bruciare
Questa
canzone ha una playlist tanto carina da ascoltare durante la lettura,
la potete trovare qua.
Scritta per il prompt 07. Bambini, 10disneyfic
@ lj
until
we bleed.
A tutti i bambini vengono insegnate certe lezioni da piccoli che,
puntualmente, essi decidono di ignorare.
Anne, intuendo la
natura del figlio fin dalla tenera età, non faceva che
ripetergli che non bisognava giocare col fuoco.
Ovviamente, Harry
decise che non gliene sarebbe importato niente di bruciarsi.
-
Harry non comprende il
signifato dell'avvertimento nemmeno quando incontra Louis per la prima
volta ad X Factor.
Si scotta ogni volta
che tocca la pelle del compagno, e quella sensazione di proibito non fa che aumentare la sua
voglia di giocare.
L'altro é
sicuro di non essere tanto ingenuo e si convince di sapere meglio del
più giovane quand'é il momento di smetterla di
comportarsi come bambini.
Nonostante questo,
ogni mossa che compie - per quanto calcolata, per quanto studiata
attentamente - non fa che renderlo prigioniero di una ragnatela dalla
quale difficilmente riuscirà ad uscire.
Harry sa trascinarlo
con sé in luoghi inesplorati, lo priva di qualsiasi cautela,
lo rende succube di un gioco che crede di poter gestire fino all'ultimo
atto.
Harry non sa quanto in
realtà si sbagli.
-
Oh no, what’s this?
A spider web, and
I’m caught in the middle.
Si bruciano
entrambi e tutti, a questo punto, possono dire "ve l'avevamo detto".
É una cosa
che odiano, l'essere così prevedibili agli occhi del mondo.
É successo
una notte, una delle solite, in cui Louis non riesce a dormire e si
infila nel letto di Harry per ricevere un po' di calore e magari
qualcos'altro.
Dicembre inoltrato,
così lungo e buio, può giocare brutti scherzi a
due corpi che non fanno che gravitarsi attorno come satelliti, ansiosi
di scottarsi e per niente spaventati nel farlo.
Harry sa esattamente
dove baciare Louis, dove toccarlo, le corde da sfiorare per fargli
perdere il controllo.
Si muove
così sul corpo dell'altro, come un musicista esperto alle
prese col suo strumento preferito, attento a non rovinarlo mentre cerca
i suoni che vuole ottenere.
Quando entrambi sono
sull'orlo del baratro, gli occhi chiusi, quando manca ancora un passo
per cadere, Louis dice le stesse parole che Harry ha evitato tante
volte, quelle che ha cercato disperatamente di escludere dalla sua
sinfonia fin dall'inizio.
Ti
amo.
Non ci ha neanche
pensato Louis, sono quelle frasi che non puoi controllare, che tieni
strette tra i denti finché qualcosa di troppo grande da
sopportare te le strappa a forza.
Harry sente il fuoco
dentro il suo corpo, e questa volta bruciarsi fa male, malissimo, e
sente i fili di questo gioco scivolargli via tra le dita, e per quanto
tenti di riprenderli questi volano via lasciandolo in balia della
tempesta.
Si accascia sul corpo
dell'altro e si alza immediatamente, paura e sorpresa nei suoi occhi,
raccatta qualche vestito a caso dal mucchio nella stanza e scappa.
Louis l'aveva previsto.
Nonostante questo, non
può fare altro che sedersi e prendersi la testa tra le mani.
Piange. E sa che
questo non fa più parte del gioco.
-
As we soar walls, every siren is
a symphony
And
every tear’s a waterfall.
Harry
sa che avrebbe potuto sempicemente andare da Zayn o da qualunque altro
membro della band, ma sarebbe stato troppo vicino.
Invece prende la macchina e guida per tutta la notte, le strade deserte
gli ricordano molto il vuoto dentro di lui.
Passano le ore, ma sembrano solo secondi quando sua madre apre la porta
in vestaglia senza fare domande.
Lo abbraccerà la mattina seguente, ma in quanto mamma ha
già capito che il suo bambino si é bruciato
giocando col fuoco.
E quando il fuoco ha un nome, Louis, solo lei sa quanto questo non
può che fargli bene.
Harry si stende sul suo letto che ormai é corto, ma non
vuole cambiarlo perché profuma di infanzia, di innocenza,
profuma di casa.
É solo nei pochi istanti prima dell'incoscienza che si
concede una sola, singola lacrima.
-
Per una volta non sono più bambini e prendono la muta
decisione di andare avanti come se niente fosse.
Sono anche piuttosto bravi, perché nessuno dei manager
sembra notare niente, e le fan li amano lo stesso, e Harry non fa che
ripetere a sé stesso che é stata la cosa migliore.
Ma non posso nascondere tutto agli altri, perché Liam, Niall
e Zayn li conoscono troppo bene per non notare la mancanza di contatto
tra i due.
A Zayn sta bene che la gente lo definisca il più quieto.
Perché quando se ne sta zitto in disparte lui non si isola,
lui osserva.
E sarà il bisogno di nicotina che ha in corpo, o la noia che
da qualche giorno lo assale la mattina - non gli interessa saperlo -
fatto sta che decide di osservare Louis per una volta.
Ha sempre pensato che l'amico non avesse realmente bisogno di qualcuno
al suo fianco, in quanto sempre sereno e sempre in controllo delle sue
azioni.
Piuttosto é solito preoccuparsi per Liam, evitando che
esploda a causa di tutte le responsabilità che si prende
sulle spalle, o per Niall, che a volte viene sopraffatto da una forte
nostalgia di casa. Harry ha solo bisogno di un appunto ogni tanto che
lo riporti coi piedi per terra ogni tanto.
Questa volta, però, Louis non sembra in grado di camminare
sulle sue stesse gambe.
Se ne accorge quando Niall fa l'ennesima battuta sull'ultima ragazza a
caso di Harry, e Louis invece di unirsi alle risate si alza dal divano
dove sono tutti seduti e si avvia verso l'ampio balcone
dell'appartamento Styles-Tomlinson.
«Tutto ok, Lou?» lo affianca accendendosi una
sigaretta.
L'altro non risponde, invece ammicca al fumo che esce dalla bocca di
Zayn. «Aiuta davvero?»
Zayn alza le spalle poco convinto, e porge la sigaretta a Louis che ne
prende una lunga boccata, tossendo immediatamente fuori tutto il fumo.
Scoppia a ridere poco convinto, lacrime che gli pizzicano gli occhi.
«No, decisamente non fa per me», dice restituendo
la sigaretta a Zayn.
«Se c'è qualcosa che non va, sai che puoi sempre
contare su di me», risponde allungando un braccio cingendogli
le spalle.
Louis gli sorride di rimando, ma il suo viso assume una smorfia di
dolore quando gli arriva alle orecchie una forte risata di Harry
dall'altra stanza.
Zayn non ha bisogno di altre parole per capire.
-
Sono a Tornonto qualche settimana dopo, e Niall sta facendo colazione
guardando la replica degli Oscar come una vecchia comare.
«Penso di essermi innamorato di Meryl Streep»,
commenta tra una frittella e l'altra.
«Oh ma per favore, é Harry quello con la fissa per
le donne con un piede nella fossa» aggiunge Liam
scompigliandogli i capelli amichevolmente.
«Chi é che osa negare il sex appeal di
Meryl?» esordisce Harry uscendo dal bagno lasciandosi dietro
una scia di vapore, segno che ha appena finito la doccia.
Zayn gli lancia amichevolmente un cuscino in faccia, e da quel momento
é lotta.
Questa volta Liam si accorge che Louis non é totalmente in
sé.
Ha capito che il modo in cui guarda il ragazzo dai capelli ricci non
é esattamente quello in cui si guarda un amico, e assomiglia
al modo in cui Liam a volte guarda Zayn. Solo che Louis soffre.
Liam gli prende una mano come per confortarlo, ma Louis la ritrae
incurante.
Si chiede perché tutti siano convinti di poterlo aiutare,
quando lui non é più un bambino e ha tutto sotto
controllo.
O almeno lo spera.
-
Passare giorni interi a cercare di mascherare l'evidenza é
piuttosto faticoso, e Harry se ne accorge una domenica mattina
— anzi, in realtà é quasi ora di pranzo
— quando il sonno gli pesa sul petto come un cuscino premuto
forte.
Il lato sinistro del letto é intatto da settimane, e anche
se sono tornati a Londra lui e Louis non si sono ancora parlati. Non
uno sguardo, un cenno, se non due battute qua e là durante
la solita intervista e dio
quanto fa male non poterlo toccare abbracciare stringere come al solito
e far vedere al mondo che é suo.
Gli sembra di poter misurare a larghe falcate lo spazio che adesso
c'è tra di loro.
E i paparazzi possono accusarlo quanto vogliono di essere egoista e di
aver bisogno di crescere e di iniziare a pensare alla band e non a se
stesso, tanto lui sa che hanno perfettamente ragione.
Vorrebbe chiamare Gemma, oppure Liam, e parlare per ore. In
realtà non sa nemmeno lui cosa vorrebbe dire.
Forse ha solo bisogno di tempo, di essere aspettato, di crescere.
Forse essere un bambino non é più così
tanto divertente.
-
Ci prova, Harry, a riprendersi Louis (in realtà vuole solo
riprendere se stesso ma non ha il coraggio di dirlo ad alta voce).
Inizia a lasciargli la colazione pronta la mattina anche se esce presto
pur di non vederlo, compra la sua torta preferita un sabato mattina e
gli propone di guardare Grease una sera insieme.
Louis ignora educatamente ognuno di questi gesti, perché lui
crede ingenuamente di potersi lasciare tutto alle spalle come ha sempre
fatto.
Un po' di indifferenza qui, qualche cosa ignorata qua e là,
e pensa di potercela fare.
Illuso, si
dice la sera prima di andare a dormire.
-
I'm naked
I'm numb
I'm stupid
I'm staying.
Harry non sa più cosa fare, forse per la prima
volta nella sua breve vita.
Ha quasi diciannove anni e lui e Louis non si parlano come prima da un
anno.
Qualche tempo prima era convinto di avere tutto sotto controllo, di
stare facendo tutto in modo giusto e studiato, ma non é la
prima volta che si sbaglia su questo. A volte, pensa seriamente di
lasciare andare tutto, di arrendersi, che non é la fine del
mondo in fondo, ma si ricrede ogni volta che sente il profumo di Louis
su quella maglietta che gli ha preso un po' di giorni fa, quando trova
i suoi boxer nei punti più disparati della casa e non si
chiede nemmeno come siano finiti lì.
Louis invece non sa più se quello che sta facendo sia giusto.
Ignorare Harry, escluderlo dalla sua vita in quel modo significa
tagliare fuori una parte di sé.
Se ne valga davvero la pena non lo sa, perché quella parte
della sua vita invece di perderla per strada dovrebbe affidarla a
qualcuno di cui si possa fidare.
Ma lui non riesce a fidarsi di Harry, e se lo dice ogni volta che lo
guarda negli occhi - più che altro per convincere se stesso.
-
You're drunk, you need it
Real love,
I'll give it.
Non avrebbe dovuto bere così tanto.
Sa di non reggere bene l'alcool, eppure quando ha visto Louis
così bello e perfetto e stretto nei suoi pantaloni rossi
abbracciato a Eleanor quando vincono il loro secondo Brit non
riesce a non piangere. Vorrebbe essere lui quello con le braccia
allacciate attorno al suo collo.
La mano di Louis stringe quella di lei, e Harry sente la sua bruciare
per il vuoto.
Beve come un ragazzino alla prima cotta, beve come il primo ingenuo che
non riesce a fare altro invece che agire.
E si arrabbia, si arrabbia da morire, vorrebbe prendere e spaccare
qualcosa, e infatti torna a casa e tira contro il muro la cornice con
la loro foto - sua e di Louis con una rosa in bocca, quella che nessuno
dei due ha avuto il coraggio di mettere via. Un po' come i loro
sentimenti, hanno semplicemente deciso di ignorarla.
Harry si rende conto della cazzata che ha fatto e allora corre vicino
alla cornice, il vetro ormai in frantumi, e cerca di rimettere insieme
i pezzi uno per uno, ma non si ricorda più in che ordine
fossero.
Si accorge come quella stupida cornice sia una grottesca parabola della
loro relazione, e si stupisce di come riesca a fare quelle riflessioni
nonostante non sia particolarmente lucido. Un pezzo particolarmente
appuntito gli causa un piccolo taglietto sulla punta del pollice, e
inizia a succhiarselo come un bambino. Le lacrime sono calde e
fastidiose sulle sue guance, e allunga una mano per scacciarle via con
un gesto stizzito.
Rimane per quelle che sembrano ore seduto addosso al muro con la foto
in mano e troppi pezzi di vetro per terra, finché non sente
la chiave girare nella toppa.
Un anno fa non avrebbe potuto fregargliene di meno di farsi vedere da
Louis in queste condizioni, ma qualcosa dentro di lui gli dice di
ricomporsi, perché non ha bisogno della pietà
dell'altro. Louis gli si sarebbe seduto accanto e l'avrebbe confortato,
stringendolo forte.
Oh, ma chissenefrega. Non ha nemmeno la forza di alzarsi in piedi,
figuriamoci di sostenere una lite.
Ma Louis non si siede di fianco ad Harry, e lui stesso si domanda come
riesca a trattenersi dall'accovacciarsi fianco a lui e baciarlo fino ad
addormentarsi.
Semplicemente rimane a qualche passo e osserva la scena col cuore che
lentamente gli si spezza, e deve davvero impegnarsi per non scoppiare
in lacrime.
Harry si accorge dello sguardo pesante che incombe su di lui, e alza
gli occhi rossi e lucidi verso il viso dell'altro, mormorando uno
sconclusionato «io , io- scusa, non volevo, no, in
realtà io volevo- però non davvero, non ci ho
pensato, io...» ma alla fine ci rinuncia e abbandona la testa
tra le ginocchia.
Si dice che se lo merita, che Louis fa bene a lasciarlo lì,
che ha sbagliato tutto fin dall'inizio, quando sente una stretta forte
attirargli la testa contro il petto, e all'improvviso il profumo di
Louis é di nuovo nell'aria, forte come non lo sente da
tempo, e va a tamponare tutte le ferite che ha dentro in una frazione
di secondo.
Il bacio che segue quell'abbraccio va a sfiorare ogni cicatrice
rimasta, e anche se Harry all'inizio prova a sottrarsi alla presa - no, Lou, no, é
sbagliato, tu non mi meriti - l'altro lo zittisce premendo
nuovamente le labbra sulle sue.
E inizia una notte di riappacificazione, e i due corpi che si
riscoprono dopo tanto tempo non si trovano cambiati di una virgola -
Harry che inizia a ridere nei momenti meno opportuni, Louis che ha
sempre caldo - finché non cadono sfiniti tutti e due
finalmente sullo stesso letto.
Entrambi hanno lo sguardo rivolto verso il soffitto, perché
tanto si sono guardati negli occhi sufficientemente quella notte, e
pensano.
Louis pensa a quanto poco possa fregargliene di aver fatto tutto
così in fretta quella sera, perché sinceramente
ci ha messo un anno a perdonare Harry.
Harry pensa a quanto stia bene con le dita intrecciate a quelle di
Louis, e prega di non essere così ubriaco da non ricordarsi
niente la mattina dopo.
Decide di sprecare quelle parole così, perché ha
capito che il tempo é qualcosa di molto relativo, e
d'altronde ha aspettato dodici mesi.
«Lou?»
«Mmmh?»
«Ti amo anche io.»
-
E da lì é tutto così facile che presto
tutto é passato, la cornice é tornata sul tavolo
nell'ingresso ma non hanno cambiato il vetro, che é rimasto
quello tutto rigato che un pomeriggio hanno messo a posto insieme.
Rimane lì bene in vista in modo da ricordare qualcosa da non
fare più.
Un po' come si fa coi bambini.
Nonostante Harry giri ancora nudo per casa e faccia battute sconce in
diretta, però, non é più un bambino.
Da quella fredda sera di febbraio ha trovato un nuovo modo per giocare
col fuoco: gli é concesso di amare Louis.
Oltretutto, non corre neanche il rischio di
bruciarsi — Louis non glielo permetterebbe.
E per il momento (anzi, é piuttosto sicuro che sia per sempre) gli
basta così.
So we're bound to linger on
We drink the fatal drop
Then love until we bleed.
________
A volte io scrivo flashfic che dopo un mese si trasformano in colossi
da duemila e passa parole.
Ladies and... ladies?
- non penso ci siano dei gentlemen in questo momento - questo
é il parto tanto annunciato che va avanti da parecchie
settimane, e davvero non so cosa mi abbia spinta a pubblicare questa
one shot.
Vi lascio così, senza molte altre parole, insieme alla
playlist che si trova in alto alla pagina.
Fatemi sapere cosa ne pensate magari attraverso twitter e tumblr.
p.s.: ho dato oggi un'occhiata a chi segue le mie storie, e mi sono
trovata questi numeri.
seriously girls, wtf? siete fantastiche, davvero.
|