Drunk
Love
Amavo
bere, amavo la sensazione che l'alcol mi donava quando scendeva
giù
per l'esofago, bruciando e scaldando il mio corpo come fuoco vivo.
Amavo la sensazione di ebbrezza che mi donava, la felicità
immotivata, la voglia di ridere e ballare a cui non era proprio
possibile mettere un freno. Amavo tutte queste cose, ma per una volta
tanto, quello che doveva restare sobrio per il bene del gruppo ero
io.
E
la cosa non mi piaceva per niente.
Andai
a recuperare Minho che stava diventando davvero molesto verso una
ragazza ("Key hyung, stava per darmi il suo numero! Stava per
darmi il suo numero, lo sai vero? Lo sai?" tentò di
protestare) e lo feci sedere su una sedia, fulminandolo con
un'occhiata. «Muoviti di anche solo mezzo millimetro e sei
morto» intimai.
Cercai
con lo sguardo Taemin, il locale in cui eravamo andati per
festeggiare l'uscita del nuovo album era davvero affollato. Riconobbi
un paio di persone, salutai qualche volto amico, ma dei miei tre
"compagni di avventura" non c'era traccia. Sperai con tutto
me stesso non si fossero cacciati in qualche macello, o peggio
ancora, in qualche bagno a rovinarsi a fare cose di cui il giorno
dopo si sarebbero sicuramente pentiti.
Stavo
per perdere la pazienza quando sentii una mano posarsi sulla mia
spalla. Mi voltai e mi trovai faccia a faccia con Jonghyun, - un
sorriso ebbro sulle labbra e i capelli più scombinati che
dopo
una notte di passione con il guanciale del cuscino -, che fece
scendere la mano verso il mio polso e iniziò a trascinarmi
verso chissà dove.
«Cosa
stai facendo?!» domandai sorpreso, ma Jonghyun non rispose.
Stava canticchiando, o ridendo, non riuscivo a capirlo davvero. In
quel fottuto locale c'era decisamente troppo trambusto ed io non
avevo tempo da perdere con lui, dovevo assicurarmi che tutti fossero
sani, salvi e con tutti i vestiti indosso.
Quando
ci trovammo davanti ad una porta scura, iniziai davvero a domandarmi
quanto del locale Jonghyun avesse potuto esplorare in meno di
mezz'ora. La aprì con sicurezza e mi spinse dentro quello
che
si rivelò uno stanzino con poca gentilezza. «Si
può
sapere cosa stai pensando di fare?!» feci scocciato,
appoggiando le mani ai fianchi.
Jonghyun
mi guardò ancora, questa volta seriamente, poi dovette
pensare
a qualcosa di davvero stupido, perché scoppiò a
ridere.
Odiavo le persone ubriache, nonostante amassi bere fino a non capire
più niente. Odiavo il loro modo contorto di ragionare, di
guardarti, di comportarsi. Eppure, per quanto trovassi irritante
tutto ciò, non riuscivo a odiare nemmeno un po' Jonghyun,
anche se si stava avvicinando tanto da mettermi al muro e il suo
sorriso non prometteva niente di buono.
«Cosa
vuoi?» la voce scappò via dalla mia gola molto
più
acuta di quanto non pensassi. Deglutii a vuoto.
«Perché
devi essere sempre così bello?»
Rabbrividii
e sentii le guance diventare calde. Stavo arrossendo per il
complimento del mio migliore amico ubriaco? Ero davvero caduto
così
in basso?
«Perché
devi essere sempre così fuori luogo? Jonghyun, sei ubriaco e
non posso credere che tu mi abbia trascinato in uno stanzino per
dirmi questo.»
Dovevo
mostrarmi duro, severo, così forse Jonghyun avrebbe smesso
di
guardarmi con quello
sguardo
e a respirare a così poca distanza dal mio volto. Quando si
era avvicinato? Realizzai quanto i nostri corpi fossero vicini solo
quando sentii una sua gamba sfiorare la mia, le sue braccia posarsi
al lato del mio volto.
«No,
non ti ho portato qui per questo» il suo naso premette contro
la mia guancia, e pensai a - no. Spinse il naso contro la mia guancia
e smisi definitivamente di pensare, il mio cervello dichiarò
sciopero e la mia voce dovette fare lo stesso, perché quando
la sua mano mi sfiorò il ventre mi sfuggì un
mugolio.
«E...»
respirai, lentamente, cercando di recuperare un minimo di auto
controllo. «E allora per cosa?» Non volevo davvero
una
risposta. Volevo che - non lo so. Forse volevo che si staccasse,
scoppiasse a ridere e se ne andasse, o forse no. Forse volevo che
fosse così tanto sconsiderato da mettere a tacere ogni mia
paura e facesse esattamente quello che - potevo leggerlo
perfettamente dal modo in cui muoveva il suo corpo, respirava e
occhieggiava le mie labbra - aveva intenzione di fare.
«Perché»
la presa sul mio fianco si rafforzò possessivamente.
«Perché
devi essere sempre così bello?»
Quando
le nostre labbra si scontrarono, sentì ogni muscolo
irrigidirsi e pensai che lo avrei spinto davvero, che lo avrei
mandato al diavolo e sarei scappato, ma non lo feci. Stetti
lì,
con gli occhi sgranati che si riflettevano in quelli appannati di
Jonghyun, a cercare un qualsiasi pensiero logico nella mia testa che
non fosse Jonghyun
mi sta baciando.
Cercai
di prendere aria e la sua lingua si spinse contro le mie labbra, le
mie gambe divennero tanto molli che temetti di cadere. Jonghyun
doveva averlo capito, perché si premette di più
contro
il mio corpo, spingendomi contro il muro, incastrandomi tra lui e il
cemento freddo. Le nostre lingue si toccarono, iniziarono a cercarsi
e prima che me ne potessi rendere davvero conto, le mie braccia si
erano allacciate attorno al suo collo e avevamo inclinato le nostre
teste, per approfondire di più quel contatto.
Quando
ci staccammo avevo la testa così leggera e vuota da sentirmi
ubriaco. Non avevo toccato alcol, ma Jonghyun era bastato per
rendermi ebbro, per farmi perdere il controllo di ogni cosa. E per me
era una novità, perché io amavo avere il
controllo di
tutto e con Jonghyun era sempre difficile.
Era
così imprevedibile, così folle, così
fuori da
ogni schema che - davvero, non potevo fare nient'altro se non amarlo.
«Ecco
cosa volevo fare» sussurrò sorridendo, e fui
perduto.
Note:
So
che è davvero una one shot piccola e stupida, mi dispiace
T_T!
Volevo provare a scrivere in prima persona dato che era davvero tanto
tempo che non lo facevo... L'ho postata solo per chiedervi: che ve ne
pare? Spero non sia andata così male...
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