Taiichi
Ehilà!
Vi
lascio subito
alla fic, NdA in fondo alla pagina, per chi ci arriva. E non so quanti
ce la faranno. E' chilometrica, oh se è chilometrica! *si
dispera* (?)
___________________________________________________________________________________________
Muri
Bianchi
| Dietro la
finestra |
About
5 Years Ago
La
prenderò io!
Non
farlo, è pericoloso, Kyousuke!
Andrà
bene, fratellone!
Kyousuke!
Fratellone?
Fratellone!
Mi
dispiace, ma... Le gambe di vostro figlio...
Sta
mentendo, non è vero? -
Il
mio fratellone non può più giocare a calcio...
Dimmi
che sta mentendo, dottore!
L'ospedale
fu
enorme, nei primi giorni di Yuuichi. Non si sarebbe potuto abituare, a
tanto bianco, a tanti odori, a tante persone, e tutto così
diverso.
Fino
al primo
giorno, credette di star dormendo. Non si mosse, nel suo caldo letto.
Sotto a quelle candide coperte, respirò piano per un giorno,
senza nemmeno accorgersi del fratellino,
piangente,
al suo fianco.
Dal
secondo
giorno, comprese la sua situazione. Le gambe non più si
sarebbero mosse, non più gli avrebbero consentito di
camminare,
correre, giocare. E sperò sinceramente che fosse una situazione
temporanea.
Dalla
prima
settimana, continuò a non perdere le speranze,
più per
convincere sé stesso che il fratellino che ogni giorno lo
veniva
a trovare, per fargli compagnia, per non farlo disperare, per aiutarlo,
o semplicemente per amore fraterno.
Dal
primo mese,
cominciò a perdere quella determinazione che lo
caratterizzava
spesso. Nemmeno la presenza del fratello potè riuscire a
sollevarlo, a tirarlo fuori da quel baratro di disperazione dove
ormai era
caduto. O meglio, era inciampato, e non aveva fatto il minimo sforzo
per tentare di uscirne. Si convinse in preda a una strana paura che non
ci sarebbe stato modo di tornare come
gli altri, di tornare felice, come ogni persona poteva essere.
Dal
secondo
mese, tramutò quella disperazione in rassegnazione, passando
interi giorni semplicemente disteso nel letto, ad occhi chiusi, senza
muovere un muscolo, semplicemente
ripensando,
in
una specie di autolesionismo, alla sua vita. Tornando indietro a quei
giorni, giocavamo a calcio fino al tramonto, pensava malinconico,
trattenendo le lacrime, e le grida.
Dall'quarto
mese, perse anche l'intenzione di rassegnarsi, notando che questo suo
comportamento aveva cambiato radicalmente anche quello di suo fratello.
E allora rimase incerto sul da farsi. Talvolta
piangeva in silenzio, senza farsi sentire da nessuno. Un silenzio
imposto da sé stesso, come se piangere fosse qualcosa di
proibito, qualcosa nella quale lui non era autorizzato a sfogarsi.
Stringeva i pugni, disteso su quel materasso, avvolto da quelle
lenzuola, senza ormai più la capacità di sentire
un'emozione. Una qualsiasi emozione.
Dal
sesto mese
in poi, cominciò a farsi una ragione della sua situazione,
ricominciò a parlare, ad aprire gli occhi, e, lentamente,
anche
a sorridere. Pian piano, si montò una maschera di
felicità, di
sorrisi, arrivando a ingannare le persone che lo circondavano, facendo
credere loro di essere tornato alla normalità.
A
quella normalità che tanto bramarono tutti gli uomini dentro
a quel manicomio di malati.
~
Stai
di nuovo bene? Non ancora.
Poichè
il mio obiettivo è lontano..
Sto
fermando il respiro,
Ora.
~
About
4 Years Ago
Era
confuso, quel giorno. Infermieri correvano per le stanze, indaffarati,
nessuno ancora gli aveva rivolto un sorriso.
-
Fuyuka? - la ragazza dai capelli lilla si voltò di scatto,
con un'espressione piuttosto ansiosa.
-
Non preoccuparti, Yuuichi, va tutto bene. Stai per avere un compagno di
stanza. -
Il
bambino dai
capelli blu sobbalzò leggermente: Un compagno di stanza?
Cosa
avrebbe dovuto fare? Come avrebbe dovuto comportarsi? Doveva salutarlo?
Presentarsi? E se fosse stata una ragazza?
Ormai
era chiuso
lì dentro da un anno, e mai aveva avuto un compagno di
stanza.
Per fortuna non ne aveva mai avuti, non era sicuro che sarebbe stato
capace di convivere con qualcuno!
Si
nascose ancora un po' sotto le coperte, quello che bastava per
nascondere totalmente la testa.
-
Potete prendere il mio corpo ma non prenderete mai la mia anima! -
Un
grido gioviale, allegro, ridente, gli fece sporgere la testa dalle
coperte bianche, per osservare la situazione circostante.
-
Prendetelo! -
Il
grido
dell'infermiera lo fece ridere, come dopotutto faceva il ragazzo che
ora si stagliava sul
carrello in mezzo al corridoio dove si trovavano varie flebo.
-
Voglio andare fuoriiiii! Voi grandi non capite niente! -
Il
bambino -non
doveva avere più di sei o sette anni- scese con un salto
dall'asta della flebo, per poi avvicinarsi allo stesso Yuuichi, che ora
quasi si spanciava dalle risate vedendo i medici che tentavano
di agguantare l'energico bambino dai capelli arancioni con in mano una
camicia di forza.
-
Dov'è il sedativo!? -
-
Ancora? -
- E
come lo vuoi tenere fermo questo qua! -
-
Ahahah! -
Il
bambino rise ancora, saltando sul letto libero della stanza di Yuuichi.
-
Ehi, Ao! -
Questo
si girò di scatto indicandosi con il dito indice con aria
confusa.
-
Come si esce da qua? -
Il
bambino fece spallucce.
-
Non so. Non sono mai uscito, dopo essere entrato. -
L'altro
sgranò gli occhi.
-
Eeeeeeeeeeeeh? -
Gli
andò
vicino con una certa fretta, appoggiando le mani sul letto e
sporgendosi verso il suo volto, facendolo indietreggiare leggermente.
-
Davvero? -
Yuuichi
alzò un sopracciglio, per poi fare un ovvio cenno di
assenso: cosa c'era di così strano?
-
Davver--
Ma
prima che potesse finire la frase, un medico saltò addosso
all'altro infilandogli un lungo ago nella spalla destra.
- Ti
ci porterò io, allora! Ma
prima... -
Il
bambino dai capelli blu lo fissò con curiosità.
-
Prima? -
L'altro
barcollò un po' sorridendo, prima di cadere definitivamente
tra le braccia del medico.
-
Prima mi faccio un pisolino... -
~
About
3 Years Ago
-
Taiyou?-
-
Mh?
-
Ma cosa vedi?
- aveva chiesto il blu, disteso nel letto, quando il più
giovane
aveva spappolato per bene la faccia sul vetro, sconfortato
dall'ennesimo fallimento di fuga dall'ospedale.
-
Eh... Vedo...
- il ragazzino era sembrato un po' in difficoltà, come se
fosse
stato preso alla sprovvista da quella domanda: - Vedo un bel prato! Un
prato con tanti alberi... E... -
-
Un prato, un
prato dietro all'ospedale? - Yuuichi aveva chiuso gli occhi,
ridacchiando leggermente, come se si fosse sentito preso in giro.
-
Ma sì!
Dev'essere il parco dell'ospedale, o qualcosa di simile. Sì,
c'è un bellissimo prato. Con tanto alberi, fiori, e bambini
allegri che... - il giovane si era nuovamente interrotto, suscitando la
curiosità
del blu.
-
Che? - lo aveva quindi incitato lui, con un tono di voce
particolarmente basso, affievolito.
-
Giocano, ridono, e si divertono. - Altra pausa. Altri secondi di vuoto.
-
Giocano a pallone? -
-
Sì. -
sembrava, quasi, che l'arancione facesse fatica a descrivere quello che
vedeva, come se la vista gli si fosse offuscata, come se
improvvisamente non fosse capace di recepire le immagini.
-
Capisco. - silenzio, da entrambe le parti - Ehi, Taiyou. -
-
Sì? -
-
Puoi
descrivermelo, il parco, ogni giorno? Non riesco ad alzarmi, non guardo
fuori dalla finestra da tanto tempo. - Un'altra pausa, da parte di
Taiyou, prima che questo avesse alzato lo sguardo, sorridendo
come al solito.
-
Ma certo, Ao! Ogni giorno,
prometto! -
~
About
2 Years Ago
-
Allora? - soffiava l'arancione lasciandosi cadere ai piedi del letto
dell'altro ragazzo - Com'è andata oggi? -
Sorrideva,
Yuuichi, disteso nel letto, chiudendo gli occhi: - Come vuoi che sia
andata, Daidai?
Il soffitto di questa stanza è bianco come
sempre. -
-
Ma davvero non
puoi alzarti nemmeno per metterti seduto? - Taiyou sospirava, con un
velo di malinconia, aspettandosi la stessa risposta che gli dava ormai
da parecchi mesi.
-
No - il blu
continuava a sorridere, quasi fosse un anziano signore con alle sue
spalle tutta una vita - Ma va bene così. Vedrai che prima o
poi
ci riuscirò. -
Taiyou
allora
abbassava la testa, quasi non credesse alle sue parole. Poteva davvero
credergli? Poteva davvero credergli, se non riusciva nemmeno a mettersi
seduto?
Ehi,
tutto
quello che diceva Ao era vero, lui era più grande, lui era
più intelligente, lui era Ao, insomma! Quindi, l'unica cosa
da
fare era adottare la tecnica del "sorridi e annuisci".
Infatti,
Taiyou
sorrideva e annuiva, talvolta anche con un gridolino di approvazione: -
Certo! Ne sono sicuro anche io! Dopotutto, quello che dico io
è
sempre vero, quindi sei un buone mani. -
E
allora Yuuichi
si lasciava sfuggire una risata, un soffio, che per Taiyou era una
delle cose che completavano la sua tipologia di giornata felice: -
Sì, sì, hai ragione. - poi una pausa - Puoi
andare alla
finestra, Daidai?
-
L'arancione
sorrideva, allegro, e schizzava a tutta velocità
schiantandosi
contro il vetro freddo della finestra. Ogni giorno la stessa cosa, no?
Ed era un'altra delle cose che completavano la sua tipologia
di giornata felice: - Dunque! Cos'abbiamo oggi... -
Yuuichi
si
rilassava, distendeva i nervi, si abbandonava alla voce squillante ma
calma, che come ogni santo giorno gli descriveva il paesaggio fuori
dalla finestra.
-
Oggi
c'è calma. Un tizio passeggia, un altro si fuma una
sigaretta,
una donna è al telefono e un'altra va in giro con un
pancione da
record. -
Ao
allora
rideva, una risata cristallina, ma al contempo grave, di una persona
che è cresciuta, di una persona che ride, pur sapendo che il
giorno seguente potrebbe non esserne più capace.
-
Ehi, vorrei vedere te se andassi in giro incinta! - puntualizzava
l'arancione, trattenendosi dal ridere.
-
Ma sono un maschio, Daidai! - rideva ancora, Yuuichi, sinceramente
divertito da quella buffa situazione.
- E
allora... Vorrei vedere se andassi in giro incinto! - e quindi anche
Taiyou scoppiava a ridere, trasportato dal compagno.
Perché
sì,
effettivamente, non c'era per lui nient'altro da fare.
Quando
sentiva la sua risata, così triste, arrendevole,
abbandonata, non poteva far altro che crederci.
Credere
in quello spettro, in quella che doveva in realtà destare
allegria.
~
About
1 Year Ago
L'improvviso
scorrere della porta fa destare gli acuti sensi di Yuuichi, che apre
gli occhi velocemente.
-
Oh, Daidai, eccoti. Come mai questo ritardo? Cominciavo a preoccupar--
-
Yuuichi, scusa, forse per oggi Taiyou non verrà. -
Allora
volta velocemente lo sguardo in direzione della porta, scoprendo una
figura comunque molto conosciuta.
-
Oh, Fuyuka-san. Ciao, scusa, pensavo che fosse--
-
Figurati, è plausibile. Comunque, ti porto la cena e scappo,
scusa, abbiamo un problema. -
Yuuichi
sospira
un attimo: è la terza volta, questa settimana, che Taiyou
ritarda. Sarà perché ha ricominciato a giocare a
calcio?
-
Che cosa succede a Daidai? -
Fuyuka
sospira, prima di uscire dalla stanza soffiando.
-
E' svenuto, di nuovo. Lo hanno trovato al campo lungo il fiume, di
nuovo. Necessita di massaggio cardiaco. Di nuovo. -
Stringe
i pugni, Yuuichi. Un
manicomio è così, sospira,
disteso, c'è
chi resiste, e chi non resiste, chiude
gli occhi, mettendosi seduto, come sempre, di spalle alla finestra.
-
Dove...! -
Si
sveglia di scatto, Taiyou, gridando. Al suo fianco il dottore, un
infermiere e la solita
tizia lilla che non lo fa uscire.
-
...Sono? -
Il
dottore
sospira, togliendosi la mascherina: - In una stanza dell'ospedale, nel
padiglione dove è compresa la terapia intensiva. -
-
Wow, stavo per morire di nuovo? - ride allora l'arancione, mettendosi
seduto e roteando il collo.
- E
ridi, anche?
- risponde l'infermiere, mentre il dottore -che ha già perso
le
speranze di farlo redimere- esce dalla stanza, dopo aver tirato
giù un paio di dati sulla cartellina.
-
Be'? Dovrei
piangere? Sono ancora vivo, non ne vedo il motivo. - Taiyou si alza in
piedi, stiracchiandosi le braccia e massaggiandosi il petto in
corrispondenza del cuore.
-
Certo, sei
vivo. - Fuyuka lo guarda, mentre esce a sua volta, diretto verso il suo
padiglione, quello suo e del suo migliore amico - Ma per quanto, per quanto
tempo ancora,
Taiyou...? -
La
sera è
calata, ormai, e nelle stanze regna il religioso silenzio dei malati
che non dormono, ma che per non disturbare gli altri tacciono. Questo
non vale ovviamente per Yuuichi, solo, nella sua stanza,
che lascia accesa una piccola lucina, per aspettare ben sveglio il suo
amico.
Perché
sì, è
sicuro che ritornerà, lui
ritornerà
sempre, e
un giorno usciranno entrambi da quel posto, da quel manicomio.
Sempre
disteso
nel suo letto, di spalle alla finestra -la finestra che lui non ha mai
visto, se non con la sua immaginazione, il mondo che sì, un
giorno potrà ricominciare a guardare con orgoglio, con
la fortuna
delle persone che si definiscono normali-, attende paziente l'arrivo di
qualcuno, dei passi veloci e leggeri del ragazzo, del fiatone che si
provoca correndo -a causa della sua malattia,
s'intende-, dell'odore di incertezza, di paura, che lui sempre ha avuto
dell'ospedale, o di qualcosa, di una notizia, anche solo sussurrata,
fuori dalla sua stanza, dalla sua camera.
Eppure,
no.
Il
silenzio oggi
è padrone, come le altre volte in cui Taiyou è
disgraziatamente svenuto nel parco lungo il fiume, scappato per ingegno
-o per fortuna, qual dir si voglia- alle grinfie di Fuyuka e del resto
del personale ospedaliero.
Yuuichi
sospira,
preoccupato, chiudendo lentamente la luce e girandosi su un fianco, nel
vano tentativo di svuotare la mente, di non riempirla di quel pensiero
così soddisfacente e appagante che è
la risata di Taiyou, i gesti
di Taiyou, la voce
di Taiyou, la
presenza di Taiyou, la
sensazione delle dita di Taiyou che gli
scompigliano i capelli.
Insomma,
Taiyou.
~
Stai
di nuovo bene?
Solo
un po',
devo
pur riuscire a vedere qualcosa!
Sto
fermando il mio respiro,
Ora.
~
Today
Un
filo di luce
penetra dalla tapparella male abbassata, facendosi maledire mentalmente
dal ragazzo -perché sì, ora che era
cresciuto, non
si poteva definire altrimenti- che si gira su un fianco, muovendo
leggermente, o se non altro provando, le dita dei piedi.
Oh,
se non era
una sensazione fantastica! Dopo tanto tempo passato a impegnarsi per
ricominciare a muoversi, finalmente può avere la
soddisfazione
di gridare al mondo intero che sì, ce l'ha fatta,
ci è riuscito, a muovere i piedi, le gambe, le ginocchia, e
che non è caduto fino al fondo del baratro.
Sorride,
mugugnando un buon giorno incerto, rivolto al ragazzo dell'altro letto.
Mentre si strofina lievemente gli occhi, si domanda come mai la
tapparella sia male abbassata, come mai Taiyou non
abbia
già gridato un colossale buon giorno, come mai non oda il
fruscio di coperte che si stropicciano, come mai non senta il pesante
respiro del ragazzo, come mai oggi Taiyou sia così silenzioso.
Solleva
infine le palpebre, portendo lo sguardo sul letto del compagno.
Vuoto.
Un
motivo,
allora, c'è. Sospira, Yuuichi, alzandosi e dirigendosi un
poco
zoppicante nel corridoio, cercando qualche informazione.
-
Fuyuka! - la
donna gli appare come una salvezza, dato che le gambe gli cominciano a
dolere per lo sforzo improvviso - D-dov'è Daidai? -
Fuyuka
sospira,
si avvicina, lo sorregge passandogli un braccio sotto le spalle: -
Taiyou, dici? - un altro sospiro - Taiyou... -
Il
blu la fissa
preoccupato, si sforza di non lamentarsi -perché sa che si
potrebbe beccare anche i rimproveri della donna, a quel punto-,
mantenendo gli occhi incatenati in quelli dell'infermiera.
-
Ieri notte... Sapevi che l'avrebbero operato, no? -
Yuuichi
annuisce, serio, mentre un'orribile sensazione si fa spazio nel suo
petto - E...? E' successo qualcosa durante l'operazione? -
L'infermiera
si morde il labbro, mentre rientra nella stanza -la stanza numero 315-
e
lo fa sedere sul letto, ancora sospirando.
-
Ricomincio. Ho
due notizie. Una buona e una cattiva. Cosa vuoi sentire prima? - la
donna si è girata di spalle rispetto al ragazzo, che si sta
massaggiando i polpacci, e apre l'armadio di Yuuichi, prendendo i suoi
indumenti e riponendoli in un borsone -nel suo vecchio borsone da
calcio, a proposito.
-
Quella...
Cattiva. - Ao,
il blu, Yuuichi, il più grande,
aggrotta le
sopracciglia, quasi spaventato. Cosa si sarebbe dovuto aspettare?
Fuyuka
si
irrigidisce, stringendo tra le mani una maglia arancione con sopra
scritte a mano le parole "Il
mio migliore amico è un figo!",
regalata a Yuuichi da Taiyou per il suo diciottesimo
compleanno:
-
Taiyou ieri notte è stato operato. - dice con voce dura - E'
per
la sua sindrome del QT breve, sai. Ha passato le due ore più
infernali della sua vita, a mio parere. Evidentemente qualcosa
è
andato storto. E' stato portato nel padiglione della terapia intensiva.
E... - ripone l'ultima canotta nel borsone, avvicinandosi alla porta -
Non ce l'ha fatta. - Apre la porta, facendo un passo, forse aspettando
la reazione dell'altro.
La
quale non arriva.
No,
non arriva,
perché Tsurugi Yuuichi per la seconda volta nella sua vita,
teme
di aver perso tutto. E' così, dopotutto, no?
Se
c'era da vivere in un manicomio e impazzire, allora era meglio farlo in
due, non credi?
Se
c'era da morire per una maledettissima malattia, allora era meglio
farlo in due, non credi?
Se
c'era da rimanere qua, a impazzire, a morire, a
disperarsi, allora era meglio farlo in due, non credi?
Ma no,
evidentemente Taiyou è stato, ancora una volta,
più furbo di lui.
Il
mondo intero
gli cade addosso, le braccia improvvisamente diventano molli, la testa
sembra leggera, il corpo intero gli sembra leggero, il mondo intero gli
sembra leggero.
Quasi
sembra che rida, Yuuichi, quando pone un'ultima domanda alla donna: - E
quale sarebbe la buona notizia? -
Fuyuka
sospira,
stringendo i pugni: - Al pomeriggio esci. - se ne va, lei, stringendo i
pugni e serrando la mascella, richiudendo dietro di sé la
porta
il più silenziosamente possibile.
-
Ah. Esco.
- soffia Yuuichi, in preda a un dolore lancinante che sì, lo
colpisce proprio nel punto debole del suo migliore amico, il cuore -
Esco, finalmente,
sì. -
-
Ma... Senza lui... -
~
Stai
bene adesso? E' tutto okay, ora.
Ma
andiamo, devi essere molto stanco, vero?
Voglio
smettere di respirare,
Ora.
~
Tomorrow
Tossirà.
Un dolore lancinante gli percorrerà il petto, ancora.
Ma...
Seriamente, non era morto? Si guarderà allora attorno,
sospirando, Taiyou, non trovando che buio pesto e rancore.
-
Oh, allora è vero... Sono proprio morto. -
Annuirà
soddisfatto, sorridendo,
compiaciuto dal fatto di non essersi
sbagliato.
-
Peccato, però... -
Sospirerà
solo un'unica volta, portandosi con aria triste una mano a coprirsi gli
occhi.
In
piedi, nel
nero, il petto squarciato da un dolore lancinante, non
riuscirà
a respirare, non riuscirà a parlare, e allora
sussurrerà.
-
Gli avevo promesso... Che saremmo usciti insieme... -
Un
soffio, e il
ragazzo di lascerà cadere a terra, il fiato mozzato, la
malattia
che lentamente prenderà possesso del suo corpo, che
lentamente
gli divorerà la vita, quella bellissima vita che avrebbe
potuto
avere.
- E
la finestra... Oh, la
finestra... -
E
allora
sorriderà di nuovo, triste ma gentile, come avrebbe voluto
il
suo Ao, allungando una mano verso l'alto, verso un'ipotetica e
inesistente uscita da quel baratro.
-
Chissà quanto si arrabbierà, Ao, quando
scoprirà che dietro alla finestra... -
Una
pausa, una
lunghissima, eterna, pausa. Daidai
non avrebbe mai potuto finire quella
frase, sebbene odiasse lasciare le cose in sospeso.
-
...Che dietro alla finestra, c'è solo un muro bianco... -
Ho
sempre amato i tuoi sorrisi;
Ma
odio vederti sorridere ora... Perché?
Psicotica,
psicotica, ho una mente psicotica;
Sono
così psicotico che svanisco nel nulla.
Fa
male, fa male, il mio cuore fa male;
Non
è ridicolo? Ti amo a morte.
Ho
paura di me stesso.
_____________________________________________________________________________________
[Fiction corretta e rivista
in data 4/10/12.
Quando è
stata scritta -tutta di getto- in una sola sera, non mi ero accorta di
qualche errore, sia grammaticale sia logico (?), quindi, be', ora credo
che la lettura sia vagamente più "piacevole". Sicuramente
qualche errore c'è ancora. Vogliate scusarmi (?)]
Toyota.
Ok,
scusate, ma dopo "Today" e "Tomorrow" un "Toyota" ci stava troppissimo.
:'D
Ma
buonasera, signore e signori!
O
per meglio dire, lettrici e lettori! :D (?)
Che
dire, torno un po' a caso, scusate per queste mie lunghissime assenze.
v_v
Ultimamente
sono
davvero super-impegnata, ho poco tempo per rilassarmi e scrivere come
si deve! D: Ma torno con questa cosa. Chiarisco subito che è
stato un parto, ma come ogni parto che si rispetti diciamo che ne sono
felice. ;w; Ecco, dai, per una volta che sono felice di quello che
scrivo non smontatemi troppo, vi prego, siate gentili. x°
Insomma.
Sì,
è assolutamente depressiva, va bene! Diciamo che ha la
struttura
di un simil-dramma. Comincia male. Si sviluppa bene -con qualche vana
speranza dei lettori...!-. Si conclude malissimo. Dato che
sì, Taiyou è morto, e sta a voi decidere se
Yuuichi farà lo stesso per disperazione. :D
Ma
mi è
piaciuta davvero molto, l'idea, di come Yuuichi fosse disperato
inizialmente, una volta entrato nell'ospedale, di come con il passare
degli anni si risollevasse e di come infine tornasse a cadere in questo
baratro profondo di disperazione profonda. Il tutto molto
profondamente. (?)
Poi,
altre cose,
ho citato due canzoni dei Vocaloid che mi hanno accompagnata per gran
parte della stesura della fiction, ovvero sia "Psychotic Len's Love
Song - Yandelenka" di Len Kagamine, di cui ho tratto quelle ultime
sette righe, e "Rolling Girl" di Miku, da cui ho preso complessivamente
tre spezzoni, infilati piuttosto a random (?) dopo About 5 Years Ago,
About 1 Year Ago e Today. Canzoni bellissime, caspita ♥
Altre
note...
Be', spero che si sia capito che Daidai fosse il soprannome -piuttosto
spastico- di Taiyou -volete sapere il motivo? Bene, non lo so nemmeno
io. Pensavo di saperlo, e invece me lo sono dimenticato. Se lo scopro
vi telefono. (?)- e che Ao fosse quello -mediamente spastico- di
Yuuichi -Ao invece significa blu in giapponese. Capite la magnifica
intelligenza dell'autrice!-.
Be',
penso di
non aver più nulla da dire... Oh, ovviamente partecipa al
contest, ma era già scritto nell'introduzione!
x°°
E
di sicuro ho dimenticato di mettere qualcosa in corsivo. O qualche
altra schifezza, fidatevi, l'ho fatta.
Non
so
più che dire, davvero. Spero vi sia piaciuta, o che vi abbia
suscitato una qualche emozione, o che vi abbia fatto venire voglia di
picchiarmi per bene.
In
caso, premete come sempre il tasto F13 e le vostre preghiere saranno
esaudite!
A
presto, gente!
And
remember!
Rewiews
= Bisquits of love.
And
who doesn't love bisquits? ♥
-
Kya, o Pomela, non sa più come firmarsi.
|