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Niente rose, per favore!
- E se Sirius non mi regalasse niente?
- Lo affatturi - propose decisa Lily mentre si pettinava - Ma non credo
succederà, visto che è quasi da una settimana che
manda ordini via gufo!
- A chi poi, mi piacerebbe proprio saperlo - sbottò Marlene
rivoltando il suo baule alla ricerca di un paio di calze.
- Scommetto quanto volete che ci ritroveremo il dormitorio invaso da
Puffole Pigmee grigie - intervenne Mary rotolandosi sul letto dalle
risate.
- Oh, piantala Mary - la zittì Marlene con un gesto della
mano - La fissa per le Puffole mi è già passata
da un pezzo! Piuttosto, sarebbe meraviglioso se mi
regalasse… Ma no, è impossibile.
- Che ti regalasse cosa? - le chiese incuriosita Mary
aggiustando le lenzuola alla bell’e meglio.
- Ma niente, niente. E poi se lo dicessi
non si avvererebbe.
- Eddai, Len - la incoraggiò Lily - Che cosa ti costa
dircelo, su!
- E tu Mary? Che cosa vorresti che ti regalasse Lionel? -
contrattaccò Marlene.
- Oh, non si dice - borbottò l’interpellata
incrociando le braccia.
- Aha! Visto? Anche tu sei reticente a parlare, McDonald!
Se c’era una
cosa che Alice Bones adorava con tutto il cuore erano le sue compagne
di dormitorio trecentosessantaquattro giorni all’anno.
Adorava Lily perché era una ragazza solare e diligente, e
sapeva dispensare ottimi consigli su qualsiasi argomento. Adorava Mary
perché era spigliata e molto spiritosa: conosceva freddure
che facevano sbellicare Nick-Quasi-Senza-Testa finché
immancabilmente la testa gli cadeva sulla spalla e lui doveva
riattaccarsela. E adorava Marlene perché aveva
un’indole sensibile ma all’occorrenza riusciva a
tenere testa a chiunque - e ce ne voleva di audacia per essere la
ragazza di Sirius Black!
Ma se c’era
una cosa che Alice Bones proprio non sopportava erano le sue compagne
di dormitorio il quattordici febbraio, giorno in cui diventavano
inspiegabilmente frivole e sciocche, e si calavano talmente bene nella
parte che se fossero state sotto Maledizione Imperius
l’effetto sarebbe stato meno efficace. La mattina di San
Valentino sembrava non avessero neanche il tempo di aprire gli occhi
che subito i loro pensieri si rivolgevano unicamente a rose,
cioccolatini e fiocchi rossi, anziché dedicarsi alle
attività che tutti gli altri giorni dell’anno
sembravano loro così divertenti, come la lotta con i cuscini
e le catapulte con la marmellata di lamponi.
Quell’anno
il quattordici febbraio cadeva di domenica - e meno male, aveva
pensato Alice: infatti non riusciva ancora a dimenticare il via vai di
pacchettini e bigliettini durante l’ora di Pozioni che
l’anno precedente aveva causato la perdita di una marea di
punti da parte di tutte le Case, Serpeverde inclusa. E, per una
singolare e fortunata coincidenza, proprio per il giorno di San
Valentino era stata programmata una visita ad Hogsmeade, il che
significava che Madama Piediburro sarebbe stata presa
d’assalto e che I Tre Manici di Scopa sarebbero stati invece
incredibilmente quieti e silenziosi.
E Alice amava la
tranquillità.
*
Seduta dietro il
paravento decorato con immagini di draghi - posizione dalla quale
poteva osservare tutto il locale senza però essere vista a
sua volta -, Alice cercava di scaldarsi le mani gelide avvolgendo con
le dita il boccale di Burrobirra fumante che aveva appena ordinato. Non
sopportava i guanti, per questo rifiutava di indossarli anche quando le
temperature si facevano molto basse, con il risultato che era spesso
alle prese con dita ghiacciate da riscaldare.
Come aveva previsto,
gli avventori quel giorno non erano molti: due Corvonero del quarto
anno tracciavano mappe astrali, un capannello di primini giocava a
Spara Schiocco e alcuni adulti borbottavano tra loro seduti al bancone.
Improvvisamente,
proprio mentre Alice rovistava nella sua tracolla alla ricerca di un
libro con cui trascorrere il tempo, qualcuno incespicò nei
gradini che conducevano al piano rialzato dove si trovava il paravento
e si sedette rumorosamente allo stesso tavolo a cui era seduta la
giovane Grifondoro. Non appena però si accorse che quel
posto era già occupato, scattò in piedi
arrossendo spaventosamente e profondendosi in scuse.
Alice, disorientata da
tutta quella confusione improvvisa, sollevò lo sguardo e si
trovò faccia a faccia con un ragazzo che conosceva molto
bene, dal momento che non solo era un Grifondoro, ma per giunta
frequentava il suo stesso anno.
- Frank! - esclamò quindi, manifestando la sua sorpresa nel
vederlo così accaldato e visibilmente imbarazzato.
- Ehm, scusa Alice, non pensavo ci fosse già qualcuno a
questo tavolo - si giustificò lui, grattandosi nervosamente
la nuca.
- Tranquillo, non è un problema, siediti pure se vuoi. Posso
chiederti perché sei così agitato? - gli
domandò incuriosita dopo averlo osservato con più
attenzione.
- Scappo da San Valentino - borbottò Frank mangiandosi le
parole e guardandosi inqueto alle spalle.
- Scusa?
- Scappo da San Valentino - ripeté il ragazzo, questa volta
più distintamente.
- Oh - fece Alice, indecisa se ridere o prendere la questione
seriamente - E perché? Non ti piace?
- Sono rincorso da decine di San Valentino - confessò Frank
sedendosi nuovamente, questa volta però con sconforto - Non
pensavo ci fossero così tante ragazze single a Hogwarts, e
non immaginavo certo che così tante fossero interessate a me! È
tutta la mattina che sono perseguitato da quantità
industriali di Cioccalderoni, Zenzerotti, Biglietti Canterini e vasetti
di miele! Ma per chi mi hanno preso? Per un orsetto, forse?
Alice dovette fare
appello a tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a ridere in
faccia al povero Frank, che continuava a fissare con
un’espressione ansiosa l’entrata del pub.
- Spero proprio che non mi abbiano visto entrare qui, altrimenti mi
toccherà ricominciare a fuggire! - sospirò con
aria teatrale.
- Tranquillo, probabilmente saranno andate a cercarti da Madama
Piediburro: tutte le ragazze sono là oggi!
- Già. Ehi, un momento - esclamò Frank come se
avesse appena ricordato qualcosa di fondamentale importanza - Anche tu
sei una ragazza: perché sei qua?
- Sì, beh, sono una ragazza un po’ strana, forse.
Non mi piace molto San Valentino, se devo essere sincera.
- Davvero? Neanche a me - si illuminò Frank, entusiasta di
aver trovato qualcuno con i suoi stessi gusti. Improvvisamente
pensò a quanto poco sapesse di Alice nonostante fossero allo
stesso anno e appartenessero alla stessa Casa, e questo gli dispiacque
molto. Si accorse che gli sarebbe piaciuto poterla conoscere meglio,
per questo decise di restare a farle compagnia.
- Ti va una cioccolata? - le chiese quindi.
- Con molto piacere - gli sorrise Alice. Ma mentre Frank stava
già scendendo i gradini diretto al bancone,
realizzò improvvisamente che il quattordici febbraio Madama
Piediburro offriva una tazza di cioccolata a tutti i suoi avventori, e
nella sua mente venne visualizzata l’immagine di una
coppietta intenta a bere cioccolata e a scambiarsi rose e biglietti che
promettevano amore eterno. Infastidita dalla visione, si
affrettò a precisare: - Ma per me niente rose, per favore!
- Tranquilla, niente rose per te, Alice! - scoppiò a ridere
Frank voltandosi verso di lei e sorprendendosi a pensare a quanto fosse
meravigliosamente diversa da tutte le altre ragazze.
~
Frida's
corner ~
Storiella senza
pretese su Alice Bones, una ragazza che non disprezza San Valentino ma
nemmeno lo sopporta più di tanto. Visto che nessuno conosce
il cognome da nubile di Alice, mi sono permessa di assegnarle un
cognome che abbia una lunga tradizione magica, visto che mi pare di
ricordare che entrambi i genitori di Neville fossero Purosangue.
Questa storia, con mia
somma meraviglia e soddisfazione, si è classificata seconda
(*__*) al Contest Una
rosa per te indetto da Violet Acquarius sul forum di EFP ♥
Spero vi
sia piaciuta tanto quanto io mi sono divertita a scriverla :D
Un bacio,
Frida ^^
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