A Diamond in the
Rough
…
‘Cause
nobody wants to do it on their own
And everyone wants to
know they're not alone.
There's somebody else
that feels the same somewhere,
There's gotta be
somebody for me out there.
Nickelback
– “Gotta Be Somebody”
Può sentirla imprecare alle sue spalle.
∙◦◌◦∙
Procede stringendo il pugno
bianco sul proprio bastone, un sostegno
precario ma che non necessita di alcuna richiesta per fare
semplicemente il proprio dovere. Sente il respiro che pesa sui polmoni
mentre tenta di mantenere il passo con gli altri; ma il gruppo avanza e
lei resta in silenzio, lasciando che le loro schiene per pochi istanti
le
riempiano le iridi d’oro. Pian piano, Morrigan resta
indietro.
Un passo, due passi, tre passi…
∙◦◌◦∙
Alistair si volta e vede che i capelli corvini le ricadono sul volto
quando si ferma a riprendere fiato. È stanca ma non
lo ammetterebbe mai… e
lui lo sa. Non vuole e non può essere un peso
per nessuno, se vuole evitare di fare affidamento sugli
“altri”. Sui suoi compagni di squadra. Su quella
che ha finito inevitabilmente per diventare la sua piccola e disastrata
famiglia. Lei e quelle sciocche regole inculcatele da quella
vecchia mefistofelica
di sua madre.
A volte, nella quiete notturna
dell’accampamento, si era ritrovato a pensare che forse
nemmeno lei avesse la completa certezza di stare facendo la cosa
giusta; che forse, al di là di quello sguardo fiero e
sprezzante oltre ogni dire, ci fosse un minimo di incertezza, un minimo
di umanità. La guardava con la coda dell’occhio
trafficare in quella miriade di sacche che si trascinava dietro,
così lontana da loro, così distante con lo
sguardo, persa a ricordare chissà quale diavoleria magica.
Era in quei momenti che sentiva che forse non c’era poi
così tanta differenza fra loro e che erano davvero tutti
nella stessa barca, ad affrontare pericoli per proteggere un
chissà quale incerto futuro… e che forse aveva
bevuto troppa birra.
Dopotutto si stava parlando di Morrigan,
la Strega delle Selve, figlia
di un potenziale abominio millenario, succhia sangue, mangia cuccioli e
solo-il-Creatore-nella-sua-infinita-fantasia-sa-cos’altro e
che la parola “sbagliato”, per lei, non ha mai
avuto senso. Lei è sempre stata stoicamente convinta di
essere l’unica detentrice della verità assoluta.
Ne deriva che niente e nessuno a parte lei può essere
più fermamente convinto di star facendo la cosa giusta.
Quello che faceva sempre la mossa sbagliata, del resto, era lui e quindi era un
concetto che poteva capire fin troppo bene.
La solita
testona…, rimugina tra sé il giovane
Custode, prima di rendersi conto di cosa avesse pensato. Sorprendendosi
della nota di apprensione che impregnava quel piccolo rimprovero,
rabbrividisce. Gli era balenato nella testa con quella divertita
leggerezza che possono avere solo pensieri familiari. E dire che, solo
qualche mese prima, squadrava Morrigan con gli occhi ridotti in due
piccole, dispettose fessure ostili, studiando giorno e notte un modo
per avere la meglio su di lei nei loro duelli verbali. Si riscosse
disgustato. Lui preoccupato per quella
lì? E cosa avrebbe dovuto aspettarsi in
seguito? Un maiale volante? L’Arcidemone che decide di
propagandare la pace nel mondo? Sten
che sorride e abbraccia i bambini?
A quell’ultimo pensiero gli scappa una risatina che gli si
congela sul viso quando si rende conto che Morrigan lo sta fissando con
un tale astio da potergli potenzialmente incendiare i capelli, se solo
fosse stata davvero
in grado di farlo. La donna sibila tra i denti un insulto che gli
arriva solo a metà; a quanto pare è convinta che
stesse ridendo di lei. Alistair sente le guance arrossarsi per
l’indignazione e l’imbarazzo, quindi si affretta a
sollevare le mani in un infantile gesto di difesa e a riprendere a
camminare.
«Strega.»,
borbotta, sollevando con aria oltraggiata il naso verso il cielo; il
sole sta tramontando oltre le fronde silvane degli alberi, irradiando
d’una delicata tonalità dorata i loro visi.
∙◦◌◦∙
Morrigan tossisce e ringhia
un altro improperio, serrando la presa sul
bastone. Ci mancava solo che quell’idiota d’un
cretino le sghignazzasse dietro, pensa tra sé. Certo, come
poteva non approfittarsene, adesso che non era nemmeno in grado di
scagliargli contro una misera palla di fuoco? Sospira amaramente e
comincia a rimpiangere i bei vecchi tempi in cui era libera di potergli
scatenare contro una tempesta di ghiaccio con un solo schiocco di
dita… ovvero quasi una settimana prima, quando
l’hurlock non aveva ancora avuto la brillante idea di
trapassarla con una spada arrugginita.
Le gambe le tremano ma sopporta il giramento di testa che le sfasa la
vista e ricomincia ostinatamente a mettere un piede dopo
l’altro, ansimando e bevendo qualcosa da una piccola boccetta
trasparente. In fin dei conti, dopo aver categoricamente rifiutato ogni
genere di aiuto, non
poteva fare altro.
∙◦◌◦∙
La forza di volontà di Morrigan è ragguardevole e
Alistair l’ha sempre segretamente invidiata per questo; ma
è altresì un’arma a doppio taglio e lui
lo capisce rallentando quel tanto che gli permette di sentire il fiato
corto e affaticato della compagna di viaggio. Vi è sempre un
rischio di ritorsione naturale, quando si pretende troppo dal proprio
fisico. Un buon soldato lo sa… ma una donna più
selvaggia dei Chasind?
«Sapete, ho notato un particolare interessante.»,
comincia lui con tono vago, guardando dritto dinanzi a sé.
«Qualcosa che può esservi d’aiuto a
fugare i dubbi riguardo la vostra nascita.»
Sente gli occhi ferini della Strega delle Selve inchiodarsi sulla sua
nuca.
«Tu?
Tu hai capito qualcosa?
Per conto tuo? Quale meravigliosa sorpresa! E ci hai messo
solo… quanto? Mesi? I tuoi genitori sarebbero orgogliosi di
te.», la voce è ironicamente acre, affilata come
la lama di un pugnale ma il Custode può distinguere la
stanchezza nascosta fra le parole.
«Oh, sì. Non riesco a crederci
neanch’io…», le risponde allegramente
annuendo, pregustandosi la vittoria, «che ingobbita
così su un bastone somigliate ancora di più a
vostra madre – che il Creatore benedica il suo
naso adunco!
Non potrei avere più dubbi
sull’autenticità delle vostre origini nemmeno se
lo volessi.»
Chiude un occhio sorridendo, aspettandosi una sfuriata e, infatti, la
sente mormorare qualcosa, ma in un sussurro troppo flebile per poter
essere interpretato. Alistair si volta accigliato e lei crolla sulle
ginocchia.
«Oh-ho, cosa veggono le mie fosche pupille!»,
esclama con un tono che tradiva l’esasperazione
che provava, «Avevo ragione anche quando dissi che perfino i
migliori cadono! Due affermazioni corrette in un giorno solo, mi merito
una torta… anzi, no! Una statua d’oro massiccio!
… O magari di formaggio. Mh, vedremo.»
Le si avvicina e, dopo un attimo di esitazione, le passa un braccio
attorno alla vita. Lei lo ringrazia sentitamente con una leggera scossa
elettrica. Lui dà un greve commiato alla propria
ei-fu-perfetta-capigliatura ora tutta sull’attenti e
sconvolta e le afferra il polso, passandosi il suo braccio attorno al
collo. Lei protesta ma è troppo spossata per poter anche
solo pensare di fare altro, così finisce per soffocare i
proprio rantoli in colpi di tosse.
«No, no, non fate così! Non ringraziatemi, potrei
commuovermi e piangere.», grugnisce l’uomo,
lanciandole un’occhiata obliqua. «Mi dovete dei
capelli nuovi, una volta che sarete sufficientemente in forma per
farmeli crescere con i vostri “alakazam”.»
Morrigan schiocca la lingua e china il capo per
sottrarre alla sua vista il sorriso che era riuscito a strapparle dalle
labbra carnose.
«Anzi, no… ora che ci penso, direi che preferirei
tenermeli croccanti e che sanno di pollo, piuttosto che rischiare di
peggio con voi.»
Tace per un istante, meditabondo.
«Mmh, pollo…»,
mormora poi improvvisamente, con voce deliberatamente voluttuosa.
«Volete un assaggio?»
«Idiota.», soffia disgustata Morrigan, non
riuscendo però a camuffare completamente il divertimento.
Alistair ride e sa che, in fondo, deve solo avere pazienza.
Il sole continua a bruciare, ormai quasi alla fine del suo ciclo,
facendo brillare i capelli corvini della donna di riflessi ambrati. I
pensieri del custode si smarriscono fra quelle onde color
dell’ebano e i sensi si inebriano di quell’odore
pungente così selvatico, così tipico di lei,
mentre camminano fianco a fianco lungo un sentiero coperto di breccia e
sporadiche piantine.
Le sue dita le carezzano distrattamente il dorso
della mano.
Lei finalmente si arrende e si lascia sostenere.
«Puzzi.»
«Oh, vi adoro anch'io!»
Ma solo per questa volta, sia
chiaro.
Dedicata a
Chiara
.:~*~:.
Bam! *esplode la pagina* Ed eccomi qui con questo breve racconto sul
mio Custode e la mia Strega preferiti! XD Spero vi sia piaciuto ma
comunque sia, fatemi conoscere sempre il vostro parere. Anche
perché qui lo stile è stato un po’ un
mio esperimento e quindi sono certa di aver combinato un gran casino
con i verba volant. XP
Perché Morristair? Be’, perché per
prima cosa io sono sempre stata convinta che prima o poi nel gioco
sarebbero diventati una coppietta e invece poi ho scoperto il
fantasmagorico mondo delle romances. XD Ma li adoro comunque e continuo
a pensare che insieme siano esplosivi. (Ah, a proposito, i capelli di
Alistair sono meno traumatizzati di quanto voglia far capire il
proprietario. XD) … Mh, il secondo motivo per il quale ho
deciso di cimentarmi in questa avventura è…
perché Chiara – compagna di shippate (e no, non
vuol dire che rapiniamo le vecchiette sui marciapiedi XD) –
mi ha chiesto un sequel de: “Non
svegliare…” e io ho pensato: “SI.
PUÒ. FARE!!” … E invece mi è
venuto fuori questo. T___T Spero ti sia piaciuto comunque, Chia'...
anche se
meriti di sicuro qualcosa di meglio di questa stupidiozia! XD
♥ Ti ringrazio per tutto quello che hai
fatto per me. :)
Allora, ora vorrei solo chiarire alcune cose e poi passo e chiudo. *^*
1. Il titolo vuol dire: “diamante
grezzo”…
è una citazione della canzone dei Nickelback. In questa
storia ho associato la relazione tra Morrigan e Alistair alla
lavorazione del diamante (guarda un po’ che viaggi mi faccio
XD). Sapete quanto tempo e pazienza ci vogliono per trasformare un
diamante grezzo in un diamante? … Be’, chi ha
orecchie per orecchiare, orecchi! XD
2. La citazione sulla “piccola
famiglia disastrata” l’ho tratta da Lilo e Stitch
perché era giusta per l’occasione… in
fondo Morrigan è un po’ lo Stitch del gruppo XDDD
*viene fulminata a morte*;
3. “Il naso di
Flemeth”… dunque, fa parte di un dialogo tra i due
nel quale Alistair afferma che il naso di Morrigan è uguale
a quello della sua venerabile madre XD;
4. “Anche i grandi
cadono”, è un’altra citazione (fatta a
memoria, quindi non uguale a quella originale) di un banter tra i due
nel quale per una volta Alistair riesce a dimostrare che Morrigan non
sa tutto (non sa infatti il nome del marito di Andraste);
5. Ѐ proprio per la scelta del pairing,
che questa storia è una “what
if…?”.
Ok, credo di aver detto anche troppo… in chiusura posso solo
ringraziare di cuore mia
madre, donna dall’abnorme, immensa, immane
pazienza… che deve sorbirsi le mie storie ogni volta.
X°D Lei sì che si merita una statua di formaggio a
grandezza naturale!! *__*
♥♥♥♥♥♥♥
See ya,
Shadow
Eyes
|