Un passo avanti.
“Vegeta, sei tornato.”
Gli occhi limpidi di Bulma avevano subito intravisto la possente figura dell’uomo
che tanto amava, e che temeva avesse perso per sempre, voltare l’angolo assieme
a Goku. Il suo cuore aveva fatto un
balzo, era felicissima.
Avevano vinto. Ancora una volta la Terra era riuscita a
scampare ad una fine sicura, e questa volta l’azzurra doveva ringraziare non
solo il suo compagno di avventure, ma anche il Principe dei Saiyan, suo marito.
Vegeta la vide e, vista la sua indole riservata e composta,
si limitò a salutarla con un cenno invisibile agli occhi dei presenti, tranne
che a quelli di Bulma, la terrestre che col tempo era riuscita a farsi spazio
nel suo cuore, amandolo nonostante tutto.
La donna sorrise, sapeva che più di così non si poteva fare,
ma le stava bene, anzi, era proprio questo particolare che l’aveva
particolarmente colpita e affascinata. Era diverso da Yamcha, il quale si
comportava sempre in maniera infantile e poco matura; Vegeta era serio e “uomo”,
il principe che da giovane aveva tanto vagheggiato.
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“Sono contenta, la Terra è salva e questo è anche merito tuo.”
La voce di una bella donna dai capelli azzurri e gli occhi cristallini, avvolta
da una semplice vestaglia di seta rosa chiaro, riecheggiò soave nella stanza.
Bulma era seduta sul letto matrimoniale e se ne stava a
gambe incrociate, con le spalle appoggiate al cuscino, in attesa della risposta
dell’uomo che di lì a poco sarebbe uscito dalla doccia.
Qualche istante dopo, due mani possenti girarono la maniglia
della porta, spalancandola veloce. Così, immediatamente, un’intesa folata di vapore fuoriuscì rapida,
quasi a precedere l’entrata in camera del Principe.
Bulma iniziò a distinguere la sagoma muscolosa del marito
avanzare lenta e a passo deciso. Alzò le sopracciglia e sorrise, divertita. “Che
entrata principesca!” Lo canzonò con voce mite e dolce, benché non le venisse
molto facile. Il saiyan, quasi di
rimando, emise un grugnito e, dopo qualche secondo l’azzurra intravide anche l’espressione
corrucciata, che molto probabilmente aveva preceduto il borbottio.
La donna arcuò le labbra all’insù, e volse lo sguardo sul
libro che aveva appoggiato lì vicino, leggendo il titolo di copertina. Lo aveva
letto milioni di volte ma non si stancava mai, ogni volta era sempre una nuova
scoperta.
“Tsk, smettila. E comunque, io non ho fatto niente.” Vegeta,
ad un angolo, aveva iniziato a vestirsi, dando le spalle alla moglie. Che sfacciata, non cambierà mai.
“Ma su, caro, non fare il modesto. Ti ho sentito quando hai
fatto l’impossibile per chiedere agli abitanti della Terra parte della loro energia.
Di certo non sei stato molto gentile e raffinato ma hai veramente battuto te
stesso. E sai a che mi riferisco.” Disse con tono di voce da sapiente,
mantenendo gli occhi inchiodati alle prime pagine del libro, che le sottili
mani reggevano. Vegeta, non avendo
capito a che si riferisse, istintivamente chiuse gli occhi quasi a due fessure
e, senza riflettere oltre, guardò Bulma di sbieco.
“A che ti riferisci? Dimmelo subito.” La esortò con voce
severa, ma che nascondeva un velo di curiosità. Bulma si voltò e finse uno
sguardo sorpreso, cosa che alla lunga fece innervosire l’uomo.
“Oh, te lo sei dimenticato. Che peccato, te lo devo
ricordare allora?” Domandò maliziosa, chiudendo il libro con forza. Il suono
delle pagine, che si urtarono violentemente, risuonò come un tuono nella
camera.
Si alzò in piedi e avvicinò le labbra all’orecchio del
marito, che, nell’udire le frasi pronunciate lentamente, sentì, parola dopo
parola, una lama trafiggerlo nel profondo. Non appena si fu un poco scostata,
Bulma ammirò l’effetto del suo lavoro, gaudente di assaporare quell’espressione
smarrita, che il Principe non si sarebbe permesso di assumere mai con nessuno.
Lei era … l’eccezione.
Subito Vegeta si ricompose e tornò a braccia conserte, e gli
occhi puntati altrove, lontano, distanti da quel posto. “Tsk.” Mugugnò.
Un fulmine a ciel sereno colpì Bulma nel profondo del suo
cuore, facendola trasalire ed arretrare. Era un’immagine orribile, che spesso
aveva sognato nei suoi peggiori incubi, e che ancora non aveva totalmente
rimosso.
“Perché lo hai fatto?”
Domandò con un sussurro, lacrime salate e amare premevano per venir
fuori, ora che quella ferita si era di nuovo aperta. La voce tremava, insicura.
Vegeta si voltò di scatto, molto meravigliato da tale
reazione, piuttosto si aspettava qualche altra risatina isterica. “Perché ho
chiesto per favore? Bulma, non è che …? Provò a fare una domanda a sua volta ma
venne interrotto dalla voce furiosa della moglie.
“Sai bene di cosa parlo. Smettila di fare il finto tonto. Perché
hai ucciso tutta quella gente innocente? Sai, ricordo il tuo sguardo, sadico e
crudele. Non capisco …” Bulma aveva iniziato la frase con tono arrabbiato, per
poi terminare con voce delusa. Lei era
forte, non piangeva in continuo come le donnette umane, era sposata con un
saiyan.
“Ah.” Il principe distolse lo sguardo, amareggiato. Non
poteva farlo vedere, ma doveva farle capire che quello era stato un suo momento
di debolezza … lui pensava che lei e Trunks fossero stati solo un errore che l’aveva
indebolito, e aveva posto rimedio a quel modo. Tornando il sanguinario principe
dei saiyan che era in principio. Sapeva di aver sbagliato, ma non l’avrebbe mai
ammesso a nessuno, già faticava ad ammetterlo a se stesso. Vegeta sapeva che
con le parole non avrebbe mai risolto nulla, quindi alzò gli occhi scuri e
osservò la donna che gli stava dinanzi.
Non lesse tristezza, paura o simili, solo tanta delusione. Questo
gli diede immenso fastidio, quindi, animato da una forza superiore, si mosse
verso di lei, che aveva gli occhi chini sul pavimento. Con l’indice e il
pollice le alzò il mento e fece sì che si guardassero dritti negli occhi, quelli
tenebrosi incontrarono quelli chiari, e in un momento ogni dubbio venne messo
da parte.
Il saiyan si avvicinò
ancor di più, appoggiando le sue labbra su quelle rosee e candide della donna,
che benché la rabbia e delusione non si ritrasse. L’azzurra si assaporò quel
bacio, era salato, amaro. Una lacrima solitaria solcò il suo volto. “Perché?” Bisbigliò
con un fil di voce. Si guardarono di nuovo negli occhi, e questa volta fu il
saiyan ad avvicinare le labbra all’orecchio della donna, bisbigliandole la
verità, nonostante per lui fosse molto difficile.
Però ormai aveva imparato a essere sincero con se stesso, e
il passo successivo era esserlo con colei che l’aveva accettato e amato a
priori.
“Voi saiyan siete i soliti. Spero solo che un giorno, dato
che ho capito che siete abbastanza lunatici, non te ne esca a fare niente di bizzarro.
Sai, adesso hai capito che intendo vero.” Sussurrò, con un sorriso, tentando di
sdrammatizzare. Vegeta, segretamente,
rise a quelle parole, e strinse la presa sui fianchi della donna. Quest’ultima
chiuse gli occhi … “Ti amo.” Bisbigliò, prima che l’uomo la spingesse sul loro
letto.
Allora, ciao. Spero sinceramente che
vi sia piaciuta, magari con una recensione potete dirmi che ne pensate J Tanti saluti da parte mia, se son caduta nell’OOC,
nonostante i pochi dialoghi ( sì amo le parti narrative e introspettive xD) fatemelo presente J ( nel disegno originario doveva esserci anche una scena a
luci rosse, ma non essendo portata a scrivere di queste scene ( secondo me è
difficile farle bene, e non dico circa le scene perché quelle le sanno
descrivere tutti, ma parlo del modo in cui ti possono coinvolgere u.u)
Vabbè, ciao J Ringrazio col cuore chi ha recensito le mie ultime fanfic, purtroppo non ho potuto rispondere per questione
cellulare >.<