Ok
non sono molto abile nei commenti a inizio e fine capitolo... Posso
dire solo una cosa prima di lasciarvi a leggere questa storia.... Se
siete di mentalità chiusa non leggetela non fa per voi.
*
Apro
gli occhi piano, il
sole filtra piano dalle tapparelle. Mi giro e il letto accanto a me è
vuoto, mi alzo di scatto e guardo la sveglia: sono solo le sette e
trenta del mattino. Sento l’acqua scorrere in bagno e tiro un
sospiro di sollievo, inizio a vestirmi tanto ne avrà per
un bel po’. Non capisco perché non mi abbia svegliato, ma ormai è
da un po’ che va avanti questa storia: non siamo più uniti come un
tempo. Ho sempre paura di vederlo andarsene da un momento all’altro,
o peggio: che scopra quello che sto combinando alle sue spalle. Non
ne vado fiera, io lo amo, veramente tanto, ma mi fa sentire sola; è
spesso assente, si dimentica gli appuntamenti, le date importanti.
Ormai mi chiedo se mi ami ancora o se sono diventata solamente
un’abitudine ma ho paura di saperlo quindi preferisco non chiedere. Ho
così tanti timori e so di
stare sbagliando ma non riesco a smettere. Sospirando chiudo la zip
della gonna e mi guardo allo specchio.: l’immagina che rispecchia mi
fa deglutire, vedo la colpa nei miei occhi, vedo il tradimento.
Sospiro e mi allontano: ho solo trent’anni e mi sento in trappola.
Mi dirigo in cucina e inizio a preparare la colazione, accendo il
caffè e preparo le tazzine; viene su e lui non è ancora
pronto. Sbuffo e bevo il mio, senza mettere zucchero come al solito,
e guardo nuovamente l’ora: è un quarto alle otto, devo avviarmi se
non voglio arrivare in ritardo. Mi affacciò alla porta della nostra
camera.
-Io
vado, rischio di
arrivare in ritardo sennò, a quest’ora c’è sempre traffico.-
lui alza a malapena lo sguardo su di me troppo impegnato a chiudere
la camicia. Mi si stringe il cuore: come ci siamo ridotti così?
-Va
bene tesoro. Ci
vediamo più tardi.- più tardi… quante volte ha pronunciato questa
parola: per lui più tardi vuol dire dopo le otto-nove, spesso
anche più tardi. Mi mordo le labbra ed esco: non posso permettermi
di arrivare tardi, mi metto alla guida della mia 500 e mi avvio.
Lavoro per un piccolo giornale, però ci tengo ad arrivare in orario,
anche per un motivo ben preciso. Stringo il volante: so che è
sbagliato, so che dovrei mettere la parola FINE a tutto questo ma non
ne sono in grado; ne ho veramente bisogno. Anche se so che mi sto
comportando in maniera scorretta verso entrambi.
Il traffico come al
solito è intenso il che mi da il tempo di pensare: il rapporto con
Lorenzo è da parecchio tempo che non funziona, non sembriamo neanche
più una coppia. Non mi tocca…. Non mi tocca da almeno sei mesi; ho
il forte sospetto che pure lui mi tradisca, ma da tanto, tanto tempo; a
volte mi chiedo perché non mi abbia ancora lasciato, probabilmente
perché in fondo mi ama ancora, così come io provo ancora qualcosa per
lui. È per questo
che ho così paura di perderlo, è anche per questo che mi sono
lasciata andare. Devo trovare una soluzione, non posso più
continuare così; io che odio le bugie e i sotterfugi… io che ora
senza di loro non potrei proprio vivere.
Arrivo al giornale con dieci
minuti di ritardo: so che nessuno mi dirà niente, anche perché
molti non saranno ancora arrivati; ma io so che qualcuno mi sta
aspettando, che è ansioso di vedermi. In fondo è lunedì: durante
il week-end non ci vediamo, abbiamo le nostre vite e dobbiamo far
finta di niente, sarebbe troppo strano vederci, quando già passiamo
più tempo possibile insieme durante la settimana. Entro con calma e
come
immaginavo è già lì alla sua scrivania. Il mio cuore batte
all’impazzata: "devo comportarmi come se niente fosse, devo
comportarmi come se niente fosse" continuo a ripetermelo ma non serve
poi a molto.
Mi siedo alla mia scrivania ma non mi degnato di uno
sguardo; non so se la cosa debba farmi piacere o no, non so cosa
voglio in realtà. Mi metto al lavoro, e pian piano la redazione
inizia riempirsi, saluto tutti con calore: vado d’accordo con la
maggior parte, ho qualche screzio con un paio di persone, ma sono una
persona abbastanza civile quindi cerco di ignorarli e non crearmi
problemi. Svolgo le mie faccende senza troppi problemi e verso le
dieci mi alzo per prendere un caffè. Ci sono Alessandra e Roberta,
le saluto e mi unisco a loro a chiacchierare, mi chiedono di Lorenzo
e mormoro piano che va tutto bene; non ci credono molto, hanno capito
quasi tutti che c’è qualcosa che non va, per fortuna che non hanno
capito tutto. Che non si sono accorti di quello che sto nascondendo.
Sto buttando via il bicchierino quando:
-Serena,
il capo ha
chiesto se vai a prendere quelle vecchie copie che ti aveva chiesto-
il mio corpo ha un tremito sentendo la sua voce. Annuisco piano,
avrei dovuto farlo prima ma ero troppo impegnata quindi mi dirigo
verso il magazzino. Sto cercando le copie che mi sono state richieste
quando sento la porta richiudersi: mi volto di scatto ed è qui
davanti a me, i giornali che ho in mano mi cadono di colpo. Si
avvicina lentamente
-Allora….
Ti sono
mancata?- mi sussurra dolcemente all’orecchio mentre la sua mano mi
accarezza dolcemente il fianco.
-Si
tremendamente. Non
puoi nemmeno immaginare quanto Bea.- mormoro piano io. Lei sorride e
mi bacia; le sue mani sono sul mio corpo, io le slaccio velocemente
la camicetta e lei mi tira su la gonna. Non faccio nemmeno in tempo a
capire che siamo entrambe senza vestiti; "è sbagliato", continuo a
ripetermi, "è sbagliato Sere". Ma non serve a niente, provo con il far
ragionare lei.
-Bea…
È sbagliato non
dovremmo farlo. Dovremmo smettere.- sto ansimando come una cogliona e
non mi interessa più quello che ho detto l’importante è che non
smetta.
-Sere….
Non dire cose
che in realtà non pensi. Tu vuoi che io continui. Tu mi vuoi. Così
come io voglio te.- la bacio: ha ragione. Io ho tremendamente bisogno
di lei. Assolutamente e necessariamente bisogno di lei. Mi lascio
finalmente andare ai miei impulsi….
*
Quando
riesco a
ricompormi esco dal magazzino: Bea è già tornata di là non
potevamo ripresentarci insieme. Porto i giornali nell’ufficio del
capo che non fa commenti sul tempo che ci ho messo, fortunatamente.
Tornata alla scrivania trovo un messaggio sul telefono: “Sere,
scusami ma stasera torno veramente tardi, non aspettarmi in piedi. Un
bacio Lore” sospiro piano. Anche questa non è una novità;
alzo lo sguardo e Bea mi sta osservando. probabilmente ha notato il
mio sospiro: lei nota tutto di me. Lei sa farmi sentire bene, amata,
protetta, mi fa sentire bella, cosa che neppure Lore è mai riuscito
a fare. Lei mi capisce, lei mi completa… Scuoto la testa: mi sto
ficcando in un guaio. Io sto con Lorenzo, e i rapporti si sa sono
fatti di alti e bassi, e noi ora stiamo solo attraversando un periodo
no, ma risolveremo presto.
Ma chi voglio darla a bere? Tra me e Lore
ormai è tutto finito, solo che sono troppo codarda per mettere la
parola fine: odio i cambiamenti, e chiudere con Lore sarebbe davvero
un grande cambiamento e mi fa paura. Alzo lo sguardo sul computer: ho
una mail, la apro confusa: è di Bea. “Pranziamo insieme oggi?
Ti
devo parlare.” Deglutisco piano sperando vivamente che non
voglia mettere lei la parola fine; in realtà sono troppo codarda anche
per chiudere con lei, non sono in grado di rinunciare a quello che mi
fa provare. Le rispondo velocemente: “Va bene, andiamo al
solito
posto?” con il solito posto intendo un piccolo bar di fronte
alla redazione, è vero che abbiamo una pausa di un’ora e mezza ma
preferisco non farla tutta, amo il mio lavoro in fondo. Poco dopo
arriva la risposta: “No, andiamo a casa mia. È più tranquillo”
aggrotto le sopracciglia, casa sua è dall’altra parte
della
città. Glielo scrivo, non capendo cosa voglia fare. “No,
tranquilla, non abito più lì. Mi sono trasferita. Ti spiego tutto
più tardi” mi scrive.
Oki la cosa inizia davvero a farsi
interessante: come mai Bea ha cambiato casa? Riprendo a lavorare, con
la voglia che la pausa pranzo arrivi il più in fretta possibile. A
mezzogiorno finalmente mi alzo e raggiungo Bea, si alza pure lei e la
seguo fuori dalla redazione. S’incammina lentamente e dopo cinque
minuti siamo di fronte ad un piccolo palazzo, infila le chiavi nella
serratura del portone e m invita ad entrare. Saliamo due rampe di
scale poi apre una porta, entriamo e lei appoggia le cose sul divano;
la imito e mi guardo attorno: non sembra grandissimo, un bilocale al
massimo. La cucina e la sala sono più o meno la stessa cosa. La
seguo verso l’angolo cottura e mi siedo a tavola.
-Ti
ascolto.- le dico per
incitarla a continuare.
-Ho
lasciato Stefano. Per
questo mi sono trasferita qui. È da un po’ che cercavo un’altra
casa e appena l’ho trovata l’ho lasciato.- resto stupefatta dal
suo discorso.
-COSA?
Ma-ma Bea!
Perché?- le chiedo sconvolta.
-Devo
proprio spiegarti
il perché Sere? Secondo me puoi anche arrivarci da sola.-
arrossisco. Si posso immaginare perché l’abbia lasciato. Lo so.
Non l’ha fatto solo per me. L’ha fatto perché non lo ama più.
Perché è stanca dei sotterfugi. Perché vuole uscire allo
scoperto…. Ma io non so se sono pronta per una cosa del genere. È
un passo importante.
-Ora
sta a te Sere.-
-Cos….-
non riesco a
finire la frase. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio. Non mi
trattengo e la bacio. Riesco ad alzarmi in piedi e senza lasciarci
finiamo in camera da letto. I vestiti cadono a terra, e noi sul
letto. Continuo a baciarla dimenticando quello che mi ha detto, presa
da altro.
*
La
pausa sta per finire.
E noi dobbiamo tornare in redazione. E non abbiamo toccato cibo. Il
mio stomaco brontola. Mi sta accarezzando il braccio e rifletto su
quello che mi ha detto. Purtroppo ha ragione. Ora sta a me prendere
una decisione. Un decisione che probabilmente cambierà tutta la mia
vita.
E eccoci qui... Voglio chiarire alcune
cose... Non sono lesbica, non ho avuto rapporti con altre ragazze se
non solo baci.... però non sono omofoba., non ho problemi con persone
omosessuali, anzi le sostengo. Ci tengo particolarmente a questa storia,
e devo soprattutto ad una persona se ho trovato il coraggio di
decidermi a postarla... Se volete lasciarmi il vostro parere, sono ben
felice di sentirlo, se preferite potete anche mandarmi una
mail.
Grazie
a tutti.
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