Need You Tonight.
Capitolo due: Beautiful Day.
Sabato è arrivato e stasera dovrò uscire con Edward.
Ho preso in mano quel bigliettino molte volte ma non ho mai avuto il coraggio di comporre il numero e chiamarlo.
E se quello che mi ha detto non fosse vero? E se lui non volesse parlare con me?
Farei davvero sesso con lui per soldi? Per far avere una vita migliore alla mia bambina?
Quante domande,cazzo!
Perché non c’ho pensato prima di accettare? Bella domanda,Bella.
Fantastico,adesso sento anche la voce della mia coscienza.
<< Mamma stasera dove andiamo? >> domanda la nanetta bionda che ho di fronte.
Mi guarda con quei grandi occhini blu e il sorrisino appena accennato.
Mi piego sulle ginocchia e la prendo in braccio.
<< La mamma stasera ha da fare,ma tornerà presto per darti la buonanotte. >> e le do un bacio sulla nuca.
<< E io con chi sto? >> domanda con il labbro tremolante.
<< Starai con la zia Alice e zio Jasper. >> e mentre pronuncio queste parole,Alice fa la sua comparsa in cucina.
<< Si e ci divertiremo da pazze! Yeeeeh! >> quanto amo questa donna?
<< Ok,però voglio mangiare la pissa. >> Alice ed io ridiamo per il modo buffo in cui Ashley ha detto pizza e dopo esserci beccate entrambe uno sguardo poco carina dalla nanetta che avevo in braccio ci incamminiamo verso il salotto.
Guardiamo tutta la saga del “Il Re Leone”.
Devo dire che questo cartone piace molto anche a me.
E come una bambina piango alla morte di Mufasa e stringo forte,forte la mia bambina a me.
<< Mamma sei buffissima. >> dice ridendo per la mia reazione.
Ma come può ridere quando Simba ha perso il padre?
Ah,questi bambini e il loro poco tatto.
<< Chi vuole il gelato? >> domanda di punto in bianco Alice.
<< Ma sono le tre del pomeriggio. >> rispondo io con un sopracciglio alzato.
<< E allora? Il gelato si può prendere a tutte le ore,vero Ash? >> e mia figlia inizia a saltellare dando ragione alla zia.
<< Ok,voi due andate a prendere il gelato così io faccio una telefonata. >> la telefonata.
<< Ok,a dopo mammina. >> mi da un bacio sulla guancia e poi prende per mano Alice e insieme escono fuori dall’appartamento.
Mi alzo dal divano e mi dirigo in cucina dove c’è il telefono e compongo il numero che,ormai,ho imparato a memoria.
Al secondo squillo risponde.
<< Pronto? >> è normale sentire una strana morsa allo stomaco nel sentire la sua voce?
<< Edward.. >> il mio è un sussurro che spero lui senta.
Le mani mi stanno incominciando a sudare e il cuore ha accelerato il battito.
<< Bella! >> dice allegro. << Stavo incominciando a pensare che avessi perso il mio numero. >> magari l’avessi perso. Almeno avrei avuto una buona scusa per non essere uscita con lui.
<< Sono stata impegnata,tutto qui. Per stasera.. >> lascio la frase in sospeso per farmi dire in cosa consiste la serata: luogo,orario o roba simile.
<< Veramente pensavo di uscire oggi pomeriggio. Così possiamo andare al parco e poi a prendere un gelato. >> parco e gelato? Ed io che mi ero immaginata casa sua e la sua camera da letto.
<< Va benissimo. A che ora? >> guardai velocemente l’orario e ritornai alla conversazione.
<< Ti passo a prendere alla cinque. >> come mi passa a prendere?
<< Sai dove abito? >> domanda incuriosita e basita allo stesso tempo.
<< Ma certo,mon cherie. Adesso scusami ho un impegno. A dopo. >> e chiude la telefonata.
Sono senza parole.
Edward sa tutto di me: conosce il luogo in cui lavoro,la mia datrice di lavoro,sa che vado all’università,sa dove abito.
Mi domando se sappia di Ashley e se anche lui,come il resto della gente che sa che ho una figlia,si sia fatto dei pregiudizi nei miei confronti.
Magari è proprio per questo che vuole parlare con me.
O forse vuole solo parlare con qualcuno dei suoi problemi senza essere giudicato,come te.
Vado in camera mia e apro l’armadio.
Come mi devo vestire? Niente di elegante,visto che andiamo al parco,però non voglio sfigurare. Prendo il leggins nero,camicia a quadri grigia e nera,reggiseno,mutande e la canottiera e vado in bagno.
Apro l’acqua della vasca e la faccio riempire a metà.
Mi spoglio ed entro dentro,lasciandomi rilassare dal calore dell’acqua e dal profumo del bagno schiuma alla lavanda che avevo versato poco prima.
Chiudo gli occhi e sgombro la mente.
Nessun pensiero,per una volta.
Solo io con me stessa.
A volte mi capita di pensare a cosa sarebbe successo se non fossi rimasta incinta.
Se con Ryan sarebbe andata in modo diverso e se sarei rimasta a Forks o comunque negli Stati Uniti.
Magari avrei vissuto come una normale ragazza di diciotto anni.
Sarei andata ad una di quelle feste dove ti sbronzi da far schifo,dove scopi con il primo che incontri e che ti accenna un sorriso e il giorno dopo ti sfoghi con la tua migliore amica.
Magari vivrei meglio perché ci penserebbe mio padre a pagare le spese della mia vita qui a Londra e non avrei neanche le spese dell’asilo.
Ma fortunatamente ho avuto una bellissima bambina che mi ha stravolto la vita come un uragano.
Mi ha fatto crescere in fretta,mi ha causato molti problemi e ho dovuto combattere contro i pregiudizi della gente ma ne è valsa la pena.
Quando per la prima volta l’ho tenuta tra le braccia era così piccola e minuscola che avevo paura di romperla.
Quando eravamo in salotto e ha compiuto i suoi primi passi.
Quando mi ha detto per la prima volta “mamma”.
Quando ogni sera mi abbraccia e si rannicchia su di me per non sentirsi sola e quando ogni mattina mi regala un dolce sorriso e mi ripete che mi vuole bene.
Non tornei mai indietro.
La mia vita è perfetta così com’è.
Anche perché penso che ognuno di noi abbia i propri problemi da affrontare ogni giorno.
Apro gli occhi e guardo il soffitto bianco sorridendo.
Dovrei concedermi più spesso questi bagni lunghi e caldi.
Mi rimettono a nuovo e migliorano il mio umore.
Esco dalla vasca e mi preparo per il mio appuntamento.
Dopotutto questo Edward potrebbe essere un tipo simpatico o magari è soltanto un depresso che non si fila nessuno. Anche se con la sua bellezza ne dubito fortemente.
Guardo l’ora.
17:00 in punto.
Io sono pronto già da alcuni minuti e sono agitatissima.
Alice è da Jasper con Ash e passeranno lì tutto il pomeriggio e la sera.
Credo che Alice abbia equivocato la mia uscita,o forse sono io che non mi sono spiegata bene lasciandole intendere altro.
D'altronde lei me lo ripete sempre: “Dovresti uscire. Sei una bella ragazza,intelligente e dolce.”
E considerando che non sono mai uscita con un ragazzo,non nel senso di appuntamento romantico o qualsiasi cosa che significasse relazione o sesso occasionale,si è stupita nel sapere che oggi ho un appuntamento con uno dell’altro sesso.
Driin
Driin
Sento il citofono suonare e sbirciando dalla finestra vedo Edward.
Senza rispondere scendo giù facendo attenzione a non cadere per le scale.
Arrivata al porto lo vedo voltato di spalle.
Indossa dei comodi jeans e una t-shirt a maniche corte blu.
Quando sente i miei passi dietro di lui si volta e mi sorride.
Un sorriso che ti stende.
<< Sei bellissima. >> .. anche tu sei niente male.
Taci coscienza inutile!
<< Grazie. >> rispondo superandolo.
La sua vicinanza mi destabilizza,non so perché.
Mi volto a guardarlo meglio alla luce del sole e ne rimango rapita.
Gli occhi verdi,le sopracciglia folte,il naso dritto,i capelli in disordine,i peletti che escono dalla maglia in segno di mascolinità.
E’ davvero un bel ragazzo,devo ammetterlo.
<< Allora,questo gelato? >> domando sorridendo.
Se dovevo passare il pomeriggio in sua compagnia tanto valeva divertirsi.
Mi sorride e mi vieni vicino,troppo vicino.
<< Dopo di lei,cherie. >> mi apre la portiera della sua Volvo e mi fa accomodare.
<< Come stai? >> mi domanda sorridendomi,dopo che è salito anche lui in macchina.
<< Mh,bene grazie. >> e sorrido anche io.
La nostra conversazione finisce la e mette in moto.
<< Dovresti farlo più spesso. >> se ne esce di punto in bianco.
<< Cosa? >>
<< Sorridere. Dovresti sorridere di più. Sei più bella quando lo fai. >> ed ecco che Isabella Swan arrossisce per la seconda volta in meno di trenta minuti.
Non rispondo e abbasso lo sguardo sulle mie mani che si torturano.
Porta una mano sulla mia e la stringe nella sua.
<< Scusa,non volevo metterti in imbarazzo. >> lo guardo e mi perdo nel verde dei suoi occhi.
E’ così dolce da star male. Ed io che mi sono fatta tutti quei pensieri sconci su di lui.
La maniaca dovrei essere io,alla fine,no?
Dopo dieci minuti arriviamo al parco.
La sua mano non ha abbandonato un attimo la mia e stranamente non mi ha dato fastidio,anzi è stato piacevole.
Chissà cos’altro sa fare con quelle mani..
Coscienza hai rotto le palle,oggi,ok?
Da vero gentiluomo britannico mi viene ad aprire la portiera e mi tende una mano per aiutarmi a scendere.
<< Grazie. >> gli dico stringendo la sua mano nella mia.
Sorrido a quel gesto così intimo e dolce.
Non ci conosciamo per niente eppure siamo in perfetta sintonia.
<< Allora,passeggiata o gelato? Cosa ti va prima? >> mi domanda iniziando a camminare con me al suo fianco.
Tu ci sei sul menu?
Ma perché penso certe cose? Dio,che palle!
<< Ehm,gelato e poi passeggiata? >> si,e poi..
Piantala!
<< Perfetto! >>
Per nostra fortuna troviamo un camioncino del gelato parcheggiato vicino all’entrata del parco e dopo una discussione su chi dovesse pagare il gelato ci siamo seduti su una panchina lì vicino.
<< Allora,Edward,parlami di te. >> dico incrociando le gambe e continuando a mangiare il mio gelato al cioccolato e cocco.
<< Perché non inizi tu? >> mi domanda di rimando.
<< Sei tu che sei voluto uscire con me per parlare quindi forza,raccontami chi è Edward Cullen. >> e sorrido per la terza volta in questa giornata.
<< Mh,vediamo. Ciao,sono Edward Anthony Cullen,ho due fratelli e frequento il quarto anno di medicina. >>
<< Non basta. Questo potevano dirmelo tutti,caro mio. Qualcosa che nessuno sa di te. >> lo incinto ancora.
<< Lavoro a maglia. >> non posso non ridere a quella sua confessione.
<< Dici sul serio? A maglia? >> domando ridendo.
<< Così mi offendi! >> dice fingendosi offeso.
<< oh,scusami. Ma sai,un uomo che lavoro a maglia è una cosa troppo divertente. >> e rido ancora.
<< Ok,allora raccontami di te,Isabella Swan. >> mi dice fissandomi negli occhi.
Passo alcuni secondi a fissarlo senza saper bene cosa dire.
<< Ciao,sono Isabella Marie Swan e sono figlia unica. Vivo a Londra da cinque anni con la mia migliore amica e ho una f.. >> mi blocco prima di dire “figlia”.
Non so perché ma non me la sento di dire quel ‘piccolo’ particolare della mia vita.
<< F..? >> mi incita.
<< Fissazione per i fiori. >> rimedio ridendo.
<< Fiori,eh? Solo questo? Niente di imbarazzante? Oh,andiamo Bella. >>
<< Lavorare a maglia è difficile da battere,sai? >> lo prendo in giro spintonandolo un po’.
<< Ah-ah. Quanto sei spiritosa?! >> e continua a mangiare il suo gelato.
<< Ok,io te lo dico ma non ridere. >> fai segno di giurare e io continuo.
<< Quando sono triste dormo abbracciata al mio peluche. >> dico rosso di vergogna.
Non lo sento ridere e alzo lo sguardo per guardarlo in faccia.
Lo vedo sorridermi teneramente e carezzarmi una guancia.
<< Sei tenera. >> le mie guancie si imporporano ancora di più e sorrido come per ringraziarlo.
La giornata passa così,tra una chiacchierata e l’altra.
Devo dire che mi sono sbagliata su di lui.
Non è il maniaco ossessivo che credevo,anzi abbiamo molte cose in comune.
Ad esempio abbiamo gli stessi gusti musicali o la pensiamo allo stesso modo sullo sport.
Devo ammettere che mi piace trascorrere il tempo con lui.
Dopo aver mangiato pesce e patatine,preso in uno di quelle bancarelle di fish and chips abbiamo camminato per Londra per un po’,mano nella mano.
Sembravano una coppietta felice che usciva per una seratina romantica.
Ora siamo davanti al portone del mio palazzo e entrambi non sappiamo cosa dire.
Io gioco con le chiavi e lui guarda tutto tranne me.
<< Allora,io andrei. >> e inserisco le chiavi nel portone.
Meglio andare via da quella situazione imbarazzante.
<< Aspetta.. >> mi giro a guardarlo.
<< Si ? >> il cuore incomincia a battere furiosamente,le mani sudano e lo stomaco si aggroviglia.
<< Sono stato bene oggi,con te. >> e si avvicina di più.
Dio,adesso mi prende un infarto,come minimo.
<< Si,anche .. anche io. >> dai Bella,basta respirare. Ti ricordi come si fa,si? Inspira e ispira.
<< Dovremmo uscire più spesso. >> e si avvicina ancora di più.
Annuisco solamente,incapace di fare altro.
<< Allora,buonanotte Bella. Ah,ecco i tuoi soldi. >> e mi da un piccolo bacio all’angolo della bocca.
Mi accarezza una guancia e se ne va salendo sulla sua Volvo.
Entro dentro il portone,salgo le scale velocemente e quando entro in casa mi lascio cadere a terra,contro la porta sorridendo.
Edward Cullen.
Sorrido ancora e vado nella mia stanza.
Trovo Ashley e Alice nel letto coperte fino alla testa dalla coperta di lana e,dopo essermi messa il pigiama,mi unisco a loro.
Chiudo gli occhi e ripenso alla bellissimo giornata passata .. con lui.
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Vi piace? Si ? No ?
Io penso che una ragazza madre che arriva in una nuova città,solo con la sua migliora amica,che deve far fronte a molte difficoltà si merita qualcosa di bello. Ma forse sono andata troppo veloce.
Forse Bella avrebbe dovuto fare la sostenuta e la scontrosa…
Non avrebbe dovuto ‘socializzare’ con lui…
Ah,fatemi sapere voi,va! xD
Al prossimo capito,ciao belli.
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