Hanna e la Serpe di Rubino

di neniva
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Ciao a tutti, io mi chiamo Irene ed è la prima volta che posto una storia, l'ho scritta diversi anni fa e adesso l'ho ripresa in mano e ho deciso di vedere quanto successo avrebbe avuto! :) Spero proprio che vi piaccia e accetto qualsiasi tipo di critica! Spero anche che possiate perdonare l'inizio un po' lento e noioso, ma se avete pazienza si fa un po' più interessante..............Buona lettura...


Il primo sogno

 
Stranamente era tutto tranquillo. La sera era appena calata e l’aria era debolmente ventilata da un dolce venticello fresco, il quale si accoglie volentieri in estate. Hanna era una ragazzina di quattordici anni sveglia e perspicace, ma un po’ timida. Aveva capelli castani e abbastanza buffi: la chioma le ricadeva lucente sulle spalle, morbida come fosse seta arrivandole fino ai fianchi dove le punte cambiavano colore prendendo una sfumatura violacea, e c’era quel ciuffo riccioluto che, come un boccolo, le ricadeva sul viso e per questo portava spesso una spilla per tenerlo a bada. I suoi occhi erano di un nero profondo, come carbone, ma essi veloci e fugaci sbirciavano ovunque senza essere notati, invadendo ed esplorando nelle persone.Nonna Jolina telefonò quella sera:
- Pronto? Ciao nonna, come stai?
- Bene grazie! Quand’è il grande evento?
- Fra quattro giorni! Tu vieni, vero? Disse con voce speranzosa.
- Non mancherei mai…
- Menomale…
- e poi devo darti una cosa speciale: ma non posso anticiparti niente. Ciao tesoro ora vado a preparare la cena.
In quel momento William irruppe nella camera della sorella.
William era il gemello di Hanna. Aveva i capelli biondi che portava a caschetto corti corti. Lui aveva la carnagione abbronzata i suoi occhi verdi avevano uno sguardo furbetto, era magrolino e indossava sempre per comodità tute da ginnastica.
- Mancano quattro giorni al nostro compleanno! Iniziamo la lista?
Hanna farfugliò alla veloce un “Ciao” (se così si può dire) alla nonna e mise giù la cornetta.
- Sai che non voglio che entri così nella mia camera!
Disse con aria molto irritata e il ciuffo le ricadde sul viso.
- Uff! Come sei noiosa !
- Scusa, ma questa è la mia camera!
Lo trascinò fuori e chiuse la porta.
Quella notte Hanna sognò il gemello insieme a lei in una foresta:
“ per mano in quel bosco scuro e pieno di alberi che si aggrovigliavano fino a formare un tunnel in mezzo alla natura camminavano per mano. C’era un odore acre e di chiuso e i tronchi freddi sembravano di pietra. Hanna guardò il fratello e quasi non lo riconobbe: il suo viso da bambino era quello di un uomo e il suo sguardo maturo. Improvvisamente la nebbiolina che li aveva circondati fin dall’inizio si dissipò e un filo di luce…
“Driiiiiin”
- Oh no!!!
La mamma urlò dalla cucina:”Sveglia!!!”.
Per colazione venne dato a i due gemelli il  proprio toast, poi, il sacchetto con il pranzo.
- Chi porta fuori Pipite?
- Lo porta fuori Hanna, mamma!
- E va beh, Pipite! Qua cucciolo! Pipite!
Il cuccioletto arrivò di gran fretta scivolando a causa del parquet con la cera.
Il piccolo di Labrador nero scese goffamente le scale della villa avviandosi vicino a un albero per fare i suoi bisogni, poi Hanna lo rincorse su e giù per il prato per rimetterlo in casa.
La villa dei signori Desanes era circondata da un decoroso giardino colmo di fiori e piante. La scalinata che permetteva di arrivare alla porta era di marmo bianco con la ringhiera di ferro che si aggrovigliava intorno a un bastone. L’interno della villa era ampio con nove stanze e tre camere.
 
Quella mattina il preside della scuola arrivò in ritardo e Hanna e la sua amica Giulia ebbero il tempo di parlare prima che cominciasse la lezione. Giulia era la migliore amica di Hanna: aveva i capelli rossi, ricci e occhi così chiari che a volte sembravano quasi bianchi. Portava spesso orecchini vistosi come fosse un indovina e le piaceva indossare gonna e t-shirt.
- Ciao! Allora che mi racconti? 
- Ciao, non ho novità.
- Ancora tre giorni al mio compleanno!
- È vero!
- Ho saputo da due pettegole che ti piace William! È vero? Verità o penitenza?
Giulia arrossì fino alla punta delle orecchie.
- Verità…è vero.
- Ma…come mai non me l’hai detto?
-Pensavo che avresti riso di me… - Disse con sguardo pentito.
- Ma perché? Non avrei riso! Te lo giuro!
- Lo dici adesso! Sai benissimo che lo avresti fatto!
- Pensa quello che vuoi.
Assunsero due espressioni, anzi smorfie, arrabbiate e sbuffarono. Poi, dopo essersi data un’occhiata a vicenda, risero.
- Passi da me stasera? Ti va di mangiare da me?
-Volentieri, grazie dell’invito!
- Non c’è di che!
- Oh, cosa desideri per il tuo compleanno?
- Vorrei, vorrei… vorrei un paio di orecchini come i tuoi!
- Aggiudicato!
Suonò la campanella e Giulia e Hanna dovettero rientrare in classe.
-Ragazzi, oggi parleremo del segmento circolare, del settore circolare e della corona circolare…
 
Al cambio dell’ora Mary si aggiunse a loro. Mary era alta e mora, occhi marroni e di un carattere irritabile, ma era simpatica e chiacchierona.
- Ciao! Come va?
- Bene grazie.
- Tutte da me stasera?
- Si! - risposero in coro Hanna e Mary
- Okay.
- E dite “Okay” anche alla pizza?
- Si!
 
Quella sera Hanna e le sue amiche mangiarono un sacco di pizza e si raccontarono tanti di quei segreti che facevano fatica a ricordarseli tutti.
- Sapete una cosa?
- Cosa?
-Ho fatto uno strano sogno ieri notte! C’eravamo io e William che camminavamo in un bosco!
-Strano! Ma tu che vai pensando di notte!
Quando si addormentò il sogno continuò all’istante… “e un filo di luce illuminò i visi di due ragazze sedute al bordo del “tunnel”. Erano Giulia e Mary. Si alzarono in piedi e li seguirono. Hanna si accorse solo ora che in quel sogno poteva utilizzare tutti i cinque sensi tranne uno: l’udito. Non udiva nulla, ma gli odori, gli oggetti che toccava, ciò che vedeva… sembravano davvero reali. Lo notò perché tutto a un tratto una folata di vento la raggiunse muovendole i capelli. Camminando, arrivarono in una grotta dove all’interno si trovavano…”
 
- Hanna! Hanna sveglia! Dobbiamo andare a scuola!
Era Giulia che la chiamava, e quel giorno lei era così euforica poiché avrebbero avuto arte: la sua materia preferita.
-Si, si, ancora cinque minuti…
- Okay, ma sbrigati perché non possiamo fare tardi: il pullman oggi passa in anticipo!
Hanna saltò subito in piedi.
- Quanto in anticipo?
- Un quarto d’ora, perché?
-Devo fare un salto a casa a prendere i libri!
Giulia uscì dalla camera per lavarsi i denti.
- Se vuoi ti posso prestare il mio cellulare!- disse Mary - potresti chiedere a William di portarti a scuola i libri!
- No, non lo farebbe mai!
- Se vuoi glielo chiedo io – irruppe nella stanza Giulia esultante- saprò essere convincente!
- Se lo dici tu! 
Mary diede il suo cellulare a Giulia che digitò il numero a memoria: - Pronto? Ciao William! Non è che potresti portare a scuola i libri anche per Hanna? Ti prego, ti prego, ti pregoooo! Grazie! Ciao
Hanna, per prendere un po’ in giro Giulia, disse: - Certo che sei proprio convincente!
- Certo! Credo proprio che piaccia anche a lui- disse Mary tenendosi la pancia dal ridere - la coppia perfetta!
- Piantatela!- disse ridacchiando Giulia - ora vi prendo a cuscinate, vediamo se avete ancora voglia di scherzare!!!
- Che paura – dissero in coro Hanna e Mary.
 
Era una splendida giornata e Hanna era di ottimo umore. Si fermarono in un bar a fare colazione e lì le raggiunse William. Dopo aver finito di mangiare si avviarono verso la scuola:
- Ora raggiungo i miei amici, a più tardi ragazze!
- Ciao!
 




Ed Eccoci alla fine del primo capitolo... Mi dispice se lo abbiate trovato noioso e pesante ma andando avanti la storia diventerà più interessante (la rima è venuta per caso xD) o almeno spero che la troviate così! :) 




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