And
if you go, I
wanna go with you. And if you die, I wanna die with you.
Quella sera sarebbe successo
qualcosa di terribilmente sbagliato.
Quella sera il Dottor Birkin
si sarebbe reso conto di quanto fosse assurdo e folle ciò a
cui lui
ed il suo compagno Wesker lavoravano.
Morte. Erano due portatori
di morte e distruzione.
Qualcosa
era andato storto.
Era notte fonda quando al laboratorio si
accorsero di cosa fosse realmente successo: degli infetti, sui quali
gli scienziati effettuavano vari test, erano fuggiti il mattino. Non
c'era modo in cui potessero farlo da soli, dunque il primo pensiero
fu che qualcuno li avesse fatti fuggire, qualcuno che voleva rovinare
la Umbrella per sempre.
Ma non fu solo la fuga degli infetti a
rendere grave la situazione. Quella notte esplose anche un centro di
ricerca, nel quale si trovava William. Grazie al cielo lui ed altri
scienziati riuscirono a fuggire senza riportare gravi danni, molti
altri però erano morti. Con l'esplosione c'era stata
dispersione di
materiale chimico, tossico ed altamente contagioso nell'aria.
Avevano
mandato una squadra speciale a ripulire la zona dagli infetti
fuggiti, ed un'altra squadra speciale a recuperare i sopravvissuti
dal centro di ricerche esploso e a stimare i danni. Tutto ovviamente
di stampo Umbrella, certo. Non si voleva mica che la notizia facesse il
giro della città ed in breve tempo del paese. Sarebbe stato
tutto
solo un incidente, un piccolo ed insignificante incidente. Gli
infetti sarebbero spariti così come anche i morti. Non era
successo
nulla, nessuno doveva sapere.
Albert si trovava alla S.T.A.R.S.
durante l'esplosione ma non appena seppe dell'accaduto – e
che
William si trovava lì – non esitò a
congedarsi dai suoi impegni
per raggiungere lo scienziato.
Di certo la sua posizione di
Capitano alla S.T.A.R.S. gli avrebbe permesso, ancora una volta, di
coprire tutto.
Parcheggiò l'auto vicino a ciò che rimaneva del
centro di ricerca, già da lì poteva vedere il
fuoco e le fiamme
ormai quasi del tutto domate. C'erano alcuni scienziati feriti, altri
in ottime condizioni, la squadra speciale che si occupava di
controllare chi mostrava particolari sintomi... Un casino,
insomma.
Scese dalla macchina con ancora l'uniforme della
S.T.A.R.S. indosso, a passo svelto raggiunse il gruppo di persone,
scorgendo William.
“Ehi, ma che diavolo è successo?!”
Chiese,
particolarmente innervosito per il disastro.
“Albert, grazie al
cielo sei qui... Credo che ci sia qualcuno che vuole sabotare la
Umbrella. Due incidenti in un giorno ed entrambi senza
spiegazioni!”
Disse afferrandolo per le braccia, il biondo lo scostò.
Superò lo
scienziato e raggiunse l'enorme cumulo di macerie, guardandosi
intorno. Non ci voleva proprio, quello era uno dei loro maggiori
centri di ricerca e sperimentazioni. Maledizione...
Passarono
almeno tre ore prima che tutto fosse risolto, gli scienziati
controllati uno per uno e rimandati a casa o portati in
quarantena.
Partì il camioncino della squadra speciale ed Albert
e William si ritrovarono da soli. Erano rimasti fino all'ultimo per
capire quale fosse la gravità della situazione. Di certo le
cose non
erano andate per il meglio: si erano giocati i grandi progressi che
avevano portato avanti per la creazione del vaccino del virus e per
il perfezionamento di quest'ultimo. Grazie a Dio esistevano anche
grandi menti come quella del Dottor Birkin, pensò Albert
mentre si
dirigeva alla macchina. Era una macchina quello
scienziato, non poteva essere umano: ricordava tutto quanto.
Wesker
tirò fuori le chiavi dell'auto quando si arrestò,
sentendo alcuni
passi alle loro spalle. Entrambi si voltarono e, oltre ad alcuni
corpi privi di vita, videro una bambina dai capelli biondi. Nessuno
dei due ci mise più di un istante per riconoscerla.
“Sherry!!
Cosa diavolo ci fai qui!?” Chiese William.
Il centro di ricerche
non era affatto lontano dalla città, anzi, e molto
più vicino di quanto si
credeva all'abitazione dei Birkin.
Albert ci mise sicuramente meno
dello scienziato a capire che quella bambina aveva qualcosa che non
andava. Rimase muta, in silenzio.. I vestiti erano sgualciti, in
alcuni punti strappati ed aveva delle profonde occhiaie violacee.
William probabilmente si pensò che il suo silenzio era a causa
di uno
'shock' per l'orribile visione di quei corpi morti a terra.
“Tesoro,
vieni qui!” Le disse il padre, allargando le braccia e
facendo per
avvicinarsi.
Wesker lo afferrò per un polso. “William,
no.”
Mormorò, tenendolo. Possibile non se ne fosse accorto?
Quella
bambina non stava bene, faceva finta di non capirlo o cosa? E se
veramente ancora non l'aveva capito, come avrebbe potuto
spiegarglielo?
“Cosa c'è Al-..” Nemmeno finì
la frase che
Sherry alzò il capo: oltre alle profonde occhiaie viola ora
si
potevano vedere le iridi rosse. Cominciò ad avvicinarsi ai
due,
camminando in modo totalmente scomposto... A William mancò
il
respiro, il cuore gli si strinse in una morsa e capì, anche
se fece
finta di non aver ancora carburato. “Od-dio..
Che..?”
Albert
continuava a tenerlo per il polso mentre la piccola lentamente si
avvicinava. Non c'era modo di evitarlo, avrebbero dovuto farla fuori.
Il vaccino non era pronto e per quanto William potesse ricordarsi
ogni formula e procedimento alla perfezione, non sarebbe riuscito a
terminare l'antidoto subito. C'era anche da mettere in conto che non
era sicuro che un antidoto, oltre a prevenire la malattia, sarebbe
anche riuscita a curarla.
“Albert, lasciami!” Sbraitò lo
scienziato, cercando di ritirare il braccio.
“No, William! Che
vorresti fare?!”
“Lasciami Al! La mia bambina ha bisogno di
me...!” Il suo tono si fece drammatico, disperato, gli
tremava la
voce.
Cosa poteva fare il Capitano Wesker davanti ad una
situazione simile? La sua bambina aveva bisogno di lui, e quindi? Se
solo si fosse avvicinato quella piccola creatura, una volta buona e
di cuore, ora non avrebbe esitato a 'mangiare' suo padre.
“LASCIAMI!”
Gridò lui. Albert diminuì la presa, fino ad
aprire le dita. Vide
William avvicinarsi alla piccola Sherry, ormai priva di qualsiasi
volontà propria.
Mancavano pochi passi prima del contatto tra i
due e il biondo poteva vedere a distanza la voglia che aveva lo
scienziato di stringere sua figlia tra le braccia... Ma era
pericoloso e mortale.
Non avrebbe lasciato alla piccola Sherry di
portare via l'unico amico che aveva, l'unica persona di cui si fidava
e a cui voleva bene. Forse era un po' egoismo, forse William stava
andando proprio in cerca di una fine simile, per stare il
più vicino
possibile alla bambina... Ma Albert non poteva permetterlo.
Fu
fortunato ad avere ancora l'uniforme della S.T.A.R.S. addosso,
portò
una mano alla fondina dalla quale tirò fuori la sua fedele
Samurai
Edge. Allungò il braccio, prese la mira e poi fu un attimo.
Il
rumore dello sparo. Uno schizzo di sangue. Un tonfo sordo. Un urlo
disperato.
William si era
trovato così vicino a stringere Sherry tra le braccia prima
che un
proiettile le perforasse il cranio. La piccola cadde a terra,
all'indietro, mentre un urlo fuoriuscì dalle labbra dello
scienziato.
Sentì il suo cuore spaccarsi in
mille pezzi, un dolore lancinante. Sentì le gambe tremargli
talmente
tanto da non riuscire nemmeno più a sorreggerlo. Si
abbandonò a
quella disperazione, a quel dolore così forte da sembrare
ucciderlo.
Cadde in ginocchio e prese tra le sue braccia il corpicino privo di
vita della sua piccola Sherry, il suo gioiellino, il suo piccolo
tesoro. Senza nemmeno rendersene conto iniziò a singhiozzare
mentre
le lacrime sopraggiunsero solo dopo: una dopo l'altra gli rigavano le
guance, fino a cadere sul visetto della bambina.
Sherry era
piccola ed indifesa, non meritava quella fine.
La strinse tra le
braccia, con forza, cominciando a cullarla – ed a cullarsi
–
piano, avanti e indietro. I singhiozzi così forti gli
toglievano il
respiro, gli sembrava che il suo corpo dovesse cedere così,
da un
momento all'altro, morire. Una morte solo fisica, dal momento che
quello che sentiva dentro era peggiore di qualsiasi altro sentimento
o sensazione si potesse provare in vita.
Era già morto lui,
dentro, con quella bambina.
Albert vide un filo di fumo uscire
dalla sua Samurai Edge, solo dopo mise a fuoco quello che succedeva
oltre di essa. Strinse i denti e deglutì: quelle grida
strazianti,
quei singhiozzi erano peggiori di qualsiasi tortura.
Abbassò
l'arma, osservando la scena e sentendosi completamente inutile ed impotente.
L'aveva fatto per il suo bene, questo lo sapeva... O forse solamente
per il bene di sé stesso, per non rimanere solo ancora, per
fare in
modo che l'unica persona che aveva importanza nella sua vita non
venisse cancellata.
Rimase fermo ed in silenzio per lunghi minuti,
ad osservare quella scena insostenibile, a sentire il dolore
dilaniargli il petto. Sicuramente non si avvicinava nemmeno un po' a
ciò che stava provando lo scienziato... Ma vedere il suo
migliore
amico in quello stato era qualcosa di orribile.
Gli si avvicinò piano, fino ad arrivare dietro di lui. Gli
appoggiò una
mano sulla spalla, stringendola: proprio nel momento del contatto tra
i due, cominciò a piovere dapprima più piano, poi
più forte.
Leggere e piccole goccioline d'acqua cominciarono a cadere dal cielo,
posandosi e lasciandosi assorbire da tutto ciò che
incontravano.
“William.” Gli uscì in un sussurro.
Lo scienziato tirò
su con il naso, le lacrime continuavano a scendere copiose in un
dolore ormai silenzioso. Il respiro era interrotto da alcuni brividi
e singhiozzi.
“Perché... Perché...??”
Biascicò.
Albert
scese con la mano lungo il suo braccio, aiutandolo poi a tirarsi su.
“Mi dispiace, William.. Mi dispiace tanto.”
Bisbigliò.
William
scoppiò nuovamente in singhiozzi, buttandosi contro l'amico,
portandogli un braccio intorno al collo mentre con l'altro gli
strinse l'uniforme blu, sul petto. “Perché!?!
Perché LEI? Perché
NON ME?!” Gridò, spingendo il viso contro la
spalla del
biondo.
Albert sentì un vuoto allo stomaco. Automaticamente
aprì
la mano, lasciando cadere la pistola, poi lentamente allungò
le
braccia, fino a cingergli la vita. Una mano si appoggiò
sulla sua
schiena, piano, in lente e lievi carezze. “Perché
non lo avrei mai
permesso, William. Non avrei mai permesso ti capitasse qualcosa del
genere... E mai lo permetterò.” Disse in un
sussurro vicino al suo
orecchio.
Allo scienziato mancò il respiro, si sentì incapace di
reggersi sulle proprie gambe e lentamente scivolò
giù, in
ginocchio. Wesker tentò di tenerlo su, stretto tra le sue
braccia,
ma poco dopo capì che forse era meglio assecondarlo..
Così a sua
volta si abbassò, posando le ginocchia nel terreno ormai
fangoso,
continuando a tenere William stretto tra le braccia. Il visetto
sbattuto dell'amico era contro il suo petto.
Albert deglutì,
stringendo i denti per un istante. “William, ti voglio bene..
Ti
prego, non fare così. Mi uccidi.”
Mormorò, risalendo con una mano
fino ai capelli ormai bagnati dell'uomo. Piegò appena il
viso in
avanti, appoggiando le labbra sul capo dello scienziato, in silenzio.
Socchiuse gli occhi.
Sarebbe rimasto lì così fino alla mattina o
alla sera dopo, se necessario, se fosse servito a qualcosa. Era
lì,
non lo avrebbe abbandonato.
I due rimasero così a lungo, per un
tempo indefinito, mentre la pioggia continuava a scendere ormai fitta
e copiosa, spegnendo le fiamme rimaste e portando con sé
ogni
dolore.
Addio, piccola Sherry.
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Si. Ok. Lo so.
Sono stata terribilmente
crudele su questa fic! Che volete farci? L'ispirazione non guarda in
faccia a nessuno!
Mi è venuta ieri sera mentre ero a letto, quasi mi ero
addormentata eee *TLIN* mi si è accesa la lampadina!
E visto che ora sto a casina con la febbre, da scuola, ho deciso di
scriverla u.u (Che poi oggi a scuola facevano solo 2 ore, quindi
tranquilla proprio! :D)
La mia modestia deve ammettere che ADORO com'è uscita fuori!
Non pensavo di riuscire così bene nel mio intento!!!
(Che poi, magari, per voi fa schifo!)
E vabbè, su, de gustibus, no? :D
Albert è troppo bellino, soprattutto alla fine che patta il
suo povero William *w*
E poveri Will .____. me ne vorrà a lungo per questa!
*William corre dietro a Sylvia con una mazza chiodata*
Aiutoooo!!!
*Splat*
William: Bene ^___^ La cara Evelyn vi saluta e dice che vi risentirete
presto. (Si si, contateci!)
Ahahahah, un bacione a tutti quanti, cari lettori!
Ringrazio ovviamente chiunque legge, recensisce e mette tra i
preferiti/ricordati/seguiti!
Tchuuusssssss!!! :D
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