iotisalverò1
A MariBlacky, mia ronnosa adorata,
come le avevo promesso.
Spero che ti piaccia!
Ti voglio bene!
Io ti salverò
Prima Parte
23 Giugno 1989
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Arabella
Figg è seduta placidamente sulla sua sedia a dondolo, che scricchiola scandendo
il tempo. Ascolta il ticchettio dell’orologio.
Non ha mai amato il mese di Giugno, Arabella. Troppo presto per le vacanze
estive, troppo tardi per i fiori e i colori della primavera inglese.
Quello, però, è un giorno speciale. Da parecchi anni, ormai.
Accarezza dolcemente Mr. Paws, uno dei suoi cinque gatti, quando all’improvviso
un suono cristallino e acuto irrompe nella sua immobile quotidianità. È il
campanello.
Con un balzo elegante, Mr. Paws atterra sul pavimento miagolando e si dirige
verso l’ingresso. L’anziana donna lo segue stancamente e apre la porta.
Un grosso omone dal collo taurino le rivolge un cenno di saluto.
- Buonasera, signora Figg. -
- Buonasera, signor Dursley. Non la aspettavo così presto! Vuole forse
accomodarsi? -
Il suo vicino, Vernon Dursley, la guarda come se fosse una curiosa creatura,
uno di quegli animali esotici che si trovano allo zoo, tenuti a debita distanza
dal resto degli esseri viventi attraverso una lastra di vetro. Se in Vernon non
ci fosse stata tanta magia quanto in un ferro da stiro rotto, Arabella avrebbe
giurato che lui sapesse del suo status di Maganò.
L’uomo sofferma il suo sguardo sui capelli brizzolati di Arabella, che
svolazzano da ogni parte, e sulla sua scialba vestaglia di un indefinibile
grigio topo, ricoperta di peli di gatto. Un’espressione di
disgusto aleggia sul suo volto.
- Come ben sa, sono qui solo per lasciarle questa feccia.- dice, con rabbia, il
signor Dursley – Lo verremo a riprendere stasera. Se dovesse comportarsi in
modo strano o rompere qualche oggetto, me lo dica. Ci penserò io a lui! -
Marcando queste ultime parole, trascina dentro casa, strattonandolo, un bambino
magrolino e spaventato di quasi nove anni, di nome Harry Potter.
- Oh, già! È il compleanno del suo Diddino oggi! Gli porti i miei più
cari auguri! Non si preoccupi, so che i suoi metodi di educazione sono
rigidissimi, da far invidia perfino a un generale coreano! -
Il signor Vernon sorride compiaciuto.
Ama l’ironia, Arabella. Specialmente se sa che il suo interlocutore non
riuscirà a coglierla.
- La ringrazio, signora Figg. Mio zio era nell’esercito, mi ispiro sempre a
lui! -
- Non avevo alcun dubbio a riguardo! -
- La saluto adesso. Abbiamo organizzato una festa. Gli amici di Dudley saranno
già tutti lì ad aspettarlo. Arrivederci! -
- Arrivederci, signor Dursley. -
Non appena l’anziana donna chiude la porta, Harry Potter fa un profondo respiro
di sollievo, per poi tapparsi subito le narici a causa dell’acre odore di
cavolo che si respira. Continua a ripetersi che presto si abituerà a quella
puzza, come ogni volta che i suoi tutori lo scaricano in quella casa. Per
distrarsi, comincia a camminare per il lungo corridoio, fino al salone, dove
osserva, incuriosito, le centinaia di foto che tappezzano le pareti.
- Harry caro, sapevo che avresti apprezzato le foto dei miei micetti! - dice la
donna, scompigliandogli affettuosamente i capelli – Quando hai finito di
guardarle, siediti pure sul divano! Vado a preparare del tè. Ti porto anche una
bella fetta di torta, sembri proprio sciupato! -
E così, dopo avergli dato un forte pizzicotto sulle guance, l’ anziana scompare
dietro la porta della cucina. Poco dopo riappare, trasportando un vassoio con
l’occorrente per il tè e una grande torta al cioccolato. Gli occhi del bambino
si illuminano per un istante. A casa Dursley, infatti, il cioccolato è di
proprietà esclusiva di suo cugino Dudley, Harry può riceverne un po’ solo il
giorno del suo compleanno.
La signora Figg è contenta di vederlo sorridere. Adora quel bambino.
Le strazia il cuore non potergli raccontare che eroi erano i suoi genitori, non
potergli fare sapere che c’è un mondo nuovo che lo ama e che tra poco lo
accoglierà a braccia aperte.
Versa silenziosamente il tè nelle due tazze, Arabella, cacciando via questi
pensieri.
Harry sorride educatamente, e comincia a bere. Sa che lo aspetta una lunga
giornata, noiosa, ma preferibile al compleanno di Dudley, occasione in cui suo
cugino e i suoi amici, curiosamente, lo scambiano sempre per una pignatta. Mr.
Paws si acciambella accanto al bambino, mentre la donna comincia a raccontargli
di quella volta che ha cercato di fare il bagnetto a Snowy e Mr. Tibbles in
contemporanea, causando uno spargimento di acqua e bolle di sapone per tutta la
casa. Subito dopo prende un voluminoso album e, pagina dopo pagina, ora dopo
ora, comincia a raccontare al suo occhialuto interlocutore le avventure dei
suoi cinque gatti.
Osservando tutti quegli scatti, Harry non riesce a fare a meno di chiedersi
come mai le foto fossero sempre scattate dentro casa, eppure sul suo libro
degli animali ha letto che i gatti hanno bisogno di uscire all’aria aperta.
Riflettendoci, Harry si rende conto di avere visto la signora Figg fuori dalla
sua casa solo rarissime volte.
Così, prende un gran respiro e dice tutto d’un fiato:
- Signora Figg, ma lei non esce mai di casa? -
La donna trasale. Poggia con forza la tazzina sul piattino, rischiando di
rovesciarne il contenuto sul pavimento.
Ha un segreto addosso, Arabella. Una maledizione.
No, non è essere Maganò. È qualcosa di molto, molto peggio.
Il bambino la fissa negli occhi attraverso i suoi grandi occhiali tondi,
attende una risposta.
Ma cosa potrà mai dire, Arabella? Di certo non la verità.
Perché è difficile ripensare a come tutto è cominciato, fa troppo male.
Il suo è un problema antico, radicato nel suo animo.
È il motivo per cui non ha sposato John, il suo grande amore, e neppure
Spencer, che ogni mattina le portava una rosa rossa appena colta dal suo
immenso giardino.
È terrorizzata anche dalla sola idea di uscire dalla porta di casa, Arabella.
La gola comincia a diventarle secca, gli occhi si riempiono di immagini ed
emozioni del passato.
Non l’ha mai detto a nessuno, ma ringrazia il Cielo ogni giorno di essere una
Maganò. Era l’unico modo per evitare di ritrovarsi tra i pericoli e le folle
impazzite di Hogwarts.
Perché basta essere in mezzo a dei ragazzi, basta sentire delle voci che si
uniscono e si mescolano, e subito la testa comincia a farsi pesante e il cuore
comincia a battere come impazzito. Le manca l’aria, perfino negli spazi liberi
e incontaminati, e trema come una foglia in inverno.
Si sente prigioniera in mezzo agli altri, Arabella.
Senza via d’uscita.
- Ehm...che sciocchezze, caro! Se io...ma certo che esco di casa! Perché non
dovrei? Solo...tu non puoi essere qui con me, quando sono fuori, no? Per questo
ti sembra che io sia sempre qui! Ma come potrei passare tutte le mie
giornate...? Non...non essere sciocco! -
Osserva Harry, trattiene il respiro.
Il bambino riflette un attimo, si gratta la testa e infine annuisce confuso.
Ce l’ha fatta ancora, Arabella.
È riuscita di nuovo a non incontrare la sua paura, a non rivolgerle la
parola.
Ma Harry continua a fare domande. Non si è lasciato convincere da quelle frasi.
Dopotutto, Arabella ha sempre pensato che fosse un bambino intelligente e
curioso.
Non sa cosa rispondere, come comportarsi. Lo spettro della sua paura è proprio
lì, di fronte a lei, seduto accanto ad Harry, sorseggia del tè e la guarda
beffardo. Attende che lei inizi a parlare.
Ma all’improvviso quell’ombra svanisce, cacciata via da un suono stridente e
forte. È il clacson dell’auto dei Dursley.
- Giusto Cielo! Dev’essere tuo zio! Su presto, veloce! Devi andare! -
- Ma io... -
- Oh, non c’è tempo! Continueremo un’altra volta! Su, su! -
Spinge Harry verso la porta, in fretta, senza dare il tempo di chiedere
spiegazioni. Gli prende il cappotto, gli porge una fetta di torta in una busta,
gli dà persino un bacio sulla fronte. Lo segue con lo sguardo mentre si allontana
lungo il vialetto e lo saluta agitando un braccio.
Ce l’ha fatta ancora, Arabella.
Può tornare a respirare.
Non dovrà affrontare la sua paura.
La
storia si conclude qui per oggi! La seconda e ultima parte sarà
a breve sui vostri schermi del pc! Spero vi sia piaciuta!
Nda barbosette: Arabella
Figg è un personaggio minore, ma la santa Rowling, come per ogni singolo
personaggio o suppellettile presente nella saga, ne ha dato un’ampia
descrizione. Ci ha detto del luogo in cui vive, del suo rapporto con Harry, con
i suoi cinque gatti e con Silente. Considerando com’era spaventata il giorno
dell’udienza, la sua reazione nei confronti di Mundungus, il fatto che fosse
sempre rintanata in casa e che non avesse partecipato alla guerra finale (a cui
ha preso parte anche gente anziana come Augusta Paciock), mi ha fatto credere
che fosse perfetta per appiopparle l’agorafobia! Ovviamente ho dovuto inventare
parecchio su di lei e sul suo passato.
Spazio “guarda come gongolo per il titolo”: in “Io ti
salverò” si parla di fobie! Tante fobie! E il titolo in questo caso lascia
sospesa la questione su chi abbia salvato chi...
NdA felici: volevo
ringraziare PotionFang, grazie infinite per il tuo giudizio *-*
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