Abissi.

di otrop
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Abissi.
Il tuo volto mi sta attendendo dietro quel velo proibito,
con le labbra serrate e sporche di inchiostro.
La tua penna mi consuma,
mi trascina verso il fondo,
amore e  dolore,
sono forse io che lo sporco,
con quei pensieri neri,
esso mi rende schiava e acerba,
mi trasforma in animale.
Plasmami, rendimi cosa nuova,
guardalo,
questo corpo perpetuamente scosso,
queste mie fragilità,
questo corpo ingenuo,
e lascia scivolare gli dei dentro di noi.
Nascerà questo nuovo giorno,
col sole che acceca gli occhi,
questo domani sarà possente,
senti la vita scorrere dentro di noi…
come lama fende i nostri animi
e ci consuma come cocci di vetro,
lasciamoci a un’esistenza di dolore,
e ritroviamo i nostri sguardi,
nei corridoi degli abissi
in cui languidi affogano i nostri piaceri.
 




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