Un giorno come tanti altri, una ragazza si alzò mezza assonnata dal letto
morbido e soffice dove, pochi secondi fa, stava dormendo beatamente. Sbadigliò
sonoramente, ma si alzò ugualmente. Si diresse verso il bagno e si risciacquò
per bene il viso, per darsi una bella svegliata. Sbadigliò nuovamente. Ciabattò
fino al piano terra, dove, in cucina, il suo fratello stava preparando la
colazione.
- Buongiorno, mostro!- la salutò scherzando il fratello.
- Yawn! Ciao…- sbadigliò. Ormai era abituata agli insulti del fratello e non
ci faceva più caso. Svogliatamente, si sedette al suo solito posto ed aspettò
impaziente la colazione.
- Ecco…- disse il fratello, servendo la colazione alla sorella.
- Grazie!- rispose la ragazza, iniziando a mangiare. Aveva una certa fretta
di arrivare presto a scuola, così iniziò a masticare velocemente.
- Mostro, così rischi di ingozzarti!- scherzò nuovamente il ragazzo. La
ragazza alzò lo sguardo, senza smettere di mangiare, e lo posò sul fratello.
- Touya… gnam, gnam… devo arrivare presto… gnam… a scuola: sono di… gnam,
gnam… di turno con Tomoyo! Non posso… gnam… certo fermarmi a… gnam… masticare
normalmente!- esclamò a bocca piena, leggermente irritata, la ragazzina. Si pulì
la bocca con il tovagliolo, poi si alzò e schizzò in bagno. Sembrava aver perso
la stanchezza che la caratterizzava qualche minuto prima…
Dopo essersi lavata, scappò in camera e si vestì in un baleno. Afferrò la
cartella preparata la sera prima e corse al piano terra. Arrivò all’entrata,
dopo essere passata dalla cucina ed aver salutato il fratello, prese le scarpe e
le infilò nella cartella (Che igienico, eh?! Ndio), afferrò gli amati pattini
rossi e gli indossò con destrezza. Poi aprì la porta ed uscì, si girò e la
chiuse alle sue spalle. Dopo uscì dal giardinetto di casa Kinomoto ed iniziò a
pattinare verso la scuola. Le strade che percorreva la piccola Sakura erano
sempre deserte, quei lunedì mattina. E lei le sceglieva apposta. Non voleva
imbottigliarsi in mezzo a tanta gente confusionaria! Le piaceva la
tranquillità…
In breve tempo arrivò a scuola. Le scocciava ogni giorno alzarsi presto per
mettersi a imparare nuove operazioni di matematica o ripassare tutte le date di
storia. Ma doveva farlo. Sbuffò nel ricordo della sua ultima interrogazione in
matematica, poi si tolse i pattini e calzò le scarpe nere ben lucidate. Si
aggiustò lievemente la divisa scolastica ben stirata dal papà ed entrò nella
scuola. Tutto era sempre deserto. Alzò le spalle e salì al secondo piano per
arrivare alla sua classe. Fece scorrere la porta scorrevole dell’aula e
fischiettando si diresse verso il suo solito banco che non cambiava da parecchio
tempo, ormai. Si accorse in quel momento che Tomoyo non era ancora arrivata.
"Strano. Di solito è sempre puntuale… anzi… arriva sempre in anticipo!" pensò
Sakura assumendo un’aria pensierosa. Si guardò intorno. Per un momento aveva
percepito la presenza di una Carta di Clow.
"E’ impossibile! Ho sigillato tutte le Carte di Clow!" rifletté Sakura. Aprì
la cartella soprappensiero e ficcò dentro la mano. Frugò un po’, alla ricerca di
carta e penna, ma con sua spiacevole sorpresa, scoprì che in fondo alla
cartella, dove custodiva la preziosa merenda, si era nascosto una specie di
pupazzetto morbido, il quale era scosso da lievi movimenti, tipici di chi sta
masticando. Corrugò le sopracciglia ed estrasse dalla cartella il peluche.
Prendendolo da dietro il collo, lo portò davanti a sé, facendolo ciondolare
dalla mano.
- KERO-CHAN!- esclamò infuriata. Il piccolo animaletto cercò di ingoiare il
più presto possibile la brioche che stava gustando e con il sudore che gli
scendeva dalla testolina rotonda, balbettò:- Ehm… c…ciao, Sakura! Io… i-io…
stavo andando via!!!-. E si liberò dalla presa di Sakura e cercò di uscire dalla
classe, ma la Cattura Carte fu più veloce e chiuse tempestivamente la porta.
Kero-chan cercò scappatoia attraverso le finestre, ma per sua sfortuna erano ben
chiuse.
- Kero-chan! Vieni subito qua! Come ti permetti…-. Ma Sakura non riuscì a
finire la frase che di nuovo la sensazione della presenza di una Carta di Clow
le attraversò la mente. Anche Kero-chan si arrestò nel tentativo di fuggire alle
sgrida della sua Padrona, la quale si voltò verso di lui.
- Kero-chan… questa non era una carta di Clow, vero?- domandò intimorita.
- Purtroppo sì… era una Carta di Clow…- rispose il Guardiano.
- Ma com’è possibile? Io ho sigillato tutte le Carte di Clow… e le ho tutte
trasformate in Carte di Sakura…- mormorò, guardando le sue carte.
- Non so, Sakura… potrebbe trattarsi… sì… sì, forse è così!- esclamò
Kero-chan battendo le piccole zampette gialle. Sakura lo guardò interrogativa:-
Kero-chan… di cosa stai parlando?-.
- Non ne sono certo, ma… devo parlare subito con Yue e il Maestro! Subito!-
esclamò leggermente spaventato il Guardiano. Sakura continuava a capirci ben
poco.
- Ma… vuoi spiegare anche a me?- domandò infastidita. Kero-chan scosse la
testa.
- Mi dispiace, ma finché non ne sono completamente sicuro, tu devi starne
allo scuro di tutto ciò! Non farmi domande, Sakura… qui c’è in gioco la
sopravvivenza del mondo!- e detto ciò aprì faticosamente la porta scorrevole e
ne uscì velocemente fuori.
- Ma… Kero…-. Era tutt’inutile parlare: infatti il piccolo animaletti era già
scomparso dai corridoi della scuola. Si lasciò cadere sulla sedia. Stava
succedendo qualcosa dalla quale dipendeva la sopravvivenza del mondo…
Sakura rabbrividì. Le parole di Kero-chan le avevano toccato il cuore. Se
fosse vero quello che aveva supposto il piccolo Guardiano, allora la posta in
gioco era davvero alta! Se era vero la teoria di Kero-chan, allora la Terra
avrebbe cessato di esistere? Si prese la testa fra le mani tremanti. Ci capiva
sempre meno. E aveva paura che Kero-chan avesse ragione. Ma era impossibile che
il Mondo non sarebbe più esistito, giusto?
I suoi pensieri furono destati dall’arrivo di Shaoran in classe. Sakura
scattò in piedi. Non voleva che il suo migliore amico la vedesse
preoccupata.
- Ciao, Shaoran!- esclamò allegramente Sakura, cercando di nascondere il più
possibile il suo timore.
- Ciao…- disse amaramente il ragazzo, degnando Sakura di un rapido
sguardo.
- C’è qualcosa che non va?- chiese. Questa volta Shaoran alzò lo sguardo su
Sakura e la guardò intensamente. Poi disse con un filo di voce:- Sì…-. Sakura
inclinò la testa a lato.
- Come mai?- domandò.
- Ecco… stanno succedendo un po’ di cose… strane…- sussurrò, abbandonando la
sua cartella sul banco vuoto dietro a Sakura. La ragazza sobbalzò.
- Che genere di cose?-.
- Non normali… ho paura che si tratti delle…-. Ma non terminò la frase. Chinò
il capo, poi aggiunse:- Fai finta di non aver sentito niente, ok?-. Sakura tirò
su con il naso, poi esclamò:- Ha a che fare con la sopravvivenza del Mondo?-.
Shaoran la guardò sorpreso. Dopo un po’ sospirò e disse:- Sì… ma non ne sono
pienamente sicuro… ho incontrato Kero-chan fuori da scuola… e mi ha detto che
andava a parlare con Yue e il signor Clow Reed… non mi ha spiegato cosa doveva
dire ai due…-.
Sakura sospirò.
- E si può sapere cosa sta succedendo?- chiese. Shaoran scosse la testa.
- No, mi dispiace. Finché non abbiamo la conferma dal signor Clow Reed… non
possiamo svelarti niente…-.
Sakura sospirò di nuovo, poi si sedette sulla sedia.
- Oggi Tomoyo non si è presentata per il turno…- iniziò, poi buttò
un’occhiata all’orologio della classe. -… E adesso mancano tre minuti all’inizio
dell’ora… non è da Tomoyo arrivare così in ritardo… forse le è capitato
qualcosa… ma proprio nessuno si è presentato, oggi, a scuola… questo centra
qualcosa con le vostre sovrapposizioni?- domandò, facendo gesti vaghi con le
mani. Shaoran si sedette di fronte a Sakura e iniziò:- Sì. Forse è proprio così.
Ma come ti ho già ripetuto, non ne siamo completamente certi, quindi può darsi
che non sia colpa delle cart…-. Quando si rese conto di aver quasi svelato il
segreto che tenevano dentro Kero-chan e Shaoran, quest’ultimo si tappò la bocca,
poi si alzò e velocemente corse fuori dalla classe, dicendo prima di sparire
alla vista di una Sakura sbigottita:- Vado… in bagno!-. E sbatté con forza la
porta scorrevole.
Così Sakura si trovò di nuovo sola in una stanza che detestava da tanto
tempo, seduta su una sedia che sedeva da troppo tempo, assalita da continui
dubbi terribili e pensieri terrificanti. Aveva sentito bene che Shaoran si era
lasciato per sbaglio scappare "delle cart…". Ed ovviamente aveva compreso che
forse era colpa di alcune carte a lei sconosciute perché stavano accadendo tutti
questi strani fenomeni. Passò lo sguardo alla finestra. E sbuffò
sonoramente.