Aizō (愛憎).
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Perché sto provando questo dolore? È forse questo ciò che lui prova ogni volta che lo colpisco? Se avessi saputo che ogni mio pugno gli provocava tutto questo male, credo che avrei imparato più in fretta a trattenermi... e se avessi imparato prima, magari ora non saremmo in questa situazione. "Se" e "magari" non mi porteranno da nessuna parte, però. Non sarei dovuta cambiare. Non mi sarei dovuta affezionare a lui. Mi sarei dovuta stare zitta, poco fa. Sì, sono tutti buoni propostiti... peccato che adesso sia un po' tardi per impormeli. Continuo a fissare la punta delle nostre scarpe mentre, con la coda dell'occhio, cerco attorno a me qualcosa da cui trarre spunto per intraprendere una conversazione e porre fine a questo pesante silenzio. Soffia un leggero vento, che mi scompiglia i capelli e ne lascia impigliata una delle foglie che l'autunno ha iniziato a far cadere, per annunciare il suo imminente arrivo. Sento la sua mano toglierla delicatamente dalla mia testa per lasciarla cadere a terra ed alzo lo sguardo, incontrando i suoi occhi puntati nei miei. - Mi dispiace. - dice, con un vacillante sorriso sul volto. Il vento sembra sussurrarmi all'orecchio le parole di poco prima, mentre lui mi dà le spalle e, a passi incerti, si allontana. "Non credo tu sia il mio tipo". Amo il ricordo della dolcezza insita in quelle parole taglienti, proprio come amo lui. Sento l'endorfina scorrermi nelle vene e farmi formicolare le braccia, fino ai palmi delle mani. Stringo forte i pugni e colpisco l'aria di fronte a me, dove poco prima c'era la sua faccia... poi più in basso, dove si sarebbe trovato il suo stomaco se non se ne fosse andato. Decisamente, odio gli uomini. |
