one Child In My Dreams - As You Really Are

di NoireNeige
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One Child In My Dreams ***
Capitolo 2: *** Is all fault of a Coca-Cola! ***
Capitolo 3: *** New Knowledge ***
Capitolo 4: *** In tour with you?!? No, it’s a joke! ***
Capitolo 5: *** Discomfort ‘n’ misunderstanding ***
Capitolo 6: *** Reply, At Last! ***
Capitolo 7: *** Changes ‘n’ Revelations ***
Capitolo 8: *** Bloody memories reveal a new truth ***
Capitolo 9: *** Friends ***
Capitolo 10: *** Love ‘n’ Indecision ***
Capitolo 11: *** Revenge ***
Capitolo 12: *** Children ‘n’ Hope ***
Capitolo 13: *** Love & Hate: The Greatest Feeling ***
Capitolo 14: *** Two Hearts in the same instant ***
Capitolo 15: *** Children Of Bodom ***
Capitolo 16: *** Love Love Love ... ‘n’ Jealousy! ***
Capitolo 17: *** Day As Children ***
Capitolo 18: *** Pain ***
Capitolo 19: *** The Murderess of white souls ***
Capitolo 20: *** Research, Decisions ‘n’ Shock ***
Capitolo 21: *** As You Really Are ***
Capitolo 22: *** Sweet Symphony ***
Capitolo 23: *** Family Reunion ***
Capitolo 24: *** New Family ***
Capitolo 25: *** Unexpected Proposal ***
Capitolo 26: *** Happiness ***
Capitolo 27: *** Come Back Home ***



Capitolo 1
*** One Child In My Dreams ***


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l'ha fatta per me un'amica, anche lei iscritta a EFP, si chiama V e r m o u t h e non la ringrazierò mai abbastanza!!!!Per fare Nana ho usato una foto di Amy Lee degli Evanescence perchè mi sembrava le assomigliasse, poi dietro ci ho ficcato una bella immagine di Lake Bodom...penso sia venuta abbastanza bene, voi che dite?Ho preferito tenere il nickname che ho adesso invece di quello vecchio, visto che ormai ogni volta che scrivo qualcosa uso quello^^

 


Il nome della storia, ovvero "As you really are" prende spunto dalla canzone di Giovanni Allevi "Come sei Veramente". L'ho usato principalmente per il suo significato e poi anche perchè la protagonista è una pianista.... http://www.youtube.com/watch?v=i7Kwjq_NhbA
Spesso userò canzoni di pianisti moderni ^w^

Spero che la storia vi piaccia, è stato il mio primo lavoro in assoluto come "neo-scrittrice" <3


 

~
I can't waste away, I'm slowly losing my way forever
Better raise your slave for me anymore
Daylight's sin inside, day's growing closer, wait for pain
I cannot wait another night to be alone

Voices are calling me, 'be my night!' this devil's sigh
Yeah, shadows are tainting me, yeah,
I know that only you can render pain

Peace of mind, you run away from me
So make me lose my mask of sanity

I can't waste away, I'm slowly getting my way forever
Better is what I used to feel alone
Shattered light's sin in taint, day's growing longer, wait for pain
I cannot wait another night to be with you

Peace of mind, you run away from me
So make me lose my mask of sanity

Peace of mind, you run away from me
So make me lose my mask of sanity
 
Mask Of Sanity
Children Of Bodom

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Capitolo 2
*** Is all fault of a Coca-Cola! ***


All because of a Coca-Cola!

 
 
Quinto concerto dei Nightwish a cui assisto, da quando Sara è diventata loro cantante…
Esiste una sola parola per descrivere il tutto: F-A-N-T-A-S-T-I-C-O!!!
La cosa più bella è vedere la gente che esce dal palazzetto con questa faccia: O___O e qualcuno che urla “QUESTO SI CHE è METAL!” (non lo schifo che c’era prima con Annette…).
Mi alzai dai gradini, dietro le quinte (posto d’onore, naturalmente!) e mi diressi verso il camerino della mia migliore amica per farle i complimenti. ^.^
Mi fermai. E se volesse stare da sola?e se c'è Tuomas dentro?Lei credeva che non mi fossi accorta di nulla, ma l’ho capito benissimo che tra loro due c’è del tenero…. ma mooooolto tenero, eh!!
Mentre mi stavo scervellando passò di lì Jukka che mi guardò perplesso
-hem… Nana?è tutto ok?? –              
Lo guardai passivamente –no… non so se entrare da Sara o se è meglio lasciarla da sola! –
Il batterista annuì con aria complice –hey, Tuomas mi aveva detto di non dirlo a nessuno, ma aveva intenzione di andare da lei… quindi non so se è il caso di… -
Non lo lasciai finire di parlare e incominciai a sbraitare come una deficiente
-ECCO, LO SAPEVO!!!SE FOSSI ENTRATA AVREI FATTO UN CASINO E AVREI MANDATO A MONTE I PIANI DI TUOMAS E SARA!!SONO UNA BUONA A NULLA… CAZZO!!!! –
Guardai Jukka e mi resi conto di avere un pugno verso l’alto e il fiatone. Lui mi guardò seriamente preoccupato
-hai mai pensato di andare da uno strizza cervelli? –
Socchiusi gli occhi –perché dovrei, scusa? –   
Jukka esitò –mmh… nono, era così per dire… tranquilla –
Alzai un sopracciglio –mi stai forse prendendo per il culo? –
-no, figurati!scusa, ora devo andare… chiamami quando prendi appuntamento dallo psichiatra! –
Stavo per corrergli dietro, quando la porta del camerino si spalancò. Mi voltai e vidi Sara con i capelli bagnati, una salvietta in mano e una faccia piuttosto incazzata
-si può sapere che cazzo succede?????non si può nemmeno fare una doccia in pace che qui fuori sembra che sia scoppiata la 3° guerra mondiale?!?!?!io ci lavoro qui, mica cazzeggio tutto il giorno… ho bisogno di pace, porca di una… -
Le misi una mano sulla bocca, la spinsi e chiusi la porta con un calcio. Poi mi voltai verso di lei con un sorriso gigante
-siete stati miticiiiii!!!!!!yeah! –
Lasciai che la mia mano pallida si rivolgesse verso l’alto alzando le tre fatidiche dita metallare (ovvero mignolo, indice e pollice) in segno di vittoria. Poi caddi in una mistica adorazione per Sara, mentre mi guardavo attorno circospetta alla ricerca di… Tuomas. Sara mi osservò senza capire
-scusa… ma chi stai cercando? –
La guardai con aria innocente –eh????io????no, nuuuulla… solo, mi guardavo intorno… -
-ma se il mio camerino lo hai visto migliaia di volte!!– disse lei stupefatta.
Cazzo, stavo sparando cose a casaccio…
-hem… si, ma… sta volta le pareti sono più… metallare del solito! – saltai su con la prima balla che mi passò per la testa. Sara guardò le pareti e poi rivolse gli occhi a me sospettosa
-ma sono rosa… -
Disse quasi come se fosse incazzata perché le avevo fatto notare quel piccolo particolare (la Sara odia il rosa!)
Indietreggiai passo per passo e feci un sorriso isterico –già, è vero, non me ne ero accorta… -
-Nana si può sapere che diavolo hai???? –
Stava per perdere la pazienza, accidenti. Era meglio dileguarmi…
Sorrido divertita
-credimi lo faccio per il tuo bene… bè, comunque ora vado sul bus a vedere cosa combina Marco… divertiti!! –
Detto questo sgattaiolai fuori dalla porta prima che Sara potesse aggiungere altro.
Risi tra me e me senza un motivo ben preciso…
Arrivata sul bus vidi Marco con una bottiglia di vodka in mano che gettava le carte da 1 sul tavolino con malinconia. Mi avvicinai in silenzio
-che fai? –
Il bassista fece un salto di un metro e mezzo e si voltò con gli occhi fuori dalle orbite.
-OmmioDiosalvami!!che succede???? –
Urlò tremando di paura. Scoppiai a ridere
-n-niente…hahaha…volevo solo…hehehe hihihi…sapere che facevi…wuhahahah!!!–
Crollai sul divanetto lì di fronte e risi per altri cinque minuti. Marco mi guardò alzando un sopracciglio e si voltò di nuovo concentrandosi sul gioco.
Decisi di provare di nuovo
-senti, ma che stai facendo con le carte da 1 di Jukka? –
-gioco, no?cos’altro si può fare con le carte??? –
…. spesso mi chiedo come si fa a vivere con questi tizi, sono uno più sbandato dell’altro… xD
-cioè, tu stai giocando da solo a 1??? –
Marco annuì pensieroso su che carta buttare giù e mi guardò con aria furba
-e sai che ti dico??... – aspettai ansiosa il seguito di quella frase… -sto perdendo… -
Scosse la testa e gettò un jolly cambia colore. Poi urlò “Blu!!”
Sta volta ero io a scuotere la testa senza parole… quella era una gabbia di matti!xD ma volevo loro troppo bene, soprattutto a Sara.
I miei dubbi sulla sanità mentale di Marco vennero subito messi a tacere alla vista di 5… no 6… anzi 7 bottiglie di birra buttate sotto il tavolo. Sospirai… era praticamente ubriaco fradicio a meno di 15 minuti dalla fine del concerto… incredibile!avrebbe potuto vincere un Guinness dei Primati…
Mi stiracchiai e sentii la maglia tirarsi su fino all’ombelico e scoprire il tatuaggio che mi ero fatta tempo fa. Voltai lo sguardo e mi accorsi che Marco mi stava fissando con una strana espressione… istintivamente abbassai le braccia e feci un passo verso la porta
-bhe… vado a comprarmi una coca-cola, ci vediamo dopo!Se torna Jukka digli di non entrare in camera mia sennò lo trucido!! –
Scesi e tirai una grande boccata d’aria fresca (fresca per modo di dire perché era pieno di macchine che sgommavano e andavano via).
Mi avvio verso il bar infilandomi gli occhiali da sole scuri, coperti per metà dal mio lungo ciuffo biondo.
 
Sara, Tuomas, Jukka e Emppu entrarono in fila, uno dopo l’altro sul bus. Tutti e tre si fermarono a guardare Marco che tirava le carte sul tavolino come un assatanato e gridava “ho perso di nuovo!!”.
Tuomas si mise una mano davanti agli occhi e sospirò pensando “ma dove diavolo l’ho trovato questo…”, mentre Sara gli dava leggere pacche sulla spalla per consolarlo. Intanto Jukka e Emppu cercarono in tutti i modi di trattenere le risate, che dopo meno di 2 minuti scoppiarono dalle loro bocche come una cascata in piena. Avevano le lacrime agli occhi e si rotolavano per terra cercando disperatamente di smettere. Sara sbuffò
-Marco, dov’è Nana?devo raccontarle un po’ di cose… - si voltò verso Tuomas sorridendo. Marco la guardò stringendo gli occhi e riducendoli a due fessure. Ricordava molto vagamente cosa avesse detto l’Emo e soprattutto dove fosse andata… qualcosa che riguardava la sua stanza e Jukka…
-hem… sta dormendo in camera sua… e ha chiuso la porta perché non voleva che Jukka entrasse… -
Il batterista sospirò sconsolato, visto che non poteva disturbare la ragazza come suo solito. Sara lo imitò, ma per una ragione diversa… doveva assolutamente parlare con Nana! Marco invece lasciò andare le carte sul tavolo. Non era sicuro che Nana avesse detto quelle parole e non voleva certo combinare un casino. L’ultima volta che aveva detto qualcosa di sbagliato Emppu lo aveva minacciato di lanciargli la batteria di Jukka in testa… quindi il batterista si era arrabbiato urlando che nessuno poteva toccare la sua batteria e i due avevano iniziato a fare rissa. Ok, è vero, quella volta Marco si era divertito un sacco a guardarli mentre si azzuffavano nell’erba di fianco al bus, solo che poi Tuomas se l’era presa con lui e a quel punto aveva davvero rischiato troppo!!
Tutti quei pensieri lo stavano mandando in confusione… scosse la testa e decise di non pensarci più
-hey ragazzi, io vado al bar! – disse Emppu. Tuomas lo fermò
-ma dai, siamo in ritardo, dovevamo essere in hotel un quarto d’ora fa!andiamo!!Al bar ci andrai un’altra volta! –
Emppu provò a fare gli occhioni dolci al frontman, ma dopo essere stato mandato a quel paese da tutti, decise di arrendersi e andò a farsi una doccia.
-bene, partiamo!! – disse Jukka allegramente prendendo posto (perchè guidasse lui non si è mai capito). Sara sorrise
-ci siamo tutti???? –
Aspettò le varie risposte. La prima fu quella di Emppu, proveniente dalla doccia, poi quella di Jukka, quella di Marco ed infine quella di Tuomas. Sara si sedette
-bene, si parte allora… -
Il batterista mise in moto il bus, diede gas e suonò forte il clacson, tanto per fare casino.
 
C’era una fila strepitosa al bar. Solo per pagarmi una coca ci stavo impiegando una vita, che palle. Incominciavo ad innervosirmi e la coca stava diventando calda… che senso aveva bere una coca calda??(|-(
Alzai la testa al cielo e sbuffai. Mi guardai intorno… tutta la massa di gente era ammucchiata davanti alla cassa, a parte un gruppo di 5 ragazzi seduti ad un tavolo, con una schiera di birre, che facevano un gran casino. Cominciai già ad odiarli, se non la smettevano li avrei volentieri uccisi…
Sentii il rumore di un motore che si avviava. Beato chi se ne stava già andando da lì… probabilmente era un bus a giudicare dal rumore…
Guardai l’ora. In effetti noi dovevamo essere in hotel circa un quarto d’ora fa…
Il bus che aveva acceso il motore partì e diede una bella suonata di clacson. Sorrisi, lo  faceva sempre anche Jukka quando partivamo.
Strano… il rumore di quel clacson mi era familiare… era particolarmente somigliante… al nostro.
Oh Cazzo.
Spalancai gli occhi e la coca mi cadde di mano con un tonfo. Uno dei 5 ragazzi casinisti smise di parlare e mi guardò con una specie di mezzo sorriso.
Che cavolo ci faccio ancora qui??
I Nightwish stavano partendo senza di meeeeeee!!!!
Mi precipitai fuori spintonando le persone che stavano cercando di entrare nel bar e arrivai al parcheggio dove un attimo prima c’era il bus.
Già,un attimo prima… ora era rimasto solo uno spiazzo di ghiaia asfaltata e bruciante per via del sole e qualche segno di sgommata appena fresca proveniente dalla guida spericolata di Jukka.

Porca miseria…
Mi hanno lasciata a piedi… e io ora che faccio????
Presi il cellulare e cercai di chiamare Sara. Niente. Zero assoluto. Non c’era nemmeno la segreteria telefonica… T.T
Tirai un calcio ad un sassolino per terra, avrei voluto urlare come una pazza, ma cercai di contenermi. Alzai lo sguardo verso il bar e mi accorsi che il ragazzo che mi guardava prima aveva ancora gli occhi fissi su di me, attraverso la finestra. Ancora con lo stesso sorriso ironico, gli stessi occhi grigio-azzurri un po’ tristi e la stessa faccia imbronciata. Ero sicura di averlo già visto da qualche parte, ma non me ne fregava proprio niente… mi diressi verso la porta del bar. Oltretutto avevo lasciato cadere per terra la coca-cola, quindi mi toccava andarla a riprendere e rifare la fila da capo… che sfiga.
 
 
 

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Capitolo 3
*** New Knowledge ***


New Knowledge

 
 
In onore della situazione in cui mi ero cacciata, avevo rinunciato alla coca e mi stavo scolando la terza bottiglia di birra Heineken. Speravo che si fossero resi conto di avermi lasciata qui o sarebbero stati proprio cazzi amari. Sapevo che era colpa di Jukka... si era arrabbiato perchè non lo lascio mai entrare nella mia camera e quindi era partito senza di me!!
Se lo prendo giuro che lo strozzo come una gallina e poi lo cuocio pure nel brodo!!
Mi accorsi che stavo “torcendo” il collo all’ultima bottiglia di birra semi vuota che avevo in mano e mollai la presa sconsolata. Fuori stava iniziando a venire buio e faceva freddo perfino nel bar... mi strinsi le braccia intorno al corpo cercando di scaldarmi un pò, visto che avevo addosso solo una misera canotta nera. Nel locale eravamo rimasti io, i cinque ragazzi e gli addetti alle pulizie... che cosa deprimente. Visto che non avevo più niente da fare, decisi di uscire quindi lasciai i soldi sul tavolo. Fuori soffiava un vento gelido che mi fece svolazzare i capelli un pò da tutte le parti. Mi accesi una sigaretta e rimasi lì, ferma a guardare il cielo che si inscuriva gradualmente. Dopo un pò, non so quanto, anche i 5 ragazzi uscirono dal bar: guardandoli meglio si capiva subito che erano metal, visto che indossavano catene, borchie, jeans strappati e robe di quel tipo. Continuavano a ridere come dei deficienti, ma ad un certo punto si zittirono e si voltarono tutti verso di me. Io a mia volta li guardai senza entusiasmo tirando una boccata di fumo e tenendomi su il gomito con l’altro braccio. Avrei tanto voluto urlare loro di non rompere e girare i tacchi, ma rimasi zitta...
Ero sicurissima di averli già visti, ma non riuscivo proprio a ricordare dove... magari erano dei fan dei Nightwish.
Sospirai e abbassai lo sguardo tirando un calcio alla polvere. Il gruppo si spostò verso il parcheggio e lì guardai mentre si allontanavano, sedendomi su una panchina.
Mentre pensavo ai cavoli miei, e soprattutto a dove avrei dormito quella notte, vidi un’ombra arrivare verso di me. Alzai lo sguardo e mi accorsi che era uno dei metallari che prima mi fissavano
-ho visto che prima sei entrata nel bus dei Nightwish... li conosci per caso? –
Non era gentile. Sembrava più che altro che avesse fatto una scommessa con i suoi amici e ora fosse stato costretto a parlare con me. Lo guardai al di sopra degli occhiali
-si, li conosco... – sussurrai tirando un’altra boccata. Il ragazzo sorrise
-allora avrai visto la nuova cantante, eh?!?!è proprio una gran bella gnocca, quella Sara... Sai che io la conosco?? –
Scossi la testa e feci un mezzo sorriso ironico, poi mi alzai togliendomi gli occhiali e lo guardai dritto in faccia, piegando la testa da un lato
-no, non è vero. – dissi con tranquillità assoluta. Il ragazzo rimase un attimo stupito
-come no??si che è vero! –                                              
-no, non è vero. Ne sono sicura perchè Sara è la mia migliore amica da quando andavamo alle elementari –
In quel momento mi accorsi che tutti gli altri si erano avvicinati e ora stavano ridendo a crepa pelle. Il ragazzo che mi stava davanti fece un passo indietro e divenne serio
-hahahaha!!ti è andata male Alexi... hahahahahaha!!! – disse uno di loro, che aveva lunghi capelli castani.
Un momento...
Capelli lunghi, biondi... vestiti incredibilmente larghi... occhi grigio-azzurri e pelle decisamente bianca... Alexi... Alexi... Quell’ Alexi!!
-nonono, aspetta un attimo... tu sei il cantante dei Children Of Bodom??? –
Li interruppi io di colpo. Il ragazzo si voltò verso di me e alzò una mano facendo uno strano gesto circolare, come se fosse uno strano saluto
-bè, mi fa piacere che almeno qualcuno mi riconosca! – Sorrise. Gli altri, dietro di lui continuavano a ridacchiare.
-scusa per la figuraccia... – sussurrai arrossendo lievemente. Lui scoppiò a ridere
-oh bè, allora siamo pari!Io ho offeso la tua amica e tu non mi hai riconosciuto! –
Uno dei ragazzi, quello che aveva parlato prima, si intromise
-Alexi dobbiamo andare, ci spettano al palazzetto –
Il ragazzo si voltò verso l’amico
-ok... bè, ci si vede, bellezza! –
Si voltò con tutti gli altri. Rimasi a guardarli e dopo meno di due minuti, Alexi tornò indietro
-hey, senti... per caso stavi andando da qualche parte? – mi chiese.
Scossi la testa –no, per ora no... –
Lui sorrise –che ne dici di venire al  nostro concerto?certo, ti toccherà stare dietro le quinte, ma è meglio di niente, no?!?! –
Sorrisi –accetto!! –
Ci avviammo verso gli altri e salimmo sul bus. Lì iniziarono le presentazioni:
-allooora... Io sono Alexi, lui è Janne il tastierista, poi ci sono Roope il chitarrista, Jaska il batterista e Henkka il bassista!! –
Annuii sorridendo.
Il tastierista mi si avvicinò
-ok, ti abbiamo detto chi siamo… solo che… noi vorremmo sapere chi sei tu, ragazzina… -
Lo guardai con aria assassina
-innanzi tutto potrei essere la ragazza che ti spezzerà le gambine se mi chiamerai ancora una volta ragazzina –
Janne deglutì mentre gli altri gli davano pacche di incoraggiamento sulle spalle e ridevano di lui. Sorrisi
-e seconda cosa… mi chiamo Nana –
Il tastierista mi guardò ad occhi socchiusi –Nana…  Nana… Nana, quella dei “Wild Storm”?? –
Sgranai gli occhi. Possibile che loro mi conoscessero?Possibile che una delle più famose band metal conoscesse la mia gothic-band appena uscita allo scoperto?? (e che oltretutto si era già sciolta!)
Arrossii violentemente –eh, già… -
Jaska fischiò.
-wow, ma allora abbiamo una star a bordo!! –
Gli altri risero. Io scossi la testa
-ma ragazzi, io e la band ci siamo sciolti già da un paio d’anni… -
Janne mi guardò sconcertato
-CHE COOOOSA?????ma come?io ero un vostro fan… -
Lo guardai con un misto di gratitudine e stupore
-davvero?? –
Lui si alzò e prese una scatola li vicino. Poi me la fece vedere: era piena di CD di gruppi poco conosciuti o che stavano per emergere… e c’erano anche i miei due CD: “Sadistic Pleasure”e “Dead Soul Inside Me” … Mi venne nostalgia a guardare le copertine. Alzai lo sguardo con occhi lucidi e guardai Janne
-grazie… - dissi, semplicemente. I ragazzi mi sorrisero, mentre il bus si fermava.
Mi ritrovai dietro le quinte di un palazzetto poco distante da quello dove i Nightwish si erano esibiti qualche ora prima, ad osservare i Children Of Bodom che armeggiavano con gli strumenti e si preparavano per entrare in scena. Mi sedetti per terra a gambe incrociate e appoggiai i gomiti sulle ginocchia e la testa alle mani. Era tutto pronto, i quattro ragazzi salirono sul palco e subito si sentì un boato fortissimo. La folla stava solo aspettando lui, Alexi. Ma il ragazzo non sembrava averli notati; anzi restava fermo davanti a me con la chitarra in mano. Ci stavamo guardando a vicenda e vidi qualcosa di immensamente triste nel suo sguardo. Improvvisamente mi sorrise e si avvicinò al mio viso. Poi mi diede un leggero bacio su una guancia e mi sussurrò in un orecchio
-mi raccomando fai il tifo per me, bambina… -
Poi si allontanò. Rimasi a guardare la sua ombra finchè non la vidi sparire sul palco e il casino diventò più forte e più intenso. Sospirai… chissà cosa stava facendo Sara, chissà se si era accorta che io non ero più con lei. E probabilmente non ci saremmo viste per un po’. I Nightwish erano già in ritardo sulla tabella di marcia del loro tour e non potevano di certo tornare indietro per riprendere me!Perciò dovevo rassegnarmi e trovare un modo per raggiungerli… o per tornare a casa.   
 
Nella hall dell’ hotel dei Nightwish…
-MARCOO!!!SEI UN IDIOTA, è TUTTA COLPA TUA!!!!CHISSA’ DOVE SARA’ ORA, POVERINA…L’ABBIAMO LASCIATA DA SOLA IN UN PARCHEGGIO!!IN UN PARCHEGGIO, TE NE RENDI CONTO??? –
Tutta questa scenata proveniva da una ragazza dai lunghi capelli mossi e castani seduta su un divanetto con gli occhi lucidi dalla rabbia. Sara.
Per colpa di Marco, che aveva detto che Nana era nella sua stanza, loro erano partiti ignari del fatto che in realtà la ragazza era al bar. Solo che quando Emppu aveva per sbaglio sfondato la porta della camera di Nana e si era accorto che lei non c’era, si erano resi conto del fatto che l’avevano lasciata a piedi chissà dove. La sua migliore amica era dispersa davanti ad un parcheggio in balia della notte, e lei non poteva fare niente…. Strinse i pugni e guardò Tuomas supplichevole.
-dobbiamo andare a riprenderla… -
Il ragazzo scosse la testa –ma Sara se ritardiamo ancora dovremo rinunciare ad alcune tappe del tour… e noi non possiamo rinunciare a quelle tappe. Non abbiamo abbastanza soldi per risarcire tutti! –
Sara sospirò –ma è la mia migliore amica!se le succede qualcosa io… -
-oh dai, se la caverà benissimo!! – si intromise Jukka con un sorriso –la conosci no??probabilmente a quest’ora sarà in un Motel pieno di ubriachi che non la fanno dormire e domani tenterà di fuggire perché non ha abbastanza soldi per pagare l’affitto… -
Sara a quelle parole sbiancò. Tuomas lanciò un occhiataccia al batterista e lo spinse via, poi prese la ragazza per le spalle
-così non è che la fai stare meglio… - sussurrò a Jukka scuotendo la testa, poi si rivolse a lei
-Sara, non preoccuparti, se la caverà benissimo. Domani cercheremo di chiamarla, ora qui non c’è campo… tranquilla, ok?? –
I due ragazzi si guardarono e Sara si sentì subito meglio. Se c’era una cosa che Tuomas sapeva fare, era proprio tranquillizzarla. Si sedette di nuovo sul divanetto e non poté far altro che sperare che l’amica stesse bene. Sorrise… certo che stava bene!Nana non era mica una poco di buono ed era sicura che se la stava cavando alla grande…. Almeno sperava.
 
Finito il concerto mi sentivo un po’ intontita… quella musica era capace di spaccarti in due il cervello!però mi piaceva un sacco!!
-oh ragazzi siete stati fantastici! – dissi sorridendo a Roope. Da dietro sentii il batterista che mi metteva un braccio intorno alle spalle
-hey, ora che sei impressionata dalla mia bravura, ci esci con me, vero?? –
Scoppiai a ridere
-oh certo, molto volentieri!! – dissi levandomelo di dosso.
Janne sospirò –bè Nana sei stata con noi un po’ troppo… forse dovresti tornare a casa, che ne dici? –
I cinque ragazzi mi guardarono. Trattenni il respiro e poi risi come un’isterica
-casa!!!!! – dissi con voce sarcastica e nostalgica voltandomi dall’altra parte barcollando –la mia casa… -
Sussurrai guardando per terra con un mezzo sorriso divertito e ironico. Janne mi si avvicinò
-ti senti bene? –
Mi voltai –oh, si sto benissimo! –
-bene!allora puoi andare, no?? –
Alzai le sopracciglia -eeeehh………. No. –
I ragazzi restarono perplessi
-come no? – chiese Henkka dando voce ai pensieri di tutti.
-non posso tornare a casa… perché è troppo lontana! –
Spiegai semplicemente come se stessi parlando con dei bambini piccoli. Alexi aggrottò le sopracciglia
-bè, allora potresti… tornare in hotel? – azzardò alzando una mano. Scossi di nuovo la testa
-non ho nessuna stanza in nessun hotel… -
Jaska si fece largo fra tutti gli altri –ma cos’è questo il gioco degli indovinelli??per caso dobbiamo azzeccare il posto dove andrai a dormire sta notte? –
Risi –potreste provarci… ma probabilmente non indovinereste! –
Roope sospirò –ma si può sapere che sta succedendo?non ci sto capendo più nulla!! –
Jaska, Janne e Henkka sbuffarono spazientiti e iniziarono a far casino per cercare di spiegare al chitarrista cosa stava succedendo, ma visto che parlavano tutti insieme ne era saltato fuori solo un gran baccano. Alexi alzò la testa al cielo
-SIIILENZIOO!!!!!!! –
Urlò. I ragazzi si zittirono di colpo e lo guardarono. Lui si diresse verso di me
-insomma ragazzina, ce l’hai o no una casa? – mi chiese come se quella fosse la domanda fatidica di un quiz da un  milione di dollari.
-no… - dissi diventando seria. -…ma se vi dicessi cosa mi è successo non ci credereste… -
I ragazzi si guardarono –dai, mettici alla prova! – disse Henkka incitandomi. Li guardai
-dovevo partire con i Nightwish per la prossima tappa del tour. Solo che mi era venuta sete e sono andata al bar a prendere una coca… e quando sono tornata indietro… -
-… loro non c’erano più. – finì Alexi. Lo guardammo tutti stupiti. Lui alzò le braccia in segno di scusa
-hey, io ti ho vista mentre ti disperavi nel parcheggio! –
Annuii arrossendo lievemente –capisco… -
Janne si avvicinò –ora però resta il problema più grande… -
Io e Alexi ci voltammo contemporaneamente ed esclamammo
-ovvero??? –
-bè, tu non sai dove dormire sta notte! –
Sospirai –già… -
Jaska azzardò un’idea

-sentite ragazzi… noi possiamo fare quel cavolo che ci pare per tutto il tempo che vogliamo no? – gli altri annuirono. Il batterista mi mise un braccio intorno alle spalle –e la nostra cara amica, qui, non sa dove andare… - mi sorrise.
Roope continuò – già, nessuno di noi vuole che Nana si annoi… - disse con aria innocente, ma il sorriso era tutt’altro che angelico. Mi sentivo una formica in mezzo a quei tizi, ma visto che non sapevo cosa fare, tanto valeva rischiare di passare una serata con loro… in fondo non sembravano tanto male.
-bene!signori è deciso… sta sera festeggeremo il nostro concerto in compagnia di una bella ragazza!!! –
Sorrisi. No, non erano per niente male….
Andammo in un bar, piuttosto lontano dal palazzetto. Incominciammo a bere e Henkka mi chiese se potevo prendere tutto quel alcool
-hey, amico, ho diciannove anni!posso fare quello che voglio della mia vita!! – dissi sicura di me, poi mi scolai il terzo bicchiere di birra. I ragazzi mi osservavano stupiti mentre ridevo delle loro facce. Poi Alexi scoppiò a ridere e io divenni rossissima in viso, ma senza un motivo ben preciso
-cavoli ci siamo trovati un bel peperino di ragazza, eh?!?! –
Peperino di ragazza??????ma dico, siamo impazziti????
-senti un po’… - iniziai io guardandolo con aria assassina – se credi che io non mi sia accorta che prima mi hai chiamata ragazzina, ti sbagli sai?!?a me non sfugge niente… –
sentii Janne che sussurrava –Oddio, è ubriaca fradicia… -
Mi rivolsi a lui sventolandogli l’indice davanti alla faccia –non sono ubriaca!!!!! – mi alzai, ma incominciai a vedere sfocato e mi girava parecchio la testa. Ricaddi seduta –ok, forse lo sono un po’…… ragazzi inizio a vederci quadruplo! –
Dissi strizzando gli occhi. Alexi mi sventolò una mano davanti alla faccia e io mi rimbecillii ancora di più
-oddio, sto male… -
Mi alzai in un attimo e corsi verso il bagno.
Dieci minuti dopo uscii e mi trovai Alexi davanti, sorrideva.
-sei carina quando stai male, lo sai?? –
Spalancai gli occhi, sentii le guance infiammarsi e le mani iniziarono a sudarmi freddo. Tremavo quasi, ma sapevo che non era per l’imbarazzo…
Riuscii a resistere per altri due minuti, poi barcollai e sbattei contro la porta del bagno. Vidi il viso del ragazzo mutare in una smorfia.
Poi le gambe cedettero. Qualcuno mi prese al volo prima che toccassi terra.
Dopo non ricordo  nulla.
 
 

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Capitolo 4
*** In tour with you?!? No, it’s a joke! ***


In tour with you?!? No, it’s a joke!

 
 
Aprii un occhio. Sole, troppo sole. Sole accecante, sole bollente, sole… palloso. Strinsi le
palpebre e emisi uno strano mugolio simile ad un mostruoso lamento. Sentii un rumore, una specie di sospiro simile ad una risata trattenuta.
Ma no, ero pazza…. chi potrebbe ridere nella mia stanza se ci sono solo io??Oggi probabilmente dovrò andare ad un nuovo super concerto metal, quindi sarà meglio che mi metto in tiro fin da subito, sennò poi Tuomas si arrabbia perché li faccio ritardare.
Sorrisi. Il problema era che Tuomas non sapeva proprio sgridarle le persone….Specialmente Sara. Una volta lei gli aveva rovesciato tutto il caffè addosso, ma lui si era limitato a sussurrare “devo cambiarmi maglia!!” e poi aveva sorriso come al solito. Ma ormai lo sanno anche le portiere del bus che quei due si piacciono… E poi io, che sono un’ atteeeenta osservatrice, mi sono accorta fin da subito che il “tastierista tenebroso” si mangia con gli occhi la “cantante timida e metallara al tempo stesso”. E lei invece non si vuole fare avanti…. che strana ragazza…
Appena tornerò da loro dovrò sistemare un po’ di cose tra quei due…. =3
Appena tornerò da loro???ma io ci sono già!
“No, invece, stupida!Non ricordi cosa è successo ieri????”
Mmmh… no.
“Solo perché hai bevuto 6 birre in meno di 5 ore….”
In effetti sembra che mi sia passato un carro sopra la testa… mi scoppia tutto!!
“sei stupida il triplo…. stai parlando da sola….”
questo non è vero….
“dai, avanti pirla, svegliati che ti stanno aspettando.”
Chi???
“SVEGLIATI!”
Mi alzai a sedere di scatto e aprii gli occhi. Mi ero addirittura ridotta a parlare con la mia presunta coscienza. Ricaddi all’indietro colta da un giramento di testa, poi guardai il soffitto.
In effetti non era la mia stanza… Strizzai le palpebre un paio di volte e guardai a sinistra. In quel posto c’era decisamente un gran casino…. riconobbi solo borchie dappertutto, probabilmente perché avevo ancora la mente annebbiata dalla sbornia. Mi voltai a destra
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!–
Urlai. Feci un salto così grande che caddi dal letto, aggrovigliata nelle lenzuola bianche. Lentamente feci capolino con la testa dal margine del letto, con le coperte che mi incorniciavano il viso come se fossi una suora. Sentivo gli occhi grandi per lo spavento e le mani mi stavano ancora tremando. Poi il tremito cambiò e la paura si trasformò in… rabbia.
Alexi se ne stava lì, sdraiato sul letto con una canottiera nera addosso e i jeans stracciati. Il gomito era appoggiato al cuscino e la mano teneva su la testa piegata da un lato. Mi guardava e sorrideva. Quel maledettissimo sorriso strafottente che mi stava mandando letteralmente in bestia.
-buongiorno!! – mi disse allegro.
Mi alzai con calma innaturale, poi lo guardai riducendo gli occhi a due fessure assassine
-si può sapere che diavolo sta succedendo? – sibilai a denti stretti
Lui rimase tranquillo, esattamente come prima
-hem… svegliata male? – azzardò osservando la mia espressione omicida
Si alzò e ci avvicinammo l’uno all’altro
-che diavolo ci faccio qui? –
Alexi scoppiò a ridere –oh, è solo quello il problema?? –
Feci un altro passo e mi trovai a meno di 20 centimetri dal cantante. Nonostante fossi piuttosto bassa rispetto a lui e mi sentissi un po’ in imbarazzo a stargli così vicino, riuscii a sostenere il suo sguardo
-SOLO QUELLO?????????????i-io…io non…ABBIAMO DORMITO INSIEME!!!! –
Dissi sconvolta. Un movimento troppo avventato mi fece venire un altro capogiro. Chiusi gli occhi, avvicinai la mano smaltata di nero alle tempie e barcollai. Il ragazzo mi tenne un braccio con una mano e mi circondò la vita
-siamo un po’ debolucce, eh?!? –
Scossi la testa –si, ma è solo colpa tua –
Alexi mi lasciò andare e indicò se stesso –cosa??? –
Lo guardai male e uscii dalla camera con passo incerto. Scesi le scale e mi trovai davanti gli altri componenti della band, che smisero di parlare e mi guardarono.
-ben svegliata, Nana!! – disse Janne alzandosi in piedi. Lo fulminai con gli occhi e mi sedetti sul divano buttandomi di peso. Jaska si  guardò intorno
-dov’ è Alexi? – mi chiese.
-di sopra – fu la mia risposta secca.
Appena il cantante biondo scese le scale, mi alzai e lo fronteggiai di nuovo
-voglio scendere di qui, adesso
Alexi mi guardò seriamente, poi senza che me lo aspettassi, sorrise di nuovo.
-No. – rispose semplicemente.
Quella sua ostinata calma mi faceva saltare letteralmente i nervi, ma cercai di contenere le urla dopo la figuraccia di prima. Chissà per quanto tempo mi aveva osservata dormire…
-per… - mi schiarii la gola -…perché? –
Alexi mi prese per le spalle e mi voltò verso il finestrino coperto da una spessa tenda rossa e blu. Henkka la tirò via.
Smisi di respirare.
Strada. Alberi, strada, cielo.
Ci stavamo muovendo.
Mi girai verso Alexi con occhi persi e pieni di terrore
-d-dove… dove stiamo andando? –
-in tour!!!! –
Sbiancai completamente. Vidi Roope che iniziava a preoccuparsi e cercai di calmarmi per non far allarmare ulteriormente tutti gli altri,  ma non ci riuscii e scoppiai in una crisi isterica
-PERCHè DIAVOLO MI AVETE PORTATA QUI??????IO DOVREI ESSERE CON I NIGHTWISH SU UN PALCOSCENICO DELL’EUROPA E MI RITROVO SUL VOSTRO BUS, COSTRETTA A SEGUIRVI PER IL VOSTRO TOUR!!!!!!!!!! –
-Nana, calmati… -
Disse Jaska. Smisi improvvisamente di urlare e lo guardai fisso. I ragazzi fecero un passo indietro sotto il mio sguardo sadico, ma il batterista non si perse d’animo e continuò con poca sicurezza
-a-ammetto che l’idea di portarti qui per la notte è stata di Alexi… - e si portò le mani al petto in segno di innocenza -… ma noi  abbiamo approvato solo perché non eri ridotta bene… -
Janne continuò –e non potevamo lasciarti da sola in mezzo alla strada…-
Sospirai e cercai di calmarmi
-okok, grazie… ma ora non riuscirò mai a raggiungerli… -
Alexi mi voltò –ed è qui che ti sbagli…- si fermò improvvisamente come assorto nei suoi pensieri e mi fissò intensamente negli occhi. Io ricambiai lo sguardo per pochi secondi, poi voltai la testa sentendomi stranamente a disagio. Lui inspirò lentamente senza smettere di fissarmi, poi si riscosse -tutti noi siamo molto intelligenti… a parte Henkka, ma lui è un caso particolare! – il ragazzo lo guardò male e cercò di andargli addosso, ma Alexi si spostò in tempo e il povero bassista andò a sbattere in pieno contro la porta. Io sussultai osservandolo mentre cadeva per terra, ma il cantante mi girò il viso verso di lui con la mano e continuò
-non preoccuparti, non si è fatto niente –
-ma… -
-davvero, succede quasi tutti i giorni!comunque… il nostro tour comprende l’Italia e la Francia. Ovviamente le tappe sono diverse da quelle dei tuoi amici, ma… l’ultimo concerto lo terremo nella stessa città, ovvero Parigi. –
Spalancai gli occhi –in che senso?avrete un concerto in comune? –
-ci esibiremo appena dopo di loro, quindi arriveremo insieme – rispose Jaska annuendo
-quindi c’è la possibilità che potreste incontrarvi? – chiesi.
Alexi annuì –dovrai solo informarli che farai il tour con noi e che vi ritroverete a Parigi! –
Sorrisi, ormai la rabbia era passata –e… quanto dovrebbe durare questo tour? –
-più o meno come quello dei Nightwish… -
Alzai la testa mordendomi un labbro e contai le tappe di Sara con le dita. Quando finii mi osservai le mani e poi guardai preoccupata i ragazzi
-più di due mesi??? –
Janne annuii con calma.
Oddio avrei dovuto passare due mesi con dei perfetti sconosciuti… e oltretutto sarò costretta a dormire con un ragazzo!!
Oh, no, non con un ragazzo… con Alexi Laiho.
Arrossii improvvisamente e abbassai lo sguardo imbarazzatissima.
-hey, tutto bene? – mi chiese Alexi
Lo guardai di sbieco e mi voltai per cercare di nascondere il rossore –certo… si, va tutto bene –
-forse dovresti dormire un altro po’ –
Girai il viso verso di lui e mi accorsi che era serio.
-ACCIDENTI, MA COME FUNZIONA QUESTO COSO??? –
Irruppe Roope distraendoci dalla conversazione. Lo guardai e mi accorsi che aveva in mano qualcosa di piccolo e arancione. Aggrottai la fronte
-hey quello è il mio cellulare!!! –
Mi avvicinai e glielo presi di mano. Roope mi guardò con gli occhioni
-non riesco a farlo funzionare!!! – mi disse. Guardai il display e sospirai
-ci credo, è scarico!! –
All’ultima parola infatti il cellulare si spense del tutto e non diede più cenni di vita. Mi venne il panico
-O no!!ma ora come faccio a chiamare Sara???? – mi voltai verso Alexi sconsolata. Lui scosse la testa, non sapendo cosa dire. Roope me lo prese di nuovo
-sai prima ti erano arrivate un paio di chiamate, ma ho dovuto buttare giù perché stavo giocando a “True Force” e… -
-TU CHE COS’HAI FATTO????? –
Ero sconvolta. Probabilmente Sara o Tuomas avevano tentato di telefonarmi ma io, da brava pirla, ero troppo impegnata a dormire con Alexi perché mi venisse in mente che magari qualcuno di loro mi stesse cercando…
Sospirai afflitta e mi sfregai una mano sulla fronte
-Oh Dio, dimmi che è un incubo… -
-dai, non è la fine del mondo! –
Cercò di consolarmi Roope. Ma il solo risultato fu quello di farmi salire le lacrime agli occhi
-Sara mi starà cercando ovunque… si sarà preoccupata e conoscendola ora farà qualche stupidaggine per tornare da me. Non voglio che perda la sua carriera per una cosa che è successa a me… non voglio rovinarle la vita, non voglio. –
Le lacrime iniziarono a scendere. Janne si sedette al mio fianco
-non preoccuparti, non succederà. So che penserai che io non la conosco e che non so quello che dico… ma se ti fidi davvero di lei, dovresti sapere che non farà nulla di stupido senza la tua approvazione, no?!?tranquilla Nana ci prenderemo cura di te e quando meno te lo aspetterai potrai tornare dalla tua amica! –
Mi asciugò una lacrima e io sorrisi -grazie… - dissi con voce roca e mi asciugai gli occhi con le mani.
Tirai su con il naso e guardai gli altri ragazzi.
Non mi sarei di certo annoiata in quei due mesi.
 
-Sara svegliati dobbiamo andare a provare!!! –
Gridò Jukka bussando violentemente alla porta della camera della cantante.
Sara aprì gli occhi e guardò l’orario sul display del telefono. Le 10.30… si alzò di scatto, si vestì con i primi abiti che trovò nella valigia ancora fatta (N.B. pantaloni di pelle rossi e corpetto bianco con nastri neri) e senza nemmeno pettinarsi spalancò la porta facendo sobbalzare Jukka.
-ci sono notizie di Nana???? – chiese in preda all’ansia. Il batterista sospirò
-hem… vieni, ne parliamo con… Tuomas –
Sara sbuffò e richiuse la porta con uno scatto secco. Sentì il batterista protestare di quel suo gesto ma lo ignorò di sana pianta. Si pettinò i lunghi capelli e si truccò. Poi prese il cellulare, l’immancabile i-pod e uscì per dirigersi nella hall.
Una volta arrivata tutta la band, i ragazzi fecero il punto della situazione
-oggi dobbiamo provare per il concerto, fare un paio di interviste e foto, perciò non abbiamo tempo per cazzeggiare, ok?? –
Disse Tuomas. Sara lo guardò speranzosa –e Nana??? –
Il ragazzo sopirò, poi guardò gli altri, altrettanto tristi
-Sara… ho provato a chiamarla un paio di volte, ma… -
-Ma????cosa è successo??non risponde?? –
-peggio… - disse Jukka con aria sadica. Tuomas gli lanciò l’ennesima occhiataccia
-… Jukka, certo che tu non le sai proprio consolare le persone, eh!! – e gli tirò uno scappellotto. Sara prese la mano di Tuomas e la strinse. Aveva gli occhi lucidi
-cosa è successo, Tuomas?? –
-lei ha… riattaccato. Non ha risposto alla chiamata per due volte e poi è squillata la segreteria. –
Sara si abbandonò sulla poltrona
-chissà cosa potrebbe esserle successo… -
-nulla!! – disse deciso Emppu –Nana è una in gamba… e non come dice Jukka!si sarà fatta dare uno strappo da qualche parte e ora starà alloggiando in un hotel a 5 stelle!! –
-e allora perché non risponde? – chiese la ragazza
-semplice… cellulare scarico! –
L’idea non era così stravagante. Conoscendo Nana, si sarebbe potuta inventare qualche storia per abbindolare un camionista e ora si sarebbe procurata vitto e alloggio per due mesi…
Tuomas guardò l’ora e si batté le mani –direi che è ora di andare. Dopo proverò a ritelefonare –
I ragazzi si alzarono e si diressero verso l’ascensore. Sara rimase ferma davanti al tavolino
-Tuomas… -
Il ragazzo si girò e tornò indietro. Sara sorrise imbarazzata
-senti, io… -
Tuomas le mise una mano su una spalla -Sara dovresti fidarti di più di Nana, lei… -
-nono, non è per quello… -
Lui rimase stupito –a no?? –
-hem… no… - guardò in basso. –ecco io… i-io volevo sapere… si insomma, noi… -
Il ragazzo sorrise cominciando a capire
-noi?? – cercò di spronarla. Sara alzò lo sguardo, si sentiva le guance rosse e calde come due braci ma si fece coraggio
-mistavosolochiedendosenoiorastessimoinsieme…. Ecco, si. –
Tuomas scoppiò a ridere –Sara, devo ammettere che non ho mai sentito nessuno parlare così veloce… a parte Emppu quando gioca a poker! –
Sara scoppiò a ridere, poi però ricordando il motivo per cui erano li, tornò seria
-ecco, mi stavo chiedendo se noi… ora… s-stessimo insieme… -
Tuomas sorrise e la guardò negli occhi. Sara si sentì sciogliere come un piccolo ghiacciolino sotto il Sole di Ferragosto.
-bè, se per te va bene… -
Lei iniziò a sentire moooolto caldo –nono, a me va bene se va bene a te! –
-ok… lasciando stare per un attimo il mio parere… a te andrebbe bene? –
-oh si, tantissimo!! – disse un po’ troppo di fretta. Il ragazzo le sorrise
-perfetto, allora va bene anche a me! – e le diede un leggero bacio sulle labbra, poi indietreggiò di qualche passo, si voltò e corse verso le scale. Sara si sentiva svenire dalla felicità… doveva a tutti i costi dirlo a Nana, doveva ritrovarla per forza!

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Capitolo 5
*** Discomfort ‘n’ misunderstanding ***


Discomfort ‘n’ Misunderstanding
 

 
Era scesa di nuovo la notte, e con essa era ritornato l’imbarazzo. Mi sentivo stanca e mi si chiudevano gli occhi, ma l’idea di dormire con un ragazzo mi dava la forza di restare sveglia. Tempo prima, quando ero felicemente fidanzata, mi ero ripromessa che non avrei dormito con un uomo che non fosse stato il mio ragazzo. Ora, non avevo nessun fidanzato, ma non potevo comunque dormire con un uomo se non era la persona che amavo. E io in quel momento, ne ero sicura, non amavo quel presuntuoso di Alexi.
Oltretutto avevo smesso di credere nell’amore…
Scossi la testa e ripresi in mano il joystick, guardando Henkka con aria di sfida. Mi concentrai sulle regole del gioco inserito nella nuova playstation 3, appena comprata dai Children e riuscii a dimenticare il resto.
Alle 2 di notte avevamo fatto 15 partite e io le avevo vinte tutte. Stavo mettendo a posto la console mentre Henkka si lamentava dicendo che ero poco normale. Sorrisi
-Sai, i Nightwish mi hanno costretta a giocare e ormai ci ho preso l’abitudine –
Janne e Jaska erano seduti sul divano ad occhi chiusi, sembrava che dormissero. Roope guardava la strada buia che sfrecciava dal finestrino e Alexi ascoltava la musica con gli auricolari ad un volume così alto che noi potevamo sentirla come se avessero messo su un mega impianto stereo. Tutto sommato l’atmosfera era piuttosto tranquilla rispetto a quello che mi ero aspettata. Il cantante era seduto con la testa china, gli occhi chiusi e le braccia incrociate. Rimasi a guardarlo, quasi incantata. Era come se stesse nascondendo dentro di sé qualcosa di orribile. Provai una gran tristezza, come se sapessi già qual era il suo problema, ma non riuscissi ad aiutarlo in nessun modo.
Distolsi lo sguardo sbattendo le palpebre un paio di volte. Mi alzai e mi stiracchiai.
-hai un tatuaggio? – mi chiese Henkka. Rivolsi lo sguardo verso la pancia, dove il cuore alato infilzato da una spada risaltava sulla pelle pallida e fredda. Annuii
-l’ho fatto quando avevo 14 anni… probabilmente non sapevo quello che facevo, però non mi pento della mia scelta –
Henkka osservò il disegno con più attenzione –per caso qualcuno ti ha spezzato il cuore? –
Sussultai a quella domanda e abbassai lo sguardo. Sulle labbra mi si formò un sorriso triste e nostalgico
-Si… - chiusi gli occhi pensando a quei momenti. Quelli felici, quelli tristi… ma ormai erano solo inutili ricordi. Avevo giurato di non soffrire più per il passato, ma allora perché ora sentivo un così forte dolore al cuore? In fondo era solo colpa del passato e delle persone che vi appartenevano se ero Emo. Una ragazza triste, sensibile e chiusa in se stessa…
-prima non ero così… - sussurrai. Henkka mi guardò in viso, senza capire. Scossi di nuovo la testa e in quel momento Alexi si alzò e spense la musica. Nel bus calò un silenzio quasi irreale. Io e il ragazzo biondo ci fissammo, poi lui parlò senza distogliere lo sguardo.
-ragazzi domani abbiamo un sacco da fare, perciò è meglio se dormiamo più del solito, d’accordo? –
Lamentandosi tutti si alzarono e andarono nelle rispettive stanze. Io e Alexi rimanemmo soli.
-vuoi venire a dormire? – mi chiese lui. sentii il panico salirmi in gola, seccandomela del tutto. Ci misi un po’ per trovare le parole giuste
-c-certo… - mi limitai a mormorare. Alexi si accorse della mia agitazione
-vuoi che ti lasci la mia stanza?... posso dormire sul divano! –
Scossi la testa arrossendo e mi sottrassi al suo sguardo
-no… no, è tutto a posto, davvero –
-… ok… -
Salimmo le scale lentamente. Ad ogni gradino sentivo il cuore martellarmi sempre più forte finchè non iniziai a percepire la sua velocità nel petto, nelle tempie, nel collo, nei polsi e addirittura nell’incavo interno dei gomiti. Ogni mia singola cellula stava andando in fibrillazione.
Una volta in camera, lo guardai mentre si toglieva la maglia. Chiusi gli occhi e feci un grande respiro. Mi sedetti sul letto dandogli le spalle e strinsi i pugni schiacciandoli contro le ginocchia. Deglutii un paio di volte, poi mi raggomitolai sotto le lenzuola aspettando che la luce si spegnesse. Visto che non successe niente e mi sentivo scomoda in quella posizione decisi di girarmi.
Il resto successe in fretta, quasi non me ne resi conto. Appena voltai lo sguardo dall’altra parte mi accorsi che anche Alexi aveva compiuto lo stesso movimento e ora i nostri volti erano così vicini che potevo sentire il suo respiro contro il mio viso. Riuscivo a specchiarmi nei suoi occhi… Sta volta, al contrario della mattina precedente, il più a disagio era lui, ma nessuno aveva il coraggio di muoversi.
-s-scusami… ma io di solito dormo da questo lato… - mormorò. Mi limitai ad annuire stringendo le coperte tra le mani, ancora scossa.
-ah… scusa. B-buona notte… - mi voltai di fretta. Poco dopo la luce si spense e la stanza calò nel buio. Nell’oscurità sentii Alexi che mi augurava la buona notte, ma mi sembrò un sussurrò così leggero che quasi pensai di essermelo immaginato.
Ancora più tardi la luce si riaccese. Mi voltai stupita appoggiando tutto il mio peso sul braccio sinistro. Alexi era in piedi, sembrava quasi che avesse paura di guardarmi in faccia
-non ce la faccio, non posso… - disse.
Mi misi a sedere. -… ho fatto qualcosa di sbagliato? – chiesi con timore.
Lui mi guardò, i suoi occhi facevano quasi paura. Scorsi dentro di essi un dolore gigantesco, quasi irreparabile
-no… cioè si, ma non è colpa tua. –
Rimasi stupita da quella risposta. Quindi avevo davvero fatto qualcosa di sbagliato?ma cosa??
Alexi distolse di nuovo lo sguardo dal mio viso
-non posso dormire con te. –
Detto questo uscì dalla camera sbattendo la porta. Rimasi seduta nel letto, senza capire. Non riuscivo nemmeno ad immaginare cosa potesse essere successo… ma sicuramente doveva esserci un motivo per cui non era riuscito a dormire con me e probabilmente era legato a quella tristezza opprimente che occupava i suoi occhi ogni volta che incontravano i miei.
Quella notte dormii dalla parte di Alexi, con la testa appoggiata al suo cuscino. Il suo profumo mi rimase nella mente per tutta la durata dei miei sogni.
Mi piaceva molto il suo profumo.
 
La mattina seguente aprii gli occhi consapevole del fatto che il ritrovo tra me e Alexi non sarebbe stato carino quella mattina. Lui mi aveva piantata in asso senza alcuna spiegazione e a me quel fatto non andava giù. Scesi le scale di corsa. Appena vidi Janne lo fermai.
-dov’è Alexi? – gli chiesi, con aria assassina.
-credo che sia fuori a fumare… ma è successo qualcosa ieri? –
Mi diressi verso la porta, senza voltarmi
-ora non posso spiegarti, ci vediamo dopo –
Appena uscii, sentii il sole bruciarmi la faccia. La mia pelle, di solito fredda e bianca perlacea, ebbe un lungo brivido quando andò a contatto con il calore mattutino. Io odio il sole, che è nettamente in contrasto con la mia “natura notturna”, ma quel giorno sentivo che il caldo avrebbe potuto aiutarmi nella mia discussione con “Mister Non Posso Dormire Con Te”.
Lo vidi, era di spalle e teneva in mano una sigaretta. Feci un lungo respiro e mi piazzai davanti a lui
-ciao… - dissi. Lui mi guardò, quasi sorpreso. Poi tornò a fissare il cielo azzurro
-… ciao… - sussurrò. Mi schiarii la gola
-…senti, riguardo a ieri sera… -
Alexi scosse la testa e buttò la sigaretta.
-scusa, ma ora non ho tempo per parlare. Ci vediamo… -
E tornò nel bus, lasciandomi alquanto scioccata per la sua sensibilità simile a quella di un cucchiaino. C’era qualcosa che non andava. Non voleva parlare di ieri sera, ne del suo problema e stava iniziando ad evitarmi. È ovvio che c’è qualcosa che gli impedisce di parlare.
Qualcosa tipo… è minacciato da un serial killer?? O è stato punto da un ragno radioattivo? Potrebbe essere ricercato dalla polizia per spaccio di droga?!?... e se fosse un vampiro?!?!?!?
Scossi la testa… ma che cavolo stavo blaterando??
Mi venne da ridere di me stessa. Mi incamminai verso il bus, ma quando appoggiai una mano sulla maniglia della portiera mi bloccai…
E se fossi io il problema?
In fondo ieri Alexi mi aveva detto che non avevo fatto nulla di sbagliato, ma poi si era corretto e aveva detto di si, ma che non era colpa mia…
Quindi è colpa mia se non è riuscito a dormire nel suo letto?ma perché?sono qui da un solo giorno e sono già riuscita a mettere in crisi la vita di una persona? Che cos’ha contro di me Alexi?
Sospirai, tirai la maniglia ed entrai. Il cantante e Janne stavano parlando, ma appena sentirono la mia presenza si zittirono e mi guardarono. Alexi se ne andò di sopra in gran fretta, sfiorandomi un braccio. Notai che la sua pelle era bollente.
Abbassai la testa, poi guardai Janne. Il suo sguardo era serio, quasi triste. Sospirai di nuovo esasperata
-che cosa succede, Janne? – chiesi in un sussurrò roco, quasi come se stessi per scoppiare in lacrime –è colpa mia?Se non volete che stia qui… -
-NO!!No, assolutamente no!è bello averti qui… -
-a parte per Alexi… - dissi in tono di resa
-no… no, non fraintendere Nana. È una situazione particolare… -
-e allora spiegamela! – non esitai a dire –io posso provare ad aiutarvi!io voglio provare ad aiutare Alexi… -
Janne esitò –io… non credo che sia il caso di parlarne con me… è una cosa che riguarda lui, non me! –
-centro io, non è vero? -
Il ragazzo sopirò –si… -
Alzai gli occhi al cielo
-lo vedi????se c’è qualcosa di sbagliato in me, credo di avere il diritto di saperlo! –
Janne scosse la testa ripetutamente –no, no NO!!Non sei tu… cioè, sei tu, ma non per colpa tua! –
Mi salirono le lacrime agli occhi dalla frustrazione
-me lo ha detto anche lui, ieri notte… -
Il tastierista mi fece sedere
-no, non piangere, ti prego Nana! –
Sospirai e singhiozzai asciugandomi le lacrime
-qual è il problema, Janne? –
Il suo viso si addolcì molto – non posso dirtelo, mi dispiace… lo può fare solo Alexi… -
-ma posso almeno provare a rimediare? –
-bè… potresti provare a non essere te stessa… ma non servirebbe a molto. Ormai l’hai colpito. –
Strabuzzai gli occhi. Che cosa voleva dire quella frase?
-Janne dobbiamo andare… -disse Roope mettendo la testa dentro al bus. Il tastierista si alzò di scatto
-scusa Nana, devo scappare –
Mi alzai anche io –aspetta!cosa intendevi con “Ormai l’hai colpito”?!? – chiesi esasperata. Janne non si voltò e uscì
-te lo spiego dopo! –
Urlò. Rimasi a fissare i 5 ragazzi che si allontanavano verso il palazzetto e li seguii pigramente…
Sara, ma dove sei??
 
 

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Capitolo 6
*** Reply, At Last! ***


Reply, At Last!

 
 
L’amica in quel momento aveva ben altro a cui pensare. Era in piena prova di “The Phantom of The Opera”, più precisamente nell’acuto finale. Stava cantando senza base musicale per riuscire a calibrare meglio la voce, sul palco, da sola. Solo lei e il suo microfono. Gli altri erano sparpagliati per il palazzetto insieme ai vari tecnici e i cameraman, che ormai li seguivano dappertutto.
Sara prese fiato, pronta per far uscire l’acuto più potente…
In quel momento passò di lì Tuomas che le sorrise dolcemente e la salutò con la mano. La ragazza sgranò gli occhi incantata e sorrise, ma questo le bastò per incespicare, tagliando di netto il fiato che aveva trattenuto in gola. Sorpresa, Sara fece un passo avanti, ma inciampando nel filo del microfono, finì la sua performance cadendo rovinosamente dal palco… esattamente addosso al povero Jukka.
-AAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!! –
Urlarono i ragazzi, cadendo per terra. Tuomas spalancò gli occhi, lasciando cadere il suo panino al formaggio(^.^ ho sparato a caso, spero ke gli piaccia il formaggio…) e corse verso la cantante con la preoccupazione negli occhi.
-Sara, stai bene? – le chiese tirandola su di peso per un braccio. Sara voltò lo sguardo verso di lui con gli occhi a cuoricino. Il ragazzo, prendendo la risposta per un “Si”, si lasciò andare ad un sospiro di sollievo.
-SARA???CIOE’, IO SONO STATO SPIACCICATO AL SUOLO COM UN INSETTO SCASSACOGLIONI, E TU TI PREOCCUPI PER SARA?!?!? – si lamentò Jukka ancora sdraiato. Tuomas gli diede una mano ad alzarsi.
-No, ero preoccupato anche per te… nella mente. Però riguardo all’insetto scassacoglioni hai ragione, sai? –
Jukka lo guardò pietrificandosi. I tre ragazzi si guardarono per un lungo minuto, poi scoppiarono tutti a ridere. Tuomas mise un braccio intorno alla spalla di Sara e la strinse a sé. Lei sorrise timidamente e sentì i brividi correrle lungo la schiena.
-vieni, prendiamoci una pausa. Abbiamo tempo… -
Disse il tastierista. Sara provò a replicare
-ma non ho fatto l’acuto e… -
-ma sei comunque andata benissimo!tranquilla! –
I due ragazzi si allontanarono insieme e uscirono dal palazzetto. Fuori soffiava il vento e Sara si tenne i capelli con le mani per non farli svolazzare anche se le faceva male il gomito su cui era caduta. Tuomas sorrise e le accarezzò la testa. Lentamente l’atmosfera divenne alquanto imbarazzante.
-hem… come va? – Chiese Tuomas, cercando di rompere il ghiaccio
-b-bene… mi fa solo un po’ male il gomito –
Si tenne stretto il braccio che aveva battuto per terra. Il ragazzo le si avvicinò tendendo  una mano verso di lei.
-dai, fammi dare un’occhiata –
Sara si allontanò –no… non ce né bisogno, grazie –
-vabbè, ma è solo per vedere se ti sei fatta male… -
Sara strinse la mano sul gomito, poi la tolse. Sentì qualcosa di liquido scivolarle giù dalle mani. Nella penombra vide che quel liquido era rosso. Rosso sangue.
In un primo momento i ragazzi guardarono le piccole goccioline cadere a terra con un lieve “plic”. Poi Sara sentì le gambe molli, la vista le si appannò, come tutte le volte che vedeva il sangue. Senza rendersene conto, stava cadendo all’indietro, ma Tuomas la prese tra le sue braccia
-SARA! – disse. Lei socchiuse gli occhi in preda alla nausea
-T-Tuomas… togli… i-il sangue… - sussurrò, prima che le palpebre le si chiudessero del tutto, facendole perdere conoscenza. Il ragazzo la prese in braccio e la portò sul bus, troppo impegnato per rispondere alle domande di chi osservava il pallido viso di Sara. Una volta in camera, dopo aver steso la ragazza sul letto, andò a prendere il Kit di Pronto Soccorso. Guardò la scatola bianca con la croce rossa per un istante, poi il suo sguardo si spostò su Sara e poi di nuovo sulla scatola
-cazzo… - mormorò.
In quel momento si rese conto che non aveva la più pallida idea di come si medicasse una persona.
Dopo vari tentativi, riuscì a fasciare il gomito di Sara come meglio poteva. Aspettò con ansia seduto su una sedia il risveglio della ragazza, che per fortuna non tardò ad arrivare.
-T-Tuomas… cosa è successo? – mormorò la ragazza stordita, aprendo gli occhi. Il tastierista sorrise
-nulla di grave, sei solo svenuta. Comunque mi hai fatto prendere un bello spavento, sai?!? –
Disse serio. Sara abbassò lo sguardo mortificata
-scusa… - disse triste. Tuomas sorrise
-hey sto scherzando! – e le arruffò i capelli. Lei intanto si guardò la fasciatura fatta alla meglio del gomito. Vedendo il suo sguardo perplesso, Tuomas rise e si grattò la testa
-hem… non sono un genio del pronto soccorso!comunque ho fatto quello che potevo! –
Sara sorrise, piena di gratitudine e lo abbracciò affondando il viso nei suoi capelli
-grazie – disse, contenta.
Rimasero in silenzio per un po’ in quella posizione, godendosi quel momento. Poi Tuomas parlò
-dove credi che sia Nana, adesso? –
Sara lo guardò negli occhi –non lo so… ma tu stesso hai detto che dobbiamo fidarci di lei… -
Tuomas esitò –è vero, però… è una nostra amica e l’abbiamo mollata lì!mi sento un po’… -
-in colpa? – chiese Sara.
Tuomas annuì -… potrebbe avere bisogno d’aiuto!Al diavolo il tour e… -
Lei spalancò gli occhi –Tuomas!!ma che diavolo stai dicendo?!?questi discorsi non sono proprio da te! –
-lo so, ma lei… -
-senti… ora la chiamo, ok?se risponde le chiediamo come sta, dov’è… ecc… se invece non risponde… - Sara esitò - … e se non risponde torniamo indietro a prenderla –
Tuomas annuì e le passò il cellulare. Sara compose il numero di fretta e si attaccò il telefono all’orecchio. I due ragazzi si strinsero la mano, mentre speravano ad un cenno di vita dell’amica. Sara trattenne il fiato e guardò il ragazzo
-sta squillando… - disse.
Poi aspettarono.
 
Per non pensare a cosa stesse succedendo tra me e Alexi decisi di andare a fare shopping, quella mattina. Presi il mio Cellulare Mongolo, un po’ di soldi e chiamai un taxi. Mentre stavo per partire, sentii qualcuno che mi chiamava
-si fermi, un attimo! – dissi al tassista.
Henkka mi raggiunse
-posso venire anche io con te? – mi chiese facendomi gli occhioni. Rimasi perplessa. Abbassai gli occhialoni che mi finirono sulla punta del naso e lo fissai
-ma non dovresti provare con i Children?? –
Henkka sorrise (N.B. il suo sorriso è stupendo!!) –si, ma c’è un problema con “Somebody” quindi hanno deciso che oggi si concentreranno su quella canzone… -
Scossi la testa facendogli intuire che non avevo capito. Henkka sospirò ma non smise di sorridere (^.^)
-in “Somebody” non si sente il basso –
-aaaahhh!! – dissi rimettendo gli occhiali a posto e sorridendo. Poi aprii la portiera
-da sali! – gli feci posto e partimmo insieme.
Nel primo negozio comprai dei pantaloni larghi militari (che mi stavano anche da Dio!). Nel secondo 5 maglie… (alla faccia dell’economia!!).
Si, bè… nel terzo avrei dovuto comprare un pigiama, ma sarebbe stato troppo imbarazzante guardarmi allo specchio in pigiama davanti a Henkka!!
Quindi ci rinunciai e andammo in un bar a berci una birra.
-cavolo, ma ti piace proprio fare shopping!!! – commentò Henkka soppesando le mie “adorate” buste. Scoppiai a ridere
-bè, dovrò pur mettermi qualcosa in questo mese e mezzo, no?!? –
-siiiii….. cioè per me potresti anche stare nuda, non ci sarebbe nessun problema!! –
Gli tirai un schiaffo in testa e bevvi un sorso di birra, anche se mi stavo strozzando dalle risate
-allora Nana… facciamo un gioco –
Lo guardai strabuzzando gli occhi. Poi annuii poco convinta
-io ti faccio una domanda… tu rispondi e poi tu mi fai una domanda… -
-… e tu rispondi! – finii io. Era intrigante! –ok, ci sto! – bevvi l’ultimo sorso di birra
-bene!!allora……. da dove vieni?? – mi chiese lui
-Dall’Italia… la mia città natale è Torino –
-e come mai sai così tanto l’inglese?? – mi chiese stupito
-… ora tocca a me! me la fai dopo questa domanda!duuunque… quando sei diventato metal? –
Henkka rise –non ci crederai… avevo 8 anni, mio fratello ascoltava solo metal e io mi sono lasciato condizionare. Poi ho iniziato ad a sentire cose più pesanti delle sue, tipo “Death Metal”… e infine ho conosciuto Jaska che mi ha proposto di far parte dei Children –
-interessante! – dissi
-… hai i capelli tinti? – mi chiese. Quasi gli sputai la birra in faccia
-ma che razza di domanda è????? –
Henkka scrollò le spalle –tu rispondi e basta… -
Sospirai –si… i miei capelli sarebbero castano scuro, ma quando sono diventata Emo ho iniziato a tingerli. Prima ce li avevo rossi… poi un po’ di tutti i colori e ora sono castani chiari e biondi… -
-non l’avrei mai detto che hai i capelli scuri, sai? –
Sorrisi –tornando a noi… hai un tatuaggio? –
Henkka si guardò attorno, poi si tolse la maglia e mi fece vedere un enorme paio di ali che gli coprivano più di metà schiena. Sorrisi
-è bellissimo… - gli sfiorai la pelle con un dito. Lui rabbrividii e io mi allontanai istintivamente
-scusa non volevo!è che ho sempre la pelle fredda… -
Henkka si rimise la maglia e scosse la testa -… preferisci i piercing o i tatuaggi? –
-i piercing, ma ho tutti e due! – gli mostrai il tatuaggio a forma di cuore e tirai fuori la lingua facendo scintillare la pallina argentea. Henkka mi si avvicinò e io gli sorrisi, stanca di quella specie di gioco…
-perché stiamo facendo questo gioco? – gli chiesi, anche se immaginavo già la risposta. Eravamo incredibilmente vicini, ma lui non mi rispose. Mi fece un’altra domanda
-Nana… ce l’hai il ragazzo? –
Lo guardai negli occhi. Mi vennero in mente tante cose: avevo 4 anni quando avevo dato un bacio al mio primo amore, 8 quando mi ero trovata il mio primo fidanzatino, 14 quando avevo conosciuto William e gli avevo detto di amarlo alla follia… e 17 quando lui mi aveva spezzato il cuore come se fossi stata solo un oggetto senza valore.
Mentre pensavo non mi ero accorta che ci eravamo avvicinati ancora di più e continuavo a fissare le sue labbra come ipnotizzata. Il nostro respiro incominciò ad andare insieme, sempre più forte e pesante e il mio cuore batteva all’impazzata.
Poi, non so come, un pensiero mi esplose nella testa e mi fece voltare la testa di lato, abbassando lo sguardo su una mattonella scura del pavimento. Anche Henkka si ritrasse e per un istante pensai che avesse smesso momentaneamente di respirare. Mi guardò e sorrise imbarazzato
-s-scusa… - sussurrò. Sembrava quasi divertito da quello che sarebbe successo se io non mi fossi voltata. Lo guardai, scossi la testa e scoppiai a ridere
-non fa niente. Diciamo che è stata anche colpa mia… -
Cinque minuti dopo uscimmo dal bar. Ci sedemmo su una panchina e parlammo un altro po’
-credi che i tuoi amici siano preoccupati? –
Scrollai le spalle –credo di si… ma devono continuare il tour quindi dovrebbero essere abbastanza impegnati adesso–
-perché non provi ad accendere il cellulare… magari riesci a chiamarli per 5 minuti! –
Presi in mano il telefono e lo passai a Henkka. -Fai tu, io non oso nemmeno guardare –
Lui armeggiò con qualche tasto, poi il display si illuminò. Rimasi a fissare la faccia del ragazzo biondo, (N.B. Henkka sembra la brutta copia di Riccioli d’Oro!) attonita
-MA TU SEI UN GENIO!COME DIAVOLO HAI FATTO??IO CI HO PROVATO UN SACCO DI VOLTE MA NON CI SONO MAI RIUSCITA!ACCIDENTI A TE! –
-hem… Nana… -
-CIOè, VOGLIO DIRE… DOVRESTI INSEGNARMI QUEL TRUCCO!COM’è CHE HAI FATTO??COSI LO INSEGNO A TUTTI!! –
-Nana….. –
-NO DAVVERO, NON STO SCHERZANDO!!!HAI PER CASO UNA LAUREA IN INFORMATICA O ROBA SIMILE??? –
-Nana ti stanno… -
-TACI, FAMMI FINIRE DI PARLARE!!STAVO DICENDO CHE PROBABILMENTE TU NON SAI CHE IO SONO COMPLETAMENTE NEGATA CON I CELLULARI…. –
-NANA TI STANNO TELEFONANDO!! –
Mi voltai di scatto verso Henkka con gli occhi spalancati
-cosa?????? –
Lui mi mise davanti al naso il cellulare. Lentamente riuscii a leggere: chiamata in arrivo da Sara.
Trattenni il respiro per 20 secondi, poi gli strappai il cellulare di mano e risposi
-pronto????????????????????????????????? –La voce di Sara mi ruppe quasi un timpano
-NANA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!CI HAI FATTO VENIRE UN COLPO A TUTTI QUANTI, LO SAI???è VERO, è COLPA DI MARCO MA POTEVI ALMENO RISPONDERE AL TELEFONO, NO???????? –
-si, lo so ma… -
-O Dio, ma come stai???dove sei????stai bene vero???Io dovrei raccontarti un sacco di cose…. Sapessi quante me ne sono successe!!mi sono appena ripresa da uno svenimento, sai?!? –
Mi sarebbe piaciuto tanto parlare un po’ con lei, mi mancava un sacco, ma sapevo di avere pochissimo tempo per via della batteria e dovevo assolutamente dirle le cose più importanti.
-Sara stai zitta un attimo e ascoltami! –
La ragazza stava per riprendere fiato per ricominciare a parlare, ma si fermò di colpo. Era il momento adatto per parlare
-sto bene… più o meno. Ora non posso spiegarti perché è una storia piuttosto lunga e ho il cellulare scarico. Dopo questa telefonata non ci potremo più sentire, va bene?comunque ci potremo ritrovare al concerto che terrete a Parigi. Mi raccomando cercate di essere al palazzetto il prima possibile…. –
-o-ok… ma sei sicura di stare bene?cioè intendo… è tutto a posto? –
Per un momento mi venne in mente Alexi e scossi la testa, ma non le dissi nulla
-si… si va tutto bene. –
-bene!!allora ci vediamo a Parigi!comunque, in sostanza, quello che volevo dirti è che io e Tuomas…. –
TU-TU-TU
-… Sara? Sara ci sei? –
TU-TU-TU
-SARA??????COSA è SUCCESSO TRA TE E TUOMAS???IO LO DEVO SAPERE!!! –
Guardai il cellulare, spento e praticamente morto. Mi voltai verso Henkka sconsolata…
-se ne è andata… -
Lui trattenne una risata –mi dispiace – mi disse. Inarcai le sopracciglia e mi alzai
-meglio tornare a casa, andiamo –
Mentre eravamo in taxi, verso la stazione di servizio del bus pensai a parecchie cose. Cos’ era successo tra la mia migliore amica e Tuomas???Ma soprattutto mi venne in mente una cosa, un cosa piuttosto importante: quando io e Henkka stavamo per baciarci era stato solo quel pensiero a farmi voltare lo sguardo… Era stato Alexi.
 
 

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Capitolo 7
*** Changes ‘n’ Revelations ***


Changes ‘n’ Revelations
 

 
La notte, ovviamente sola nella stanza di Alexi, pensai per ore a due sole cose.
CASO N° 1: che cosa era successo tra Sara e Tuomas?in fondo la ragazza non sembrava triste quando aveva risposto al telefono… ma questo non vuol dire niente. Insomma, non sapeva dov’ero ne se stavo bene e finalmente le avevo risposto. Era normale che fosse felice…..
Magari si sono messi insieme….
Non lo so.
Sarei davvero contenta se fosse così… è da parecchio che cerco di escogitare un piano perché quei due capiscano che si piacciono a vicenda. Ma spesso Sara arrossiva solo a guardare Tuomas e l’idea che lei potesse sostenere una conversazione con lui era davvero fuori dal normale.
Sorrisi divertita, seduta nell’oscurità, ricordandomi di tutte le volte che io pronunciavo il nome di Tuomas senza un motivo e lei iniziava a tossire o a sputacchiare l’acqua come se avesse ingoiato una mosca. Insomma… Tuomas le piace da quando andavamo in quarta elementare!!!
Sarebbe un sogno che si avvera sapere che finalmente si sono messi insieme. Mi piace vedere le mie amiche sorridere… mi piace che la gente che mi sta intorno sia felice.
Una voce nella mia testa mi disse “dovresti pensare anche alla tua di felicità!
Sospirai… può darsi che da qualche parte esista qualcosa che possa farmi felice, ma sicuramente è molto lontano da qui.  Mi stesi sul letto con le braccia spalancate a mò di Cristo in Croce e guardai il soffitto.
E se avessero litigato??????
Mi rialzai di scatto e trattenni il respiro. Se così fosse, quadrerebbe tutto…
Di solito Sara quando deve dirmi qualcosa me la urla appena attacco il telefono all’orecchio. Invece quando è triste, per distrarsi, mi parla di tutt’altro e fa una voce molto allegra…. Mi venne in mente la voce della mia migliore amica che mi diceva “ho un sacco di cose da raccontarti!”
O…. Mio… Dio…
È ovvio. Sara e Tuomas hanno litigato… chissà cosa le ha fatto quel Balengo (perdonami Tuomas, esigenze di copione!). Giuro che appena lo vedo gliene do tante… ma tante… ma tante… che rimpiangerà di avermi incontrata!!
*********************************
Oh, accidenti, credo di essermi addormentata…
Si è vero, sono stanca e ho bisogno di dormire, ma il problema è che non posso. Ora che ho appurato che probabilmente Sara e Tuomas hanno litigato, resta da analizzare il caso n° 2
CASO N°2: perché cazzo ho pensato ad Alexi mentre stavo per baciarmi con Henkka?????
Ormai quel fottutissimo ragazzo sta diventando un ossessione per me!Non ne posso più, sta diventando un chiodo fisso!!
Ma lo sanno anche le zanzare qual è il problema:
il problema è che lui non mi vuole dire il suo problema!
E finché non lo avrò saputo non potrò darmi pace e mia nonna Giuseppina continuerà a girarsi nella tomba!!
Purtroppo non ho molti indizi. L’unica cosa esplicita che mi ha detto Janne è stato “è colpa tua… potresti provare a non essere te stessa…
Sospirai.
Me stessa… come si fa a non essere se stessi?
Mi alzai da letto e guardai il mio riflesso nello specchio attaccato alla parete. Ma quello che vidi era solo una ragazza in canottiera nera, jeans stracciati, dai lunghi capelli castani, un ciuffo biondo e gli occhi azzurri molto brillanti.
Oh, quasi dimenticavo… ero struccata, ma le enormi occhiaie che mi contornavano gli occhi erano così spesse che potevano essere scambiate per una linea di eyes-liner perfetta.
Mi guardai per qualche minuto
-provare a non essere me stessa… - sussurrai. Mi venne un’idea… non era particolarmente intrigante, ma se poteva aiutarmi con Alexi, lo avrei fatto volentieri. Mi raggomitolai di nuovo sotto le lenzuola, chiudendo le palpebre.
Nonostante fossi sfinita non mi addormentai nemmeno per un minuto, quella notte.
 
La mattina seguente arrivai al piano di sotto con andatura penzolante e sguardo da zombie. Jaska mi guardò
-hai dormito male? –
Feci un sorriso isterico –no. Semplicemente non ho dormito affatto!
-ma dai… e che hai fatto? –
Pensai a come rispondere. Visto che non mi veniva in mente nessuna frase decente, decisi di dire la cosa più semplice: la verità
-ho riflettuto su come potevo non essere me stessa… -
In quel momento passò di lì Janne che a quelle parole mi guardò malissimo. Scossi la testa e mi presi una mega tazza di caffè, rigorosamente senza zucchero. Il bus si fermò e i ragazzi scesero al bar. (ma perché in questa storia vanno sempre tutti al bar?!?). Dopo un po’ li raggiunsi anche io. Quella mattina faceva freddo e una leggera nebbiolina grigiastra si aggirava per il parcheggio con fare assassino. Mi strinsi le braccia su me stessa e rabbrividii di freddo.
Comunque adoravo quel clima!
Il pallido sole stava per essere completamente coperto dalle nuvole e l’aria preannunciava pioggia. Entrai nel locale e vidi Janne e Alexi che stavano parlando. Lentamente mi avvicinai senza farmi vedere e mi appoggiai al muro. Non volevo ascoltare la loro conversazione, ma non potei fare a meno di capire di cosa stavano parlando
-Janne, qualunque cosa lei ti dica tu non dirle niente, ok?? –
-ma Alexi, Nana vuole solo aiutarti! È una brava ragazza, non sta cercando… -
-sarà anche una brava ragazza, ma ha sbagliato luogo dove venire. Io non voglio avere niente a che fare con lei…-
Quelle parole mi penetrarono nel cervello come la punta di un chiodo arrugginito. Lo sentii scavare a fondo dentro la mia testa, arrivare agli occhi facendomi salire le lacrime, scendere alla gola e infine rintanarsi nel mio cuore. È lì che iniziò a farmi male. Come una lenta e potente pugnalata che entrava sempre di più nella mia pelle.
Rimasi in silenzio mentre le lacrime, trattenute a stento, ritornavano al loro posto. I due ragazzi continuarono a parlare
-Alexi non dovresti dire queste cose – lo ammonì Janne
-Janne, tu sei mio amico, vero? –
Il ragazzo annuii –certo… -
-allora fammi un favore: falle dimenticare questa questione a qualunque costo
Janne sospirò, poi acconsentì alla richiesta del cantante, anche se con una certa riluttanza. Alexi lo ringraziò, ma nel voltarsi non si accorse di me, che stavo solo tentando di andarmene, e mi verso tutto il caffè sulla canottiera. Mi guardò stupito
-s-scusa… io… io… - balbettò. Poi, non sapendo cosa fare, se ne andò imbarazzato.
Janne mi si avvicinò con un sospiro
-scusalo… -
Lo guardai, mi sentivo arrabbiata. Parecchio.
-anche per il fatto che non mi vuole nemmeno vedere? – dissi sarcasticamente con la foce tremula e gli occhi lucidi. Janne scosse la testa
-Nana dovresti dimenticare questa faccenda… -
-dimenticare?!?!?come pensi che io possa anche solo non pensare a quello che sta succedendo?? –
Sbottai. Poi mi voltai e uscii da bar con passo deciso. Janne mi seguì, quindi lo guardai di nuovo
-se solo sapessi cosa sta succedendo… - sussurrai
-ma non puoi. – sbuffai e alzai le braccia al cielo ma il ragazzo parlò prima di me –non pensare di poter capire quello che è successo ad Alexi… Lui ci sta male sul serio!Non puoi pretendere di sapere cosa gli è accaduto solo per semplice curiosità!Non è una bella cosa… -
Mi resi conto del fatto che Janne stava cercando di farmi mollare la presa perché Alexi gli aveva chiesto di non dirmi assolutamente niente. Ma quelle parole mi fecero gelare il sangue nelle vene.
Io volevo sapere cosa era successo perché volevo aiutarli. Ma devo ammettere che ero anche un po’ curiosa… è disgustoso.
Iosono disgustosa. Non posso prendermi gioco dei sentimenti degli altri...
Mi sto comportando proprio come William.
Aprii la bocca, ma non uscì nessun suono. Ero sconvolta da quello che stavo facendo…
Scossi la testa
-Nana… - disse Janne. Lo guardai mortificata.
Poi mi allontanai e chiamai un taxi.
 
Sara si rigirò nel letto, senza riuscire a prendere sonno. Era davvero contenta che la sua amica stesse bene, ma dentro di sé sentiva che qualcosa non quadrava.
Fin da quando erano bambine Sara e Nana erano state molto amiche. Erano cresciute insieme e sapevano tutto l’una dell’altra… Nana aveva capito fin da subito che Tuomas non era un ragazzo come gli altri per lei. E aveva ragione… ora loro due stavano insieme e Sara si sentiva al settimo cielo!
Ma anche lei riusciva sempre a capire tutto di Nana. E appena la ragazza aveva risposto al telefono, la cantante si era accorta subito che c’era qualcosa che non andava. La voce dell' amica, di solito abbastanza allegra e vivace, le era sembrata… spenta. Cupa come non la era mai stata prima e immensamente triste.
Anche se ora sapeva che stava bene e che si sarebbero ritrovate a Parigi era piuttosto preoccupata per lei… Con chi era??Chi è che l’aveva fatta diventare triste??dove stava vivendo in quel momento??
Si rese conto di non sapere assolutamente nulla dell’amica. Non sapeva dove fosse, ne dove sarebbe andata prima di arrivare a Parigi.
Si rigirò nel letto e sbuffò mentre i lunghi capelli le arrivavano sul viso. Dopo cinque minuti si alzò di scatto, scese al primo piano del bus e si versò un gigantesca tazza di caffè (N.B. la tazza americana di caffè è grossa come una tazza da latte!!). Ne bevve un sorso e annusò l’aroma che riusciva a calmarla come nient’altro
-me ne dai un po’ anche a me? – disse una voce dietro di lei, proveniente dall’oscurità. Sara sobbalzò, si voltò e fece per urlare… ma un dito le si posò sulle labbra e lei si sentì svenire.
-non vorrai mica svegliare tutti con i tuoi acuti spacca vetri, spero! – disse Tuomas in tono scherzoso. Sara tirò un lungo sospiro di sollievo, poi spinse via la mano del ragazzo
-porca miseria, Tuomas!!!mi hai fatto morire di paura!per un momento ho pensato che l’Uomo Nero mi fosse venuto a prendere, mannaggia a te!! – (il tutto detto in un sussurro mezzo urlato). Tuomas scoppiò a ridere
-l’Uomo Nero???? – chiese ironico cercando di trattenere le risate. Sara si finse offesa
-è il mio peggior nemico sai?!? – e incrociò le braccia mettendo su il muso. Per un momento la sua arrabbiatura sembrò vacillare pericolosamente, quando Tuomas le fece gli occhi dolci e la strinse a se con dolcezza
-avresti bisogno di un orsacchiotto scaccia incubi, vero? – (N.B. l’orsacchiotto scaccia incubi dovrebbe essere lui!). Sara arrossì e sentì le gambe vacillare dall’emozione
-sarebbe carino… ma prima devo finire il caffè! – e si sottrasse abilmente dalla stretta del ragazzo, che rimase a fissarla perplesso
-Sara, ma tutto quel caffè non ti farà male?poi non dormi… -
Lei appoggiò la tazza sul tavolino –tanto non dormirei comunque visto che la mia migliore amica è dispersa chissà dove, in compagnia di chissà chi… che probabilmente la sta facendo deprimere. –
Tuomas esitò – sai… - Si spostò verso di lei –sai, tutto questo mi ricorda un mio vecchio amico… anche lui si era perso. Cioè, più che altro siamo stati io e la mia banda di idioti a dimenticarlo in un parcheggio sperduto della Germania –
Sara lo guardò stupita –in Germania?????? –
Tuomas annuì –si. Ci ha messo 2 mesi per tonare a casa. Il bello è che, non sapendo cosa fare, questo mio amico si è fatto dare un passaggio dal primo bus che ha trovato!e indovina chi si è ritrovato come compagni di viaggio????? –
Sara pendeva dalle sue labbra. Tuomas sorrise
-Black Sabbath –
Lei spalancò gli occhi – qu-qu… quei Black Sabbath????Cioè, quelli di Ozzy Osbourne???? –
-in persona, baby… -
Si sedette sconcertata sul divanetto –ma chi è quel pazzo che si farebbe 2 mesi con i Black Sabbath???? –
Tuomas le si sedette accanto
–il mio amico ne è uscito bene… ora è uno dei chitarristi più bravi del mondo! –
 Lei lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite –e chi sarebbe questo tipo??????????
-Alexi Laiho –
-il cantante dei Children Of Bodom????? –
-proprio lui… -
Sara rimase a fissare immobile il pavimento per 5 minuti, poi ruppe il silenzio con un sonoro – wooooow!!! –
Tuomas scoppiò a ridere. Con ancora il sorriso sulle labbra appoggiò la testa sulla ginocchia di Sara. Lei si agitò così tanto che per poco non le uscì il sangue dal naso, ma cercò di darsi un contegno e gli accarezzò i capelli con dolcezza.
-pensi che anche Nana si sia fatta dare un passaggio da qualche super-star?Magari sta viaggiando insieme a… che ne so… Gli Arch Enemy. E probabilmente lei e Angela Gossow non fanno altro che litigare e tirarsi i capelli a vicenda – i due risero -… o magari è diventata amica di Marilyn Manson… -
Tuomas fece una smorfia –ma ti prego!!Marilyn Manson???sei pazza?!?quello è completamente fumato… -
Sara rise –ho solo detto dei nomi a caso… ma pensi che sia possibile?? –
-conoscendo il carattere della tua amica direi che potrebbe fare qualunque cosa in una situazione simile… non mi meraviglierei se la trovassimo a Parigi su un carro di fieno vestita da contadina tirolese… -
-ma smettila cretino!! – disse lei cercando di colpirlo. Tuomas le fermò al volo la mano e la guardò negli occhi. Poi i due ragazzi si baciarono e si addormentarono insieme.
 
Appena entrai nel bus quasi tutti gli occhi rimasero a lungo puntati su di me. Mi tolsi gli occhiali da sole e osservai perplessa tutti quegli sguardi attoniti. Alexi sembrava decisamente schizzato… continuava guardarmi come se avesse visto un fantasma ed era improvvisamente impallidito, come se fosse affetto da una pericolosa malattia mortale. Janne rimase a guardarmi, poi spostò lo sguardo preoccupato su  Alexi e infine mi si avvicinò. Senza tanti complimenti mi spinse fuori da bus e si piazzò davanti a me
-ma che cavolo hai fatto?????? – mi chiese. Rimasi a fissarlo indifferente
-non so di cosa tu stia parlando… -
Janne alzò gli occhi al cielo –ma chi ti credi di essere, ragazzina?? –
Cercai disperatamente di mantenere la calma – eeeeehm… potresti smetterla di parlare come mio padre?? –
Janne sembrava quasi arrabbiato –Nana, non sto scherzando… che cos’hai fatto ai capelli??? –
Mi osservai la lunga chioma scura e finalmente compresi – aaaaaahhhhhhh!!è quello il problema!bè, semplice… li ho tinti! –
-ma… m-ma… ma perché??????? –
-Janne me lo hai detto tu che dovevo provare a non essere me stessa… e quindi ho cambiato look! –
-ho capito, ma… sei passata da castano chiaro\biondo a nero pece!!!
Era vero. La mia innocua chioma castana con riflessi biondi si era trasformata in una lunga massa di capelli mossi e nerissimi, quasi lucidi. Con quel colore sembravo cattiva, notai.
Sbuffai spazientita –che cosa c’è di male nel tingersi i capelli di nero?magari ora Alexi… -
-ora Alexi avrà ancora più problemi. Non dovevi farlo Nana… è stato un grosso errore. Spero che Alexi non impazzisca per causa tua – detto questo se ne andò lasciandomi da sola. 
 
 

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Capitolo 8
*** Bloody memories reveal a new truth ***


Bloody memories reveal a new truth

 
 

Non essere triste per qualcosa che è tanto più grande di te. Prima o poi anche tu troverai il giusto amore...

 
Non avevo mai dimenticato quella frase, nonostante me l’avesse detta la persona che ora odiavo più di ogni cosa. William.
 
[Due anni prima…]
-Nana oggi mi puoi accompagnare a scuola?devo prendere un libro di storia dell’arte… -
Mi chiese Sara supplicante. Io, una giovane diciassettenne, scossi la testa mortificata lasciando che il lungo ciuffo mi coprisse l’altra metà di faccia ancora visibile.
-scusa… oggi devo vedermi con Will… -
Sara sorrise divertita –oh bè… non vorrei mai disturbare i due piccioncini! –
Le tirai un pugno su una spalla e scoppiai a ridere
-hey!!invece di prendermi in giro, perché non ti trovi un ragazzo anche tu! –
-ma sei impazzita????per me c’è solo Tuomas! –
-si è vero… la prossima volta che andiamo ad un concerto dei Nightwish escogiterò un piano per rapirlo e portarlo da te! –
Sara rise –sarebbe un sogno che si avvera… -
-continua a sognare Principessa, vedrai che i sogni prima o poi diventano realtà!Per esempio… appena avrò compiuto 18 anni io e Will andremo a vivere ai Caraibi e lì ci sposeremo!! –
Alzai gli occhi al cielo immaginando le spiagge deserte e lo sconfinato mare blu. La mia amica mi riportò alla realtà
-ok, ora basta sognare… ti conviene sbrigarti o il tuo bel pirata dei Caraibi penserà che gli hai dato buca! –
Guardai l’ora –cazzo, sono in ritardo!! –
Presi di fretta la borsa, diedi un bacio sulla guancia alla mia best e corsi verso la prima fermata dell’autobus.
William era il mio ragazzo da quando avevo 14 anni. Ci eravamo conosciuti a scuola e ci eravamo innamorati… io mi fidavo di lui più di ogni altra cosa e sapevo che potevo contare su di lui. Era uno dei pochi che mi appoggiava nel mio sogno di diventare pianista… purtroppo i nostri genitori non andavano d’accordo e la nostra relazione era segreta da 4 anni. Però facevamo il possibile per rimanere uniti. (come Romeo e Giulietta!)
La casa di William si trovava in centro ed era molto grande. La sua famiglia era ricca e poteva permettersi abitazioni che io non sognavo neppure.
Suonai il citofono una volta lunga e due più corte. Come al solito mi rispose la domestica, l’unica a conoscenza della mia esistenza in quella casa, che mi aprì con un sorriso
-entra cara!il signorino è di sopra nella sua camera! –
Ricambiai dolcemente il sorriso e salii le scale. Bussai lievemente alla porta di mogano ed entrai
-Will?? – il ragazzo si voltò dal terrazzo di fretta
-Nana!!- mi sorrise –che… che ci fai qui? –
Aggrottai la fronte –ma come, te ne sei scordato??mi avevi promesso che avresti sentito la mia nuova composizione… -
-oh!!!!oh si certo!scusa… sono un po’ impegnato di questi tempi, mio padre mi ha chiesto di sbrigare alcune… faccende di lavoro. –
Mi prese per un braccio e mi portò fuori dalla stanza, quasi spingendomi
-l-lavoro??ma hai solo diciassette anni… e cos’è tutta questa fretta?? –
Mi fermai e lo guardai confusa. Will mi osservò e mi sistemò una ciocca di capelli dietro le orecchie
-tesoro, sono impaziente di sentire il tuo nuovo pezzo! –
-oh… - sussurrai e cercai di baciarlo. William mi strinse di nuovo il braccio e mi trascinò in taverna
-forza allora, non perdiamo tempo!! –
Accese le luci dell’immensa sala dove, al centro, troneggiava la più bella visone dei miei occhi: un pianoforte a coda, nero e lucido come la notte. Sospirai in modo svenevole. William mi fece sedere sul seggiolino
-allora… questo nuovo pezzo??? –
-certo, arriva subito! –
Tirai fuori i miei spartiti ancora in brutta, pieni di appunti, scarabocchi e note mal venute con la mia vecchia penna stilografica. Li posizionai in ordine sul leggio e mi schiarii la gola. Appoggiai un piede sul pedale di destra e chiusi gli occhi. Mi concentrai sui tasti bianchi e sentii la melodia scorrermi nelle vene al posto del sangue. E con estrema precisione iniziai…
Mi ci erano voluti 4 mesi per comporre quella musica. L’avevo chiamata “The Waves”, era lenta e misteriosa allo stesso tempo.
Le mie dita correvano sulla tastiera alternando bianco e nero, come la mia anima: attraverso la musica di un pianoforte riuscivo a sentirmi pura e peccatrice contemporaneamente. Amavo una persona che avrei dovuto odiare, eppure mi sentivo tremendamente felice per questo mio peccato. Attraverso quella melodia riuscivo a sussurrare al vento parole mai esistite e mi sentivo del tutto me stessa. Ecco a cosa mi serviva suonare il piano… ad essere me stessa. Nessuno poteva capire quel mio sentimento così forte verso un semplice strumento, ma io sentivo che senza l’amore che provavo per quelle dolci note che mi riempivano la mente e il cuore da quando ero bambina non sarei più stata la stessa ragazza di sempre. Impetuosa come le onde del mare e misteriosa come la foresta di notte…
-Nana fermati, devo dirti una cosa… -
Disse Will. In un attimo mi distrassi, schiacciai un  tasto sbagliato ed un forte rumore si propagò per la stanza. Agitata, lasciai andare di scatto il pedale e mi voltai
-dimmi – dissi, improvvisamente preoccupata
-ti amo… - mi disse lui con dolcezza, avvicinandosi a me. Gli sorrisi, leggermente sollevata
-anche io… per un momento ho pensato a qualcosa di orribile –
Lui mi sorrise –hai paura del nostro amore? – quel suo sguardo quasi triste mi fece rabbrividire
-si… - sussurrai, mentre le nostre labbra si avvicinavano
-Non essere triste per qualcosa che è tanto più grande di te. Prima o poi anche tu troverai il giusto amore...
Sbarrai gli occhi. Quella frase poteva sembrare bellissima, ma sapevo qual’era il suo vero significato. Guardai William con occhi lucidi
-mi vuoi lasciare? – chiesi con voce strozzata. Will mi accarezzò i capelli
-non voglio farti soffrire… -
-soffrire??come potrei soffrire per causa tua?io ti amo… mi avevi promesso che ci saremmo sposati… non puoi abbandonarmi… non lasciarmi da sola solo perché le nostre famiglie si odiano, ti prego… -
Mi alzai allontanandolo, le lacrime salate e amare mi scendevano copiose dagli occhi, senza contegno
-William ti prego…- lo supplicai
-è meglio così, credimi… vai a casa –
Detto questo salì le scale lasciandomi da sola. Lentamente andai verso la porta ed uscii. Mi sentivo spenta, priva di ogni cosa… senz’anima. Le lacrime continuavano a scendere senza sosta.
Non potevo permettere che la mia storia d’amore andasse in frantumi così… senza lottare, senza opporre alcuna resistenza per la mia felicità. Mi fermai, mi asciugai le lacrime con il dorso della mano.
Tornai indietro. La domestica mi riaprì di nuovo, quasi preoccupata per la mia faccia sconvolta. Scossi la testa e andai verso la camera di William. Stavo per bussare, ma mi fermai con la mano a mezz’aria. Aprii la porta, decisa…
E lì, in quel preciso istante, il tempo si fermò. Qualcosa nel mio destino decise di spezzarsi per sempre. L’amore.
William era seduto sul suo letto e teneva stretto tra le sua braccia una ragazza, bionda. Si stavano baciando con la stessa identica passione con cui lui baciava me, quasi tutti i giorni.
Non ebbi il coraggio di piangere. Le grida erano bloccate in gola, insieme a tutte le altre emozioni. Le dita mi tremarono, le stesse dita con cui avevo suonato per la persona che pensavo mi amasse…
Un leggero singhiozzo mi uscì dalle labbra. Will si voltò verso di me, stupito
-Nana… -
Basta. Non volevo ascoltare. Non volevo nessuno
Corsi via. Fuori il tempo sembrò mutare insieme a me… il cielo si oscurò e il sole sparì, proprio come non sarebbe mai più riapparso nella mia vita. La pioggia incominciò a bagnarmi da capo a piedi, ma non  mi importava. Corsi, corsi più forte che potevo lasciando libero sfogo alle lacrime e ai singhiozzi. Arrivai a casa, completamente zuppa. Non ricordo se ho preso l’ascensore o se ho corso per le scale. Mi ritrovai appoggiata alla porta di casa mia, mentre piangevo disperatamente. Le note di una delle mie canzoni mi risuonava nella testa, rimbombando.
In un’altra vita…
Ora vorrei essere in un’altra vita…
Disperata, mentre le lacrime nere scendevano, portandomi via il trucco, presi gli spartiti e incominciai a strapparli uno per uno, senza pietà. Tutta la musica, tutta la mia vita, che avevo composto in quei quattro anni per William era andata in frantumi come un vaso di cristallo.
Non so come, dopo un po’ arrivò Sara. Non sapevo come avesse fatto a sapere tutto o come mi avesse trovata, ma appena la vidi piansi ancora di più. Lei mi abbracciò con gli occhi lucidi.
-tranquilla… tranquilla Nana. Ora ci sono io… basta piangere, piccola. Basta… -
Scossi la testa in preda al tremore e continuai a singhiozzare
-dai, non fare così – continuò lei, cercando di consolarmi accarezzandomi i capelli -… hai la tua musica, il tuo pianoforte… -
La guardai – n-no… non ho più nulla ormai. Non ha nemmeno senso che io viva, ormai… -
-no, non è vero, non dire queste cose assurde! –
-Sara… io componevo solo per lui… ora che non c’è più… non ha senso più niente –
-e che cosa vuoi fare? – mi chiese triste cercando di asciugarmi le lacrime. Pensando, mi venne da piangere ancora
-non lo so… ma una cosa è certa: non suonerò mai più. Non voglio più comporre, mai. Non toccherò mai più un tasto di un pianoforte… non voglio più saperne. –
Vidi la desolazione negli occhi della mia amica, ma non contrastò la mia decisione. Cercai di calmarmi facendo dei lunghi respiri…
Dopo qualche ora partimmo con la macchina rubata a mio padre e andammo su una collina fuori città. Lì bruciammo quello che rimaneva dei miei spartiti, le foto, le lettere e tutto quello che riguardava me e Will.
Poi piansi, piansi ancora per un tempo indeterminato mentre Sara mi consolava stringendomi a lei con dolcezza.
Da allora non sono mai più stata la stessa…
Diventai più triste, fragile e vulnerabile. Da allora non pensai mai più male di una persona… diventai disponibile con tutti per ogni cosa. Smisi di sorride spesso come prima e diventai indecisa. La fiducia che riponevo in me stessa era completamente crollata quel giorno.
E ovviamente non suonai mai più un piano da allora.
Diventai famosa come cantante un anno dopo, con la band dei Black Heart Inside.
Ma non scordai mai William.
 
Chiusa nella stanza di Alexi, seduta nel letto con le braccia strette alle gambe, mi scese una lacrima. Scossi la testa cercando di smettere di pensare a quegli orribili momenti. Non so perché ma mi vennero in mente tutte le note delle canzoni che avevo composto… erano li stampate nella mia testa e non volevano andare via. Mi venne uno strano formicolio alle dita…
Seduta nel letto incominciai a muovere le mani sulle lenzuola come se ci fossero i tasti di un pianoforte. Continuai così, ricordandomi le posizioni delle note a memoria. Sentivo i suoni nella mia testa come se stessi davvero suonando un piano… come allora, nella grande casa di Will.
Sorrisi, mentre le idee mi scorrevano nella testa senza interruzioni.
Solo dopo alcuni minuti mi resi conto che stavo componendo una melodia. Aprii gli occhi e alla svelta presi un foglio di carta e una biro. Accesi la luce e incominciai a scrivere note a gran velocità. Era lì, tutta nella mia testa e aspettava solo di essere scritta su uno spartito. Anche senza le vere note riuscii a ricordarmi ogni singolo suono della tastiera e a riprodurlo sul foglio.
Dopo un’ora, forse due, tracciai le due linee di fine sul foglio e osservai il lavoro svolto. Era la mia prima composizione dopo che avevo dimenticato William. Mi sentivo stranamente eccitata a quell’idea… i ricordi non mi spaventavano più. La vecchia passione, tutte le emozioni che provavo disegnando una semplice chiave di violino riaffiorarono dentro di me come un fiume in piena.
Come un predatore che, affamato, va in cerca della sua preda, io in quell’istante avevo bisogno di suonare la mia nuova creazione su un pianoforte vero e proprio.
Mi sentivo come rinata… e finalmente ero davvero felice, dopo tanto tempo. E sapevo di chi era il merito. Perché da quando ci eravamo incontrati il suo nome non aveva fatto altro che vorticarmi nella testa. Ma io ero stata troppo stupida… troppo codarda per ammettere che lui stava diventando la mia nuova ragione di vita.
Quella notte, per la prima volta, sognai Alexi Laiho.

 

Se fossimo sempre uguali e senza errori, non saremmo umani... Le emozioni che credevamo scomparse possono ritornare solo con un semplice ricordo nascosto.
Eppure...
Come le Nuvole Bianche troviamo sempre la forza di ritornare e provarci ancora.
… E ancora.

 





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Nuvole Bianche (by Ludovico Einaudi): http://www.youtube.com/watch?v=GtCk_Jqagt0&feature=related

 

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Capitolo 9
*** Friends ***


Friends

 
 
Scesi assonnata le scalette del bus e mi trovai davanti i ragazzi stravaccati dove capitava. Rimasi immobile a fissarli ma nessuno diede cenni di vita o qualcosa di simile
-ehm… buongiorno- mormorai mordendomi un labbro e fissando ancora i cinque energumeni stesi ai miei piedi –sbaglio o ieri avete fatto baldoria?- azzardai toccando con un piede una delle tante bottiglie di birra vuote sparse per terra. Finalmente qualcuno decise di accorgersi della mia presenza
-Nana…!- disse Janne alzando la testa dal divano spostandosi i capelli dalla faccia. Gli sorrisi cercando di avvicinarmi senza inciampare nel ciarpame vario.
-wowo aspetta, ferma lì!- disse lui alzandosi e guardandosi intorno con aria stanca – oddio… mi dispiace che ci vedi ridotti in questo modo, ma ieri ci siamo lasciati prendere la mano…- si grattò la testa imbarazzato. Scossi la testa
-nessun problema, capita anche a me di lasciarmi andare all’alcool…-
Janne rise –si, lo so bene…- disse alludendo alla prima serata che avevamo passato insieme, quando mi ero ubriaca e avevo perso i sensi.
-be… che dici, andiamo a farci un giro?- mi domandò prendendomi per un braccio e trascinandomi fuori dal bus.
-credevo che doveste lavorare!- commentai perplessa mentre seguivo il tastierista che non sembrava avere una meta ben precisa.
-mmmh… si ma anche se non proviamo per un giorno, non muore nessuno- fece spallucce –e poi non penso che quelli là possano lavorare oggi, hai visto come li riduce l’alcool?!?-
Risi –già, è vero…-
Camminammo per un po’ in silenzio e ne approfittai per pensare.
Che sensazione meravigliosa il poter comporre una canzone senza sentirsi legata a vecchi ricordi dolorosi. E pensare che dovevo tutta quella gratitudine ad Alexi… a quel sogno della notte prima.
Rabbrividii ripensandoci e Janne mi fissò
-a che stai pensando?- mi domando.
Mi scervellai per trovare qualcosa da dire, che ovviamente non comprendesse la parola “Alexi
-ehm… uhm… alla mia casa- buttai lì. Janne sorrise
-deve mancarti molto, sei così lontana…-
Feci un sorriso triste e scossi leggermente la testa –il mio passato è più travagliato di quanto pensi Janne Wirman-
-e cioè?-
Ci sedemmo su una panchina sul retro del palazzetto
-devo partire dalla situazione familiare o quella sentimentale?per non parlare di adesso che sono una ragazzina sperduta in compagnia di cinque energumeni!-
Il ragazzo mi tirò una gomitata per scherzo –energumeni?!?hei, io so essere molto fine!!-
Scoppiai a ridere –non ne dubito!-
-ok, va bene finite le cazzate… non ti manca la tua famiglia?-
Sussultai –bhe ecco… se devo dirla tutta, è  Sara la mia famiglia. Lei e i Nightwish mi hanno accolta anche se non centravo nulla con la band e mi hanno sempre voluto bene…-
-ma non hai dei genitori?una casa, dei parenti…?-
Abbassai lo sguardo mortificata –in Italia… c’è una casetta piccola e malandata, con una finestra rotta e il catenaccio arrugginito che tiene la porta chiusa di notte quando batte il vento. Si trova in campagna, completamente sperduta e lontana dal mondo caotico della città…-
Janne mi osservò senza capire, così alzai lo sguardo e incontrai il suo –lì ci abitano mia sorella e mio padre. Io me ne sono andata tempo fa perché…-
Mi strinsi nelle braccia cercando di continuare il racconto
-… quando avevo 15 anni mia madre morì di cancro. Ero spaventata, non sapevo cosa fare mentre vedevo mio padre che sprofondava nell’oblio dell’alcool per non pensare. Con il tempo divenne più cattivo, quasi violento e io passavo le giornate a cercare di proteggere la mia sorellina da lui.- feci un mezzo sorriso –per fortuna c’era William, il mio ragazzo. Diceva di amarmi, non mi avrebbe mai lasciata e io gli avevo donato tutta me stessa-
Sospira socchiudendo gli occhi –ma…-
Janne mi mise una mano sulla spalla per consolarmi. Non avevo voglia di raccontargli cosa mi era successo con William, quindi tagliai corto
-dopo che anche lui se ne fu andato… andai completamente in confusione-
Mi fermai un attimo e lo guardai –suonavo il piano sai?-
-davvero??sai suonare oltre che a cantare??-
-si… suonavo e componevo per William. Lui era tutta la mia vita, come il pianoforte del resto…-
Janne fece un smorfia –ahia, hai usato i verbi al passato… che è successo dopo?-
-giurai che non avrei più toccato un tasto, quando lui mi tradì. Mi sentivo umiliata e usata e questo mi ha portato alla totale rassegnazione. È da allora che non suono più… e poi me ne andai. Sapevo che mia sorella era in difficoltà perché non era maggiorenne e mio padre portava a casa a stento i soldi per arrivare alla fine del mese, ma non ce la facevo a restare li. Usai la scusa che Sara partiva per il tour e scappai-
Strinsi i pugni per la vergogna e sentii gli occhi bruciare terribilmente
-ti senti in colpa?-
-terribilmente…- tirai su con il naso e guardai il ragazzo negli occhi
-eri giovane, non sapevi cosa fare, chiunque avrebbe reagito come te!- mi rassicurò –sono sicuro che se potessi torneresti indietro-
Mi sciolsi a quelle parole e mi scese una lacrima sulla guancia –già… si lo farei. Davvero, non chiederei altro perché a questo punto, avendo sconfitto la paura che avevo per William, vorrei tanto tornare indietro e tirargli tanti di quei calci nel deretano…-
Janne rise di gusto –brava piccola, così ti voglio!!-
Senza che me l’aspettassi mi prese per la vita e mi abbracciò. Rimasi immobile con gli occhi spalancati appoggiando le mani al suo petto, poi chiusi gli occhi e inspirai profondamente.
-Janne…- mormorai. Sentii la sua testa avvicinarsi alla mia
-Nana… forse non varrà molto perché ci conosciamo da poco ma noi ti vogliamo bene-
Sussultai mentre i capelli mi ricadevano sul viso scomposti.
-non mi stai aiutando…- mormorai distrattamente –Alexi vuole che io dimentichi tutto questo e per farlo dovrei dimenticarmi di voi. Fingendo di essere il mio migliore amico non aiuterai ne me ne lui-
Mi tirai su a malincuore e il tastierista mi guardò serio
-ma io voglio esserlo davvero, il tuo migliore amico… io so che sei una brava persona-
Mi commossi a quelle parole –ma Janne tu non sai nulla di me!-
Lui scosse le spalle –abbiamo tutta una mattina davanti, racconta!-
Lo guardai perplessa una manciata di secondi prima di capire che non scherzava.
-bhe… la mia vita è sempre stata un totale disastro…-
Cominciai così il mio lungo racconto di una vita interminabile parlandogli di nuovo della mia famiglia, la mia infanzia, i miei amici. Gli dissi tutto quello che mi veniva in mente su di me
-sei così brava a suonare???- mi chiese lui sgranando gli occhi  dopo che gli ebbi raccontato  del conservatorio.
-a-abbastanza…- mormorai imbarazzata stringendo le mani, ma poi mi affrettai a dire –suonavo per William!-
Janne mi fissò con l’aria di chi la sa lunga –solo per lui?-
Riflettei su quella domanda –e per chi altro sennò?-
-… mai pensato che la risposta sia proprio davanti a te?-
Domanda alquanto retorica, notai. Alzai un sopracciglio scettica
-tu?!?-
Il ragazzo sospirò –no piccola idiota…- sussurrò ironico.
Sorrisi.
-Nana, prima di entrare in una band metal e sbattermene altamente di tutto e di tutti da buon cazzaro io suonavo per tutto quello che mi circondava. Ed è quello che dovresti fare anche tu-
-suonare… per gli altri?-
Janne annuì –per dare emozioni, far capire cosa provi…-
Scossi la testa ripetutamente –no… no. Non posso, davvero…-
-perché no?- chiese diventando incredibilmente serio
-… ho giurato che non avrei mai più suonato. Ho bruciato gli spartiti, ho venduto il pianoforte… non posso proprio. Mi ricorderebbe troppo quello che mi è successo e…
-certo che te lo ricorderebbe!- mi interruppe lui –è qualcosa che comunque fa parte della tua vita, un ricordo. È vero non è una cosa bella, ma ti è successa, tu eri lì in quel momento e la stavi vivendo in carne e ossa… questo non ti dice niente?!?-
Scossi la testa perplessa e Janne mi tirò una pinghella in fronte
-significa che quando l’avrai superato ci ripenserai e saprai di aver vissuto. Soffrirai spesso nella tua vita e questa non sarà certo l’ultima volta Nana-
Abbassai lo sguardo colpita dalle sue parole perché sapevo bene che erano la verità. Accennai un sorriso
-no certo che no… me ne rendo conto ora-
Lui non capì che con quella frase intendevo dire che quella situazione con lui e Alexi mi stava facendo soffrire parecchio, ma si limitò a schioccare la lingua e guardare in alto.
-non suoneresti proprio mai?-
Mentalmente tirai un sospiro di sollievo contenta che avesse smesso di tentare di convincermi a suonare.
-nemmeno per me?O per… Alexi?-
Sgranai gli occhi e lo guardai sentendo le guance in fiamme. Le toccai con le dita e strizzai gli occhi imbarazzata sapendo che probabilmente la mia pelle stava diventando parecchio rossa. Janne infatti si voltò a guardarmi e rise divertito
-credo di aver detto una parolina magica…- disse scherzando –dunque, vediamo… prima ho detto “nemmeno per me o per Alexi”-
Lo guardai facendo una smorfia –eh… non credo che lo farei- cercai disperatamente di mandare avanti il discorso senza che lui si soffermasse troppo su quella frase per capire cosa aveva scatenato la mia reazione, ma lui sembrò non sentirmi.
-me… Alexi… HA-HA!!!!!- mi puntò un dito accusatore contro con uno strano scintillio negli occhi. Scossi la testa rassegnata mentre si calmava un po’. Poi mi si avvicinò
-Nana perché non mi hai detto nulla!?!-
-nulla di cosa?!?!?- domandai allontanandomi e guardandolo male
-di Alexi!!-
-eeehhh???????-
Janne sbuffò –senti ho capito che ti sei presa una bella cotta, sai?-
Sbiancai.
Scattai in piedi alla velocità della luce e lo guardai in faccia –stai scherzando spero!!!!!!!-
Il ragazzo alzò le spalle come se sapesse meglio di me quali fossero i miei sentimenti –non devi vergognarti sai?infondo Allu è un bel ragazzo e…-
-nononono ALT!!!- gli misi una mano davanti al viso impedendogli di continuare –Janne come ti vengono in testa queste idee???-
-ma sai… forse guardandoti in faccia?!?-
Mi sedetti di nuovo sbuffando –ti ho appena raccontato che l’amore non esiste nella mia vita e tu mi dici che ho una cotta per quello psicopatico?!?-
-da quant’è che non ami qualcuno?-
Mi voltai accorgendomi che non sorrideva più. Mi morsi un labbro esitante
-più di due anni ormai…-
-è troppo. Credi davvero che tutto quest’odio per lui sia solo frutto del fatto che non ti dice qualcosa sulla sua vita?!?-
-bhe è una parte molto importante della questione…- feci notare sarcastica.
-No Nana!!e se fosse semplicemente… amore?-
Sta volta non ricominciai ad urlare e cercai di analizzare la questione –per lui?-
-esattamente… se ti fossi solo innamorata?-
-solo???per me non è una cosa da poco… mi rovinerebbe la vita e basta.-
-non deve andare male per forza…-
-il punto è che io sono stanca di piangere, Janne, non ce la faccio più. Voglio essere amata come una qualsiasi ragazza. Non voglio essere usata, violentata o maltrattata. Voglio solo che lui mi ami…-
Mi coprii la bocca con le mani scioccata io stessa per quello che avevo appena detto. Guardai il tastierista che mi sorrideva ammiccante
-vedi?l’hai detto anche tu…-
-non era quello che intendevo dire… -
-sicura?-
-si!!io… non posso amarlo!!Dopo tutto questo tempo non posso essere così debole nei confronti di un uomo!è da pazzi!!-
-se può consolarti- mi mise un braccio attorno alle spalle –io potrei fare in modo che vada tutto bene!-
Lo guardai per un istante, poi gli sorrisi grata –grazie… so che ci tieni a lui-
-anche a te-
-va bene, so anche questo!- dissi ridendo per poi guardare lontano e tornare malinconica
-è solo che… dopo tutto quello che ho passato mi sembra impossibile che un altro ragazzo possa entrare nella mia vita. Proprio ora che…-
Mi venne in mente la canzone che avevo scritto di notte al buio, immaginando un pianoforte e il suo bellissimo suono che mi riempiva la testa
-che?-
Mi riscossi dal sogno e gli sorrisi -… ora che non c’è la mia migliore amica con me. Mi manca-
-immagino… ma ci siamo noi!-
Lo abbracciai sicura di aver davvero trovato un buon amico –grazie Janne, per tutto. Per oggi, per il fatto che mi tratti bene nonostante Alexi ti chieda di farmi dimenticare ogni cosa…-
-sono sicuro che prima o poi ti dirà tutto, tranquilla-
-non riesco ancora a crederci…- sussurrai pianissimo.
In effetti tutto andava al suo posto. Il mio imbarazzo, la mia curiosità, la canzone che avevo scritto e che probabilmente non gli avrei mai suonato e soprattutto il fatto che quando Henkka stesse per baciarmi io avessi pensato a lui…
Eppure nonostante quei chiari segnali dei miei sentimenti, ogni volta che pensavo ad Alexi sentivo ribollire in me l’odio e la rabbia più profonda…
Perché doveva essere così complicato?
-un giorno suonerai… per tutti noi- disse Janne guardandomi negli occhi. Io vidi il mio riflesso pallido nei suoi occhi color nocciola
-come fai a saperlo?-
-perché tante persone credono in te-
Gli rivolsi un triste sguardo –ma quello non conta nulla se io per prima non credo in me stessa. Non suonerò mai-
E ne ero immensamente triste. Cosa poteva sbloccarmi da quella paura?
-va bene… vorrà dire che ti convincerò io con l’andare del tempo. Vedrai, farò un buon lavoro-
Mi fece l’occhiolino e si alzò. Gli tirai un manica della giacca e lui si girò verso di me
-allora siamo amici?- gli domandai con la vocina infantile e gli occhi grandi e limpidi. Lui mi sorrise con fare protettivo e mi aiutò ad alzarmi
-Amici-
Ci avviammo verso il bus e prima di entrare lui mormorò
-tranquilla non gli dirò nulla di tutto questo. Quando avrai capito quello che vuoi, forse anche lui sarà pronto-
-grazie- sussurrai a bassa voce. Poi tornai nella cameretta del bus e provai per tutto il giorno la canzone sui soliti tasti immaginari delle lenzuola fino allo sfinimento.
Perché in realtà volevo ricominciare a suonare. Dovevo solo trovare un buon motivo per farlo.
Qualcuno che mi chiedesse davvero di farlo, con il cuore.
Mi venne in mente Alexi e quello che Janne aveva detto.
Non potevo amarlo…
Non lui…
Non ora.

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Capitolo 10
*** Love ‘n’ Indecision ***


Love ‘n’ Indecision

 

La  mattina seguente cercai di mettere in ordine le idee, mentre mi pettinavo con il pettine di Henkka (grazie per avermelo prestato!XD).
Dunque a me piaceva Alexi. Mi dovevo ancora abituare a questa mia nuova idea, balzatami in testa la notte precedente. In effetti non ci avevo mai pensato… forse la mia ossessione per lui nasce proprio da fatto che mi piace…
Agitai la testa per rendere un po’ mossi i capelli scuri. Mi guardai allo specchio.
Avevo bisogno di una pausa…. tutte quelle cose a cui avevo pensato i quei giorni mi stavano facendo impazzire e ora mi stavo addirittura convincendo di credere di nuovo all’amore. Il sentimento rinnegato…. ok, stavo impazzendo sul serio.
Feci una smorfia e tornai nella mia… cioè, volevo dire nella camera momentaneamente diventata mia, visto che Alexi dormiva sul divano…… deve essere scomodo, poverino…..
NANA SMETTILAAAAAA!!!!!!!!NON PUOI PROVARE PIETA’, OK?!?!?!
BASTA HO DECISO!!Se lui non mi vuole qui, così sia…… da oggi in poi lo ignorerò!per me non esisterà neanche!!!!!
Annuii decisa della mia decisione e scesi le scale.
-buon giorno ragazzi!!- dissi sorridendo agli altri che mi guardarono stupiti
-è la prima volta che sorridi di mattina… - commentò Jaska
-in realtà è la prima volta che spiccica parola… di mattina- aggiunse Roope annuendo e tornando a concentrarsi sui suoi Frollini Alla Panna (della Mulino Bianco, eh!!). Henkka ne prese uno dalla scatola e se lo ficcò in bocca, senza staccare gli occhi da me. Continuai a sorridere
-oggi mi sono tolta un grosso peso di dosso… perciò sono felice!-
Janne mi guardò e sorrise –finalmente una buona notizia… -
Aggrottai le sopracciglia – c’è qualcosa che non va?- chiesi, notando solo in quel momento la poca vivacità dei ragazzi.
Henkka sospirò –purtroppo per noi, oggi dobbiamo andare ad uno show…….-
scrollai le spalle –e cosa ci sarebbe di così orribile?-
-bè dobbiamo suonare tutto il giorno per una massa di sfigati cronici e stare lì tutto il pomeriggio e la sera!sarà una palla mortale!!-
tutti e 4 fecero un lungo sospiro (Alexi non c’era, ma tanto dovevo ignorarlo no?!?)
-coraggio ragazzi non è la fine del mondo!In fondo… potete suonare, fare casino!Avete la possibilità di lasciare sotto shock un branco di Babbei, perché dovreste farvela sfuggire? –
-hai ragione- disse Roope –ma alla sera arriverà una tizia che ci farà un mare di domande e noi dovremo starcene là buoni e rispondere…..è questo che non ci piace!-
incrociai le braccia –sono sicura che resisterete….l’unica cosa che mi dispiace è che io mi annoierò parecchio senza di voi-
Henkka mi sorrise –credimi, se potessi resterei qui con te anche per sempre…… -
il bus si fermò ed entrò Alexi. Lo guardai di sfuggita, poi ricordandomi del giuramento, abbassai lo sguardo sul pavimento. Comunque dalla voce sembrava abbastanza allegro
-il lavoro ci chiama, ragazzi, forza!!- i Children si alzarono e scesero dal bus. Rimanemmo solo io, Janne e Alexi. Il tastierista si alzò in piedi lentamente e io senza farlo apposta guardai i due ragazzi. Il mio sguardo e quello di Alexi si incrociarono
-Nana vieni anche tu…- poi scese le scale senza darmi il tempo di ribattere. Trattenni il fiato e guardai Janne con aria interrogativa. Lui scosse la testa facendomi capire che non sapeva nulla.
ok, il mio giuramento avrebbe potuto aspettare…
uscii di corsa e raggiunsi Alexi
-Alexi!perché devo venire anche io? –
il ragazzo si voltò con estrema riluttanza. Sembrava che gli desse fastidio perfino guardarmi
-voglio che partecipi alla show… - disse semplicemente continuando a camminare. Lo seguii a stento
-ma perché??-
-senti, non ho tempo per parlare, ok?!?fatti spiegare da Kara-
e corse verso la macchina. Rimasi immobile a fissare la strada davanti a me
Ma chi cazzo è Kara?????
Mi chiesi mentre avanzavo al fianco di Janne. Salimmo in macchina (porca miseria, proprio vicino ad Alexi dovevo piazzarmi??????sono un’idiota…). Una volta arrivati allo studio i Children andarono a provare gli strumenti e io rimasi lì impalata come un baccalà, non sapendo che fare…
Dopo un po’ una ragazza bassa, dai capelli corti, lisci e color rosso fuoco, con un sorriso vivace mi si avvicinò. Sembrava più grande di me ed aveva un viso molto solare, simile a quello di una volpina
-ciao!!-
Mi risvegliai dal coma mistico in cui ero caduta mentre guardavo di striscio Henkka che si muoveva a ritmo del basso e la guardai alzando le sopracciglia
-c-ciao…- mi resi conto che era la prima ragazza con cui parlavo da quando mi ero persa. Lei non smise di sorridere
-io sono Kara!-
-Kara… Kara…Kara!!Ma certo, Kara!!- dissi capendo. Sorrisi anche io –devi spiegarmi un paio di cose, sai?!?-
Lei annuì –si lo so!Alexi mi ha mandato da te apposta!!-
Ci spostammo in un’altra stanza e ci sedemmo su un tavolo di metallo in una stanza illuminata. Sembrava una specie di camerino per costumi, ma non c’era nessun abito.
-Allora… tu che cosa sai?- mi chiese Kara
-nulla… o per lo meno, so solo che devo partecipare a questo… show. E la cosa mi mette parecchio in ansia!-
Kara rise. Mi piaceva la sua risata, riusciva a trasmettermi serenità
-è normale, tranquilla. Direi di partire dal vestito… - mi prese per mano e mi portò in un’altra stanza. Il panico prese il sopravvento e mi bloccai di scatto. Kara si voltò
-no, senti… io su quel palco non ci salgo-
La ragazza aggrottò le sopracciglia –come no?sei una cantante e hai paura del pubblico?
-no!io non ho paura del pubblico, è solo che… -
-è solo che… che cosa?- mi chiese esigendo una risposta
-i-io… non lo so. Non posso e basta. Non è una cosa che si può spiegare a parole… i-io… non voglio.-
Kara mi fissò per una manciata di secondi, poi le sue labbra si incresparono in un leggero sorriso divertito. La guardai con il terrore negli occhi
-è perché c’è una persona che tu non vuoi che ci sia… vero?- sussurrò parlando più a se stessa che a me.
Sgranai gli occhi –cos… NO!non è per quello… - stavo diventando indecisa, la mia voce aveva tremato e si era spenta sulle ultime sillabe. Kara mi prese le mani e mi trascinò in uno stanzino pieno di vestiti dappertutto. Ero troppo agitata per notare la bellezza di quei capolavori “Gothic”.
-ti piace Alexi!!!!- disse con una specie di squittio, come se fossimo due ragazzine che stavano parlando di gossip. La mia mente aveva smesso di ragionare e vorticava in una sola direzione… ma fu tutto vano, visto che senza volere arrossii violentemente. Kara fece una specie di risata piena di emozione e si mise una mano dalle unghie finemente curate e smaltate di rosa shokking davanti alla bocca
-oddio, non succedeva da anni!-
Aggrottai le sopracciglia – cooosa???-
Kara tentò di darsi un contegno, con scarso risultato –parecchi anni fa una ragazza dello staff si era presa una cotta per Alexi… - fece una smorfia –non le è andata molto bene. Il ragazzo a quel tempo era decisamente fuori di testa… l’ha completamente liquidata e poi l’hanno licenziata subito dopo, perché non creasse casini. Poveretta… -
Deglutii e mi tremarono le dita – oh… confortante… - mormorai sarcasticamente.
Kara smise di ridacchiare e mi guardò. Poi capì –oddio scusa!io… non volevo metterti in imbarazzo!!m-mi dispiace… ma quando mi agito mi faccio sempre prendere la mano!scusami, davvero… -
Scossi la testa –non c’è problema, tranquilla… però mi devi aiutare –
Kara si illuminò in volto –dimmi!-
Presi fiato –devi tirarmi fuori da qui… io non voglio salire su quel palco!non saprei cosa dire, non saprei cosa fare!!!ti prego… - la supplicai a mani giunte
-Ma Nana… probabilmente comparirai solo per 5 minuti o anche meno… -
-non mi importa!io non salirò mai sul quel palco con Alexi. Mi ero ripromessa che lo avrei ignorato e devo mantenere il giuramento a ogni costo
Kara sospirò –non so se si può fare ma farò il possibile… comunque se per caso la risposta fosse un “no” è meglio che inizi a prepararti –
Annuii di malgrado. Kara mi prese per mano e mi guidò in mezzo alle file di carrelli pieni di vestiti
-devi scegliere cosa mettere… -
Trattenni il fiato. Poi mi guardai in torno alla ricerca di qualcosa che mi piacesse. Lo trovai quasi subito…
Sembrava un vestito unico, formato da un corpetto nero di pelle e una gonna nera di seta che arrivava fino ai piedi. Di fianco erano appoggiati dei guanti corti fino al polso trasparenti con disegnate delle rose di pizzo. Ovviamente era una vestito che andava portato con gli stivali, infatti erano proprio lì, alti fin sopra il ginocchio, pieni di lacci e le zeppe alte circa 7 cm.
-quello… - dissi indicandolo. Kara lo prese e mi sorrise
-lo immaginavo… -
Il resto delle ore lo passammo a mettermi a posto il trucco, il vestito e così via. Improvvisamente qualcuno entrò nella stanza
-Kara mi serve un… - Janne si fermò e mi fissò con la bocca mezza aperta. Poi si schiarì la gola e fece finta di niente voltandosi verso Kara
-hem… stavo dicendo… ah si!ci servono delle luci sopra la tastiera perché dal fondo si vede poco. –
Mi diede un’altra occhiata.
-n-non p-preoccuparti… ci p-penso io… -
Balbettò Kara a voce bassa. Janne annuì e si dileguò così com’era venuto. Una volta rimaste sole guardai il riflesso della ragazza nello specchio di fronte a me, intenta ad armeggiare con la complicata chiusura del corpetto
-Kara?-
-si?- disse lei leggermente nervosa
-ti piace Janne?-
Smise subito di legare i lacci e mi guardò di sfuggita, per poi abbassare immediatamente lo sguardo –tu non mi hai risposto quando ti ho chiesto se ti piaceva Alexi… -
Sorrisi –eri così esagitata che non mi avresti nemmeno ascoltata se ti avessi detto di no!-
Kara rise, ma forzatamente –forse hai ragione… comunque… potrebbe essere amore quello che provo per Janne, ma non cambierebbe nulla… -
-perché?-
-perché lui non occhi altro che per una certa Kristina… e io sono solo “La Ragazza Dello Staff”-
Sospirò tristemente. La guardai e mi ricordò me stessa qualche anno prima.
-lascia che ti dica una cosa sola… se vuoi qualcosa prenditela. Non aspettare che arrivi qualcun altro. Dopo dovresti restare a guardare pentendoti di quello che non hai fatto… -
Kara sgranò gli occhi –dovrei fargli tradire Kristina? –
-no… ma tentar non nuoce… -
La ragazza si rimise all’opera con i numerosi lacci e io guardai il mio pallido riflesso nello specchio
-e comunque… non credo di essere innamorata di Alexi… ho smesso di credere nell’amore parecchio tempo fa-
Kara mi guardò di sottecchi con la curiosità negli occhi, ma il mio sguardo serio e perso nell’infinito la dissuase immediatamente dal fare domande. Si limitò solo a dire
-sbagli… -
Poi strinse un laccio sulla mia schiena così forte che sentii l’aria mancarmi dai polmoni. Ma non seppi mai se lo fece per farmi capire la menzogna che avevo appena detto….


Sara si svegliò lentamente aprendo gli occhi e stiracchiandosi allargando le braccia. Poi si mise a sedere nel letto e si guardò attorno. Non era nella sua camera…
Sobbalzò mentre il bus prendeva in pieno una buca sull’autostrada. In quel momento entrò Tuomas con i capelli bagnati e un asciugamano in testa
-ciao, ti sei svegliata! –
Sara lo guardò e sorrise –già… come mai sono in camera tua? –
-bè ieri ci eravamo addormentati sul divano. Poi mi sono svegliato e ti ho portata qui… sono anche quasi caduto dalle scale… -
Lei trattenne una risata e lui le sorrise dolcemente come suo solito
-Sara… - Tuomas si sedette sul letto –io… devo chiederti una cosa… -
Sara si avvicinò al ragazzo a gattoni sul letto –dimmi-
Lui fece un lungo respiro –sei sicura… sei sicura che stare con me ti stia rendendo davvero felice? –
La ragazza rimase immobile a fissarlo, come se non avesse capito la domanda. Ma in realtà le si era raggelato il sangue nelle vene
-Tuomas… - sussurrò cercando di ricacciare in dietro le lacrime. Tuomas si affrettò a continuare
-non voglio dire che io non ti piaccio, però… sei sicura di voler essere la mia ragazza?stare insieme è una cosa importante e tu… isomma ogni volta che cerco di stare con te, tu trovi una scusa per fare qualcos’altro e sfuggi ai miei baci… -
Sara non riuscì più a trattenere le lacrime – m-ma io… io sono timida, riesco a stento ad aprirmi con Nana e non mi sono ancora abituata all’idea che io e te stiamo davvero insieme… ma come puoi pensare che tu non mi dai la felicità?ti ho aspettato per così tanto tempo e ora che sei qui non mi sembra ancora vero… -
Tuomas la abbracciò prima che Sara potesse continuare –va bene, scusa… mi dispiace di averti chiesto queste cose. Ma vedi… tu sei davvero importante per me, non ho mai incontrato una persona come te e non voglio perderti… e visto che sembravi tanto triste pensavo che ti fossi messa con me solo perché ti facevo pena
Sara inspirò profondamente –no… no, assolutamente no- lo strinse forte a se –io non posso stare senza di te, ora che ho capito cosa vuol dire amare. Sai io… ti penso da quando avevo 9 anni… e quindi ora che tu sei qui non riesco proprio a manifestare tutta la mia felicità –
Si guardarono per un lungo istante, Sara aveva ancora le guance rigate di lacrime ma sentiva la sincerità esploderle dal petto –ma ti posso giurare su quello che ho di più caro al mondo… che non sono mai, mai stata così felice in tutta la mia vita –
Tuomas le sorrise, finalmente rincuorato e ormai sicuro che fosse proprio lei quella giusta. Si abbracciarono di nuovo e si baciarono intensamente, poi risero.
-ti amo… - sussurrò Sara sulle sue labbra
-lo so, anche io. –
 
 

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Capitolo 11
*** Revenge ***


Revenge

 
 
Io e Kara uscimmo dallo stanzino dove lei si era data tanto da fare per rendermi presentabile. Ma mi tremavano le gambe al pensiero di cosa sarebbe potuto accadere quella sera. I Children erano tutti riuniti lì, qualcuno seduto sugli amplificatori, altri semplicemente in piedi. Stavano discutendo su qualcosa che non riuscii a capire, ma appena si accorsero della mia presenza alzarono lo sguardo attoniti
-wow… - sussurrò Henkka. Abbozzai un sorriso
-ragazzi, spero che stiate guardando la chitarra nuova che sta portando Kara, e non me… - dissi sarcastica. Gli altri risero. Alexi alzò appena lo sguardo dalla sua “Jackson” (è la sua chitarra, non una persona!) per posarlo su di me e poi tornò a concentrarsi sui suoi accordi.
Scossi la testa –voglio che sappiate che io su quel palco non ci salgo!-
Janne mi venne di fianco –ma ci servi!sennò chi stordirà il pubblico prima della nostra esibizione???-
Inarcai le sopracciglia –e come dovrei fare a stordirlo? –
Jaska sghignazzò –potresti improvvisare uno spogliarello… quel vestito non sembra difficile da togliere!-
Lo fulminai con lo sguardo e mi accorsi che Alexi aveva fatto praticamente lo stesso. Ebbi una stretta al cuore ma per fortuna mi passò presto…
Il cantante si alzò e si mise in spalla la chitarra –ti ho chiesto di partecipare per un motivo, non perché avevo paura che ti annoiassi da sola… -
Ecco perché la stretta al cuore mi passò subito. Stavo iniziando ad odiare il comportamento di Alexi
-e quale sarebbe questo motivo? – chiesi acida
-la gente non è cieca. Stanno incominciando ad insospettirsi e hanno notato la tua presenza… dobbiamo dire chi sei –
Lo guardai –e io per te chi sono? –
Ci fu un momento di silenzio, pieno di tensione. Poi Alexi guardò gli altri
-la cugina di Henkka che ci è venuta a trovare –
Io e gli altri componenti della band spalancammo gli occhi e la bocca
-mia cugina????? – chiese Henkka incredulo, dando voce hai pensieri di tutti. Alexi si portò le mani al petto
-così non creerà problemi, no? –
Ero sconcertata, arrabiata… furiosa. Voleva negare la mia identità e non lo potevo sopportare. Prima di riuscire a controllarmi esplosi con una frase che era meglio non dire. Intanto Alexi si era voltato per tornare verso il palco
-sbaglio o “Mister Crisi Esistenziale” si vergogna di me?!?! – Urlai rivolta a lui. Janne sgranò gli occhi e trattenne il respiro, gli altri guardarono prima me increduli, poi spostarono lo sguardo sul cantante che si stava voltando lentamente verso di noi. Sostenni il suo sguardo privo di qualsiasi emozione e una goccia di sudore freddo mi colò lungo la schiena facendomi rabbrividire. Feci un lungo respiro, prendendo l’aria dal naso mentre Alexi mi si avvicinava ad una lentezza snervante. Quando fummo uno di fronte all’altro presi coraggio
-se vuoi nascondere il fatto che hai una clandestina sul tuo bus fallo pure. Vai li fuori e dì a tutto il mondo che sono la cugina del tuo amico… ma lo farai da solo. Io su quel palco non ci salgo… soprattutto se devo anche mentire per farlo. –
Gli voltai le spalle e me ne andai. Sentivo lo sguardo di tutti puntato su di me, ma non mi importava. Sapevo di avere ragione e non avrei cambiato idea per nessun motivo.
Uscii fuori e mi sedetti su un muretto lì vicino. Appoggiai i gomiti sulle ginocchia e mi tenni la testa con le mani… che problema c’era tra me e Alexi?
Io non volevo dirgli quelle cose… ma lui voleva tenere nascosta la verità come se  fossi un’assassina!
Mi accorsi che stavo piangendo. Le lacrime calde mi rigavano il viso e scomparivano tra le mie labbra o cadevano fino alla base del collo. Strinsi la presa sulla mia testa e chiusi gli occhi. Incominciai a singhiozzare e aspettai di calmarmi… se Sara fosse stata qui, tutto questo non sarebbe successo. Non sarebbe nemmeno cominciato…
Feci due lunghi respiri, uno dietro l’altro e alzai lo sguardo. Sentivo una presenza davanti a me e non mi sbagliavo: Alexi era in piedi che mi fissava senza fiatare. Lo guardai deglutendo e tentando di non far vedere che avevo pianto come una fontana, ma fu tutto inutile a giudicare dalla sua espressione mortificata
-è così difficile per te nascondere la tua identità?- mi chiese. Scossi la testa in modo frenetico
-non è questo il punto… - avevo la voce impastata. Tirai su con il naso e lo guardai
-non volevo farti del male… -
-bè purtroppo per te, lo hai già fatto da tempo!- sbottai. Alexi sospirò
-se proprio ci tieni, puoi non salire sul palco sta sera –
Lo guardai per un istante –grazie… - dissi acida –ora vattene…-
Fece un passo avanti –Nana… -
-vattene- ripetei più lentamente mentre sentivo le lacrime salirmi di nuovo in gola. Mi guardò per un’altra manciata di secondi, poi si voltò e sparì nello studio.
Avevo bisogno di stare da sola. Il resto del tempo lo passai seduta sul muretto con lo sguardo perso nel vuoto. Forse molte persone potrebbero trovarlo noioso, ma io mi rilassavo in quel modo. Di sottofondo avevo la musica dei Children, ma non sentivo la voce di Alexi… strano.
Poi, oltre al suono si aggiunse anche un boato assurdo, che mi fece decisamente venire mal di testa. Dedussi che fosse iniziato lo show e che avessero fatto entrare la “massa di sfigati”, come li aveva chiamati Henkka. Sta volta la sentii, la sua voce che sovrastava il casino. Mi tappai le orecchie e chiusi gli occhi.
Esci dalla mia vita… esci dalla mia vita… esci dalla mia vita…
Lo ripetei dentro di me fino allo sfinimento. Ma il risultato fu solo quello di pensare a lui ancora di più.
-peccato per il trucco… - alzai lo sguardo e vidi Kara sorridente. Sospirai e mi alzai, avevo le gambe indolenzite.
-mi dispiace… mi sono lasciata un po’ andare-
-si, ce ne siamo accorti tutti-
Sussultai e sentii le guance in fiamme.
-dai, vieni, ti posso truccare di nuovo- mi disse. Ci avviammo verso lo studio e mi venne in mente la musica che prima stavano suonando i Children.
-Alexi… ?- sussurrai. Kara mi guardò di sfuggita, ma capì immediatamente cosa intendevo.
-quando gli hai detto di andarsene è tornato ed era molto arrabbiato… ha preso la chitarra e si è chiuso in una stanza. Non ha nemmeno voluto provare ed è uscito solo cinque minuti fa-
Ecco perché non avevo sentito la sua voce.
-ah… - mormorai.
Tornammo nella stanza dove mi ero vestita e Kara riuscì a mettermi a posto il viso, distrutto dalle lacrime nere colate sulle guance, ritruccandomi più o meno come prima.
Passarono i minuti, le canzoni dei Children rimbombavano dentro lo stanzino facendo quasi tremare gli specchi.
Io e Kara parlammo un po’
-come mai lavori qui?- le chiesi con semplice curiosità. Lei scrollò le spalle
-all’inizio avevo solo bisogno di un lavoro per pagarmi l’affitto dell’appartamento, in Finlandia. Mi avevano assunta come “porta caffè ufficiale”. – sorrise al ricordo –poi, grazie a Janne, mi hanno assunta come truccatrice, coerografa… quelle cose lì. –
Annuii. Poi scoppiai a ridere –io e la mia band non abbiamo mai avuto una “porta caffè ufficiale”!!-
-vi avrebbe fatto comodo!anche se… è un lavoro un po’ umiliante!- ridemmo.  –ma comunque con i Children non era poi così male… loro il caffè lo bevono solo alla mattina. Per il resto prendono super alcoolici!-
-lo immaginavo… - sospirai. Calò il silenzio… poi feci una domanda che probabilmente avrei potuto risparmiarmi dopo quello che era successo
-tu sai cos’è successo ad Alexi?- Kara mi guardò per un attimo con una patatina in bocca. Poi ne prese un’altra
-no. Quando sono arrivata mi hanno spiegato subito le loro regole. –
Aggrottai le sopracciglia – r-regole??-
La ragazza annuì –già… la prima è non fare domande sul passato dei ragazzi, soprattutto ad Alexi. Tutti rispettano questa regola… anche i ragazzi della band. Nessuno sa cosa sia successo ad Alexi, a parte Janne, ma solo perché lui è il suo migliore amico. – disse come se fosse la cosa più semplice del mondo.
 
Il resto del tempo lo passammo a dire cose stupide, ridere e confessarci degli strani segreti come due ragazzine dodicenni. Era bello stare con Kara, sentivo che lei poteva capirmi… per un momento fui anche tentata di dirle cosa mi era successo con William. Ma non parlammo d’amore… per fortuna.
In seguito mangiammo insieme ai Children.
Ovviamente non fu un pranzo normale.
Quando meno ce lo aspettavamo Roope si mise ad urlare che Henkka era frocio. La cosa non piacque molto al bassista, che per tutta risposta prese una polpetta e tentò di “decapitare” Roope, lanciandola verso di lui. Naturalmente il chitarrista sapeva che il ragazzo avrebbe reagito così, quindi si abbassò abilmente e il mistico missile al polpettone finì esattamente sul bel visino di Jaska. Il batterista, levandosi lentamente la carne dagli occhi, proruppe in uno spaventoso urlo sovrumano, ovvero “HENKKA, HAISTA VITTU!!!!!!!!!!”. (che in intaliano significa “fottiti”)
Scoppiai a ridere, mentre Jaska, non contento di prendere un solo proiettile, mise le mani direttamente nella pentola e tirò fuori non una, non due, non tre… ma ben 5 polpette che si andarono a schiantare con immancabile grazia sulla maglia dei Sistem Of A Down di Henkka.
In un attimo si scatenò l’inferno. Volava cibo da tutte le parti e Janne sventagliava le braccia al cielo con fare frenetico, per cercare di fermare i ragazzi, ormai impazziti. Il povero tastierista si vide una manciata di ragù (quello fatto appositamente per i Children dalla nonna Giuseppina!) volargli a meno di un centimetro dal naso e, invece di continuare a sventolare le mani in alto come un pirla, se le portò sopra la testa urlando
-AIUTO, CI ATTACCANO I PRUSSIANI!!!!!!!!!!!-
Risi di nuovo, sta volta più forte e evitai per un pelo una patata (probabilmente presa dalla cucina, perché non era nemmeno sbucciata) lanciata da Henkka. Mi voltai verso il ragazzo con la faccia imbronciata e lui alzò le mani in segno di scusa. Kara arrivò verso di me con scatto felino, chinata verso il basso. Mi prese per un braccio e mi portò (più che altro mi lanciò) sotto un tavolo lì vicino.
-ecco, qui dovremmo essere al sicuro- mi disse. La guardai con ancora il sorriso sulle labbra
-ma quando finisce questa roba?sembra di essere in mezzo alla guerra del Vietnam!!- urlai, cerando di farmi sentire in mezzo a tutto quel casino che provocavano i ragazzi gridando come degli indemoniati.
-probabilmente quando Roope si avvicinerà furtivo ad Henkka per cercare il suo appoggio per abbattere Alexi e Jaska e quindi si scuserà per avergli dato del frocio… -
Vidi i piedi di Janne che correvano da una parte all’altra della stanza e sentii le sue grida della serie “CAZZO MORIREMO TUTTI!!RAGAZZI NIENTE PANICO!!POSSO SALVARVI IO, TRANQUILLI!!O MAMMINA SANTA!!!!!!”
Probabilmente Alexi gli tirò qualcosa in bocca, perché lo vidi stramazzare al suolo e rimase zitto per tutto il resto del tempo. Mi voltai verso Kara
-ma queste cose succedono spesso?-
La ragazza sorrise –si, quasi tutti i giorni… ma tranquilla non si fa mai male nessuno… almeno quasi mai –
 
Dopo la grande battaglia a suon di polpette, ragù e tutto quello che si poteva considerare commestibile, i ragazzi si riposarono e poi tornarono a provare.
Finalmente arrivò la sera. Lo show in diretta stava per cominciare. Visto che nella prima parte dovevano entrare in scena solo Alexi e Janne, io e gli altri andammo fuori e ci sedemmo sullo stesso muretto dove io, quella mattina, ero scoppiata in lacrime.
-che palle… come vorrei farmi una bella partita alla play adesso – sospirò Roope. Gli misi una mano su una spalla
-avanti, manca poco, potete resistere! – li confortai io
-a proposito di resistere… - disse Jaska e mi guardò intensamente –tu non hai resistito molto con Alexi, eh?!?- lo disse in tono scherzoso, ma mi sentii molto in colpa per quello che avevo fatto e arrossii
-mi dispiace, non so cosa mi sia preso… -
mormorai –non volevo chiamarlo in quel modo… -
Roope sorrise –Mister Crisi Esistenziale… mai sentito un soprannome del genere!- mi salirono le lacrime agli occhi. Henkka tirò una gomitata al chitarrista e gli fece segno di stare zitto, guardando la mia faccia sconvolta. Roope si chinò su di me –oh, scusa piccola, non volevo farti piangere!!- Mi mise una manona (le sue mani erano circa il triplo delle mie) sulla testa e mi sorrise
-dai, non è la fine dal mondo!Mi ricordo che una volta un tizio lo aveva chiamato “Il Ragazzo Con I Capelli Di Sua Madre”!Guarda, non ti dico quanto si è arrabbiato Alexi… e lo ha picchiato tanto, ma tanto, ma tanto… che secondo me quello è ancora in ospedale!-
Risi e cacciai in dietro le lacrime. –vedete ragazzi, io e Alexi siamo decisamente partiti male… ma non riesco a capire: sembra che lui mi odi, non mi vuole parlare… e certe volte sembra che faccia addirittura fatica a guardarmi!non capisco cosa io gli abbia fatto di così orribile… -
Jaska scrollò le spalle –Alexi è un tipo strano… bisogna prenderlo così come viene!-
-giusto!- continuò Roope –se proprio ti da fastidio, vendicati! –
Henkka si voltò con gli occhi sgranati. Io e lui urlammo insieme
-COOSA?????-
Roope ci guardò attraverso gli occhiali – vendicati… lui ti sta facendo soffrire, no?e allora fagli vedere che tu puoi benissimo stare senza di lui! –
Henkka gli andò vicino –piantala di dire queste stronzate… - sussurrò pianissimo. Ma io non lo sentii neanche… ero troppo impegnata a riflettere su quelle parole.
Vendicati.Si. Io voglio vendicarmi…
Mi alzai e mi lisciai le pieghe del vestito –si, hai ragione!-
I tre ragazzi mi guardarono quasi sconvolti. Henkka aveva il labbro inferiore in stile “cartone animato”, che gli penzolava verso il basso, Jaska era immobile con le sopracciglia che praticamente gli toccavano la radice dei capelli e Roope abbassò così tanto la testa per guardarmi, che gli caddero gli occhiali da sole per terra. Non li guardai nemmeno, decisa ad andare adesso da Alexi a dirgli quello che si meritava in faccia. Mi voltai e me ne andai verso lo studio dove stavano registrando in mondovisione, con addirittura pubblico annesso.
Roope mi guardò andare via immobile – naaaa, non avrà il coraggio di farlo!-
Henkka deglutì –fossi in te non ne sarei così sicuro…- e tutti e tre rimasero lì, impalati.
Arrivai in poco tempo dietro le quinte dello studio. Vedevo Alexi e Janne seduti su due sgabelli, davanti al pubblico e, al centro, una donna con un tailleur bordeaux e dei lunghi capelli castani. Presi un bel respiro ed entrai con sguardo assassino. Appena fui sotto i riflettori sentii gli occhi di tutti, dalla presentatrice al cameraman in ultima fila, fissi su di me. Il mio sguardo corse veloce e implacabile sul pubblico sgomento e si posò come una furia omicida sulla mia vittima: Alexi.
-mi dia il microfono… - sibilai a denti stretti alla donna seduta tra i due ragazzi. Lei si mise a posto gli occhiali e mi osservò incredula
-c-come, prego?- mi chiese, deglutendo. Spostai lo sguardo su di lei e scandii leggermente le parole
-mi… dia… quel… fottutissimo… microfono. Adesso-
Alexi aveva la testa leggermente alzata verso di me, gli occhi grandi e pieni di stupore e la bocca semi aperta. Janne invece aveva dipinta sul volto un’esclamazione di pieno panico. La presentatrice mi porse il microfono con mano tremante; lo afferrai e finalmente mi rivolsi ad Alexi.
-bene…- dissi. La mia voce riecheggiò chiara e limpida nella sala. Janne, da dietro alla donna in tailleur, si sbracciava facendomi segno di stare zitta e di non combinare casini. Lo ignorai e mi concentrai sul cantante che ormai aveva capito che ero lì solo per lui. –Alexi… fin dal primo momento che ci siamo visti ho capito che non ti sto a genio. Mi rendo conto di non essere perfetta e potrei stare qui per delle ore ad elencarti i miei difetti- un ragazzo in prima fila abbozzò una risata, ma quasi si strozzò sotto il mio sguardo sadico. Continuai –Ma… tu non hai la più pallida idea di quello che mi sta succedendo. Perché se credi di essere l’unico che soffre per qualcosa che gli è successo, ti sbagli. Ho passato cose che non puoi nemmeno immaginare e non hai nessun diritto di farmi soffrire come un cane, come stai facendo ora!- la mia voce aveva tremato leggermente e anche gli ultimi mormorii del pubblico si erano spenti sotto le mie parole, così dure. Alexi mi guardava impassibile, ma era più pallido del solito. Presi fiato e cercai di continuare… dovevo sfogare tutta la rabbia che mi stava scoppiando nel cuore.
-A me non importa di te… non voglio sapere cosa ti è successo e cos’hai contro di me… perché ti odio!ti odio come non ho mai odiato nessuno!- adesso piangevo. Le mani mi tremavano e gli occhi bruciavano da impazzire, davanti a lui… gli avevo detto delle cose orribili e il cuore mi martellava nel petto come un trapano impazzito. Deglutii un paio di volte e respirai rumorosamente. Janne aveva smesso di sbracciarsi e mi guardava con tristezza. Mi tremò il labbro inferiore, socchiusi gli occhi
-… e va fan’culo!- dissi. Poi lasciai andare il microfono, in preda al pianto e corsi via.
Dietro le quinte incontrai Henkka, che mi fermò. Continuai a piangere
-Nana, non farlo!- mi disse lui, cercando di guardarmi in viso. Alzai lo sguardo con le guance rigate di nero
-è tardi, ormai… - mormorai tremando. Henkka sgranò gli occhi. Scossi la testa e corsi via di nuovo. Sta volta non andai fuori, ma salii le scale verso i piani superiori.
Sempre più in alto…. Sempre più in alto e lontano dal resto…
Mi fermai con il fiatone davanti ad una porta. Entrai.
Era un teatro illuminato solo al centro del palco. I sedili di velluto rosso erano richiusi su se stessi e restavano al buio. Era tutto gigantesco, una distesa infinita di sedili, tantissimi spalti che sporgevano dalle pareti e i giganteschi lampadari di cristallo che emanavano un flebile bagliore. Spostai lo sguardo al centro del palco e trattenni il fiato. L’unica luce, potente e luminosa, serviva per mettere in risalto un immenso pianoforte a coda che troneggiava imponente nel mezzo. Singhiozzai di nuovo e corsi a sedermi sulla sedia dello strumento, appoggiando le braccia sul legno nero e nascondendo la testa tra i capelli. Sentii il fruscio del mio vestito che toccava per terra e scoppiai in lacrime singhiozzando come non mi era mai successo prima. I miei singulti riecheggiavano nella sala, amplificati, e io… sola… maledissi l’amore che mi aveva di nuovo strappato il cuore dal petto… solo per lui.

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Capitolo 12
*** Children ‘n’ Hope ***


Children ‘n’ Hope

 
 
-ok, che ne dite di ripartire da “Angel Fall First”?-
Chiese Tuomas, diretto più a Sara che agli altri. La ragazza annuì rimettendo a posto il microfono. Era concentrata al massimo, sapeva che avrebbe potuto cantare altre 50 canzoni con quella grinta. Iniziò l’intro di “Angel Fall First” e chiuse gli occhi. Sentì i muscoli rilassarsi, la mente correre veloce e libera. Una folata di vento le mosse i capelli e  inspirò profondamente. Era pronta a cantare, sentiva le note della melodia scorrerle nelle vene al posto del sangue.
Ma la magia si ruppe di colpo. Un rumore riportò Sara alla realtà e le fece aprire gli occhi di scatto. Guardò davanti a sè, dove quella sera i fans li avrebbero accolti con calore. Ora c’era solo un immenso spazio bianco sotto il sole. Al centro però si trovavano una donna e due uomini giganteschi, che probabilmente facevano parte della security. La donna iniziò ad urlare e gli uomini la presero per le braccia.
-TUOMAS!TUOMAS, Dì A QUESTI UOMINI DI LASCIARMI ANDARE!è TUTTO IL GIORNO CHE CERCO DI PARLARTI, MA QUESTI COLOSSI NON MI LASCIANO UN SECONDO!! –
Il tastierista scese dal palco con un salto e si avviò verso la donna. Gli altri, compresa Sara, rimasero a guardare. Il ragazzo fece un paio di gesti ai due uomini, che se ne andarono. Tuomas e la donna si sorrisero e si diedero due baci sulle guance.
Sara sentì la pelle d’oca salirle fino alla radice dei capelli. Immediatamente scese dal palco e si avvicinò al suo ragazzo. Si accorse che la donna doveva avere circa 30 anni, forse anche di più.
-… ciao… - disse. Tuomas distrasse l’attenzione dalla sconosciuta e si voltò con un sorriso.
-Sara!vieni… lei è la mia ragazza!- disse, presentando la cantante. La donna face un grande sorriso.
-molto piacere, Sara!io sono Lora, la zia di Tuomas-
Sara sgranò gli occhi e si sentì sciogliere.
Era sua zia.
Cazzo. Che figura di merda.
Dopo essersi ripresa, addolcì lo sguardo verso la donna. La band, zia compresa, si sedettero sul bordo del palco con le gambe a penzoloni, tranne Tuomas che rimase in piedi, pronti ad ascoltare.
Lora cominciò a raccontare del suo passato, di quando aveva 13 anni e prendeva il piccolo Tuomas per la manina e lo accompagnava a lezione di piano.
Sara sorrise immaginandosi il ragazzo che aveva di fronte rimpicciolire fino a tornare bambino. La zia parlò per delle ore della famiglia Holopainen, soprattutto del mitico Zio Salvatore, proveniente dall’Italia e delle sue pizze. Secondo Sara, Lora era una donna piuttosto strana: non riusciva a finire i discorsi, ne iniziava altri che non centravano nulla con quelli precedenti e a volte sorrideva senza motivo. Con il passare del tempo però, si accorse che la donna non era strana, bensì agitata. Continuava a torcersi le mani, si aggiustava i capelli ogni secondo, guardava l’orologio e parlava in fretta.
Quando meno se lo aspettavano, Lora piantò il racconto della Nonna Clotilde che aveva messo 6 peperoncini ultra piccanti nel brodo e si alzò
-oddio, sono in ritardo!Devo andare, ragazzi!
Si avviò velocemente verso gli studi. La band la seguì come una mandria di buoi e Tuomas provò a replicare.
-ma zia, non… -
-oh, è stato bello parlare con voi, ma non posso proprio restare! –
-zia… -
-no, Tuomas, non posso! –
-zia… -
Il discorso andò avanti finchè non arrivarono davanti alla porta d’uscita. Il tastierista prese Lora per un braccio e la voltò.
-zia non ci hai detto perché sei venuta!-
Silenzio. La donna prese fiato e guardò tutti i ragazzi
-oh… davvero?bhe… - tornò dentro lentamente facendo schioccare i tacchi delle scarpe –io e Giorgio, mio marito, non siamo più in buoni rapporti… credo che il nostro matrimonio stia per finire e devo rimediare. Volevamo partire per Firenze, la sua città natale, per vedere se riusciamo a sistemare le cose… solo che vorremmo rimanere da soli e non possiamo portarci dietro Luca, nostro figlio di 2 anni… - sospirò e tornò fuori guardando l’ora. Tuomas face un passo avanti
-e noi cosa dovremmo fare? –
La zia si voltò con gli occhi lucidi –tenere con voi Luca fino al mio ritorno –
Sgranarono tutti gli occhi (0__0)
-porca bestia! – esclamò Jukka. Sara lo trucidò con lo sguardo. Lora trattenne il respiro mentre i Nightwish restavano immobili
-devo andare… - la donna si allontanò a gran velocità…
Ma i ragazzi erano troppo shoccati per correrle dietro.
 
Non so quanto tempo fosse passato da quando mi ero praticamente stesa con la faccia sul pianoforte. Avevo smesso di piangere e respiravo lentamente e profondamente. Non avevo più bisogno di calmarmi, mi sentivo… in pace con me stessa. Alzai la testa scostandomi i capelli. Mi asciugai i rimasugli bagnati delle mie lacrime… l’ultima cadde sul pianoforte rimbalzando e rompendosi in minuscole goccioline. Mi venne una voglia irresistibile di suonare… mi guardai attorno circospetta come se mi aspettassi che sbucasse qualcuno da un momento all’altro, ma la sala era completamente vuota e silenziosa. Alzai il coperchio di scatto e appoggiai delicatamente le dita sui tasti bianchi. Chiusi gli occhi e suonai l’inizio di “The Forever Moments” dei Nightwish. Mi fermai un attimo e alzai lo sguardo verso i sedili immersi nel buio. Trattenni il fiato. Sentivo la sua presenza come se fosse a due millimetri da me.
-era l’inizio di “The Forever Moments”…-
Sussurrò Alexi. Non mi voltai
-sei venuto, alla fine… - dissi con la voce quasi spezzata e un mezzo sorriso ironico -… vuoi picchiarmi?- azzardai appoggiando le mani in grembo. Lo sentii ridere, quasi
-n-no… volevo dirti che lo show è finito –
Rimasi sorpresa –siete andati avanti, dopo la mia scenata?-
-già… m-mi hanno premiato come secondo chitarrista più veloce al mondo –
Abbassai lo sguardo con un sorriso – complimenti… -
-Nana… - cominciò lui. Ma non volevo sentire altro
-andiamocene- mi alzai e mi voltai verso di lui. Guardarlo in viso mi fece male… era incredibilmente mortificato e si vedeva chiaramente che si sentiva in colpa
-NO!- disse lui facendo un passo verso di me. Rimasi immobile, come ghiacciata.
-A-Alexi, io… -
-no… no, zitta non dire niente.- lo guardai, con gli occhi chiari che brillavano sotto la luce.
Ma mai quanto i suoi…
Probabilmente stava facendo un misero tentativo di “sciogliere il ghiaccio” ma io mi sentivo più tesa di una stecca da biliardo.
-t-tu… suoni il piano?-
Mi voltai per un secondo verso lo strumento poi tornai con gli occhi fissi sui suoi –si… si, cioè sono entrata in conservatorio quando ero bambina e ho imparato a cantare e a suonare il piano e ovviamente il… violino. Ma non credo che te ne possa importare qualcosa, io… volevo solo… io… - mi impapinai e diventai rossa come un peperone abbassando lo sguardo sulle mie mani congiunte.
Alexi sorrise –nono, mi interessa e… suona. –
-cosa?????-
-suonami qualcosa… - ripeté lui.
Mi tremarono le gambe –n-no… -
-perché?-
Lo guardai e trattenni il fiato. Poi mi sedetti sul seggiolino del piano e sospirai –la mia famiglia non è mai stata artistica. Ero l’unica ad avere quel sogno… -
-quale?- mi chiese lui.
-volevo diventare pianista. Mi sono allentata per degli anni, non ho mai smesso… ho iniziato a comporre quando avevo solo 11 anni… mi comprarono una pianola, poi il piano elettrico… ma io volevo di più. Il mio più grande desiderio era quello di suonare un pianoforte a coda su un palco, possibilmente con qualcuno che mi ascoltasse…-
-allora fallo. Hai il palco… hai il pianoforte… hai il pubblico. –
Il cuore iniziò a battermi forte –ma… non saprei cosa suonarti e poi… -
-non importa. Mi va bene qualsiasi cosa, anche una misera improvvisazione…–
-ma non è questo il punto… se volessi potrei suonarti tutto quello che vuoi. Solo che… non suono da 2 anni. Prima lo facevo per qualcuno, capisci?Ora… ora che non c’è più nessuno, non ha senso che io continui a sperare…-
-hai me. Suona, ti prego… fallo per me –
Lo guardai con il cuore colmo di commozione. Inspirai così profondamente da sentire male alla trachea. Posizionai di nuovo le dita e pensai a cosa suonare… mi vennero in mente le note della canzone che avevo scritto qualche notte prima. Incominciai a suonare così lentamente che quasi non si sentiva nessuna melodia… risuonai il pezzo iniziale e ci aggiunsi altre note. Ogni volta che ricominciavo la melodia aggiungevo delle note in più finchè non divenne come un fiume in piena. E sembrava sia dolce che dura e inarrestabile. All’inizio avevo paura… avevo paura di non ricordarmi più o di non essere abbastanza brava. Ma poi andando avanti la paura scomparve del tutto e mi sentii sicura. Volevo solo che Alexi ascoltasse quella dannata musica che avevo composto in lacrime nel suo lettopensando solo ed esclusivamente a lui e a quello che era successo tra noi.
Volevo che mi perdonasse per quello che gli avevo detto…
Sbagliai una nota e mi tremarono le labbra… presi un bel respiro e ricominciai.
Finchè la canzone non finì, sparendo nel nulla… respirai più velocemente e non riuscii a guardare Alexi negli occhi, ma sentii che si era avvicinato
-è… bellissima. Davvero… l’hai scritta tu?-
Sbattei un paio di volte le ciglia e annuii guardando i tasti bianchi
-e come si chiama?-
-W-white clouds…- balbettai nel vuoto, la mia voce si spense sulle ultime parole.
-è davvero stupenda-
Non potevo sopportarlo. Mi alzai e gli andai vicino
-MA perché???PERCHè MI STAI PARLANDO??DOVRESTI ODIARMI PER QUELLO CHE TI HO DETTO, PORCA PUTTANA!!!!PERCHè TI DIVERTI A FARMI SOFFRIRE????-
Urlai. Avrei voluto piangere, ma avevo finito tutte le lacrime prima…
Alexi mi fermò un braccio a mezz’aria e strinse la presa, immobilizzandomi. In un istante ci avvicinammo l’uno all’altro pericolosamente
-scusami… non volevo farti del male… - sussurrò, ripetendo le stesse parole di quella mattina. Non avevo il coraggio di respirare
-i-io… -
-a parte quello… non smettere di suonare solo perchè qualcuno ti ha fatto soffrire. Pensa che in tutto il mondo ci sono milioni di persone che pagherebbero qualsiasi cosa per sentir suonare te. Non rinunciare mai ai tuoi sogni -
Quelle parole mi colpirono come una saetta… E le nostre labbra erano così vicine
Mi circondò la vita con un braccio e io glielo strinsi con la mano libera.
Sarebbe bastata solo una spinta verso l’alto…
Chiusi gli occhi e mi alzai sulla punta dei piedi, sicura che sarebbe successo, che lo avrei potuto baciare…
-hem hem…- qualcuno si schiarì la gola dietro di noi.
Riaprii gli occhi e tornai con i piedi per terra, abbassando lo sguardo e sospirando. Avrei tanto voluto uccidere chiunque in quel momento fosse stato dietro di me ad interromperci. Anche Alexi sembrava seccato. Guardò davanti a sè e si raddubbiò… stupita dalla sua reazione, mi voltai.
Un omino basso, quasi calvo e con dei buffi occhialetti inglesi e rotondi ci stava guardando da sotto il palco.
-hem hem- ripetè – s-scusate se vi ho interrotto, ma… -
-si, in effetti ci ha interrotto- ripetei io acida. Sentii Alexi che soffocava una risata e l’omino si mise a posto gli occhiali indignato
-s-si, io… dunque… - cercò di salire sul palco saltando, ma non ci riuscì. Provo altre due volte ma senza grandi risultati. Alzai gli occhi al cielo mentre Alexi si stava strozzando dal ridere
-esistono le scale!- dissi indicando i tre scalini che conducevano sul palco. Il tizio mi guardò, poi decise di rassegnarsi e arrivò sul palco
-grazie. Comunque… mi chiamo Eric Belzman e prima ho sentito… che stavate suonando. Chi di voi?-
Mi feci avanti –io… perché?-
-perché il mio lavoro consiste nell’essere manager di pianisti pieni di talento e portarli in giro per il mondo nei teatri più famosi…-
Il cuore mi batté fortissimo –è per caso… una proposta?-
L’omino sorrise –già… non si sente tutti i giorni un capolavoro del genere!l’hai scritto tu, giusto?-
Annuii –si… si chiama White Clouds-
-ok… qual è il tuo nome?-
Esitai – N-nana…-
Eric rise –no, il tuo vero nome, intendevo!-
-oh!!mi chiamo…- voltai appena lo sguardo verso Alexi –mi chiamo Silvia- sentii il ragazzo sussultare ma non ci feci caso
-bene, Silvia…-
-ma la pregherei di chiamarmi Nana!Nessuno mi chiama con il mio vero nome da quando avevo 11 anni… non mi sento a mio agio-
Eric mi fissò per alcuni istanti, poi sospirò –va bene… Nana… sarà il tuo nome d’arte. Tieni, questo è il mio biglietto da visita. Pensaci, mi raccomando!- mi porse un biglietto di carta azzurra con sopra diversi numeri di cellulare. Sorrisi e lo presi
-grazie… ma non credo che ce ne sia bisogno- l’uomo mi guardò con fare interrogativo. Gli ridiedi il pezzo di carta –ho già deciso. Accetto-
Sentii Alexi che si irrigidiva terribilmente e Eric sembrava quasi sconvolto
-wow, nessuno aveva mai accettato così velocemente!-
 Sorrisi –non posso rinunciare al mio sogno proprio ora. Accetto, senza ripensamenti- Ero decisa ad arrivare fino in fondo. Il manager sorrise
-bene… allora ti richiamerò io quando sarà il momento più opportuno. Sono sicuro che farai un grande successo se suonerai sempre come sta sera!-
Ci scambiammo i numeri di cellulare, poi Eric scomparve dietro le quinte. Non potevo crederci, mi sembrava un sogno… stavo per diventare una vera pianista di successo!
Mi voltai verso Alexi. Ci guardammo per qualche minuto… mi ero quasi scordata di cosa stava per succedere prima che arrivasse Eric.
-sbrighiamoci, ci staranno aspettando- disse lui freddo avviandosi verso le scale. Annuii distratta e lo seguii… prima di spegnere la luce mi guardai un attimo indietro: il pianoforte maestoso, il palco, le luci… era tutto fantastico e presto sarebbe stato di nuovo mio.
Ma non mi sarebbe dispiaciuto affatto rimanere lì a suonare un altro po’… o magari per tutta la vita. A me bastava solo avere la musica nelle vene per sempre.


The Forever Moments: 
http://www.youtube.com/watch?v=9S9SzLW2Sc4
 

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Capitolo 13
*** Love & Hate: The Greatest Feeling ***


PREMESSA: mi scuso terribilmente *si mette in ginocchio* con tutte le persone che mi stavano seguendo, purtroppo ho dovuto interrompere la storia per problemi personali, ma finalmente ora sono riuscita a venirne fuori e potrò continuare a scrivere questa long fic. Perdonatemi, mi vergogno molto ;(
Spero vogliate seguirmi ancora. Vi lascio con il nuovo e tanto faticato capitolo e da ora in poi cercherò di postare regolarmente ^^ Un bacio, Nana K (NoireNeige).


Love 'n' Hate:The Greatest Feeling

 
 
Le cose cambiarono parecchio da quella sera. Ma non in bene.
Io e Alexi non facevamo altro che litigare e urlarci dietro tutto il giorno. Se continuava così avrei preferito che mi ignorasse…
Quella mattina ero nervosa. E molto probabilmente anche Alexi… Appena i nostri sguardi si incrociarono iniziarono subito le urla
-hai dormito bene, nel mio letto??-
-se proprio ci tieni a saperlo, si divinamente… comunque non te l’ho chiesto io di dormire sul divano!-
-perdonami, ma non volevo disturbare sua maestà!-
Sentii la pelle d’oca dal nervoso –come mi hai chiamato, scusa?-
Alexi sorrise –Sua Maestà!o preferisci Nanerottola???-
-ti conviene piantarla, Pallemosce!!-
-d’accordo, d’accordo non ti scaldare… Nanerottola-
-ALEXI NON è LA GIORNATA GIUSTA!!- urlai voltandomi verso di lui di scatto
-ALLORA perché NON TE NE VAI DAL TUO AMICO ERIC?????-
Rimasi immobile con la bocca semi aperta –MA SI Può SAPERE CHE DIAVOLO CENTRA??-
-HAI ACCETTATO UNA PROPOSTA SENZA NEMMENO ESITARE!!PENSO CHE SOLO UNA STUPIDA L’AVREBBE FATTO!!-
-Oh certo!!!be’ scusa se non ho chiesto il tuo parere, ma sai com’è… dopo che mi hai ignorata per una settimana non pensavo che mi avresti detto cosa fare!!anche perché non penso che sia affar tuo, quello che faccio nella mia vita!!-
alexi mi guardò con gli occhi sgranati -finché SARAI SU QUESTO BUS, TUTTO QUELLO CHE FARAI sarà AFFAR MIO-
Non poteva andare avanti così. Lo guardai paurosamente seria –allora buttami fuori…- mormorai.
Tutti i ragazzi mi fissarono senza dire una parola
-coraggio!cosa c’è, non ne hai il fegato?avanti, buttami fuori!- lo sfidai io. Alexi non mosse un dito
-se davvero pensi che abbia sbagliato ad accettare la proposta forse dovresti lasciarmi qui per strada, non mi serve il tuo aiuto-
Restai in silenzio con gli occhi puntati su di lui, attendendo una risposta. Dopo una manciata di minuti interminabili, Alexi si alzò e mi venne vicino con una specie di sguardo assassino
-ti ho detto che ti avrei portata a Parigi e così sarà. Ma ti conviene lasciarmi in pace…-
Io deglutii. Poi tornai su e mi chiusi in camera.
 
Dopo un’ora di viaggio arrivammo agli studios. Non sapevo dove ci trovavamo ma non me ne importava un granchè… scesi dal bus con i ragazzi ed entrammo.
-Hey Nanerottola… non dovresti essere così scontrosa alla mattina, ti fa invecchiare più in fretta!- disse Alexi sarcastico. Feci una smorfia
-lo sai che sei simpatico come un castoro che scambia le tue palle per un ceppo di legno?-
Alexi scoppiò a ridere, ma sembrava sempre triste come al solito. Forse più del solito.
-sei proprio una prima donna-
-capra ammuffita-
-lesbica-
-alcolizzato-
-unghia incarnita dell’alluce destro-
Aprii la bocca per ribattere, ma Janne ci raggiunse e prese per un braccio me e con l’altra mano afferrò Alexi. Con non poca velocità ci trascinò dietro di lui
-Janne, non fare la testa di cazzo e mollami!!- sbraitai
-sai… per una volta sono d’accordo con te, Nanerottola!- disse Alexi
-Alexi non ti ci mettere anche tu!!- lo fulminai con uno sguardo. Lui mi ignorò
-Janne si può sapere cosa stai facendo?- chiese il cantante con la voce che sfiorava l’isteria
-vi aiuto a mettere fine ai vostri problemi- disse il ragazzo tirandoci
-problemi??- Dicemmo insieme io e Alexi aggrottando le sopracciglia. Janne sorrise e ci spinse dentro uno sgabuzzino, poi chiuse la porta con un tremendo cigolio. Mi venne un orribile sospetto
-J-Janne??Che cosa…??-
-non vi farò uscire di qui finchè non avrete risolto tutto!-
-tutto che cosa??- urlai io. Alexi si fece avanti e batté una mano sul portone
-Janne non fare il coglione, io devo fare le prove per il concerto!-
-Tranquillo Alexi, per fare il soundcheck non ci servi per forza tu…-
-COOSA?????grazie, che bella considerazione che hai per il tuo frontman!!- si lamentò il biondo.
-scusa socio ma non posso lasciarvi uscire-
Presa da uno scatto d’ira tirai un pugno sulla porta di metallo così forte che tremò per altri 10 secondi
-JANNE FAMMI USCIRE DI QUI O TI INCHIODO ALLA PARETE PER LE MUTANDE!!!!!-
-ammetto che la cosa mi fa decisamente paura…- cominciò il tastierista –ma non posso, te l’ho detto!dovete risolvere i vostri…-
-MA QUALI CAZZO DI PROBLEMI!!!!TE LI darò IO I PROBLEMI APPENA MI FAI USCIRE DI QUI!!E ANCHE TANTI!!-
Intanto che sbraitavo Alexi si era steso per terra con la schiena sul muro e aveva allungato le gambe. Mi voltai esasperata indicandolo
-tu, brutto coglione!invece di stare lì a cazzeggiare, perché non mi dai una mano a convincere quel pirla a farci uscire?!?!?!-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo svogliatamente –tanto non ci farà uscire… è inutile.-
Scossi la testa con l’isteria che entrava e usciva dal mio corpo al posto dell’aria. Tirai un calcio alla parete e mi lasciai cadere per terra.
I minuti passavano, lenti… così lenti che quando pensavo che fosse passata un’ora in realtà erano solo 20 minuti. Mi alzai in piedi e andai avanti e in dietro per lo stanzino mentre Alexi mi guardava impassibile. Ad un certo punto mi fermai…
-ok, dobbiamo stare qui per un bel po’… quindi tanto vale risolvere i nostri problemi, come dice Janne – dissi tirando un calcio alla porta sbiadita di rosso e incrostata di ruggine che fece un assordante rumore. Alexi mi guardò indifferente
-che cosa c’è che non va? – mi chiese. Mi voltai con le fiamme negli occhi
-dopo tutto quello che mi hai fatto passare osi chiedermi cosa c’è che non va?? – sibilai. Lui scrollò le spalle
-vedo che hai un problema con me… - disse
Scossi la testa e mi tirai indietro i capelli scuri e luminosi
- i-io… ho cercato di aiutarti. Ho chiesto a Janne di spiegarmi, mi sono tinta i capelli per cercare di non essere me stessa come volevate, non ti ho parlato, ti ho ignorato e ti ho anche mandato a fan’culo davanti ai tuoi fan!!spiegami… spiegami cos’altro devo fare. Cosa devo fare per convincerti che non sono curiosa e che voglio davvero aiutarti???? –
La stanza calò in un silenzio quasi imbarazzante, poi quando meno me lo aspettavo Alexi parlò. La sua voce aveva un tono strano, sembrava quasi… che si fosse arreso
-baciami. –
Mi disse. Trattenni il respiro e lo guardai male
-COSA????? –gli chiesi, sicura di aver sentito male. Alexi lo trovò quasi divertente
-baciami- ripeté, come se fosse la cosa più semplice del mondo. Mi inginocchiai davanti a lui
-A-Alexi… sei sicuro di sentirti bene? –
Lui mi guardò con lo stesso sguardo di prima
-baciami, ti prego… solo così potrò scoprire finalmente se tu sei come lei. –
Mi allontanai confusa –lei?lei, chi?? –
Lui fece una specie di sorriso triste. Prima che potessi pensare a qualsiasi altra cosa, mi mise una mano nei capelli e mi tirò a sé. Poi le mie labbra si posarono delicatamente sulle sue e il tempo sembrò fermarsi. Rimasi immobile per non so quanto tempo in quella posizione… poi Alexi mi fece avvicinare a lui ancora di più e mi fece mettere a cavalcioni sulle sue gambe
-no… no, tu non sei Johanna… -
Non mi importava cosa volesse dire quella frase, volevo solo che non smettesse di baciarmi. E infatti fu così… solo che sta volta ero io che lo stavo baciando. Le sue labbra erano così morbide… Assaporai quel momento con tutta me stessa, sentendo il battito del mio cuore aumentare di velocità e fondersi con quello di lui… mi sentivo come rinata, viva dopo tanto tempo. Ma com’era iniziata, quella splendida magia finì e Alexi mi allontanò dal suo viso di qualche centimetro. Lo guardai negli occhi, non avevo mai notato che fossero così belli
-non sai da quanto tempo aspettavo questo momento…- mi disse
-lo immagino… baci bene.- dissi io. Poi mi maledissi per aver detto una cosa così stupida, ma a lui sembrava avesse fatto piacere. Finalmente sorrideva senza tristezza… mi baciò di nuovo, sta volta con più insistenza e mi spinse per terra. Poi mi salì addosso… deglutii e mi tremarono leggermente le mani.
Le sue labbra si spostarono sulla mia spalla e il nostro respiro divenne più veloce, insieme. Non so perché ma lo abbracciai e rimasi a guardare il soffitto mentre mi baciava ogni centimetro di pelle non coperta dalla maglia. Sentii la sua mano arrivare all’altezza dell’ombelico e accarezzarmi la pelle fredda. Rabbrividii quando l’altra mano cercò di slegare i lacci della maglia bianca che si trovavano sulla mia schiena. La mia stretta divenne ferrea e dalla bocca mi uscì uno strano lamento. Alexi mi guardò in viso e le sue mani si fermarono, immobili.
-… no…- sussurrai, quasi in lacrime. Lui si tirò un po’ su
-perché no?- mi chiese. Chiusi gli occhi, cominciai a ricordare: le grida, la macchina, i ragazzi incappucciati… Io. Piccola e indifesa…
Sussultai e mi scese una lacrima. Alexi me la asciugò con l’indice della mano. Lo guardai negli occhi terrorizzata
-i-io…- balbettai in preda al tremore. Distolsi lo sguardo – l-loro.. i-io…-
-cosa ti hanno fatto?- sussultai di nuovo. Aveva capito. Cominciai a singhiozzare
-avevo 15 anni… l-loro erano tanti e io ero sola… e gridavo, e…-
-shhh- mi disse lui posandomi un dito sulle labbra –non devi raccontarmelo per forza. Io non voglio farti del male…-
Lo guardai di nuovo. I suoi occhi sembravano così sinceri… -te lo prometto. Ti fidi di me?-
Esitai. Mi fidavo davvero di lui?anche se stava per…
No. Io mi fidavo di lui da sempre e lo sapevo. Annuii quasi con ingenuità… lui mi sorrise e non ebbi più dubbi. Mi lasciai abbracciare di nuovo e sentii le sue mani che mi sfioravano la pelle… poi la maglia cadde per terra… e subito la seguì a ruota anche quella di Alexi.
Mi diede un bacio, poi un altro e un altro ancora… mi sentivo protetta con lui. Gli sfiorai il disegno della corona di spine con il naso e poi la baciai. Mi aveva sempre attirato quel tatuaggio. Sentii il bottone dei miei pantaloni che si slacciava… arrossii involontariamente e chiusi gli occhi, ma non avevo paura. Accarezzai i lunghi capelli di Alexi mentre lui faceva correre un dito sulla mia schiena facendomi provare un brivido a contatto con la sua pelle, decisamente più calda della mia. Lasciai che mi baciasse la gola, all’altezza delle corde vocali, come se volesse “benedire” la mia voce con il suo tocco.
Alla fine ci abbandonammo entrambi al piacere.
 
Mi svegliai lentamente. Mi era sembrato tutto un sogno… per giunta un bel sogno. Di quelli che non riesci a dimenticare e ci pensi su tutta la mattina perché ti ricordi ogni dettaglio. Aprii gli occhi e mi guardai intorno. Uno sgabuzzino… Il mio corpo, praticamente coperto di stracci.
In quel modo realizzai che non era stato affatto un sogno
-… cazzo…- mormorai, incredula. Mi voltai.
No, non era stato decisamente un sogno.
Alexi era lì, steso di fianco a me con solo i pantaloni che dormiva profondamente. Per un momento mi venne da sorridere… era carino mentre dormiva. E soprattutto non faceva casino come suo solito. Poi notai che non sembrava triste come tutte le altre volte che l’avevo visto. Lentamente mosse la testa verso di me e aprì gli occhi. Mi sorrise
-ciao- sussurrò con voce roca.
Sorrisi imbarazzata – ciao…-
Si alzò a sedere con una strana smorfia. Mi tenni più stretta quella specie di lenzuolo intorno al corpo
-come… come va?- mi chiese lui, ancora un po’ intontito. Mi venne da ridere
-bene. Credo…- lui annuii
-forse dovremmo vestirci, Janne potrebbe arrivare da un momento all’altro. Mi stupisco che non sia entrato mentre noi…- divenne improvvisamente rosso e anche io mi sentii le guance calde. -… si, bè vestiamoci.- finì infilandosi la maglia. Io rimasi a guardarlo e lui parve confuso
-che c’è?- mi chiese. Mi sentii ancora più rossa… ormai il lenzuolo mi stringeva così tanto che tra un po’ non avrei più potuto respirare
-bhe, ecco… forse dovresti… si insomma… io sarei… nuda- dissi con non poca difficoltà. Alexi sorrise
-vabbè, ma ti ho già vista nuda ormai!-
Abbassai lo sguardo –si, ma non è la stessa cosa adesso…- sussurrai imbarazzata. Alexi sospirò
-va bene mi volto, ma fai in fretta!- si girò dall’altra parte e io cercai di fare il più veloce possibile. Mi infilai i pantaloni e la maglia in un attimo, ma non riuscivo a stringere i nastri dietro. Sbuffai infastidita, ma sentii subito due mani che sfioravano le mie. Voltai lo sguardo
-credo che tu abbia bisogno di aiuto…- disse lui con una faccia buffa. Risi
-già… grazie-
Sulle ultime due stringhe Alexi strinse troppo forte e io trattenni il fiato. Lui mollò subito la presa
-scusa, non volevo farti male… ho le mani da chitarrista… non sono molto delicato- disse imbarazzato.
Mi voltai e gli sfiorai una mano – n-no, cioè si, meglio… ma non ti fermare.- le ultime quattro parole le dissi velocemente, con lo sguardo fisso sul suo. Ci avvicinammo di nuovo, mi strinse la mano che prima lo aveva sfiorato.
Ma si sentirono dei rumori di una chiave infilata nella toppa e io mi allontanai di scatto. Rimanemmo immobili, inginocchiati uno di fronte all’altro finché non comparve Janne.
-vi ho lasciato qui dentro fin troppo!Avete risolto tutto??-
Mi voltai lentamente verso di lui e come una pazza assassina gli saltai addosso strngendolo alla gola
-MA-SEI-PAZ-ZO??????- gli urlai in un orecchio mentre lo sballottavo di qua e di là facendolo diventare bordeaux –TI-SEMB-RA QUES-TO IL MODO DI A-IU-TAR-CI???????????????????- lo lasciai andare e lo preso per il colletto –SEI UN COGLIONE, JANNE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Lo mollai definitivamente con il fiatone, mentre sputacchiava da tutte le parti cercando di riavere l’aria nei polmoni. Alexi arrivò dietro di me con gli occhi sgranati
-wow… finalmente conosciamo la vera furia assassina di Nana!-
Mi voltai assatanata –oh, ma questo è niente, in confronto a quello che potrei fargli se fossi davvero incazzata con lui!-
Janne si raddubbiò –perché, non sei davvero arrabbiata con me per quello che ti ho fatto passare??-
Lo guardai.
Se solo sapessi che cos’hai fatto davvero lasciandoci lì da soli, Janne…
Pensai con uno strano senso di divertimento. Mi girai in modo che Alexi non mi vedesse e feci a Janne una mezza strizzata d’occhio. Poi, indifferente, mi avviai verso l’uscita degli studios. Avevo bisogno d’aria fresca.
 
Janne e Alexi rimasero a fissare la schiena della ragazza che usciva di fretta dal palazzetto. Poi il biondo scosse la testa
-allora, avete parlato?- chiese il tastierista avvicinandosi. Alexi lo fulminò con uno sguardo e si allontanò dietro al palco. Poi uscì e si “ritirò” dietro l’edificio per non incontrare Nana che, sapeva, era ancora fuori da qualche parte. Chiuse gli occhi confuso appoggiandosi distrattamente al muro. Non si guardò nemmeno intorno e si accese una sigaretta; l’ultima. Bestemmiò e lanciò lontano quel che rimaneva del pacchetto stritolato.
-Kara, mi stai spiando?- domandò apparentemente al nulla. Ma poco dopo la ragazza uscì dal suo misero nascondiglio e guardò Alexi imbarazzata.
-bhe ecco, veramente io…- balbettò lei. Il ragazzo piegò la testa di lato e lasciò uscire un po’ di fumo dal naso. Kara fece due passi indietro pronta a scappare via.
-ferma- le ordinò lui senza nemmeno guardarla. Lei si immobilizzò
-vieni qui e dimmi cosa c’è che non va- disse. Lei si avvicinò e si sedette per terra sospirando affranta
-c’è che mi sono resa conto che ciò che voglio non arriverà mai, forse perché non sono capace di andarlo a prendere con le mie forze o semplicemente perché  so di non avere speranze  con lui…- gli occhi le divennero rossi – Janne non mi vuole e io non sarò mai sua per colpa di Kristina. E tutto quello che ho costruito con voi stando qui e lavorando andrà miseramente in fumo!forse dovrei andare via e dimenticare tutto…-
Dopo cinque minuti di silenzio, Alexi si rese conto che Kara aveva smesso di parlare e forse stava aspettando che lui dicesse qualcosa a proposito di ciò che aveva detto. Il problema era che aveva ascoltato poco e niente dei problemi dell’amica, troppo impegnato a riflettere sui suoi per dare retta a quelli degli altri. Aveva voluto che il tecnico restasse perché sapeva che se fosse rimasto da solo avrebbe fatto qualche cazzata come ingoiare la sigaretta o incidersi sul braccio con la cenere il nome di una delle due ragazze che lo stavano facendo diventare pazzo.
Com’era possibile, si era ripromesso di non parlare nemmeno con la pianista per non causare atri danni al suo cuore già abbastanza rattoppato, e ora se la portava a letto?
Era assurdo… così si che sarebbe impazzito davvero.
Eppure Nana sembrava davvero qualcosa di più.
-io…-
Qualcosa di più dei suoi squallidi ricordi del fantasma di qualcuno che non avrebbe mai riavuto indietro
-… credo…-
E se si stesse innamorando di nuovo?
No, non era possibile, non lui. E non dopo quello che aveva passato
-… che…-
Eppure quella ragazza le assomigliava così tanto…
No, forse era addirittura più bella. Nella testa incominciò a rimbombare il suo nome all’infinito
Nana
Alexi lasciò cadere la sigaretta e si mosse
-scusa Kara…-
Stava per andare via ma la ragazza lo tenne fermo per un braccio. I due si guardarono
-adesso tocca a te sfogarti-
Il ragazzo fece un sorriso sarcastico scuotendo la testa
-non credo sia il caso…-
Kara insistè –ma non devi parlare, io ti capirò!- gli strinse una mano. Alexi la guardò
Forse è stato soltanto piacere e niente di più… non mi sto innamorando.
Se ora ne provassi dell’altro con un’altra donna, potrei riuscire a togliermi Nana dalla testa. Sarebbe la prova che… non la amo.
-abbiamo bisogno di distrarci tutti e due- mormorò la ragazza tirandolo dietro di sé, dentro una porta secondaria. Lui si lasciò portare senza discutere, ancora immerso nei suoi pensieri.
 
Soltanto 40 minuti più tardi Alexi fece il giro del palazzetto ritrovandosi sotto il sole, davanti al suo bus. Rimase lì immobile a fissare il finestrino da cui si intravedeva quel dannato corpo della ragazza che ora lui desiderava oltre ogni limite. La fissò e sospirò affranto.
Ma chi voglio prendere in giro?
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** Two Hearts in the same instant ***


Capitolo interamente dedicato ai Nightwish visto che ho ricominciato solo ora a scrivere dopo più di un anno e mi mancava tanto la coppia SaraXTuomas ♥

Two Hearts in the same instant

 
I Nightwish si girarono contemporaneamente nella stessa direzione. E proprio lì, mentre giocava con una macchinina fatta di lego seduto su una misera sediola pieghevole, si ergeva Luca, il cugino di Tuomas Holopainen. Il piccolo si voltò verso quelle 5 paia di occhi che lo fissavano increduli e sorrise divertito scoprendo i dentini bianchi. Sara non poté fare a meno di rispondere al sorriso ricambiando… quel bambino aveva lunghi capelli biondi chiari e ricci che lo facevano sembrare in tutto e per tutto un angelo. Ma la cosa che colpì di più la ragazza e che la fece innamorare subito di Luca furono gli occhi: verdi, brillanti e allegri proprio come quelli di Tuomas. Non c’era dubbio, erano proprio parenti.
-per me può restare- disse continuando a fissarlo ipnotizzata. La massa di occhi si voltò verso di lei
-Ma Sara…- disse Tuomas. Lei andò incontro al bambino e lo prese in braccio. I ragazzi si avvicinarono e Luca sorrise dolcemente a Marco che si sentì sciogliere. Lo guardò con due grandi occhioni
-ooohhhh che carinooooo!!Daiiiiiiii, lo possiamo tenere boss??????????????????- si rivolse al tastierista a mani giunte. Jukka gli tirò uno scappellotto
-Marco, è un bambino, non un cane!!!-                           
-a me non darebbe fastidio…- continuò Sara. Jukka annuì
-si, nemmeno a me. Adoro i marmocchi!!-
Emppu scrollò le spalle – ceeeeerto!!ci divertiremo un mondo insieme!!- e diede un buffetto sulla guancia di Luca che rise divertito battendo le manine. Tutti i ragazzi gli furono attorno
-nnooooo che dolceeee!!- urlò Marco con gli occhi a cuoricino
-pucciossissimoooooo!!!!!!!!!!!- continuò Jukka
-I loooove youuuuu!!!!!!!!!- disse Emppu.
Sara, con ancora in braccio il piccolo, si trovò quasi schiacciata dai suoi compagni con una faccia scandalizzata dal comportamento degli altri (-.-'). Sembrava che non avessero mai visto un bambino in vita loro…(doppio -.-')
-ragazzi piantatela o lo spaventerete…- disse lei. Tuomas si mise una mano nei capelli sempre più esasperato. Sara lo guardò al di sopra dei ragazzi e gli fece gli occhioni strappa lacrime. Il frontman provò a ribattere anche se gli era difficile
-ma… non sapremmo dove tenerlo durante i concerti!-
Emppu si voltò verso di lui – bè ci sono un sacco di tecnici che stanno tutto il giorno a cazzeggiare!potremmo dare loro un motivo per guadagnarsi onestamente la paga!!-
Tuomas ci pensò. Tutti, compresa Sara, si voltarono e fecero gli occhi dolci. Il tastierista lì guardò uno ad uno… poi il suo sguardo si soffermò sulla sua ragazza con in braccio il bambino sorridente. Sospirò in segno di resa –eh va bene, lo teniamo!-
-EVVAI!!!!!!!!- urlarono tutti gli altri. Marco prese in braccio Luca e finalmente Sara poté avvicinarsi al frontman
-hai fatto la cosa giusta. Lora ne sarà immensamente felice!- gli mise le braccia intorno al collo e lo baciò
-aspetta, aspetta…- disse lui con finta serietà –ricordami ancora una volta perché sto facendo tutto questo…-
Sara sorrise –perché mi ami, no??-
Tuomas scoppiò a ridere –giusto, come potrei dimenticarlo…- si baciarono di nuovo. –oggi sei più “buona” del solito…-
-grazie… sarà la presenza di Luca.- Lui la guardò perplesso
-cosa centra mio cugino?-
-bè… ha i tuoi occhi. E a me piacciono un sacco i tuoi occhi…-
Tuomas sorrise –grazie!invece a me…- le accarezzò i capelli -… a me piace tutto di te!!!-
Scoppiarono a ridere. Sara giochicchiò con una ciocca di capelli del ragazzo
-sarà meglio se la smettiamo con le smancerie… da ora in poi abbiamo un bambino a bordo!-
-già, forse è meglio se non lo riportiamo a Lora sotto shock!- i due si allontanarono l’uno dall’altra di mala voglia
-forza ragazzi, è ora di rimettersi a provare!!- gridò il fortman. La band lasciò il bambino nelle mani di un tizio, lì in mezzo al palco e ricominciò a suonare. Luca sembrava divertirsi nonostante fosse di fianco ad una cassa acustica a tutto volume!
 
Quella sera…
Ormai Sara e Tuomas dormivano insieme nella camera di lui. Il ragazzo entrò nella stanza dopo essersi fatto la doccia, completamente bagnato con addosso una canottiera resa trasparente dall’acqua e un paio di jeans stracciati sulle ginocchia. Sara lo guardò per alcuni minuti con la bocca mezza aperta
-che c’è?- chiese lui guardandosi, confuso dall’espressione della ragazza. Lei distolse lo sguardo
-n-no, nulla…- disse arrossendo. Tuomas sorrise
-aahh, credo di aver capito qual è il problema- si tolse la maglia e si sedette di fianco a Sara. Lei lo guardò di sfuggita e passò dal colore rosso al violetto. Lui la prese per le braccia e se la caricò addosso, facendola sedere. Sara sgranò gli occhi
-T-Tuomas…- lui la baciò senza farle finire la frase
-zitta e baciami…- le sussurrò. Lei obbedì per i primi due secondi, poi si allontanò
-ma… non avevamo detto niente smancerie?!?!?!-
Il ragazzo sorrise –si, infatti avevo in mente qualcosa di peggio delle semplici smancerie…- Sara deglutì a fatica
-ah… capisco…- Tuomas la baciò di nuovo diverse volte e le accarezzò i capelli. Poi appoggiò le mani sulla sua schiena e incominciò ad alzarle la maglia. Sara chiuse gli occhi e ad un certo punto si tirò in dietro cadendo sul letto.
-Luca!!!!- gridò. Si tirò su e scese dal letto. Tuomas la osservò incredulo mentre usciva dalla camera e scendeva le scale di corsa. Arrivò al piano di sotto con il fiatone e poco dopo comparve anche il ragazzo.
Ma Luca era tra le braccia di Marco (cioè, è un miracolo!!!!^.^) che dormiva come un angioletto. Sara non seppe cosa dire
-i-io… credevo che stesse piangendo…- balbettò.
Il bassista scosse la testa -no, non ha aperto bocca-
La ragazza si voltò verso Tuomas – hem… io…-
-vieni, dobbiamo parlare…- disse lui stranamente serio. Andarono di sopra in camera
-cosa c’è che non va?-
-cosa????Nulla!!cosa credi che ci sia???Niente!!-
-Sara…- lei smise immediatamente di sparare frasi a caso e lo guardò. Poi sospirò afflitta
-se te lo dico potresti spaventarti…- disse. Tuomas si sedette di fianco a lei
-lo sai che puoi dirmi qualsiasi cosa!-
-okok, va bene… ma promettimi che non mi lascerai!!-
-lo giuro su me stesso!!- disse lui alzando una mano in segno di promessa. Sara prese un bel respiro
-sono vergine!!!!- quasi lo urlò per l’agitazione
Silenzio. Tuomas la guardò con le sopracciglia alzate… lei si sentì morire
-ECCO, TE L’AVEVO DETTO CHE MI AVRESTI…-
-sisisisi, calmati!!!!!!!!non ho ancora detto niente, Sara!!!- si lamentò lui. –ma hai così poca fiducia in me??- scherzò. La ragazza sbuffò
-d’accordo, sentiamo il verdetto dell’esperto…- disse sarcasticamente.
Tuomas rise e si sfregò il mento -quindi Nana aveva ragione…- commentò
Sara annuì senza ascoltare sul serio – eeeeh già… no, un momento!!!NANA????????????-
Tuomas sgranò gli occhi .
-NO!!!cioè, no… mi sono sbagliato…-
-Tuomas che cosa ti ha detto Nana????????????????????-
Silenzio super imbarazzante.
Sta volta era lui che doveva confessare qualcosa, ma comunque incominciò a prenderla in giro
-promettimi che non mi lascerai!!- disse imitando quello che aveva detto prima Sara. Lei alzò gli occhi la cielo.
-Tuomas………......- lo minacciò
-va bene, va bene stavo solo scherzando!!!!- rise -… ehhh allora… un po’ di tempo fa Nana mi ha fatto tutto un discorso. Sai, lei aveva capito da tempo che tu mi piacevi e voleva darmi una mano. Io le avevo chiesto se tu avessi avuto dei ragazzi….-
Sara fece una faccia strana e Tuomas si affrettò a proseguire –era solo per curiosità eh!!!!- disse in sua difesa –e lei mi ha risposto di no… e mi ha detto che nessuno ti aveva mai toccata!!quindi aveva ragione!!solo che… lo aveva detto ridendo e io pensavo che scherzasse, invece…-
-invece no, non scherzava affatto… tu sei il primo che… si bè, non ancora però…- lei arrossì violentemente e Tuomas la abbracciò
-tranquilla, ho capito!!però non capisco perché Nana ridesse…-
Sara sorrise –io lo so… vedi lei è stata la prima a sapere che tu mi piacevi… e le avrò ripetuto milioni di volte che sarei stata solo e soltanto con te!è per questo che rideva… secondo lei sei sempre stato un po’ ingenuo perché non capivi che io andavo matta per te fin dal primo istante!-
Risero
-vale lo stesso anche per me, allora!- disse lui e le diede un bacio su una guancia. –bè comunque… ora che so tutto devi decidere tu…-
-che cosa?- chiese Sara guardandolo
-devi decidere tu quando potremo… si insomma… fare quello che avevamo cominciato prima…-
-oh…- sussurrò lei arrossendo. Comunque ora si sentiva felice. In fondo sapeva che Tuomas l’avrebbe capita e le avrebbe lasciato tempo.
-sai, non pensavo che tu fossi così fantastico- gli disse, una volta che si furono stesi insieme sul letto. Lui rise
-oh, questo è uno dei tuoi migliori complimenti, mi ritengo lusingato!!- lei gli tirò un cuscino in faccia
-stupido!!- gli disse ridendo
-ma guarda che è la verità!!-
Si guardarono sorridenti per un minuto, poi si baciarono. Tuomas la fermò con un dito
-ma… non avevamo detto niente smancerie??-
Lei sorrise –si, ma non mi pare che in questa stanza ci sia un bambino… e poi un po’ di coccole fanno sempre bene, no??-
Lui la strinse forte a sé –concordo pienamente!!-
Risero ancora e continuarono tra baci e carezze.
Prima di addormentarsi abbracciati, si strusciarono i nasini l’uno contro l’altra (ke duuulci!!^.^), sicuri che niente al mondo avrebbe potuto distruggere quel magico momento di felicità.
Perché si amavano…
E niente è più forte di due cuori che battono nello stesso istante.



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Attenzione!Nel prossimo capitolo...svelati i misteri di Alexi!
é tutto!Un bacio enorme al sapore di birra!
NoireNeige

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Capitolo 15
*** Children Of Bodom ***


Salve a tutte!Perdonate il ritardo ma gli esami non mi hanno permesso di stare attaccata al computer e scrivere questo capitolo è stata una faticaccia!!!
A parte le scuse patetiche....PREMESSA!!(come al solito...) per dare un senso a questa storia malata ho dovuto stravolgere i fatti avvenuti nella realtà per fare in modo che la vicenda prendesse la piega che volevo... Spero vi piaccia comunque questa versione della famosa Leggenda di Lake Bodom...
Un bacio!:)


 
Children Of Bodom
 
 
L’idea era quella di dormire quella notte. Eppure continuavo a rigirarmi tra le lenzuola ormai ammassate al centro del letto facendomi le solite seghe mentali. Non potevo credere che fosse passato solo un giorno...
E in fondo non mi sembrava nemmeno tanto strano che stessi pensando a quello che mi era successo ieri. Non capita tutti i giorni di fare l’amore con la persona che pensavi di odiare, in uno sgabuzzino…
Arrossii pensando di nuovo a lui. Avevo battuto il record di 25 arrossimenti in mezz’ora; ma non potevo farci niente se tutte le volte che il mio pensiero sfiorava quel momento avevo la testa che andava su di giri come se fossi al 4° giro di montagne russe di seguito.
-avanti Nana, non fare la cogliona…- mormorai. Poi sospirai. Non sarebbe servito a niente insultarmi da sola nel cuore della notte… quel ricordo ormai era incancellabile, pronto ad uscire appena ne avesse avuta l’occasione.
Infatti mi tornarono in mente le emozioni che avevo provato quando lui mi aveva chiesto di fidarmi. È incredibile che sia successa una cosa del genere dopo tutto quello che io gli ho fatto. È incredibile che Alexi abbia anche solo pensato che noi avremmo potuto… fare quello che abbiamo fatto ieri.
Scossi la testa.
Non posso negare che se io davvero non lo avessi voluto, non avrei potuto fermarmi…
Quindi ho deciso che non ha più senso fingere: mi sono innamorata. Sono caduta di nuovo tra le braccia del sentimento più crudele, quello che ti fa odiare più di ogni altra cosa al mondo… anche più dell’odio stesso. Sono innamorata e sento che non posso più vivere senza di lui, senza il suo sguardo, senza la sua voce… ma finchè non saprò tutta la verità mi sarà impossibile stargli vicino.
Io devo sapere.
Ora. Adesso. Subito.
E comunque… credo che Alexi sia stanco di dormire su un divano.
 
Mi alzai in punta di piedi, nel buio e incominciai a scendere le scale lentamente, stando attenta a non cadere. Una volta arrivata di sotto trattenni il fiato. Non si vedeva assolutamente niente, a parte una striscia di luce lunare proveniente dal’unica fessura del finestrino non coperta dalla spessa tenda. Feci un passo avanti
-Alexi…??- mormorai in un sussurro appena percettibile. Se il ragazzo stava già dormendo era inutile svegliarlo, quindi non mi avvicinai. Ma anche se era buio pesto, riuscii comunque a distinguere un’ombra scura che si muoveva…
Poi lo vidi. Uno dei suoi occhi azzurri puntati su di me, visibile solo grazie alla striscia di luce proveniente da fuori.
Mi morsi un labbro, immobile, ancora in punta di piedi – Alexi…- sussurrai di nuovo. Lui si alzò e mi venne vicino. Alzai la testa per poter incontrare il suo sguardo
-dimmi- disse lui con la voce roca. Prese una ciocca dei miei capelli e me la mise dietro l’orecchio
-m-mi stavo chiedendo se… magari, tu volessi… tornare… di sopra… con me- deglutii mentre i nostri visi si avvicinavano. Stava cercando di baciarmi… ma io non potevo. Non finchè non avessi saputo. Piegai la testa da un lato e lui rimase a fissarmi contrariato
-perché no?-
-i-io… non so. Non so nulla… di te.- balbettai, tentando in tutti i modi di resistere al suo profumo. Lui alzò lo sguardo verso l’alto e sospirò, ma non rispose. Non sapevo più cosa fare, volevo stare con lui a tutti i costi, volevo che non mi abbandonasse, ma come potevo fidarmi ciecamente se non sapevo perché era triste?
-quando avevo tre anni, per sbaglio ho ucciso un coniglio…- cominciai indecisa –a 5 anni sono scappata di casa perché mia madre mi aveva sgridata, a 8 sono rimasta a dormire dal mio ragazzo senza dire nulla a nessuno e ho marinato la scuola per non fare il compito di matematica- presi fiato –a quattordici anni mi sono fatta tatuare un cuore alato infilzato da una spada e mio padre mi ha tenuto fuori casa per un giorno intero ma non me ne fregava niente perché… perché avevo incontrato un ragazzo. Mi ero innamorata per la prima volta, ma della persona sbagliata. La mia famiglia e quella di William erano rivali da sempre… ma noi ci amavamo. Almeno così credevo… solo a 17 anni scoprii che lui non aveva fatto altro che usarmi e da allora ho bandito l’amore dalla mia vita!- trattenni le lacrime a stento, mentre fissavo Alexi –a 15 anni sono quasi stata violentata e subito dopo mia madre è morta di malattia…-
Il ragazzo mi fece fermare –perché mi stai dicendo tutto questo?-
Le lacrime scesero –lo sai il perché. Non riesci nemmeno a guardarmi in faccia e da quando sono arrivata non parli mai e sei sempre triste… forse prima non era affar mio il fatto che tu mi odiassi, ma ora si. Non riesci a guardarmi negli occhi ma fai l’amore con me… ora mi importa. Ho il pieno diritto di sapere perché mi odi così tanto!-
-ma non è vero, io non ti odio…-
Scoppiai in lacrime e gli strinsi una manica della maglia –ti prego Alexi, basta. Se davvero non vuoi più farmi del male, guardami negli occhi e non mentirmi più!io lo voglio sapere… perché non posso vivere per sempre con questo peso…-
Alexi rimase zitto. Piansi ancora
-ti prego…- lo supplicai. Vidi il suo sguardo addolcirsi sempre di più, mentre mi asciugava le lacrime con l’indice e il pollice.
-va bene… ti racconterò tutto. – si arrese, finalmente. Mi condusse davanti al divano e si sedette. Poi mi fece posto –però siediti. Non sarà piacevole…-
Sentii un brivido lungo la schiena nel sentire quella frase. Feci finta di nulla e mi inginocchiai davanti a lui, appoggiando una mano sul suo ginocchio
-tu che cosa pensi che sia?-
Rimasi spiazzata da quella domanda. Mi ricordai di alcune riflessioni che avevo fatto tempo prima e aggrottai le sopracciglia
-ho preso in considerazione i serial killer, la droga, i ragni radioattivi…- scossi la testa e lo sentii ridere
-Dimmi, Nana… tu credi nei vampiri?- sussurrò. Alzai lo sguardo
-Alexi…- lo rimproverai io. Lui rise ancora
-scusa, volevo rendere le cose più interessanti!- avevo capito che stava cercando di rimandare il più possibile quel momento… probabilmente sapeva che gli avrebbe fatto male parlarne di nuovo. Provai una stretta al cuore capendo che era colpa mia se tra poco sarebbe stato male come me quando penso a William.
-va bene… allora, tu cosa sai sul nome dei Children Of Bodom?-
Un’altra domanda che non mi aspettavo. Ma su questa ero un po’ più preparata
-bhe, non molto… so di una strage avvenuta qualche anno fa sul Lake Bodom, ma… non è tanto-
-nove anni fa… quattro ragazzi, di cui una sola era femmina di nome Johanna, decisero di accamparsi a Lake Bodom per festeggiare il sedicesimo compleanno di uno di loro.-
Quel nome non mi era nuovo, ma non riuscivo a ricordare dove l’avessi sentito. Alexi continuò senza guardarmi –partirono alla mattina e quando arrivarono montarono la tenda. Dopo, non sapendo cosa fare, decisero di andare nel bosco per vedere se trovavano qualcosa di interessante. Si divisero: i due ragazzi andarono a destra, mentre il festeggiato e Johanna presero un’altra direzione. – il viso del ragazzo si incurì. Potevo leggere il dolore nei suoi occhi, eppure non capivo cosa centrassi io con il massacro di Lake Bodom.
-dopo qualche ora di cammino, il ragazzo e la ragazza sentirono delle urla… e incominciarono a correre verso il punto dove avevano lasciato gli amici. E proprio lì, in mezzo ai cespugli si trovava uno di loro… era stato dissanguato.-
Riuscii a stento a mantenere lo sguardo su quello di Alexi. I suoi occhi erano così pieni di terrore che mi facevano quasi paura
-e poi… poi…- cercò di andare avanti, ma stava iniziando ad agitarsi. Strinsi una mano sui suoi pantaloni
-cos’è successo dopo?- gli chiesi. Lui mi fissò… c’era così tanto dolore in quegli occhi così chiari che per poco non scoppiai in lacrime
-c’era… sangue. Sangue d’dappertutto. E gli altri stavano gridando terrorizzati e cercavano di scappare come topi… ma… niente. Non si poteva andare da nessuna parte, lei era lì…-
-Lei??Lei chi??- chiesi esasperata. Alexi mi fissò senza emozione
-la Morte-
Mi lasciai sfuggire un gemito, ma lui continuò come immerso nei suoi pensieri
-quella notte morirono tutti… tutti, tranne il ragazzo festeggiato. Lui riuscì a scappare anche se aveva visto cose orribili e continuava ad inciampare e a gridare… e a piangere. Però… è ancora vivo adesso.-
Lo fissai incredula –e chi è?dove si trova?-
Alexi spostò lo sguardo verso di me e sentii per un attimo il mio cuore smettere di battere. Una lacrima gli stava scendendo giù da una guancia pallida. Incominciò a scuotere la testa ripetutamente e io abbassai lo sguardo… e finalmente compresi cosa stava cerando di dirmi.
Johanna. Era il nome che aveva detto Alexi dopo avermi baciata.
E lui sapeva così tanti particolari su quello che era successo quell’orribile notte.
Ma poi, la prova inconfutabile.
I ragazzi volevano festeggiare il compleanno di uno di loro… e il massacro a Lake Bodom era stato compiuto l’8 aprile.
L’8 Aprile.
Era anche il compleanno di Alexi.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime a volontà mentre mi mettevo una mano sulla bocca, orripilata. Guardai il ragazzo sconvolto addirittura più di me, con un misto di pietà e rammarico
-oh Dio…- sussurrai spostandomi di fianco a lui –Oh Dio… sei tu. Sei tu, l’unico superstite di Lake Bodom!-
Mormorai con la voce impastata dal pianto. Senza nemmeno rendermene conto lo abbracciai forte e lo sentii singhiozzare.
Ero stata una vera stupida. Gli avevo addirittura urlato dietro che lui non aveva la più pallida idea di cosa io avessi passato, quando in realtà era lui che aveva sofferto come un cane per tutto quel tempo. Ed era addirittura riuscito a sopportare tutte le cattiverie che gli avevo detto senza battere ciglio….
Che idiota. Sono disgustosa… in questo modo mi sono presa gioco dei suoi sentimenti. E non mi era nemmeno venuto in mente il fatto che forse, tutto quel dolore che avevo visto nei suoi occhi fin dal primo momento, era stato causato da qualcosa di immensamente più orribile della mia patetica storia d’amore finita in modo penoso.
Oddio mi faccio schifo…
Oddio, è un miracolo che sia ancora vivo…
-Aspetta… aspetta. – disse lui tirandosi su da me e cercando di asciugarsi le lacrime. Scossi la testa prendendogli le guance con le mani
-no… no, non importa, puoi smettere di raccontare. Ho capito, sono stata una stupida a dirti quelle cose… non dovevo, mi dispiace… sono orribile!-
-no devo dirti tutto ormai. Hai ragione è un tuo diritto sapere ogni cosa!-
Rimasi in silenzio ad osservare il suo viso sconvolto e strinsi gli occhi lasciando cadere altre lacrime amare piene di frustrazione. Lui non si perse d’animo e continuò
-io non ti ho mai odiata. Il solo pensiero non mi era nemmeno passato per la testa, credimi… è solo che tu… mi ricordi tutto di lei. Io e Johanna stavamo insieme e la amavo veramente tantissimo…- ricominciò a piangere e io gli strinsi una mano –Johanna aveva i tuoi stessi occhi, il tuo stesso sorriso… aveva i capelli lunghi e neri, bellissimi-
Sospirai tra le lacrime. Ecco perché Janne si era arrabbiato quando mi ero tinta i capelli… in quel modo assomigliavo ancora di più alla ragazza morta nel massacro. La ragazza di Alexi.
-ma la cosa che non riesco a levarmi dalla testa da quando sei arrivata, è il suo profumo… è come se tu avessi il suo stesso identico profumo, che mi fa impazzire!e più ti guardavo, più mi tornava in mente lei e le vecchie ferite si aprivano lasciandomi sanguinare ancora il cuore.-
-è per questo che non riuscivi nemmeno a guardarmi…- mormorai io, come se mi fossi finalmente tolta dalla mente il gigantesco peso dell’odio che avevo provato per quel ragazzo. Alexi annuì
-ho cercato in tutti i modi di non pensare a lei e allo stesso tempo di non pensare a te. Ma più vi mettevo da parte e più tu comparivi nella mia testa come un martello… e alla fine ho ceduto. Ho provato a resistere, ho cercato di essere spregevole con te, perché ogni secondo che passava ti desideravo sempre di più. Ma poi… vederti in lacrime per colpa mia è stato orribile e… non ce l’ho fatta… non ce l’ho fatta-
Strinse una mano a pugno e io gli accarezzai una guancia bagnata
-shhh… va bene così-
-ti ho fatto soffrire…-
-non importa, davvero… anche io ti ho fatto soffrire tanto e non merito nessun perdono…- dissi triste. Lui mi guardò
-ma io ti ho già perdonata… in fondo mi sono accorto che tu non sei esattamente come lei. Tu sei più forte… lei era debole, indecisa e ingenua. Tu invece hai carattere, sai quello che vuoi e… no, tu non sei Johanna. Tu sei Silvia-
Sussultai sentendo pronunciare il mio vero nome. Lo guardai
-Alexi, io…-
-avevi ragione, sono stato un cretino a non dirti nulla. Forse ci saremmo risparmiati tutto questo dolore inutile…-
-no, non è vero… avevi il diritto di non dirmi nulla, solo che io ho insistito troppo… e ho finito per innamorarmi di te. –
Lui sussultò. Lo abbracciai di nuovo e lasciai che appoggiasse la testa contro il mio seno… rimasi ad accarezzargli i capelli per un po’
-vieni, andiamo su…- gli dissi. Salimmo le scale a fatica, ancora scossi per tutto quello che era successo in così poco tempo. Tutto il rancore che avevo provato per lui si sciolse, scivolando via dal mio corpo come gelatina e lasciando il posto all’ amore puro. Si, era vero allora… non ero mai stata così tanto innamorata in tutta la mia vita. I sentimenti che avevo provato per William potevano essere considerati semplicemente fraterni, in confronto a quelli nati adesso per Alexi, così forti e incontrastabili.
Ci stendemmo sul letto e ci abbracciammo. Lui si rimise nella posizione di prima e io ricominciai ad accarezzarlo delicatamente mentre chiudeva gli occhi, esausto
-scusa…- mormorò. Gli diedi un bacio in fronte
-shhh, dormi… è finita, ora-
Lo guardai mentre sprofondava nel sonno e continuai così per tutta la notte. Ogni tanto gli asciugavo le lacrime, mentre lui mormorava frasi senza senso… ma in tutta quella confusione di parole riuscii a distinguerne due che mi fecero piangere ancora:
“Ti amo”
 
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** Love Love Love ... ‘n’ Jealousy! ***


Love Love Love ... ‘n’ Jealousy!

 
 
-scusa Nana, c’hai mica un…-
-SSSHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!- urlai a Janne voltandomi verso di lui, mentre mi trovavo a metà strada tra il letto e il pavimento, in bilico.
-taci Janne, non lo vedi che sta dormendo?- bisbigliai tentando di non cadere con il naso spiattellato per terra. Lo sguardo del tastierista andò sconvolto da me fino ad Alexi
-…………-                                 
 Trattenne il respiro con il labbro inferiore che toccava terra. Scossi la testa come per scusarmi, ma persi l’equilibrio.
-merd…!- Janne mi prese al volo, evitando di farmi sfracellare al suolo come un sacco di patate. Mi tirò su per un braccio e mi guardò
-tu devi spiegarmi un bel po’ di cose…-
Feci un sorriso isterico – già…-
Uscimmo nell’aria fredda di prima mattina mentre tutti gli altri dormivano
-si può sapere che diavolo sta succedendo?? – mi domandò Janne. Presi un bel respiro e tentai di parlare, ma con scarsi risultati –scusa, due giorni fa lo hai mandato a fan’culo e ora me lo ritrovo nel tuo letto??-
Cercai di dire qualcosa di normale, ma mi uscì una stupidata -… bhe, tecnicamente è il suo letto, quello…-
Janne mi guardò male –Nana…??-
Alzai gli occhi al cielo –se vuoi sapere proprio tutta la verità… è colpa tua!!!-
-COOOSA??????????????????????spiegami cosa centro io, adesso!!!-
-sei stato tu a chiuderci in quella topaia!!-
-e questo cosa centra con il fatto che tu e Alexi avete dormit…- si fermò con la frase a metà e gli occhi sbarrati –oh merda….- mormorò fissandomi. Alzai le sopracciglia facendo la ragazzina innocente. Lui scosse la testa –vi siete fatti in uno sgabuzzino!!!!!- urlò esasperato. Gli misi una mano sulla bocca
-bravo pirla, urlalo ai 4 venti!!!!-
Lo lasciai andare e lui mi prese per le spalle scuotendomi –non posso crederci!!!!!-
-COSA??- gli dissi cercando di fermarlo.
-Alexi ha fatto sesso più volte di me!!!!!-
Aggrottai le sopracciglia –Janne tu sei davvero strano… non sto scherzando, vè!!-
Lui scosse la testa –no, ok basta fare i cretini… ma… ma… cioè, tu e lui… ora…-
-no- mi affrettai a dire –no, non stiamo insieme-
-come no????????-
Deglutii –insomma, non so se lui vuole… - Janne sgranò gli occhi
-ti ha detto tutto, vero?- mi feci scura in volto e annuii
-si…- distolsi lo sguardo amareggiata –sono disgustosa…-
Janne mi accarezzò una guancia –ma non potevi saperlo… credo che Alexi si sarebbe comportato nello stesso modo… no, forse avrebbe fatto di peggio!-
Risi tristemente –si, lo immagino…-
-non è mai stato un tipo molto tranquillo…- commentò il ragazzo. Si sentì la porta del bus che sbatteva
-hey!!!ma che cazzo fate la fuori, ragazzi??fa un freddo cane!!- urlò il cantante ancora spettinato
-sisi, arriviamo!!- disse Janne tirandomi per una manica. Con molta nonchalance mi tirò addosso ad Alexi che mi prese praticamente in braccio andando a sbattere contro la parete opposta
-tò, riprenditi la tua Bella Infreddolita!- disse il tastierista sedendosi su una sedia. Io e Alexi ci guardammo stupefatti. Poi lui si alzò e mi diede un mano a tornare in piedi
-Nana… -
-si??- gli risposi subito, senza nemmeno riflettere. Lui mi sorrise
-vieni un attimo di sopra…- mi prese per mano e mi trascinò sulle scale. Mi voltai verso Janne, che mi sorrise con il pollice alzato
-mi raccomando, non fate troppe porcellate!!!- disse scoppiando a ridere. Cercai di tornare in dietro per suonargliele di santa ragione, ma Alexi mi tirò dietro di sé. Sull’ultimo gradino però, inciampai e gli caddi addosso facendolo finire sul pavimento della stanza con un gran frastuono. Si sentì la voce di Janne che urlava preoccupata da sotto
-hem… ragazzi è tutto ok?????-
Alzai la testa dalla schiena di Alexi – sisisisisi!!!!!!!!!!!!tranquillo Janne è tutto a posto!!-
-parla per te…- mugugnò il ragazzo steso di faccia con il naso spiattellato per terra. Lo guardai per un secondo, poi mi tirai su, gli diedi una mano ad alzarsi e lo guardai in viso. I miei occhi si riempirono di tanta, tantissima paura
-Oh Signore Buon Dio…- sussurrai. Alexi si toccò il naso
-ahia!!!- gridò, mentre il liquido rosso iniziava a sgorgare a fiotti. Cercai di prendere in mano la situazione
-ok, dovremmo chiamare un’ambulanza!- dissi, cercando di staccare lo sguardo dal naso grondante di sangue
-no, no… basta solo un po’ d’acqua… - disse lui. Annuii decisa
-sssssssi… aspetta un attimo…- cercai di andare avanti ma ero così agitata che inciampai di nuovo nei lacci degli anfibi e mi catapultai (per la seconda volta!) addosso al povero ragazzo di fronte a me che cadde per terra. Mi ritrovai sopra la sua pancia con le gambe che gli circondavano la vita, rossa come un peperone e  con i capelli sparpagliati d’dappertutto. Lui mi guardava senza dire una parola
-forse è meglio se faccio da solo…- mormorò. Scossi la testa mordendomi un labbro
-s-scusa, io… volevo solo aiutarti…- feci per tirarmi su, ma lui mi fermò per un polso senza staccare gli occhi da me
-ma sai che cazzo me ne frega del mio naso?!?- poi mi baciò. Assaporai quel momento, ma mi costrinsi ad allontanarmi
-bè a me invece si che mi frega… - lo guardai mentre mi sorrideva –che c’è?- gli chiesi stupita mentre mi tiravo in dietro i capelli
-no, nulla… solo che ti ho sporcata di sangue- disse lui grattandosi una guancia. Mi toccai la pelle e scoppiai a ridere. Poi mi alzai e mi allisciai la mini gonna
-resta qui, torno subito- scesi le scale alla ricerca di un panno. Appena arrivai al piano di sotto gli altri ragazzi mi guardarono
-ODDIO NANA COSA TI SEI FATTA??????-
-STAI SANGUINANDO!!!!!!!!!!!!-
-COSA TI HA FATTO ALEXI?????????-
-PRESTO CHIAMATE I POMPIERI!!!!!!!!!!!!!!!!- (O.o pompieri?!?!)
Urlarono tutti. Sospirai –ragazzi, non mi sono fatta nulla… Alexi è caduto e gli sanguina il naso, tutto qui!-
Janne annuii e andò a prendere del ghiaccio e un panno –tieni, dagli questo-
Lo ringraziai e tornai di sopra. Alexi si era steso sul letto, gli porsi l’asciugamano e mi sedetti in un angolo. Dopo qualche minuto lui parlò tirandomi verso di sè
-aaallora……. Ora sai tutto…-
Annuii senza voltarmi  -già…scus…-
-no!non voglio passare il resto della mia vita con te che mi chiedi scusa!!Basta, lo so che ti dispiace, ma credimi sono stato trattato peggio di così!!-
Risi –veramente volevo chiederti scusa per averti quasi rotto il naso…- lui mi fissò a bocca aperta
-ah… bè, non fa nulla…-
-posso…- 
-devo…- dicemmo contemporaneamente.
Voltai lo sguardo –prego, parla pure- mi disse lui.
Scossi la testa -nono, dimmi prima tu-
Rimanemmo zitti, poi mi venne un’idea piuttosto infantile –senti, diciamo tutte e due le cose contemporaneamente, ok?- lui annuii. Prendemmo un bel respiro e partimmo
-vuoi essere la mia ragazza?-
-ti capisco se non mi vuoi!!- dicemmo insieme. Lo guardai incredula per quello che avevo appena sentito e lui fece lo stesso
-COSA?????????- dicemmo insieme. Lui sta volta continuò
-perché non dovrei volerti?????- diventai rossa
-Alexi, tu mi piaci un sacco, ma… ti capisco se preferisci pensare a Johanna. Io sono solo una ragazzina…-
-nononono frena bella!!!non so se l’hai sentito ma ti ho chiesto di essere la mia ragazza!!-
Esitai –lo so, ma… non voglio che tu mi chieda una cosa del genere solo perché ti ho detto che mi sono innamorata di te-
Alexi mi si avvicinò e mi strinse una mano –Nana sei la prima ragazza per cui provo qualcosa in 8 anni… ti prego non rovinare tutto solo perché sei indecisa… io voglio stare con te-
Sorrisi e gli accarezzai una guancia –cercherò di farmene una ragione…- gli sfiorai le labbra con la lingua
-di che cosa?-
-che sono la ragazza di Alexi Lahio!- Alexi scoppiò a ridere
-va bene, lo prendo come un si!!- mi diede un bacio e lo sentii fare una smorfia di dolore. Mi allontanai coprendomi la bocca, ma non riuscendo a trattenere un sorriso
-forse è meglio se tieni il ghiaccio un altro po’…- Alexi sbuffò e si buttò di peso sul letto. Mi accoccolai di fianco a lui e incominciai a giochicchiare con una ciocca dei suoi capelli.
 
-io l’avevo detto che eravate fatti l’uno per l’altra!- commentò Kara quando le raccontai le ultime novità. Risi –sono sempre stata piuttosto testarda per queste cose…- lei mi si avvicinò con aria complice
-ma dimmi… l’avete già fatto????-
Feci la finta tonta –cosa?-
Kara scosse la testa –non fare la deficiente… l’avete già fatto????????-
Mi spiaccicai una mano sulla fronte – aaaaaaahhhh, quello!!!!!!!- mi morsi un unghia sorridendo come una bambina – bheeeeee………….si!- Kara iniziò a saltellarmi in torno a mò di coniglio di Pasqua
-e… com’è stato?-
Divenni rossa –ma che razza di domande fai?!?!?!?-
-ohh dai, ammettilo che ti è piaciuto!!- mi canzonò lei facendomi il solletico alla pancia. Tentai di sottrarmi alla tortura, quando la ragazza si alzò di scatto e guardò davanti a sé. Con ancora il sorriso sulle labbra mi voltai e vidi Alexi davanti a me, molto serio
-Nana vieni un attimo. Dobbiamo discutere di una cosa…- dietro di lui si trovavano gli altri ragazzi, leggermente sconcertati. Probabilmente il cantante aveva interrotto le prove di punto in bianco e se n’era andato senza dire nulla. Sarei rimasta stupita anche io.
Kara mi si avvicinò agilmente e mi sussurrò in un orecchio – mmh… c’è aria di tempesta in arrivo!- comunque stava sorridendo… io però non capii lo stesso. Alexi mi prese per un braccio e mi trascinò dietro di lui
-hey, non ti conviene fare così o rischio di inciampare!!- dissi, ma lui non si fermò –sai, non vorrei romperti del tutto il naso!- tentai di nuovo, ma con scarsi risultati. Mi fece entrare in una stanza e chiuse la porta. Mi guardai attorno: lavandini, asciugamani automatici, porte… un bagno.
-discutiamo in un bagno?- chiesi ironicamente guardandolo. Lui mi spinse e appoggiò una mano sul muro, immobilizzandomi tra di lui e la parete
-di cosa dovremmo discut…- mi morirono le parole tra le sue labbra. Poi chiuse gli occhi e strusciò il suo naso contro il mio inspirando profondamente. Sorrisi –credo di averne una vaga idea…- mormorai mordendogli appena un labbro.
-scusami… ma non resistevo più- disse lui. Scossi la testa parlando tra un bacio e l’altro
-non dovresti scusarti con me, ma con i tuoi amici là fuori!- indicai la porta chiusa a chiave. Lui scosse la testa
-possono aspettare per un po’, no?-
-si, loro si… io no.- lo baciai di nuovo, con più sentimento. Lui mi fece scivolare via uno spallino della canottiera. Sorrisi divertita stringendolo mentre mi baciava il collo. I nostri respiri diventavano sempre più pesanti, mi spostai verso la porta di ferro del bagno e Alexi mi seguì senza smettere di baciarmi. Ad un certo punto lui tirò un pugno sulla porta, che incominciò a vibrare. Risi, probabilmente da fuori si era sentito un gran casino perché sentii Janne che gridava qualcosa, ma non lo ascoltai con attenzione
-sei un pervertito…- sussurrai ad Alexi senza smettere di sorridere. Lui mi baciò un orecchio
-si lo so. Spero che non ti dispiaccia…-
-no, per niente…- mi prese in braccio e mi fece sedere sul marmo dove erano scavati i lavandini. Incrociai le gambe intorno alla sua vita. Sentii i ragazzi che avevano ricominciato a provare (senza cantante, chissà mai il perché…!) e i suoni amplificati dalle casse rimbombare nel bagno facendo vibrare gli specchi. Misi le braccia intorno al collo di Alexi mentre lui mi stringeva i capelli accarezzandomi una guancia solo con il pollice. Respirai un paio di volte sulla sua camicia e poi gliela aprii di scatto. I bottoni saltarono per terra facendo un gran baccano e lui si guardò il petto
-peccato, era nuova…- disse. Sorrisi e lo baciai di nuovo
-tranquillo, te la ricompro io…-
Continuammo quello che stavamo facendo (in fondo qualcuno dovrà pur procreare per il bene dell’umanità prima o poi, no?!?!XD). Quando però Alexi iniziò lentamente a sfiorarmi una gamba io lo fermai, con ancora le labbra appiccicate alle sue.
-Alexi… sei sicuro che farlo in un bagno sia abbastanza… normale?- azzardai. Lui mi guardò e mi accarezzò una guancia con la mano a pugno, scostandomi una ciocca di capelli
-per me, possiamo anche farlo su una panchina, non me ne frega niente!-
Una panchina???allora non scherzava quando diceva di essere pervertito!!
A parte le cazzate…
-lo so, ma... siamo passati da uno sgabuzzino ad un bagno!-
-è un gran progresso, non credi?!?!- scherzò lui. Poi divenne serio, ma capivo bene che stava facendo il cretino –mi hai praticamente distrutto la camicia nuova e ora ti fermi sul più bello?sei pazza, ragazza mia…-
Sbuffai –si, ma…- lui mi diede un buffetto sul naso
-sbaglio o hai fifa?????forse non eri del tutto in te la prima volta…-
Feci la faccia offesa. Quella era forse… una sfida???
Scossi la testa come per dire “Avanti Alexi, non fare il principiante… tanto lo sanno tutti che vinco io!”. Mi tolsi la canottiera e la lasciai cadere per terra, rimanendo soltanto con il reggiseno nero di pizzo. Lui mi guardò –non mi avevi detto che indossi questa roba!!-
-e quando avrei potuto dirtelo, scusa??mentre litigavamo????certo, immagino già la scena: “hey Alexi, sei proprio una testa di cazzo e lo sapevi che indosso il reggiseno di pizzo nero????”-
Lui scoppiò a ridere mentre io facevo dei gesti strani, poi mi abbracciò… e tutti penserebbero “ohhh, che dolce!”………ma in realtà sappiamo tutti che il suo intento era un altro!!!
Infatti poco dopo il pizzo nero cadde a terra, mentre lui continuava ad abbracciarmi appoggiando la testa sulla mia spalla
-maiale…- dissi io.
-sei una doppiogiochista!- rispose lui.
Lo spinsi via -che cosa????-
lui rimase a guardarmi per qualche minuto con la bocca aperta, poi si scosse e alzò le braccia al cielo -prima dici di esserti innamorata di me e poi mi dai della testa di cazzo!!e no, questa me la paghi!!- mi diede un bacio –devi pagare un pedaggio!-
scossi la testa –e quale sarebbe questo pedaggio???- Lui mi guardò in viso, mentre osservavo i suoi occhi diventare sempre più brillanti… e manipolatori di piccole ragazze mezze nude.
In quel momento qualcuno bussò alla porta e io sobbalzai. Alexi si voltò dall’altra parte e sbuffò
-resta qui…- mi disse e si avviò verso la maniglia.
Cazzo, ma dove vuole che vada??????????
Alexi aprì appena la porta appoggiando un gomito sullo stipite e la mano sorresse la testa. Poi guardò Janne con finto odio assassino, mentre il tastierista rimaneva leggermente shockato nel vedere il suo migliore amico con la camicia sbottonata e i capelli tutti spettinati.
-hem… -
-che cavolo vuoi, Janne??- chiese lui con voce assassina. Il ragazzo deglutii
-vi… vi ho interrotti?-
Alexi diresse appena lo sguardo verso di me, ancora seduta di fianco ad un lavandino, che tentavo di riagganciarmi il reggiseno
-ssssssssi- lo sentii dire, con calma moooolto forzata. Janne annuii e incominciò a parlare, solo che non riuscivo a capire molto. Mi arresi, presi il reggiseno e lo legai intorno al seno lasciando gli spallini penzolanti ai lati, lo tenni su con una mano e mi avvicinai ai due.
-che succede, ragazzi?- chiesi sbucando sotto il braccio di Alexi. Vidi lo sguardo di Janne mutare nelle seguenti emozioni: allegria, felicità, sgomento, desiderio, sgomento, trattenimento, terrore… ma l’ultima emozione arrivò soltanto quando il suo sguardo stupefatto andò ad incontrare quello di Alexi che lo avrebbe pestato a sangue visto quello che stava pensando in quel momento il tastierista su di me (la donna di Alexi), che mi ero presentata davanti a lui mezza nuda
-porca…!!!- gli sfuggi di bocca, lanciando un’ultima occhiata verso di me. Alexi lo guardò per alcuni istanti, poi mi prese per un braccio e richiuse la porta di scatto
-MA SEI IMPAZZITA??????????????????- Urlò quando mi voltai verso di lui tentando di non far scivolare via il reggiseno. Scossi la testa confusa
-no, cosa… perché hai chiuso la porta in faccia a Janne in quel modo?-
Lui mi fissò con gli occhi spalancati – t-tu….tu tu tu… tu sei… sei…-
Mi avvicinai e tentai di calmarlo –ok Alexi respira tra una parola e l’altra e vedrai che ce la fai!-
-TU ERI MEZZA NUDA DAVANTI AL MIO MIGLIORE AMICO CHE TI STAVA SBAVANDO DIETRO COME UN CASTORO IN CALORE!!!!!!!!!!!- sbottò lui tutto d’un fiato. Trattenni il respiro
-ohhhh, di quello si trattava!!!!!-
Lui mi guardò a bocca aperta –bè, ti sembra una cosa da poco??????-
Scoppiai a ridere –Oddio Santo!!hahahaha….hehehehe…..hihihi…-
-SI Può SAPERE CHE DIAMINE CI TROVI DI COSì DIVERTENTE?????-
-nono, niente… a parte il fatto che sei geloso!!-
Geloso: PAROLA RIMOSSA DAL VOCABOLARIO MASCHILE FIN DALL’ANTICHITA’.
Infatti…
-Geloso???io???Naaaaaaaa!!!- commentò lui
-certo, dimmi tutto quello che ti pare, ma tu sei geloso!!-
-io non sono geloso!!essere gelosi è una cosa da donne!!-
-però tu lo sei…-
-NO!!-
-SI!!-
-NO!!-
-SSS….bene, allora non ti dispiace se faccio entrare Janne, vero?- andai verso la porta, ma Alexi mi fermò al volo riportandomi indietro
-feeeeeeeerma lì!!!!-
-mollami!!- dissi ridendo –se non sei geloso, non credo che ti dia fastidio se Janne pensa le porcate quando mi vede ridotta così!!- (oltretutto è stato lui a ridurmi così!!)
Mi tenne stretta per la vita e mi diede un bacio su collo –e va bene, lo ammetto sono geloso… anzi gelosissimo, contenta???-
Sorrisi –si, molto!-
Alexi mi lasciò andare –in questo momento sento il coro dell’Alleluja!-
-perché?- chiesi perplessa. Lui andò verso la porta e appoggiò una mano alla maniglia. Si voltò con un sorriso –bè, perché ho capito come sei veramente!!-
E se ne andò senza lasciarmi il tempo di dire altro.
Possibile che stessi tornando a com'ero due anni fa???
Possibile quindi… che Alexi fosse davvero quello giusto???


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E finalmente va tutto bene per la piccola Nana e caro Alexi, ma non pensate che la storia sia finita qui!!

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Capitolo 17
*** Day As Children ***


Di nuovo capitolo dedicato ai Night e al piccolo Luca...lasciamo prendere fiato a Nana e Alexi per un pò :)

 

Day as Children

 
 
Nei giorni seguenti tutto lo staff si affezionò al piccolo Luca, ma il bambino preferiva soprattutto la compagnia di Marco e Jukka.
-Senti, Tuomas…- dissero un giorno i due ragazzi avvicinandosi al tastierista -… ma secondo te, Luca si annoia a stare qui??Cioè, è tutto solo…-
-ragazzi, ve l’avevo detto che dovevate occuparvi voi di Luca!io non ho mica tempo, sto scrivendo una canzone!!-
Dentro la testa di Marco si accese una lampadina. Sorrise e diede una gomitata al batterista
-quindi… possiamo fare quello che vogliamo??-
Tuomas sospirò esausto, appoggiando la penna sullo spartito –si, fate come vi pare, basta che sparite entro 5 minuti!!
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata complice e si allontanarono sghignazzando verso Luca. In quel momento apparve Sara che appoggiò la testa sulla spalla di Tuomas
-ciao amore, che fai?- gli chiese sbirciando le note scritte sul foglio. Lui sospirò
-stavo cercando di comporre… poi ho dato carta bianca a Marco Jukka e Luca…-
-Luca???-                                                             
-si… i ragazzi lo volevano portare fuori e…-
-MA SEI IMPAZZITO??????- urlò la ragazza sgranando gli occhi. Tuomas la guardò stupito
-cosa c’è??- chiese con aria angelica.
-ma ti rendi conto?hai lasciato che Marco e Jukka si prendessero cura di un bambino?!?e ora li hai anche fatti uscire da soli???-
Il ragazzo rimase zitto per qualche secondo –bhe, ma io…-
-ti ricordo che quei due sarebbero capaci di regalare Luca a dei barboni se si ubriacano!!-
Sta volta il tastierista si irrigidì –okok calma…- inspirò profondamente. Poi si alzò di scatto e prese Sara per le spalle
-DOBBIAMO FERMARLI!FACCIAMO QUALCOSA, PRESTO!!-
Lei lo fermò di botto e lo fece sedere di nuovo
-resta qui, faccio io…-
Corse fuori e trovò i 3 ragazzi su una macchina dai finestrini oscurati. Si avvicinò e bussò al finestrino. Subito, Marco le aprì abbassando gli occhiali da sole.
-Marco, non fare il cretino e riporta subito Luca dentro!- sbottò Sara. Lui la guardò per una frazione di secondo, poi strinse le mani sul volante
-non ci penso nemmeno!Lucky ha diritto all’ora d’aria proprio come tutti i carcerati!-
O.o ma che razza di paragone è questo???
Sara aggrottò le sopraciglia –ok, cerchiamo di ragionare con calma…- disse lentamente, cercando di sorridere. Da dietro comparve Jukka
-Hey Sara, non per essere cafone, ma noi vogliamo partire, non parlare…-
La ragazza li squadrò bene, sembravano molto motivati. Sospirò affranta (infondo erano adulti e vaccinati) –va bene, vi lascio andare… ma sia chiaro:- sventolò con decisione un dito davanti al naso del bassista – non dovete bere, soprattutto il piccolo, niente fumo, niente strade trafficate ne pub, nightclub, barboni, spazzatura,…-
Jukka sbuffò –non è che devi farci la lista di tutte le cazzate che facciamo di solito!-
-giusto!lo sappiamo benissimo che Lucky è solo un bambino!!-
Sara inspirò per farsi coraggio – s-si… mi fiderò per sta volta. Chiamate se succede qualcosa-
Mentre si allontanava, i ragazzi chiusero la macchina  e sgommarono rumorosamente sull’asfalto bruciante.
-spero di aver fatto la cosa giusta…- mormorò Sara rientrando e guardando Tuomas che scriveva come un assatanato sullo spartito.
-Allora Lucky ora ci divertiamo un po’, eh!!- disse Jukka facendo ridere il bambino
Marco guardò l’amico attraverso lo specchietto –già, ma dove lo portiamo??-
I due si raddubbiarono. Intanto Luca si ficcò una mano in bocca e sorrise guardando le facce buffe di Jukka
-e se gli insegnassimo come si rimorchia una ragazza??- chiese Marco
Jukka sbuffò rumorosamente –si, così Sara ci mette al rogo…-
Restarono in silenzio per un po’. Poi Marco disse
-di solito dove si portano i bambini???-
Luca sorrise –da!!!!- urlò alzando le manine. I due lo guardarono increduli, poi Jukka scoppiò a ridere
-ma certo!!Il parco giochi!!dovevo pensarci prima!!bravo Luckyyy!!-
Marco lo osservò stupito –ma che diavolo dici??-
-ma sii!!!!!Luca mi ha fatto venire in mente che i bambini vanno al parco giochi!!-
Il bassista alzò le sopracciglia e si concentrò sulla guida.
Una volta arrivati, portarono il piccolo sull’altalena e incominciarono a spingerlo
-aahhh vedi che adesso si diverte?!?- disse Jukka. Marco annuì
-sisi me ne sono accorto!-
Luca rise stringendo i pugnetti intorno alla spessa corda di metallo
-eh si vede che sono il suo preferito…- disse Marco…
-…..- Jukka lo guardò voltandosi dalla sua parte – …ma che stronzate dici?- (bel linguaggio da usare davanti ad un bambino!!xD)
-ma si, è ovvio!!Vuole sempre stare con me!!!!- continuò Marco guardandolo con sfida. Entrambi i ragazzi lasciarono andare l’altalena che continuò a traballare e si fronteggiarono con occhi infuocati
-stai dicendo che non so prendermi cura di un bambino??- urlò Jukka
-bhe, non so… l’ultima volta hai chiuso il tuo criceto nella lavastoviglie!non vorrei che accadesse la stessa cosa!!- sghignazzò l’altro
-senti chi parla!!!ma se l’altro giorno hai quasi lanciato Luca giù dal balcone!!!!-
-è stato un impeto di libertà, non volevo buttarlo giù!!e comunque preferisce me!!-
-ma se è stato tutto il tempo con me!!-
-no, eri tu che gli stavi appiccicato!!-
-maledetta testa di cazzo!!-
-coglione!!-
-sembri un maiale a cui hanno infilato un porcospino nel culo!!!-
-Ah si???invece tu sei un… LUCA!!!-
Jukka si fermò con il dito a mezz’aria pronto per ribattere, alquanto interdetto – c-come??- balbettò credendo di non aver sentito con chiarezza. Poi seguì lo sguardo del compagno verso l’altalena di Luca… che ora era miseramente vuota.
-Luca è sparito…- mormorò Marco.
Jukka annuì – ahhhh ora capisco perché hai urlat… - improvvisamente si rese conto della situazione –CAZZO DOV’è LUCA?!?!?!?!?!?!- sbraitò avvicinandosi all’altalena.
Marco lo seguì -Porca di una vacca, abbiamo perso il bambino…-
-Sara ci ammazzerà…-
-no, Tuomas ci ammazzerà…-
-credo che ci ammazzeranno tutti…- constatò Jukka dopo qualche minuto di silenzio. Poi i due iniziarono a disperarsi
-oddio, povero piccolo chissà dov’è!!!-
-magari… magari lo hanno rapito!-
-…gli alieni…-
-la Mafia…-
-Chuck Norris!-
I due si guadarono terrorizzati, poi Jukka prese il comando della situazione –Marco dobbiamo assolutamente trovarlo!Infondo ha solo due anni, non può essere andato lontano!!-
Il bassista annuì e incominciarono la ricerca. Cercarono dietro ai cespugli, nei passeggini degli altri bambini, sotto le casette di legno, nei bidoni della spazzatura…
-niente… non ho trovato niente…- ansimò Marco tornando verso l’amico.
-si, nemmeno io… forse dovremmo chiamare Sara e dirle…-
-MA TI SEI RINCOGLIONITO?!?!?!?!?!- sbraitò il biondo –se lo diciamo a Sara ci spellerà vivi!!!!-
-lo so, ma… ECCOLO!!!!- urlò Jukka puntando il dito verso le stesse altalene dove avevano perso il bambino. Infatti, proprio lì, il piccolo Luca stava tentando di salire sul seggiolino aggrappandosi alla plastica nera con le manine e facendo delle smorfiette buffissime. I ragazzi gli andarono in contro e lo presero in braccio… lui li guardò con gli occhi graaandi e poi scoppiò a ridere
-da!!!- disse scoprendo i dentini
-ma dove diavolo ti eri cacciato, peste!!- Disse Jukka dandogli un buffetto sul naso
-da da da!!!- Urlò ancora il piccolino tutto agitato. Marco scosse la testa
-è evidente che vuole qualcosa!!-
-bravo, sei un genio!!ma cosa???- disse acido il batterista ricordandosi della disputa che avevano avuto prima. Marco non badò alle sue parole e il suo viso si illuminò in un sorriso
-mmmmh…. Gelato?????- disse sottintendendo che chi voleva il gelato era lui e non Luca. Jukka sospirò affranto
-a volte mi chiedo chi sia il vero bambino tra te e Lucky… dai, andiamo!!-
Si avviarono verso la gelateria più vicina, mentre il bassista esultava in silenzio agitando le braccia al cielo.
 
-aaallora… - disse Jukka scrutando attentamente tutti i gusti della vetrina e leccandosi le labbra. Poi inspirò profondamente –Marco scegli prima tu!!-
-perché?- chiese il ragazzo con la barba stupito. L’amico si voltò verso di lui con aria assatanata
-dopo lo vedrai… muhahahaha!!- disse sfregandosi le mani e facendo una specie di risata satanica.
Marco sospirò –ok, visto che avevo voglia di gelato mi prenderò addirittura due palline!!Voglio La cioccolata… e il limone!!-
Il gelataio fece il cono e glielo porse. Finalmente Jukka poté farsi avanti con quello strano sorriso sadico
-dunque… lei prenda nota!- disse all’omino che aveva davanti, che lo guardò alquanto stupito e un po’ preoccupato di quello che avrebbe potuto sentire. –io voglio: cioccolata, fragola, limone, frutti di bosco, caffè, yogurt, cookies, arancia, panna, vaniglia, papaia, ananas, nutella, banana, avocado, amarena, frutto della passione, pistacchio eeeeee…. – scrutò per l’ultima volta il bancone e poi sorrise soddisfatto –ah si, taaaanta panna montata!!!- alzò lo sguardo sull’uomo e poi si voltò verso Marco. Entrambi i due avevano il labbro inferiore che toccava terra e la lingua che si srotolava fuori a mò di tappeto rosso (come Willy&Coyote!xD).
-bhe, che c’è??- chiese il batterista contrariato. Il gelataio deglutì lentamente e cominciò a infilare nel cono più grande le 18 palline colorate.
-mi raccomando, si ricordi che sulla panna voglio molto cacao!!- lo avvertì Jukka, mentre l’amico gli si avvicinava furtivo
-ma sei pazzo???Fortuna che ero io quello che voleva il gelato!!che ti salta in mente di svaligiare una gelateria?!?!?!-
-eeehh che tragedia, per qualche pallina di gelato!!- si lamentò Jukka alzando le braccia al cielo. L’omino del gelato entrò nelle cucine per prendere i gusti che non aveva messo nella bacheca.
-qualche pallina?????se quel pover’uomo volesse davvero mettere 18 palline di gelato su un cono dovrebbe andare in Pakistan!!!!l’avocado lo fanno solo lì!!!!-
-va bè va bè, per una volta che posso mangiarmi un gelato… ho solo detto tutti i gusti che mi piacciono!!-
-si, li hai detti proprio tutti!!- commentò il bassista ironico. Jukka gli diede uno scappellotto e aspettò in silenzio il suo cono.
Un quarto d’ora dopo, il ragazzo con la bandana si ritrovò tra le mani una scala di palline di tutti i colori che traballava pericolosamente in aria. In un attimo, Jukka si voltò e il gelato gli cadde in testa rovinando il suo sogno di mangiare un gelato in pace. Marco lo guardò per qualche secondo, poi scoppiò a ridere senza contegno
-ah-ah, molto divertente…- disse Jukka contenendo a stento la rabbia. Ma quando anche Luca si mise a ridere riuscì a vedere il lato positivo della cosa. Con la lingua si leccò un po’ di gelato che gli era finito in faccia -mmhh… - gustò il sapore -…è avocado!!- disse alla fine scoppiando a ridere.
Dopo aver buttato via i resti di palline, toccò a Luca. Marco lo prese in braccio e lo avvicinò all’omino
-da da!!Puffo da!!- disse il bambino allegramente. Jukka si batté una mano sulla fronte
-ecco che gusto mi ero scordato di chiedere!!Il Puffo!!!!!-
Marco scosse la testa –tanto ormai il tuo gelato è andato a puttane, quindi…-
Jukka annuì sconsolato, guardando voglioso il secchio della spazzatura. Il gelataio sospirò
-mi dispiace ma il gusto Puffo non ce l’ho…-
-da da Puffo!!- disse di nuovo Luca con più insistenza.
L’uomo scosse la testa -no, non ce l’ho!!-
Luca rimase zitto per i primi cinque minuti, in cui regnò un silenzio tombale. Poi, come uno tsunami, scoppiò in un pianto dirotto facendo un gran casino con la sua vocina acuta. Marco lo mise per terra
-ma noi abbiamo bisogno del gusto Puffo…- disse con lo stesso sguardo sadico che ha nel video di “Wish I Had An Angel”. L’uomo-gelato deglutì lentamente spaventato
-l-lo so, m-ma… non c’è…- disse facendosi piccolo piccolo e riducendo la voce ad un sussurro. Jukka e Marco si schioccarono le dita della mani
-bene, vorrà dire che ti dovremo far diventare blu noi, così per fare il gusto Puffo non ci saranno problemi!- disse Jukka alludendo al blu dei lividi che gli avrebbe lasciato.
-non si fanno piangere i bambini. Soprattutto se si sta parlando di Lucky!!-
Luca scoppiò a ridere quando i due ragazzi si lanciarono sull’uomo e lo conciarono per le feste.
Poi presero in braccio il bambino e se ne andarono allegri.
Girarono un po’ a vuoto sulla macchina, finchè non trovarono una specie di Luna Park.
-wow, che figata!!- disse Marco guardandosi attorno. I tre si diressero in una specie di recinto pieno di fango, dove delle masse marroni si muovevano convulse
-cos’è questa roba?- chiese Jukka ad alta voce, indovinando i pensieri di Marco. Entrambi lessero il cartello
-lotta con il fango… bambini e adulti…- Mormorò Marco. I due si guardarono e i loro volti si illuminarono come se avessero avuto una visione divina. Si voltarono verso Luca e si chinarono su di lui
-allora Lucky, ora devi dimostrare quanto vali, ok?!?!-
-non preoccuparti, contiamo su di te!Sappiamo che sei più forte degli altri bambini!!- disse Jukka come se stesse parlando con un famoso wrestler. Marco annuì convinto
-forza piccola peste… andiamo lì… e facciamogli vedere i cazz…- Jukka gli tirò una gomitata in uno stinco -…cioè, volevo dire… facciamogli vedere chi siamo!-
Entrarono nel recinto e si misero in posizione di attacco.
-CARICAAAAA!!!!!!!!!!- Urlò Marco buttandosi nella mischia. Subito dopo fu seguito anche dagli altri due…
 
Erano le 7 di sera e Sara cominciava ad essere piuttosto preoccupata. Marco  e Jukka non erano ancora tornati… Improvvisamente la porta dello studio si spalancò di colpo e nella luce, la ragazza riuscì a riconoscere le figure scomposte del bassista e il batterista  con in mano il seggiolino. Finalmente poté tirare un sospiro di sollievo e andò loro incontro. Ciò che vide la lasciò leggermente stupita: i due ragazzi erano completamente coperti di fango marrone asciutto o anche appena fresco… si allontanò lentamente per non essere travolta da quella marmaglia informe e guardò il bambino, anche lui poco riconoscibile perchè ricoperto da roba marrone, che la guardava con gli occhi azzurri vispi e accesi…
Un momento… azzurri????Ma gli occhi di Luca sono… verdi.
-M-Marco…- balbettò Sara. Il ragazzo non la guardò nemmeno e continuò a litigare con Jukka animosamente. Sara lo chiamò altre 3, 4, 5 volte, sempre più forte…
-COSA C’è???????- urlò il ragazzo esasperato. Lei indicò il bambino con mano tremante
-questo non è Luca…-
I due musicisti guardarono in faccia il piccolo con più attenzione e trattennero il respiro
cazzo…-
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** Pain ***


Pain
 
 
Ormai da 13 giorni io e Alexi stavamo insieme e finalmente entrambi eravamo tornati quelli di sempre. Non mi ero mai accorta di quanto fosse vivace e casinista quel ragazzo… e forse lui non si era mai accorto di quanto ero allegra io. Ma solo da 5 giorni avevo ritrovato me stessa… proprio come due anni fa.
-indovinate, ragazzi?!?- disse Henkka scendendo le scalette suicide del bus per raggiungere me e gli altri, che eravamo comodamente stravaccati sul divano (io era sopra Alexi, che stava morendo di caldo!)
-oggi ci fermiamo in hotel!- disse sedendosi per terra. Janne esultò con le braccia al cielo
-Alleluja!!!è da più di un mese che non vedo un letto decente!!-
Alexi scosse la testa –io è da più di un mese che non vedo un letto in generale…- si lamentò, poi sbadigliò. Lo guardai con la bocca mezza aperta e gli occhi grandi
-in effetti non hai una bella cera, GnappetChild…- gli disse accarezzandogli una guancia e scrutando con attenzione le profonde occhiaie che gli contornavano gli occhi bluastri.
-la pianti di chiamarmi in quel modo?!?!-
Scoppiai a ridere –va bene va bene!!ma tu promettimi che dormi!!-
-si, vedrò cosa posso fare… non è colpa mia se di notte non dormo!!Più che altro è tua…-
Aprii la bocca per ribattere ma, rendendomi conto di quello che aveva detto, arrossii di colpo mentre gli altri scoppiavano a ridere. Alexi mi accarezzò i capelli tenuti stretti dalla spessa coda di cavallo e io appoggiai la testa sulla sua spalla.
Alla mattina uscii con Kara, mentre la band faceva le prove per il concerto. Mentre la seguivo come un cagnolino ubbidiente (odio fare shopping, quindi mi limitavo a parlarle mentre lei osservava attenta TUTTE le vetrine nel raggio di 200 km) mi venne in mente di una nostra vecchia discussione
-come va con Janne?- buttai lì, come se niente fosse. Lei si voltò con gli occhi sgranati
-c-cosa??cioè, voglio dire… come credi che vada??-
-non so… perché non me lo spieghi tu?-
La rossa fece un sorriso triste –tutte le volte che cerco di dirgli qualcosa… lui parla di Kristina…-
Sospirai – eddai, fatti coraggio. Vedrai che… troverai la persona giusta quando meno te lo aspetti!!-
Kara mi guardò, sta volta con un sorrisetto furbo –come te e Alexi??-
Arrossii di colpo –bhe… s-si… più o meno…-
-siete davvero carini insieme, sai?sembra che vi amate così tanto…- la guardai mentre stringeva le mani sul cuore e alzava gli occhi al cielo sognante, mentre mi si strangolava il cuore
-io glielo dico spesso… gli dico sempre “ti amo, lo sai?”… ma lui mi dice solo “si”.-
-in che senso?-
-nel senso che… non mi ha mai detto di amarmi, mai-
-state insieme da 5 giorni, Nana… non è mai stato molto espansivo, dagli tempo!- sorrisi.
-si, hai ragione… devo solo aspettare con pazienza-
 
Pomeriggio.
-Alexi…- lo chiamai entrando nella hall dell’hotel e guardandomi intorno. Lui mi venne incontro con gli occhiali da sole Ray-ban (ovvero, tremendamente sexy!) e mi sorrise. Ricambiai e gli misi le braccia intorno al collo -ci vieni in camera con me?- gli chiesi facendogli la faccia da bambina capricciosa. Lui mi diede un bacio sulle labbra.
-credo di sapere cosa vuoi…- mi sussurrò. Scoppiai a ridere mentre mi spingeva verso l’ascensore con le labbra ancora appiccicate alle mie. Una volta arrivati al piano della mia camera, lui volle per forza restare dentro l’ascensore a sbaciucchiarmi
-no… no, aspet…- cercai di fargli cambiare idea, ma era particolarmente difficile staccarlo da me quel giorno –Alexi… Alexi, aspetta!-
-ma dai, che ti frega!possiamo anche farlo qui, in ascensore…- e incominciò a tirarmi su la maglia. Sospirai esasperata e lo spinsi via, comunque ridendo
-no no NO!!vieni…- lo presi per mano e lo portai in camera mia. Lui si sedette sul letto e mi guardò alzando leggermente la testa. Gli sorrisi
-dai, stenditi…- gli dissi. Poi gli salii addossò circondandogli la vita con le gambe, scoprendo la pelle non coperta dalla gonna –ora… dormi.-
Alexi mi guardò per un attimo, poi girò la testa dall’altra parte –l’hai fatto apposta…-
Annuii –certo!-
-lo sai che non dormirò!dormire di pomeriggio è… da vecchi!!-
Sbuffai appoggiando le mani sul suo petto –Alexi ti prego!-
-ma che ti frega se io dormo o no!-
-mi frega un sacco!!!guardati… hai due occhiaie spaventose e ti reggi a stento in piedi!-
Lui sospirò –si è vero, sono stanco e non chiudo occhio da giorni… ma non voglio lasciarti da sola!-
Sorrisi –ma io non sono da sola… rimango qui, con te!-
Alexi mi guardò con lo sguardo più dolce del mondo –va bene, se proprio ci tieni… ma almeno me lo dai il bacio della buona notte?-
Scoppiai a ridere e lo baciai. Poi lui chiuse gli occhi e rimasi a guardarlo, accarezzandogli una guancia per cinque minuti… improvvisamente incontrai il blu intenso di uno dei suoi occhi
-non riesco a dormire…- mugugnò. Alzai gli occhi al cielo
-ma non sono passati nemmeno 5 minuti, ALEXI!!-
Si alzò puntellandosi sui gomiti e incominciò a cercare spasmodicamente le mie labbra. Voltai lo sguardo per evitarlo di proposito –No. Finchè non ti saranno sparite le occhiaie non ti darò nemmeno un bacio-
-ma perché???-
-perché ti amo-
Lo sentii sussultare e deglutii
-ah…- mi disse guardandomi. Scossi la testa
-bhe…s-senti, facciamo così: io sto qui finchè non ti addormenti- appoggiai la testa sul suo petto e chiusi gli occhi. Lentamente sentii che anche Alexi riappoggiava le testa sul cuscino. Il suo respiro si trasformò presto da agitato, a regolare.
Restai in quella posizione, forse per delle ore, respirando il suo profumo… poi quando fui sicura che non si sarebbe svegliato nemmeno con una cannonata alzai la testa, lo guardai e sorrisi. Sembrava un bambino in cerca di affetto e mi faceva tanta tenerezza… non riuscivo ancora quasi a credere che proprio lui avesse passato tutte quelle cose orribili. A pensarci mi veniva ancora da piangere… mi alzai di scatto e uscii dalla camera cercando di fare il meno rumore possibile. Arrivata nella hall mi accesi una sigaretta e cercai di calmarmi… mi guardai attorno e vidi Janne e Jaska che parlavano, mentre altre tre tipi (probabilmente motociclisti) stavano in un angolo del bar a bere. Incontrai lo sguardo di uno di loro e rabbrividii. Decisi quindi di prendermi una boccata d’aria fresca…
Andai sul retro dell’hotel e tirai una boccata dalla sigaretta. Una volta che il mio cervello si fu calmato di nuovo, decisi di pensare meglio al mio contratto per diventare pianista. Non vedevo l’ora di cominciare, anche perché in quel periodo avevo composto parecchie melodie…
-hey, ma cos’abbiamo qui?!?!- disse una voce a me sconosciuta. Mi voltai riconoscendo il viso del motociclista che prima mi aveva guardata in modo… alquanto inopportuno. Feci un passo indietro lasciando cadere la sigaretta consumata fino a metà.
-sei tutta sola, bellezza?-
-n-no… io…-
-tranquilla non mi importa di sapere con chi sei…-
Incominciò ad avvicinarsi, mentre deglutivo. Sarei potuta scappare benissimo se non avessi avuto le gambe paralizzate dalla paura… perché era già successo. Avevo solo 15 anni e non c’era nessuno che potesse aiutarmi, proprio come adesso.
Urla.
Mi disse la coscienza. Ma dalla gola mi uscì solo un flebile gemito. L’uomo scoppiò a ridere, mi aveva raggiunta
-che ne dici, me la fai sentire meglio la tua bella voce?-
Trattenni il fiato con le gambe tremanti e scossi ripetutamente la testa. L’uomo mi strinse un polso
-allora, visto che non vuoi… mi fai vedere qualcos’altro, vero?-
Sta volta il mio gemito fu più udibile, mentre lui si avvicinava sempre di più al mio viso.
-hey, c’è qualcosa che non va??-
Nel sentire quella voce, quasi mi sciolsi in lacrime. L’uomo mi lasciò andare e io mi voltai speranzosa
-Alexi…- mormorai. Lui mi si avvicinò, ma il tipo mi spinse da parte
-che diavolo vuoi nano??non vedi che sto cercando di rimorchiare una bella mora??-
Vidi gli occhi di Alexi fulminare quelli dell’uomo
-si da il caso che la Bella Mora sia la mia ragazza-
Sussultai nel sentire quelle parole. Era la prima volta che lo diceva… nonostante la situazione non fosse delle migliori, non mi ero mai sentita così felice. Alexi aveva detto che io ero la sua ragazza… ed era venuto a salvare me
Il motociclista mi tirò a sé per un braccio
-oh, ma allora sarà ancora più divertente!!-
Alexi fece un passo avanti –lasciala-
Dio aiutaci tu…
Pregai mentre chiudevo gli occhi per un secondo. L’uomo strinse la presa sulla mia pelle, ormai non mi circolava più il sangue nelle vene…
Alexi fece un altro passo avanti –senti, maledetto figlio di puttana… oggi non sono per niente di buon umore, quindi o la lasci andare o ti spacco la faccia, chiaro?-
Il motociclista non lo prese molto sul serio… e fece male.
-tu???tu mi vorresti spaccare la faccia??non faresti male nemmeno a questa bambolina se ti mettessi d’impegno…-
Mi indicò con un dito mentre io storcevo il naso. Capisco offendere me… ma dire che Alexi non sa prendere a pugni qualcuno è veramente una bestemmia.
Scossi la testa e gli tirai una gomitata nello stomaco. Quando l’uomo si piegò in avanti dal dolore io riuscii a sgusciare via anche se mi sentivo le gambe di burro dalla paura. Appena Alexi vide che mi stavo allontanando si lanciò contro il motociclista e gli tirò un pugno sul naso. Si sentì un rumore, come di stagnola accartocciata e il sangue incominciò a scorrere a fiumi, mentre i due ragazzi si picchiavano.
Sangue.
Vi prego, no… no, il sangue no…
Mi allontanai da loro e mi appoggiai al muro. Il cuore incominciò a battere all’impazzata, mi venne il fiatone mentre guardavo terrorizzata il mio ragazzo che pestava a sangue un uomo…
Scossi la testa e le lacrime scesero senza nemmeno farlo apposta.
-SMETTILA!!!!- gridai cadendo in ginocchio e coprendomi le orecchie con le mani. Scoppiai in un pianto dirotto, singhiozzando e tremando. I rumori cessarono…
Sentii qualcuno che mi si avvicinava 
-N-Nana…??-
-smettila, ti prego… basta…- mormorai disperata tra le lacrime
Alexi mi abbracciò e cercai di divincolarmi –ho smesso… ho smesso, tranquilla…-
Non riuscivo a smettere di piangere. Non riuscivo a smettere di tremare e di avere paura, nonostante la sua voce sembrasse sconvolta quanto la mia.
-non fargli del male, ti prego…-
-Nana, guardami…-
-no… no non posso… no…- Scossi la testa con la vista sul terreno appannata per via delle lacrime che scendevano senza sosta.
-Nana, per favore guardami…- mi supplicò Alexi alzandomi il viso. Lo guardai negli occhi e mi accorsi che aveva un labbro sanguinante, poi lo abbracciai più forte che potevo. –mi dispiace… mi dispiace, piccola…-
Singhiozzai ancora mentre lui mi accarezzava i capelli
-hey calma… è finita, piccola… calma-
Feci due lunghi respiri per calmarmi e lo guardai in viso.
-s-scusa…- sussurrai asciugandomi gli occhi con il dorso della mano. Alexi mi diede una mano ad alzarmi e mi mise un braccio intorno alle spalle.
Quando tornammo nella hall, Janne ci venne incontro preoccupato
-hey, abbiamo sentito delle url…- si fermò di botto guardandomi in viso, poi il suo sguardo arrivò al labbro di Alexi e indietreggiò
-ragazzi, ma che cos’è successo?-
Guardai Alexi al di sotto del suo braccio e mi stupii nel vedere che non stava nemmeno prestando attenzione a quello che stava succedendo. Cercai di avere un tono di voce abbastanza calmo e provai a dare spiegazioni
-n-nulla di grave… devo s-solo disinfettare il labbro di Alexi…-
Janne mi guardò male –sei sicura di stare bene?-
-c-certo…- dissi, sapendo che non ci avrebbe creduto nemmeno un cieco. Ancora sconvolta, mi tremava così tanto la mano che non riuscivo a schiacciare il pulsante dell’ascensore. L’altra era unita con quella di Alexi, che me la strinse forte.
Una volta in camera, presi del ghiaccio e lo misi sul labbro gonfio del ragazzo, guardando da un’altra parte
-non volevo farti paura…- mormorò lui allontanando delicatamente la mia mano dal suo viso. Lo guardai di sfuggita -n-non è colpa tua… quando ero piccola mio padre picchiava sempre mia madre… quindi guardare due persone che si pestano mi fa parecchio impressione. Ma non volevo farti preoccupare…-
Alexi fece un sorriso triste –allora… mi dispiace di essere arrivato tardi…-
Lo guardai negli occhi –ma no, non mi sono fatta nulla…-
-fammi vedere il braccio- allungai la mano verso di lui e scorsi un segno rosso sul polso. Sospirai mentre Alexi me lo fasciava con delle garze improvvisate, trovate nel kit di pronto soccorso della camera (Non i tutti gli hotel ce l’hanno ma l’avevo vista in Norvegia quindi ho pensato di metterla!NDA)
-comunque grazie… per avermi salvata e… per aver detto che sono la tua ragazza-
Lui sorrise –non c’è di che-
Feci un lungo respiro
 –per farmi felice comunque potevi semplicemente dirmi che mi ami… -
Alexi sussultò, poi mi guardò quasi sconvolto. Si tirò indietro i capelli e guardò il lenzuolo.
-Nana… non è che non ti dico di amarti perché non ti amo, è che… stiamo insieme da così poco… io mi sono negato l’amore per 8 anni e mi sembra solo ieri quando dicevo a Johanna che la amavo… non ci riesco… adesso…-
Infondo lo sapevo che centrava il suo passato. Sospirai rassegnata -mi dispiace di avertelo chiesto, non volevo metterti in soggezione… scusa…- mormorai concisa. 
Alexi scosse la testa -non importa…- si alzò e uscì dalla stanza sbattendo la porta. Alzai la testa al cielo esasperata
Sono veramente un’idiota!!
 
Alexi si sedette di fianco a Janne  e ordinò una birra con sguardo truce. L’amico lo osservò per qualche minuto, poi ruppe il silenzio
-si può sapere che cos’è successo prima?????-
Alexi lo guardò –Nana è quasi stata violentata da un fottuto bastardo…-
Janne sgranò gli occhi ma mantenne la calma –capisco… grazie a Dio c’eri tu nei paraggi!Siete veramente forti insieme…-
Alexi sorrise tristemente –già… peccato che non durerà-
Janne lo guardò stupito e preoccupato –come sarebbe a dire?????- Alexi scosse la testa esasperato
-non lo so, Janne… ho un tale casino in testa!!Prima lei mi ha detto che sarebbe felice se le dicessi che la amo… ma io non ci riesco!In fondo amo ancora Johanna esattamente come quando lei era viva… ma amo anche Nana, solo che lei… con lei è tutto così nuovo e io non so cosa fare!Ho paura di non poterla mai amare abbastanza e di non poterle dare quello che vuole, solo per colpa mia!-
Janne si alzò di colpo dalla sedia –Alexi ti prego non fare cazzate!!!-
Il ragazzo biondo fissò il vuoto per un attimo, poi finì il bicchiere di birra e guardò il tastierista
-non lo so amico mio… non lo so…-

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Ooooook niente panico, non ho smesso di postare, non sono morta ne niente del genere. Mi diaspiaceeee ç_ç
E via con le scuse da para***o
- non mi aspettavo che la scuola quest'anno sarebbe stata così difficile per cui ho dovuto ridurre nettamente le ore davanti al computer!
-In realtà il capitolo l'avevo finito tempo fa ma...non lo trovavo più!ç_ç sono un disastro...
-Oltretutto sto letteralmente dando di matto perchè sto scrivendo altre due longfic su un altro argomento e non sono capace di gestire tutte queste cose in una volta. forse dovrei darmi una calmata e finire questa, che dite?
Grazie mille per le passate e future recensioni!Un bacio!!
 
P.S. il prossimo capitolo arriverà presto:)

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Capitolo 19
*** The Murderess of white souls ***


The Murderess of white souls
 
 
-Mi chiedo perché devi sempre complicarti la vita, Alexi…- disse Janne bevendo un lungo sorso dalla bottiglia di vodka. Il biondo sospirò
-te l’ho già detto… non la voglio far soffrire. Ha già subito una delusione in amore, non posso farle ancora del male…-
-oh certo, quindi secondo te è meglio lasciarla senza nessuna spiegazione!- urlò il tastierista sarcastico alzandosi in piedi.                                               
Alexi sbuffò -senti Janne ti ho già spiegato perché lo voglio fare… non è che non la amo, solo… credo di non farlo abbastanza!Voglio che si dimentichi di me e di questa storia…-
-fosse facile… lo sai che è cotta di te, vero?- gli fece notare l’amico. Alexi annuì
-si, lo so…-
In quell’istante io scesi le scale di corsa e per poco non mi abbattei al suolo.
-hey ragazzi di cosa parlate???- chiese sorridendo. Janne e Alexi si scambiarono un’occhiata complice
-hem…- si schiarì la gola Alexi –bè, di cosa vuoi che stessimo parando… parlavamo di… di…-
-cerette!!!!!!- saltò su Janne con una faccia da pirla. Sgranai gli occhi e li guardai malissimo
-cerette???- ripetei per niente convinta. Alexi sembrava più sconvolto di me, ma Janne annuì
-si… si perché Henkka… cioè, lui…-
-aveva intenzione di farsi la ceretta!!!stavamo discutendo se fosse una buona idea o no- intervenne Alexi. Scossi la testa
-va bene ragazzi, come non detto… però ricordatevi che ubriacarsi di mattina fa malissimo, perciò la prossima volta evitate di bere così tanto, ok???-
Il tastierista annuì sconsolato, mentre io sorridevo soddisfatta. –perfetto. Vado ad aiutare Kara per il concerto di sta sera…-
-perché??- mi chiese Alexi. Gli diedi un bacio sulle labbra
-perché se non mi trovo qualcosa da fare impazzisco!!ci vediamo dopo, Ciaoo!!-
Dissi quando ero praticamente già giù dal bus.
Raggiunsi Kara dentro al palazzetto e la trovai alle prese con la chitarra di Roope.
-no, porca miseria così non va bene!!e nemmeno questo… uffaaa!!!-
Mi sedetti sul bordo del palco –ti serve una mano?- chiesi. Lei mi guardò afflitta
-Roope mi ha chiesto se potevo accordargli la chitarra perché lui ha altro da fare… ma io non sono un genio con gli strumenti!!-
Le feci cenno di passarmi la chitarra –dai, ti aiuto io…-
-grazie!!!!- urlò lei sedendosi a gambe incrociate e osservandomi mentre smanettavo con le corde come un’indemoniata.
-allora… sembri più felice del solito, è successo qualcosa?- le dissi continuando ad osservare le corde di metallo che vibravano sotto il mio tocco.
-non è che sono più felice… ho solo capito una cosa importante-
Mi voltai verso di lei –A si?e cosa??-
Kara mi venne più vicino –ho capito che non ha senso inseguire un sogno impossibile… se Janne è innamorato di Kristina prima o poi avrei dovuto accettarlo comunque. Perciò mi sono messa il cuore in pace-
Abbassai lo sguardo –non dico che tu non abbia ragione, però… io non riuscirei mai a vivere fianco a fianco con la persona che amo senza che lei possa essere mia-
Kara fece un sorriso triste –si, infatti-
Mi voltai senza capire –come, scusa??- chiesi. Kara esitò un attimo, aveva gli occhi lucidi
-Nana… io me ne vado-
Lasciai andare la mano appoggiata alla chitarra e la guardai stupita –c-come te ne vai?ma… e il lavoro??-
-per quello non è un problema… vado a vivere in Germania con la mia famiglia e ho già trovato un posto di lavoro temporaneo abbastanza decente.-
D’istinto la abbracciai –mi dispiace…- dissi. Lei mi strinse
-anche a me, non sai quanto per tutto quello che è  successo-
Non capii esattamente cosa aveva voluto dire con quella frase. Ma mi era sembrata molto più preoccupata per me che per lei
-avrei voluto stare di più con te, ora che sei diventata mia amica… ma cerca di capire, non riuscirei a sopportare l’idea che Janne sia qui con me e io non posso fare nulla… è proprio come hai detto tu-
Annuii asciugandomi una lacrima e ripresi la chitarra –certo, capisco benissimo… però restiamo amiche, vero?qualche volta scrivimi dalla Germania!!-
Ridemmo insieme. Poi calò un silenzio piuttosto imbarazzante. Avrei voluto dire qualcosa, ma sapevo che Kara stava soffrendo… non poter stare vicino alla persona che si ama è davvero brutto in tutti i sensi. Non volevo peggiorare le cose.
Dopo un po’ che eravamo lì e si sentivano solo le note che strimpellavo alla chitarra per accordarla, mi venne in mente una cosa…
-Kara… posso farti una domanda?solo per curiosità…- lei annuì alzando lo sguardo di scatto -tu cosa sai del… massacro di Lake Bodom?-
Rimase colpita da quella domanda. Scosse la testa un paio di volte e poi rispose –non molto… come tutti del resto. La stampa non ha mai voluto svelare granché e il caso è stato archiviato parecchio tempo fa. Non hanno nemmeno mai fatto vedere il ragazzo sopravvissuto…-
Sussultai a quelle parole, ma lei non ci fece caso
 -comunque… ormai tutti pensano che sia stato proprio lui a uccidere i suoi amici… magari era pazzo o, non so, qualcosa del genere… per me è stato lui perché è l’unico testimone rimasto… ma come mai mi fai questa domanda?-
Non risposi. Tenevo lo sguardo fisso sul pavimento, ad un metro sotto di me e mi tremavano lievemente le mani. Scossi la testa
-non può essere stato lui…-
Kara mi si avvicinò preoccupata –hey, va tutto bene?-
La guardai sconvolta e continuai a scuotere la testa ripetutamente –non può… non è possibile una cosa del genere… non è nemmeno immaginabile…-
-ma Nana, cosa…?-
Non le lasciai il tempo di finire la frase, mollai la chitarra e scesi dal palco con un salto. Mi diressi verso l’uscita del palazzetto a passo spedito e, proprio appena prima dell’uscita incontrai Alexi
-ciao Nanerottola, cosa combini?- mi chiese. Lo guardai per un momento, poi lo baciai e lo spinsi contro il muro. Lui rimase un po’ interdetto –hem… ti sono mancato per caso?-
Lo baciai di nuovo, poi ancora… non riuscivo a smettere. Ad un certo punto lui mi allontanò
-hey hey piccola, che ti prende?sembri disperata…-
Lo guardai con gli occhi lucidi e il fiatone –è che… ho parlato con Kara… di Lake Bodom…- Lo vidi sussultare ed ebbi una gigantesca stretta al cuore –mi ha spiegato un po’ di cose…- lo guardai negli occhi aspettando un qualsiasi cenno o un movimento, ma non successe nulla. Decisi di rischiare e andare avanti… presi un bel respiro, ma con mia sorpresa, lui parlò prima di me
-bene… e, dopo questo colloquio con Kara… cos’hai dedotto?- deglutì. Non riuscivo a capire se ero più spaventata io o se lo era di più lui… eppure entrambi stavamo iniziando a tremare, mentre ci stringevamo a vicenda le braccia. Lo baciai di nuovo, sta volta più lentamente, poi gli sfiorai le labbra con il naso.
-che…- non riuscivo ad andare avanti, avevo come un nodo in gola che non voleva sciogliersi. Non volevo distruggere il mio nuovo piccolo mondo felice attraverso una sola semplice frase… eppure sentivo il bisogno di dirgli quello che mi aveva rivelato Kara. –che… la polizia ha raccontato solo bugie alla gente, oppure… - lo guardai negli occhi mordendomi un labbro -… che mi sto baciando con un assassino-
Lo sentii irrigidirsi mentre mi guardava con un espressione completamente vacua. Mi allontanai lentamente con lo sguardo fisso sul suo viso
-m-ma tu non sei un assassino……. Vero?- chiesi come se lo stessi supplicando. Aspettai ansiosa la risposta con le gambe tremanti dalla paura. Con estrema calma, Alexi si staccò dal muro, poi mi fissò con la testa inclinata da una parte
-si…- disse semplicemente. Per un attimo mi mancò l’aria nei polmoni come se stessi affogando e cercassi disperatamente di respirare aria invece di acqua. Sapevo cosa voleva dire con quella risposta… ma mi rifiutavo di crederci…
-no, non è vero…- dissi con voce flebile e tremante
-si che è vero- disse lui, tranquillamente. Scossi la testa mentre le lacrime iniziavano a farsi strada lentamente sulle mie guance.
-no… perché mi stai mentendo?- alzai una mano per asciugarmi il viso, ma Alexi mi precedette avvicinando un dito e raccogliendo una mia lacrima
-non ti sto mentendo…- sussurrò. Sembrava incredibilmente triste anche lui… eppure io ero totalmente scioccata.
-se davvero sei un assassino, dillo. Voglio sentire la tua stessa voce che dice che hai ucciso la donna che amavi-
Aspettai a capo chino, senza riuscire a smettere di piangere. Quando Alexi parlò sembrava scosso tanto quanto me… eppure riuscì comunque a pronunciare quelle maledettissime parole
-sono… stato… io… - alzai lo sguardo disperata, con gli occhi spalancati
-ho ucciso io Johanna- ripetè più fermamente.
Non potevo crederci.
Ancora una volta la mia vita si era trasformata da Paradiso a Inferno con una sola frase…
-ora che sai la verità… posso dirti che non mi pento affatto di quello che ho fatto –
Scossi la testa stringendo gli occhi a due fessure bagnate. Poi scappai via… e Alexi mi seguì.
-Nana, aspetta…- la sua strana calma mi stava facendo andare incontro alla pazzia prima di quanto pensassi
Salii il primo gradino del bus, ma lui mi tirò indietro per un polso, stringendolo
-LASCIAMI!!!- riuscii ad entrare nel bus seguita dal ragazzo e scoppiai a piangere. Janne ci guardò stupito, mentre Alexi si metteva di fianco a lui guardandomi in viso. I miei respiri erano sempre più veloci e pesanti mentre le labbra mi tremavano incontrollabilmente.
-che cosa è successo??- chiese il tastierista allarmato guardando l’amico. Lui scosse la testa, io mi tirai indietro i capelli scuri
-voglio andarmene – dissi con voce roca e rotta dal pianto. I due ragazzi mi guardarono leggermente allibiti.
-ma Nana, non manca molto a Parigi…-
-no, Janne… voglio andare a casa. In Italia- singhiozzai di nuovo. Alexi allungò una mano verso di me, ma mi tirai indietro di scatto
-tu non… toccarmi- sibilai. Incominciai a indietreggiare sempre di più, presa dal terrore. Janne mi si avvicinò con calma
-va bene, va bene… però calmati. Tranquilla, ti porto in aeroporto, se vuoi-
Lasciai che si avvicinasse, poi annuii.
-va bene, andiamo…- disse lui prendendomi per mano. Mi voltai verso Alexi e lo guardai per l’ultima volta
-c’è solo una cosa di cui sono felice ora… - altre lacrime –sono felice di non aver mai sentito la tua voce che mi diceva di amarmi, così non dovrò portarmi anche questo ricordo con me…  addio-
Scesi dal bus e seguii Janne.
Arrivati all’aeroporto, scendemmo dalla macchina
-Nana sei sicura di voler andare?- mi chiese Janne con aria triste
-si… anzi non sarei mai dovuta partire- dissi con aria grave. La mia famiglia non era mai stata molto ricca e da quando la mamma era morta, papà aveva iniziato a bere tutte le sere. Io e mia sorella minore eravamo disperate… sapevo che non saremmo potuti durare molto… eppure me ne sono andata. Li ho abbandonati dopo una lite furibonda con Vicktoria. Spero solo che mi accettino di nuovo in famiglia o non saprei proprio dove andare…
-ciao Janne… mi raccomando, tieni d’occhio i ragazzi- ci stringemmo forte in un abbraccio. –ah e poi… salutami Kara prima che vada via – Cercai di sorridere, ma con scarsi risultati. Presi un bel respiro e poi mi voltai verso l’entrata dell’aeroporto.
 
Janne entrò nel primo dei tre bus dei Children Of Bodom e si piazzò davanti ad Alexi, seduto per terra con la schiena appoggiata al divano e lo sguardo perso nel vuoto -lasciatelo dire Alexi… sei veramente un coglione- Il ragazzo non lo guardò neanche, ma annuì lentamente
-non hai la più pallida idea di cosa mi è toccato vedere mentre accompagnavo quella benedetta ragazza verso un aereo che la porterà dall’altra parte del mondo!-
Sta vola Alexi alzò lo sguardo. Janne si guardò intorno e si accorse per la prima volta che c’erano anche tutti gli altri Children. Scosse la testa amareggiato
-ti giuro che ti ucciderei in questo momento, ma non lo faccio perché forse si può ancora rimediare… spiegami cosa le hai detto.- gli disse. Il cantante si alzò in piedi quasi ignorandolo.
-che sono… l’assassino di Lake Bodom…- mormorò voltando lo sguardo. Janne sgranò gli occhi esterrefatto
-MA SEI IMPAZZITO????????????????- Urlò con tutta la voce che aveva in gola. Alexi lo guardò sfinito
-te l’ho già detto, è meglio che mi dimentichi il prima possibile!-
-ho capito, ma nella frase “è meglio che mi dimentichi il prima possibile” non è compresa anche la voce “così poi rimane scioccata per tutto il resto della sua vita”!!!-
Il biondo sospirò –credevo che… non lo so, io…-
-tu sei scemo!!!lo vuoi capire che non incontrerai mai una ragazza come quella?????ti rendi conto che hai appena fatto scappare l’unica persona che morirebbe per stare con te?????-
-oh Janne non esagerare… -
-non sto esagerando, Alexi!tu non hai idea… - si fermò di colpo e cambiò frase -… senti, lo so che ti fa male parlare di lei, ma dico la verità quando affermo che non ho mai visto Johanna piangere per te –
Alexi sussultò e lo guardò stupito. Janne annuì
-si, è così… Nana non ha fatto altro che piangere per tutto il tragitto verso l’aeroporto. Sono sicuro che se potesse tornerebbe qui immediatamente. Rifletti… quante ragazze hanno mai pianto per te dicendoti di amarti?-
Il ragazzo rimase zitto abbassando lo sguardo
-non lo sai?bè te lo dico io… nessuna. Nessuna, tranne Nana. –
Alexi sospirò –si è vero… ho fatto l’errore più grande della mia vita. Ma ormai è troppo tardi per rimediare, se ne è andata…-
Janne sorrise –no, non è vero. Sono riuscito a vedere di sfuggita che c’era un bel po’ di coda per fare i biglietti. Se ti sbrighi, fai ancora in tempo-
-ma come ci arrivo in aeroporto???- fece notare il cantante sconsolato. Henkka, che fino a quel momento era rimasto zitto ad ascoltare, si alzò e lanciò un mazzo di chiavi ad Alexi
-non dovrei svelarvi questa cosa, ma sta volta è un’emergenza… nel terzo bus c’è la mia moto. Prendila e sbrigati–
Alexi sorrise –grazie ragazzi- si fiondò verso la porta
-buona fortuna!!- gli gridò Janne dal finestrino, poi si voltò verso i ragazzi. Roope si alzò dal divano e sbadigliò
-hey, non vorrete lasciarlo andare senza il pubblico, vero??-
Janne lo guardò serio, poi sorrise sadico
-certo che no!- si avviò verso il volante, si sedette e accese il bus. Mentre smanettava cercando di fare retromarcia e inveiva in finlandese contro i tecnici che sembrava stessero giocando a “chi viene investito per primo dal bus impazzito”, Jaska gli si avvicinò furtivo
-hey Janne… che dici, scommettiamo 10€ che sta volta Nana se ne va?- e sorrise come farebbe un mazziere di poker ad un casinò.
Il tastierista lo fulminò con uno sguardo -Oh Jaska, certo che non hai proprio cuore, vero????-
Il batterista sbuffò, ma mentre se ne stava per andare Janne lo fermò per un braccio
–e comunque… io scommetto 20, che entro sta sera saranno sul quel divano a baciarsi!-
Poi partirono verso l’aeroporto.

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Visto che ho la febbre e sono stata graziata dalla scuola, ho pensato di aggiornare qui e farmi perdonare per il ritardo dello scorso capitolo:)
...Non fate domande sulla moto di Henkka, è LA FEBBRE. u.u uhm... sono contenta che Kara se ne sia andata, era un personaggio che odiavo -.- (e direi che sono molto stupida perchè l'ho creato io O.o). Vi ringrazio tantissimo per le 51 recensioni avute fin ora nonostante io vi abbia fatto dannare non poco xD ci vuole pazienza con me, lo so, non capisco come fate...xD ringrazio anche chi ha messo la storia nelle seguite, nelle ricordate o nelle preferite e anche chi ha semplicemente letto. Ne sono molto contenta ^^
Un bacio a tutti :)
Noiry

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Capitolo 20
*** Research, Decisions ‘n’ Shock ***


Research, Decisions ‘n’ Shock
 
 
Un’intera squadra di tecnici era stata mobilitata e mandata in giro per il parco alla ricerca di un bambino biondo dagli occhi verdi e accesi.
Sara, Tuomas e gli altri invece tornarono al Luna Park
-Luuuuucky????????Lucky vieni qui!!- urlò Marco guardandosi attorno. Jukka si trattenne a stento dal strozzarlo
-Marco ti ho già detto un cazzo di milione di volte che non è un cane!!-
I due si guardarono sconsolati per un attimo, poi ripresero la ricerca. Sara, Tuomas e Emppu si diressero dalla parte opposta. Il chitarrista si ficcò una sigaretta in bocca
-forte questo posto… posso fare un giro nella “Casa Degli Orrori”???-
Sara si voltò con sguardo assassino e prese Emppu per la maglia, quasi sollevandolo da terra
-non stiamo facendo una scampagnata, Emppu!!!!!!!!cerchiamo un bambino, ricordi???????- lo sballottò un po’ da tutte le parti facendogli cadere la sigaretta appena accesa per terra. Poi lo lasciò andare e si girò con il fumo che le usciva dalla testa. Il ragazzo cercò di riprendere l’equilibro barcollando a destra e a sinistra… ma appena si accorse che una ragazza bionda dall’altra parte della strada lo stava guardando si ricompose immediatamente sfoggiando il suo solito “Sorriso da Principe Azzurro Rimorchiatore”
-hem hem… - si schiarì la gola guardando verso la ragazza e continuando a seguire alla cieca Sara e Tuomas  – S-Sara è inutile che ti scaldi!Guarda che non ritroverai Luca pestando me a sangue!!e comunque….- disse riuscendo a raggiungere gli amici “spilungoni” –a parer mio…-
-Emppu non ce ne importa niente del tuo parere… piuttosto cerca di darti da fare!- disse Tuomas con i nervi alle stelle. Sara lo guardò preoccupata e gli strinse la mano. Emppu fece la faccia offesa
-ragazzi io sto cercando di spiegarvi la mia teoria!!Allora… secondo me, se Marco e Jukka hanno portato a casa un altro bambino vuol dire che il nostro bambino ora è con le persone che prima avevano quello che abbiamo noi!!mi seguite???-
Sara annuì distrattamente –già, ma come troviamo quelle persone??- chiese voltandosi verso il biondo
-magari sono ancora qui da qualche parte… si saranno accorti che hanno preso un altro bambino, no??-
Tuomas si fermò di botto e Sara gli andò a sbattere contro
-torniamo al recinto con il fango e chiediamo se hanno visto qualcosa-
Detto questo fece retrofront seguito dagli amici. Mentre tornavano indietro incontrarono anche Marco e Jukka che si unirono a loro. Arrivati alla bancarella si fiondarono dal proprietario che li guardò leggermente sconvolto (ci credo!se uno si vede arrivare davanti dei tipi così non pensa mica positivo, eh…)
-hem… c-cosa desiderate?-
Sara si fece avanti con calma e cercò di essere più gentile possibile –salve, volevamo sapere se per caso lei…-
-DOVE CAZZO è IL BAMBINO?????- saltò su Marco sbattendo una mano sul bancone. L’uomo sobbalzò e Sara lo guardò male
-n-non capisco…- balbettò il proprietario sconvolto. Sara sospirò e spinse via il bassista
-scusi, siamo tutti un po’ agitati… volevamo sapere se per caso lei aveva visto un bambino di circa due anni, biondo con i capelli lunghi e gli occhi verdi…-
L’uomo ci pensò su un attimo, poi sorrise –certo che si!!!!se ne stava tutto solo in mezzo al fango… ho pensato che stesse aspettando qualcuno allora io e mia moglie l’abbiamo preso. Ma dopo un po’ ha iniziato ad avere fame e… visto che non arrivava nessuno…-
-DOV’è ADESSO?????- urlò Jukka quasi saltando sopra il banco. Sara lo spinse via di nuovo
-noi siamo… parenti del bambino. Se potesse gentilmente dirci dove si trova…- disse voltando un attimo lo sguardo verso il batterista e il bassista e fulminandoli con un’occhiataccia. L’uomo sorrise benevolo
-certo!ora è a casa mia, si trova qui vicino…-
-bene!!Emppu fatti dare le istruzioni per arrivare alla casa di questo gentile signore –
Disse Sara accorgendosi che Tuomas si era allontanato. Lentamente gli si avvicinò
-hey… come va?- gli chiese. Lui si voltò appena, poi tornò a guardare il cielo ormai buio
-non so… sono contento di aver ritrovato Luca, però…-
Sara gli strinse un braccio e lo guardò negli occhi. Lui le accarezzò una guancia
-è come se ci fosse qualcosa che non va in tutto questo… come se fosse tutto sbagliato… ho un brutto presentimento…-
-Tuomas, è solo un impressione, tranquillo… ci siamo presi tutti una gran paura, ma ora è finita!-
Lui sorrise tristemente –si… ma non credo che sia per quello…-
Sara lo strinse forte respirando nei suoi capelli. Poi Tuomas parlò
-Sara… tu sei felice?-
Lei alzò lo sguardo, poi si voltò – certo…-
Il tastierista le prese il mento e  le voltò il viso –sei sicura?-
-si, è solo che… è da quando è arrivato Luca che… mi sta succedendo qualcosa di strano…-
-cosa?-
Sara esitò e si morse un labbro –io voglio… voglio avere un figlio… da te –
Tuomas rimase zitto a guardarla, stupito. Osservando quell’espressione la ragazza si spaventò
-lo so, ho solo 19 anni, ma… è più forte di me!io… vorrei essere mamma, proprio adesso!e non mi importa se le responsabilità sono tante… voglio avere un figlio-
Si sentiva un groppo di lacrime in gola, ma non voleva farle uscire. Le ricacciò indietro e affrontò a testa alta lo sguardo del suo ragazzo
-hey ragazzi!!So dove dobbiamo andare, sbrigatevi!!!!- urlò Emppu. Sara si distrasse e guardò il ragazzo biondo, poi lasciò andare Tuomas
-ne parliamo dopo…-
-allora, vi sbrigate????- Urlò il chitarrista sbattendo un piede per terra. Sara lo guardò come un assatanata alzando un pugno
-ARRIVIAMO,CAZZO!!!!!- Urlò.
Tuomas cercò di rimanere serio, ma senza riuscirci, scoppiò a ridere. Sara arrossì, ma fu molto felice del fatto che tra di lei e il ragazzo non fosse cambiato nulla anche dopo quello che gli aveva rivelato. Si presero per mano e si avviarono verso la macchina
-Jukka, tu resti qui!- disse Tuomas arrivati al parcheggio. Il batterista sgranò gli occhi
-cooooosa??????????- il frontman annuì e aprì la portiera
-si. Ci serve qualcuno che richiami tutti i tecnici!-
-ho capito, ma perché proprio io?????voglio andare a prendere Lucky!!!- si lamentò Jukka.
-non mi importa. Resti qui, punto e basta- disse il tastierista. Marco, dall’altra parte del finestrino si mise a fare le boccacce al povero batterista
-ha-ha te l’avevo detto che Luca preferisce me!!!!ha-ha!!-
Jukka gli fece il dito medio –taci coglione… me la pagherete!!!!- urlò avviandosi verso l’entrata del Luna Park per l’ennesima volta sbuffando e tirando calci al terreno sterrato.
Gli altri salirono in macchina e partirono verso la destinazione segnata su un foglietto da Emppu.
Dopo un quarto d’ora di viaggio, però, non erano ancora riusciti a trovare la casa del “Signor Fango”
-allora… si, ora dovresti girare a destra…-
-Ma Emppu se giro a destra vado in un vicolo a senso unico!!-
-e chissene frega!!tanto non c’è nessuno… puoi andare contro mano per una volta!!Ricorda che si tratta di Luca!non possiamo abbandonarlo!!-
-giusto!!!!- Urlò Marco da dietro
-Marco taci!!!- disse Tuomas stringendo le mani sul volante…
********************
-hem… Emppu sei sicuro di quello che stai dicendo…?- disse Tuomas fermando la macchina. Il ragazzo biondo mezzo addormentato sul sedile di fianco al guidatore, con la bava alla bocca, si svegliò di colpo
-siii!!!E ancora una volta il Grande Emppu è l’uomo più alto del mondo!!!!!!- urlò, ancora partecipe del sogno da cui era stato svegliato
-Emppu….- lo ammonì il tastierista –si può sapere dove cavolo ci hai portati???????-
Emppu si guardò attorno –già… dove cazzo, siamo??-
Tuomas si mise una mano sul viso –e me lo chiedi??????sei stato tu a darmi le indicazioni per arrivare fin qui!!!-
Sara guardò fuori dal finestrino –bhe… direi che siamo in un porto!-
-… e io aggiungerei anche che questa non è di certo la casa del “Signor Fango”…- disse Marco.
Tuomas si voltò -grazie, Marco, ci eravamo arrivati anche noi!!-
Sara si slacciò la cintura –ok ragazzi manteniamo la calma!non è il caso di agitarsi… -
-agitarsi????- gridò Tuomas –Sara, io non sono agitato… sono solo furioso!!!questo maledetto pirla – e indicò Emppu –mi ha fatto prendere due multe!!Una per essere andato in giro contro mano e un'altra per aver quasi investito una vecchia con un cane cieco!!!!!-
Sara scosse la testa –si, lo so… Emppu dammi quella cazzo di cartina!!-
Il chitarrista, afflitto, passò il pezzo di carta alla cantante
-mmh dunque, vediamo…-
La ragazza si fermò con la frase a mezz’aria e sgranò gli occhi. Gli altri la osservarono ansiosi
-allora???- chiese Marco.
Sara abbassò il foglio e guardò Emppu con odio assassino
-Emppu… tu… sei… davvero… un… IDIOTA!!!!!!!!!!-
Il ragazzo si coprì le orecchie con le mani mentre la ragazza scoppiava negli insulti più coloriti degli 8 mari (ma non erano 7?????). Una volta calmata, si lasciò cadere sul sedile
-vuoi spiegarci cos’è successo??- disse Marco. Sara lo guardò
-semplice… il qui presente “Mister Cartina” ha letto le indicazioni al contrario!!Quindi non dovevamo girare a destra, ma a sinistra!!-
-Alleluja!!!!!- Gridò Tuomas, ormai isterico. Riaccese il motore della macchina, fece retromarcia e partì di nuovo.
****************
Ormai di notte, i 4 ragazzi si fermarono davanti ad una vecchia casa. Suonarono il citofono alla voce “Shapfel” (cognome random)
-chi è?- chiese la voce di una donna
-salve signora, ci dispiace per l’orario ma siamo i parenti di Luc… hem… del bambino che avete trovato oggi al Luna Park!-
-Oh siete voi!Finalmente!!Non riesco a farlo dormire… entrate entrate!!-
Il cancello si aprì con un tremendo cigolio e i ragazzi entrarono. Marco scosse la testa
-che principiante quella donna… nessuno a parte me riesce a far dormire Luca. Il segreto è raccontargli la storia del “Ranocchio Raimondo”!!!!-
Sara lo guardò allibita – R-Raimondo?!?!?-
Marco sorrise –un giorno, quando sarai vecchia e soffrirai d’insonnia, chiamami e te la racconterò. In quel momento capirai perché fa addormentare…- e si mise a sghignazzare come un diavoletto. Sara deglutì pensando a se stessa da vecchia con Marco ancora più rammollito (e rimbecillito) che le racconta una favola al suo capezzale. Rabbrividì.
Finalmente arrivarono
-entrate pure!!é tutta la sera che il piccolo vuole giocare… non mi ha dato un attimo di tregua!-
Appena Marco e Emppu lo videro, seduto sul tappetino con in mano una macchinina, gli saltarono addosso sbaciucchiandolo
-Luckyyyy!!!!!!!!quanto ci sei mancato!!-
-piccola peste!!Fatti abbracciare!!-
Luca scoppiò a ridere e, come di consuetudine, tirò la lunga barba di Marco
-no… no, ahia!!no, non si fa Lucky!!Lo so, lo so… sei arrabbiato perché ti ho mollato li da solo, ma non l’ho fatto apposta… ahia, no!!no, i capelli nooooo!!!!!!!- Emppu scoppiò a ridere incitando il bambino a tirare sempre più forte.
Anche Sara rise e Tuomas sorrise. Poi i due si guardarono e si strinsero una mano
-ora possiamo tornare a casa… - sussurrò lei stringendo la vita del ragazzo.
Improvvisamente il cellulare di Tuomas iniziò a squillare. Lui si allontanò da Sara, le fece un cenno e rispose tornando in corridoio.
Sara si avvicinò ai ragazzi e iniziò a giocare con Luca anche lei. Dopo un po’ che Tuomas non tornava incominciò a preoccuparsi e iniziò a sbirciare nel corridoio.
Dopo poco il ragazzo tornò nella stanza, pallido in volto
-Sara… andiamo…- disse semplicemente. Poi si avviò fuori dalla porta senza aspettare gli altri. La ragazza improvvisamente preoccupata gli corse dietro seguita da Emppu e Marco con in braccio Luca
-grazie signora, arrivederci!!- Urlò il bassista chiudendosi la porta alle spalle.
Una volta fuori, salirono tutti in macchina e tornarono in hotel. Marco portò Luca nella sua stanza e si mise a dormire facendo il solito casino che svegliò Jukka, il quale iniziò a imprecare come uno scaricatore di porto. Emppu per poco non si addormentò in ascensore.
Sara e Tuomas invece si stesero nel letto. Lei aspettò che lui parlasse…
Ma i minuti passavano e non succedeva niente. Dopo parecchio tempo di buio e silenzio, la ragazza si fece avanti
-Tuomas, cos’è successo?-
Il ragazzo, che fino ad allora era rimasto con lo sguardo fisso sul cuscino, incrociò le braccia
-nulla…-
-no, non è vero. Ti ho visto quando se tornato dopo la telefonata… eri sconvolto-
-si, quello è vero…-
Sara si tirò sul appoggiandosi ai gomiti -chi era???-
Silenzio. Tuomas non riusciva a rispondere… Sara si sentì il magone crescere pian piano dentro di sé,  ma non capiva il perché
-Tuomas… chi era al telefono??- Disse guardandolo negli occhi. Lui si voltò dalla sua parte e la osservò, quasi incantato
-sei bella, lo sai?-
-…… Tuomas…-
Lui scosse la testa e guardò di nuovo il soffitto
-era l’ospedale. Solo l’ospedale, ok????-
Sara rimase stupita. Non sapeva se sentirsi più tranquilla o più agitata di prima
-l’ospedale??perchè ti ha chiamato l’ospedale??-
Tuomas deglutì e lei si rese conto che stava tentando in tutti i modi di non perdere la calma. Addolcì lo sguardo
-sfogati, Tuomas. è inutile che ti tieni tutto dentro… cosa ti hanno detto dall’ospedale?-
Il ragazzo la guardò, arrendendosi al suo sguardo
-la nave di… Giorgio e Lora… è affondata-
Sara spalancò gli occhi. Senza nemmeno rendersene conto lo abbracciò e gli accarezzò i lunghi capelli
-oddio…-
Tuomas le strinse la vita –non… non ci sono superstiti…-
La ragazza scosse la testa sconvolta –mi dispiace… mi dispiace tanto –
Mentre cercava di dargli tutto il suo amore e di consolarlo, nel buio della camera si rese conto che ora Luca non aveva più una madre. Ne una vera famiglia.
 

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Povero Lucky, sono così triste per lui ;(;(
Spero che il capitolo vi piaccia, vi risparmio il solito sermone finale perchè a questo punto non c'è molto da dire xD Nel prossimo capitolo tornano quei simpaticoni dei Children xDxDxD
Grazie a chi recensirà e anche a chi leggerà solamente :)
Un bacioneeeeeeeeeee
NoireNeige

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Capitolo 21
*** As You Really Are ***


As You Really Are
 
 
-Mi dispiace tanto Tuomas...- mormorò Sara, continuando ad abbracciarlo in piena notte, con solo una lampada accesa vicino al bagno. Il ragazzo fino a quel momento non aveva ancora detto niente. Si alzò lentamente dalla sua posizione e guardò la ragazza negli occhi, leggermente assonnati
-se hai sonno puoi dormire- le disse accarezzandole una guancia. Lei non ci pensò nemmeno, gli strinse la mano e scosse la testa
-no... non voglio abbandonarti proprio ora che hai bisogno di qualcuno-
-ma Sara non mi abbandoni mica se ti addormenti di fianco a me!!E poi è tardissimo e domani abbiamo un sacco di lavoro... dovresti riposare!-
-potrei dirti la stessa cosa!Finchè non dormirai tu, non lo farò nemmeno io!!!-
Il tastierista la guardò per alcuni minuti, poi sorrise tristemente -hai paura che faccia qualche cazzata, vero?-
Sara trattenne il fiato e ammise dentro di se che un po' era vera quella frase
-non è per quello... semplicemente non ti voglio lasciare da solo. E poi... non riuscirei a dormire nemmeno io...-
Tuomas si stese di nuovo sul letto e la guardò intensamente negli occhi -come mai?-
-bè, prima di tutto perchè è morta una persona a te cara...- la ragazza si strinse fortemente nelle lenzuola -e poi perchè... penso al piccolo Luca. Chi si occuperà di lui, ora?-
Il ragazzo sospirò -non lo so... dovranno chiamare i Servizi Sociali per assegnarlo ad una nuova famiglia-
Sara si agitò nel letto -ecco, è proprio per questo che non riesco a dormire!!Non è giusto che un bambino così piccolo debba cambiare famiglia tutto ad un tratto!!Non riuscirà mai ad abituarsi!!-
-Sara calmati...-
La ragazza si fermò di colpo e guardò Tuomas -scusa... non volevo...-
Lui sospirò e la avvicinò a sé baciandola in fronte -bhe, visto che nessuno dei due ha intenzione di dormire... che cosa facciamo sta notte??- chiese  appoggiando il mento sui capelli di lei.
Rimasero in silenzio un altro po'. Poi Sara iniziò a muoversi e mise le braccia intorno al collo del tastierista, liberandosi dalle lenzuola.
-e se ti dicessi... che ora sono pronta?- sussurrò a meno di un centimetro dalle sue labbra. Il ragazzo la guardò confuso
-non capisco... pronta per cosa?-
Sara si spostò e gli salì addosso circondandogli la vita con le gambe. Tuomas la guardò, poi capì
-oh... hem, Sara... non voglio costringerti a farlo solo perchè così mi distraggo. Sarebbe orribile...-
Lei scosse la testa -nono, sono io... che ho deciso di essere pronta. Mai come  adesso vorrei essere legata a te, più di ogni altro momento che abbiamo passato insieme. Ti prego, fammi felice...-
Mormorò lei tra un bacio e l'altro. Tuomas, nonostante tutto, trovò il coraggio di sorridere con sincerità e la abbracciò con dolcezza
-va bene... vediamo un po' cosa posso fare...-
Sara rise leggermente, poi si staccò da lui è si alzò dal letto. Il ragazzo la guardò stupito
-bè???e adesso cosa c'è???- le chiese fingendo di essere offeso. Sara si voltò
-vado a mettermi il pigiama!!- disse fingendo di fare la bambina. Il tastierista scosse  la testa
-vabbè, ma che ti serve il pigiama se poi te lo devo togliere?!?!?!-
La ragazza lo guardò per un secondo, poi arrossì violentemente e fece un passo indietro.
Tuomas si grattò la testa -scusa... non volevo metterti in imbarazzo...-
Lei scosse la testa sorridendo ancora rossa in volto -non importa... senti, ricominciamo da capo, ok?-
Tuomas annuì paziente -ok, vai a metterti il pigiama!Io ti spetto qui!!-
-va beeene- disse lei chiudendosi in bagno.
Il ragazzo sospirò e alzò la testa verso il soffitto. Poco dopo lei uscì dal bagno con il solito pigiama formato da una maglia e dei pantaloni larghi blu notte. Tuomas la guardò quasi imbambolato. Nonostante fosse struccata e avesse il viso pallido dalla stanchezza, Sara non le era mai sembrata bella come in quel momento. E dolce... vestita in quel modo, la ragazza sembrava incredibilmente dolce e sensibile.
Lei sorrise imbarazzata -Allora?Perchè mi guardi in quel modo?-
Tuomas si riscosse -s-scusa... è che... sei molto bella-
-grazie...- disse lei congiungendo le mani. Lui si alzò e le andò incontro lentamente... le accarezzò il collo e loro cuori cominciarono a palpitare fortissimi. Lui la abbracciò e iniziò ad annusarle in viso, poi la baciò diverse volte, sempre più appassionatamente.
Passo dopo passo e bacio dopo bacio, tornarono verso il letto. Sara si sedette mentre Tuomas continuava a baciarla. La fece coricare e le mise le mani sotto la maglia, poi le accarezzò con delicatezza la pelle, seguendo i contorni del suo corpo. Sentendo le ossa della colonna vertebrale una per una, per poi arrivare al reggiseno. Dopo i primi attimi di imbarazzo, si decise e lo sganciò.
Sara non sapeva cosa fare, si sentiva felice e allo stesso tempo angosciata, attanagliata dalla paura che da un momento all'altro quel momento potesse finire, portandole via tutte le emozioni stupende che provate in quel momento… non voleva che sparissero. Non voleva che quello fosse solo sesso e nient'altro. Per la prima volta stava facendo l'amore con la persona che veramente amava, quella che aveva aspettato per anni. Finalmente poteva sentirsi completa con se stessa...
Lei e Tuomas, nient'altro. Solo loro due e le loro anime unite...
Continuò a baciarlo con passione su tutto il viso. Gli accarezzò le braccia e gli sfiorò i lunghi capelli corvini.
Si staccarono un secondo, lei gli tolse la maglia e la buttò per terra. Dopo pochi attimi anche il suo pigiama e il reggiseno finirono sul pavimento. Tuomas la abbracciò stretta, le baciò il collo, mentre lei rideva felice. Quasi le veniva da piangere...
Si abbracciarono, si strinsero, si sfiorarono come non avevano mai fatto fino a quel momento.
Ormai anche i pantaloni erano a terra, la loro utilità sarebbe tornata escusivamente il giorno dopo.
Il tastierista continuò a baciarla, non poteva più smettere. Sara lo lasciò fare, mentre lui iniziò a baciarle leggermente il contorno dei seni sodi, per poi scendere fino al bacino.
Averla solo per lui era quello che desiderava di più al mondo. Ora era davvero sicuro di non aver mai amato una donna così tanto... e per tutto quel tempo non aveva fatto altro che aspettare senza capire cosa voleva dire il vero amore. Ma ora lo sapeva.... e non voleva rimanere mai più senza di lei.
-Sara, ti amo...-
 
Alexi scese dalla moto di Henkka davanti all'aeroporto e la lasciò lì, senza nemmeno legarla. Non poteva permettere che Nana se ne andasse in quel modo... se almeno doveva farlo, era meglio mettere le cose in chiaro. Lui non aveva mai fatto del male a nessuno...
Corse verso l'entrata e iniziò a guardarsi attorno alla ricerca di una ragazza dai lunghi capelli neri.
Niente. C'era troppa gente, non l'avrebbe mai trovata.... Si sedette su un sedile con il viso tra le mani e si tirò indietro i capelli
- un maledettissimo cazzone... ecco cosa sei...- mormorò a se stesso. Un uomo si sedette di fianco a lui e lo guardò per alcuni minuti
-delusione d'amore?- chiese aprendo un giornale. Il ragazzo lo guardò con occhi omicidi e le mani a mezz'aria
-scommetto che... lei sta partendo e tu vorresti fermarla, ma non la trovi in mezzo a tutta questa gente, vero?-
Alexi si alzò di scatto -e farsi i cazzi suoi?????- disse avvicinandosi pericolosamente. L'uomo, con estrema calma appoggiò il giornale sul tavolino e lo guardò sorridente
-hey, è il mio lavoro... allora, vediamo cosa posso fare... dov'è diretta la tua “Bella”??-
Il cantante sospirò esterrefatto. Non solo stava per perdere Nana... ma doveva anche sorbirsi la parlantina del pazzo di turno!!
Si voltò dall'altra parte pronto ad andarsene, ma l'uomo non si arrese
-guarda che non la troverai da solo... ne qui, ne in nessun altro posto. Lei non è come le altre, giusto?-
Alexi si fermò di botto e lo guardò -e lei che cazzo ne sa??-
Lo sconosciuto sorrise -te lo si legge negli occhi... allora dove sta andando???-
-... deve prendere un volo per l'Italia... non so esattamente dove...- si arrese alla fine.
L'uomo lo guardò soddisfatto e assunse un'aria da professionista
-ti starai chiedendo perchè ti sto aiutando... bè si da il caso che io viva qui (nell'aeroporto O_O) da parecchio tempo. Conosco a memoria tutti i voli e di storie come le tue ne ho sentite tante. Considerando che sono un inguaribile romantico... cerco sempre di aiutare voi giovani, e devo ammettere... che non ho mai fallito!-
Finì fingendo di limarsi un unghia contro la giacca. Alexi scosse la testa
-sinceramente me ne importa ben poco della sua vita...-
-oh, si giusto!!Dunque... in questo momento sta per partire un aereo per l'Italia. La tua ragazza è lì di sicuro!Buona fortuna!!-
Il ragazzo si voltò e si diresse verso la pista dove i passeggeri salivano a frotte sull'aereo, ma ad un certo punto si girò di scatto con un dito a mezz'aria -grazie...-
-chiamami pure Jeremy...-
Il cantante annuì sorridendo a quello strano signore, poi si mise a correre verso il punto che l'uomo gli aveva indicato.
 
-hey ragazzi, dove credete che sia Alexi?- chiese Henkka, pensando preoccupato alla sua moto
-....e Nana??- chiese Jaska. Janne iniziò a salire gli scalini ignorandoli. Arrivò davanti ad un bar che dava sulla pista di decollo e si affacciò alla finestra con Jaska. Gli altri due si fiondarono al bancone e ordinarono due birre e delle patatine (della serie “chissene frega del frontman”!xD)
-eccoli...- mormorò il tastierista indicando Alexi che correva verso una ragazza in fila, a qualche metro di distanza.
-preparati con i 20 euro in mano, amico...- affermò il batterista sogghignando.
-zitto, fammi vedere cosa succede...-
 
Ero una delle ultime, nella lunga fila per entrare nell'aereo che mi avrebbe riportato a casa. Dentro di me sapevo che Vicktoria non mi avrebbe mai lasciato tornare... avevo abbandonato lei e mio padre per seguire Sara e i Nightwish. Mia sorella mi aveva accusata di essere un'insensibile, che si arrende se non vede nessuna via d'uscita ai problemi. Forse è la verità... forse volevo solo fuggire da una situazione familiare pietosa, che probabilmente ci avrebbe lasciato senza casa in meno di 2 settimane.
Mentre avanzavamo lentamente pensai alle urla che erano scoppiate nella casa di nostra madre, prima che io partissi... Vicktoria mi aveva chiamata Silvia, per la prima volta. Solo la mamma pronunciava il mio nome...
E poi, quella sera... lo aveva fatto anche Alexi...
Mi tornarono le lacrime agli occhi. Ancora una volta la mia felicità era stata spazzata via come una foglia secca o un oggetto senza valore...
“Oh Dio, se davvero non mi hai lasciata da sola tempo fa, dammi un segno...”
-NANA!!!!!-
Alzai lo sguardo sconcertata. Quella voce era l'unica cosa che davvero volevo sentire, ma che allo stesso tempo mi avrebbe tirato un'altra pugnalata al cuore. Le lacrime che, a fatica, avevano tentato di non scendere, esplosero sul mio viso come un fiume in piena.
Non potevo sbagliarmi. Lui era lì, a meno di 2 metri da me...
-Nana....- ripetè più piano, ora che eravamo vicini.
“Non voltarti. Se ti volti ora, indugerai... non riuscirai più a partire” mi dissi.
-Nana, ti prego, guardami...- continuò lui con voce incerta.
“Ti prego fammi vedere di nuovo i tuoi occhi.” Pensò lui.
Non mi mossi. Lo sguardo della gente lì attorno andava da me ad Alexi, incuriosito
-ok... volevo solo dirti una cosa... io...-
Chiusi gli occhi e strinsi i pugni.
“Ti prego, non farmi tornare indietro, Alexi...”
-io... ti ho mentito. Non ho ucciso io quella gente....-
Ed ecco la prima pugnalata al cuore.
“Lo sapevo che stavi mentendo... tu non sei un assassino”
-e... l'ho fatto perchè... avevo paura che con il tempo, tu ti accorgessi che non ti amo abbastanza o che non posso darti quello che vuoi veramente... credevo che non avrei mai potuto renderti felice...-
Seconda pugnalata.
“Ma io ero già felice...”
-però, anche se forse è tardi... ho capito che mi sbagliavo. Pensavo che facendoti andare via ti avrei risparmiato il dolore... e non sono riuscito a capire in tempo che invece adesso stai soffrendo molto di più... ed è solo colpa mia-
Terza pugnalata al cuore.
“Oh si, sto soffrendo come non mai... quindi lasciami andare via, ti prego...”
Mi tremarono le mani. Se avesse detto qualcos'altro, probabilmente avrei ceduto. Mi morsi un labbro per tentare di non singhiozzare e mi si appannò la vista per colpa delle troppe lacrime che tentavano di uscire tutte in una volta
“io so cosa stai per dirmi... ma non farlo ti prego... non uccidermi ancora...”
Alexi restò immobile, aspettando una risposta a quello che aveva detto. Niente. Non mi mossi... Lo sentii sospirare lentamente
-D'accordo, me ne vado... però, prima vorrei dirti un'ultima cosa... lo so che ti farà male, ma non posso vivere con il rimorso di non averlo fatto...-
Trattenni il respiro aspettando il Colpo Di Grazia.
-Ti Amo, Nana. Come non ho mai amato nessuno... nemmeno Johanna...-
Deglutii lentamente e mi scappò un singhiozzo. Sentii i suoi passi che si allontanavano e scossi la testa in preda al tremore
“Anche io... anche io ti amo più di ogni altra cosa al mondo... E vorrei tanto dirtelo. Non andare via... non lasciarmi, ti prego... Aspettami.”
-Aspetta!!- gridai voltandomi. La folla si voltò verso di me e con lei, anche Alexi. Quanto mi era mancato il suo volto... gli corsi incontro e affondai il viso nelle pieghe della sua giacca, stringendolo forte. Lui ricambiò
-Mi dispiace... mi dispiace tantissimo, io...- mi disse. Lo guardai con gli occhi rossi e bagnati
-non mi importa. Non mi importa niente di quello che è successo... ti amo e voglio stare con te.-
Lui mi accarezzò una guancia umida -anche io ti amo...-
-ridimmelo...- mormorai ridendo tra un singhiozzo e l'altro. Alexi sorrise
-ti amo… ti amo… ti amo!!- canticchiò. Lo baciai. Mi sembrava di non aver compiuto quel gesto da anni... e quello mi sembrò il bacio più bello della mia vita.
Ci avviammo verso il parcheggio tenendoci per mano
-sai per un momento ho pensato veramente che saresti tornata a casa...- disse lui. Lo guardai
-come potrei stare lontano dalla persona che mi ha fatto capire come sono veramente?-
Già, Come Sei Veramente. Io l'ho capito oggi...
Senza Alexi io... non sarei nulla.
 
-COOOOOSA??????????????ditemi che è uno scherzo...- urlò Henkka buttandosi sul letto. Io e Alexi ci guardammo leggermente imbarazzati
-ci dispiace tanto Henkka... quando siamo tornati al parcheggio la moto era sparita e...-
-basta, non voglio sapere altro!- si lamentò il bassista. -cavolo Alexi ma non potevi legarla prima di andartene???-
Chiese esasperato. Il cantante mi prese per la vita -bhe non potevo mica pensare alla moto mentre la Nanerottola partiva per l' Italia, no???- Sorrisi e gli sfiorai il nasino. Janne e Jaska (sta volta guidava Roope!) si fecero avanti minacciosi
-Jaska, mi devi 10 euro, ricordi?????- disse il tastierista congiungendo le mani a mò di “Il Padrino”. Il batterista fece una smorfia
-tecnicamente, avevamo scommesso che stasera sarebbero stati sul divano a baciarsi, e non lo stanno facendo!!- si lamentò.
Janne annuì -eh si, quando hai ragione, hai ragione, vecchio mio!!-
Si avvicinò a me e Alexi che ci stavamo facendo le moine a vicenda e ci guardò con aria sadica
-ragazzi, me lo fate un favore??- chiese. Lo guardai leggermente scioccata, poi annuii
-ecco... non è che potreste sedervi sul divano??-
Io e Alexi ci guardammo, poi lui scosse le spalle e si sedette. Lentamente mi appoggiai li di fianco mentre Janne continuava a fissarci.
-bene. Ora me lo fate un altro favorino?-
sospirai -d'accordo...-
-baciatevi- disse. Sgranai gli occhi e mi voltai verso Alexi
-ora si che si comincia a ragionare!- commentò il ragazzo mettendomi un braccio intorno alle spalle e avvicinando il mio viso al suo. Poi mi baciò... non mi ero nemmeno resa conto di quanto desiderassi davvero quel bacio.
Intanto Janne si voltò verso Jaska con una mano tesa in avanti
-mi devi qualcosa, amico...-
il batterista scosse la testa stringendo gli occhi a due fessure omicide e allungò i soldi verso il ragazzo
-sei così stronzo a volte, Janne...- mormorò. Il tastierista sorrise
-Lo so!e comunque... grazie ragaz...- si voltò verso di noi per ringraziarci del favore, ma in quel momento non lo stavamo nemmeno ascoltando, troppo impegnati a contorcerci l'uno contro l'altro e a darci altri baci sempre più appassionati
-hem... r-ragazzi??Io vi avevo chiesto un bacio e basta...- provò a distrarci Janne.
Alexi mi accarezzò i capelli e lasciò scivolare la mano seguendo la mia spina dorsale fino ad arrivare al bordo della maglia.
L'amico sgranò gli occhi -hem... ragazzi, non qui, per favore...-
Senza staccare le sue labbra dalle mie, Alexi scosse la testa in segno di disapprovazione. Poi mi prese in braccio e si alzò dal divano.
-mi raccomando non fate tardi sta notte...- sospirò il tastierista arrendendosi.
Mentre salivamo le scale (continuando a baciarci!) sentimmo Henkka che diceva -fate attenzione alle scale ragazzi!!-
Sorrisi e strinsi ancora di più il ragazzo, sfiorandogli i lunghi capelli biondi.
Arrivammo in camera, entrammo. Alexi mi fece scendere e mi circondò la vita con le braccia... poi chiuse la porta con un calcio mentre iniziavo a tirargli su la maglia.
Lui mi spinse verso il letto.... E mi sentii di nuovo a casa. La mia vera casa.


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A grande richiesta arriva anche questo nuovo capitolo che farà tirare un sospiro di sollievo ad un pò di lettrici...spero xD
Ringrazio tantissimo tutte le persone che mi seguono sempre e aspettano con ansia i miei capitoli (che io puntualmente faccio ritardare -.-) e spero che anche sta volta vi abbia strappato qualche emozione dal vostro cuoricino^^
Ah la storia di Jeremy che vive nell'areoporto viene da una notizia che avevo sentito qualche anno fa. in pratica c'era questo tizio che quasi viveva nell'areoporto e ogni tanto gli capitava di parlare con i passanti che gli raccontavano la loro storia...l'avevo letta sul giornale e non mi è mai passata dalla mente xDxD
Così alla fine ha vinto Janne...xD
E finalmente Sara e Tuomi si sono decisi!!!:D:D sono così fluffolosiiii!!!^^ Li amo.
Posterò appena la scuola e gli impegni vari permetteranno, ok?Spero presto!
Ringrazio  kuu yo per il grandissimissimo supporto via mail xD grazieeeeee!!!
 
Un bacione a tutti ^^
NoireNeige

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Capitolo 22
*** Sweet Symphony ***


Sweet Symphony
 
 
Appoggiai la testa sulla spalla di Alexi e sospirai
-sei stanca?- mi chiese.
Con mia grande sorpresa mi accorsi che non lo ero per niente e sorrisi
-No...-
Lui mi strinse -un po' di giorni fa mi hai detto che dovevo dormire e io l'ho fatto... ora tocca a me dirti che dovresti provare a staccare un po' la spina-
Alzai la testa e lo guardai -ma sto bene!Davvero, non mi sono mai sentita meglio!!-
-da quant'è che non chiudi occhio?-
Mi fermai colta in flagrante -... un po'...ma...-
-niente ma!!Dormi!!!-
Mi strinse un polso e mi fece cadere all'indietro tenendomi inchiodata al letto. Sentii il lenzuolo stringermi il petto tanto da farmi male e cercai di divincolarmi, ma lui avvicinò il suo viso al mio e mi ritrovai a fissarlo con gli occhi che diventavano sempre più grandi mentre si perdevano nei suoi
-non mi muoverò di qui...- mormorò sulle mie labbra. Sorrisi
-potrei morderti... ti assicuro che fa male se mi metto d'impegno- girai la testa di lato
-non lo farò lo stesso-
Alzai di nuovo lo sguardo sul suo -davvero?-
-Si...-
Calò un silenzio abbastanza imbarazzante tra di noi mentre gli occhi mi diventavano lucidi e l'eyes liner incominciava a colarmi. Alexi mi fissò sperduto
-cosa...?- incominciò, ma non lo lasciai finire liberandomi dalla sua stretta e abbracciandolo più forte che potevo. Lui restò immobile senza toccarmi mentre sentivo la mia pelle nuda e fredda a contatto con la sua, bollente. Respirai un paio di volte, poi lui appoggiò la testa sotto il mio mento come un bambino e mi strinse la vita mentre mi mettevo in ginocchio sul letto
-che cosa c'è?- mi chiese.
Mi asciugai le lacrime con le dita in modo impacciato e gli accarezzai i capelli
-nulla... solo... promettimi che non mi lascerai mai-
Alexi si alzò di botto e mi guardò -hai paura che possa andarmene?- mi domandò come se lo avessi appena insultato. Mi tremarono leggermente le labbra
-bhe... ti ricordi quando ti ho raccontato tutto quello che mi è successo con William l'altra notte?-
Mi riferivo a quattro notti fa quando, visto che non riuscivamo a dormire entrambi, mi ero accoccolata vicino a lui e gli avevo narrato tutte le mie disavventure familiari e sentimentali.
-maledetto bastardo...- mormorò lui.
Accennai un sorriso -credo di aver dimenticato una parte della storia...-
Lui annuì pronto ad ascoltarmi, quindi continuai -... amavo tanto Will, ero pronta a donare tutta me stessa per stare con lui, ma sapevo fin dall'inizio che comunque, anche se non mi avesse tradita, probabilmente mi avrebbe lasciata poco dopo. Amavamo entrambi la musica e io mi ero resa conto quasi subito... che lui si era innamorato del mio talento e non di me. Ero l'unica capace di dare vita al vecchio pianoforte di sua madre e questo lo aveva come... stregato. Ma con il tempo, la sua passione sarebbe sfumata e io sarei rimasta sola con mia sorella ad organizzare il funerale di mia madre-
Mi scese una lacrima e guardai il mio ragazzo con tanto amore, quanto odio per me stessa -sono stata una vigliacca...- sussurrai nascondendo il viso nel lenzuolo bianco, sporcandolo di trucco nero. Alexi mi prese il meno con una mano e lo tirò su
-non dire così...-
-si, invece. Non ho avuto il coraggio di affrontare la realtà, avevo paura del futuro e sono scappata con Sara invece di restare con la mia famiglia... fino ad un giorno fa avrei tanto voluto poter tornare indietro, ma adesso...- mi fermai e singhiozzai arrossendo.
Guardai Alexi e mi sentii diversa da qualunque altra ragazza che in quel momento fosse abbracciata con il proprio ragazzo. Lui non poteva essere come gli altri... gli avevo detto cose che non conosceva nemmeno la mia migliore amica.
Gli strinsi una mano -giurami che non sparirai...- dissi, meravigliandomi io stessa delle mie parole
-s-sparire?- ripetè lui incredulo.
Annuii -non voglio svegliarmi una mattina capendo che è stato solo un sogno e sapere che non ci sarai più... non voglio, non voglio e basta!- mi lamentai come una bambina strabuzzando gli occhi. Alexi mi osservò per qualche secondo, poi scoppiò a ridere facendomi arrossire parecchio
-non vuoi eh?!?-
-no, non voglio...- mormorai flebilmente rannicchiandomi su me stessa e nascondendo la faccia dietro il lenzuolo lasciando emergere solo gli occhi.
-allora dovrò darmi da fare e comprare della buona colla per attaccarmi da qualche parte nella tua stanza o... potrei andare in giro vestito sempre di giallo fluorescente, così mi vedrai dappertutto, che dici?- scherzò. Lo guardai male lasciando andare le coperte
-Alexi, dico sul serio!!!- misi su il broncio e incrociai le braccia offesa. Lui sorrise e mi accarezzò la testa
-... non avevo nessuna intenzione di andarmene, se è questo che vuoi sapere... e per la cronaca, potrei citarti altre milioni di qualità oltre al fatto che sai suonare il piano... Non dovresti essere terrorizzata dal fatto che potrei comportarmi come William, perchè io non sono William, non lo sarò mai e non voglio esserlo-
Mi diede un bacio -non riesco a capire come abbia fatto a rinunciare al tuo sorriso così facilmente...- disse. Mi allontanai tirandomi indietro i capelli
-bhe... io non ho mai sorriso così per nessuno... fin ora- ammisi. Alexi mi tirò a sé e mi diede un bacio sul collo che mi fece rabbrividire
-allora continua a farlo solo per me, sei la cosa più bella che abbia mai visto-
Sorrisi e mi stesi di nuovo sull'letto. Lui mi seguì e si mise di fronte a me.
Restammo così, a guardarci senza toccarci nemmeno, forse per ore.
E se Janne non fosse venuto a dirci che dovevamo scendere, probabilmente non avremmo mai smesso.
 
-cosa fai bella moretta?- Sentii una voce alle mie spalle e smisi di scrivere note sul mio blocco voltandomi. Alexi scavalcò il muretto con un salto e si sedette di fianco a me dandomi un bacio. Assaporai il momento per quei pochi istanti che durò e poi voltai lo sguardo sul foglio scarabocchiato
-scrivo...- mormorai stringendomi il quaderno al petto. Il cantante mi guardò con gli occhioni
-posso vedere?- mi chiese. Sentii le guance in fiamme
-bhe, veramente...-
-ti vergogni??Guarda che io non ci capisco niente di pianoforte!!- ammise, ma sapevo che non era vero.
Sorrisi -le note sono sempre le stesse, mica cambiano per la chitarra... se poi non ti piace???Io non scrivo la tua musica, non...-
Mi mise un dito sulle labbra e rimasi zitta a fissarlo -a me piace la tua musica, qualunque essa sia... perchè so che ogni canzone che scrivi significa qualcosa per qualcuno-
Esitai -saresti capace di indovinare di cosa parla questa melodia?-
Alexi scrollò le spalle -ci posso provare...-
Gli passai il blocco e lui esaminò le note scritte con la matita, poi sorrise dolcemente
-parla di te?- mi domandò. Restai spiazzata da quella risposta
-m-me?!?- ripetei incredula. Non avevo mai pensato a quella possibile ipotesi
-si, te... ci hai messo molti do, e il do è una nota molto dolce. Tu sei... molto dolce, Nana, come questa... Dolce Sinfonia- lo osservai mentre il suo viso, sempre pallidissimo, diventava rosa.
Sorrisi -grazie...- dissi sinceramente -comunque questa canzone si chiama Icelight-
-... e non parla di te, vero?-
Scossi la testa divertita -no, non parla di me- ripetei prendendo in mano il blocco e ricalcando un Mi leggermente sbiadito.
-e di chi allora?-
-... dei tuoi occhi- mormorai guardando davanti a me. Sentivo lo sguardo di Alexi che cercava di penetrarmi nella mente. Improvvisamente vidi il suo viso davanti al mio e mi cadde il blocco dalle mani che finì per terra
-non merito una canzone del genere, ne io ne niente che faccia parte di me... scrivila su di noi questa canzone, in modo che fra qualche anno, quando la ascolteremo ripenseremo a questo momento, a sta mattina... a noi, semplicemente-
Rimasi in silenzio per qualche minuto poi annuii felice -va bene, sarà la nostra Dolce Sinfonia-
Alexi mi diede un lungo, lento bacio -perchè ti piace così tanto suonare?- mi chiese. Arrotolai una ciocca dei suoi capelli intorno al mio dito pallido e affusolato
-perchè... trasmetto emozioni che con la voce non riuscirei mai a dare. Perchè sento di donare alla gente sentimenti più profondi di quelli normali ed è proprio grazie alla musica che ho capito che dovevo stare con te-
Lui mi sorrise -quando hai suonato White Clouds ho pensato la stessa cosa per un attimo...-
-... l'ho scritta pensando a te, infatti. Sei tu che mi hai fatto ricominciare a suonare dopo Will, ti devo ringraziare. Sarei pronta a dare via tutto quello che ho composto fino ad oggi per te...-
Alexi si alzò per tornare dentro al palazzetto e ricominciare a suonare, ma prima mi diede un bacio in fronte, mentre abbassavo lo sguardo sulla ghiaia grigia
-se un giorno sarai costretta a dare via tutto... tieni Icelight. Non dare via il nostro amore... ti amo-
Sussultai a quelle parole e mi voltai sgranando gli occhi e guardandolo andare via. Non ero sicura ma in quelle parole c'era qualcosa di estremamente malinconico.
Lo amavo tanto, ne ero convinta.
 
-Alexi dove credi di andare???- lo fermò Janne prima che il ragazzo potesse uscire dalla porta sul retro del palazzetto
-uhm…- disse lui, guardando la mano dell’amico che si era appoggiata sulla maniglia della porta
-non crederai di darci buca?!?!- Urlò il tastierista sgranando gli occhi. Alexi si fece piccolo piccolo sotto il suo sguardo
-bheee… diciamo che stavo pensando di farmi un giro…-
-ma non ci pensare neanche, vecchio assatanato!!Non ci puoi mollare così su due piedi!!!-
Il biondo sospirò –ma così lasciamo Nana da sola per tanto tempo…-
Janne lo guardò per alcuni secondi, poi si sfregò il mento –io vi voglio bene ragazzi, ma non possiamo mandare tutto a puttane!-
-oh, dai sono sicuro che troverai una soluzione!- lo supplicò il cantante avvicinandosi alla porta lentamente
-Alexi, non so se…-
-smettila di fare il cattivo genitore e lasciami andare!!-
Janne rimase con la bocca aperta -… cattivo genitore?- ripetè incredulo. Alexi gli mise un braccio intorno alle spalle e lo fece allontanare dalla porta senza che se accorgesse –si, devi sapere che quando fai così sembri una vecchia zitella!-
-dici che dovrei essere più buono?- domandò il tastierista quasi seriamente preoccupato del suo carattere, non rendendosi conto della presa in giro.
Il biondo annuì e guardò davanti a sé imitando alla perfezione un’espressione di pura sorpresa –guarda!!!Ti stanno portando via le tastiere!!-
-cosa????dove????- mentre Janne si guardava in giro allarmato, il ragazzo ne approfittò per scappare dalla porta e raggiungere me di corsa.
-Nana, corri!!!- mi gridò. Smisi di scrivere sul blocco e mi voltai confusa trovandomi davanti Alexi inseguito da Janne. Appena il cantante fu alla mia portata mi afferrò una mano e mi tirò dietro di sé, così mi ritrovai anche io a correre per chissà quale motivo.
Dopo dieci minuti ininterrotti di corsa, andai a sbattere contro la schiena del ragazzo e mi fermai rimbalzando all’indietro con il fiatone
-si può… sapere… che… ti è… preso?????- dissi tra un respiro e l’altro, piegandomi in due dallo sforzo. Lui si voltò respirando affannosamente e mi sorrise
-scusa….- disse -… mi ero stancato di suonare la chitarra e volevo stare con te- si giustificò. Strabuzzai gli occhi
-si ma… in mezzo ad una strada deserta???- domandai, facendogli notare che in effetti ci trovavamo sul margine dell’autostrada parallela al palazzetto. Alexi mi prese per mano
-siamo soli… e qui di fianco c’è un campo che potrebbe essere lungo chilometri e chilometri…- indicò ai lati della strada dove si estendeva un prato verde davvero sconfinato -… cosa vuoi di più?-
Lo guardai e mi lasciai sfuggire un sorrisetto da bambina -voglio te- sussurrai avvicinandomi sempre di più. Lui mi tirò a sé facendomi fare quei pochi passi che ci separavano in un unico, grande salto e poi mi baciò.
-Credevo che ti importasse di più del tuo lavoro…- dissi mentre ci incamminavamo sull’erba finaco a fianco
-bhe diciamo che preferisco fare la’more con te che con la mia chitarra…-
Risi e lo guardai -me ne ricorderò la prossima volta-
-non fraintendermi, io amo le mie bambine ma a volte mi sembrano un po’ troppo rigide per i miei gusti… tu sei molto meglio!-
Mi sedetti per terra sentendo la rugiada bagnarmi le mani e i jeans, chiusi gli occhi e rivolsi il viso verso il sole. Dopo poco sentii la presenza di Alexi dietro di me che mi annusava la spalla mentre mi circondava la vita con le gambe
-ti metti anche a fare il cane, adesso?- scherzai. Mi tenne stretta con le braccia
-hai un buon odore…- disse appoggiando la testa sulla mia schiena. Voltai lo sguardo verso il cielo
-vorrei stare qui in eterno- mormorai stringendo gli occhi a due fessure -vorrei non dover andare via-
Lui si tirò su e mi spostò i capelli lasciandomeli cadere di lato -allora restaci. Non sei costretta ad andare a Parigi-
Sussultai -si invece, l’ho promesso… Sara mi sta aspettando-
-ma che importa, la potrai rivedere tra un po’… potremmo restare qui, io e te-
Mi girai in modo da poterlo guardare in faccia -cosa?Ma sei pazzo?tu hai un lavoro e io… devo iniziare a comporre e…-
-va bene va bene, calmati, come non detto!Infondo hai ragione…-
Sospirai -però sarebbe stato bellissimo…-
Alexi mi accarezzò i capelli e mi diede un lungo bacio sulle labbra spingendomi verso il basso, poi mi annussò il collo, ma improvvisamente si fermò. Lo strinsi
-cosa c’è?-
-mi sta venendo in menteWhen you appear as an angel, looking me down, looking my way.  Could you ever kill the pain in my heart? Even though they say angels don't kill…- mormorò sulla mia pelle.
Sorrisi -è una bella canzone…-
-facciamo l’amore- disse lui. Trattenni il respiro e annuii lentamente.
Volevo fargli sentire con tutta me stessa che grazie a lui ero tornata me stessa al cento per cento e volevo che capisse che ero sua in ogni momento e in ogni luogo.
Il mio cuore incominciò a battere forte mentre i nostri corpi si contorcevano l’uno sull’altro mettendo a nudo tutto il nostro amore. Non avevo mai provato così tanto desiderio per una persona, sognavo di possedere la sua anima e tutto ciò che era legata ad essa. E più il piacere diventava intenso e più riuscivo davvero ad ascoltare le parole dell’amore, parole sussurrate al vento, parole mai sentite prima ma che in quel momento mi sembravano estremamente familiari.
Respiravo affannosamente, mentre il silenzio ci avvolgeva facendoci sentire uno in possesso dell’altro, come oggetti che si appartengono per natura. Avevo bisogno di lui, dei suoi occhi, della sua voce, delle sue mani che mi sfioravano incessantemente la pelle tremante sotto il suo tocco. Sentivo il suo respiro unirsi al mio, il battito del suo cuore accellerare assecondando i movimenti regolari mentre i suoi capelli ricadevano sulle mie spalle e sul collo.
Avrei potuto continuare a fare l’amore con lui per sempre, ma all’improvviso qualcosa andò storto, mentre Alexi mi baciava il mio corpo si irrigidì e sentii le forze abbandonarmi senza preavviso. Poi divenne tutto buio, ricordo solo di aver sentito un dolore fortissimo al petto, come se mi stesse scoppiando il cuore.
 
Riaprii gli occhi confusa e vidi Alexi che mi stava fissando preoccupato
-Nana!!Stai bene?Cos’è successo??-
-i-io…- cercai di mettermi seduta, ma mi sentivo stanca e lasciai perdere riappoggiando la testa sulla soffice erba. Il ragazzo mi accarezzò i capelli e mi accorsi che si era rimesso la maglia
-sono svenuta?- chiesi con voce colma di terrore. Lui annuì con aria grave
-ti ho baciata e tu sei… come scivolata via e non ti svegliavi-
Sta volta riuscii ad alzarmi -quando sono rimasta incosciente?-
-non so… cinque minuti, credo… ma come stai?-
Mi ricordai improvvisamente della fitta al cuore e mi portai istintivamente le mani al petto –b-bene… credo. Cioè, non sento male da nessuna parte…-
Il ragazzo si chinò su di me e mi abbracciò strettissima -mi hai fatto spaventare!-
Lo strinsi nascondendo la faccia tra la sua spalla e il collo -mi dispiace tanto!- dissi veramente mortificata. Alexi mi diede un bacio a stampo e tirò fuori il cellulare
-chiamo un’ ambulanza- disse. Sgranai gli occhi
-cosa??No!!!no, davvero sto bene!!-
-ma se sei svenuta!!-
-lo so, ma ora sto bene, non ce né bisogno!- dissi spaventata ricordando a me stessa che io odiavo profondamente gli ospedali. Il cantante guardò per un po’ i miei occhi spaventati da cerbiatta in fuga, poi mi accarezzò una guancia con l’indice e mi sorrise dolcemente
-va bene, niente ambulanza… ce la fai a camminare?-
Mi diede una mano ad alzarmi e rimase dietro di me nel caso ci fosse bisogno di prendermi al volo. Con mia grande sorpresa però, non mi sentivo più debole e riuscivo a muovermi tranquillamente come se niente fosse. Mi voltai verso di lui
-è tutto a posto. Scusa…- guardai in basso imbarazzata e lo sentii ridere
-non sapevo che i miei baci fossero così efficaci da farti addirittura svenire!-
Risi e lo presi per mano mentre tornavamo verso la strada –non fare lo spiritoso!!Piuttosto, dobbiamo inventare una scusa per non farci scannare da Janne!-
Alexi scosse la testa -gli diremo che abbiamo fatto l’amore in un campo verde e questo basterà per farlo stare zitto!-
Mi mise un braccio intorno alle spalle e mi strinse mentre ridevamo.



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Non dite nulla. Capitolo pessimo, lo so. é troppo intriso di fluffolosità, è che è un periodo in cui sono feliceeeeeeeeeee!!!!E innamorata...
Ho dedicato tutto il capitolo all'amore quasi platonico tra Nana e Alexi perchè pensavo che fin ora i loro sentimenti non fossero stati descritti abbastanza. Questa, è una cavolata perchè mi sono appena resa conto che, essendo la storia basata su loro due, è OVVIO che il loro rapporto sia già stato ampiamente descritto. Quindi non ho fatto altro che aggiungere un capitolo smieloso in pratica...-.- me stupida.
Però tutto sommato mi piace. Mi piace perchè ho fatto dire a Nana cose che penso veramente e perchè credo che lei si trovi quasi a contatto con una favola meravigliosa dove si può scappare sul ciglio di una strada. Sono pazza, troppo troppo TROPPO.
Ah il fatto che lei sia stata male non c'entra assolutamente nulla con il resto della storia. è sanissima in realtà, sarà stato un calo di zuccheri xD Oppure sono veramente i baci di Alexi a fare quest'effetto?????A voi la decisione di quale sia la risposta migliore...xD
Janne non sarà mai un cattivo genitore, è fin troppo buono e paziente con Alexi :)
Ringrazio sempre tutte quante voi che mi seguite e mi spingete ad andare avanti in questa pazza (e fin troppo lunga) impresa!!
Spero di riuscire ad aggiornare presto!!
 
P.S. nel prossimo capitolo entra in scena un nuovo personaggio, se tutto va come dovrebbe andare!!!
Un bacio a tutti
NoireNeige

Angels don't kill (Children Of Bodom): http://www.youtube.com/watch?v=ElWsq5gsrmY
Sweet Symphony (Moonlight by Yiruma):  http://www.youtube.com/watch?v=qzFWskMSYLg&feature=related

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Capitolo 23
*** Family Reunion ***


Family Reunion
 
 
Mi svegliai di botto. Avevo sognato qualcosa di brutto, che mi faceva paura... ma non riuscivo a ricordare cosa. Mi misi a sedere nel letto e mi ravvivai i capelli (azione abitudinale). Mi avvolsi il lenzuolo intorno al seno e mi guardai attorno: qualche chiazza di luce era stampata per terra, segno che era già passata l'alba ma non era nemmeno tardi. Infatti... Alexi dormiva con un braccio che penzolava fuori dal letto. Sorrisi... era così carino!!!
Mi infilai un vestito color crema con una specie di strascico e andai al finestrino. Scostando un po' la tenda mi resi conto che dovevano essere le sette, più o meno.
Ed eravamo fermi. Il bus era parcheggiato davanti ad una stazione di servizio da quattro soldi, una di quelle con il nome scritto con la luce di un neon mal funzionante che lampeggia e ronza come una mosca carbonizzata.
-dev'essere successo qualcosa...- mormorai.
Cercando di fare meno rumore possibile, uscii dalla stanza e scesi le scale. La porta del bus era aperta e da fuori si sentiva qualcuno che parlava. La prima voce era quella di Jaska, l'altra sembrava quella di una ragazza giovane... eppure non mi era nuova, ero sicura di averla già sentita.
Uscii all'aperto e fui accecata dal sole di prima mattina. Mi coprii gli occhi con una mano e vidi la schiena del batterista dei Children Of Bodom che si muoveva a tempo con le braccia che gesticolavano
-nono!!Sto cercando una ragazza, non un fidanzato!!!- disse la ragazza. Jaska scosse la testa
-oh, peccato... credevo che ti piacessero gli uomini, scusa!-
-ma no, brutto idiota!!!!!Non sono lesbica, sto solo cercando una ragazza... è da giorni che sono in viaggio!-
Scossi la testa. Come al solito Jaska stava combinando uno dei suoi soliti casini. Mi avvicinai lasciando scricchiolare il tacco degli stivali sull'asfalto
-che succede qui?- chiesi sorridendo. La ragazza mi guardò per un attimo: alta circa come me, capelli castani con meches bionde, lunghi e mossi e occhi profondi color verde mare.
Conoscevo bene quella ragazza...
il mio sorriso si spense, sgranai gli occhi e feci un passo indietro. Non potevo credere ai miei occhi...
-Vicktoria??- chiesi alla persona davanti a me, che sembrava del tutto identica a mia sorella minore. Lei, sconvolta tanto quanto me, si morse un labbro
-Nana...- mormorò. Lentamente mi si avvicinò...
qualcosa dentro di me mi disse che era meglio se mi allontanavo immediatamente, eppure la mente o forse il senso di colpa, mi costrinsero a rimanere impalata dov'ero aspettando una qualsiasi punizione.
Infatti, pochi istanti dopo, la ragazza mi tirò uno schiaffo in pieno viso, che mi fece voltare lo sguardo dall'altra parte. Sospirai...
Si, era decisamente mia sorella.
-Ciao Vicky...- mormorai. La ragazza scosse la testa infuriata
-te lo meritavi... e non chiamarmi così-
La guardai, poi annuii frettolosamente -perchè sei venuta qui?- chiesi. Mia sorella strinse gli occhi a due fessure
-perchè non so dove andare. E lo sai di chi è la colpa???-
rimasi in silenzio abbassando lo sguardo
-soltanto tua- sibilò lei.
-lo so...- sussurrai consapevole del fatto che non avrei mai potuto difendermi contro di lei, dopo quello che le avevo fatto -mi dispiace...-
Vicktoria fece una smorfia -e credi che mi importi???Vorrei ricordarti che la tua famiglia si trovava a Torino, disperata e con un urgente bisogno d'aiuto!E tu cos'hai fatto??Te ne sei andata!!Sei andata a fare la gita intorno al mondo con i tuoi amici!!-
-io non...-
-non ti sei nemmeno sforzata di sapere come stavamo io e papà!Hai preferito dimenticarci solo perchè sarebbe stato difficile continuare a vivere in quel modo pietoso!!-
-io... Sara doveva partire con la persona che amava... avevo paura che se qualcosa fosse andato storto, lei avrebbe potuto fare qualche cazzata...-
-oh certo!!Non abbandoni l'amica, ma la famiglia si, vero??Ti rendi conto che mi hai lasciata completamente sola ad occuparmi di una casa e di papà?????Non sono nemmeno maggiorenne!!-
Sospirai. Aveva ragione, non potevo darle torto...
-Vicky, hai bisogno di calmarti...-
-calmarmi????No, non ho affatto bisogno di calmarmi!!Ho solo bisogno di dirti che ti odio ed è stato bruttissimo sapere di avere una sorella ma vivere come se fossi stata da sempre figlia unica!!-
Gli occhi le divennero lucidi. La guardai con il cuore pieno di dolore
-lo so... e fai bene a dirmi queste cose... ma hai fatto tutta questa strada solo per dirmi che mi odi?-
Vicktoria si strofinò gli occhi -si, anche... ma principalmente era per dirti che papà è morto-
Passarono circa 5 secondi prima che io assimilassi davvero la notizia. Chiusi gli occhi e rilassai le spalle improvvisamente. Sapevo che prima o poi quella notizia sarebbe arrivata, ma non pensavo proprio adesso
-c-come?- chiesi
-si era ubriacato, come tutte le sere... poi è uscito con quello che restava della macchina mezza sfasciata... si è schiantato contro un palo ed è morto sul colpo-
Mi scese una lacrima. Ora la mia unica famiglia era Vicky... non potevo lasciarmela portare via dall'odio
-Vicktoria mi dispiace così tanto... non so cosa dire... e ti capisco se vuoi odiarmi, però...-
Lei scosse la testa -ma no... non potrei mai odiarti al punto da lasciarti da sola... e restare sola io. Siamo sorelle, se non ci aiutiamo adesso...-
Annuii emozionata -grazie... mi sento così in colpa...-
-è normale, hai fatto una cazzata... ma in fondo volevi aiutare Sara, no?-
-se ci fossi stata forse papà sarebbe ancora qui...-
-no, invece... si era ammalato da poco... e avrebbe sofferto parecchio. Forse è meglio che sia andata così....-
ci abbracciammo forte -l'unico problema è che ora non so dove andare a vivere... io non posso lavorare, e non riesco a pagarmi l'affitto solo facendo la barista-
-tranquilla, troveremo un modo-
In quel momento uscì dal bus Alexi che mi guardò male -mi tradisci con una ragazza??Andiamo proprio bene...-
Scossi la testa e scoppiai a ridere. Vicky invece gli si avvicinò minacciosa
-ma è possibile che in questo posto non ci sia una persona normale?!?Io non sono lesbica!!!-
Alexi la guardò dall'alto in basso -si, in effetti sei troppo carina per essere “Dell'altra sponda”-
Rimasi scandalizzata e sgranai gli occhi. Mia sorella alzò una mano per schiaffeggiare come si deve anche il mio ragazzo, ma lui le tenne fermo il polso
-non ci provare nemmeno... anche se mi sono appena alzato dal letto, sono sveglio, sai??-
Vicktoria fece una smorfia e si allontanò -Nana, chi diavolo è questo imbecille?-
Arrossii di colpo e mi schiarii la gola -hem... lui è il mio... ragazzo...- abbassai lo sguardo imbarazzata.
Lei mi guardò stupita –questo qui?????-
Annuii andando in contro al ragazzo che ci stava osservando. -Alexi... lei è mia sorella Vicktoria!Vicky... questa sottospecie di uomo è Alexi, il mio ragazzo-
-piacere “Sorella della Nanerottola, che sembra ancora di più una Nanerottola”!!!- disse lui. Continuando a sorridere, gli tirai una gomitata nello stomaco
-non ti conviene farla arrabbiare... lei non è buona come me!- sussurrai.
Vicky ci guardò per un attimo, poi annuì -si, siete decisamente una coppia perfetta...-
Sospirai.
-ok, ragazze... mi spiegate che sta succedendo?- si intromise Jaska che per tutta la durata del discorso era rimasto lì a guardarci. Scrollai le spalle
-lei mi stava cercando... e ci siamo incontrate. Abbiamo fatto una specie di “Riunione di Famiglia”...-
-e ora è tornato tutto come prima!!- finì la frase mia sorella abbracciandomi. La strinsi forte
-Mi sei mancata tanto Piccolina!!- dissi. Alexi batté le mani
-Oh che bello!!Adoro queste scene strappalacrime... Posso chiamarti anche io “Piccolina”????-
Disse sfottendola. Mi voltai verso di lui e gli feci la linguaccia
-PROVACI E TI FACCIO PENTIRE DI ESSERE NATO!!- Urlò Vicktoria. Tentai di tenerla ferma, prima che andasse a pestarsi con Alexi
-okok, hai bisogno di dormire!!- dissi spingendola dentro il bus. Incominciammo a salire le scale, ma il cantante mi fermò prendendomi per mano
-hey, e io dove dormo??-
-sul divano!!!- dissi semplicemente. Lui mise su il muso
-ma io volevo stare con te.........- si lamentò. Vicktoria mi tirò in avanti facendomi mollare la mano del WildChild
-si ma ora lei deve stare con me!!Ci vediamo tra un po'!-
Detto questo mi trascinò dentro l'unica camera del bus e mi lanciò sul letto. Poi chiuse la porta
-Ma ti sei completamente rincoglionita??????- urlò sedendosi di fianco a me. Mi tirai via i capelli dagli occhi
-sai, potrei farti la stessa domanda...- commentai -... ma perchè me lo chiedi?-
Vicky fece una faccia scandalizzata -voglio dire.... ti sei messa con quello???- disse indicando la porta.
Sorrisi -hey, sono innamorata.... cosa vuoi di più?-
-lo so Nana, l'avevi detto anche per William... Ma guarda com'è finita!Insomma... sei sicura di essere felice?-
-felice??O no... molto di più!!-
-okok ho capito... ma, guardalo, è un... metallaro!!Uno di quelli che si ubriacano tutte le sere e che fanno casino!Sei sicura di stare bene??-
Sbuffai e mi strinsi tra le braccia il cuscino di Alexi -ma si, sto benissimo... e poi non è vero che si ubriacano tutte le sere!Solo... una sera si e l'altra no!E poi, sono tutti molto dolci con me...-
-mah... se lo dici tu... spero di trovare un ragazzo abbastanza “dolce”, come dici tu, che mi faccia dimenticare Max...-
-Max???Perchè, non state più insieme??- chiesi preoccupata. Mia sorella stava insieme a Max da una vita... non potevano essersi lasciati!!O.O
Lei sospirò -si invece... abbiamo litigato quando gli ho detto che volevo andare via per cercarti. Secondo lui era una perdita di tempo...-
Addolcii lo sguardo -mi dispiace...-
Lei sorrise -oh, non fa nulla... se davvero questi tizi sono dolci, posso fare in fretta a dimenticare, no?!?!- Mi strizzò l'occhio. Scoppiai a ridere
-ma come facevi a sapere dov'ero?-
-oh, è stato facile... ho cercato su internet le date dei concerti dei Nightwish e sono riuscita a comprare un biglietto per il concerto di Parigi. Non pensavo che ti avrei trovata qui!!!A proposito... Ma che cosa ci fai in mezzo a questi scimmioni????-
La guardai male -Vic, ti conviene smetterla di offenderli perchè, se i miei calcoli sono giusti, resterai su questo bus per un beeeel po'...- mi sfregai le mani con aria assatanata. Vicky scosse la testa
-che intendi??-
-Oh, non ti preoccupare, capirai presto... tornando a parlare di me...-
Le raccontai per filo e per segno tutto quello che avevo passato.
I COB che mi avevano trovata e mi avevano invitata ad un loro concerto, tutte le litigate che ho fatto con Alexi prima che mi raccontasse il suo segreto (che non svelai a Vicktoria perchè gli avevo promesso di non dirlo a nessuno), tutte le sere passate con lui, tutto quello che mi aveva detto, la mia “fuga verso l'Italia” avvenuta solo pochi giorni prima.
-sono dei bravi ragazzi, in fondo... un po' tonti... ma se la cavano!- e questa fu la mia descrizione dei Children Of Bodom... xD
Le raccontai della ragazza di Janne e di Kara, del tizio che aveva quasi provato a violentarmi... di quanto mi piacesse tenere il ghiaccio sulle labbra di Alexi....
Vicktoria mi ascoltò rapita mentre il bus continuava ad andare (più tardi scoprimmo che ci eravamo fermati perchè Roope era stato male). Poi, quando mi erano rimaste solo poche cose da dire, lei saltò su con una domanda
-ma hai visto qualcuno di carino??Insomma, qualcuno che... mi si addice?- chiese sorridendo.
La guardai per un attimo, poi sghignazzai
-si, forse si... ma lo devi conoscere da sola, non ti posso aiutare!Non sono brava a fare cupido...-
-oh, tranquilla sarà un immenso piacere!!- disse lei.
Poi ci addormentammo. Io dormii dalla parte di Alexi e mia sorella si accoccolò lì accanto, mentre le accarezzavo i lunghi capelli.
-mi sei mancata, Vicky...- mormorai prima di addormentarmi.
Qualche ora dopo, sentii che si stava alzando, ma ero troppo stanca per chiederle qualcosa, quindi mi riaddormentai.
La ragazza invece, cercando di non fare troppo baccano, aprii la porta della camera per scendere visto che ormai erano le dieci di mattina passate. Lentamente, iniziò a scendere i minuscoli scalini omicidi anche se non vedeva niente visto che le tende dei finestrini erano tutte tirate e non passava nemmeno un raggio di sole.
-ok, Vicky, con calma... lo sai che non sei un genio dell'equilibrio quindi cerca di non cader....!!!!-
Proprio sugli ultimi gradini, la ragazza inciampò lanciando un grido e non riuscendo a finire la frase di poco prima. Cadde per terra con un tonfo coprendosi la bocca per non dire altro…
-ahia!!- disse alzando la testa. Nonostante tutto, non si era fatta tanto male… -per fortuna sono atterrata su questo comodo cuscino…- disse tentando di rialzarsi appoggiandosi con le mani per terra
-ahio…- disse qualcuno. Vicktoria si guardò in giro, ma non vide nessuno. Scrollò le spalle, pensando di averlo immaginato
-ragazzina, sono sotto di te…- la ragazza guardò in giù, dove Henkka era completamente teso e immobilizzato con lei sopra. Vicky, si spaventò e cacciò un urlò sorpresa
-oddio!!!!!- disse balzando in piedi con tanta energia da sbilanciarsi all’indietro. Ma proprio mentre stava per cadere, Henkka si allungò all’avanti e la prese per la vita tirandola verso di se. La ragazza gli cadde di nuovo addosso e i loro visi si trovarono immediatamente a pochi centimetri di distanza
-hem… s-scusa… s-sono scivolata… di nuovo.- balbettò lei.
Svegliata da tutto quel trambusto, come ormai il resto del bus, mi affacciai dalle scale e osservai sconcertata mia sorella avvinghiata al bassista dei Children Of Bodom. Ci misi un attimo a scendere, prenderla per un braccio e tirarla via
-si può sapere che diavolo stai facendo??????- le urlai. Vicktoria scosse la testa come imbambolata e lasciò che i capelli spettinati andassero un po’ da tutte le parti. Sospirai
-Vicky non puoi appiccicarti al primo ragazzo che capita!!Non sei qui nemmeno da un giorno!!!-
-i-io… stavo solo…-
Henkka mi si avvicinò con calma –lasciala stare, Nana, è stata colpa mi….-
-taci, sottospecie di porco maniaco!Con te faccio i conti dopo, chiaro??- urlai puntandogli un dito accusatore contro il torace e squadrandolo con occhio assassino. Henkka deglutii
-ma mi è caduta addosso… è stata colpa sua…-
Sgranai gli occhi indignata –ah, bravo!!Prima ti prendi la colpa tu per fare bella figura e poi le scarichi tutto addosso perché hai paura che ti picchi?!?!?!Non puoi approfittarti di una ragazzina, soprattutto se è mia sorella, d’accordo?!?-
Henkka annuì spasmodicamente con le mani tremanti. Dalle scale scesero Janne e Roope con due facce da zombie
-ma è possibile che da quando abbiamo deciso di far entrare una donna qui dentro non c’è più pace??Cos’è sto casino???- si lamentò Roope sedendosi sul divano
-AHIA!!!!- Urlò Alexi saltando in aria e cadendo per terra. Rimasi un attimo a guardarlo
-… Alexi!!E tu che ci fai qui??-
Lui mi guardò e si grattò la testa –guarda che sono sempre stato qui… mi avete spedito voi a dormire sul divano, ricordi??-
Aprii la bocca per ribattere ma, notando che aveva ragione, rimasi zitta. Lui invece continuò a parlare
-comunque ha ragione tua sorella… è inciampata e Henkka l’ha presa al volo-
Vicky alzò gli occhi al cielo –bene, direi che questo chiude la questione!!Grazie Alexi per avermi dato ragione!-
Il biondo fece un gesto con la mano e si alzò in piedi lasciando cadere la coperta. Henkka si stravaccò su una sedie con fare da “esausto” (anche se si era appena alzato dal letto!xD). Io mi sedetti di fianco a Roope
-ragazzi ho una proposta da farvi!!- dissi. Gli altri si voltarono verso di me incuriositi –sarò breve: visto che Kara se né andata e mia sorella non sa dove andare… potrebbe restare a lavorare qui?Come tecnico delle luci e quelle cosa là…-
Vicktoria mi guardò con le orbite all’infuori –COOSA???Io???Qui???- chiese. I ragazzi la guardarono, come se volessero farle un “Provino Visivo”.
-per me andrebbe bene…- disse Janne.
-la cosa potrebbe essere interessante…- commentò Henkka. Lo fulminai con uno sguardo
-io ci sto!- disse Roope.
Alexi annuì –non c’è problema, baby!- e mi baciò sulle labbra. Vicky sorrise soddisfatta e mi abbracciò.
Poco dopo ci fermammo in un bar per fare una colazione decente. Appena scendemmo raggiunsi il bassista biondo e lo voltai verso di me
-prova solo a sfiorare mia sorella e ti trituro le pall… hem… le mani!- dissi sadica. Henkka annuì stringendo le palpebre. Una volta che mi fui allontanata, Jaska raggiunse l’amico
-hey… ti conviene stare attento, sta volta Nana non scherza… deve tenerci parecchio a Vicky!-
Henkka sorrise –già!e a me piacciono da morire le sfide…- si sfregò le mani ed entrò nel bar subito dopo Vicktoria. Appena lei prese posto ad un tavolo, lui le si sedette accanto e la fissò
-allora Valeria, che mi racconti??-
-mi chiamo Vicktoria…- disse lei continuando a sfogliare le pagine di una rivista di moda e dando un morso alla sua brioche. Henkka alzò le sopracciglia
-si, giusto, scusa… bè, che mi racconti?-
-nulla…- continuò la ragazza aggiustandosi gli occhiali da sole. Henkka sospirò e ripartì all’attaccò
-sai qual è la prima cosa che guardo in una donna?- chiese. Vicky, colta impreparata, alzò lo sguardo sul ragazzo improvvisamente interessata. Lui sorrise, aveva fatto centro.
-…l’i-pod!!- disse allungando le mani, ovviamente facendole capire che voleva vedere il suo i-pod. Vicktoria scoppiò a ridere e gli diede l’affare nero con appiccicata qualche stellina gialla.
-come sei buffo!!- disse. Poi si guardò attorno -… vado lì, dove c’è Braska, ci vediamo dopo!Tratta bene il mio i-pod!!-
Henkka alzò lo sguardo su di lei confuso – B-Braska…??- chiese. Ma la ragazza era già lontana. Così scrollò le spalle e si mise a sentire la musica. La prima canzone che apparve fu “Poker Face” di Lady GaGa, con sommo disprezzo del bassista.
… è meglio se mi adeguo alla sua musica per fare bella figura!Ma accidenti, con tutta la roba che c’è, proprio la musica truzza mi doveva capitare???Uff… vabbè, meglio iniziare ad ascoltare. Prima finisco e meglio è…”
Ad ogni strofa Henkka faceva una smorfia diversa, piena orrore. Alexi gli si avvicinò incuriosito
-Hey Henkka cosa stai ascoltando??- chiese.
Il ragazzo, ormai disperato allontanò l’i-pod facendolo strisciare sul tavolo
–Poker Face…- disse risentito e intristito.
Alexi alzò le sopracciglia sbalordito –eh no!!Così mi costringi a licenziarti!!-
Henkka lo guardò con occhi languidi –no!!!No, non farlo proprio adesso!!-
-perché???-
Il bassista alzò gli occhi al cielo con un luccichio nello sguardo
–me lo sento… sono sicuro che Valeria è già pazza di me!!!-
 

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Salve a tutti, eccomi tornata con un nuovo capitoletto!!!!
Chissà, visto che l'influenza non ne vuole sapere di andarsene, forse il prossimo capitolo riuscirò a metterlo presto...spero di si!^L^
Beeeeene e così è entrata in scena la sorella di Nana, Vicky!!!Vorrei precisare che non è truzza xD Semplicemente Henkka è stato sfortunato e ha beccato una delle poche canzoni finite nell'i-pod della ragazza giusto per occupare spazio xDxD Ma lui farà questo e altro per conquistarla xDXD
Ci si avvicina sempre di più al grande incontro tra Nana e Sara....ma prima la nostra protagonista dovrà prendere una decisione molto importante!!
Alla prossima!
Ringrazio sempre tutte le ragazze che leggono, commentano e mi spronano ad andare avanti!!Un bacio a tutte voi!!!:)
NoireNeige

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Capitolo 24
*** New Family ***


Ta-taaan!!Eccomi di ritorno dopo anni, secoli, millenni che non riapro EFP. Mi metto in ginocchio per scusarmi come al solito ma purtroppo sta volta non si può dire che sia stata colpa mia!!Mi era entrato un bel virus di quelli pesi nel pc e non riuscivo più in nessun modo ad accedere al mio account qui.....questo mi ha fatto irritare parecchio!!Ma almeno ho avuto un pò di tempo per scrivere cose varie, tra cui anche parecchi capitoli di quessta ficcia :)
Forse lo noterete, il primo pezzo del capitolo è molto allegro, il secondo è un disastro. La colpa è della mia nuova situazione sentimentale da schifo u.u Ma ora che sono più libera metterò anima e corpo per recuperare qui sul sito in tutti i modi!!!!!

Spero vi piaccia il capitolo!Baci ^u^



New Family

 
 
-Sara non posso permetterti di vestirti in quel modo!!- sbraitò Tuomas guardando la ragazza sconcertato. Lei si osservò a sua volta. Indossava il solito corpetto nero con dei nastri rossi, i pantaloni di pelle attillati, gli anfibi…
-ma cosa c’è che non va????è la quarta volta che mi mandi a cambiare vestito, si può sapere cos’hai????- chiese esasperata. Il tastierista le andò vicino e le sistemò una ciocca di capelli
-scusami… è che continuo a pensare che vuoi avere un figlio… da me!!-
-Tuomas ne abbiamo già parlato!Dobbiamo volerlo tutti e due!!-
Lui scosse la testa –lo voglio più di ogni altra cosa, ma… ora che vuoi diventare mamma e soprattutto, ora che abbiamo fatto l’amore e so come sei veramente… non puoi andare in giro vestita in questo modo!!-
-ma perché????- domandò Sara
-bè perché mi sembra che tutti ti guardino e… non va bene per niente!!-
Lei sospirò –ok, preferisci che mi metta i mutandoni della nonna o il costume da Pippo???-
-si, andrebbe molto meglio!!- gridò Tuomas convinto alzando le braccia al cielo. Sara si stampò una mano sulla fronte
-Tuomas io stavo scherzando…- mormorò scuotendo la testa. Il ragazzo la abbracciò
-va bene, vestiti come vuoi…-
Lei sorrise –grazie… e comunque devo dirti una cosa importante… riguarda il bambino-
Il ragazzo la guardò preoccupato –non dirmi che lo vuoi chiamare Jukka perché ti ammazzo!!!Credimi, me ne basta uno….-
Lei rise –ma no, sciocchino!!- gli tirò una pinghella sul naso –è solo che… credo di avere un ritardo- buttò lì come se niente fosse. Tuomas fece il finto tonto e guardò l’orologio
-ritardo??Ma no, siamo in perfetto orario…-
Sara gli tirò una sberla in piena faccia –piantala di fare l’imbecille!!!- sorrise e gli mise le braccia intorno al collo -… vuol dire che potrei essere incinta!!!!-
Il ragazzo sgranò gli occhi – ccooooosa?????-
-sisi!!Devo solo fare il test… o andare da un dottore-
-vado a prenotare!- urlò Tuomas andando verso la porta. Lei lo fermò per un braccio
-nononono NO!!!!!fermo… non adesso, dai… facciamo un’altra volta. Prendo un test!-
-ma i test non sono sicuri!!- disse lui gesticolando. Sara aggrottò le sopracciglia
-e da quando sei così esperto??-
Tuomas arrossì – bhee… hem… quando mi hai detto che volevi un bambino… mi sono informato…-
-oooohhhh come sei stato dolce, amore!!!!- urlò la ragazza gettandogli le braccia al collo. Si baciarono.
In quel momento entrò Marco –hey ragazzi abbiamo un ritardo mostruoso!!- disse. I due ragazzi si voltarono e sorrisero
-si, lo sappiamo!!- dissero in coro. Marco li guardò senza capire, poi si avviarono insieme verso l’uscita dell’hotel.
 
Finirono il concerto in grande stile come al solito. Poi andarono ad ubriacarsi tutti insieme in un pub per festeggiare. Tutti tranne Sara e Emppu…
-ma perché no?????- sbraitò la ragazza verso il tastierista cercando di prendergli le chiavi dell’auto, ovviamente con scarsissimi risultati.
-ma sei impazzita???Non puoi bere adesso!!!Assolutamente NO, non si discute!!- disse serio lui. Sara si accasciò su una sedia arrendendosi
-sei ingiusto...- si lamentò. Tuomas le prese il viso tra le mani e la guardò facendo gli occhi da orsacchiotto
-scusa... lo faccio per cause di forza maggiore-
Emppu intanto uscì dal bagno pallido come un lenzuolo lavato a 160° in lavatrice, con un rotolo di cartaigenica in mano. Marco si voltò verso di lui con un sorriso da beota
-oh sei risorto!!- disse rivolto al chitarrista. Il biondo lo guardò con odio assassino e il fumo che gli usciva dalle orecchie. Jukka, che stava giocando con Luca a costruire il Puzzle della “Carica Dei 101” (versione finlandese!), alzò la testa verso i due amici
-Emppu, ma dov'eri sparito??Alla fine del concerto ti sei volatilizzato!!E cos'è quella faccia?- chiese aggrottando le sopracciglia. Marco scoppiò a ridere
-nulla nulla... gli è solo venuto un attacco di cagaglia improvviso!Per fortuna che hai aspettato la fine del concerto...- sghignazzò il bassista.
Tuomas, che stava facendo trecentomila raccomandazioni a Sara, guardò gli altri sconvolto
-ok andiamo, non voglio sapere altri dettagli dell'intestino di Emppu!!!- si alzò, prese gli altri due per una manica e li trascinò fuori.
La stanza calò in un silenzio piuttosto imbarazzante.
La serata dei due “invalidi” trascorse in modo piuttosto pietoso. Dopo aver messo a dormire Luca, i ragazzi si stravaccarono sul letto e iniziarono a giocare a Monopoli (sempre versione finlandese!) perchè in hotel la playstation non funzionava.
Dopo la decima partita  la ragazza si mise a sedere sulla coperta color salmone e Emppu la guardò stupito
-mi sono rotta le palle!!-
-ma no!!Non possiamo smettere proprio ora che stavo vincendo!!-
-ma non hai vinto nemmeno una partita!!!!!- si lamentò lei.
Il ragazzo sospirò -si è vero... non sono in gran forma. Tutta colpa dei funghi scaduti che ho mangiato prima del concerto....-
Sara aggrottò le sopracciglia -f-funghi??Tu prima di uno show mangi... dei funghi???-
Emppu annuì -si, mi rilassano (O.O)... solo che ora mi sembra di essere incinto...-
Sara sussultò -i-incinto???- chiese. Il chitarrista, guardando la sua faccia sgranò gli occhi
-nono era un modo di dire, eh!!!!- urlò gesticolando da tutte le parti -non fraintendermi Sara!!!-
La cantante scoppiò a ridere -va bene, è tutto a posto!!Comunque... ti va di aiutarmi a fare una cosa??Una cosa... che forse a Tuomas non andrebbe molto a genio???- lo supplicò. Emppu la guardò, poi sorrise divertito
-se si tratta di infrangere le regole, ci sto di sicuro!!-
Sara sorrise -bene!!Aspettami qui, vado a comprare una cosa e torno- si infilò le scarpe di fretta e uscì.
 
Circa un quarto d'ora dopo la ragazza tornò, chiuse la porta e sospirò agitata. Emppu, quasi addormentato, si tirò su di scatto -allora???l'hai preso???di che si tratta???- chiese saltellando. Sara lo guardò
-tu devi stare qui... e aspettare. E devi essere agitato-
Il ragazzo rimase un attimo interdetto -agitato??-
-si!!Io vado in bagno, tu resta qui!-
-certo, dove vuoi che vada??- disse sarcastico
Sara entrò in bagno e tirò fuori la scatoletta con le mani tremanti. Poi incominciò a leggere le istruzioni con attenzione.
Emppu intanto si guardava attorno. Non sapendo cosa fare iniziò a contare le mattonelle del soffitto...
I minuti passavano ma non succedeva niente e le mattonelle aumentavano sempre di più. Quando il ragazzo fu arrivato a 354 mattonelle rosse, guardò verso la porta del bagno
-hem...Sara sei viva??-
-STAI ZITTO!!!- urlò la ragazza con voce isterica. Il biondo scrollò le spalle e continuò a contare afflitto.
Dopo un bel po', la ragazza uscì lentamente chiudendosi la porta alle spalle con in mano una specie di termometro bianco (secondo il parere di Emppu)
-finalmente!!!Credevo che ti fosse venuta la cagaglia anche a te!!- disse lui sedendosi a gambe incrociate.
Lei annuì -nono sto bene. Solo che adesso arriva la parte difficile...-
Emppu si strofinò le mani -perfetto!!Io cosa devo fare????????- domandò impaziente. Lei si sedette sul letto
-bhe... tu dovresti.... essere la mia migliore amica, per il momento...-
-...............................cosa?- chiese lui, sicuro di non aver sentito bene.
-si, insomma... questo- e alzò il coso bianco che aveva in mano -è un test di gravidanza-
-hai fatto un test di gravidanza???????????- chiese Emppu sconcertato -ma è una cosa inutile!!!!!!- disse
Sara scosse la testa -no, non la è... ma tu questo non puoi capirlo quindi stai zitto e ascoltami!!!- urlò. Il ragazzo si fece piccolo piccolo e la guardò
-allora...- continuò lei, passando dallo stato incazzato a quello supplichevole -ti prego Emppu, fallo per me!!Io non ho il coraggio di guardare il risultato e Nana non c'è... e ho paura senza di lei!Sono cose da donne, cerca di improvvisare un po'!!-
lui si morse un labbro -....mi stai chiedendo di fare la parte...di una ragazza?-
Sara annuì con aria grave.
Emppu sospirò e allungò la mano -d'accordo, non c'è problema!!!dammi quel coso, Saretta!!-
Si prese da solo il test strappandolo dalle mani della ragazza e iniziò ad esaminarlo con aria da professionista
-due tacche incinta, una tacca no....  due tacche incinta, una tacca no...  due tacche incinta, una tacca no... due...-
-HO CAPITO, MA SE NON TACI NON CI CAPISCO NIENTE!!!!- Urlò il ragazzo.
Sara si fece scrocchiare le mani -CERCA DI FARE IN FRETTA ALLORA!!!!!!NON VEDI CHE MI STO CAGANDO SOTTO??????-
-E ALLORA VAI IN BAGNO!!!!E COMUNQUE QUI LE TACCHETTE SONO DUE, CONTENTA?!?!?-
-BENE E ALLORA IO........DUE??????????????????- disse riprendendosi la barretta bianca e sgranando gli occhi.
-si, sono due...- ripetè Emppu. Sara lo guardò
-oddio, sono incinta....-
-bene!!E io ora cosa devo fare?- chiese lui.
La ragazza iniziò a gesticolare indecisa -non so, comportati da migliore amica... dimmi: “oh che bello, lo vuoi tenere?” o “chissà come sarà felice tua mamma!!” e fai degli urli effeminai tipo Gossip....-
-ok....- disse il chitarrista poco convinto. Poi si alzò e incominciò a correre per tutte la stanza (con voce effeminata) -Sara non sei contenta????Ci sono due tacchette, che bello!!Hahahah hehehe hihihi!!!!Non posso crederci, la mia migliore amica aspetta un bambin......-
Si fermò di colpo con le braccia in avanti e i capelli davanti agli occhi
-aspetta un momento.... TU ASPETTI UN BAMBINO???????????????????????????- urlò sconcertato. Sara indietreggiò
-si... credevo che l'avessi capito....-
-oh mio Dio... cioè, tu... tu sei incinta...vuol dire che Tuomas sarà padre e io sarò zio e Marco impazzirà e Jukka festeggerà perchè non ha più tra i coglioni quell'idiota e arriveranno i vostri parenti e… e...e...CAZZO!-
si sedette di fianco alla ragazza con il fiato corto
-no Emppu, calma!!!Tuomas non lo deve sapere, ok?????-
-perchè??-
-perchè...gli avevo detto che saremmo andati da un dottore, ma non ho resistito e ho fatto il test. Emppu, guardami...- disse voltandolo verso di lei, serissima -Tuomas non lo deve sapere in nessun modo.-
-sisi va bene ho capito...-
-No. Giura sulla tua chitarra che non glielo dirai-
Il ragazzo esitò un attimo ma poi si arrese sotto la forza degli occhi penetranti della cantante -lo giuro... contenta?-
Sara annuì -grazie-
 
Passarono parecchi giorni da quella notte. Sara era sicura di essere incinta, si sentiva una forma di vita crescerle dentro, e sapeva che aveva il dovere di proteggerla. Ma ogni volta che chiedeva a Tuomas di andare da un dottore, lui rispondeva a malincuore che non avevano tempo. Secondo lei, il ragazzo aveva paura di scoprire se presto avrebbe avuto un figlio o no. Certo, era un comportamento normale vista la giovane età dei due innamorati, ma ormai il bimbo aveva preso un piccolo posto nella vita di Sara... e anche nel cuore di Emppu ovviamente!
-se è femmina la devi chiamare Carmelinda... era il nome della mia bisnonna!- le disse una sera tutto entusiasta prima di un concerto. Sara scoppiò a ridere e si strinse il ventre ormai diventato, oltre che il suo segreto più grande, anche un grande portafortuna.
Quella sera dovevano fare un importante concerto nelle vicinanze di Parigi. La ragazza era molto agitata, sia perchè presto avrebbe potuto rivedere Nana, sia perche si sentiva un forte mal di pancia.
-sarà il bambino...- si disse. Eppure, più la notte andava avanti, più il dolore aumentava.
Per lei era troppo importante quel concerto, perciò non disse niente a nessuno e decise di andare in scena lo stesso. Le prime canzoni andarono bene, riuscì a distrarsi e a cantare come sempre.
Ma appena prima della quinta canzone, Emppu si accorse che c'era qualcosa che non andava. Le si avvicinò e le tirò su il mento
-sei sicura di stare bene?non hai una bella cera....-
Sara lo guardò con un misto di paura e apprensione -no, non sto per niente bene...-
Emppu sgranò gli occhi e appoggiò la chitarra per terra -Oddio!!Deve nascere il Pupetto???-
La ragazza alzò gli occhi al cielo -Ma no, idiota!!Non sono nemmeno al primo mese!!-
lui sospirò rincuorato -fiiiiuuuu per fortuna. Scusa, è l'agitazione del momento... ma perchè stai male?-
Sara non fece in tempo a rispondere. Improvvisamente incominciò a girarle la testa vertiginosamente e il dolore incominciò a pulsarle come un martello anche in testa
-Sara!!!!- gridò il chitarrista prendendola al volo. Subito dopo lei svenne. Il ragazzo sgranò gli occhi, non sapendo cosa fare -TUOMAS!!!!- chiamò. Il tastierista arrivò immediatamente
-cosa succede??- chiese preoccupato
-non lo so, sta male!- disse il biondo. Tuomas prese in braccio la ragazza cercando di mantenere la calma. Quasi subito dopo arrivarono anche gli altri componenti.
-Marco chiama un'ambulanza, Jukka... vai a dire di sospendere il concerto- i due annuirono e corsero in direzioni opposte. Poi il ragazzo appoggiò a terra Sara tenendole la testa tra le mani
-tranquilla Sara, adesso ti portiamo in ospedale...- sussurrò. Emppu gli si avvicinò lentamente
-Tuomas, guarda che lei è...-
-Emppu non è il momento!- disse il tastierista senza prestargli una minima attenzione. Il ragazzo scosse la testa
-si, ma lei è...-
-Emppu taci!!!- gridò il ragazzo proprio quando arrivò l'ambulanza.
Il chitarrista, atterrito, rimase a osservare i medici che prendevano la ragazza e la portavano sul pulmino. Poi salì anche lui e chiuse la portiera.
 
Una luce. Una luce bianca e calda la circondava del tutto. Non voleva svegliarsi eppure sapeva che era indispensabile... qualcuno a cui teneva molto la stava aspettando. Ma chi?
Chi era quell'angelo che la proteggeva sempre?
-Sara??- chiese una voce.
Si, era la sua voce...
-Sara svegliati per favore...- disse ancora l'angelo.
Quanto avrebbe voluto ricordarsi il nome....
Dei passi. Qualcuno voleva portarle via l'angelo... non poteva permetterlo, doveva assolutamente ricordarsi il nome.
-vieni Tuomas, potrai provare più tardi a svegliarla... è sotto sedativi devi avere un po' di pazienza-
Ma certo, Tuomas!
-Tuo... mas...- mormorò.
Nello stesso istante in cui parlò, Sara aprì gli occhi.
All'iniziò vide solo una luce accecante, poi i contorni divennero più nitidi rivelando la figura di una ragazzo alto dai lunghi capelli scuri e gli occhi verdi
-ti sei svegliata!!!- le disse abbracciandola. L'infermiera che era appena entrata, uscì silenziosamente per avvisare il medico del risveglio della ragazza
-che bello!!Mi hai fatto preoccupare, sai?-
-mi dispiace...- disse lei sinceramente triste per quello che era successo.
Istintivamente si strinse il ventre. Tuomas se ne accorse e abbassò o sguardo
-mi spiace di non averti detto del bambino....-
lui sorrise tristemente -non importa... l'importante è che tu stia bene-
-io si... e il mio bambino?- chiese preoccupata. Tuomas la guardò, poi le accarezzò i capelli
-S-Sara...-
-Cos'è successo al mio bambino???- domandò lei alzando la voce. Il ragazzo sospirò
-mi dispiace tanto... tu... ti sei agitata in questi giorni, abbiamo fatto tanti concerti e... il bambino... non ha retto e... mi dispiace tanto...-
Il viso della ragazza si ricoprì di lacrime e gli occhi le divennero rossi e gonfi
-non è giusto- disse disperata. Tuomas la abbracciò
-lo so...-
Mentre lei continuava a piangere e singhiozzare, un medico chiese al ragazzo di uscire un attimo per parlare. Il dottore socchiuse la porta, ma non si accorse che in quel modo Sara poteva sentire tutto quello che dicevano.
Quando il tastierista tornò, lei aveva smesso di piangere. Non ci riusciva più.
-non potrò mai avere bambini vero?-
Tuomas la abbracciò di nuovo -non sai cosa darei per poter tornare indietro...-
Quella frase la fece commuovere. Ma sapeva che non era quello il momento giusto per lasciare spazio alle emozioni di quel tipo. Esisteva una persona che aveva più bisogno di lei...
Si allontanò dal ragazzo, si asciugò le ultime lacrime e lo guardò in viso cercando di essere forte
-quando ero bambina pensavo che la “Famiglia” fosse tutta una finzione. Pensavo che in realtà l'amore tra genitori e figli non esistesse e fosse solo una bugia assurda...-
-Sara, io...-
-no, lasciami finire. Credevo di avere qualcosa di sbagliato, per cui i miei genitori non riuscivano ad amarmi. In verità a loro non interessava niente di me... ero stata l'errore di una notte. Poi però incontrai Nana... e lei divenne la mia famiglia. Era tutto quello che avevo e mi bastava. Poi siete arrivati voi e la mia piccola famiglia si è allargata. Più andavo avanti e più capivo che in realtà c'era qualcuno che mi amava davvero. Ne sono stata immensamente felice -
Sara sorrise. Un sorriso triste, ma pur sempre un sorriso.
-ora... vorrei dare questa possibilità ad un'altra persona che, come me, ha bisogno dell'amore di una famiglia. Mi faresti questo favore, Tuomas?-
Senza nemmeno pensarci lui annuì -tutto quello che vuoi-
Sara prese un bel respiro e strinse la mano del ragazzo -voglio adottare Luca come nostro figlio-
Il tastierista rimase un attimo scioccato, ma si riprese subito. In realtà anche lui aveva pensato la stessa cosa, per questo esitava a portare Sara da un dottore. Lui voleva Luca come figlio... e ancora una volta Sara lo aveva capito.
-certo- disse con gli occhi lucidi.
Sara non seppe cosa dire, sorrise e basta. Anche se aveva perso la possibilità di dare a Tuomas un figlio con il suo stesso sangue, si sentiva felice. Era riuscita a dare una famiglia ad una persona, la famiglia che lei non aveva mai avuto.
E finalmente, nel suo piccolo mondo... era riuscita ad avere qualcuno da amare veramente.

 
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Così si conclude la parte di storia dedicata a Sara e Tuomas....manca davvero pochissimo al fatidico incontro!!
Cercherò di aggiornare presto!!!
NoireNeige
 

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Capitolo 25
*** Unexpected Proposal ***


Unexpected Proposal
 
 
Passarono i giorni e, proprio come era successo con me, tutti si affezionarono a Vicky.
-hey piccoletta, mi porti un caffè??- chiese Roope.
Mia sorella si voltò verso di lui con un sopracciglio alzato -come scusa??-
-caffè... hai presente quella bevanda color merd...-
-lo so che cos'è un caffè!!!- si arrabbiò lei -ma te lo vai a prendere da solo!!-
Roope aggrottò le sopracciglia -credevo che lavorassi per noi...-
-si ma non portò caffè, va bene??- detto questo Vicktoria girò i tacchi e se ne andò uscendo dal palazzetto. Entrata nel bus si sedette di fianco a Henkka, impegnato a giocare un partita di wrestling con la playstation.
-i tuoi amici sono pazzi...-
-perchè?- chiese lui schiacciando PAUSE.
-Roosvelt mi ha chiesto di portargli un caffè!!Un caffè, ma ti rendi conto?!?!Come se fossi una sguattera!!-
Henkka rimase perplesso -chi????-
-Roosvelt!!!- si lamentò lei accasciandosi sul divano. Henkka trattenne una risata e si schiarì la gola
-Vicky... guarda che non si chiama Roosvelt... e già che ci siamo, Jaskanon si chiama Braska-
I due si guardarono, poi lei fece un gesto con la mano -chissene frega... l'importante è che capiscano che io non porto caffè come una cameriera!!-
Il bassista sorrise osservandola -sei strana, sai?Forse anche più di tua sorella... mi piaci!!-
Vicktoria lo guardò sconcertata con la bocca mezza aperta. Henkka scosse la testa
-nono, non fraintendere... mi piaci come ragazza!!!-
-.... guarda che è la stessa cosa...-
Henkka arrossì -ah... ma non intendevo dire che ci voglio provare con te... mi piaci come amica!!-
La ragazza sorrise -aaaahhh ora capisco!!Bhe, anche tu non sei male!-
in quell'istante io, ancora in canottiera e pantaloncini grigi, e Alexi scendemmo dagli scalini.
-alla buon ora!!Pensavamo che vi foste ammazzati, lassù!!- disse Henkka
-vi pare questa l'ora di svegliarvi???- continuò Vicky, divertita. Li guardai tirandomi indietro i capelli spettinati e sbadigliai. Alexi mi strinse la vita
-guarda che eravamo svegli....-
sorrisi -si, anche troppo...- e lo baciai infilando una mano nella massa dei suoi capelli, non meno in disordine dei miei. Sentii Henkka che si muoveva sul divano
-oh ragazzi, che schifo!!!- disse alzandosi e usando Vicktoria come scudo protettivo. Non ci badai e continuai a sbaciucchiarmi con Alexi.
Henkka deglutii -Vicky, da oggi in poi ti nomino ufficialmente la mia Migliore Amica!-
Lei si voltò incuriosita -perchè?-
-perchè i migliori amici sono sempre disposti a sacrificarsi per gli altri!!Quindi ora tu ti sacrificherai per me e dirai a tua sorella  di smettere di fare quello che sta facendo!!-
-cooosa???Ma non puoi farlo da solo???-
il ragazzo rabbrividì -non ci penso nemmeno!!Potrei essere attaccato da una rara forma di patologia scoperta poco tempo fa da me!!-
-ovvero?- chiese la ragazza senza trattenere le risate
-si chiama “Romanticismo Di Un Metallaro Incazzuto Di Prima Mattina”... è letale!!-
Vicktoria scoppiò a ridere -e poi sarei io quella strana?????-
Henkka arrossì di colpo -bhe... mi sa che ci assomigliamo un po'...- sorrise mentre la ragazza ricambiava.
Finalmente mi staccai dalle labbra del ragazzo e guardai mia sorella
-hey Vicky... ti va se oggi usciamo?-
Lei si girò -si, non ho impegni...-
-si che ce li hai!!!- si intromise Henkka. Lo guardammo tutti stupiti, compresa Vicky. Il bassista sorrise
-ma come, non ti ricordi??-
La ragazza scosse la testa -bhe, veramente...-
-io e te dobbiamo andare al Luna Park!!!!-
Rimanemmo in silenzio e in un attimo compresi che il bassista stava cercando di chiedere un appuntamento a mia sorella. Sorrisi -aah, capisco... vabbè sarà per un'altra volta!-
Vicktoria scosse la testa -ma, veramente io...-
-nono, non si può dire di no ad un ragazzo, sorellina!!- la spinsi verso Henkka e gli feci l'occhiolino -divertiti!!-
-ma... e tu??- mi chiese lei preoccupata. Tornai da Alexi stringendogli le braccia attorno al collo
-tranquilla... saprò come divertirmi...- e gli diedi un altro bacio.
Henkka prese per mano Vicky e la portò fuori di fretta
-presto, prima che scoppi un' epidemia di RDUMIDPM!!!!!-
-una cheee???-
-l'epidemia di “Romanticismo Di Un Metallaro Incazzuto Di Prima Mattina”!!-
 
-uuuuhhh guarda che bello!- disse Vicky appena scesa dalle montagne russe, dirigendosi verso un bancone colorato. Henkka sgranò gli occhi e la seguì barcollante
-a-aspetta Vicky... credo che fra cinque minuti vomiterò...-
La ragazza si voltò verso di lui e gli diede uno spintone -su su, non fare il pappamolle!!Piuttosto... voglio un peluche!!!-
Il bassista guardò la bancarella con aria da professionista -interessante... vado a prendertelo!!-
Dopo aver pagato il biglietto, prese un fucile e iniziò a sparare verso le bottiglie di vetro. Ma non fu per niente facile...
Primo tiro:
-mancato!!- disse Vicky.
Secondo tiro:
-mmmh... hai quasi centrato l'omino dei biglietti...-
Terzo tiro:
-cilecca!-
Quarto tiro:
-non hai caricato il fucile...-
Quinto tiro:
-sei davvero imbranato!!!- Urlò la ragazza strappandogli “l'arma” di mano.
-scusa... ma tu non taci un secondo!!-
-sese, tutte scuse... ora ti faccio vedere io!!-
Vicktoria prese la mira e, tiro dopo tiro, riuscì a centrare in pieno tutti i bersagli vincendo un anatroccolo giallo dagli occhioni grandi. Mentre andavano verso l'uscita iniziò a spupazzarselo tra le braccia.
-grazie Henkka per avermi fatto questo bel regalo!!- lo sfotté lei, alludendo al fatto che non aveva preso nemmeno una bottiglia.
-ah-ah, molto spiritosa... e comunque sono sicuro che se mi avessi lasciato provare di più avrei vinto un peluche molto più bello di quel coso spelacchiato!!!-
Vicky fece la faccia offesa -come l'hai chiamato scusa??????guarda che Heky è bellissimo!!-
-chi???-
-Heky!!è la papera...- gli disse sventolandogli il peluche davanti
-okok ho capito!!!ma che razza di nome è Heky???-
La ragazza si fermò davanti alla macchina (fregata ai tecnici del palazzetto per arrivare fino al Luna Park)
-se proprio vuoi saperlo... è l'insieme di Henkka e Vicky...- disse arrossendo.
Lui la guardò per un attimo, poi sorrise-scusa... non ci avevo pensato-
Salirono in macchina con un silenzio leggermente imbarazzante, ma non partirono subito. Rimasero seduti a guardare fuori dal parabrezza senza dire nulla. Dopo qualche minuto Vicky si voltò lentamente verso il ragazzo
-Henkka... tu sei mio amico?-
Lui sorrise -bhe... dopo aver fatto quella figuraccia con i fucili, mi sa proprio di si!Di solito non mi piace fare brutta figura davanti agli sconosciuti-
Vicktoria sospirò -oh bene... sai, ho proprio bisogno di un amico ora che il mio ragazzo mi ha lasciata-
Henkka sussultò -... mi dispiace-
Lei fece un gesto con la mano -mmh, non importa... lui non voleva che andassi a cercare mia sorella e io mi sono arrabbiata. E poi stavamo insieme da così tanto tempo...-
-scusa se ti faccio una domanda del genere... ma perchè non ti sfoghi con Nana, invece che stare qui con un imbranato come me??-
Vicky rise -prima di tutto perchè lei in questo momento ha ben altro a cui pensare... ovvero raffreddare i bollori con Alexi... e secondo...- I due ragazzi si guardarono per un lungo istante, ancora con il sorriso sulle labbra -secondo... tu non sei poi così tanto imbranato!-
Disse lei aggiustandosi una ciocca di capelli. Poi, anche se un po' imbarazzata, si avvicinò a Henkka e gli diede un leggero bacio su una guancia. Il ragazzo rimase stupito e un po' scosso, guardandola.
Lei si schiarì la gola abbassando lo sguardo -e mi hai regalato un peluche fantastico... d'ora in poi sarà il mio preferito!Grazie!!-
Henkka si grattò la testa -bhe non te l'ho proprio regalato io...-
-oh, non importa... agli altri non dobbiamo per forza raccontare la vera versione dei fatti, no??-
I due ragazzi scoppiarono a ridere, poi partirono verso l'autostrada
-dai, ti porto a prendere un gelato per festeggiare la nostra nuova grande amicizia!!-
-si... però festeggiamo anche Heky, eh!!!!- aggiunse Vicky appoggiando la papera sul paraurti.
 
Durante il concerto di quella sera, io e mia sorella restammo dietro le quinte a parlare.
-... e poi Henkka è sceso e si sentiva male, ma io volevo un peluche e qundi lui ha provato a prenderlo. Devi vederlo con un fucile in mano, è proprio negato!!Alla fine me lo sono presa da sola ma mi ha fatto piacere che ci avesse provato per me!Quel pupazzo è davvero un amore, l'ho chiamato Heky e piace molto anche a Henkka. Sono davvero felice di essere uscita con lui, ho trovato un amico e gli voglio già tanto bene!!!-
Mi raccontò Vicky tutto d'un fiato. Sorrisi
-ok ora riprendi fiato... Mi fa piacere che tu ti sia divertita con lui!Ma sei sicura... che sia solo un amico?guarda che l'amore ci mette mooolto poco ad arrivare, a volte...-
Vicky mi guardò per qualche secondo -sorellina, lo so che sei agitata perchè non fai altro che andare a letto con Alexi, ma non dovresti vedere tutto il mondo in rosa, sai?Potresti diventare dipendente da queste cose...-
Mentre parlava ero diventata completamente bordeaux -m-ma... m-ma... potresti cercare di non essere così esplicita quando parli???Non c'era bisogno di dire quella certa cosa!!!e comunque dicevo sul serio, io!!-
Vicktoria annuì -anche io... ma d'altronde lo so bene che sei testarda... -
-Vicky sei sicura che non ti piaccia Henkka??-
Lei annuì -è mio amico!Anzi... il migliore che io abbia mai avuto per ora!Non voglio rovinare questo rapporto... si, sono sicura che sia solo un amico, puoi giurarci!!-
Rimasi zitta. Eppure a me sembravano una così bella coppia... era ovvio che Henkka fosse cotto di lei, ma non volevo che andasse a finire come con Tuomas e Sara (N.B. È ancora convinta che appena lo vedrà, dovrà picchiare a sangue Tuomas perchè pensa che stia facendo soffrire la sua migliore amica!NdN)
O peggio...
Anche io all'inizio pensavo che William fosse solo un amico. Poi è diventato il mio peggior incubo.
 
-sveglia ragazze!!!- urlò Janne fuori dalla porta. Mi alzai assonnata e aprii la porta.
-ma si può sapere che cazzo vuoi a quest'ora??- mi lamentai sfregandomi un occhio. Il ragazzo mi osservò per cinque minuti imbambolato, poi scosse  la testa cercando di posare lo sguardo altrove
-mi dispiace tanto destarvi dal vostro dolce sonno, amabili fanciulle...-
passò di lì Jaska che ci guardò allibito -insomma, per farla breve... siamo al God's Of Metal. Perciò scantatevi e venite giù!- urlò prima di uscire dal bus. Rimasi immobile cercando di assimilare la notizia, poi mi richiusi la porta alle spalle
-PICCOLINA SVEGLIATIIIIII!!!ANDIAMO AL GOD'S OF METAAAAAAAL!!!!!-
-IN REALTà CI SIAMO Già...- Urlò Janne da fuori. Lo ignorai mentre Vicky si alzava a fatica dal letto con il cuscino in mano
-ma cos'è 'sto casino?- mugugnò sbadigliando
-sbrigati!!Mettiti qualcosa di decente e andiamo!!-
-ma perchè??Dormivo così bene... stavo sognando che Braska...-
-CONOSCERò OZZY OSBOURNE!!!- urlai scendendo le scale e lasciando da sola mia sorella.
Appena vidi Alexi gli saltai addosso -Pallemosceeeee!!!!Che bello, che bello, che bello!!!!!!-
Il ragazzo mi allontanò e mi guardò in faccia -stai bene Nanerottola?Sembri un'esaltata...-
-ma io sono esaltata!!!!- e lo baciai. Lui scoppiò a ridere.
-va bene va bene, calmati!!-
-mi fai conoscere Ozzy???e Frate Metallo??E Angela Gossow??e...-
-...sei bellissima.-
-.......cosa?-
Lui sorrise -sei bellissima. Intendo... vestita così-
Mi guardai. Avevo soltanto un vestito bianco...
-hem... ora sei tu che mi preoccupi. Sei sicuro di non avere la febbre?-
-si, perchè?- mi chiese ridendo e accarezzandomi una guancia
-Alexi tu odi il bianco...-
Fermò la mano di colpo -è vero... ma a te sta bene!-
Addolcii lo sguardo -grazie...- mi prese per mano
-vieni ti porto in un posto-
-dove????Mi fai conoscere Ozzy???-
-sisi, ma quello dopo...-
Entrammo in un bar, Alexi mi fece sedere su un tavolo di legno, si inginocchiò davanti a me e appoggiò le braccia sulle mi gambe. Lo guardai confusa
-cosa... dobbiamo fare qui?- chiesi lasciando andare avanti e indietro gli anfibi neri che non riuscivano a toccare terra. Mi guardai attorno: c'era parecchia gente, tutti metallari compreso il barista, che ci guardavano con aria mista tra lo scazzato e l'incuriosito. I più strani erano un gruppo di tizi tra cui uno grosso il quintuplo di me e alto praticamente 3 metri, un altro che sembrava uno scheletro vivente e che avrebbe potuto avere un forte legame di parentela con Jack Skeleton, uno che probabilmente mi arrivava all'ombelico e avrebbe potuto essere scambiato per una botte di vino notando l'aria tondeggiante e il naso rosso, altre persone che non si capiva se erano metallari o se provenivano direttamente da un negozio di ferramenta da tante borchie che avevano addosso, Frate Metallo, la sua band...
Frate Metallo?????
-hem... A-Alexi?-
Lui scosse la testa -senti, lo so che ti sembrerà una cazzata e ti giuro che non ho mai fatto un stronzata come questa in tutta la mia vita.... ma ti amo!-
-lo so!!!!- dissi io alzando gli occhi al cielo.
-ecco, bene... quindi ti andrebbe di... cioè insomma... Non è che ti andrebbe di sposarmi, per caso?-
 

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Per la prima volta non ho niente da dire xDxD
Spero vi sia piaciuto il capitolo.....Nana accetterà la proposta del caro Pallemosce?!?!?!?!? xD Non ve lo dico u.u
Grazie a chi leggerà e recensirà, un bacione. A prestissimo, spero!
NoireNeige

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Capitolo 26
*** Happiness ***


Happiness
 
 
{Sara... fin da quando eravamo bambine siamo sempre state amiche.
Tu eri la mia famiglia e io la tua... non avevamo bisogno d'altro.
Ma anche le persone più legate ad un certo punto si devono lasciare.
A noi è capitato per sbaglio...
un piccolo errore ci è costata la separazione per due mesi e anche più.
Mi manchi tanto, sai?
Ho passato tante di quelle emozioni...
sentimenti che mi ero promessa di non provare mai più.
Eppure, proprio come dicevi tu,
quando credevo di aver dimenticato il passato, è tornato tutto a galla.
Anche se manca poco al nostro incontro Sara,
non sai quanto vorrei che tu fossi qui ora...
Proprio adesso,
che ho finalmente capito cos'è la felicità.}
 
 
 
-allora mi vuoi sposare?- chiese di nuovo Alexi guardandomi in faccia.
Non posso crederci. Mi sta chiedendo davvero di sposarlo?Essere sposati significa... rimanere insieme, essere legati per l'eternità... io... io....
-hem...- dissi completamente rossa in viso  guardandomi attorno. Ci stavano guardando tutti in silenzio. Alexi si grattò la testa
-lo so che come proposta è un po' scarsa perchè siamo in un covo di Metallari Incazzati e io non sono bravo a fare queste cose... anzi credo anche di essermi inginocchiato su una cicca...-
scoppiai a ridere, poi sorrisi
-si- dissi. Lui mi guardò per qualche minuto
-mi hai detto si perchè sai che la mia proposta fa schifo o perchè...-
scossi la testa e lo baciai -perchè ti amo. E voglio sposarti... anche adesso-
Ci fu un boato gigantesco (perchè i metallari sanno essere anche sentimentalisti a volte!xD). Alexi mi prese in braccio e mi fece scendere dal tavolo
Janne ci venne incontro -hey ragazzi!!!!-
Mi voltai -e tu da quanto sei qui????-
-abbastanza da sapere che adesso si fa casino!A quando le nozze??- mi sgomitò il tastierista facendomi l'occhiolino.
-adesso, no?- disse una voce alle nostre spalle. Io, Alexi e Janne ci voltammo contemporaneamente trovandoci davanti un vecchiettino con la barba bianca e una tunica marrone con in mano una birra mezza vuota. Il vecchio sorrise. Io guardai Alexi confusa, mentre lui sorrideva
-saresti davvero disposto a sposarci???- chiese il cantante. L'uomo barbuto annuì strizzandomi un occhio
-certo!!e poi queste cose piacciono molto al nostro Ozzy!!-
Sgranai gli occhi -davvero??????Allora facciamolo, adesso!!-
Alexi mi guardò male -fammi capire... tu vorresti sposarti subito solo perchè così conoscerai Ozzy Osbourne??-
Risi e gli diedi un bacio -ma no... non vedo l'ora di essere sposata con te. Comunque... già che ci siamo, se si può anche conoscere Ozzy non mi dispiace per niente!!-
Janne annuì -si insomma è il classico... si prendono due piccioni con una fava!-
Alexi scosse la testa -che centrano adesso i piccioni, Janne??-
-è un modo di dire, pirla!!Ma non ti sarai già ubriacato spero?!?!?-
-ah, stai zitto e vai a chiamare gli invitati...-
Aggrottai le sopracciglia -i-invitati???-
-certo!!!-
-e chi sarebbero??-
Alexi scrollò le spalle -mah, chi capita... l'importante è che al nostro matrimonio ci sia tanta gente!!-
Mi mise un braccio attorno alla vita e mi diede un bacio su una guancia.
Janne sparì fuori dal bar, mentre le persone che avevano assistito alla scena continuavano a chiederci se potevano restare per la cerimonia e io annuivo in continuazione. Per poco non mi venne il torcicollo e continuavo a pensare se veramente a Ozzy piacessero queste cose...
Dopo poco una marea di gente (tra cui anche Vicky e Henkka che erano arrivati da poco e avevano saputo la notizia cinque minuti prima di entrare) era riunita in cerchio attorno a me, Alexi e Frate Metallo. Il barista invece distribuiva birre gratis in giro...
-bene – disse il vecchietto guardandoci -signori e signore siamo qui riuniti oggi per celebr...-
-fermi tutti!!!- disse una voce. Ci voltammo verso l'entrata e, nella luce paradisiaca, scorgemmo una figura alta dai lunghi capelli scuri. Il barista si avvicinò
-Ozzy!!!- disse. L'uomo si avvicinò lentamente alla folla e ci guardò uno ad uno. Mi sembrava di essere al cospetto di San Giovanni versione Metal Strafigo...
-prima di cominciare questa cazzo di cerimonia Incazzuta, ho una domanda...-
Restammo tutti in religioso silenzio in attesta della fatidica domanda del Dio con il fiato sospeso
-.... ma secondo voi è normale che un cane abbia un terapista????- chiese Ozzy grattandosi il mento.
Sgranai gli occhi -bhe... non saprei...- mormorai.
Ozzy annuì con aria saggia -si, mi piace questa risposta... grazie, Donna Dell'Uomo Cazzuto. Ora devo andare... il mio regalo è la fuori, ci si vede... Stay Metal!- alzò una mano facendo le corna e si richiuse la porta alle spalle. Lentamente ci guardammo in giro, finchè il vecchietto barbuto non ci chiese attenzione.
-sentite, visto che sono un grande fan dei Blind Guardian e tra un quarto d’ora c’è un loro concerto, gradirei fare in fretta!!- Urlò (per quanto può urlare un vecchio di 100 anni e passa...). Ci rimettemmo tutti in posizione mentre Frate Metallo teneva un libro in una mano e una birra nell'altra
-ok,siamoquiriunitioggipercelebrarel'unionenelsacrometaldiqeustidueapostolidellasantamusica…-
strabuzzai gli occhi mentre lui riprendeva fiato. Non avevo capito un cazzo...
-pertanto,conilpotereconferitomidalSantoRonnieJamesDio,ioFrateMetallo...-
Respiro.
-… InvocotuttiglideidelmetalloperchèguidinoquestedueanimepeccatricisullaviadelSacroGrowl-
Altro respiro
-eliaiutinoasopportarel'house,sbronzandosituttelenottiavenire.Maiden-
Finita la pappardella incomprensibile (detta alla velocità subsonica) il Frate si avvicinò ad Alexi
-Alexi vuoi tu prendere come tua legittima sposa Nana... Nana, ma che caz' di nome... hem, dicevo... e prometti di onorarla, rispettarla e di restare con lei anche se dovesse convertirsi all'acerrimo nemico, il Truzzo, finchè morte non vi separi?-
-certo!!- disse Alexi. Il vecchio abbassò il libro
-devi dire “lo voglio”...-
-non mi va...-
-perfetto!!Allora... invece tu Nana vuoi...bla bla bla, ecc ecc... insomma tutte quelle cose lì che ho detto prima... ecc ecc... non vi separi?-
-lo voglio- dissi
-bene, scambiatevi gli anelli-
Io e Alexi ci guardammo.
-hem... se vuoi ti do il mio- disse lui togliendosene uno da un dito. Sorrisi e me lo infilai
-grazie!- mi guardai in giro -...chi ha un anello da prestarmi??- Urlai. Il tizio alto il quintuplo di me, me ne lanciò uno. Lo presi al volo e lo guardai:era grosso il doppio del mio pollice e aveva la faccia e le orecchie di un lupo in rilievo
-hem... forse non è molto adatto, ma è meglio di niente... tieni - lo diedi ad Alexi. Frate Metallo bevve un sorso di birra, poi si guardò intorno. Io e il cantante lo osservammo per un po'. Il vecchio ci guardò per qualche istante
-bhe, che c'è?-
-dovrebbe... finire di sposarci...- mormorò Alexi
-aaahhh sisi, scusate!!Bhe... vi dichiaro marito e moglie!E ora spostatevi che sono in ritardo per il concerto!-
Il ragazzo mi fece fare un casquet (non so se si scrive così) mentre intorno a noi scoppiava il casino più totale. Lui mi guardò per un attimo, come se intorno a noi non ci fosse nessuno
-benvenuta in famiglia... ora ti accorgerai sul serio di quanto siamo strani-
Risi e lo abbracciai -grazie, ma mi basti solo tu...-
 
Vicky era ubriaca, molto.
-V-Vicky sei sicura di stare bene?- chiese Henkka preoccupato. La ragazza scoppiò a ridere alzando una bottiglia
-certo, non mi sono mai sentita meglio, Tenkka!!- urlò lei continuando a ballare. Il ragazzo sopirò esausto
Ma allora è fissata con i nomi!!”
Pensò guardandola. Nonostante si reggesse  a stento in piedi, era davvero carina...
Si voltò e si diresse verso Roope e Jaska, che stavano parlando con un tizio al bancone
-Brask... hem volevo dire... Roosv...-
Cavolo ora inizio anche io a chiamarli così... spero di essere solo un po' ubriaco!”
-bhe insomma... voi due!!Si può sapere che diavolo avete dato da bere a Vicktoria????-
I ragazzi lo guardarono per un attimo
-un po' di vodka...-
-di rum...-
-e di fish!-
Henkka sgranò gli occhi -MA SIETE IMPAZZITI?????NANA L'AVEVA AFFIDATA A ME ED è Già TANTO CHE NON SI SIA ANCORA AMMAZZATA DA TANTO CHE è SBRONZA!!oddio... oddio Nana mi uccide...-
-hey Henkka...- disse Jaska -guarda che qui l'unico che si fa dei problemi sei tu. Non mi sembra che Vicky si stia annoiando... anzi...-
Indicò un punto dietro di loro. Il bassista aveva paura di voltarsi, ma lo fece lo stesso.
Vicktoria stava ballando in modo per niente pudico con un ragazzo dai lunghi capelli scuri che la guardava desideroso
-ok, è meglio se la porto via di qui...- disse Henkka avvicinandosi
-Vicky, vieni dobbiamo andare-
-no no, perchè?è così divertente... hehehehe!- disse la ragazza barcollando a destra e a sinistra. Henkka la tenne per un braccio
-sei ubriaca fradicia... non puoi restare qui!-
-ah-ah ti ho scoperto!!In realtà... in realtà sei geloso... si, geloso!!perchè... non sto ballando con te... non, non lo sto facendo e... e... hahahaha!!!- scoppiò a ridere. Henkka sospirò
-da vieni ti porto sul bus...-
-noo fammi prima salutare quel simpatico signore...-
-chi??-
-quello che sta lassù insieme ai maiali che ballano!!Lo sapevi che Janne è un cavallo???-
-....... ok, hai bisogno di dormire!- il bassista le prese un braccio e la trascinò fuori, per poi arrivare fino al bus. Non fu per niente facile convincere la ragazza ad andare a letto, ma quando fu riuscito a farla stendere lei lo fermò per un braccio
-aspetta aspetta, che fretta c'è...-
Henkka si voltò. Nello stesso istante Vicky alzò la testa e, per la seconda volta, i loro visi si trovarono ad una distanza minima l'uno dall'altro. La ragazza sorrise. Lui invece si sentì mancare il respiro
-ti conviene allontanarti o non sai cosa potrei farti...- sussurrò rapito dagli occhi di lei.
-perchè ti piaccio, vero?- chiese la ragazza completamente sbronza.
-..... si. Si, mi piaci parecchio.... e te lo dico perchè sei ubriaca e domani non ti ricorderai niente. Ma credo che non avrei mai il coraggio di farlo quando tu riesci a ragionare... non ci riesco...- confessò lui.
-ma che ti frega... adesso...- sussurrò Vicky cercando di baciarlo. Henkka voltò lo sguardo di lato
-no... non così, Vicky... non in questo momento...-
I due si guardarono, poi il ragazzo si allontanò -dormi...-
Lei lo guardò dolcemente -ma tu rimani?-
-si... rimango, tranquilla...-
Si sedette sul margine del letto e aspettò che Vicktoria si addormentasse, stringendole una mano.
Non riusciva a capire... era solo una cotta o si stava innamorando davvero?Quando stava con lei, nonostante fosse più piccola, provava delle strane e mozioni... e stava bene. Molto bene...
Se fossero stati vicini per un altro po' era sicuro che l'avrebbe baciata...
 
Mentre gli altri nel bar continuavano a fare casino, io e Alexi uscimmo fuori
-e così... siamo sposati- dissi camminando sull'erba a piedi nudi.
-è fico... mi sento più vecchio...- disse lui. Scossi la testa sorridendo
-a me sembri solo più stupido... sarà l'emozione- risi. Lui mi guardò con gli occhi sgranati
-ah si, eh???- mi chiese facendo un sorrisetto per niente innocente. Mi allontanai lentamente
-hey quella faccia non mi dice nulla di buono...- mormorai
-si, infatti...-
Non feci in tempo a scappare, che Alexi mi aveva già preso su a mò di sacco di patate. Sbuffai tirandogli i pugni sulla schiena
-mettimi giù, idiota!!!-
-non ci penso neanche!Tu prima mi hai offeso...-
-non era un'offesa, era la verità!!-
-bene... allora io non ti mollo!-
-mi sta andando il sangue al cervello...-
-fa lo stesso...-
-sei cattivo...-
-lo so...-
-chiedo il divorzio!-
Alexi mi mise giù immediatamente -coooosa????-
Scossi la testa -no, forse scherzavo... però mi hai messo giù!-
Lo baciai. Lui mi spinse contro il tronco di un albero
-senti... l'abbiamo fatto in uno sgabuzzino, in un bagno e addirittura in un prato deserto... ti va anche contro un albero?.
Mi allontanai dalle sue labbra e lo guardai male -non potresti essere un po' più fine, scusa???-
Lui rise -ma...ma... come dovrei dire?-
-non lo so...- lo baciai di nuovo -...e poi fa freddo, ci sono gli insetti...- rabbrividii
lui sospirò -va bene, ho capito... torno al bar...-
gli strinsi una mano -no, resta qui!-
-perchè?-
Addolcii lo sguardo -devo chiederti una cosa... solo per curiosità...-
-dimmi!- mi disse accarezzandomi una guancia gelata.
-tu lo vorresti un figlio da me?-
-.... hem...- balbettò lui. Mi accorsi che era imbarazzato -io... -
-dimmi la verità...-
Alexi prese un bel respiro -.... non offenderti, ma... no. Non è che ce l'ho con i bambini... ma non lo voglio un figlio, sono sicuro che non mi renderebbe felice. E probabilmente io non renderei felice lui, quindi...-
-ok...- abbassai il viso, ma lui me lo tirò su con un dito
-sei triste?-
Scossi la testa, poi lo guardai -no... anzi, credo di aver capito cos’è la felicità. Quella vera, intendo...-
Lui sorrise -allora vuoi fare contento anche me?- mi chiese facendo gli occhi dolci
Risi -sei veramente un dipendente...-
-si, da te...-
Mi spinse di nuovo contro l'albero ricominciando a baciarmi...
 

 
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Febbre. Tanta. é solo colpa della febbre se mi sono messa a scrivere capitoli nonsense. perchè questo è un capitolo nonsense. Di peso.
Ormai il mio cervello non connette più con le mani quando scrivo xD
Però nel prossimo capitolo ci sarà (finalmente!) il grande incontro tra Nana e Sara *stappa champagne e lo versa addosso a tutti*
Bevete miei prodi!!E STAY METAL xD \m/ >-<
Dio, che schifo...xD
NoireNeige

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Capitolo 27
*** Come Back Home ***


Come Back to Home
 
 
Mi stiracchiai voltandomi dall'altra parte del letto. Appena vidi Alexi sorrisi appoggiandomi a lui
-ciao...- dissi con la voce impastata dal sonno. Lui mi accarezzò i capelli
-buongiorno...-
Strabuzzai gli occhi -che ci facciamo qui?Non eravamo sotto un albero?-
Lui rise -si, ma lasciarti al freddo tutta la notte non mi sembrava appropriato!-
Lo ringraziai dandogli un bacio. Poi rimanemmo in silenzio per un po'
-hey Nana... ti va di fare una cazzata?Insieme a me?-
Mi tirai su e lo guardai con un mezzo sorriso -ovvero?-
-andiamocene...- sussurrò sul mio collo mettendosi in ginocchio sul letto -ti porto a Parigi, io e te da soli...-
Gli presi la testa fra le mani -e come??-
Sorrise -l'hai visto il regalo di Ozzy??-
Alzai gli occhi al cielo -bhe, no... ero troppo impegnata a fare un'altra cosa...- lo baciai
-... è una macchina...-
Mi allontanai di scatto e lo guardai incredula -una... macchina??-
Alexi annuì -si... più precisamente una Porche. Se prendiamo quella e partiamo... fra dieci minuti... arriviamo in meno di due ore. Non ci vuole molto da qui a Parigi-
Lo guardai per qualche minuto -e gli altri?- dissi infine. Lui scrollò le spalle
-ci raggiungeranno...-
Mi alzai di fretta -mi vesto e arrivo. Tu avverti i ragazzi-
Mentre Alexi scendeva di sotto mi infilai un corpetto, dei jeans stracciai e le mie solite Nike mezze rotte. Poi mi truccai esagerando con la matita per l’agitazione e uscii dal bus...
 
-mi raccomando Henkka ti affido mia sorella!!- dissi al ragazzo biondo guardandolo da sopra gli occhiali
-hem... certo... starà benissimo!-
Scossi la testa -se la fai ubriacare di nuovo ti raso a zero la testolina!!!- Sorrisi sadicamente e mi accesi una sigaretta. Henkka sgranò gli occhi come per dire “ma come cazzo ha fatto a scoprirlo??”, ma non fece in tempo a ribattere che Alexi partì con una sgommata.
Il resto del viaggio lo passammo quasi tutto in silenzio o ascoltando musica. Ero così agitata che non riuscivo a tenere ferme le gambe... presto avrei rivisto Sara e non stavo più nella pelle. Dovevo raccontarle tante di quelle cose ed ero sicura che valeva la stessa cosa per lei. Oltretutto non avrei mai potuto dimenticarmi di Tuomas...
A più di metà viaggio mi addormentai. Sognai 13 pecore messe in fila e ognuna di loro mi regalava una macchina da cucire o una cipolla gigante... erano i regali per il matrimonio!
Non mi piaceva quel sogno... per fortuna Alexi mi svegliò prima di arrivare all'ultima pecora...
-Nana siamo a Parigi...-
Nel sentire quella frase mi svegliai di botto tirandomi su in fretta
-davvero???abbiamo già trovato il palazzetto???-
Alexi rise -no, ma ci arriveremo presto... ma non cagarti addosso, eh!-
Lo guardai male -vorrei vedere te al mio posto... non vedo i miei amici da un sacco!!-
-si ma ne hai trovati degli altri...- disse lui voltandosi verso di me per baciarmi. Feci finta di essermi offesa e girai la testa di scatto
-guarda la strada, imbranato!-
Alexi sbuffò appoggiando un gomito al finestrino -ah è così che mi ringrazi per averti portata fin qui?-
-senti chi parla!!Non te l'ho chiesto io di mollare i tuoi amici per me... e poi...-
-ho trovato il palazzetto!!!!!- Esultò lui indicando un'immensa struttura davanti a noi. Sgranai gli occhi dimenticando il nostro mezzo litigio e gli voltai la testa per baciarlo
-e la strada?- mi chiese lui.
Lo lasciai andare -chissene frega, basta che vai più veloce- mormorai accendendomi un'altra sigaretta per cercare di calmarmi.
In poco tempo raggiungemmo la porta principale del palazzetto. E proprio lì, davanti all'entrata era parcheggiato un bus nero e rosso... per poco non mi sentii svenire
-fermati...- dissi emozionata.
-perchè?-
-quello è il bus dei Nightwish... ti ho detto fermati – gli ordinai. Ormai avevo i neuroni che non funzionavano più. Alexi fece come gli avevo detto. Chiusi gli occhi, presi un bel respiro e saltai giù dalla macchina senza nemmeno aprire la portiera (ecco a cosa serve la Decapottabile!!). Non eravamo vicinissimi  al bus, ma mi avvicinai lentamente. Quando ero a circa un metro di distanza qualcuno uscì dalla porticina nera.
Una ragazza dai lunghi capelli mossi e castani guardò il cielo con aria sognante. Poi i suoi occhi si spostarono su di me e ci guardammo per alcuni minuti, quasi incredule di essere davvero l'una davanti all'altra.
-Sara...- mormorai con un mezzo sorriso. Lei rimase impassibile sbattendo le palpebre un paio di volte. Mi avvicinai respirando a fatica, mi veniva quasi da piangere
-S-Sara sono io...-
Mi guardò -Nana?-
Annuii sorridendo
-Nana sei proprio tu?-
-eh già... sono cambiata un po'...-
Vidi il volto della mia amica cambiare dall'indifferente alla gioia più viva. Senza che potessi rendermene conto, mi abbracciò stretta quasi togliendomi il respiro
-oddio quanto mi sei mancata!!!!!Non ci credo che sei proprio tu!!!!-
Risi -anche tu mi sei mancata troppo!!Devo raccontarti tante di quelle cose!!Oddio Sara...-
Ci guardammo per un attimo, poi scoppiammo a ridere
-e così... ti lascio che sei praticamente una emo depressa e ti ritrovo tutta gothic, eh?!?!-
Scossi la testa -c'è stato un piccolo cambiamento... ma sono sempre io!!-
Ci abbracciammo di nuovo. -Nana... ti ho pensata tanto-
-anche io... ti voglio bene... tantissimo!-
In quel momento qualcuno uscì dal bus. Mi voltai e sorrisi di nuovo
-ma cos'è tutto questo casino di prima mattina?????- chiese Jukka incazzato. Ci guardammo per un attimo, poi mentre lui sgranava gli occhi gli saltai addosso
-JUKKAAAAA!!!!!AMMMOREEEEEEEEE!!!!!!!!FATTI ABBRACCIARE VECCHIO CAZZARO CHE NON SEI ALTRO!!!!!- gli strofinai la testa con un pugno
-Nana!!!Ma che caz... da dove salti fuori piccoletta?????-
-sono tornata!!Credevi di esserti liberata di me tanto facilmente, eh?????-
Lui scosse la testa -nononono frena!!Guarda che è stata tutta colpa di Marco!!era lui quello sbronzo!!-
Risi.
-hey ragazzi, sbaglio o ho sentito il nome Nana??- chiese Emppu sbucando fuori dal bus. Abbracciai anche lui
-Emppu!!!!Il mio Piccolinooooo!!!!-
Lo osservai da vicino e sorrisi -hey, ti sei alzato di UN centimetro...- mormorai con aria da intenditrice. Il chitarrista mi fulminò con uno sguardo assassino e cercò di tirarmi una lattina di birra in testa, ma io mi spostai per andare a salutare Marco che era appena comparso da chissà dove.
-Marco...- sussurrai riducendo gli occhi a due fessure. Il ragazzo mi guardò spaventato
-N-Nana... che bello, s-sei qui... hem... s-sai, per q-quella cosa che è s-successa un po' di tempo f-fa... non è che l'ho f-fatto apposta, eh...- provò a discolparsi lui. Mi avvicinai con aria omicida mentre si faceva sempre più piccolo sotto il mio sguardo
-tu...- dissi indicandolo. Lui deglutì -vieni qui...-
Quando eravamo a meno di due centimetri di distanza sorrisi. Marco mi guardò confuso
-vieni qui, FATTI ABBRACCIAREEEEE!!!!!- lo stritolai come meglio potevo e gli stampai un bacio su una guancia. Il bassista mi guardò attonito con la bocca semi aperta
-oh Marco non sai quanto mi hai resa felice!!Poi un giorno capirai, tranquillo... e ora...-
Dissi voltandomi. -… dov'è Tuomas?- chiesi a Sara, sta volta incazzata sul serio.
Parli del diavolo...
Il tastierista scese gli scalini del bus con un balzo e mi guardò con aria allegra e innocente
-ciao Nan...- senza nemmeno lasciargli il tempo di finire la frase gli saltai addosso cominciando a schiaffeggiarlo a destra e a manca.
-TU, BRUTTO BALENGO CHE NON SEI ALTRO!!!!COME HAI POTUTO FAR SOFFRIRE LA MIA AMICA MENTRE IO NON C'ERO????CON TUTTE LE PAPPARDELLE CHE TI HO FATTO SU DI LEI E I SUOI SENTIMENTI!!!!SEI VERAMENTE UN COGLIONE, UNA TESTA DI CAZZO!!-
-ma Nana veramente...-
-STA ZITTO, NON HAI DIRITTO DI PAROLA!!SEI UN MALEDETTISSIMO CAZZONE!!QUANTE VOLTE TI AVRò SPIEGATO CHE SE MI FAI INCAZZARE POI TI CONCIO PER LE FESTE, EH???INVECE NO... HAI VOLUTO FARE L'IMBECILLE E ORA ME LA PAGHI!!!!-
-Nana, guarda che non abbiamo litigato...- provò a convincermi Sara, alzando il mento e tenendo le braccia incrociate. Praticamente... stava cercando di mantenere la calma, visto che di “Ragazze Sclerate” bastavo (e avanzavo) io...
-NO, SARA è INUTILE CHE CERCHI DI PROTEGGERLO!!STA VOLTA SE L'È ANDATA A CERCARE... MI DEVI UNA SPIEGAZIONE CONVINCENTE SE NON VUOI FINIRE SPAPPOLATO CONTRO IL PARABREZZA DEL BUS!!!-
-Nana... noi stiamo insieme...-
Ormai la faccia di Tuomas era diventata una specie di palloncino rosso, dal tanto che lo stavo schiaffeggiando. E non smettevo nemmeno
-SI PERCHè NON TI HO MAI DETTO CHE SONO MOLTO VEND...cosa?- chiesi guardando la mia amica (e continuando a schiaffeggiare Tuomas!)
Lei sorrise -te lo giuro, puoi anche calmarti... stiamo insieme-
presi un bel respiro -ah...-
guardai il ragazzo e mi accorsi che lo stavo ancora picchiando. Saltai per terra diventando rossa mentre il povero ragazzo finalmente prendeva fiato
-cazzo, certo che picchi forte...- mormorò massaggiandosi una guancia. Giochicchiai con una ciocca di capelli
-eh, quando mi arrabbio si... s-scusa...-
Sara mi abbracciò da dietro -che bello ti eri preoccupata per me!!-
-ovvio!!Mica potevo permettere a questo qui di farti soffrire!-
Guardai Tuomas che però aveva lo sguardo altrove. Più precisamente in un punto esatto dietro di me... mi voltai trovandomi davanti un Pupetto biondo a gattoni che mi sorrise mostrando i dentini. Sara lo prese in braccio
-Lucky!!!Vieni... ti presento zia Nana!!-
Sbattei un paio di volte gli occhi -Sara...- dissi incredula -non mi avevi detto di essere rimasta incinta e di aver partorito in due mesi...- commentai sfiorando la pelle del bambino. La ragazza rise
-guarda che l'ho adottato!!è una storia lunga, appena posso te la racconto... comunque lui si chiama Luca e fa parte della famiglia dei Nightwish solo da qualche giorno!-
Sorrisi -molto piacere Luca!Però... non chiamarmi Zia Nana, mi fa sentire vecchia!!-
Jukka mi mise un braccio intorno alle spalle -sempre meglio di Nonno Jukka...-
-... o Marco il Cugino- si aggiunse il bassista.
Emppu ci indicò e rise a squarcia gola -hahaha!!Invece io sono Emppu: La Migliore Amica Di Mamma Sara!!!!!-
Lo guardai male e mi voltai verso Sara -ma che cavolo dice?-
Lei sospirò mettendo giù il bambino -ti spiegherò anche questo... ma tranquilla non è impazzito di colpo...-
Annuì -ah, Tuomas... visto che ho la possibilità di diventare pianista... Tuomas??Hey ma ci sei???-
Ancora una volta il ragazzo stava guardando fisso dietro di me, ma in modo più serio di prima...
Io e gli altri ci voltammo contemporaneamente nella direzione opposta ma vedemmo solo la strada, il parcheggio pieno di auto, Alexi che se ne stava lì in mezzo a guardarci sulla Porche con gli occhiali da sole e la testa appoggiata al braccio fuori dal finestrino...
Appena mi resi conto di chi stava guardando, Tuomas parlò.
-perchè sulla stessa macchina da cui sei scesa tu c'è anche Alexi Laiho??-
Mi voltai lentamente sentendo gli occhi di tutti puntati su di me -bhe... mi ha accompagnato lui...-
Tuomas annuì senza cambiare espressione -ok, cambiamo domanda... perchè conosci Alexi Laiho?-
-hem... diciamo che non è proprio un conoscente...-
Il tastierista mi guardò con occhi imploranti -nel senso che lo hai incontrato per caso, vero?-
Rimasi sorpresa dal suo comportamento -no... nel senso che io e lui... si bè...-
-State insieme?????- mi chiese Sara spintonandomi. Risi.
-n-no... siamo... s-sposati...-
Silenzio totale. I Nightwish mi fissarono a bocca spalancata.
-no, fammi capire...- disse Jukka -tu te ne vai per due mesi che non hai ne un ragazzo ne una bicicletta... e torni con un marito e una Porche???-
Scrollai le spalle -s-si... lo so che detto così può sembrare strano... ma è la verità!Ci ha sposato Frate Metallo!!!- dissi, come se quel particolare mettesse  a tacere tutto il resto. In parte fu così.
-davvero????- chiese Emppu
-Ma proprio il vero Frate Metallo???- continuò Marco.
-è vero che ha la barba finta come Babbo Natale???- Urlò Jukka. Marco gli tirò uno scappellotto
-Jukka guarda che Babbo Natale non esiste!!-
Il batterista fece la faccia offesa, poi incrociò le braccia con fare da maestrina -Marco non si dicono queste cose davanti ai bambini!!!- disse indicando Luca. Mentre cercavo di far calmare i tre musicisti e spiegavo loro cos'era successo durante il matrimonio, Tuomas prese da parte Sara per parlarle.
-Sara devi fare qualcosa!-
-perchè?- chiese lei senza capire l'agitazione del ragazzo
-perchè... tu non ti rendi conto!la tua migliore amica ha sposato Alexi Laiho!!!-
Sara sorrise -si, e allora?-
Lui scosse la testa -no, non hai capito... Alexi è... è... uno stronzo!-
-non dovresti parlare così del marito della mia migliore amica...-
Tuomas prese per le spalle la ragazza -Sara lo dico per il bene di Nana:è meglio se sta alla larga da quel tizio!!-
-Ma perchè?????-
Il tastierista prese un bel respiro -non è uno molto a posto... è già stato sposato e poi un po' di tempo fa ho ricevuto una telefonata da Alexi... Io e lui siamo amici, ma non mi aveva detto che Nana era sul bus dei Children Of Bodom. Invece mi aveva parlato della sua nuova ragazza e del fatto che...-
-che???- lo esortò Sara
-... che l'aveva tradita con un'altra che faceva il tecnico... quindi...-
La cantante sgranò gli occhi -quindi Alexi ha tradito Nana!!-
Tuomas annuì -credo che lei dovrebbe saperlo....-
-si... le parlerò... ma non adesso, è appena tornata...-
Disse Sara. Poi si allontanò e tornò verso di me, che stavo ancora tentando di far smettere il dibattito su Babbo Natale...
 
 

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Ahi ahi si mette male la questione.....
Sempre più vicino alla fine buaaaaaahhhh mi sento uno schifo ragà... ç_ç
Vi voglio tanto bene a tutti, che commentate sempre <3
NoireNeige

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