From the
moment I met you,
everything
changed
Senza sapere il
perché, Lottie si era
ritrovata a smanettare con il suo i-Phone. Non faceva niente di
particolare, cercava solo di impiegare il tempo, dato che non
riusciva a dormire. Inconsapevolmente, si volto in direzione della
sveglia e fece un verso esasperato quando lesse che ore erano. Le
quattro. Stupido Louis e stupido mondo. Perché suo fratello
aveva
avuto la brillante idea di telefonarla a mezzanotte e di tenerla per
tre ore a telefono? Perché il tempo non trascorreva
più in fretta?
Forse se avesse cercato di dormire...Ma lei non aveva sonno! Avrebbe
dovuto dirlo alle sue occhiaie e ai suoi professori, l'indomani.
Mentre guardava le varie foto, assorta in pensieri che non riusciva
nemmeno a decifrare, perché ormai era così, i
pensieri di Lottie
non avevano un vero e proprio senso logico e lei non ci badava
nemmeno, a quello che le passava per la testa. Comunque, mentre
guardava le foto, ne uscì fuori una in particolare. Lottie
si
irrigidì e lo buttò sul comodino. Senza neanche
rifletterci, prese
il cuscino, se lo mise in faccia e si mise seduta, poi
cominciò a
urlare. Mentre faceva quello che ormai era un rito, le
arrivò un
messaggio. Stando attenta a non guardare la foto, lo lesse. Era di
Jared, un ragazzo che, in teoria, avrebbe dovuto piacerle. Insomma,
uno che la corteggiava.
Ehi, piccola!
Dormi?
Lottie
guardò di
nuovo l'orario e scosse la testa. Quel ragazzo era davvero stupido.
Perché non se ne era scelto uno più intelligente?
Perché solo
Jared aveva avuto il coraggio di rivolgerle la parola e sono lui si
era posto come obiettivo il portarsela a letto, e Lottie non voleva
altro se non liberarsi della sua “purezza”. Molte
delle sue
amiche lo avevano già fatto, anche se la sua migliore amica,
Debbie,
continuava a dirle che doveva farlo per amore. Ed era proprio per
questo che Lottie voleva farlo, perché sapeva che il ragazzo
che,
suo malgrado, amava non l'avrebbe mai più guardata e, se lei
gliela
avesse chiesto, nemmeno lui l'avrebbe aspettata, così si era
detta
“Tanto vale, buttarsi”. Magari avrebbe anche smesso
di soffrire.
Ormai Lottie, era convinta che fosse la sua verginità a
farla
soffrire.
L: No,
cosa c'è?
J:
Niente, mi
chiedevo se ti andava di andare a fare un giro.
L: Ok.
J: Allora,
ti
passo a prendere tra poco.
Lottie
scese dal
letto e aprì l'armadio per vedere cosa mettersi. Lo sguardo
le cadde
su di un vestito rosso, piuttosto scollato.
[
-Harry! Grazie, non dovevi!-
-Già,
non dovevi! Ma
come ti è venuto in testa? È scollatissimo, rosso
per di più.-
-Scusa,
Louis.-
-Oh,
sta zitto. Non lo
metterai mai, vero Lottie? Me lo prometti?-
-Sì,
te lo prometto.- ]
Lottie
prese il vestito e decise di indossarlo. Da tempo, ormai, era
abituata a infrangere le promesse fatte a Louis.
[ -Mi
prometti, che non crescerai mai, come Peter Pan?-
-Te
lo prometto.-
…
-Resterai
sempre dolce,
simpatica e sorridente. Promesso?-
-Promesso.-
…
-Promettimi
che non ti
innamorerai mai di uno della band?-
-Promesso.-]
Lottie
aveva 15 anni, la cosa più dolce che aveva fatto negli
ultimi mesi
era dire “'Giorno.” alla sua famiglia, non faceva
battute, non
sorrideva più ed era innamorata di Harry Styles. Capito, la
cretina,
mica si era scelta Liam, Niall o Zayn, no! Si era andata a scegliere,
niente di meno che il migliore amico del fratello. Brava la furba.
Una volta indossato il vestito si guardò allo specchio e,
come ormai
faceva da mesi, non poté fare a meno di confrontarsi con la
presentatrice Caroline Flack. La scollatura era vertiginosa (il
vestito lo aveva scelto Harry), ma lei, al contrario di Caroline
proprietaria di una terza abbondante, non aveva niente da ostentare.
Come se non bastasse il vestito era corto, fin sopra al ginocchio, ma
le sue cosce magre erano niente al confronto di quelle sode di
Caroline, che facevano bella mostra della loro perfezione, quando la
proprietaria incrociava le gambe. Caroline era più formosa,
più
alta, più donna. Più adatta a Harry. Potrebbe
anche essere tua
madre, come potrebbe essere quella di Harry, le disse la
vecchia
sé, che se ne stava da qualche parte e a volte riemergeva
con quelle
uscite incoraggianti, ma che facevano stare peggio Lottie.
All'improvviso ripensò alla telefonata avuta con Louis. Il
fratello
maggiore, che era tornato da pochi giorni dal tour in America, aveva
cercato in lei conforto per la rottura con la fidanzata Eleonor e
alla fine, prima di salutarla le aveva chiesto una cosa. “Tu
come
stai, Lottie? Sei felice?”. Una lacrima le rigò
una guancia. Aveva
mentito ancora, ormai era un continuo. Mentiva a sua madre, a suo
padre, a suo fratello e alla sua migliore amica. Il bello era che
loro sapevano che mentiva, ma non facevano niente per aiutarla. Forse
semplicemente perché non sapevano come fare, o forse non
capivano
cosa non andasse. Lottie lo vedeva negli occhi dei suoi genitori.
Loro erano convinti, che lei stesse così per lontananza di
Louis e
per il loro recente divorzio. Solo Debbie, sapeva la verità,
ma
esclusivamente perché Lottie aveva deciso di dirglielo, se
no non ci
sarebbe arrivata neppure lei. L'unico che poteva capirlo era Louis,
ma lui si sarebbe semplicemente rifiutato di capire, si sarebbe
arrabbiato troppo con il suo migliore amico, tanto da portarlo a
rompere i rapporti con lui, cosa che né Louis, né
Lottie volevano.
Se non fosse stato per il fatto che una parte di Lottie amasse ancora
Harry, lei si sarebbe confidata subito con il fratello, ma quella
parte le aveva fatto presente che, se lei avesse parlato a Louis
della sua relazione con Harry, quest'ultimo avrebbe sofferto molto,
quando quello che era “un fratello, da un'altra
mamma” non gli
avrebbe più rivolto la parola. E tu non vuoi che
Harry soffra,
vero?,gli aveva chiesto quella voce fastidiosa. Ma
lui sta
facendo soffrire me!, aveva replicato Lottie, all'inizio, ma
poi
aveva imparato a convivere con il dolore. Mentre scendeva le scale,
con la sua ormai fidata giacca di pelle (troppo leggera per il clima
invernale di Doncaster, ma Lottie non ci faceva caso), tornò
a
guardare la foto. Lei e Harry sorridevano, guancia a guancia, dietro
di loro una spiaggia. Un'unica foto, tanti dolorosi ricordi. Era
il 24 dicembre 2010, poco dopo la fine di X-Factor, quando Lottie
aveva incontrato per la prima volta gli altri membri dei One
Direction.
[
Lottie scendeva le scale, con il suo solito passo
saltellante e leggero. Era molto felice, tra pochi minuti, sarebbero
arrivati suo fratello e i suoi amici, per passare due settimane da
loro. Louis, dopo la fine di X-Factor, aveva sentito il pressante
bisogno di passare il suo 19° compleanno in compagnia della
famiglia, così i ragazzi avevano deciso di conoscere per
prima la
famiglia Tomlinson. I cinque avevano intenzione di passare una
settimana a casa di ognuno di loro, prima di cominciare a lavorare al
loro primo album. Certo la situazione della sua famiglia non era la
migliore (i suoi genitori litigavano in continuazione e il loro
matrimonio era, praticamente, finito), ma Lottie era contentissima di
riavere il fratello maggiore a casa, in modo da confidarsi con lui e
di riaverlo accanto dopo parecchi mesi. La ragazzina aveva sentito la
mancanza di Louis, come ma i avrebbe sentito la mancanza di chiunque
altro. Lottie era molto legata a Louis, nonostante avesse cinque anni
in più a lei. Appena sentì il campanello suonare,
cominciò ad
andare in fibrillazione. Non solo avrebbe rivisto suo fratello,
avrebbe anche incontrato per la prima volta quei quattro ragazzi a
cui era cambiata la vita.
-Lottie!
Vai tu, per
favore?-le chiese sua madre. La ragazzina, che era davanti alla porta
da un po', si sistemò il vestitino verde e si diede
un'ultima
occhiata allo specchio, poi aprì la porta.
-Lottie!
La mia bella
sorellina! Come sei cresciuta? Non hai più 13 anni,
eh?-esclamò
Louis, buttandole le braccia al collo e facendola sentire in
imbarazzo. Era tipico di Louis, far sentire le persone in imbarazzo.
Lottie sentì il volto andarle in fiamme, quando
incontrò un paio di
stupefacenti occhi verdi, che la osservavo divertiti, oltre la spalla
di Louis. Quest'ultimo decise di lasciarla e di presentarle i suoi
compagni d' avventure.
-Allora,
lui è Zayn, ma
puoi chiamarlo Dj Malik.-disse Louis, mentre lei stringeva la mano di
un ragazzo con un sorriso bianchissimo, che faceva un netto contrasto
con la pelle color terracotta e che aveva i capelli acconciati con un
ciuffo all'insù, che era più un crestino che un
ciuffo. Lottie
ricambio il sorriso, curiosa di sentire dal vivo un dei suoi
“Vas
Happenin?”.
-Questo
bel ragazzo qui,
è Liam. Chiamalo professor Payne.-continuò Louis,
mentre il ragazzo
in questione stringeva la mano a Lottie, alzando i bellissimi occhi
color cioccolato al cielo, dietro di lui il biondino del gruppo era
diventato rosso dalle risate.
-Lui,
naturalmente è
Niall, ma noi lo chiamano Ridarella Impazzita o, più
semplicemente,
Nialler.- Niall le strinse la mano, ancora rosso, però di
vergogna,
mentre gli altri tre se la ridevano di gusto. Lottie fece un sorriso
divertito e poi diede uno sguardo all'ultimo ragazzo, che lei
conosceva bene. Un quinto delle ragazze della sua classe, Debbie
compresa, erano innamorate di lui, ma guardandolo in tv Lottie non ci
aveva mai trovato niente di speciale.
-E
infine, chiaramente
per importanza,-esordì Louis, mentre gli altri scoppiavano a
ridere.
-Ecco a voi, il fantastico, l'inimitabile, il ragazzo dai riccioli
scuri e gli occhi enigmatici, l'uomo che mi fa battere il cuore, il
corteggiatore : Harry Styles, signore e signori!-finì, dando
un
fischio. Poi continuò. -Oh, meglio, il maniaco che annusa le
persone, ma tu chiamalo Hazza.- Tutti scoppiarono a ridere, Harry
compreso. Lottie si fece trasportare dalle loro risate. Harry le
porse la mano e lei la strinse. Nel momento stesso, un brivido le
corse lungo la schiena e lo stomaco fece una capriola. Staccandosi la
ragazza se ne chiese il motivo. Con gli altri tre non aveva sentito
niente del genere.
-E
lei è Charlotte, la
più grande delle mie sorelle. Voi siete della famiglia,
quindi
chiamatela Lottie. Che non me la tocchi nessuno, mi raccomando.-
disse Louis. Lottie stava per dire qualcosa. Stava per dire che era
onorata di fare la loro conoscenza e che Louis le aveva parlato molto
di loro, ma in quel momento arrivò sua madre con le gemelle
e
Félicité, per presentarsi e Lottie non
poté dire niente.
Quattro
ore e mezza dopo
Lottie fissava la bambola dai boccoli scuri che aveva in mano. La
ragazzina si trovava in camera sua e guardava con odio pazzesco
quella bambola. Mezz'ora prima i suoi genitori avevano pensato bene
di dare a lei e le sue sorelle i regali di Natale. Lottie aveva
così
aperto quella bambola davanti ai ragazzi. Davanti a Harry. Aveva 14
anni, cavolo! Come veniva in mente ai suoi genitori di regalarle la
bambola di Baby Belle, la principessa de “La Bella e la
bestia”?
Certo, quello era il suo cartone preferito e lei stessa aveva detto
di volere quella bambola, ma solo per tenerla sullo scaffale della
sua camera, dato che da bambina faceva la collezione di bambole e
quella lì era davvero bella, non per questo si chiamava
Belle. Ora,
però, rimpiangeva di averla desiderata, Harry e gli altri
(ma a lei
importava più di Harry) avrebbero pensato che giocava ancora
con le
bambole. Era uscita dal salotto, con delle lacrime di rabbia che le
rigavano le guance, mentre gridava di non averla mai voluta quella
bambola, ma sua madre mica lo capiva, no! Continuava a sostenere che
non fosse così, che si ricordava perfettamente quando la
figlia gli
aveva detto di volerla per Natale. Le lacrime continuavano a
scivolare lungo le sue guance, morendogli in bocca o bagnandole il
collo. Una serata di figure di merda. Senza rendersene conto
cominciò
a pettinare i capelli di Belle con le dita. Mentre compiva questo
gesto rilassante, qualcuno aprì la porta e accese la luce.
Eh già,
stava anche con la luce spenta, proprio come un'idiota. La ragazzina
si voltò in direzione della porta, che si trovava di fronte
a letto,
aspettandosi di trovare Louis, ma in realtà in piedi davanti
alla
porta c'era Harry. Lottie si asciugò le lacrime
più velocemente che
poté, ma questo gesto non passò inosservato.
Harry si sedette sul
letto e le asciugo le lacrime con le dite.
-Stavo
pensando di
fingere di essermi perso cercando il bagno, ma perché dire
un bugia?
Non piangere Lottie, non importa se usi o no quella bambola,
è
sempre bello vedere che una quattordicenne sia ancora attaccata alla
sua infanzia. Io alla tua età già pensavo alle
ragazze, forse avrei
fatto meglio a continuare a giocare con i Pokémon, che
ancora mi
piacciono. In realtà, sei da ammirare. Non sei come le tue
coetanee
che già pensano a cose, che non dovrebbero nemmeno passare
per le
loro ingenue e innocenti testoline. E poi questa bambola mi piace, ha
i ricci come i miei. Posso?- disse il ragazzo, tendendo le braccia
per prendere la bambola. Lottie gliela cedette, senza esitare.
Passarono un'ora a parlare della loro infanzia e a giocare alla
coppia isterica con dei vecchi Ken e Barbie, versione matrimonio, di
Lottie, finché Louis non andò a vedere cosa
stessero facendo il suo
migliore amico e sua sorella da soli, in camera da letto, e
scoppiò
a ridere, quando vide la Barbie, comandata da Lottie, schiaffeggiare
il Ken di Harry, che per rendere la cosa più realistica,
fece un
verso dolorante, a scoppio ritardato naturalmente. In quell'ora il
cuore di Lottie aveva battuto all'impazzata e il suo stomaco aveva
ballato conga, senza interruzioni.
]
Lottie
sorrise, ricordando come dal momento in cui avesse incontrato gli
occhi di Harry, tutto fosse cambiato. Uscì dalla porta e si
appoggiò
all'auto della madre. Faceva un freddo cane, ma lei sapeva come
riscaldarsi. Nonostante le facesse male, tornò con la mente
a quella
sera di agosto, la più calda della sua vita.
[
Lottie e Harry camminavano sulla spiaggia, mano nella mano, al
tramonto. Quell'estate, Mark, il padre di Lottie, aveva voluto a
tutti i costi avere il figlio e i suoi amici, nella propria villetta
sulla costa per due mesi. Naturalmente erano invitate anche le
figlie. Lottie ricordava come da Natale, avesse riempito il suo
armadietto di foto di Harry e avesse chiesto di lui, a Louis, ogni
volta che si sentivano. Ed ora era lì ed era tutto suo,
nessuno
gliela avrebbe portato via, lui glielo diceva sempre. Harry si
fermò
all'improvviso e l'abbraccio, facendo combaciare le guance e
tirò
fuori l' i-Phone dalla tasca dei jeans della fidanzata. I genitori
di Lottie glielo avevano regalato per il suo 15° compleanno,
che era
avvenuto qualche giorno prima. Capendo le intenzioni del ragazzo
Lottie sorrise velocemente, un attimo dopo Harry scattò la
foto. I
due la guardarono, notando con sorpresa che era uscita bene.
-Si
vede che siamo così
belli, da indurre un telefono a ritrarci in tutta la nostra
sfavillante bellezza.- disse Harry, convinto, facendo ridere Lottie.
-Forse
tu, ma io no di
certo.-replicò la ragazza, ridacchiando. Harry non la prese
bene,
infatti la prese bruscamente per i polsi e appoggiò la
fronte a
quella di Lottie, che andò in iperventilazione. Nonostante
stessero
insieme da più o meno un mese, la vicinanza di Harry le
faceva
sempre questo effetto. Quando si baciavano Lottie credeva di morire,
il cuore le batteva così forte, come se stesse cercando di
compiere
in un minuto i battiti che si compivano in una vita. Poi nell'ultimo
periodo le cose erano peggiorate e migliorate insieme. I baci che si
scambiavano erano molto più passionali, di quelli dolci e
timidi che
c'erano all'inizio. Però si nascondevano sempre, uno
sgabuzzino o la
camera di Lottie, chiusa a chiave. Certo, gli altri erano piuttosto
sospettosi di vederli scomparire negli stessi momenti, ma per il
momento non dicevano niente. Forse capivano, forse riuscivano ad
accettarlo. Era quello che sperava Lottie, non voleva che Harry e
Louis litigassero a causa sua.
-Tu
sei bellissima, non
dimenticarlo mai. You don't know you're beautiful. Oh, oh. But that's
what makes you beautiful..- canticchiò, prima di annullare
la
distanza tra le loro labbra. Come, ormai, succedeva da giorni furono
presi dalla passione e un secondo dopo si ritrovarono a terra, l'uno
sopra a l'altra. Lottie sentiva solo le mani di Harry sui sui
fianchi, il proprio cuore che batteva all'impazzata e una strana
sensazione allo stomaco. Che stesse per succedere? Lottie ne era
certa, ma prima doveva rispondere a una domanda che si faceva da
giorni: Sei sicura? Con Harry, non aveva affrontato l'argomento, ma
lei sapeva che prima o poi sarebbe successo, semplicemente
perché
aveva deciso che sarebbe stato lui, quella persona speciale con cui
avrebbe perso la verginità. Eppure, nonostante in quel
momento lo
volesse, c'era qualcosa che la tratteneva, una paura che non voleva
affrontare nemmeno tra sé e sé. Harry
incominciò a baciarle il
collo, mentre con una mano le sbottonava la camicetta. Lottie aveva
caldo, troppo caldo e il suo corpo era scosso da brividi. Se non
l'avesse fermato in quel momento, non ce ne sarebbe stata
più
occasione. La ragazza fece scivolare le mani dai capelli di Harry
alle spalle e con dolcezza lo spinse via. Harry sembrò
tornare in sé
e, dopo averle lanciato uno sguardo desideroso, le chiese scusa.
-Io...mi
dispiace. È
solo che domani partiamo, perché tra poco esce il singolo
e...non lo
so.-disse Harry, mentre si sedeva con le gambe attaccate al petto e
osservava il mare. Lottie si riabbottonò la camicia e si
avvicino a
Harry, per poi posargli la testa sulla spalla.
-Io...lo
voglio quanto
te, però...è troppo presto. Ho paura...-gli
disse, insicura se
rivelargli o no i suoi timori.
-Se
non sei pronta, lo
capisco...-la consolò lui, Lottie scosse la testa.
-Non
è per questo.
Oddio, centra purè, però è un'altra la
mia paura. Domani partite e
io ho paura che in realtà per te sia solo un gioco. Che se
lo
facciamo, non mi chiamerai più, perché hai
ottenuto quello che
volevi in realtà. Questa è stata l'estate
più bella della mia vita
e voglio ricordarla così, non come l'estate in cui uno
stronzo ha
giocato con i miei sentimenti e mi ha portato via la mia
verginità.
Non voglio soffrire, non lo supererei... perché io ti amo,
Harry.-
Lottie non poteva crederci. Davvero aveva rivelato al ragazzo che
amava tutti i suoi sentimenti? Davvero gli aveva detto quell'agognato
“ti amo”? Dal silenzio sbigottito del ragazzo, si
poteva dire di
sì. Lottie non fece in tempo a vedere la faccia di Harry,
che lui
parlò.
-Lottie,
io...- ma
quella frase rimase in sospeso. In quel momento Louis chiamò
Harry e
Lottie non seppe mai cosa lui stava per dirle. ]
Lottie
sapeva che quello era il modo migliore di riscaldarsi. Ora non
sentiva più freddo. Sentiva caldo per i suoi ricordi, per la
sua
rabbia, per il suo dolore. La ragazza guardò un'altra volta
la foto.
Un mese dopo quell'episodio Harry l'aveva chiamata e le aveva detto
che non riusciva più a mentire a Louis, che era meglio se
tra loro
due finisse tutto. Una settimana dopo la telefonata, quella emerita
testa di cazzo aveva cominciato a uscire con Caroline Flack, che non
avrebbe esitato a dargliela, e Lottie si era detta che aveva fatto
bene a non avere la sua prima volta con Harry. Eppure più il
tempo
passava, più lei sentiva che quel grande passo avrebbe
dovuto farlo
con lui. Era per questo che Lottie aveva deciso di fregarsene e di
farlo con il primo che ci avesse provato, Jared appunto.
All'improvviso il suo telefono squillò e lei vide comparire
sul
display un numero che non vedeva da mesi. Perché Harry la
chiamava
alle quattro e mezzo del mattino? Senza pensarci due volte, rispose.
-Pronto?-disse
scocciata, senza pensare che a quell'ora in teoria avrebbe dovuto
dormire.
-Guarda
di fronte a te.- il cuore di Lottie, mancò un battito, per
poi
iniziare a battere all'impazzata. La voce di Harry,
non era cambiata per niente e Lottie era sorpresa, ma neanche troppo,
che le provocasse le stesse identiche sensazioni, di tanti mesi
prima. Senza perder tempo, chiuse la chiamata e alzò gli
occhi. Sul
ciglio della strada c'era un Suv nero, che sembrava nuovo di zecca,
ma aveva già qualche botta. Lottie lo riconobbe come quello
di
Harry, che aveva visto su tutti i giornali. Con un lieve sorriso, la
ragazza corse in direzione dell'auto e aprì la portiera, per
poi
buttarsi sul sedile. Diede un sospiro di sollievo, quando
sentì
l'area calda del riscaldamento sulle guance, ma non era certo quello
a farle andare in fiamme. Lui era lì, bello come sempre. Le
foto
nella sua stanza e quella sull' i-Phone non gli rendevano giustizia.
Gli occhi verdi di Harry incontrarono i suoi e a Lottie, venne voglia
di baciarlo, ma si trattene e mise su un broncio. Harry sorrise
divertito e tese una mano verso di lei, per accarezzarle la guancia,
ma lei si ritrasse. Una volta capito che non funzionava, Harry
parlò.
-Non
dovresti essere a letto?- chiese lui, curioso e divertito.
-Devo
perdere la verginità.-rispose Lottie, come se fosse la cosa
più
normale del mondo, provocandolo.
-Che
cosa?!-gridò, infatti, Harry. La guardò sorpreso
e arrabbiato,
Lottie sorrise tra sé e sé, compiaciuta.
-Un
ragazzo sta per venire a prendermi. Lui mi piace tanto, credo che sia
quello giusto.-continuò, osservando la reazione di Harry.
Lui
strinse le mani sul volante e senza preavviso mise in moto. Lottie lo
guardò sorpresa.
-Ma dove
diavolo stiamo andando?-gridò, più per scena che
per altro. Non le
dispiaceva per niente lasciare Jared a bocca asciutta, anzi si
sentiva quasi sollevata. Lottie si stupì di come il suo
comportamento e il suo modo di pensare cambiasse, quando era con
Harry. Non ignorava più i suoi pensieri e non era
così vogliosa di
crescere, come qualche attimo prima.
-Louis
aveva ragione. Non stai per niente bene.-rispose Harry, ignorando la
domanda e parcheggiando a pochi metri da uno dei pochi parchi di
Doncaster.
-In che
senso, “Louis aveva ragione”?-chiese Lottie,
preoccupata.
-Lui...l'ha
capito. Sembra un'idiota, ma...sembra, appunto. Si è molto
arrabbiato con me, perché ti ho lasciato. Ha detto che
bastava
parlargli, se ti ho lasciato davvero per causa sua.-rispose Harry,
abbandonandosi al sedile.
-Mi hai
lasciato davvero a causa di Louis, o c'è quel rel..., quella
incantevole donna con 15 anni in più di
te?-domandò ancora Lottie,
sperando di sapere finalmente la verità.
-Io...non
lo so. Mi conosco...non volevo farti soffrire, forse. Ah..., non lo
so!-rispose Harry, battendo un pugno sul volante. Lottie lo
guardò,
confusa. Harry l'aveva lasciata per non farla soffrire, ma allora
perché aveva sofferto lo stesso?
-Io ho
sofferto lo stesso, Harry. Non sono stata per niente bene. Non sto
per niente bene. Stavo per condividere uno dei momenti più
importanti della mia vita, con un'idiota che alle quattro di notte mi
chiede se dormo. Dopo tutto quello che c'è stato tra noi,
dopo tutto
quello che ti ho detto, davvero credevi che non avrei sofferto se mi
avresti lasciato? Te l'avevo purè detto cavolo, che perderti
mi
avrebbe fatto stare male. E se davvero mi hai lasciato
perché non
volevi che soffrissi, perché ti sei messo con Caroline? Mi
è venuto
un complesso di inferiorità. Ogni volta che mi guardo allo
specchio,
mi confronto con quella, lei ha 32 anni e io 15. Per te è
normale? E
poi , a prescindere dalla tua relazione con quella vecchia, io avrei
sofferto lo stesso e sai perché, Harry? Perché ti
amavo, anzi ti
amo.-disse Lottie, tutto d'un fiato, senza dar opportunità a
Harry
di spiegarsi. Quest'ultimo, senza sapere cosa dire, la
baciò. Per un
attimo Lottie rispose al bacio, poi lo spinse via, come quella sera,
e lo schiaffeggiò. Harry la guardò sconvolto,
mentre si accarezzava
la guancia, poi scoppiarono entrambi a ridere, così senza
motivo.
Lottie sentiva di poter perdonare Harry, anche senza una spiegazione
valida. Quel bacio significava molto, ma la parte ferita di Lottie le
gridò che non era abbastanza. Pian piano, smisero di ridere.
-Non
riuscivo più a guardare le altre ragazze. Non facevo che
pensare a
te, credevo che mi avresti dimenticato presto, che quel “ti
amo”
non fosse del tutto serio. Molte ragazze me l'hanno detto, per poi
lasciarmi qualche settimana dopo. Così ho provato con
Caroline, ma
dopo qualche settimana anche lei cominciò a ricordarmi te.
Io, stavo
impazzendo. Mi dispiace Lottie, non immaginavo che avresti
sofferto.-disse Harry, serio. Lottie scoppiò a ridere,
mentre il
ragazzo aggrottava le sopracciglia, confuso.
-Per una
volta, non hai preso una pausa per riflettere.-si spiegò la
ragazza,
continuando a ridere e coinvolgendo Harry.
-Allora,
Louis è d'accordo?-chiese dopo un po' Lottie, preoccupata.
-Non ci
siamo parlati per un po'...chi ci stava intorno ha pensato, che
lui...mi avrebbe cacciato di casa. Ma poi ha capito, insomma...si
è
reso conto che entrambi soffrivamo e così...ha detto che
andava
bene, a patto che dovevo stare attento a farti soffrire,
altrimenti...il Louis versione geloso, non si sarebbe controllato,
come è successo questa volta.-rispose Harry, sorridendo, poi
cambiò
argomento.-Ti ricordi quella sera alla spiaggia? Prima che Louis mi
chiamasse. Io...stavo per dirti, che...ti amo, Lottie
Tomlinson.-Harry, non fece in tempo a dire altro, che Lottie lo
baciò, sedendosi su di lui. “Domino” di
Jessie J, ruppe il
silenzio.
-Ti
squilla il cellulare.-disse Harry, staccandosi. La ragazza fece un
gesto infastidito con la mano e si riavvicino a lui.
-Sono
con il mio ragazzo, ora.-disse Lottie, a pochi centimetri dalle
labbra di Harry, per poi tornare a baciarlo con trasporto, mentre lui
sorrideva.
Il
giorno dopo a scuola, Lottie aveva due occhiaie da far paura, ma per
la prima volta da tanto tempo era felice. Era stata con Harry, fino a
qualche ora prima. Tra loro non c'era stato niente di più di
qualche
bacio, avevano deciso, di comune accordo, di aspettare. Lottie si
sedette al suo posto accanto a Debbie, con un sorriso spontaneo e
felice. L'amica la guardò confusa, con la stessa espressione
di sua
madre, quella mattina. Dopo qualche secondo, gli occhi di Debbie
scintillarono di comprensione.
-Harry?-chiese
Debbie, per poi urlare eccitata, dopo aver visto l'amica annuire
entusiasta. Lottie rise dell'urlo dell'amica , per poi rimanere
sorpresa di sé stessa. Prima che Harry facesse l'ingresso
nella sua
vita, Lottie era piuttosto timida e in mezzo alla gente non rideva
quasi mai, affidandosi a un sorriso timido, seppur infondo fosse
socievole e simpatica. Ma da quel Natale, Lottie non si era
più
trattenuta, quando le veniva da ridere, lo faceva, fregandosene di
quello che avrebbe pensato la gente della sua risata stridula. Era
proprio vero: dal momento in cui aveva incontrato Harry, tutto era
cambiato.
Angolo
Autrice
Allora,
sono un po' agitata e non so che dire. Prima di tutto vi informo che
questa è la mia prima one-shot, finora ho scritto solo long
e molto
probabilmente * leggi: sicuramente * ho sbagliato. Il titolo della
shot è la prima frase della canzone Stand Up, dei One
direction
naturalmente. Questa breve storia * breve? * mi è venuta in
mente
pensando alle innumerevoli volte in cui ho letto di Louis che metteva
in guardia Harry e gli altri, e imponeva loro di non innamorarsi di
una della sue sorelle. In giro per il sito ci sono molte fic, che
vedono un'ipotetica sorella di Louis che si innamora di uno di loro.
Così mi sono detta “perché non scrivere
una one-shot che parla di
Harry e Lottie?”, insomma che parla di una storia tra la
“vera”
sorella di Louis e il suo migliore amico. La storia è un po'
lunga e
spero che qualcuno di voi arrivi fin qui, comunque fatemi sapere se
vi è piaciuta.
Baci,
Zia
Palla
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