Deadly Seduction

di Tedeschina4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Alexandra ***
Capitolo 3: *** Chiacchiere Pomeridiane ***
Capitolo 4: *** Uno Sfogo Sul Braccio ***
Capitolo 5: *** Scoperte e Verità ***
Capitolo 6: *** Lo Sparo ***
Capitolo 7: *** Il Coma e Una Visita Inaspettata ***
Capitolo 8: *** La Confessione ***
Capitolo 9: *** Il Risveglio dal Coma ***
Capitolo 10: *** Vendetta Omicida ***
Capitolo 11: *** Da Bonn a New York ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Ciao a tutti! Eccomi tornata con una nuova storia, spero che vi piaccia :)


Siamo in Germania, più precisamente a Bonn, una bellissima città tedesca. Ci troviamo davanti ad una villetta molto carina dall'aspetto moderno dove abita un ragazzo di 17 anni che si chiama Adam. Questo ragazzo abita con la famiglia costituita dai genitori e un fratello più grande di 26 anni.
Sua madre si chiama Aida, è una splendida donna tedesca di 45 anni. Da giovanissima ha studiato psicologia umana e l'università l'ha portata ad innamorarsi del suo attuale marito. Avevano 19 e 20 anni, un'età meravigliosa in cui prendi le decisioni appropriate. Aida all'età di 19 anni è rimasta incinta avendo il primo figlio, Franz. Dopo nove anni, entrambi hanno deciso di allargare ancora un po' la famiglia e all'età di 28 anni Aida ha avuto il secondo figlio, Adam. Ora Aida lavora in una clinica privata dove si occupa del reparto di psicologia.
Suo padre si chiama Stefan, è un ottimo uomo tedesco di 46 anni. Da giovanissimo ha studiato medicina dove ha conosciuto la sua sposa. Ora lavora nella stessa clinica della moglie dove è direttore e medico ufficiale.
Suo fratello si chiama Franz, è un ragazzo di 26 anni che lavora in un laboratorio in cui ogni giorno hanno luogo più di 1000 scoperte e ricerche scientifiche. Ha studiato fino a 21 anni al Wissenschaft Gymanasium, poi ha lasciato gli studi per amore ma dopo due anni ha trovato lavoro in questo laboratorio.
Adam è un ragazzo di 17 anni che frequenta il liceo. E' un ragazzo modesto, tranquillo, timido: difficile da trovare come un ago in un pagliaio. Frequenta il quarto anno del liceo classico e a scuola ha pochi amici; pochi ma buoni. Il suo migliore amico si chiama John, è venuto in Germania dagli Stati Uniti quand'era piccolo per motivi di famiglia. John è l'unica persona con la quale Adam riesce a rapportarsi: lo capisce e gli dà utili consigli, soprattutto per quanto riguarda l'amore. E' un ragazzo molto timido, talmente introverso che di ragazze gliene sono piaciute davvero tante, ma non è riuscito a farglielo sapere. Si sente come una barca in un bosco quando subentra quest'argomento; lo trattano come il "classico sfigato", lo fanno sentire una persona nulla, ma ciò significa soltanto che per ora nessuno si è meritato la sua amicizia.



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Capitolo 2
*** Alexandra ***


CAPITOLO PRIMO: ALEXANDRA


Siamo ad Agosto, la prima settimana del mese. Ricominciano le scuole dopo un mese di vacanze estive. Adam parte con lo scooter e raggiunge la scuola, parcheggia il motociclo e aspetta John. Intanto esce da una Mercedes nera una ragazza dal capelli biondi, lunghi e lisci come la seta; occhi da pantera scurissimo e labbra carnose e brillanti. Indossa dei Jeans attillati con strappi qia e là come detta la moda, una canotta attillata tutta con paillettes argentate che lascia intravedere le bretelle del reggiseno nero. Infine tacchi a spillo neri style Lady Gaga. Al suo passaggio il tempo sembra fermarsi: tutti gli sguardi sono rivolti verso di lei. Si avvicina ad un gruppo di ragazzi e tra un sorriso e un occhiolino la campanella suona.
Non appena Adam arriva in classe, la ragazza si siede vicino a lui.
Dopo un momento, le chiede:"Sei nuova qui?" "In teoria no, in pratica sì." "Cosa vorrebbe dire?" "Non hai mai sentito questo nome, Alexandra mann?" "Mmh...sì già sentito." "Sai dirmi dove?" "Sui giornali...nei fatti di cronaca." "Non continuare, per favore, preferisco che nessuno oltre a te sappia questo..." "Ti chiami Alexandra Mann?" "Sì. Comunque...non ti ho risposto alla prima domanda...io da tre anni frequento questa scuola ma sono sempre assente o per motivi personali o perché vengo espulsa..." "Cos'hai fatto di così grave?" "Per potertelo dire, devo averti conosciuto meglio. Non posso dire certe cose al primo ragazzo che incontro..." "Come vuoi..." "Qual è il tuo nome?" "Adam." "Sei tedesco?" "Sì." "Hai un fratello per caso?" "Sì, perché?" "Uno dei miei ex ragazzi mi ha parlato di tua madre." "Come fai a conoscerla?" "No, io non la conosco di persona. L'ho vista una volta...credo di essere stata una sua paziente. Che lavoro fa?" "Psicologa." "Sì, allora era lei..." "Quando hai avuto occasione di vederla?" "Quattro anni fa sono stata vittima di una violenza da parte di alcuni ragazzi fuori dalla discoteca e mi hanno portata da lei per sfogarmi." "Quand'è successo?" "Quattro anni fa, avevo 14 anni. Sono scappata di casa perché mi sentivo eccessivamente protetta dai miei genitori e sono andata in discoteca con dei miei amici. Colui che al momento era il mio ragazzo mi aveva ordinato di ammettere che avevo 18 anni, altrimenti non potevamo consumare alcolici. Inoltre avevo indosso un abito che mi faceva dimostrare almeno quattro anni in più di quanti ne avessi. Io ero presa dalla gioia della libertà e ho bevuto, forse troppo. Sono uscita fuori di me e quel ragazzo mi ha portata fuori. Sono arrivati cinque ragazzi di circa 20 anni che hanno abusato di me e poi sono scappati...mi hanno ritrovata il mattino del giorno dopo davanti alla discoteca con l'abito strappato e chiazze di sangue qua e là, e mi hanno portata da tua madre per parlare." "Mio dio...che storia terribile." "Adesso che ho l'età che volevo dimostrare vado comunque in discoteca, ma non bevo più come quel giorno. Mia mamma si era scandalizzata e per due mesi non mi ha fatta uscire e mio papà ha vissuto per due settimane col terrore che fossi rimasta incinta." In quel momento arriva la prof e i due terminano il discorso.

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Capitolo 3
*** Chiacchiere Pomeridiane ***


CAPITOLO SECONDO: CHIACCHIERE POMERIDIANE


Adam si fa prendere dalla compassione per quella ragazza che si è dimostrata tanto brava e prudente, ma che nasconde qualcosa che non riesce a percepire. Il giorno dopo a scuola Alexandra non si presenta, e quando Adam fa per tornare a casa dopo le lezioni, la incontra e dopo averle fatto un cenno le chiede:"Come mai non sei venuta?" "Ho avuto dei problemi con mio padre. Domani però verrò. Sei libero questo pomeriggio?" "Non lo so, devo chiedere a mia madre." "Non puoi farne a meno?" "No, se non voglio diventare un ricercato." Adam chiede alla madre se può uscire il pomeriggio, ma non cita la ragazza, bensì il suo migliore amico.
Così passano il pomeriggio insieme, parlando un po' di tutto. Alexandra porta i capelli biondi in una coda di cavallo e indossa una canotta rossa con scritto su "Forever". Infine delle zeppe nere con tanto di smalto nero. Lei inizia a dire:"Io vorrei tanto essere sola..." "Perché? E' confortante avere una famiglia che ti sta accanto nei momenti difficili." "Mia madre è supor protettiva, non fa altro che dirmi cosa devo fare. Mio padre invece non si fida di me da quella notte...se fossi sola almeno potrei fare quello che voglio senza limiti." "Ma tua madre cosa non ti lascia fare?" "Mi vieta le uscite il venerdì sera, non vuole che mi faccia tatuaggi o piercing...io vorrei tingermi i capelli con delle meche nere ma non posso...ho provato a farlo di nascosto e mi ha obbligata ad andare dal parrucchiere per schiarire l'unica ciocca che ero riuscita a fare." "Beh queste cose non me le lascerebbe fare neanche mia mamma." "Ma io sono ribelle...non riesco ad attenermi alle regole." "Sei sempre stata così?" "No, all'inizio ero una ragazzina bravissima...il classico angioletto che non toccherebbe mai né una pastiglia né una sigaretta...poi qualcosa in me è cambiato." "Perché c'è stato questo cambiamento?" "Ho incontrato delle nuove persone, anche dette "cattiva strada"...ho iniziato a frequentare le discoteche e il mio ragazzo mi aveva convinta che anche se avessi bevuto tanto, non mi sarebbe mai successo niente." "Poi sei riuscita a uscire fuori da questa cattiva strada?" "Sì, ma sono stata seguita per un anno intero da un gruppo di psicologi. Sai quando ti dicono che l'alcool brucia i neuroni del cervello? Io ero diventata una perfetta dimostrazione. Non ci stavo più con la mente, ho perso anche un annon scolastico. Io oggi non dovrei frequentare la terza o quarta liceo, dovrei essere già fuori gli studi a rimboccarmi le maniche." "I tuoi genitori cosa pensano di tutte queste cose?" "Sanno la metà di tutto quel che ti ho detto. Inoltre io avevo un fratelllo che in quel periodo è morto di malattia, aveva 20 anni e mia mamma non è mai riuscita a riprendersi completamente dopo tutto questo." In quel momento alla ragazza squilla il cellulare e dice:"Ciao...perché mi hai chiamata?" "Ti volevo dire che sono arrivati i libri...quand'è che vieni a prenderli?" "Domani mattina..." "Va bene, stasera vieni?" "Sì, andiamo dai tuoi amici?" "Sì. Ci sentiamo più tardi, ciao Alexandra." "Ciao." Adam le chiede:"Chi era?" "Un amico." "Devi andare a prendere dei libri?" "S?, mia madre legge molto." "Se vuoi ci andiamo adesso." "No, figurati, no..." "D'accordo..."
Si fa sera e Adam deve rincasare: sente di essersi innamorato della ragazza, di trovare molto attraente il suo carattere, ma cerca di convincersi che non è la ragazza adatta a lui. Quando entra in casa, Franz gli chiede:"Dove sei stato tutto il pomeriggio?" "Con il mio amico." "Ah, va bene. Non avevi lavoro a casa da svolgere per domani?" "No, lo sai che non uscirei mai senza aver svolto i compiti." "Sì, te l'ho semplicemente chiesto." "Mamma torna tardi oggi?" "Non lo so, questo pomeriggio mi aveva detto che non avrebbe fatto tanto tardi, ma non so se ci sono stati imprevisti." "E papà?" "E' nel suo studio." "Grazie, vado un attimo a parlargli." Adam entra nello studio del padre che gli dice:"Ben tornato, Adam! Sei stato via tantissimo tempo. Forse una ragazza ha fatto colpo?" "Ma no, non è vero. Sono stato col mio amico." "Ok, mi fido di te. Ti volevo solo dire una cosa importante. Ho saputo che nella tua scuola c'è una certa Alexandra Mann. Se dovessi avere l'occasione di conoscerla, non fidarti troppo delle sue parole perché è la classica che predica bene, ma razzola male." "E' una famosa?" "Non credo, ma fa girare la testa a tutti i ragazzi con scollature da urlo e leggings attillati." Adam, nonostante questo parole, non cambia il suo pensiero per la ragazza; anzi, si vedono tutti i pomeriggi fino alle 18:30 e il legame di amicizia diventa ogni giorno più forte.

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Capitolo 4
*** Uno Sfogo Sul Braccio ***


CAPITOLO TERZO: UNO SFOGO SUL BRACCIO
 

Il giorno dopo il ragazzo entra in classe e dopo tre giorni di assenza, arriva anche lei. Si siede e la prof. essa le dice:"Mann, devi fare esaurire anche quest'anno noi poveri prof?" "Adesso mi deve spiegare cosa ho fatto." "Stai assente tantissimi giorni, perdi il materiale che devi recuperare e non ti interessi di nulla. Se non vuoi studiare hai solo da lasciare la scuola, oppure ti dai da fare come tutti gli altri!" La ragazza si alza e porta la giustificazione per i giorni di assenza. Dopo, nonostante sia in prima fila, prende il cellulare e inizia a messaggiare. Ad un certo punto chiede di andare in bagno, e torna dopo ben dieci minuti. Quando torna al suo posto, fa come per grattarsi in braccio e alza un po' la manica della leggera felpa che indossa sopra. Adam intravede come uno sfogo sul braccio, e le dice, indicando la zona:"Cos'hai fatto qua?" "Niente...sarò stata punta da qualche insetto..." La prof la chiama alla lavagna e lei si alza, ma cammina temporeggiando, come se non fosse al corrente di quel che succede. Avanza ancora per qualche passo, poi sviene cadendo a terra. Viene chiamata l'ambulanza e Alexandra per qualche giorno non si presenta alla scuola. Adam decide di andarla a trovare all'ospedale; quando entra chiede ad un'infermiera di passaggio:"Buon giorno, mi sa dire in che reparto si trova la signorina Mann?" "Buon giorno, si trova al piano sopra, più precisamente al reparto di rianimazione. Lei è un parente?" "No, sono un compagno di scuola." "Ah, gliel'ho chiesto perché per ora la signorina Mann risulta essere sconosciuta al comune della cittadina." "Beh...vado sopra." Quando raggiunge la stanza si rende conto della scritta "Rianimazione-Disintossicazione" e raggiunge il letto della ragazza che gli dice:"Ciao Adam, come mai sei venuto qui?" "Volevo vederti, mi sei mancata. Cosa ti è successo?" "Niente...non ti devi preoccupare...ora sto bene..." "Ale...io ti devo dire una cosa...sei una ragazza particolare rispetto alle altre..." Con queste parole si siede sul lato destro del letto. Lei gli dice:"Io sono una ribelle...non sono la ragazza giusta per te..." "Invece credo proprio di sì..." Pronunciando queste parole, appoggia le sue labbra su quelle della ragazza.
Resta con lei fino a sera, quando le infermiere gli chiedono se vuole restare la notte là. Lui accetta e ad un certo punto nella notte, la ragazza gli dice:"Se vuoi ti concedo dieci minuti...ma devono essere usati bene..." "Quello che volevo fare l'ho già fatto..." "Ne sei sicuro?" Con queste parole lei si toglie il camice bianco. Lui le dice:"No...non sono pronto per un passo del genere...abbi pazienza..." "Adam...forse tu confondi i ruoli...devo essere io quella pronta...non tu..." "Preferisco non fare questo passo..." Lei non lo ascolta e lo accompagna ad appoggiare la schiena al materasso, poi gli dice:"Secondo te ci sbattono fuori? No, impossibile." "Ale ti prego...non voglio..." "Però ti piacerebbe...ammettilo...non esiste un ragazzo che non voglia provare quella sensazione..." "Ho 17 anni...c'è tutta la vita per questo passo!" Lei si rassegna, lo lascia alzare, lui si avvicina al suo viso e si scambiano un lungo bacio.

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Capitolo 5
*** Scoperte e Verità ***


CAPITOLO QUARTO: SCOPERTE E VERITA'


Adam rincasa alle 6:00 del mattino e sua madre, a dir poco inferocita, gli dice:"Adam, da quando in qua si sparisce così da casa senza degnarsi minimamente di dirlo a qualcuno? Potevi dirlo a Franz...almeno non morivamo di paura per te! Papà stava per andare a fare appello alla polizia!"  "Mamma, io non mi sarei mai immaginato di stare assente da casa per così tanto tempo, credevo fosse questione di mezz'ora al massimo." "Te ne sarai ben accorto che non era passata solo mezz'ora..." "Ero semplicemente sovrappensiero." Stefan gli dice:"Adam, sappilo: da oggi in poi non andrai più in giro se prima non l'avrai detto a noi due. E per noi due intendo io e la mamma. Non io e Franz o la mamma e Franz. Tuo fratello non è un genitore e non devi trattarlo come tale." "Se voi due cambiaste mentalità sarebbe molto meglio. Mi trattate come un bambino quando ho 17 anni." Aida interviene:"Adam, hai 17 anni, non sei maggiorenne. Tra un anno potrai fare e decidere quel che vuoi, per adesso no. Poi noi non ti trattiamo come un bambino, semplicemente come figlio e ti vogliamo bene, per quello ci teniamo a sapere quello che fai. Io non sono una madre esageratamente protettiva, altrimenti non usciresti molti pomeriggi col tuo amico." "Franz ha 26 anni e non ha ancora una casa da solo, io non voglio fare la sua stessa fine." Stefan:"Adam, il ragazzo che sta parlando non sei tu." "Le persone cambiano col passare degli anni, ma tu non hai appreso i miei cambiamenti." Con queste parole va in camera sua e dopo una frazione di secondo suo fratello entra in casa e, vedendo i genitori un po' arrabbiati e sconsolati, chiede loro:"Cos'è successo?" Aida:"Tuo fratello è impazzito." Franz va nella camera del fratello e lo scopre mentre mette dei vestiti in una borsa. Cogliendolo di sorpresa, gli dice:"Si può sapere che diavolo stai facendo?" "Franz, ti prego, non ti ci mettere anche tu." "Non sono né papà né mamma. Sono tuo fratello. A me puoi dire tutto, non dirò nulla a loro due." "Me lo devi promettere." "Fidati di me." "Mi sono innamorato." "Quello è normale alla tua età, chi è la ragazza?" "Alexandra Mann." Negli occhi di Franz si accende un lampo di incredulità, ma perché è sconvolto. Poi gli dice:"Adam, ora lo devi ammettere. Ti sei drogato o hai iniziato a fumare?" "Figurati, no!" "Stiamo parlando di una cosa seria. Quella ragazza è la compagna di un boss della malavita tedesca." "Non è vero Franz, lo stai dicendo solo per farmi allontanare da lei." "Io non dirò nulla a mamma e papà, ma tu mi devi credere, io te lo sto dicendo per il tuo bene. Non voglio che mio fratello muoia da tossico con dei genitori che lavorano in ospedale. Sarebbe un colpo duro da passare soprattutto per mamma." "Cosa c'entra adesso lei? Ok lavora in ospedale ma non è un'infermiera di quel reparto." "Per una madre perdere un figlio è peggio di qualunque altra cosa. Adesso non puoi capire, ma quando sarai più grande e avrai una famiglia capirai i veri valori della vita." Adam non gli presta ascolto ed esce dalla stanza con una borsa colma di abiti. Poi esce di casa nonostante i divieti dei genitori e si incammina. Una volta lontano dalla villetta, scrive alla ragazza:"Ciao Ale, dove sei in questo momento?" "Non posso, sono occupata." "Posso venire a casa tua?" "Non sono in casa, aspettami davanti al giardino." Il ragazzo raggiunge il luogo indicato e aspetta la ragazza che si presenta con i capelli sciolti, un top nero borchiato, una gonna di jeans cortissima e tacchi vertiginosi neri griffati. Le dice:"Che abbigliamento particolare, dove sei stata?" "Sono dovuta andare a fare delle prove per uno spettacolo di danza moderna." "E ti vesti così?" "Sì, le canzoni sono quelle di Lady gaga, io sono una sua fan sfegatata, e imito molto il suo look." "Wow." Dà un'occhiata all'orologio: 6:50. Lei gli dice:"Non vai a scuola?" "Ho deciso di non essere più in ragazzo che ero." "Quindi?" "Mi sono ribellato e sono scappato di casa." "Queste sono parole..." Lei si avvicina a lui, lo bacia e, dopo avergli toccato la zona pubica, gli dice:"Che ne dici...?" Il ragazzo non è ricalcitrante, anzi, accetta la proposta e i due si appartano nell'auto della ragazza. Passa almeno un'ora e mezzo, poi i due vanno alla scuola, scusandosi del ritardo con problemi di famiglia.

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Capitolo 6
*** Lo Sparo ***


CAPITOLO QUINTO:

Alexandra nel secondo intervallo dice ad Adam:"Andiamo in bagno?" "No, se ci beccano insieme in un bagno immaginati cosa penserebbero." "Perché tu cosa credi che ci andremmo a fare? Bagno è sinonimo di sesso." "Ale...ti ho dato una possibilità prima, e l'abbiamo usata bene. Ora calmiamoci." "Non sei cambiato molto da prima, ma ti stai dimostrando un ragazzo alquanto strano. Prima se non usavo uno dei miei trucchi non l'avremmo mai fatto per la prima volta. E adesso mi stai dicendo che non farai quel passo. Sei molto attraente...i ragazzi diversi dagli altri mi colpiscono. Ascolta, dopo la scuola ci appartiamo ancora un po'?" "No, io andrei a farci un giro." "Giusto, buona idea. Ti porterò in un luogo molto speciale." "Quale?" "La periferia." Per Adam il termine "periferia" ha sempre significato solo due cose: sesso e droga; ma con Alexandra sembra che tutte queste idee vadano in fumo. Quindi accetta la proposta.
Terminano le lezioni e la ragazza, prendendolo per mano, gli fa strada. Passeggiano per tutto il pomeriggio, fino a quando arrivano le 22:30. Arrivano in un giardino un po' squallido, dove ci sono delle panchine completamente imbrattate di scritte. Sotto una di queste, c'è scritto:"Alexandra ti amo, non ho mai fatto una ******* così bella in tutta la mia vita." Lui la nota  le dice, un po' scandalizzato:"E questa?" Lei si avvicina, legge la scritta e gli dice:"Omonimia. Il mio nome è molto diffuso in questo quartiere." In seguito si siedono se una panchina completamente rossa, con delle scritte indecifrabili. Lui gli sussurra, invitandolo a sdraiarsi:"Questo giardino ha una specie di doppia vita; di giorno accoglie i ragazzini e gli anziani, di notte è un luogo molto frequentato da persone pregiudicate." E' buio pesto, quindi decidono di provarci su questa panchina. Intanto, dietro a un'altra panchina, in silenzio sono arrivati quattro ragazzi. Alexandra, dopo circa cinque minuti, si accorge di questa presenza e si alza senza guardare i presenti. Poi dice ad Adam:"Andresti un attimo a prendere un braccialetto che mi è caduto vicino a quella panchina laggiù?" Adam va via e i quattro ragazzi si avvicinano a Alexandra e quello che sembrerebbe il boss le dice, baciandola:"Chi è quel ragazzo?" "Adrian...mi ha baciata...mi ha toccata...e mi ha obbligata a farlo con lui..." Con queste parole si allontana da Adrian, il bosso del gruppo, che poco dopo ordina agli altri:"Andate a prendere quel bastardo, se la dovrà vedere con me." Adam viene preso per le spalle e trascinato di fronte ad Adrian. I tre ragazzi, due ai lati e uno dietro, sono muniti di una pistola e di un coltello. Adam, spaventato a morte, dice al boss:"Cosa volete da me? Io non ho fatto niente!" "Sei davvero uno stronzo...hai osato toccare la mia Alexandra e pretendi pure di avere ragione..." "Io l'ho baciata perché ci amiamo..."  Adrian alla ragazza:"Che ne dici tu?" La ragazza:"Questo stronzetto sta mentendo..." Adrian al ragazzo:"Io non sopporto la gente come te che mente in continuazione, e se per di più hanno toccato la mia ragazza, per queste persone ho una sola punizione. Marion, Alfred, mettetelo di schiena e tu, Aron, tienili ferma la testa verso di te."
Un silenzio tenebroso, inquietante, e dopo circa cinque secondi, lo sparo. Adam cade a terra e Adria, Alfred, Marion e Aron scappano. Alexandra rimane lì per pochi secondi, poi si dà anche lei alla fuga; ma i sensi di colpa la soffocano, tanto che si ferma e chiama la polizia.
Quando i poliziotti arrivano sul posto trovano una scena alquanto tragica: Adam steso a terra, gocce di sangue dappertutto. Mentre perlustrano la zona, sentono una voce:"Vi prego...aiutatemi..." Adam è steso a terra agonizzante, ma ancora vivo.

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Capitolo 7
*** Il Coma e Una Visita Inaspettata ***


CAPITOLO SESTO: IL COMA E UNA VISITA INASPETTATA



Viene chiamata l'ambulanza e durante il viaggio verso l'ospedale il ragazzo perde conoscenza. Una volta arrivati, Aida e Stefan vengono avvisati e vanno in ospedale, anche se sanno che prima di vedere il figlio dovranno aspettare almeno un'ora per l'asportazione delle piccole schegge della pallottola. Le infermiere rassicurano comunque i genitori che non trattandosi di uno sparo alla nuca, il pericolo di morte è bassissimo.
L'intervento dura circa un'ra, Adam viene trasferito in reparto rianimazione così da permettere ad Aida e Stefan di vederlo. Il padre chiede ad un'infermiera:"Com'è successo tutto questo?" "Noi non sappiamo niente. Quando il ragazzo si sveglierà dall'anestesia parlerà e saprete la verità. Se per motivi di choc avrà un'amnesia, se ci sono dei testimoni saranno loro a parlare." "Sa almeno dove è stato trovato?" "Questo lo sanno i poliziotti. Chiedete a loro."
Passano più di tre ore, e Aida chiede a quell'infermiera:"Scusi, l'anestesia non dovrebbe essere passata?" "Sì, provi a entrare se desidera." Aida entra nella stanza e Stefan la aspetta sulla soglia. Si siede sul bordo del letto e prende la mano del suo figlioletto di 17 anni. Quel figlio che era un bravissimo ragazzo e che da un giorno all'altro non ha saputo più tenerlo d'occhio. Fissa lo schermo del battito cardiaco e prega che non si fermi mai.
Passa un giorno, Aida si è addormentata così, sul bordo del letto di suo figlio. Si sveglia e prega che Adam aprirà di nuovo gli occhi.
Passano tre giorni. Aida si mette vicino al marito e gli sussurra, singhiozzando:"Non me lo potrei mai perdonare di perdere così un figlio...Stefan ho paura..." Lui le dona un bacio di conforto, poi le dice:"Tu hai fatto tutto quel che dovevi fare. Non hai mancato di nulla. Ma i pulcini prima o poi devono uscire dal nido." "Non è stato così con Franz..." "Franz è un ragazzo diverso. Ma se ti ricordi bene anche lui ha fatto una piccola fuga." "Sì, ma con lui non ho sofferto così tanto..." "Forse perché eri ancora una ragazzina tu. Aida pensa bene alle cose: avevi 19 anni quando sei rimasta incinta di Franz. Una ragazzina che è appena diventata maggiorenne. Grande per prendere delle decisioni importanti, ma piccola per pensare a tutta la vita. Se eri già una ragazzina tu, come potevi fare a capire un altro ragazzino che in realtà era tuo figlio? Quando hai avuto la seconda gravidanza invece eri una donna consapevole, perciò prendevi in considerazione più fatti." "E adesso cosa mi vuoi dire di Adam? Sdraiato sul suo letto senza segni di vita." "Lo sanno tutti che i come durano quei giorni che ti fanno stare in pensiero." Lo abbraccia forte per consolarsi, poi arriva l'ora di pranzo e vanno a mangiare qualcosa.
Al ritorno va in ospedale anche il fratello per fare visita. Raggiunge i genitori e rimane lì fermo per un po'. Dietro alla scrivania della segreteria c'è una lunga vetrata dalla quale è visibile il parcheggio e ad un certo punto una Mercedes nera si parcheggia. Scende una ragazza dai capelli rossi a caschetta che indossa un tubino nero con uno spacco all'altezza della coscia, infine tacchi alti neri, Quando entra, Franz nota degli Swarovsky che decorano le scarpe e uno sguardo da pantera. La ragazza si avvicina alla scrivania e dice qualcosa. Poi entra nella stanza di Adam e si siede sul bordo del letto, pensierosa. Aida entra e, una volta vicina, chiede alla ragazza:"Scusi se la disturbo...si tratta di mio figlio..." "Lei è Aida? La madre di...Adam?" "Proprio così...come fa a conoscermi visto che io non l'ho mai vista?" La ragazza si toglie il parrucchino con i capelli rossi e rimane con la sua vera capigliatura. A quel punto le dice:"Lei è...la ragazza che è stata vittima di violenze?! Non l'avevo proprio riconosciuta...come mai questa parrucca così stravagante?" "Io sono l'unica testimone oculare, e sono disposta a parlare." "Come si chiama?" "Alexandra Mann."

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Capitolo 8
*** La Confessione ***


CAPITOLO SETTIMO: LA CONFESSIONE

Aida esce dalla stanza e va dal marito dicendogli:"Quella ragazza è una testimone oculare. Sa tutto quel che è successo." "Ha parlato?" "Io preferirei che tutte le sue parole venissero segnate da qualcuno." "Allora andiamo dai carabinieri." "Sì."
Aida, Stefan, Franz e Alexandra vanno dai carabinieri che subito riconoscono la ragazza e dicono a Stefan:"Perché avete portato qui la signorina Mann?" Poi riferendosi alla ragazza:"Prima hai abusato di droga e alcool, adesso sei pure finita nel mirino di questa famiglia?" Alexandra si difende:"Io vorrei che non venissi interpretata solo come soggetto di scandalo. Le persone nella vita possono cambiare, e io sono cambiata. La ragazzina che spacciava e si ubriacava non sono più io; io sono una ragazza che si è pentita di tutto quel che ha fatto." Il carabiniere a Aida:"Signora, per quale motivo avete portato qui la signorina Mann?" "Mio figlio è stato colpito da un proiettile circa una settimana fa. Ora è in coma da circa sei giorni e non si è ancora risvegliato, se Dio ci darà la grazia di parlargli ancora. Questa ragazza si è presentata come testimone oculare e ci potrebbe essere utile per individuare il colpevole." Vengono invitati a sedersi, poi il carabiniere le dice, quando Alexandra non è presente:"La Mann è la ragazza di un boss della malavita. Li conosciamo da circa cinque anni e non siamo ancora riusciti a individuarli. Qualunque reato abbia a che fare con loro, è irrisolto e rimarrà sempre irrisolto. Mi dispiace." "E' così che il governo dà giustizia?" Nessuna risposta, ma un sospiro. Il carabiniere si degna comunque di fare parlare la ragazza, così da avere dei punti per il caso. Ma alla fine di tutto l'interrogatorio, sono molte le informazioni prese, ma saranno poco utili, vista l'improbabilità che il caso venga risolto. Aida è comunque più serena avendo scoperto chi è il vero colpevole, e lo vorrebbe vedere davanti ai suoi occhi, nonostante sappia benissimo che non sarà possibile.

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Capitolo 9
*** Il Risveglio dal Coma ***


CAPITOLO OTTAVO: IL RISVEGLIO DAL COMA




Sono passate tre settimane. Aida ormai piange suo figlio come se fosse già andato a miglior vita. Stefan cerca di convincerla a pensare in positivo, dicendole:"Amore, io credo che Adam stia compiendo la sua decisione più importante, anche se non può condividerla con noi." Aida in lacrime risponde:"Cioè?" "Sta decidendo se andare a trovare la sua cara nonna Karen o se restare qui con la sua mamma che lo vuole vedere diventare un uomo." Aida si commuove e abbraccia il marito che le dice:"Di certo non si troverà male con mia madre, Karen l'ha sempre coccolato quand'era piccolino. Ma sicuramente non lascerà mai così senza nemmeno un saluto sua madre." Aida si avvicina a Stefan e gli da un timido bacio per cercare conforto. Intanto arriva anche Alexandra e Franz le chiede:"Perché hai lasciato che sparassero a mio fratello?" "Ero incosciente di quel che stavo facendo...non ero lucida." "Quindi ti droghi ancora, hai mentito..." "No, non ho mentito. Non so nemmeno io quel che sto facendo e dicendo..." "Sei molto confusa a livello psicologico..." "Sì..." "Se vuoi provare a parlare con mia madre, è una psicologa di professione." "Non lo so, deciderò." Alexandra entra nella stanza e in questo momento l'unico suono udibile è il rimbombo dei tacchi sul pavimento. Tutti sono in silenzio, in attesa dello sperato ritorno ai comuni mortali. La ragazza si siede sul bordo del letto e prende la mano di Adm nella sua. Poi sussurra:"Non vrei mai dovuto fare parte di quel gruppo...mai...e adesso mi sento colpevole...ti prego Adam...svegliati...io...ti amo..." Con queste ultime parole scappa una lacrime che cade sul braccio del ragazzo. Alexandra ha il viso tracciato di linee nere, a causa del trucco. E queste linee nere possono essere paragonate con tanta fantasia alle sbarre del carcere, quelle che il suo ex ragazzo ha visto molte volte.
Ad un certo punto chiude gli occhi, come per pensare, e a quel punto sente la mano del ragazzo muoversi leggermente. Poi qualche colpo di tosse, e a quel punto arriva veloce Aida che spera di vedere suo figlio risvegliato. Si avvicina e gli dice:"Adam...ti prego...rispondimi...sono tua madre..." Il ragazzo dice:"Mamma..." Poi un colpo di tosse:"Dove mi trovo...?" Alexandra prende la parola:"Adam...è tutta colpa mia se ti trovi qui in ospedale...un ragazzo ti ha sparato...io non avrei mai voluto che succedesse tutto questo...io ti amo..." I due ragazzi si guardano negli occhi e dopo una lunga meditazione, si baciano, finalmente con tutta la sincertà dell'amore. Aida raggiunge suo marito piangendo di gioia e avvisa Franz della bella notizia. Stefan, pieno di gioia come la moglie, le dice:"Io l'avevo sempre detto che devi avere fede in quel che succede." "Tu devi capire che si tratta dei nostri figli, e per loro non so cosa farei..." "Queste sono le parole più nelle di una madre premurosa come te."
Adam intanto ha preso coscienza di tutto quel che è successo e dice alla ragazza:"Ti ringrazio di avermi salvato...se non ci fossi stata tu io di certo non sarei qui..." "Io l'ho fatto perché era davvero un peccato non salvare l'anima di un ragazzo come te...sei una perla preziosa...non si trovano dappertutto dei ragazzi come te..." "Adesso come farai con il gruppo? E con il tuo ex?" "Devo parlargli...e qualunque sarà la mia decisione dovrà accettarla. Sicuramente non tornerò mai più a fare parte di quel giro di sesso e droga...nella vita c'è anche altro oltre a questo."
La famiglia torna a casa e Adam e Alexandra una volta scesi dalla macchina, si fermano davanti alla villetta. Quando lui la invita ad entrare, lei gli dice:"Scysa ma non posso entrare per ora...devo mettere i punti in chiaro con i miei genitori." "D'accordo, quando hai finito verrai?" "Certo, in effetti io una casa vera e propria non ce l'ho..." I due si salutano con un timido bacio di conforto, e intanto inizia a piovere. Lei si dirige verso casa sua e una volta che è lì davanti, entra senza bussare. Raggiunge il salotto dove vede suo padre intento in un pisolino pomeridiano e si mette in piedi davanti alla poltrona, poi gli dice:"Ciao, sono tornata per parlarvi." Il padre si sveglia di soprassalto e le dice:"Tu...chi sei?" "Sono tua figlia Alexandra..." "No, stai mentendo." Alexandra non sa cosa dire, ma sua madre entra in salotto e le dice:"Dovresti saperlo che tuo padre è affetto dall'Alzheimer da due mesi...ma non lo sai...visto che sei sparit all'improvviso da questa casa. Alexandra, dove eri finita?" "Ho voluto scoprire la vita dei tamarri, che non è niente male!" "Io non ti voglio vedere ridotta così...Ale ti sei vista? Hai i capelli neri come la pece...occhi neri truccati a più non posso e poi cosa sono questi? Tacchi a spillo? Piove, dovresti mettere le scarpe da ginnastica..." "Sono maggiorenne ormai e posso fare quel che voglio." "Anche se sei maggiorenne io sono sempre tua madre." "E con questo? Mi vieti di vestirmi come mi trovo più a mio agio?" "Va beh...adesso sei tornata per restare sempre qui?" "Certo che no! Andrò a vivere dal mio ragazzo." "Ah...e mi lasci qui sola con tuo padre? Da brava figlia dovresti aiutare i tuoi genitori...non sbattertene completamente." Alexandra non risponde, prende la borsetta e sbatte la porta per uscire. Piove molto fuori, e i suoi capelli ben presto prendono un colore oscuro. La canotta attillata presto aderisce perfettamente alle sue forme e il trucco esagerato si scioglie sul suo viso. Inizia a piangere, ma di collera, perché lei avrebbe sempre creduto che i suoi genitori sarebbero stati contenti di vederla andare a vivere da sola o in compagnia, con la persona giusta. Invece no, si è ritrovata con un padre affetto da un'orribile malattia e una madre che non la vuole vedere così. Giunge di fronte alla villetta di Adam, che è alla finestra a guardare, e gli urla:"Sono tornata. Posso entrare? Sono tutta bagnata." Adam la fa entrare e le dona un asciugamano per asciugarsi un po', poi la fa sedere su una poltroncina davanti alla stufa e vedendola che piange, le chiede:"Ale, cos'è successo?" "Io...non riesco a rendere orgogliosi di me i miei genitori...sono tornata da loro per dare loro quella che credevo una bella notizia..." "E cos'è successo?" "Mia madre non mi vuole così...e mio padre è incapace di intendere e di volere..." Aida raggiunge i due e chiede alla ragazza:"Se vuoi parlane con me, io sono una psicologa." "Signora...io non capisco perché mia mamma si è comportata in questo modo...per lei era molto meglio se non fossi mai nata..." "Ale, non dire così. Alcune madre penserebbe così della propria figlia. Per noi madri i figli sono uno dei nostri motivi di vita. Il primo è l'amore, garantito da un marito. Il secondo è la felicità e la gioia di vivere, garantita dal figli." "Mia mamma non mi ha mai dimostrato questa felicità...mi ha sempre dovuta sgridare per tutto...non ho mai potuto tirare fuori la mia personalità..." "Tua madre è una persona per bene, immagino." "Sì...la classica secchiona al liceo...ma deve capire che io non sono come lei vuole..." La ragazza mette le mani davanti agli occhi e continua a piangere. Aida le dice:"Ehi, ora calmati. Non serve a nulla negarsi." Poi aggiunge:"Mio figlio si prenderà cura di te."
La sera Aida va nella camera di Adam e gli dice:"Come stai?" "Bene, ora bene." "Non sai quanto ho sofferto a vederti sdraiato su quel letto..." "Temevi che me ne andassi da Karen?" "Sì. Perché non sei stato il primo che ho visto in quella situazione." "Chi altro?" "Tuo nonno Albert. Non l'hai mai conosciuto ma Franz sì." "Era il marito di Karen?" No, Karen era la mamma di tuo padre. Albert invece era il marito di Kristel, mia mamma. Purtroppo tu non hai mai avuto le possibilitò di conoscerli ma tuo fratello saprebbe descriverli nel minimo dettaglio. Sono morti quando Franz aveva all'incirca 10 anni ma come ben sai è un ragazzo che è sempre stato maturo anche da piccolo." "Insomma io sono il secondo figlio venuto male!" "Ma no! Ma che dici! Io voglio un bene dell'anima a entrambi, non ho certo pregiudizi." "..." "Ami quella ragazza?" "Sì..." "Almeno tu una ragazza me l'hai portata, non come Franz." "Perché dici così?" "Una ragazza gli faceva il filo ma lui l'ha respinta perché "non gli piaceva". Deve imparare che le ragazze sono belle anche interiormente, non solo fisicamente!"

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Capitolo 10
*** Vendetta Omicida ***


CAPITOLO NONO: VENDETTA OMICIDA


Sono le 9:00 del mattino. Alexandra si è addormentata sulla poltroncina del salotto per tutta la notte. Adam si sveglia e va nel salotto dove, vedendola già sveglia, le dice:"Mi dispiace che tu abbia dormito qui, come se fossi in punizione. Potevi chiedere a mia mamma di portarti nella stanza degli ospiti." "Stai tranquillo, sono stata bene qui, davvero." "Ok...vuoi qualcosa da mangiare?" "No, grazie. Penso che questa mattina andrò a parlare con gli amici del mio ex ragazzo." "Va bene. Io questo pomeriggio devo parlare con dei prof, se non lo fa mia mamma." "Perché?" "E' da circa un mese che non vado a scuola e sto pensando di lasciare tutto." "Adam? Che ti ha preso?" "Mi sono innamorato e non riesco a concentrarmi per la scuola." "Come sei tenero...ma tua mamma è d'accordo con te?" "Anche se non lo fosse, la vita è mia, non sua." "Per una psicologa sarà un colpo grosso." "Ha sempre rispettato il volere di Franz, non vedo perché non debba rispettare il mio."
Alexandra nel pomeriggio va nella "tana" degli amici del suo ex ragazzo. Quando entra, si trova davanti Alfred e Marion. Lei dice una mezza parola e Alfred le si avvicina e le mette una mano davanti alla bocca, poi le dice:"Perché sei tornata? Potevi restartene con quello stronzetto." Si libera dalla mano del ragazzo, poi gli dice:"Ho ragionato sui veri valori della vita. E non credo sia furbo sprecare la vita così." Marion interviene:"Ale, neanche un mese fa tutte le sere andavi sulle strade e la davi a tutti. Fammi il piacere di andartene a ******* se non sei la vera Alexandra che conosciamo. Noi ne conosciamo una molto meglio. Molto più ribelle." "Pensate quello che volete, ma io lascio per sempre il gruppo. E chiudo il discorso." Apre la porta a entra velocemente Aron che la ferma tenendole le spalle. Lei si gira, gli sferra un pugno in pieno volto e dice loro:"Prima o poi verrete scoperti, e io allora riderò." Aron farfuglia alcune parole:"Prova a chiamare la polizia e farai la stessa fine che ha fatto quel ragazzino." "Ah ah ah...davvero pensate che io abbia paura?" Marion e Alfred prendono la pistola e la puntano verso la ragazza. Lei sorride loro maliziosamente e impugna la pistola, poi dice:"Sono capace di premere il grilletto." I ragazzi si mettono a ridere e lei spara un  colpo che sfiora la spalla di Alfred. Poi gli dice:"Te l'avevo detto che non facevo per scherzo." Poi esce dalla "tana".
Fa qualche passo, poi vede parcheggiarsi uno scooter nero. lei fa finta di niente e continua il suo cammino. Ma il ragazzo è Adrian e la riconosce e le grida:"Ehi, dove stai andando?" "Adrian, da quanto tempo non ci vediamo!..." "Amore mio dov'eri finita?" Lei si avvicina al suo viso, ma prende di sorpresa il ragazzo con una manovra: gli prende la pistola distraendolo con un falso bacio. una volta impugnata la pistola, gli dice:"Che ne dici di andare a farci un giro?" "Certo, al parco?" "Sì..."
I due stanno via tutto il pomeriggio e parlano di tutto, e quando arrivano al parco, lei si siede su una panchina e gli dice:"Ti ricordi quel che è successo un mese fa?" "Ah si giusto. Te lo volevo giusto dire. Non chiamare mai più i carabinieri." "Se no? Cosa mi fai?" "Sappi che sono armato." lei scoppia a ridere e lui un po' alterato le risponde:"Che ***** hai da ridere? si può sapere?" "Se talmente svampito che con un bacio ti ho distratto. Non dirmi che non te ne eri accorto...te l'ho fregata!" "Ale...dammi immediatamente  la mia pistola. E' molto importante per me." "Perché? Lo so io il perché! Sei un ragazzo senza palle. Non basta un'arma per sentirsi superiori. Bisogna anche abere rispetto per le persone che ci circondano." "Che ti ha preso?!" "Voglio lasciare il gruppo. Anzi, a dire il vero l'ho già lasciato." "Quei tre stronzi ti hanno permesso di andartene?" "Adrian...ti farò delle lezioni di vita se lascerai questo gruppo." "Non ci penso neanche lontanamente! E' il mio lavoro e mi frutta miliardi di euro ogni anno." "Sai...esistono i lavori legali." Adrian si arrabbia sempre di più, ma non avendo la pistola, può solo difendersi a parole e le dice:"Tu parli così ma dove andrai una volta lasciato il gruppo? Nelle strade? Ti farai ospitare da uno dei tanti clienti?" "Io una casa ce l'ho già assicurata a differenza tua." "E sentiamo...dove andresti?" "A casa del mio ragazzo." "Quale ragazzo? Tu sei la mia ragazza." "No, non lo sono più."Adrian cerca di prenderle la pistola e lei gli dice:"Se tutti facessero come te non ci sarebbe più nessuno i questo mondo." "Prima o poi la malavita si impossesserà di tutto. E allora io riderò." Alexandra si gira a guardare se c'è qualcuno, e lui le dice:"Ale io ti ammazzo." "Peccato che non sia tu quello che ha le armi." Lui le si avvicina, le stringe le braccia davanti al petto e le dice:"se tu dirai chi sono io, potresti non rivedere più i tuoi genitori." "Tanto non li vedo già adesso." A quel punto inaspettatamente passa Adam per motivi sconosciuti. Adrian lo riconosce e strappa la pistola dalle mani della ragazza e punta al bersagio. Ma un nanosecondo prima che avvenga lo sparo, Alexandra impugna la sya pistola e colpisce alla nuca Adrian. Poi si avvicina al corpo agonizzante e gli dice:"Mai pensare che le raagzze non siano capaci di nulla." Poi si alza e va incontro ad Adam che le dice:"Perché l'hai fatto?" "Preferivi morire?!" "No ma...bastavano le parole." " Per le teste calde come lui le parole non servono a niente. Solo a farlo arrabbiare ancora di più." "Beh...che si fa adesso?" "Tu vai via...non voglio che tu sia un testimone."
Quando rientra a casa, Adam si chiede che cosa stia facendo Alexandra col corpo. Dopo qualche minuto riceve un suo messaggio:"Adam...prendo l'aereo tra un'ora per New York. Ci sentiamo più tardi, ti amo."

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Capitolo 11
*** Da Bonn a New York ***


PS: ringrazio e dedico questo capitolo a teenloveangels

Adam rimane con l’angoscia tutto il tempo del viaggio: se Alexandra temeva di andare a finire in prigione, perché ha ucciso quel ragazzo? Ok, gli ha salvato la vita, però parlandone forse sarebbero riusciti a chiarirsi. Lui certo non lo avrebbe mai fatto, anche perché dopo tutta la preoccupazione dei suoi genitori nei suoi confronti con quella mossa li avrebbe uccisi definitivamente e moralmente.

Tutto il giorno a casa del ragazzo rimane un silenzio sinistro: si capisce che c’è qualcosa che non Va.

Per distrarsi dalla preoccupazione, Adam inizia a guardare un film. Dopo un momento sua mamma gli si siede accanto e gli dice:”Cucciolo di mamma … perché sei così agitato? Cos’è successo?” “ No niente …” “Adam tu non sei capace di fare finta di niente. E’ successo qualcosa di grave?” “No!” “Ok … comunque … se hai bisogno di aiuto dimmi tutto.” “Va bene. Questo pomeriggio lavori?” “No, venerdì giorno libero.” “Andiamo a farci un giro?” “Certo. Ah … io tecnicamente dovrei parlare con i tuoi prof. Tu allora vuoi lasciare la scuola?” “Sì, continuare sarebbe uno sbaglio. Non riesco più a concentrarmi.” “Più tardi magari riproverai a studiare o lasci stare?” “Non lo so …” “Va bene. Questo pomeriggio quando noi, o almeno io, vado a parlare con i tuoi prof tuo padre e Franz vanno via per qualche ora.” “Ok. Io starò a casa, ho già deciso.” “Non vuoi venire a salutarli?” “No, mi farebbero il terzo grado e non è il caso.”

Aida va via e per pranzo nessuno è con lui, quindi si ritrova solo. Alexandra è in viaggio e la sua famiglia tutta fuori.

Vive almeno cinque ore nell’angoscia, poi il cellulare squilla: è la ragazza.

 

“Ciao Adam, sono Ale, sono arrivata. Per oggi mi sistemo dove posso, poi cambierò identità ma ti farò sapere tutto. Non penso di ritornare a Bonn, sarebbe troppo pericoloso.”

“Ale, non mi puoi lasciare qui! Io ti amo. Voglio starti vicino!”

“Anch’io ti amo, ma non posso permettermi di venire in galera.”

“Verrò anch’io.”

“No. Resta a Bonn. Tu non hai motivo di venire qui. Resta dalla tua famiglia. Ti prego. Fallo per me.”

“… lo faccio soltanto per amore …”

“Bravo. Questo è il mio contatto di cellulare, non so quando ci risentiremo di nuovo e proprio per questo ti dico: se trovi un’altra, non pensare a me. Potrebbero passare anni e anni prima che ci vedremo di nuovo. Metti su una famiglia, io ne metterò su una qui, se riuscirò. Ma ti voglio chiedere un favore: se vuoi dimenticami, ma non dimenticare la nostra prima volta.”

 

E con queste parole chiude la chiamata. Adam è sconvolto: non la rivedrà mai più probabilmente. Sembrano passati solo cinque minuti ma è già passata la giornata e Adam colma la sua tristezza con le lacrime: nel cuore ha un vuoto che nessun’altra mai colmerà nuovamente.

Quando arriva la sua famiglia dà spazio ai suoi sfoghi.

Nei giorni seguenti quando vede una ragazza passargli vicino, non la nota affatto: lui vuole solo Alexandra e il pensiero di non poterla forse vedere più lo sconvolge completamente.

 

PS: Ringrazio vivamente tutti coloro che hanno seguito questa storia, in particolare teenloveangels, e (forse) tornerò più avanti con il continuo. Ciao! 

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