E' una favola, è solo fantasia di Bake di Cera (/viewuser.php?uid=178638)
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E’ una favola,
è solo fantasia
Ricordo
quel giorno, quando tutto
iniziò
-
Dovremmo essere arrivati,
il posto è questo, - dichiarò Luca fermandosi
davanti a un grosso cancello di
ferro.
Marina
si guardò intorno,
agitata. – Come mai non c’è nessuno?
- E
io che ne so? - rispose
svogliatamente Laura.
Osservato
da lontano, quel
gruppetto appostato in una strada appena fuori dal Gran Raccordo
Anulare non
sarebbe potuto apparire più curioso: Daniele, il
più giovane del gruppo
nonostante la barba e i lunghi capelli che gli ricadevano davanti al
viso,
sfogliava distrattamente una rivista scientifica comprata per coprire
uno
strappo nella zona meno opportuna dei jeans; Ludovico aveva gli occhi
azzurri nascosti
da un paio di occhiali da sole e si divertiva ad accrescere
l’agitazione in Marina
dicendole che, probabilmente, ad esaminarla sarebbe stato Vittorio
Matteucci; Laura
tentava di sbirciare la rivista di Daniele, lanciando ogni tanto
occhiate in
fondo alla strada per cercare un qualche segno di vita; Luca
controllava sul
suo cellulare ipertecnologico se la via fosse quella giusta, mentre
Marina, la
sua ragazza, tremava da capo a piedi, visibilmente desiderosa che
quella
giornata finisse presto.
-
Marina, tesoro, - esclamò
Luca, rimettendo il cellulare nella tasca dei jeans, – la via
è quella giusta e
il numero civico anche: se non ci aprono significa che non sono ancora
arrivati.
Sta’ calma! – aggiunse poi, notando le gocce di
sudore sulla sua fronte. –
Finisci per mettere in agitazione anche me.
-
Ah, il signor “Sono-il-miglior-cantante-del-mondo”
ha paura di non essere preso? - scherzò Laura, girando una
pagina della rivista
di Daniele per leggere un articolo sulle illusioni ottiche.
Ludovico
diede una pacca
sulla schiena di Marina. – Su! Non è il primo
provino che fai: sei abituata
ormai a sentirti dare un rifiuto!
-
Bell’incoraggiamento, -
commentò Daniele, gettando un’occhiata alla
strada. I suoi amici seguirono il
suo sguardo verso una ragazza vestita sportiva, che correva reggendo
una borsa
a tracolla: intuirono immediatamente che doveva essere lì
anche lei per il
provino. Daniele alzò leggermente il sopracciglio,
interessato.
-
Scusa… uff…
scusate, - esordì la ragazza, tenendosi
le mani sulle ginocchia. – Uff…
E’
qui… uff… il
provino del… uff…
musical?
-
Credo di sì, - rispose
Daniele chiudendo di scatto la rivista, con gran disappunto di Laura, e
tendendole una mano. – Mi chiamo Daniele, sto accompagnando
due di loro.
-
Angelica. Chi di voi…?
-
Io. Mi chiamo Luca, sono
qui per la parte di Peter; lei è Marina, prova per Wendy.
-
Ah, anch’io! - esclamò Angelica
sorridente.
L’unica
cosa che Marina
riuscì a pensare fu che quella era probabilmente la prima
delle tante rivali
che avrebbe dovuto affrontare quel giorno; ricambiò
forzatamente il sorriso.
-
Ehi, il cancello si sta
aprendo! – li avvisò Laura.
Era
vero: videro il cancello
di ferro scorrere lentamente davanti a loro, rivelando un piccolo
angolo di
parcheggio e un edificio; immediatamente sentirono il rumore di un auto
e si voltarono
per scoprire chi avesse azionato il cancello automatico. La macchina
entrò nel
cortile, muovendosi tranquillamente come se fosse abituata a fare quel
tragitto, e infine si fermò davanti a loro. Un uomo sui
trent’anni scese dal
posto del guidatore, fumando: aveva lunghi e ricci capelli scuri
raccolti in
una coda e un giacchetto di pelle aperto che rivelava una maglietta
nera. Li
squadrò incuriosito, mentre una ragazza più
giovane lo seguiva fuori dall’auto.
-
Voi dovete essere i
cantanti, - constatò, chiudendo la portiera. – Non
vedo altra gente, devono
essere già arrivati.
-
Come hanno fatto ad
entrare? - chiese Luca. – Al citofono non ha risposto nessuno.
-
Perché è rotto e perché
questa non è l’entrata principale, ma il
cancelletto nella via parallela,
l’indirizzo è identico, - rispose
l’uomo. – E ora, se volete seguirmi, vi
mostro la sala registrazione.
Vediamo… Non devono essere tutti qui per
il provino,
alcuni sono fin troppo tranquilli, come la ragazza con i capelli corti;
anche
quello con gli occhiali da sole è rilassato, per non dire il
tipo con lo
strappo sui jeans. No, decisamente non andrebbe in giro così
se dovesse
presentarsi a un provino!
Gli altri mi sembrano più agitati:
sicuramente la
ragazza riccia, da come suda, è qui per Wendy o Trilli;
anche quella con i
capelli raccolti in una coda dovrebbe essere una cantante, anche se ha
l’aspetto di chi si è appena svegliato. Non
avrà sentito la sveglia? E
l’ultimo? Difficile… Tranquillo, però
un po’ troppo sicuro di sé nei modi…
Sì,
dev’essere qui anche lui per il provino!
Dovrei presentarmi? Chiedere i loro nomi? Mi sembra
cortese rimanere in silenzio mentre…
-
Eleanor.
La
voce dell’uomo al suo
fianco riportò Eleanor alla realtà.
-
Secondo te dovrei
presentarmi, Stefano? – sussurrò.
Stefano
trattenne una
risata. – Presentarti a loro? E come la metti con le altre
decine di cantanti
che ci aspettano di sotto?
-
Scusa, mi sento così in
imbarazzo: è la prima volta che mi porti con te, cuginetto!
– rise Eleanor,
ravviandosi la lunga chioma bionda.
Di cosa staranno parlando?
Marina
aggrottò le
sopracciglia, cercando di captare qualche parola della conversazione
dei due
ragazzi che li precedevano, senza ottenere alcun risultato. Lentamente,
intimoriti, i cantanti e i loro amici seguirono gli sconosciuti lungo
una rampa
di scale che scendeva fino ad un’ampia stanza in cui erano
stipate circa
cinquanta persone.
Marina
trattenne il respiro,
sempre più terrorizzata, mentre Laura le sussurrava
all’orecchio: - E pensare
che questa non è l’unica data dei provini!
L’uomo
fece loro segno di sedersi
ed aspettare. Ludovico, guardandolo, sussurrò un: -
E’ lui Vittorio Matteucci?
-, facendo incrinare le labbra di Marina in un sorriso nervoso.
Luca
si sedette tranquillo
su uno dei divanetti rossi indicati dal loro accompagnatore, osservando
torvo
gli altri partecipanti al provino, che invece giravano per la stanza
nervosi e
canticchiavano per memorizzare le parole che non riuscivano a tenere in
mente.
-
Stai cercando di
indovinare gli altri aspiranti Peter? - gli chiese Marina, cercando
nella borsa
l’Ipod per ripassare come gli altri.
Luca
annuì. – Non le sai ancora?
– esclamò sorpreso. – Le abbiamo
cantate per tutto il viaggio!
-
Beh, scusa se non sono
brava quanto te! - sbottò lei, strattonando le cuffie ed
allontanandosi.
Laura
trattenne un sorrisetto:
non gli era mai stato simpatico quel ragazzo, troppo presuntuoso per i
suoi
gusti; si chiedeva continuamente come avesse fatto Marina a
“cadere nelle sue
grinfie”. Con un’alzata di spalle, si rispose che
il mondo dei musical aveva
tanti misteri e che lei non era assolutamente tentata di scoprirli. Si
sedette
accanto a Daniele, strappandogli la rivista dalle mani per ricordargli
la sua
presenza: il ragazzo era sprofondato in una fitta conversazione con
Angelica e
la sua amica intuì che il suo interesse riguardasse poco la
musica e tanto il
numero del cellulare della sua interlocutrice. Con una fitta di
gelosia, Laura
finse di dargli per sbaglio una gomitata sulla testa per spostarsi nel
posto
ristretto.
-
Oh, scusa! - esclamò
dispiaciuta, portandosi una mano davanti alla bocca e scivolando anche
lei in
una conversazione con Ludovico.
-
Ale.
Il
ragazzo chino sul
computer, intento a caricare le basi delle canzoni da interpretare nei
provini,
alzò lo sguardo verso la porta e rivolse un enorme sorriso a
Stefano.
-
Sei arrivato! – esclamò,
correndo ad abbracciarlo. – Temevo di dover iniziare senza di
te, non potevo
farli aspettare ancora… Quanta gente, eh? Che emozione, e
pensare che la
prossima settimana ne arriveranno altri! Non posso credere che il mio
musical
stia finalmente vedendo la luce, è
così… Oh, ci conosciamo?
Riprese
fiato, stringendo la
mano della ragazza che aveva di fronte.
-
Sono Eleanor, la cugina di
Stefano, - si presentò lei con un enorme sorriso.
-
Ah, la famosa cugina
inglese! Sì, Stefano mi aveva detto che avresti passato
qualche mese qui a
Roma. Sono Alessandro, felice di conoscerti. Ehi, parli davvero bene
per non
essere italiana!
-
Tutto merito mio, - si
complimentò con se stesso Stefano, appoggiando una mano
sulla spalla della
cugina. – Siamo praticamente cresciuti insieme, è
strano che non vi siate mai
incontrati prima: Eleanor viene a trovarmi tutte le estati.
-
Il lavoro, la musica… E il
tuo amichetto sempre tra i piedi.
Stefano
storse le labbra. –
Dove si sarà cacciato? Sarebbe dovuto arrivare da parecchio,
almeno io avevo la
scusa del lavoro…
-
Sai com’è fatto, - si
limitò a commentare Alessandro, alzando le spalle.
– Diamo inizio alle danze?
Dopo
qualche minuto l’uomo
che li aveva scortati dentro l’edificio riapparve dalla sala
registrazioni con
un altro ragazzo che reggeva un fascio di fogli.
-
Allora, - esclamò il
primo, guardando tutti i presenti che, improvvisamente, avevano smesso
di
camminare avanti e indietro per ascoltare; Luca si sporse pomposamente
in
avanti per farsi vedere. – Credo che possiamo cominciare.
Come già sapete,
stiamo cercando nuove interpreti per Wendy e Trilli, un secondo
interprete per
Peter e varie comparse.
-
Credo che inizieremo con
Peter, se tutti gli altri non hanno impegni di lavoro, - intervenne
l’altro,
visibilmente emozionato. – Io sono Alessandro: per qualsiasi
cosa potete
rivolgervi a me o a Stefano. Bene, se siete pronti comincio a
chiamarvi… o
qualcuno vuole andare avanti per primo?
Luca
alzò la mano, guardando
negli occhi Alessandro, che lo intercettò presto.
-
Tu sei… ?
-
Luca Fiorello - rispose il
ragazzo.
-
Bene, allora segui Stefano,
di sotto troverai l’altra addetta al casting…
Facciamo fare qualcosa a tua
cugina! – sussurrò poi Alessandro a Stefano,
divertito.
Mentre
Luca si alzava, Ludovico,
osservando l’aspetto di Stefano, disse a bassa voce a Marina:
- Uncino!
Il
loro amico ci mise poco:
dopo dieci minuti aveva interpretato due canzoni ed era uscito,
sorridendo a Marina.
– Credo di essere andato bene - , annunciò.
– Sembravano soddisfatti.
-
Bravo! - si complimentò la
sua ragazza.
-
Sei solo il primo, non
iniziare a festeggiare - lo prese in giro Daniele.
E
aveva ragione: man mano
che gli altri aspiranti Peter Pan si facevano avanti, Luca, pur non
ascoltandoli, cominciava a farsi prendere dall’agitazione.
-
Ho paura di aver sbagliato
una nota – annunciò, quando anche il decimo Peter
fu andato. – Non riesco a
togliermelo dalla testa: non pensavo fosse molto importante, ma basta
che
qualcuno non sbagli niente per…
-
Luca, per favore! - lo sgridò
Marina, sempre più pallida.
-
Esco un attimo, - annunciò
lui alzandosi, seguito da Daniele.
Laura
e Ludovico stavano
ancora parlando della possibilità che il rude Stefano fosse
l’interprete di
Uncino, così Marina, per alleviare la tensione, si rivolse
ad Angelica.
-
E’ il tuo primo provino? -
le chiese.
-
No, ne ho fatti altri tre
quest’estate, ma non sono andati un granché, -
rispose Angelica con una
smorfia. – Ma ho voluto tentare anche stavolta prima di darmi
per vinta.
-
Hai fatto bene, è così anche
per me. Mi sono anche presentata a Notre Dame de Paris e…
-
Davvero? Anch’io!
Marina
si accorse presto che
era più facile distrarsi parlando di provini ormai conclusi
e fu con stupore
che sussultò sul divanetto, riportata bruscamente alla
realtà, quando
Alessandro chiamò il suo nome.
-
In bocca al lupo! - le
sussurrò Angelica.
Quando
la porta si fu
richiusa alle spalle di Marina, l’espressione rilassata di
Laura mutò
rapidamente: la ragazza si precipitò giù per le
scale tentando di ascoltare
qualcosa dalle fessure della porta della sala registrazione. Quando
Luca e
Daniele rientrarono nell’edificio, la trovarono rannicchiata
sugli scalini con
l’orecchio premuto contro il muro per cercare di percepire il
minimo suono.
-
L’hanno chiamata? - chiese
Luca.
-
Sì, - rispose Ludovico. –
E’ appena entrata.
Laura
riuscì a sentire
qualche stralcio di canzone, ma niente di più; stava per
spostarsi in una
posizione più comoda, quando sbatté contro le
gambe di qualcuno.
-
Fa’ attenzione, la porta
potrebbe aprirsi da un momento all’altro, - la
avvertì una voce mentre la mano
del suo proprietario si poggiava gentilmente sulla sua spalla per
invitarla a
spostarsi.
Sara
sollevò lo sguardo, ma
l’uomo entrò nella sala senza che lei potesse
scorgere altro che il fisico alto
e i capelli castani arruffati.
Dall’altra
parte del muro
Marina, concentratissima, non si accorse nemmeno dall’arrivo
di un’altra
persona e continuò a cantare le ultime strofe; alla fine si
tolse le cuffie,
titubante, e le ripose sul piano di legno di fronte.
-
Brava! - si complimentò
l’addetta al casting. – Ti faremo sapere.
-
Grazie.
Marina
si voltò verso
l’uscita, ma, preda dell’emozione e con le mani
tremanti, faticava ad aprire la
pesante porta. Percepì un movimento alle spalle, poi un
braccio si stese accanto
alla sua testa, spalancando la porta con gesto secco e violento.
Alzando gli
occhi per capire chi fosse, vide il volto di Stefano.
-
E’ dura, a volte, -
commentò, facendole segno di uscire.
Marina
rimase a fissarlo
negli occhi per quella che le parve un’eternità,
incapace di muoversi; non
riusciva a capire perché, ma si sentiva come se stesse
guardando Stefano per la
prima volta. Era più giovane di quello che aveva pensato
all’inizio, non doveva
avere più di ventotto anni, notò stupita; e i
suoi capelli non erano poi così
incolti, c’era un certo ordine in quel caos…
Qualcosa di affascinante.
Un
colpo di tosse la
distolse dai suoi pensieri e si sentì immediatamente in imbarazzo per quello
strano comportamento;
fortunatamente, però, l’uomo sembrava averlo
attribuito semplicemente alla
tensione del momento e non disse niente fino a che Marina non ebbe
lasciato la
sala registrazioni.
Fu
felice di poter
giustificare il rossore sulle guance alla paura del provino,
perché si rese
conto con terrore che non riusciva a mandarlo via.
-
Brava! – esclamò Laura, andandole
incontro non appena la vide.
-
Mi hai sentita? – chiese Marina,
cercando di pensare a qualcosa di diverso da quell’ultimo
minuto.
-
Sì, ero dietro alla porta
finché non è passato un tizio che si è
messo a blaterare che, se non mi fossi
spostata, mi sarei presa una portata in faccia… Ma
è successo poco fa, quindi
ho ascoltato praticamente tutto! Beh, quasi.
Parlando
erano tornate nella
stanza in cui erano riuniti tutti gli aspiranti cantanti e Marina
avvertì un senso
di colpa immotivato quando Luca le si avvicinò, preoccupato,
per chiederle come
fosse andata.
-
Tutto bene, ma non voglio
dire altro, - si limitò a rispondere la ragazza, alzando le
mani per indicare
che considerava momentaneamente chiuso il discorso.
-
Angelica Bracale! - chiamò
Alessandro.
-
Aiuto! - sussurrò Angelica
a Marina mentre scendeva le scale. Daniele le diede una pacca
d’incoraggiamento
sulle spalle.
-
La aspettiamo? - chiese
poi, speranzoso.
-
Ma sì, dai, – gli concesse
Marina, lasciandosi cadere sfinita sul divano.
-
Bene, allora vado a
prendere da bere.
- E
dove…?
Daniele
si avvicinò alla
postazione di Alessandro, che stava lavorando al computer.
-
Scusa, posso avere una
bottiglietta d’acqua?
Il
ragazzo alzò lo sguardo
dal monitor come se non avesse capito bene.
-
Acqua? - ripetè poi.
-
Sì, quella del frigo -.
Daniele indicò il frigorifero pieno di bibite dietro
Alessandro.
-
Veramente sarebbe per gli
artisti… Vabbè, prendi.
-
Grazie!
Luca
scosse la testa, come
per dire che non c’era niente da fare con lui.
-
Che dice Uncino? - chiese
improvvisamente Ludovico.
Il
ricordo di quei pochi secondi
fece sussultare Marina, ma finse di averlo fatto perché
assorta nei propri
pensieri.
-
Ah, beh, niente. Stava lì,
ascoltava…
-
Ho capito, - rise
Ludovico. – Eri troppo concentrata per renderti conto di chi
ti stava davanti!
-
In effetti… - rispose
sinceramente Marina.
Il
suo amico aveva ragione:
non si era assolutamente resa conto di Stefano fino alla fine del
provino. E
ora… Ora cosa?, si disse. Ora niente, avrebbe continuato a
comportarsi come
sempre, non poteva farsi mettere in agitazione da un…
Ma
proprio in quel momento Stefano
entrò nella stanza, dirigendosi verso Alessandro.
-
Cavoli, quello dev’essere
proprio Uncino! - commentò Laura, facendo voltare anche
Marina, che arrossì
ancora di più. Laura notò la sua espressione ed
inarcò le sopracciglia,
sospettosa, ma decise di rimandare a più tardi eventuali
richieste di
spiegazioni.
Fortunatamente
nessun altro
aveva guardato la ragazza, gli occhi di tutti erano concentrati su
Daniele. Il
ragazzo, probabilmente convinto che quella bottiglietta
d’acqua avesse
significato l’inizio di una forte amicizia, si era avvicinato
a Stefano e
Alessandro, incrociando le braccia sul bancone ed ascoltando
interessato la
loro conversazione; Stefano smise di parlare all’istante,
fulminandolo con lo
sguardo, ma dei passi provenienti dalle scale distrassero Daniele, che
corse
incontro ad una raggiante Angelica.
-
Com’è andata? - le chiese.
-
Non era così interessato
quando avevi finito te, - fece notare Laura a Marina, acida.
-
Benissimo! - rispose Angelica
con un ampio sorriso. – Mi hanno fatto tutti i complimenti!
Marina
sentì lo stomaco
contrarsi: si era dimenticata del motivo per cui era lì.
Angelica era una sua
rivale, in quel contesto, e non poteva lasciarsi distrarre
da… da…
Lanciò
uno sguardo a
Stefano, sperando che le passasse immediatamente qualsiasi pensiero su
di lui,
ma peggiorò solamente le cose. Con un’alzata di
spalle, si disse che tanto era
inutile preoccuparsi al momento.
-
Andiamo, allora? -. Luca
non sembrava affatto contento di dover aspettare ancora per la
felicità di
Daniele.
-
Sì, ho bisogno di mangiare
qualcosa, - esclamò Marina, massaggiandosi la pancia.
– Non ho toccato niente
da stamattina.
-
Laura, che stai facendo?
La
domanda di Ludovico fece
voltare i suoi amici, che videro Laura mettere qualcosa nella borsa.
-
Che c’è? - chiese,
infastidita. – Stavo controllando il telefono!
Raggiunse
gli altri mentre
Daniele salutava enfaticamente Alessandro, che alzò la mano
in risposta, con
un’espressione dubbiosa.
-
Possiamo andare al bar qua
vicino, - propose Luca quando furono usciti dall’edificio.
-
Scusate, ma io devo
correre a prendere l’autobus - annunciò Angelica,
lanciando uno sguardo all’orologio.
– Ce n’è uno fra dieci minuti, ma la
fermata non è vicina, altrimenti dovrò
aspettare fino alle due per il prossimo.
-
Possiamo accompagnarti
noi! - esclamò Daniele.
-
Siamo già in cinque, - gli
fece notare Luca.
-
Va bene, allora portate
lei, io prendo l’autobus e mi venite a prendere alla sua
fermata…
-
Ma ti rendi conto di
quello che stai dicendo?
-
Oh, vabbè, allora le
faccio compagnia nell’attesa!
-
Non serve, veramente… -
cominciò Angelica, ma Laura la interruppe.
-
Bene, allora ci vediamo dopo!
E’ stato un piacere conoscerti! -. Con un sorriso forzato ed
una stretta di
mano fin troppo forte salutò la ragazza.
-
Teniamoci in contatto, ho
lasciato a Daniele il mio numero così potete farmi sapere
dell’audizione! -
disse Angelica mentre si incamminava.
-
Sì, certo, perché Daniele
terrà il suo numero solo per darlo a noi -
commentò sarcastica Laura.
-
Ma la smetti? - la sgridò Marina,
divertita: ora che era abbastanza lontana da Stefano si sentiva
decisamente
meglio; inoltre, anche se l’avessero presa,
l’avrebbe rivisto almeno due mesi
dopo, quindi sarebbe stato facile dimenticare le strane emozioni di
quella
mattina.
-
Ah, ora che gli altri non
ci ascoltano, - esclamò Laura, frugando nella borsa ed
estraendo il cellulare.
Lanciò un’occhiata a Luca e Ludovico, che stavano
ordinando qualcosa al bar,
poi aprì la galleria fotografica e mostrò la
prima immagine a Marina. – C’è
qualcosa che dovresti dirmi?
Marina
rimase nuovamente pietrificata
contemplando il volto di Stefano.
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Probabilmente qualcuno
conosce già questa storia. Ok, va bene, una persona su un
migliaio. In ogni
caso, l’avevo già pubblicata fino al capitolo
undicesimo, più o meno, sul mio
account (ah, sono Med!) con il titolo di “Follow”.
Ho intenzione di ripubblicarla
unendo i primi capitoli, quelli che avevo già scritto, per
poi proseguire con
una round robin in collaborazione con DarkAeris e HarryJo; avvertiremo
i
lettori quando anche loro interverranno, ancora non abbiamo bene in
mente come,
ma idealmente la prima con le parti su Marina, la seconda con quelle di
Eleanor, mentre io mi concentrerò su Laura. Le parti di
insieme, però, sono
ancora da definire, si vedranno nella fase di scrittura!
Il titolo della storia è
una
frase de “L’Isola che non
c’è” di Bennato, mentre quelli dei
capitoli sono
tratti dal musical “La Magnolia Bianca”.
Potrebbero
esserci cambiamenti di rating!
Spero
che questo primo
capitolo (unione dei primi tre della storia originale) vi sia piaciuto,
le
altre entreranno presto in scena!
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