Lui vive in te.

di Hopenill
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hope. ***
Capitolo 2: *** L'azzurro è il colore della libertà. ***
Capitolo 3: *** Il ciliegio ***
Capitolo 4: *** La donna di casa. ***
Capitolo 5: *** Una cornice perfetta per quel sorriso. ***
Capitolo 6: *** Nulla è più confortante di un tuo abbraccio. ***
Capitolo 7: *** 'Io sto morendo dentro Hope'. ***
Capitolo 8: *** Free Hugs. ***
Capitolo 9: *** 'Sei mia. Solo mia'. ***
Capitolo 10: *** I wish ***
Capitolo 11: *** Un' unica grande famiglia. ***
Capitolo 12: *** Erano più sottili di come se le ricordava. ***
Capitolo 13: *** Occhi color della tempesta. ***
Capitolo 14: *** Parla con me. ***
Capitolo 15: *** Tutto ha una fine. ***
Capitolo 16: *** Tu sei il suo sorriso. ***
Capitolo 17: *** Non sorride più come una volta. ***
Capitolo 18: *** "Ti amo piccola Petterson." ***
Capitolo 19: *** Lui vive in te. ***



Capitolo 1
*** Hope. ***


"Hoooope. HOOOPE!"
Niall trovò la bambina a ridosso della scogliera, in piedi.
"Hope sei qui!" - disse lui con il respiro affannoso, aveva corso parecchio per trovarla - "Allora sei qui!
Dai, torniamo a casa. Sono tutti in pensiero per te!"
La piccola non rispose.
"Hope, cos'hai?"
"E' morto Niall." - disse lei in lacrime - "Mi ha abbandonata."
Il bambino l'abbracciò più forte che potè.


Quel momento non aveva bisogno di parole.


In quell'episodio Hope aveva 8 anni, Niall 10.
Abitavano entrambi in Irlanda, nella stessa cittadina, ed erano pure vicini di casa.
Lei era molto timida, di poche parole e dopo che suo padre morì si chiuse in se stessa. 
Non era una bambina come tutte le altre e Niall lo sapeva bene. 
Era l'unico che riusciva a parlare con lei, giocare insieme e confortarla.
Erano migliori amici.


Ora hanno rispettivamente 16 e 18 anni.
Il piccolo Horan, come lo chiama lei, ha capelli biondo ossigenato e due occhi azzurri come il ghiaccio.
Hope invece ha dei capelli biondi lunghi fino ai fianchi ed occhi tra il verde/marrone.
Quegli occhi gli ricordano maledettamente suo padre e lei non può sopportarlo.
"Comunissimi" dice lei, "casa" pensa lui.
Niall adora i suoi occhi, gli ricordano la sua terra, l'Irlanda.


Lei è speciale per lui e lui per lei, ma tutti e due sono ignari dei sentimenti che provano l'uno per l'altro.
Paura e orgoglio fermano i due ragazzi dal farsi travolgere da quel sentimento così forte:
l'amore.

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Capitolo 2
*** L'azzurro è il colore della libertà. ***


Era una giornata autunnale, ma all'Irlanda non importava.
Quella terra faceva come voleva: pioggia, sole, vento, nebbia, neve a tutte le stagioni.
Niall aveva l'abitudine di chiamarla 'la terra della libertà', ed ogni volta che lo nominava alla sua amica un dolce sorriso spuntava sul volto di lei.
Libertà era quello che lei desiderava.


Niall ne avrebbe avuto la possibilità quel giorno.
Il ragazzo, stimolato e incoraggiato da Hope, avrebbe partecipato ai provini di x-factor.


"Mi accompagnerai vero?" disse il biondo. 
La ragazza lo guardò con stupore e con un gran sorriso accettò l'invito.
Lo abbracciò e lo ringraziò.
Niall adorava i suoi abbracci. 
Lui l'amava.


Pochi giorni dopo:

-Hope:

'In viaggio verso l'Inghilterra con destinazione Londra. Non ci posso credere! 
Libera finalmente! 
Basta con la pietà della gente, la loro paura del ferirti in qualche modo, il loro strano modo di guardarti e parlare, niente di niente.
Solo io e Niall, Niall e io.
Io e lui soli..'

A quel pensiero le guance della ragazza si arrossarono e lui se ne accorse.
"Hope, tutto bene? Mi sembri un po' rossa. Non è che hai la febbre?"

Lei però era intenta a guardare qualcosa fuori dal finestrino.
"Hope, mi senti?"
Non gli rispose.
"Satellite Niall chiama Terra Hope, rispondi!" - disse scherzosamente lui.
Lei si girò a guardarlo e fissò intensamente i suoi occhi.

"Niall, l'azzurro è il colore della libertà"

Lui la guardò un po' sbalordito e mise la mano sulla fronte di lei.
A quel contatto Hope divenne ancora più rossa. 
Era così ogni volta che lui la toccava.
'Ti amo' - pensò. - 'Ti amo ti amo ti amo.'

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Capitolo 3
*** Il ciliegio ***


Era mattina quando i due ragazzi atterrarono all'aeroporto di Londra.
Ad aspettarli c'era la sorella di Hope, Anne, che ormai si era stabilita lì da qualche anno.



"Non abbatterai questo ciliegio!" - urlò la diciottenne Anne verso la madre - "Lo sai benissimo che l'ha piantato papà e tu non hai nessun diritto di tagliarlo!"
Ormai le lacrime le avevano rigato tutto il viso e gli occhi erano rossi e gonfi.
"Anne cara" - le disse la madre - "l'albero è malato e.."
"Anche papà lo era, e con questo?"
La madre si zittì e iniziò a piangere; Anne si rifugiò in camera e Hope e Matt assistirono alla sfuriata della sorella in silenzio.

La dodicenne Hope si affacciò alla camera della sorella e dopo essersi fatta coraggio entrò.
Vide Anne sdraiata sul letto che piangeva silenziosamente.
La piccola si fece coraggio e parlò.
"Anne, io penso che.." "Hope!" - la interruppe la sorella sedendosi e facendo cenno alla ragazzina di accomodarsi vicino a lei, ma Hope rifiutò.
"Anne, io penso che tu abbia esagerato. E' solo un albero"
"Solo un albero, ma cosa dici? Quel ciliegio è l'unica cosa di papà che è rimasta in questa casa!"
Hope si irrigidì, odiava sentire pronunciare la parola 'papà'.
Anne se ne accorse.
"Che ti è successo? Non sei più la bambina felice e solare di una volta!" e cercò di abbracciare la sorella.
Hope indietreggiò.
"Non toccarmi" - disse con debole voce - "ti prego."
Anne, stupita dalle sue parole, le urlò "E'morto papà, non tu!", dopodichè sbattè forte la porta e lasciò la sua piccola sorella in preda allo sconforto.



"E'morto lui, non io." ripetè a bassa voce Hope al ricordo di quell'episodio.
"Come?" chiese Niall, intento a guardarsi intorno per trovare Anne.
"Niente, tranquillo" e gli sorrise.
"Ehi voi due, guardate dalla parte sbagliata!" disse una voce allegra che proveniva dalle loro spalle.
I due ragazzi si girarono. "Anne!" urlarono all'unisono.
Niall le corse incontro e la abbracciò.


Anne ha 21 anni, capelli mossi color castano chiaro corti, due grandi occhi vivaci e corpo minuto.
sempre allegra e di gran cuore.
Una sorella maggiore perfetta che tutti desiderano, affermava Niall.
Un'adulta rinchiusa in un corpo da bambina, sosteneva Hope.


Gli occhi delle due sorelle si incrociarono dopo tanto tempo e la distanza che c'era fra loro sparì grazie ad un semplice e affettuoso abbraccio.

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Capitolo 4
*** La donna di casa. ***


Dopo un viaggio in macchina durato circa mezz'ora i ragazzi arrivarono a destinazione.
Anne abitava in una casa molto grande, con un bel giardino davanti e dietro.
La prima cosa che notò Hope fu un ciliegio, posto a sinistra della sua visuale, con un'altalena. Sapeva già che sarebbe diventato il suo posto preferito.
 
I ragazzi portarono dentro i loro bagagli e sentirono una voce maschile provenire dalla stanza accanto. "Nenè, sei già tornata?"
Hope e Niall guardarono divertiti Anne. "Nenè?" "Lou mi chiama così!" - disse imbarazzata la ragazza.
"Chi è Lou?" - chiese Niall.
"Sono io!"
Un ragazzo di circa 20 anni, abbastanza alto, con capelli castani e occhi color del mare si affacciò dalla porta di quella che sembrava la cucina.
Li raggiunse nell'atrio e pose la mano a Niall.
"Louis Tomlinson, coinquilino di Nenè." e fece un occhiolino a Hope.
Niall strinse la mano di Luois. "Niall Horan" - indicò Hope - "e questa ragazza qua è Hope Petterson, la sorella di Anne." Hope gli fece un cenno con la mano.
"E' un piacere incontrarvi."
Finite le presentazioni Louis li portò al piano di sopra e li fece accomodare nelle loro stanze.
 
I giorni passavano e l'attesa per il provino di X-Factor si faceva sentire sempre di più. Oltre a Niall avrebbe partecipato anche Louis e i due ragazzi si sostenevano a vicenda.
Anne era partita per l'Italia e ci sarebbe rimasta per qualche anno; in questo modo Hope era la donna di casa e si occupava di mantenere l'abitazione in ordine e sfamare lei e gli altri.
Mancavano ancora due settimane all'inizio della scuola e i ragazzi si divertivano come potevano.
Ormai Londra era diventata la loro nuova casa.
 
Hope si stava dondolando sull'altalena del ciliegio. 
Stringeva le corde con le mani mentre lasciava la testa cadere all'indietro in maniera tale che i suoi capelli accarezzassero l'erba; questo movimento la faceva stare bene.
Ad un certo punto qualcuno la fermò. Era Niall.
Hope aprì gli occhi.
Il viso di Niall si trovava a pochi centrimentri dal suo.
"Niall" - disse la ragazza - "come mai sei qui? Non dovevi provare con Lou?"
 "No,è andato a fare la spesa. Scarseggiamo di cibo sai?"
La ragazza rise. "Parla il pozzo senza fondo! Comunque scusami, mi sono completamente dimenticata di voi!"
"Oh, che gentile sei!" - rispose imbronciato il biondo - "Io non potrei mai dimenticarmi di te!"
"Ah davvero?" - replicò la ragazza - "Come mai?"
"Sei sempre nei miei pensieri."
Entrambi i ragazzi arrossirono.
Niall si stupì della sua risposta, non si rendeva ancora conto di averlo detto veramente ad alta voce.
Mille pensieri negativi lo invasero e tanto era l'imbarazzo che provava in quel momento.
"Niall" - fu la ragazza a parlare per prima.
Troppo era l'amore che provava per lui. Se non si fosse dichiarata subito il suo cuore rischiava di scoppiare.
 "Io ti.." 
"RAGAZZI!" Louis era tornato a casa.

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Capitolo 5
*** Una cornice perfetta per quel sorriso. ***


Niall si scostò dal viso di Hope e guardò Louis.
Hope si alzò e corse incontro al ventenne. "Lou, vuoi una mano?" - chiese la ragazza.
"Si grazie Hope! Ci sono altre due di queste in macchina." - e le fece vedere i sacchetti di spesa che stringeva in entrambe le mani.
Hope corse via e lasciò i due ragazzi da soli.
"Hai visto o sentito qualcosa?" - chiese Niall, rompendo il silenzio che si era instaurato fra i due.
"No Niall."
Il biondo si lasciò scappare un sospiro.
"Ma questo non vuol dire che io non abbia ancora capito che c'è fra voi."
Gli occhi color mare incontrarono quelli color ghiaccio. 
"Sono pazzo di lei."


Il giorno tanto atteso era arrivato.
Niall era pallido in volto mentre Louis insisteva nel mangiare carote. Erano una sua grande passione come le maglie a righe. 
Hope andava pazza per Lou, le ricordava tanto un bambino e per questo motivo lo aveva soprannominato 'Peter Pan'.
La ragazza si era svegliata presto per poterli salutare prima che si recassero ai provini.
"Voi siete i miei campioni quindi andate la e stendeteli tutti!" - li incoraggiò Hope.
Prima di uscire si abbracciarono. 
Rimasta sola in casa accese la tivù per poter seguire i provini dei due ragazzi.
Il tempo passava e lei decise di fare una torta al cioccolato, uno dei dolci preferiti di Niall.
Mentre aspettava che la torta si cuocesse si preparò una limonata e si stese comodamente sul divano.
Vide la figura del biondo in tivù.
'Tocca a Niall' - pensò.
Niall si presentò e iniziò a cantare 'So Sick', una delle canzoni preferite di Hope.
'Dio, ma quanto sei bravo Horan?'- e la ragazza si gustò la voce del biondo. 
Amava la sua voce, la trovava dolce e tranquilizzante. 
Ogni volta che lui cantava lei chiudeva gli occhi e brividi e calore la invadevano. 
Il canto del ragazzo andava a ritmo del cuore di Hope.
"Per me è si" - disse uno dei giudici.
Hope ritornò alla realtà e incrociò le dita.
'Si, ti prego. Devi dire si.'
"Anche per me è un si"
'Evvai, ora anche te!'
"Mi dispiace, ma per me è un no."
"Ehi, ma l'hai ascoltato o hai fatto finta?" - urlò arrabbiata la ragazza verso la tivù.
Il destino del ragazzo in quel programma ruotava tutto attorno all'ultimo giudice, Katy Perry.
'Devi dire di si, ti prego. C'ha messo tutto il cuore. Ti prego, ti prego!'
"Ok. Si, passi."
"MA IO TI AMO!" - urlò la ragazza che si alzò di scatto dal divano dalla gioia.
Per il troppo entusiasmo Hope andò a scontrarsi con il tavolino lì vicino, la caraffa della limonata che stava lì sopra finì per rovesciarsi sulla la tivù.
Al contatto della bevanda la televisione emise piccole scintille e fumo. Si era rotta.
"No ti prego, non ora! C'è Lou! Dai vai, VAI!" 
La ragazza continuava a premere senza sosta i pulsanti del telecomando.
Dopo 5 minuti buoni si arrese.
Andò in cucina e tirò fuori la torta del forno.
'Potrei preparare una torta di carote per farmi perdonare!' - pensò Hope.
Aprì il frigo e si accorse che non ne erano rimaste abbastanza.
'E ora? Soldi non ne ho.'
Qualcunò suonò al campanello.
La ragazza si avviò pensosa verso la porta e aprì senza rendersene conto.
"Ehi, hai un po' di zucchero?"
Hope guardò la persona che aveva davanti.
Era un ragazzo alto, con capelli ricci e occhi verdi.
Quegli occhi l'avevano ipnotizzata.
"Ehm, scusa per il disturbo ma avresti un po' di zucchero?" - ripetè il ragazzo.
"Eh? Ah certo, entra."
Hope lo fece accomodare e lui si sedette sul divano in attesa.
La ragazza tornò poco dopo con lo zucchero in mano.
"Oh grazie!" - disse il riccio prendendo lo zucchero - "Piacere, io sono Harry Styles e ti abito davanti."
"Io sono Hope Petterson, e abito qui."
Il ragazzo rise. 
Gli occhi di lei si illuminarono nel vedere il sorriso di Harry.
Piccole fossette si formavano sulle guance del ragazzo che diventavano una cornice perfetta per quel sorriso.
"Abiti da sola?" - chiese il riccio.
"No, abito con due amici. Niall e Louis. Ora non sono in casa perchè sono andati ai provini di X-factor."
"Davvero? Anche io mi sono iscritto ma il mio turno è domani!" 
Gli occhi di Harry si spostarono dal volto della ragazza alla televisione che fumava ancora.
"Che gli è successo?" - chiese ridendo, indicando la tivù.
La ragazza si nascose il volto tra le mani per la vergogna.
"Stavo guardando X-Factor quando ho rovesciato per sbaglio un po' di limonata e il risultato è questo!"
Hope si teneva ancora il volto tra le mani e Harry non disse una parola.
Passarono qualche minuto in silenzio.
"Se vuoi puoi venire a guardarlo a casa mia." - sorrise il ragazzo.
Hope lo guardò.
"Vengo, ma in cambio voglio delle carote."

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Capitolo 6
*** Nulla è più confortante di un tuo abbraccio. ***


Entrambi risero.
"Carote?" - chiese Harry - "Hai un coniglio in casa?"
Hope sorrise. "Una specie."


I ragazzi uscirono e si avviarono verso la casa del riccio.
Per Hope era molto strano entrare in quel giardino. Lo aveva notato tempo fa, pochi giorni dopo del suo trasferimento.
Era assolutamente uguale a tutti gli altri eppure lei lo trovava speciale, come il sorriso del ragazzo che lo abitava.
"Accomodati" - disse Harry aprendole la porta.
Hope entrò timidamente, in fondo si conoscevano solo da pochi minuti.
Questa sensazione era nuova per lei. Non aveva avuto altri amici all'infuori di Niall e ora ne aveva addirittura tre, contando anche Louis.
Quegli occhi verdi le davano sicurezza come nessun'altro c'era riuscito in lei.
Lei, così fragile e paurosa degli altri, ora era in una casa di uno sconosciuto.
Harry la accompagnò in salotto e accese la tivù.
Hope si sedette e in fianco a lei il riccio.
La ragazza era piuttosto rigida, non riusciva a tranquilizzarsi neanche un po'. 
'Eppure in casa la conversazione con Harry era stata molto semplice' - pensò - 'Perchè ora non riesco a stare nemmeno seduta su un comunissimo divano?'
"Hope, devo dirti la verità."
La ragazza si voltò verso il riccio e sgranò gli occhi. 'Verità? Ma di che parla?' - si domandò fra sè.
"In realtà non volevo lo zucchero"
"Volevi il sale?"- domandò lei.
Il ragazzo rise di gusto.
"No, te." - e sorrise.
Hope non capì.
"Me?"
"Si, te."
Harry si avvicinò sempre di più al viso della ragazza.
Hope, in preda al panico, si alzò in piedi, più rossa che mai, e tese la mano al riccio. "Le carote."
Il ragazzo, visibilmente scosso dalla reazione di lei, si alzò senza fiatare e andò in cucina.
Poco dopo tese le carote alla ragazza e Hope, ringraziandolo, scappò via.
'Maledizione, ma che ti è saltato in testa ragazza? Lui si stava avvicinando e tu scappi via? Sei stupida.'
"STUPIDA!" - urlò forte.
Era davanti alla porta di casa.
Aveva il fiatone benchè abitasse dall'altra parte della strada.
Automaticamente si girò per guardare la casa di Harry.
Il riccio la stava guardando dalla finestra.
O lei vedeva male o lui stava piangendo davvero.
Hope iniziò a battere i pugni sulla porta e le lacrime invasero le sue guance, lasciandole gli occhi gonfi e rossi.
Era senza voce eppure le sembrava di urlare.
"Ho fatto piangere una persona. Ho ferito qualcuno. Non sono riuscita a mantenere la promessa, papà."
Le gambe le stavano cedendo e crollò sullo zerbino.
La porta si aprì.
"Chi.. HOPE!" - era la voce di Niall.
"Hope, alzati. Che fai? Perchè stai piangendo?" 
La ragazza lo guardò.
"Non ho mantenuto la promessa Niall."
Il biondo capì.
Si inginocchiò con lei e la abbracciò.
'Nulla è più confortante di un tuo abbraccio.' - pensò Hope.
Stettero lì per un po'.
"Non abbandonarmi." - bisbigliò lei.
"Te lo prometto." - rispose lui.
Entrambi erano ritornati bambini.
Non si trovavano più sull'uscio di casa, ma su quella scogliera di 8 anni fa.

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Capitolo 7
*** 'Io sto morendo dentro Hope'. ***


Sia Louis che Niall avevano passato i primi provini di X-Factor e ora ne avrebbero affrontati altri.
Hope, dal giorno che aveva conosciuto Harry, non era più riuscita a essere allegra come prima.
Lou cercava di consolarla in svariati modi, non sopportava l'idea che lei soffrisse. Per lui era come una sorella minore e voleva proteggerla, qualunque cosa la affliggesse.
Niall era diventato più silenzioso del solito e faticava perfino a mangiare. Niente lo distruggeva più del vedere la sua amica stare così male per un ragazzo che non era lui.
Hope gli aveva raccontato tutto.


"Su, andiamo dentro. Louis deve ancora tornare e potrai raccontarmi tutto con calma." - disse il biondo prendendo la ragazza in braccio.
La appoggiò delicatamente sul divano e le portò una fetta del dolce al cioccolato che lei aveva preparato poco prima.
"Tieni, mangia questa." - e si sedette vicino a lei.
"Niall" - disse la ragazza - "poco fa ho conosciuto uno dei nostri vicini di casa."
Hope pose la fetta sul tavolino.
"Mi ha offerto di andare a casa sua per poter seguire i provini e..ah!" - disse la ragazza guardando la televisione - "dovrai chiamare un tecnico per la tivù. L'ho uccisa."
Il biondo rise. Lo aveva sempre saputo che la sua amica era piuttosto impacciata.
Hope ricominciò a parlare. 
"Sono andata a casa sua. Sapessi Niall cosa provavo in quel momento! Avevo pensato che avrei avuto tre amici. Te, Louis e Harry."
'Si chiama Harry.' - pensò il ragazzo serio.
"Mi ha fatto accomodare sul divano e subito dopo mi ha detto che era venuto qui per me. Per me Niall!" - e Hope si girò a guardarlo.
Niall trattenne a stento le lacrime.
"Per te." - sussurò piano.
"Si." - la ragazza, non riuscendo a sostenere il suo sguardo, iniziò a fissare il dolce.
Non aveva il coraggio di continuare, non poteva e non capiva il perchè.
"Sei scappata per questo?" - chiese il biondo sforzandosi di sorridere.
"No. Ha tentato di baciarmi e a quel punto sono scappata via. Con le carote."
"Ha tentato di baciarti." 
Era evidente il tremito nella voce di Niall. 
"Si." 
Hope si sentiva in colpa.
"Sono corsa fino a qui, mi sono girata e lui stava piangendo. Per me! Niall, io che faccio piangere qualcuno! Io che ho promesso che non sarebbe mai successo, mai!"
La ragazza prese fiato.
"Ho infranto quella promessa. Sono una stupida, una stupida ragazzina che per non so quale motivo va a ferire qualcuno che ha appena conosciuto. Mi sento morire dentro."
'Io sto morendo dentro Hope.' - pensò lui.
Entrambi iniziarono a piangere.
Lei era sconvolta per aver fatto soffrire quel ragazzo, lui perchè quel ragazzo aveva fatto soffrire lei.
Sebbene così lontani i loro pensieri erano concentrati su una persona sola.
Harry Styles.



Ormai il primo giorno di scuola era arrivato.
Hope stava già mangiando mentre Niall dormiva.
"Hope!" - disse Louis - "Vai a chiamarlo per favore!"
"Certo Lou."
La ragazza era piuttosto tesa. Sperava di vedere Harry e potergli chiedere scusa.
Arrivò davanti alla porta di Niall e bussò.
Nessuna reazione.
Riprovò a bussare di nuovo.
Niente.
Aprì delicatamente la porta e si avvicinò al letto. 
"Niall, sveglia o faremo tardi."
Il biondo emise un grugnito.
Hope non potè fare a meno di ridere.
Alzò la tapparella in maniera tale che una piccola striscia di luce si potè posare sul volto dell'addormentato.
Gli occhi della ragazza si illuminarono. 
Si avvicinò all'orecchio del biondo.
"Sei bello Horan." - gli sussurrò piano.
Hope sentì una mano cingerle la vita e prima ancora di capire cosa stava succedendo si trovò sul letto affianco a Niall.
"Anche te sei bella Petterson."

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Capitolo 8
*** Free Hugs. ***



Niall la baciò piano sulla fronte.
Hope lo guardò. "Dobbiamo andare."
Entrambi si alzarono. 
La ragazza corse giù mentre Niall si cambiò.
Pochi minuti dopo erano fuori, pronti per la scuola.
Lo sguardo della ragazza si pose sulla casa del riccio. Il biondo se ne accorse.
"Andiamo Hope." - e le prese la mano.
Camminarono velocemente e fortunatamente arrivarono a scuola appena in tempo.
La campanella suonò.
"Ora dobbiamo dividerci. Fai la brava e inzia a fare nuove amicizie, intesi?" - disse Niall.
"Certo mammina." - scherzò Hope.
Il biondo rise.
Per tutto quel tempo le loro dita erano state intrecciate e sembrava non volessero lasciarsi andare.
Il ragazzo posò la mano di lei sulla sua bocca.
La ragazza arrossì. 
Si lasciarono e ognuno di loro andò nella rispettiva classe.


Le ore del primo giorno di scuola trascorsero molto velocemente e alla fine delle lezioni Niall e Hope si aspettarono davanti al cancello.
Lei fu la prima ad arrivare.
Per far passare il tempo si guardò attorno.
Ad un certo punto qualcuno le coprì gli occhi con le mani.
"Niall" - disse la ragazza con un sorriso - "Non è il caso di farmi morire di crepacuore."
Il ragazzo lasciò andare le mani e Hope si voltò.
Il sorriso di poco fa scomparve dal volto della ragazza.
"Sorpresa!" - esordì il riccio.
Hope era notevolmente imbarazzata - "Scusa." - sussurrò.
Harry si stupì di quella risposta - "Perchè dovresti scusarti?" - chiese.
"Perchè sono fuggita. Scusa."
Il riccio sorrise.
Hope si era dimenticata quanta dolcezza le trasmettesse Harry.
"Sei perdonata. Comunque che ne dici se ci dimentichiamo definitivamente di questa faccenda e oggi ci troviamo?"
La ragazza non fece tempo a rispondere che il volto del biondo spuntò dal nulla.
"Niall!" - chiamò lei - "Sono qui!"
"Hope!"
Il ragazzo si avvicinò velocemente e la abbracciò.
Harry si morse il labbro.
La ragazza li presentò - "Niall, questo è Harry. Il vicino." - indicando il riccio.
"Harry, questo è Niall." - disse abbracciando il biondo.
I ragazzi si salutarono.
"Dobbiamo andare Hope. Louis ci starà aspettando." - disse Niall. Non aveva nessuna intenzione di stare lì con Harry ancora un minuto di più.
"Giusto. Ciao Harry."
"Ciao Hope."
Niall afferrò la mano della ragazza e si girò verso il riccio.
Da quegli sguardi non sarebbe nata nessuna amicizia.


Pochi minuti più tardi arrivarono a casa.
"Louis!" - chiamò tutta sorridente Hope.
"Dimmi Hope." - rispose il ragazzo che si trovava al piano di sopra.
"Dopo posso uscire?" - chiese la ragazza.
"Certo, non sono mica tua mamma." - esclamò Louis scendendo le scale - "Vai a fare un giro con Niall?"
"No, col vicino. Harry." 
Louis si bloccò sul penultimo gradino e fissò intensamente Niall, che sembrava avere lo sguardo perso nel vuoto.
Hope invece corse su in camera a posare lo zaino e cambiarsi per uscire.
"Hai intenzione di lasciarla andare?" - chiese il ventenne al biondo.
"Secondo te cosa dovrei fare?" - domandò Niall non rispondendo alla domanda fatta da Louis.
"Parlarle, ora."
I loro sguardi si incrociarono.
Gli occhi color ghiaccio del biondo erano nuovamente offuscati da lacrime.

Hope era intenta a guardare l'armadio per trovare qualcosa di opportuno.
Qualcuno bussò alla porta.
"Avanti." - disse la ragazza.
Niall entrò e si sedette sul letto.
"Hai veramente intenzione di uscire con quello?"
"Si, e comunque si chiama Harry, lo sai." Hope si voltò a guardarlo.
Il biondo si distese e fissò il soffitto.
"Devi stare a casa."
"Perchè?" - chiese la ragazza.
"Non mi fido di lui." - rispose Niall facendo una smorfia.
"Bè, io si." 
"Tu non ci vai" 
Il biondo voltò lo sguardo verso di lei.
"E da quando in qua tu decidi per me?"
'Da quando ho promesso a me stesso che ti avrei sempre protetto.' - pensò il ragazzo.
"Da ora. Tu non ci vai e basta." 
Niall si alzò e si avviò verso la porta.
"Ho 16 anni e una mente tutta mia. Io vado, se a te non sta bene non so che farci. Harry è un mio amico."
"E io chi sono?" - chiese il biondo voltandosi per guardarla - "Non sono anche io un tuo amico?"
"Quando ti comporti così non tanto." - affermò Hope abbassando lo sguardo.
"Qui mi sembra che l'unica che si sta comportando da bambina sia tu!" - urlò Niall. 
Dopodichè sbattè forte la porta e corse in camera sua.
La ragazza rimase in piedi a guardare la porta chiusa.
"Scusa" - bisbigliò in lacrime.


Hope quel pomeriggio uscì e passò una buona giornata in compagnia di Harry.
Lui la riempiva di attenzioni ma lei pensava a tutt'altro.
"Ti piacerebbe salire sul London Eye?" - propose il riccio.
"Ok."
I due si accomodarono sul sedile e quando arrivarono ad una certa quota la ruota si fermò.
"Bella Londra da quassù, vero?" - chiese Harry.
Hope non rispose, stava a pensando a qualcos'altro. Qualcun'altro.
"Se tu avessi litigato con un tuo caro amico come ti faresti perdonare?" - domandò lei seria al ragazzo.
Gli occhi verdi si fissarono sul volto della ragazza.
"Farei di tutto pur di ricordargli quanto è importante per me."
Gli occhi di Hope si illuminarono.
"Grazie Harry!" - e lo strinse a sè.
'Se io mi fossi innamorato di te, come la prenderesti?' - pensò il riccio al contatto dei loro corpi abbracciati.


Hope aprì la porta e si avviò in cucina.
Trovò Louis a mangiarsi una carota.
"Niall è in casa?" - chiese.
"No, è uscito. Dovrebbe tornare tra poco."
"Bene, se arriva mi avvisi?"
"E come faccio?"
"Urla 'carote'!" - rispose lei facendo un occhiolino a Louis.
"E' quello che mi riesce meglio." - sostenè lui con un gran sorriso.
La ragazza, sorridente e con una buona idea in mente, salì velocemente le scale e si diresse nella stanza del biondino.


La porta si aprì e Niall entrò.
"CAROTE" - urlò Louis e scappò fuori.
Il biondo emise una fragorosa risata.
"Dove stai andando?" - gli urlò.
"Al supermercato." - rispose il ventenne.
'Non è normale quel ragazzo.' - pensò Niall, e chiusa la porta salì le scale.
Entrò in camera sua e si buttò sul letto.
Solo allora si accorse che attaccata alle sue pareti c'erano parecchie foto di lui e Hope.
Si alzò in piedi e le ammirò.
Ognuna di quelle fotografie emanavano ricordi che vorticavano impazziti nella testa di Niall.
La porta si aprì lentamente.
Hope si affacciò timidamente e mostrò quello che aveva indosso, la maglietta preferita del biondo.
'Free Hugs' era la scritta sulla t-shirt.
Il ragazzo si avvicinò a lei.
Le loro mani si sfiorarono e i loro cuori battevano forti.
"Scusa" - sussurrò lei.
"Non importa." - rispose lui.
Si abbracciarono come solo loro sapevano fare.
Avevano trovato l'amore.

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Capitolo 9
*** 'Sei mia. Solo mia'. ***


Il tempo passava e Niall e Louis, finiti i provini, avrebbero partecipato a X-Factor.
Il biondo e il ventenne entrarono a far parte di una band formata da altri 3 ragazzi. Uno di questi era Harry.

"La fortuna mi assiste" - commentò sarcasticamente Niall.
"Dai, non pensarci. In fondo volete la stessa cosa." - rispose Louis mangiando una carota.
"Hope?" - domandò il biondo sbuffando.
Il ragazzo dagli occhi color del mare lo fulminò con lo sguardo - "No, vincere ad X-Factor e divertirsi." - e detto questo si avvicinò agli altri due ragazzi per conoscerli.
Niall fece una smorfia con la bocca e si girò a guardare Hope e Harry che parlavano.
Poco dopo raggiunse Lou.
Uno dei ragazzi con cui parlava il ventenne aveva i capelli di un marrone scuro, occhi dello stesso colore e una pelle olivastra. Era alto e palestrato e sembrava, all'apparenza, che curasse molto il suo aspetto.
"Piacere, Zayn Malik." - si presentò.
L'altro invece aveva capelli castani, occhi nocciola e un viso dai lineamenti dolci. Sembrava più timido e riservato rispetto all'altro.
Liam Payne era il suo nome.


Passarono più o meno due mesi dalla formazione del gruppo e, con il consenso di tutte le famiglie, andarono tutti ad abitare a casa di Louis essendo l'unico maggiorenne.
Hope iniziò a fare amicizia con i nuovi ospiti e veniva coccolata da tutti.
Erano una grande famiglia.
Uno in particolare però aveva colpito l'attenzione della ragazza, Liam.
Hope trovò in lui un buon amico sempre pronta ad ascoltarla, e così fece quel giorno.
Riuscì finalmente a confessare i suoi sentimenti verso il biondo a qualcuno.

"Liam, posso parlarti?" - chiese titubante lei.
"Certo." - rispose lui accomodandosi sul divano.
Hope si sedette vicino a lui e prese fiato.
"Mi piace Horan." - sussurrò il più debole possibile con il viso visibilmente rosso.
Liam non potè far altro che ridere. "Lo sapevo già."
La ragazza guardò i suoi occhi nocciola. "E' così evidente?" - chiese.
"Si." - rispose lui con il sorriso più dolce che Hope avesse mai visto.
"Ma tanto non ricambia." - commentò lei con aria triste.
Liam le afferrò le spalle e la scosse un po'. 
"Stai scherzando vero? L'ha notato perfino Zayn che lui è cotto di te. E se se ne accorge lui che si specchia dalla mattina alla sera vuol dire che è evidente." - disse il ragazzo con una risata.
"Guarda che ti ho sentito."
Il moro spuntò da dietro la porta.
"Comunque Hope, dichiarati. Niall non sta aspettando altro."
E così come era entrato uscì.


La ragazza si trovava in camera, distesa sul letto a pensare a come sarebbe riuscita a dire al biondo ciò che provava.
Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio.
Sentì la porta scricchiolare e qualcuno sedersi accanto a lei.
'Fa che sia Horan, ti prego.' - pensò.
Aprì gli occhi e girò il viso.
Occhi verdi e ricci furono l'immagine che vide.
"Harry!" - esclamò.
"Hope!" - rispose lui sorridente.
La ragazza rise.
Hazza, come l'aveva soprannominato lei, aveva il potere di farla sentire felice anche con un semplice sorriso.
"Se a te piacesse una ragazza come le dichiareresti i sentimenti che provi?" - chiese la fanciulla.
"Così."
E data questa risposta il riccio si mise sopra di lei e avvicinò lentamente il viso a quello della ragazza.
"Sei mia. Solo mia." - sussurrò.
I ricci di Harry ormai sfioravano il naso di Hope.
"Petterson, ti devo.." - la frase di Niall venne interrotta alla vista dei due ragazzi sul letto.
Harry si girò a guardarlo e Hope, scansando il riccio, si alzò.
"Niall, ti posso spiegare." - esordì lei.
Feroci lacrime solcavano il viso del biondo.
"Non voglio nessuna spiegazione." - e scappò via.
Hope lo inseguì.
"Niall, aspetta."
Il biondo corse giù dalle scale e scappò fuori di casa.
Voleva fuggire da Hope.
Fuggire dai suoi sentimenti.
"NIALL!" - urlò la ragazza che lo stava rincorrendo - "FERMATI!"
Il ragazzo si bloccò.
Hope riuscì a raggiungerlo.
"Niall, ti devo parlare. Subito." - disse lei con il fiatone.
Il biondo le dava ancora le spalle e sembrava non l'avesse sentita.
"E' da tanto che volevo dirtelo e non ne ho mai avuto il coraggio. Sono una codarda, lo so, ma questa volta non scapperò via. Resterò qui e ti dirò tutto."
"Ti piace Harry, lo so. Ora posso andare?" - disse il ragazzo ricominciando a camminare.
"Che cosa?" - esclamò lei sbalordita da quella frase.
"Sei innamorata di Harry. L'ho capito. Prima il quasi bacio a casa sua e ora questo. Non c'è bisogno che tu me lo dica, lo sapevo gia."
Hope sembrava scandalizzata da quella risposta.
"Sei stupido o cosa?"
Niall si fermò di nuovo, ma questa volta si girò.
Due metri li dividevano.
"Rispondo io per te: si, sei stupido. Sei un vero idiota perchè tu non hai capito assolutamente niente! Non sono assolutamente innamorata di Harry ma di qualcun'altro ok?" - rispose lei con ferocia.
"Ma io.."
"No, tu niente!" - lo zittì Hope.
La ragazza era così arabbiata e frustrata che iniziò ad urlare tutto quello che provava, tutti i sentimenti che da 12 anni a questa parte erano rimasti intrappolati.
"Niall James Horan, io ti amo!" 
Prese un lungo respiro e ripartì - "Amo te, te e nessun'altro. Irlandese dagli occhi di ghiaccio mi hai sciolto il cuore."
Finalmente i loro sguardi si incrociarono.
Entrambi piangevano e il silenzio regnò per alcuni secondi. 
Le labbra del ragazzo si trovarono sopra quelle della ragazza.
Un lungo dolce bacio accompagnò il ritmo dei loro cuori che, finalmente, battevano all'unisono.

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Capitolo 10
*** I wish ***


Niall afferrò il viso della ragazza mentre le loro lingue danzavano timididamente dentro le loro bocche.
Entrambi aprirono gli occhi nello stesso momento.
Un'esplosione di farfalle si mosse bruscamente all'interno dello stomaco di Hope causata dalla felicità che provava in quel momento.
Lentamente le loro labbra si staccarono.
"Ti amo Hope Petterson. Ti amo più del cibo." - sussurrò Niall.
La ragazza rise. 
"Mi dispiace se ti apparirò noiosa ma devo dirtelo piccolo Horan, ti amo. E tu non sai nemmeno da quanto tempo io provi.." - Hope venne interrotta da un altro bacio del biondo.
Una goccia colpì la spalla della ragazza.
"Dovremmo andare Niall, qui si mette a piovere."
"I baci sotto la pioggia sono romantici" - esclamò il ragazzo sorridente.
"Se tu trovi romantico il raffreddore allora va bene!" - scherzò lei.
Niall rise. 
"Va bene, torniamo a casa" - disse lui con aria da sconfitto e, incamminatosi, mise il suo braccio attorno alla vita di Hope.


Dopo pochi minuti tornarono a casa abbastanza zuppi.
Liam, che stava scendendo le scale, li vide.
"Avete fatto il bagno?" - commentò ridendo.
"Spiritoso il ragazzo." - disse lei.
"Bè Niall, muoviti che dobbiamo provare." - li interruppe Louis che era appena entrato - "E anche te Hope, vatti a fare una doccia e raggiungici."
Il biondo e la ragazza salirono per lavarsi mentre Tomlinson e Payne andarono in salotto.
Appena furono al piano di sopra Niall afferrò la mano di Hope e stringendola a sè la baciò.
In quel momento la porta di una delle stanze si aprì e venne fuori Harry.
Li guardò di sfuggita e, correndo, raggiunse i ragazzi al piano di sotto.
"Che ci abbia visto?" - chiese la ragazza.
"Che importa?" - domandò il biondo.
Hope guardò le scale pensierosa e, lasciato il biondo, andò in bagno.
'Sei mia. Solo mia'. Quella frase le rimbombava ancora in testa.
'Hazza, non ti sarai mica innamorato di me?'

Il pomeriggio passò in fretta fra risate e canzoni.
Niall e Hope vennero allo scoperto affermando agli altri ragazzi che stavano insieme.
Ognuno di loro fece le congratulazioni, tranne Harry, che sembrava immerso nei suoi pensieri.
Il riccio lasciò il salotto per primo dirigendosi in camera sua con la scusa di avere mal di testa.
I ragazzi non ci badarono molto e continuarono a congratularsi con la nuova coppia.
"Bè, non ci stiamo mica sposando!" - esclamò lei imbarazzata da tutte quelle lodi.
"Buon pomeriggio signora Hope Horan." - urlò Louis notevolmente divertito.
Il biondo abbracciò la ragazza. "Suona bene." - le sussurrò.
Le guance di lei divennero di un rosso accesso. 
"Si, suona molto bene." - rispose Hope con un grazioso sorriso sul volto.

Durante la serata i ragazzi erano rimasti in salotto a guardare un film mentre Hope si era diretta verso camera sua.

"Sicura di non voler rimanere?" - le chiese Niall.
"Si, scusami ma sono proprio stanca." - rispose lei con uno sbadiglio.
"Va bene, allora vai a riposarti. Magari dopo ti raggiungo." - rispose lui con un sorriso e la baciò.

Mentre percorreva il corridoio, Hope sentì qualcuno cantare da una delle stanze dei ragazzi.
Era Harry.
Si avvicinò e appoggiò l'orecchio alla porta.
Nessun rumore.
'Eppure mi sembrava di averlo sentito!' - pensò la ragazza.
La porta si aprì e lei cadde sul pavimento.
Due occhi verdi la scrutavano.
"Che ci fai qua?" - chiese il riccio.
Hope, che ancora non aveva capito cosa fosse successo, si guardò intorno. "Credo di essere caduta."- esclamò formando un sorriso imbarazzato sul suo volto.
Hazza rise. "Non è che stavi origliando?" - chiese cercando di restare serio.
"Chi? Io? No no! E' che volevo sapere come stavi e.." - lo sguardo della ragazza si rivolse verso la camera - "Per caso hai fatto la guerra col pavimento?" - chiese divertita.
Hazza si girò a guardare la stanza.
Per terra c'erano parecchi cumuli di carta appallotolati.
"No, stavo scrivendo qualcosa ma non ho molte idee." - rispose il ragazzo sorridendo come il suo solito - "Mi scusi signorina, non è il caso di alzarsi o vuole stare lì tutta la sera?"
"Bè, l'idea non è male." - disse lei tutta sorridente.
Entrambi risero poi Harry porse la mano a Hope.
La ragazza l'afferrò e si alzò.
"Grazie."
"Figurati." - rispose lui.
Un imbarazzante silenzio regnò in quel momento.
"Se vuoi ti aiuto io a scrivere quella cosa." - disse lei titubante.
"Mi sorprende signorina Hope. Non sapevo sapesse scrivere canzoni" - commentò lui sarcastico.
"Infatti non ne sono capace." - rispose lei sbalordita.
Il riccio rise.
"Grazie dell'aiuto, ma faccio da solo." - disse Harry con un sorriso sul volto.
"Mm, ok. Notte Hazza."
"Notte Hope."
La ragazza si diresse in camera e, chiusa la porta, si buttò sul letto e si addormentò subito.


L'orologio ticchettava rumorosamente.
Erano le tre di notte.
Passi lenti e silenziosi si avviavano verso la stanza di Hope.
La porta si aprì lentamente cercando di fare meno rumore possibile mentre i passi si avvicinavano verso il letto della ragazza.
"I hear the beat of my heart gettin' louder, whenever I'm near you. But I see you with him slow dancin'. Tearin' me apart, cause you don't see whenever you kiss him I'm breaking. Oh, how I wish that was me." - sussurrava cantando il ragazzo.
"Oh, how I wish that was me." - le sue labbra tremavano - "Sei mia, solo mia."
Gli occhi verdi del riccio erano inondati di lacrime.

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Capitolo 11
*** Un' unica grande famiglia. ***


Era un sabato mattina di un giorno d'ottobre.
Le nuvole sembravano aver lasciato un po' di spazio al sole.
Era ancora troppo presto per svegliarsi eppure c'era qualcuno che già gironzolava per casa.
Hope, che aveva faticato a dormire quella notte, era scesa prima degli altri e avrebbe preparato ai ragazzi la colazione.
Stava preparando la tavola quando qualcuno bussò alla porta.
Pensosa, si avviò.
Un dolore la colpì dritta al cuore.
Davanti a lei si reggeva un ragazzo alto, coi lineamenti simili ai suoi e uno zaino alle spalle.
"Matt?"
"Hope!" - rispose lui.
La ragazza non si era ancora resa conto che davanti a lei c'era veramente suo fratello.
"Che ci fai qua?" - chiese turbata la sorella.
"Ti devo parlare." - rispose lui serio.
Hope lo fece accomodare.
"Vuoi qualcosa da mangiare?" - gli chiese.
"No grazie, ho già mangiato." - disse lui cercando la televisione - "Avete un registratore vero?"
"Si, in salotto insieme alla tivù."
Il ragazzo si diresse nella stanza accanto e mise su una videocassetta.
"HOPE!" - urlò - "Vieni, sbrigati!"
La sorella corse in salotto e si sedette sul tappetto vicino al fratello.
Il soggetto in tivù stava sistemando la telecamera e confabulava con un'altra persona.
L'inquadratura venne raddrizzata e mise a fuoco Anne.
'Anne?' - si chiese pensosa la ragazza.
Adesso in televisione c'era un uomo seduto su una carrozzina. Le mani vulnerabili e senza vita erano appoggiate sulle gambe, anch'esse con poca forza.
"Papà!" - bisbigliò confusa Hope con gli occhi lucidi.
Matt si girò a guardarla e la abbracciò.
L'uomo si schiarì la voce e iniziò a parlare.
<< Bene, grazie Anne. Ora potresti lasciarmi da solo? Lo sai che sono un timidone. >> e con gran sforzo cercò di sorridere << Vi starete chiedendo cosa sia questa cassetta vero? Bè, sorpresa! E' il mio testamento. >>
Hope si morse le labbra.
<< Elizabeth, amore della mia vita, ti ringrazio. Grazie di tutto l'amore che mi hai donato. Tutto il supporto e la fatica che hai dovuto sopportare a causa della mia malattia. Non avrei cambiato niente del nostro matrimonio, nemmeno una virgola. >>
"Vuoi che manda avanti?" - chiese Matt.
Hope annuì. Non aveva neanche la forza per parlare.
Il ragazzo accellerò il video.
"Questa parte dovrebbe interessarti" - disse lui sorridendo.
Premette il tasto play.
<< Hope. >> La ragazza sussultò sentendo il suo nome pronunciato dal padre. << Piccola mia, scommetto che quando guarderai questo video sarai una bellissima ragazza. Bè, bando alle ciance. A te lascio la catenella col ciondolo che ti piaceva tanto. La collana che si apre e dentro puoi metterci le foto, ti ricordi? Te l'avevo promesso. >>
Un ricordo sfiorò la mente di lei.

"Papà!" - esclamò la bambina che siedeva sulle ginocchia del padre - "Quando sarai grande e non ti piacera più mi regalerai la collana con le foto?"
"Certo piccola."
"Me lo prometti?" - chiese lei.
"Si, promesso." 

"Hope!"
Una voce riportò alla realtà la ragazza.
Matt aprì il suo zaino e le tese un pacchetto.
"La collana" - sussurrò lei.
"Si, la collana" - rispose lui con un dolce sorriso sul volto.
I due fratelli si guardarono.
Entrambi avevano gli occhi dello stesso colore, li avevano ereditati dal padre.

Il loro rapporto era strano.
Hope non aveva la stessa confidenza come ce l'aveva invece con Anne.
Avevano sofferti tutti per quella scomparsa, soprattutto loro due.
Lui era rimasto l'unico uomo di casa e Hope si chiedeva spesso cosa provasse.
Matt non ha mai pianto.
Almeno non davanti a lei.

La ragazza afferrò il pacchetto e lentamene strappò la carta che lo avvolgeva.
Girò e rigirò la catenella tra le mani.
"Puoi aiutarmi a metterla?" - chiese Hope.
"Certo!"
Matt afferrò la collana e la agganciò.
Improvvisamente sentirono un rumore provenire dalla cucina.
"Abiti con qualcuno?" - domandò lui.
"Si, cinque ragazzi." - rispose lei divertita guardando l'espressione di stupore del fratello.
Si spostarono in cucina.
Un ragazzo in boxer frugava nel frigorifero.
"Harry!" - esclamò lei ridendo - "Abbiamo ospiti. Potresti vestirti e chiamare gli altri?" 
Il riccio si girò.
"E lui chi sarebbe?" - chiese indicando il ragazzo dietro di lei.
"Mio fratello, Matt. La colazione è subito pronta. Puoi andare per favore?"
"Certo dolcezza." - e si diresse al piano superiore.
"Ma fa sempre così?" - domandò Matt.
"Si, ma dovresti conoscere gli altri!" - sorrise la ragazza.
Hope raccontò al fratello la strana fobia dei cucchiai di Liam, il vanitoso Zayn che in realtà era molto fragile, la passione delle carote e maglie a righe di Louis e la sfacciataggine e dolcezza di Harry.
"Non avevi detto che erano cinque?" 
"Si, ma uno lo conosci già." 


Poco dopo tutti e 5 i ragazzi si trovarono in cucina e si presentarono a Matt.
"Niall!" - esclamò il fratello di Hope.
"Matt!"
Loro erano amici da parecchio tempo. 
Era stata una gioia per entrambi incontrarsi nuovamente.
Si raccontarono parecchie cose, dopodichè Matt salutò tutti e se ne andò.
"Oggi che fate ragazzi?" - chiese Hope tutta sorridente.
"Oggi ti faremo sentire una principessa" - esclamò Zayn.
La ragazza, meravigliata da tale risposta, sorrise.
"Guarda che non stiamo scherzando." - disse Liam.
"Oggi è la giornata dedicata a sua maestà Hope Petterson." - sostenè Louis con un inchino.
"E voi sareste i miei sudditi?" - domandò la ragazza divertita.
"Si. Mia regina, fatemi quello che volete. Picchiatemi, frustatemi." - rispose Harry avvicinandosi a lei.
"HAZZA!" - esclamò lei non riuscendo a fermare le risate - "Queste cose no, ti prego."
I cinque ragazzi si diedero un'occhiata d'intensa.
Le loro braccia avvolsero completamente Hope formando un grande abbraccio.
Da tale affetto la ragazza divenne più rossa che mai.
"Siamo un'unica grande famiglia." - sostenè Hope.
"E tutti andiamo in un'unica direzione, te." - disse Niall che era rimasto in silenzio per tutto quel tempo.
"ONE DIRECTION!" - urlò come un pazzo Hazza.
"Harry, ti senti bene?" - gli chiese Zayn.
Il riccio iniziò a ridere, una risata fuori controllo.
Quando ebbe finitò chiarì tutto.
"Ho il nome per la band." - sorrise - "One Direction è il nostro nome."

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Capitolo 12
*** Erano più sottili di come se le ricordava. ***


Harry rideva ancora.
"One direction?" - chiese Niall pensando di aver capito male.
"Mi piace" - esclamò Hope - "e vi si addice!"
"E' perfetto" - sostenè Liam con il sorriso sul volto.
Tutto i ragazzi sorrisero insieme a lui.
"I One Direction faranno scintille" - urlò Louis sbattendo le mani sul tavolo di legno.
"Io direi che dobbiamo festeggiare il nostro nuovo nome" - disse Zayn.
"Mi sembra un'ottima idea. Dove andiamo?" - chiese Harry fermando la sua risata.
"Al luna park!" - disse Louis.
I ragazzi acconsentirono e, chiusa casa, si incamminarono.

Niall e Hope camminavano fianco a fianco.
Le loro mani si sfioravano.
Il biondo intrecciò le dita con quelle della ragazza.
Hope sentì uno sbuffo provenire da dietro.
Si girò.
Harry era così concentrato a guardare le loro mani che non si accorse dello sguardo di lei.
Subito la ragazza lasciò le dita di Niall.
"Che c'è?" - le chiese il ragazzo dagli occhi color ghiaccio.
"Ho vergogna, scusa." - bisbigliò lei.
Hope era fatta così, non voleva che nessuno soffrisse.
La ragazza però non si era ancora resa conto che l'unica persona che stava male era lei.
Solo lei.


La giornata passò in fretta.
I ragazzi, alle luci delle varie giostre, erano ritornati bambini.
Hope venne considerata la "mamma" della situazione.
Correva da una parte all'altra cercando di fermare l'entusiasmo di quelle cinque pesti.
Niall volle comprare tutto il cibo che trovava nelle bancarelle, Zayn era attirato dalla casa degli specchi mentre Harry e Louis facevano a gara di chi saliva in più giostre.
Liam fu il più tranquillo.
"Che ne dici se stasera stiamo tutti fuori a guardare le stelle?" - le propose il castano.
"L'idea non è male." - rispose lei con un sorriso.


Poichè era autunno il sole aveva l'abitudina di abbandonare il cielo molto presto e quando tornarono a casa era già buio sebbene fossero solo le sei di sera.
Ordinarono una pizza e quando tutti ebbero finito si diressero in camera per prendere tutto il necessario per la loro nottata sotto le stelle.

Hope cercava la sua coperta.
'Eppure l'avevo messa qua!' - pensò mentre frugava nervosamente nell'armadio.
Due mani le cinsero la vita.
Il ragazzo le fece fare un giro su se stessa e Hope si ritrovò davanti il petto di lui.
"Niall" - sussurrò la ragazza avvicinando l'orecchio al suo petto.
Il biondo la abbracciò e le baciò i capelli.
"Dormiamo nella stessa tenda stanotte?" - le chiese dolcemente.
"Si, insieme." - rispose lei.
Un brivido le percorse la schiena.
"Hai freddo?" - le chiese Niall.
La ragazza si staccò da lui.
I due si guardarono intensamente.
"Sono i tuoi occhi di ghiaccio che mi fanno venire i brividi."
Un piccolo bacio sfiorò le labbra di Hope.
"Baby you light up my world like nobody else." 
La voce del biondo riempì la stanza e il cuore di lei.


Gli altri ragazzi erano fuori e stavano aspettando Niall e Hope.
Liam stava sistemando le tende mentre Zayn entrò in casa per prendere qualcosa da mettere sotto i denti durante la serata.
Harry e Louis erano rimasti da soli, appartati in un angolo.
Col tempo i due si erano legati molto e sembravano inseparabili.
Per ogni problema potevano contare sull'aiuto dell'altro.
Louis quella sera avrebbe conosciuto i sentimenti di Harry verso Hope.

"E' stato un colpo di fulmine." - disse Hazza - "L'ho vista smontare dal taxi e ammirare la casa. I suoi occhi si fermarono su quel ciliegio" - indicò l'albero con l'altalena. 
"Era insieme a una ragazza un po' più bassa di lei, ma si assomigliavano molto. In fianco a lei c'era Niall, e appena i due si guardarono mi colpì una fitta allo stomaco. Erano così perfetti insieme eppure continuavo a ripetermi 'Dovrai essere mia. Mia.'" - raccontò il riccio.
"Ogni giorno la ammiravo dalla finestra del mio salotto. Sembrava tanto una bambina. Camminò lentamente sul prato e si avvicinò timidamente all'arbusto, ed improvvisamente si girò a guardarmi." - il ragazzo sembrava perso nei suoi ricordi.
"Mi nascosi dietro le tende, non potevo resistere a quello sguardo. Poi un giorno finalmente ebbi il coraggio, con una scusa, di avvicinarmi a lei. La provai anche a baciare sai? Ma lei scappò via con in mano delle carote; scommetto quello che vuoi che erano per te." - Harry guardò sorridente Louis.
"La guardai nuovamente dalla finestra. Era sulla porta in lacrime e si girò, come allora. Non mi nascosi però, restai lì a fissarla."
Gli occhi verdi erano lucidi.
"Mi sono innamorato."

Si trovavano tutti in giardino.
Ero accerchiati attorno ad un fuocherello che Liam aveva acceso poco prima.
Dopo aver cantato, su richiesta di Hope, Louis propose un gioco. "Che ne dite di obbligo e verità?"
I ragazzi acconsentirono.
"Comincio io!" - disse Zayn - "Verità!"
"Ti sei rifatto le labbra?" - chiese Lou.
Tutti scoppiarono in una risata generale.
"No Lou, sono mie queste bellezze" - e lo baciò sulla guancia.
"Dai, questa volta tocca a me." - parlò Niall.
"Obbligo o verità?" - chiese Liam.
"Verità!" 
"La prima cosa che hai notato di Hope." - domandò Louis - "Sincero."
"Gli occhi, assolutamente!"
Il biondo guardò Hope.
I due si scambiarono uno sguardo dolce e avvicinarono la mano.
"Vorrei anch'io fare il romanticone con Harry tutto il giorno ma non posso quindi andiamo avanti." - disse imbronciato e di malavoglia Louis.
La ragazza tolse immediatamente il braccio e Hazza sembrò ringraziare Louis per quella risposta, in questo modo non avrebbe visto un'altra scena romantica tra i due.

Finito di giocare guardarono le stelle per un po', dopodichè, divisi in coppie, si sistemarono ognuno nelle proprie tende.
Liam e Zayn, Harry e Louis e, infine, Hope e Niall.
Il biondo e la ragazza si addormentarono abbracciati cullati dal loro respiro.

Hope si stava rigirando nel sacco a pelo quando improvvisamente si svegliò.
Era notevolmente sudata.
'Un incubo, è stato solo un orrendo incubo.' - pensò.
La ragazza toccò il sacco a pelo vicino a lui.
'Niall dorme tranquillo, meglio così.'
La sua mano ora scorreva sul petto di lui e, piano, cercando di fare meno rumore possibile, lo baciò.
Le sue labbra erano più sottili di come se le ricordava.
La luna si stava riflettendo sulla tenda e uno squarcio di luce colpì il ragazzo.
"Non ci posso credere."
Hope era sconvolta.
Al posto dei capelli biondi spuntarono dei ricci scompigliati.
La sua voce tremava.
"Ho veramente baciato Harry?"

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Capitolo 13
*** Occhi color della tempesta. ***


Hope era ancora incredula di quello che era successo.
'Niall?' - pensò - 'Dov'è Niall?'
Si girò dalla parte opposta e trovò il ragazzo addormentato nel suo sacco a pelo.
Ronfava.
La ragazza rise. Una risata piuttosto isterica.
Decise di uscire.
Prese la coperta e si sistemò sull'altalena.
Fissava intensamente l'erba che le solleticava i piedi.
"Posso farti compagnia?" 
La ragazza alzò gli occhi e trovò davanti a lei il riccio.
"H-Harry?" - sussurrò lei.
"Si?"
"Niente, accomodati." 
Il ragazzo si sedette vicino a lei.
Hazza prese un pezzo della coperta e si coprì.
Piccole stelle dalla luce tenue coloravano il cielo quella notte.
La luna sembrava esserne la protagonista, imponente e maestosa.
"Mi hai baciato." - disse il riccio rompendo il silenzio.
La ragazza sussultò.
"E' stato uno sbaglio, scusa. Credevo fossi Niall." - rispose lei.
La coperta scivolò via dai loro corpi e cadde sull'erba.
Hope era immobile, rigida.
Un ragazzo dagli occhi color verdi la stava baciando.
Un lungo, memorabile bacio.
Labbra soffici e sottili cercavano di trasmettere passione.
Fragile e intimidito era quell'amore.
Hope pose le sue mani sul petto del ragazzo e con tutta la forza che in quel momento le rimaneva lo respinse.
Si alzò e corse via.
Non una parola, non un sorriso che la ragazza se ne andò.
I capelli le danzavano nervosamente davanti agli occhi e sembrava non avesse nessuna meta precisa.
Scappare via le sembrava la cosa più giusta da fare in quel momento.
Con i capelli scompigliati e il fiatone si scontrò con dei passanti.
"Scusatemi" - disse cercando di trattenere le lacrime.
Gli occhi di Hope incontrarono quelle delle due ragazze davanti a loro.
I loro lineamenti del viso erano uguali.
Capelli rossi come il fuoco sembravano sottolineare i loro occhi grigio-azzurri.
'Una tempesta' - pensò Hope vedendoli - 'Occhi color della tempesta.'
E con questo pensiero che le rimbombava nella testa svenne dolcemente tra le braccia di quelle sconosciute.


Un campo di fiori, tulipani.
Una distesa infinita e un dolce vento che li fa oscillare.
Una ragazza, di 16 anni, discorre con un uomo.
"Papà?" - chiese lei - "Perchè te ne sei andato?"
"Ho dovuto" - rispose lui cogliendo un fiore.
"Perchè mi hai chiamato 'Hope'?" - domandò.
"Perchè sapevo che saresti diventata la 'speranza' di qualcuno un giorno."
L'uomo sorrise dolcemente.
"HOOPE. HOOOPE." 
Era una voce lontana che chiamava la ragazza.
"Hope! Hope, svegliati, ti prego."
Buio, e poi, improvvisamente, una luce.


Hope aprì gli occhi.
5 ragazzi e 2 ragazze la guardavano con insistenza.
I loro occhi erano lucidi ed erano contornati da occhiaie violente, segno che non erano riusciti a dormire a sufficienza.
"Ragazzi? Che ci faccio qua?" - chiese Hope massaggiandosi la testa e guardandosi intorno.
Niall la avvolse completamente tra le sue braccia.
Quell'abbraccio era così intimo e stretto che la ragazza si sentiva soffocare.
"Niall, non riesco a respirare." - bisbigliò.
Il biondo la lasciò andare.
Louis si avvicinò al letto - "Perchè diavolo sei scappata nel cuore della notte da sola e senza qualcosa addosso? Hai idea di quello che ci hai fatto passare?"
La ragazza abbassò la testa.
"Io" - sussurrò - "non lo so."
Come il biondo anche il ventenne la abbracciò.
"Non farlo mai più." - disse trattenendo le lacrime.
Anche gli altri si avvicinarono, tutti tranne Harry e le due ragazze.
La aiutarono ad alzarsi e si incamminarono verso la cucina.
Hope faticava a mettere giù il piede.
"Penso di essermi slogata la caviglia." - disse lei a Liam.
"Più tardi chiamiamo il dottore, ma ora devi mangiare qualcosa." - rispose lui.


Il dottore arrivò poco dopo e le fece una semplice infasciatura.
Hope sarebbe dovuta rimanere a casa per una settimana per la guarigione.
Questa situazione diventò un problema per i ragazzi poichè proprio in quei giorni avrebbero dovuto avere diverse prove fuori da Londra.

"Come faremo?" - chiese Niall che si teneva nervosamente le mani tra i capelli.
"Non lo so." - disse Zayn accarezzando la schiena del biondo - "proprio non lo so."
"Mi dispiace veramente ragazzi, sono solo un peso per voi." - accennò Hope con imbarazzo e tristezza.
"Non è colpa tua." - rispose Harry che fino a quel momento era rimasto in disparte.
A quel punto le due ragazze intervennerono.
"Se volete possiamo rimanere noi qua con lei." - disse una.
"In fondo si è buttata tra le nostre braccia senza nemmeno conoscerci." - esordì l'altra con uno splendido sorriso sul volto.
I ragazzi risero.
La prima risata di quel giorno.
"Ci fareste veramente un enorme favore." - rispose Liam.
"Bene, questo problema sembra essersi risolto." - disse Louis - "Ma ora ne insorge un altro."
"E sarebbe?" - chiese Niall riprendendosi.
"Non sappiamo ancora il nome di queste gemelle." - chiarì divertito il ragazzo.
Scoppiò un'altra fragorosa risata.
"Lucy." - rispose la prima.
"Bridget." - dichiarò la seconda.

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Capitolo 14
*** Parla con me. ***


"Bei nomi." - disse Louis.
"Belli come i loro visi." - bisbigliò Zayn guardando Lucy.
La ragazza arrossì.
Bridget sembrava avere occhi solo per Harry, lo guardava con insistenza mentre il riccio era perso altrove.
Hope era seduta in braccio a Niall e poggiava le gambe sulla spalla di Louis, Liam era seduto accanto a loro, così come Zayn.
Lucy sedeva sul tappeto e vicino a lei la sorella mentre Harry si era accomodato su una sedia.
I ragazzi chiacchieravano allegri, dimenticando per quel momento il fatto accaduto e concentrandosi sulle loro nuove ospiti.
"Toglietemi una curiosità ragazze, cosa ci facevate nel cuore della notte da sole?" - domandò Liam.
"Siamo stati ad una festa fino a tardi e stavamo rientrando." - rispose Bridget precedendo la sorella.
"Ora che ci penso dovremmo anche andare, si è fatto tardi!" - disse Lucy battendosi la mano sulla fronte - "Mamma sarà preoccupatissima, non l'abbiamo nemmeno avvisata."
Hope, prima di far andare le gemelle, le ringraziò.
"Direi proprio che è ora di andare a dormire!" - intervenne Liam.
"Meglio, ho delle occhiaie terribili." - sostenè Zayn guardandosi allo specchio.
"Se continui a fissarti così tanto ti consumerai presto!" - urlò Louis che, inseguito dal moro, corse su per le scale.
Liam e Niall aiutarono Hope a portarla in camera mentre Harry rimase in salotto.


Hope si sdraiò e iniziò a fissare il soffitto.
"Ti fa ancora tanto male?" - le chiese il biondo sedensosi accanto a lei.
La ragazza si alzò e toccò leggermente l'infasciatura. "Non molto."
I due si guardarono.
"Perchè sei corsa via?" - chiese lui.
Hope voltò lo sguardo.
"Avevo voglia di correre." - rispose lei incerta.
"Nel cuore della notte con addosso solo il pigiama?" - domandò Niall.
La ragazza si morse le labbra. 
"Lascia stare." - gli sussurrò.
Il biondo accarezzò il viso di lei e lo girò in modo tale che i loro occhi si incontrassero.
Un esplosione di farfalle scoppiò nello stomaco della ragazza.
"Parla con me. Se non lo fai mi sento come se non avessi bisogno di me, e questo mi spezza il cuore."
Grandi lacrime combattevano per scendere dagli occhi color d'Irlanda di Hope.
"Ho baciato Harry" - ammise, sonfortata, coprendosi il volto con le mani.
"Scusa." - disse - "Scusa, perdonami. Non volevo baciarlo, ho sbagliato tutto. Ti ho ferito e credimi, era l'ultima cosa che avrei voluto fosse successo."
Il ragazzo restò in silenzio.
Hope, dopo aver scoperto il suo viso, lentamente lo alzò.
Per primo vide le gambe del biondo, sedute accanto a lei, poi le sue mani, strette a forma di pugno che avevano un colore violaceo.
"Le tue mani." - sussurrò.
Avvicinò cautamente le sue a quelle del ragazzo, ma Nial le tolse subito.
"Non toccarmi Hope, mi feriresti ancora di più." - riuscì a esclamare.
In silenzio si alzò e lasciò la ragazza ferita sul letto.
Ora era il cuore ciò che le faceva più male.


Le rosse gemelle arrivarono puntuali alle nove del mattino, come avevano stabilito insieme al gruppo giorni prima.
Il taxi dei ragazzi era arrivato e dovevano partire per provare alcuni brani per il programma.
Sarebbe tornati fra una settimana e si erano raccomandati con Bridget e Lucy di aiutare Hope per qualsiasi cosa.

"Non sono una ragazzina!" - si lamentò la bionda.
"Ssh, siamo noi qui che decidiamo e loro saranno i tuoi angeli custodi, intesi?" - disse Liam con un tono di autorità nella voce.
"Ok, va bene." - parlò Hope arrendendosi al volere di quei cinque.

Le tre ragazze si trovavano sull'uscio della porta ed erano impegnate a salutare ogni membro della band.
Hope e Harry si scambiarono solo uno sguardo, e nessuno sembrò fare caso al loro comportamento.
Si evitavano ormai da un po'.
Stessa cosa era tra lei e Niall.
"Ciao." - sussurrò la ragazza mentre il biondo sistemava le valigie nel baule del taxi.
'Partiti. Nemmeno un cenno con la mano.' - pensò.
Un messaggio bloccò i pensieri di Hope; lo lesse velocemente, incuriosita.
A poco a poco il suo viso diventò paonazzo.
"Mi potete accompagnare in camera, per favore?"
"Certo Hope." - rispose Bridget.
"Ti senti bene?" - chiese Lucy.
"Si si, voglio solo riposarmi." - disse, sforzandosi di sorridere.


I giorni passarono e presto i ragazzi sarebbero rientrati.
Una valigia pronta sul letto, un biglietto aereo e una lettera accompagnavano con tristezza quella mattina nuvolosa.
<< Grazie ragazzi, di tutto. Sul serio. Siete stati una seconda famiglia per me e non potrei mai ringraziarvi abbastanza, ma è il momento che io vada. E' ora che trovi anche io la mia direzione da seguire. Buona fortuna One Direction.
Con affetto, vostra Hope. >>

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Capitolo 15
*** Tutto ha una fine. ***


'Tutto ha una fine.' - pensò Hope guardando dal finestrino dell'aereo.
Una lacrima rigava il suo viso.
'Perdonami Niall.'


Intanto, in Inghilterra, un taxi si fermò davanti a casa dei ragazzi.
Il ciliegio aveva ormai perso tutti i suoi petali, quasi soffrisse la partenza della padrona.
'Farò pace con lei.' - pensò tra sè Niall.
Louis aprì la porta.
Un silenzio e un dolce venticello colpirono i ragazzi.
"Qui c'è qualcosa che non va." - disse Liam.
Tutti annuirono.
Niall corse su per le scale e aprì la porta della camera della ragazza.
"Hope?" - chiamò.
I suoi occhi si spostarono dal letto all'armadio vuoto.
"NIALL." - urlò Zayn - "Corri in salotto, presto!"
Il biondo, senza pensarci due volte, corse giù per le scale.
Trovò i ragazzi attorno al tavolo.
Harry aveva una lettera in mano e leggeva a voce alta il contenuto.
"Con affetto, vostra Hope." - terminò il riccio.
Ognuno di loro piangeva in silenzio, terribilmente sorpresi e tristi per quella notizia inaspettata.
Il biondo sbattè forte la porta e camminò velocemente fuori di casa.
"Dove stai andando?" - chiese Liam, raggiungendolo.
"Non ne ho idea. So solo che se n'è andata e la rivoglio qua, al mio fianco."
Gli occhi color ghiaccio di Niall erano persi senza Hope.


Hope intanto era atterrata in Irlanda e, dopo aver preso un taxi, arrivò a destinazione.
"Mamma, sono a casa!" - urlò appoggiando la valigia sull'uscio della porta d'entrata.
"Hope, piccola!"
Un donna sulla cinquantina, con corti capelli neri e di fisico robusto, la abbracciò affettuosamente.
"Come sta?" - chiese la ragazza dopo essersci sciolta da quella stretta.
Scomparve il sorriso dalle labbra di Elizabeth.
"Oggi lo vedrai con i tuoi occhi." - rispose, con una nota dolente nella voce.


L'orologio segnava le quattro.
"E' ora di andare." - disse Elizabeth.
Hope si mise il cappotto e, assieme alla madre, salì in auto.
Arrivate, percorsero insieme quel corridoio, come un tempo.
'Sono passati 8 anni dalla tua morte.' - pensò la bionda.
"Io vado a parlare col dottore, tu entra pure." Ed Elizabeth se ne andò.
Hope bussò timidamente alla porta della stanza che era di fronte a lei.
"Posso entrare?" - chiese.
"Certo!" - rispose dall'interno una voce maschile.
La ragazza si sedette sulla sedia che era a fianco del letto.
"Mamma mi ha mandato un messaggio e mi ha raccontato a grandi linee il fatto. Ma spiegami Matt, come è successo tutto questo?" - domandò preoccupata.
Il ragazzo aveva la gamba e il braccio sinistro ingessato e il suo viso riportava qualche ferita.
"Sono caduto sulla strada e una macchina mi ha preso di striscio." - rispose divertito il fratello.
La sua risata contagiò anche la sorella.
Tale gioia sollevò un poco l'animo turbato della ragazza. 
"Insomma, è di famiglia cadere." - disse.
"Torna a casa Hope." - le bisbigliò Matt, spiazzando la bionda.
"Ci sono già." - rispose, non capendo la frase del fratello.
"Io parlo di quella vera, in Inghilterra." - il ragazzo prese fiato - "Con Niall."

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Capitolo 16
*** Tu sei il suo sorriso. ***


Elizabeth irruppe nella stanza.
"Come va oggi Matt?" - chiese al ragazzo steso sul letto.
"Meglio, a parte per il cibo" - disse facendo una smorfia.
La donna sorrise.
"Ho parlato col dottore e mi ha detto che presto potremmo portarti a casa." 
"Oh bene!" - rispose lui contento.
Elizabeth si avvicinò alla figlia.
"E' ora che andiamo Hope. Lasciamo riposare tuo fratello."
La ragazza si avvicinò all'orecchio di Matt.
"Prometto che tornerò a Londra." - gi sussurrò.
"Guarda che hai promesso Hope." - disse lui.
"Lo so."
Un saluto veloce e le due tornarono a casa.
 
 
I mesi passarono velocemente.
Era ormai quasi un anno che Hope era tornata in Irlanda.
Matt era guarito ed era partito verso l'America insieme a degli amici.
I cinque ragazzi invece avevano accumulato molta fama, ma niente gli distoglieva ogni giorno di pensare alla loro vecchia amica.
 
 
Harry bussò alla porta della camera di Niall.
"Posso entrare?" - chiese.
"Si." - rispose.
Il biondo era seduto sul letto e sfogliava le pagine di un album fotografico.
Il riccio si accomodò vicino a lui e volse lo sguardo verso quel libro.
Una fotografia in particolare lo colpì.
Una bambina coi capelli biondi raccolti in due lughe trecce e un bambino, poco più grande di lei, erano seduti su un enorme albero.
Quell'arbusto aveva i fiori di uno splendido rosa, proprio come il ciliegio che era presente davanti alla loro casa.
'Hope.' - pensò.
"E' passato quasi un anno ormai." - sussurrò Niall, girando una di quelle pagine consumate.
"Già." - disse Hazza - "Ed è ora che io ti parli di quello che provavo per Hope."
"Tranquillo, so già tutto." - rispose.
Harry lo guardò meravigliato.
"Me lo ha detto Hope pochi giorni prima della nostra partenza" - continuò Niall - "e della sua."
Ora i due ragazzi si stavano guardando.
"Non ce l'ho con te Hazza." - disse il biondo - "ma con me stesso. Se gli fossi stato più vicino, se l'avessi perdonata subito, ora lei sarebbe qua, con tutti noi. Insieme a me."
Niall appoggiò, sconfortato, la sua testa sul petto del riccio che gli stava a fianco.
"Mi manca terribilmente. Ho una paura costante che le sia successo qualcosa." 
La voce del biondo fu rotta dal pianto.
Harry lo abbracciò.
"Non è colpa tua Niall, ma solo mia. Lei ti amava e io, pensando solo alla mia felicità, non ho fatto attenzione alla sua fragilità." - rispose il ragazzo accarezzando la schiena del biondo - "Lei è così debole eppure quando è con te ha una forza sproporzionata."
Il riccio, dopo una pausa, riprese il discorso.
"Tu sei il suo sorriso, io le sue lacrime."
Niall alzò la testa e fissò intensamente gli occhi verdi di Harry.
"Tornerà vero?" - chiese.
"Si." - rispose Hazza.
'O almeno lo spero.' - pensò.
 
 
Hope, nel frattempo, aveva trovato lavoro in una gelateria in un paese vicino al suo.
In questo modo aiutava la madre per le spese e i conti della casa.
 
"Mamma, io vado."
"Fai attenzione per strada." - rispose Elizabeth.
"Certo!"
Hope uscì fuori di casa, prese la sua bicicletta e si diresse verso il posto di lavoro.
Un'aria frizzantina le scompigliava i capelli.
'Ormai Ottobre è alle porte.' - pensò.
Arrivata si sistemò subito dietro il bancone e attese.
'Speriamo oggi arrivi qualcuno. In questo periodo i clienti scarseggiano eppure c'è ancora un bellissimo sole.'
Era sua abitudine, da qualche mese a questa parte, di tenere una foto dei ragazzi all'interno del ciondolo che suo padre le aveva donato alla morte.
Si rigirava la collana tra le dita e la aprì.
"One Direction." - sussurrò piano.
"One Direction!" - disse una voce davanti a lei.
Hope non si era accorta che erano entrate due ragazze.
'Mi avranno sentita?' - pensò, sbalordita che loro fossero a conoscenza di quella band.
Le ragazze erano impegnate a discutere.
"Io direi che quello che ha la voce migliore è Zayn!" - disse la prima.
"Noo, io ti dico che è Liam!" - commentò arrabbiata la seconda.
"Ehm, volete ordinare?" - chiese Hope divertita dai commenti delle due.
"Si grazie, prendiamo due coni al cioccolato." - rispose la mora.
Le due ragazze ripresero a discutere.
"Bè, ma quello più bello resta Louis." - disse la mora rivolgendosi alla sua amica.
"Ma cosa dici? E' ovvio che è Harry!" - rispose a sua volta la ragazza.
"Scusate se mi intrometto ma di chi state parlando?" - domandò titubante Hope che voleva saperne qualcosa di più.
"Come? Non conosci i One Direction?" - chiese.
"Te lo spiego io. I One Direction sono una band formata da cinque ragazzi: Niall, Louis, Liam, Harry e Zayn. Hanno partecipato ad X-factor e sono arrivati terzi"
"Poi la Sony ha voluto firmare un contratto con loro ed ora sono famosissimi." - concluse una delle due.
'Hanno realizzato il loro sogno.' - pensò felice Hope.
Le sue labbra formarono un sorriso e le sue dita sfiorarono il ciondolo.
'Sono fiera di voi ragazzi.'
"Se non sbaglio il 3 Ottobre andranno in Italia." - disse la ragazza più bassa.
"Si, a Milano! Quanto pagherei per poterli incontrare di persona." - commentò la mora con aria delusa.
Un'idea attraversò la mente di Hope.
"I vostri gelati!" - e li consegnò alle due ragazze.
"E i soldi?" - chiese una.
"Un attimo solo, devo fare una telefonata urgente." - rispose.
Hope corse fuori e compose, il più velocemente possibile, un numero di telefono.
'Rispondi, ti prego.' - pensò nervosa.
"Pronto?" - rispose una voce femminile, familiare.
"Anne, potrei venirti a trovare fra qualche giorno?" - chiese Hope.
"Ma certo sorellina!" - disse contenta Anne - "Come mai questa visita improvvisa?"
Occhi color dell'Irlanda si illuminarono.
"Trovo che Milano sia una splendida città."

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Capitolo 17
*** Non sorride più come una volta. ***


"Comportati bene!"
"Si mamma, tranquilla!" - rispose Hope, caricando le valigie in macchina.
"Stai attenta in aeroporto. Non perderti e cerca subito Anne." - le raccomandò Elizabeth.
"Ho già preso un aereo!" - sentenziò la ragazza alla madre.
"Mi mancherai." - disse la donna.
"Anche tu."
Un abbraccio affettuoso consolò quel separamento e Hope partì per l'Italia.
 
 
"Sono qua!" - urlò Anne alla sorella minore che si stava guardando attorno.
"Nenè." - schiarì ad alta voce Hope avvicinandosi.
"Ti ricordi ancora quel soprannome?"
"Come dimenticarselo?" - rispose la bionda divertita.
"Cosa ti porta qua?" - chiese Anne, afferrando la valigia, e cambiando discorso.
"Una promessa."
 
 
Passarono alcuni giorni e le sorelle Petterson decisero, quel 3 Ottobre, di andare a fare una passeggiata nella piazza del Duomo.
"Credi che li incontreremo?" - domandò Hope nervosa.
"Spero per te di si."
Un timido sorriso spuntò sul viso della ragazza.
 
Hope aveva raccontato ogni cosa alla sorella: il viaggio improvviso in Irlanda, la promessa di Matt e la fama di quei cinque ragazzi.
"Voglio che tu ritorni ad essere felice." - le disse Anne - "E la felicità, per te, è stare con loro."
"Grazie." - sussurrò Hope.
 
"Ora sbrighiamoci però."
Anne prese per mano la sorella minore e la trascinò dietro di sè.
Un uomo porse un foglietto a Hope parlandole in italiano.
"Cosa sta dicendo?" - chiese a Anne.
"Ad un cafè qui vicino si terrà una specie di singing" - rispose, leggendo il volantino - "dei One Direction!"
"Come?" - domandò Hope sbalordita.
"Si." - rispose - "E.."
La voce di Anne venne interrotta da delle grida.
Cinque volti familiari si facevano strada in mezzo alla folla.
"Sono loro." - sussurrò Hope.
"Andiamo."
La mano di Anne cercò quella della sorella.
"No." Hope evitò quel contatto.
"Ma sono là." - le disse confusa Anne - "Mi hai detto che volevi incontrarli!"
"Non mi importa!" - riuscì ad urlare la bionda per poi correre via.
"Hai infranto la promessa." - bisbigliò Anne.
Pesanti lacrime rigavano il viso della piccola Hope.
 
 
"Niall!" - chiamò Liam - "Se ad un certo punto sei stanco e non ce la fai più dimmelo che usciamo a prenderci una boccata d'aria."
"Tranquillo" - rispose il biondo sforzando un sorriso - "Andrà tutto bene." E se ne andò.
"Allora?" - chiese Zayn, avvicinandosi all'amico.
"Non sorride più come una volta."
 
I ragazzi si diressero al banco dove avrebbero passato il pomeriggio.
"Ancora firme!" - sburffò Louis - "Sono stufo di firmare. Mi fa male la mano" - si lamentò.
"L'importante è che ci siano belle ragazze." - intervenne Harry guardandosi attorno.
"Non starai diventando uno sciupafemmine Hazza?" - chiese Liam.
"Almeno io non parlo ogni giorno della stessa ragazza come Zayn." - rispose il riccio - "Lucy di qua, Lucy di là. Ho il mal di testa!"
"Taci!" - lo sgridò il moro rosso di vergogna.
Un'orda di ragazze entrarono urlando e cantando, interrompendo il discorso fra i cinque.
 
Una fanciulla diede il foglietto a Liam, essendo il primo della fila, e aspettò con ansia che lo firmasse.
Payne fissò con insistenza la persona che aveva davanti - "Ma.." Venne interrotto.
La ragazza aveva posto un dito sulla bocca del castano, facendogli cenno di stare in silenzio.
Liam sorrise e passò il foglio a Niall.
"Tu sei?" - chiese il biondo, fissando intensamente la penna che teneva in mano.
"Hope." - rispose la ragazza - "Hope Petterson."

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Capitolo 18
*** "Ti amo piccola Petterson." ***


'Hope Petterson'
Il nome rimbombò nella testa del biondo provocandogli un leggero mal di testa.
"La mia Hope Petterson?" - chiese confuso mantenendo lo sguardo sulla penna.
Una voce delicata gli sussurrò all'orecchio - "Se mi consideri ancora tale si, sono proprio lei."
Niall scaraventò la sedia a terra, aggirò il tavolo e prese Hope per il polso.
Avevano gli occhi di tutti puntati addosso.
"Horan, dove stai andando?" - domandò Liam alzandosi.
"Fuori, a discutere!" - urlò di risposta il biondo mentre correva precipotosamente alla porta di servizio tenendo l'amica.
Aprì con ferocia la porta per poi richiuderla rumorosamente.
Per tutto quel tempo Niall aveva tenuto lo sguardo fisso sul pavimento senza mai guardare in faccia Hope.
"Ho paura." - sussurrò l'irlandese.
"Paura?" - chiese Hope, non capendo.
"Ho paura di perdermi nuovamente nei tuoi occhi. Sai, non te l'ho mai detto, ma mi ricordano l'Irlanda." - il ragazzo prese fiato - "E da quando te ne sei andata non mi sono più sentito a casa."
"So che delle semplici scuse non possono bastare per quello che ho fatto ma sono tornata Niall." - disse lei con flebile voce.
"Sono terrorizzato dall'idea che tu possa ripartire di nuovo. Lasciare tutti da soli. Abbandonarmi."
Un enorme sconforto colpì Hope.
Gli occhi che Niall tanto amava erano ricoperti da uno spesso strato di lacrime che scorrevano rapide sulle guance rosee della ragazza.
Singhiozzi violenti interrompero quel silenzio pesante che si era instaurato fra i due.
"Ho promesso a Matt che sarei partita per restare con voi. Per sempre. E ora sono qua, davanti a te, cercando qualsiasi modo possibile per farmi perdonare ma ho appena capito che non c'è. E per di più ho ferito la tua fiducia. Sono un mostro e l'ho capito troppo tardi."
Alle parole di Hope finalmente il biondo alzò il volto.
"Non voglio vederti piangere mai più." - dichiarò con decisione.
Il ragazzo dagli occhi color del ghiaccio aprì le braccia e avvicinandosi con cautela a Hope la abbracciò timidamente.
"Mi sei mancato." - rispose lei per quel gesto affettuoso.
La bocca di lui si posò sulle guance arrossate della giovane.
A piccoli baci, molto lenti e dolci, si avvicinò alle sue labbra e si fermò improvvisamente.
"Ti amo piccola Petterson, e mi fido di te."
Lo spazio tra i loro visi venne riempito da quel bacio.
Dolci labbra facevano quello che più sapevano fare: trasmettere amore.



Ta-daaan.
Questa volta il capitolo è corto ma intenso! Io lo trovo splendido; il migliore che io abbia mai scritto.
Che ne pensate? :)
Vostra affezionata Hope.

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Capitolo 19
*** Lui vive in te. ***


Una testa di capelli color castano si fece strada in mezzo alla folla.
Comparve una ragazza, minuta, affannata dalla corsa che aveva appena fatto, davanti al banco dei quattro.
"E' qui vero?" - chiese, cercando di prendere fiato, a Louis.
"Fuori, con Niall." - rispose il ventenne senza nemmeno dover alzare la testa. Avrebbe riconosciuto quella voce anche in capo al mondo.
"Bene, li aspetterò qua." - disse, decisa.
"Vuoi accomodarti" - domandò Louis - "Nenè?"
A quel nome entrambi sorrisero.
"Meglio."
Uno dei bodyguard che stava di guardia prese una sedia e la sistemò vicino al ragazzo.
Anne si sedette e sfiorò la mano di Louis. Entrambi arrossarono a quel contatto.
'Trattieniti, ti prego.' - pensò il ventenne a denti stretti.
Nenè, come ormai la chiamavano in molti, avvicinò la sua bocca all'orecchio di Louis.
"Mi sei mancato." - sussurrò tutto d'un fiato.
Il ragazzo rabbrividì e senza pensarci due volte afferrò la mano di Anne e la portò sul suo petto.
"Non ho mai smesso di pensarti."
Stettero per tutta la durata della singing così, mano nella mano, aspettando il ritorno di Niall e Hope.
Sembrava che quello fosse il giorno delle riconciliazioni.
 
"Dovremmo entrare." - disse Hope staccandosi, a malavoglia, da quel bacio - "Hai un po' di cose da firmare!"
"Hai ragione." - rispose Niall, recuperando la sua felicità.
Le afferrò la mano e, avviandosi verso la stanza, ritornò ad accomodarsi dietro il bancone.
"Sbaglio, o quello è un sorriso?" - chiese Liam indicando la curva che si era formata nelle labbra del biondo.
"E' tornata." - gli sussurrò.
"Anne!" - esclamò Hope vedendo la sorella seduta a fianco di Louis.
La ventenne si alzò e diede un colpetto sulla spalla della sorella.
"Non farlo mai più! Mi hai spaventata!" - le urlò con le lacrime agli occhi.
"Ora sono qua però!" - disse, cercando di consolarla.
Questa volta fu Louis ad alzarsi.
"Non farlo mai più! L'hai spaventata!" - le ripetè con una strana vocina.
Questa volta fu lui a ricevere uno schiaffo sulla spalla.
"Ahi, fai male." - disse a Anne massaggiandosi il punto in cui l'aveva colpito.
"Oh scusa." - commentò lei sarcastica.
Tutti i ragazzi risero.
Gioia fu il sentimento che meglio descriveva quella situazione.
Sebbene ci fosse molto casino all'interno di quel cafè i One Direction e le sorelle Petterson udivano solo le proprie risate.
"Perchè non vi sposate?" - domandò Hope, spiazzando i ragazzi con quella domanda.
"Cosa?" - disse Anne, sorpresa e rossa di imbarazzo.
"Perchè no?" - chiese Louis, con uno splendido sorriso sul volto.
Il ventenne si inginocchiò e fece il gesto di aprire una scatoletta immaginaria.
"Anne Nenè Petterson, mi vuoi sposare?" - domandò, incerto - "Ah si, ti amo."
La ragazza rise. 
"Ovvio." - rispose.
Scoppiò un applauso generale e le grida si fecero più alte.
"Oh, ha detto si vero?" - chiese a Hope, in cerca di conferme.
"Ovvio." - disse la piccola, ridendo insieme alla sorella.
I due si abbracciarono.
Una testa riccia spuntò da dietro.
"A quando le nozze?"
"Presto." - rispose Zayn - "Ma ora lasciamoli in pace e pensiamo a loro!" - disse indicando la folla di fan.
I One Direction ripresero a firmare e chiacchierare come poche ore prima, mentre le due sorelle attendevano in silenzio lì accanto.
 
 
"E' ora di tornare a casa." - disse Liam, caricando la valigia in macchina.
"Io resterò qui in Italia ancora un po'." - rispose Louis, abbracciando la sua futura moglie.
"Abbiamo un matrimonio da organizzare." - commentò sorridente Anne.
"Allora ci ritroveremo tra poco." 
"E' stato un vero piacere conoscerti, Nenè."
Harry le fece un baciamano.
"Ehi, non fare il cascamorto con lei." - urlò arrabbiato Louis.
Zayn afferrò il colletto della camicia del riccio e lo strattonò via.
"Ci penso io a lui." - disse, facendo un occhiolino.
Anne rise e con lei anche Niall, Hope, Liam e Louis.
Finiti gli ultimi saluti partirono per l'Inghilterra.
Hope si accomodò sul sedile dell'aereo e, vicino a lei, Niall.
La ragazza pose il capo sulla sua spalla mentre il biondo le cingeva la vita con il braccio.
'Sto tornando Londra.' 
E con questo pensiero nella mente la piccola si addormentò.
 
"Lucy! Bridget!" - urlò Hope correndo incontro alle due gemelle.
"Hope!" - risposero all'unisono le due ragazze.
"Mi siete mancate!" - le disse abbracciandole.
"La stessa cosa vale per te!" 
"Ehi." Un ciuffo moro comparve all'improvviso.
"Zayn" - scandì Lucy arrossendo e baciandolo sulla guancia.
Una scena simile successe tra Bridget e Harry.
"Liam, da quando in qua stanno insieme?" - domandò Hope stupita alla vista delle due coppiette.
"Sono successe tante cose da quando te ne sei andata." - rispose lui con un sorriso.
"Me le racconterai stasera davanti a un bel fuocherello, che ne dici?"
E, carichi di valigie e buon umore, si avviarono per la via di casa.
 
 
"Hoooope. HOOOPE!"
Niall trovò la ragazza a ridosso della scogliera, in piedi.
"Hope sei qui!" - disse lui con il respiro affannoso, aveva corso parecchio per trovarla - "Immaginavo che ti avrei trovata qua."
La fanciulla stava fissando una lapide.
<< Samuel Fiorence Petterson, per sempre nei nostri cuori >> era la scritta che riportava.
"10 anni Niall."
Hope portava i capelli sciolti e un vestito color azzurro che risaltava, stranamente, la sua carnagione pallida. 
Erano state Lucy, Bridget e Anne a convincerla ad indossarlo.
"Dai andiamo, tutti ci stanno aspettando." - disse il biondo, prendendola per mano - "E' ora del taglio della torta."
La ragazza non rispose.
"Hope, cos'hai?"
"Mi manca Niall." - disse lei in lacrime - "Ha abbandonato me e tutta la famiglia. Anne ha bisogno di lui, e anch'io."
Il biondo l'abbracciò più forte che potè.
"Tuo padre è ancora qui con te. Odia vedere la sua piccola piangere per lui, quello che vorrebbe è vedere un suo sorriso. Non sopporta vedere quelle lacrime, non vuole vederle perchè è sicuro che la causa è lui. Vorrebbe essere sempre stato con tutti voi e non essere mai andato via. E' molto felice per il matrimonio di Anne, per Matt che ora ricopre il suo ruolo e per Elizabeth, tua madre, che sorride ancora alla vita."
Il ragazzo prese un enorme respiro.
"Lui vive in te."
 
Quel momento, terribilmente simile al ricordo di 10 anni fa, fu finalmente riempito da parole.
 
 
 
Bene, eccoci alla fine di questa storia! :)
Un enorme GRAZIE a tutti coloro che hanno recensito o letto. Siete stati veramente magnifici. 
Tranquilli, riprenderò presto a scriverne un'altra, ma non sono sicura che potrà essere all'altezza di questa.
Mi sono affezionate ai personaggi di questa Fan Fiction e sinceramente mi dispiace doverli lasciare andare.
Ditemi cosa ne pensate! :D
Baci, la vostra Hope. :)

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