggiù
è proprio Kurt.
Ti si stringe lo stomaco.
Non lo vedi da quando ti sei trasferito alla Thurston. Hai passato
gli ultimi giorni al McKinley cercando intensamente di evitarlo dopo
il disastroso ballo di fine anno.
Non è cambiato,
come al solito indossa roba di stilisti innominabili che solo a lui
può star bene, con quell'aria eterea ed elegante che non perde
neanche in quel momento, al bancone di uno stupido gay-bar di Lima.
Non lo hai mai visto lì
prima, non pensavi fosse il tipo da locali del genere. Forse vuole
solo provare. Tu invece sei ormai una presenza fissa in quel posto.
Ricordi ancora la prima volta in cui ci hai messo piede. Il panico
totale che si è sciolto man mano che la serata passava e la
gente ti trattava...beh, normalmente. Certo, c'era voluto un po'
prima di far sparire quella sensazione di disagio, ma almeno lì
dentro non doveva fingere. Se voleva squadrare un ragazzo poteva
farlo senza lanciare occhiate di terrore in giro per essere sicuro di
non farsi beccare. A scuola volava basso, era nella squadra di
Football e i suoi voti avevano cominciato ad alzarsi un po'. Non era
un perdente, ma nemmeno spiccava tra la folla. L'anonimato a volte
era davvero una gran cosa.
Lo sguardo di Kurt,
piuttosto rabbuiato, è puntato sulla pista da ballo. Guardi in
quella direzione e alzi gli occhi al cielo. Lo stupido nano si sta
scatenando in pista, in compagnia dell'unico e solo Sebastian Smythe.
Davvero, e c'era stato un tempo in cui credevi che Finn Hudson fosse
uno stronzo! A forza di frequentare il locale conosci bene Smythe.
Ogni tanto si degna pure di scambiare quattro chiacchiere con te,
quando non è troppo impegnato a sparare insulti gratuiti o a
rimorchiare. E da come sta guardando il nano, hai idea che la fatina
avrà una bella gatta da pelare di lì a poco. Ti
avvicini al bancone, cercando intensamente di non guardare la pista
per evitare di esplodere. Come possa quell'idiota piantare da solo
Kurt per ballare con Sebastian proprio non lo capisci. Non ci pensi
più però quando ti siedi accanto a lui e Kurt ti guarda
con un sorriso incredulo. Ridacchiate entrambi, un po' a disagio. Ne
avete passate davvero tante. Ma quando ti chiede come va nella nuova
scuola ti sciogli e ti scappa un sorriso. Sei rilassato, forse per la
prima volta sei spontaneo davanti a lui. Quando gli confessi che per
il momento stai solo cercando di finire il liceo in pace
l'espressione che fa è... non sai, non riesci a descriverla.
Non dice niente perché i suoi occhi parlano da soli. Dio,
quegli occhi sono incredibili, ti trapassano ogni volta. E ti ci
perdi volentieri, mentre brindate ai piccoli passi. Lo guardi con un
sorrisino mentre si alza per andare a marcare il territorio. Ecco, il
Kurt Hummel che conosce, non indietreggia mai di fronte a niente. Non
ti importa che passi il resto della sera a ballare con un altro e a
cercare di levarlo dalle grinfie di Sebastian. Rimani incantato a
guardarlo per tutto il tempo.
E nego il negabile
vivo il possibile
curo il ricordo
e mi scordo di me
e perdo il momento
sperando che solo
perdendo quel tanto
tu resti con me
Infili nello zaino un
altro bigliettino di San Valentino e il costume da gorilla, con le
farfalle nello stomaco. Niente di nuovo, è tipo una settimana
che sei così. Farai un'altra puntata al McKinley dopo la
scuola per lasciare il biglietto nell'armadietto di Kurt. Ripensi a
quando lo hai visto in mensa, al sorriso che ti ha rivolto. Fissava
il telegramma, felice e lusingato, praticamente aveva gli occhi a
forma di cuore. Non sembra aver capito chi c'è dietro quei
regali, questo lo sai, ma solo al pensiero che sorrida così
per te senti le gambe tremare. Non sei esattamente un tipo romantico,
ma lui lo è e non vuoi lasciare niente al caso. Non fai che
pensare a lui da quella sera allo Scandal. Hai provato a levartelo
dalla testa, ma non ci sei riuscito. Non ci sei mai, mai riuscito. E'
il tuo pensiero fisso da così tanto tempo che ti è
servito un incontro casuale dopo mesi per rendertene conto. E'
inquietante come riesci a richiamare perfettamente alla mente il suo
viso ogni volta che chiudi gli occhi. Hai passato mesi interi a
memorizzarne ogni particolare, ogni espressione. Lo hai visto triste,
arrabbiato, terrorizzato, deluso, fiducioso, felice. E alla fin fine
devi ammettere che è forse l'unica persona che è
arrivata a capire davvero qualcosa di te.
Sei perfino finito in
auditorium a vedere West Side Story, con tua somma vergogna. Sei
andato all'ultimo spettacolo e ti sei tenuto nascosto nell'ultima
fila, ma non hai smesso un attimo di guardarlo con occhi adoranti
quando entrava in scena.
Quante volte hai preso in
mano il telefono, deciso a chiamarlo, per poi restare lì a
fissare il suo numero sullo schermo senza fare niente?
Dare un nome a quello che
provi fa male, tanto male, perché sai che i tuoi sentimenti
sono probabilmente senza speranza.
Però. Però
Sebastian continua a blaterare di quanto trovi arrapante Blaine.
Blaine che aveva ballato con lui tutta la sera quella volta e che
rispondeva ai suoi messaggi, a giudicare dalla faccia da maniaco di
Smythe al suo cellulare di tanto in tanto. E poi Kurt ti ha insegnato
ad essere coraggioso e fiero di sé stesso. A prescindere dai
tuoi sentimenti per lui, erano lezioni che cercavi faticosamente di
mettere in pratica, giorno dopo giorno, partendo da tutte le piccole
cose a cui avete brindato quella volta. E per questo lo ringrazierai
ogni giorno, sempre e comunque.
Ci hai messo dei mesi a
mettere da parte il coraggio e ora sei in ballo. Il giorno di San
Valentino lo inviterai al Bel Grissino e per una volta nella tua vita
ti toglierai finalmente ogni maschera.
Scivoli di nuovo
e ancora come tu fossi
una mattina
da vestire e da coprire
Ti fermi sul ciglio della
strada, hai troppe lacrime negli occhi per riuscire a guidare. Ti
appoggi sul volante mentre i singhiozzi ti scuotono. Ti sta bene,
cosa pretendevi? Dopo averlo tormentato per mesi, aver negato quello
che sei per ancora più tempo, come potevi pensare che ti
ricambiasse sul serio? Kurt ha maledettamente ragione, e lo sai. Ma
fa male lo stesso. Stringi la mano, richiamando il ricordo di quanto
era morbida la sua quando l'hai presa, finalmente. Era curata e
perfetta proprio come ti aspettavi. Ma era solo un'illusione,
l'ennesima. Kurt ha ragione su tutto, tranne che su una cosa. Quello
che provi non è un'illusione, lo sai bene. Non farebbe così
male altrimenti. E come se non bastasse Nick ti ha visto insieme a
lui. Hummel ha provato a salvarti in corner, ma certo tra la faccia
da cane bastonato e la frase sulle caramelle non avevi proprio l'aria
di essere reduce da un casuale incontro con un amico della tua
vecchia scuola. In un attimo tutti i tuoi fantasmi sono tornati a
tormentarti di nuovo. Sei scappato un'altra volta. E' sempre come
fare un passo avanti e tre indietro. Sempre.
Per non vergognarti
scivoli di nuovo e
ancora
come se non aspettassi
altro
che sorprendere le
facce
distratte e troppo
assenti
per capire i tuoi
silenzi
C'è un mondo di
intenti
dietro gli occhi
trasparenti
che chiudi un po'
che chiudo un po'
che chiudi
Fissi i tuoi modellini
appesi al soffitto. Eri felice quando li hai costruiti, ti sembra una
vita fa. Tutto era più semplice all'epoca.
Fissi i fili che li
tengono appesi, li guardi dondolare, sono quasi ipnotici. Chiudi gli
occhi, ricominciando a piangere, perché ora sai cosa fare.
Quello che ti riesce meglio, scappare. La fuga definitiva. Quando ti
alzi calpesti un paio di frammenti di plastica delle custodie dei cd
che hai rotto. Non volevi farlo, forse volevi spaccare il computer,
ma non sarebbe servito a niente. Ora chiunque, anche negli anni a
venire, potrà visitare il tuo profilo su Facebook e lasciare
un commento sul tuo essere uno schifoso finocchio.
Apri l'armadio, come
anestetizzato. La scritta sul tuo armadietto in palestra ti lampeggia
davanti agli occhi, brucia come una colpa. Ricordi il rumore del
corpo di Kurt spinto contro gli armadietti mentre scegli con cura il
tuo completo migliore. Valuti per un secondo quello del ballo prima
di scartarlo. C'è troppo rosso, il rosso ti fa pensare a come
sta bene Kurt con quel colore. Il rosso è un colore
fiammeggiante e vivo. Tutto il contrario di quello che sei tu adesso.
La cintura è
solida, terrà bene.
Ripensi agli ultimi giorni
e ti lasci di nuovo andare al pianto. Quanto sei stufo di piangere,
di sentirti male. Ma ormai l'hai capito che non finirà mai.
Ti vesti con cura,
fissandoti allo specchio, cercando di dare una parvenza di dignità
a quel finale. Ripensi a tutti gli errori che hai fatto, a tutte le
cose che ti sei tenuto dentro, ai silenzi e ai pianti. Ad un paio di
occhi chiari.
Fissi la trave con
un'ultima smorfia di dolore, poi sali sullo sgabello.
Ciò che non sei
tu e che voglio tu capisca
è quanto unico e
prezioso insostituibile solo tuo
sia il dono della vita
Le stanze degli ospedali
sono sempre piuttosto tristi e spoglie e la tua non fa eccezione.
L'unico punto di colore sono i fiori e qualche palloncino.
Tuo padre ti ha trovato in
tempo, ha sentito strani rumori venire dalla tua camera ed è
salito. Forse è la prima volta che sei contento di aver avuto
paura. Perché ne hai avuta, mancava davvero un soffio prima di
far finire tutto. Ora te ne stai lì, senti il profumo delle
varie composizioni che ti hanno portato, ti limiti a non fare niente
se non fissare la parete con nessun pensiero in testa. Tutto sommato
un gran miglioramento della situazione. La porta si apre ed entra un
dottore. Alzi appena gli occhi, hai avuto poche visite oltre i tuoi
genitori e te ne aspetti ancora meno. Mercedes Jones e Sam Evans sono
passati a portarti dei fiori, ma questo te l'ha riferito tua madre
perché in quel momento dormivi. I tuoi zii sono venuti a
salutarti, fissandoti a disagio per tutto il tempo. Avresti quasi
voluto chiedere se facevano così perché era un
aspirante suicida, un adolescente gay o per entrambi i motivi. Alla
fine hai optato per un silenzio diplomatico. Poi c'era stata la
visita più inaspettata di tutte, ma per quello dovevi ancora
decidere se era stato un sogno o un parto degli antidolorifici.
Quando Sebastian Smythe in persona e in divisa della Dalton era
entrato dalla porta armato di opuscoli sulla sua scuola non sei
riuscito a far altro che a fissarlo allucinato mentre blaterava alla
velocità della luce.
- Dio, questa stanza è
uno schifo, per fortuna ti ho portato un po' di colore. Quella pazza
di mia madre ha fatto questa roba, è Ikebana, se sai
cos'è....ma certo che non sai cos'è, che domande
faccio! Bah, dovrebbero toglierti il tesserino da gay per questo!
Sappi che i Warbles e le New Directions ti dedicheranno i numeri
delle regionali, ringraziami e adorami per aver avuto l'idea.
Ovviamente vinceremo noi. Ah, ti piace Lenny Kravitz? Certo che ti
piace, non esiste qualcuno a cui non piace, io mi metterei a novanta
anche subito! Comunque ti lascio questa roba di volantini perché
sai, politica anti-bullismo e roba simile. E poi la divisa migliora.
Snellisce Trent, il che è tutto dire. Non diventerai certo un
Adone come me, quello è ovvio, ma si può sempre
lavorarci sopra.-
Si, alla fine hai deciso
di catalogarla come allucinazione da antidolorifici.
Il medico intanto
scribacchia qualcosa sulla tua cartella prima di andarsene. Torni a
casa il giorno dopo, devi ancora abituarti all'idea.
Ma la porta non si chiude,
alzi gli occhi guardando Kurt fare capolino, titubante.
- Posso entrare?-
Annuisci piano a quel
sussurro.
Ti fermo alle luci e al
tramonto e ti guardo negli occhi
e ti vedo morire
ti fermo all'inferno e
mi perdo perché
non ti lasci salvare da
me
- Sono davvero felice che
tu sia vivo, David.-
Lo sei anche tu. Ti esce
appena un sussurro in risposta, lo guardi mentre si siede accanto a
te. Sembra sul punto di piangere anche lui, non sai se è un
bene visto che sei pericolosamente emotivo al momento.
Kurt cerca di scusarsi per
non aver risposto alle chiamate. Risposto? Ti senti terribilmente
egoista e idiota solo per aver chiamato. Dopo tutto quello che gli
hai fatto, perché avrebbe dovuto?
Le parole ti escono facili
ora che tutte le tue difese sono cadute. Ormai è inutile
nascondersi. Cerchi di spiegare almeno a lui, tra un singhiozzo e
l'altro. Lui sa, lui ti capisce. Lui è talmente coraggioso da
essere irreale. Come ha fatto a sopportarti quando lo tormentavi?
Come riesce a piangere per te ora?
Come al solito, è
diretto e sincero. Non ti dice che andrà tutto bene, nessuna
scorciatoia o bugia. Ti avvisa di quanto certi giorni saranno
schifosi. E lo sai, ma quasi te ne scordi quando dice che lui ti
aiuterà. Ti basta, ti basta davvero, pensi di poter fare più
o meno tutto con il suo aiuto. Riesce perfino a strapparti il primo
sorriso sincero dopo tutti quei giorni bui quando ti incita a mandare
a fanculo chi non può accettarti per come sei. Non sai se è
per l'appoggio o la parolaccia, certo la seconda aiuta.
E nego i ricordi
peggiori
richiamo i migliori
pensieri
Chiudi gli occhi quando te
lo chiede, quella cosa di immaginare il tuo futuro non ti convince
molto, ma Kurt ha detto che ti aiuterà. E in effetti quando
inizia a parlare del tuo fantastico ufficio è come se ti
prendesse per mano per condurti in quel posto. Lo vedi sul serio,
riesci a immaginarlo perfettamente.
- Posso essere un agente
sportivo?- suggerisci con un sorriso quando ti propone che potresti
essere un avvocato. Per un attimo non parla, non lo puoi vedere
perché tieni ancora gli occhi chiusi ma speri stia ricambiando
il sorriso. Ti rilassi ancora mentre continua a raccontare di come
sarà la tua vita e del tuo favoloso compagno che viene a
trovarti in ufficio con vostro figlio. Con la mente vedi benissimo
quel bambino. Uno scricciolo con i capelli corti e gli occhi grandi e
azzurri. Forse non dovresti farlo, ma al momento non hai nessuna
voglia di pensare alle cose tristi, non con la voce di Kurt a
cullarti. E poi sarebbe davvero bello se gli occhi di tuo figlio
fossero così. Cerchi di non immaginare troppo bene il tuo
compagno perché potrebbe essere imbarazzante, già ora
hai l'idea di un bell'uomo alto e snello, i capelli ben curati e la
pelle bianca e morbida.
- Sono così felice,
in questo momento.-
Apri gli occhi e guardi
Kurt. Non sai se lo stai dicendo per completare la frase che ti sta
suggerendo o semplicemente se è quello che pensi in quel
momento. Vedi gli occhi di Kurt aprirsi alle tue parole, quegli occhi
incredibili che finalmente ti guardano felici. Ti stampi in testa
l'espressione che fa la fatina in quel momento. Sai già che la
ricorderai per sempre. Sei davvero contento di essere vivo,
dopotutto. Come potevi perderti uno spettacolo simile?
Poi dici che ti piacerebbe
essere suo amico, come aveva proposto in quella disastrosa serata di
San Valentino. E Kurt ti dà il colpo di grazia, sorridendoti
di nuovo e afferrando finalmente la tua mano. E' la prima volta che
ti tocca spontaneamente, di sua iniziativa, e la stretta delle sue
dita è salda e forte. Sorridi, ricambiando. Ti basta sapere
che quella mano sarà lì a guidarti. Forse non aspettavi
altro da tanto, troppo tempo.
Piano piano vuoi riuscire
a specchiarti nei suoi occhi e non vergognarti più di niente.
Stavolta scegli di vivere.
E nego i ricordi
peggiori
richiamo i migliori
pensieri
vorrei ricordassi tra i
drammi più brutti
che il sole esiste per
tutti
Ola!
Dunque, poco da dire, la
riproduzione casuale dell'ipod in mano mia diventa un'arma di
distruzione di massa. Poi al momento non è casuale per niente,
visto che non faccio che ascoltare queste due e altre canzoni molto
poco depressive per dirla con ironia, vedi Adam's Song o Leave out
all the rest per fare un paio di esempi. Ok, questo, la devastante
3X14, lo hiatus e il fatto che per la prima volta associo Tiziano
Ferro a qualcosa che non siano i Britin. Certe parti funzionavano
decisamente molto meglio nella mia testa e ad un certo punto mi sono
veramente incartata, cosa per cui vi domando profondamente scusa. Il
monologo di Sebastian forse non c'entra una cippa ma non mi è
più uscito dalla testa e non ho resistito. Smythe e i suoi
piani diabolici!
Grazie a tutti quelli che
saranno così gentili da leggere e commentare :) (non siate
buoni, fate pure del vostro peggio)
A presto gente!
See you later!
Tsubychan1984
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