L' Aria Che Respiro

di Carla Volturi
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Image and video hosting by TinyPic Nessuno si libera facilmente di me, compreso voi lettori! Vi lascio il prologo della mia nuova storia, spero vi piaccia.
Ecco una piccola introduzione: L’aria che respiriamo può portarci alla mente un ricordo di un evento particolare della nostra vita, un amicizia, un amore. E’l’aria, il sole, il mare a far incontrare Cecilia, giovane giornalista venticinquenne con Damiano, militare trentacinquenne.

Nella foto vi sono i due protagonisti principali Cecilia e Damiano, nonchè una bellissima immagine di Furore, città della Costiera Amalfitana, dove è ambientato il racconto.



PROLOGO (CAPITOLO 1)

Silenzio assoluto in casa mia. Silenzio tombale. Unico rumore: i tasti del computer, che normalmente utilizzo per scrivere i miei articoli, pubblicati sul quotidiano regionale, per il quale lavoro da tre anni. La mia prima produzione aveva come tema la festa del santo patrono a Vietri: a quanto pare piacque cosi tanto al direttore che dopo un paio di mesi di apprendistato ebbi il mio contratto, rinnovatomi quattro mesi fa. Sono laureata in Scienze Politiche, ad essere sincera dopo il primo anno denso di corsi ed esami avevo deciso di gettare la spugna: i miei primi lavoretti come giornalista mi appagavano piu’ di quanto facessero quegli enormi mattoni di carta, zeppi di leggi e codici da imparare a memoria. Eppure continuai i miei studi, siamo chiari la laurea mi ha permesso di migliorare la mia posizione in redazione e ciò non è poco per una ragazza giovane come me.
In amore sono la classica donna fedele, devota al suo uomo…sarà per questo motivo che il mio ragazzo Ermanno mi ha lasciata dopo una lunga relazione durata cinque anni. A pensarci bene forse il motivo di questa separazione ha il nome di Vittoria, la figlia smorfiosa del macellaio. I single di Vietri mi saranno grati a vita: Ermanno ha tolto dalla piazza una cozza antipatica, per la pace di tutti. E lo dico per cognizione di causa, non perché gelosa: ne troverò un altro di uomo da amare ogni giorno della mia vita.
Osservo la mia stanza, collocata al secondo piano della mia dimora: è vuota. Chiudo gli occhi, immagino le risate di Brando, mio gemello, Carlo ed Elena, mio fratello e mia sorella maggiori.
Il lavoro ci separa, ma ancora per poco.




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