Need You Tonight.

di Charlotte Stewart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) The mysterious guy. ***
Capitolo 2: *** 2. Beautiful Day. ***
Capitolo 3: *** 3. Dear Diary,I'm Afraid. ***



Capitolo 1
*** 1) The mysterious guy. ***


Need You Tonight

 

 

Vengo svegliata dai caldi raggi del sole che penetrano dalla finestra della camera da letto.

Apro piano gli occhi per adattarmi alla luce presente nella stanza e lentamente mi volto verso quella minuscola creatura che mi dorme accanto.

Avere Ashley è stata la cosa più bella della mia vita.

Certo,avrei preferito avere un bambino all’età di ventisei o trent’anni e con una persona che amavo ma che soprattutto amava me,ma la cosa bella della vita è che è imprevedibile.

Dopo aver scoperto che ero incinta era andata dal mio fidanzato,Ryan,per comunicarli la notizia.

Pensavo che sarebbe stato sorpreso all’inizio,come lo ero stata io,ma poi sarebbe stato felice e mi avrebbe abbracciato dicendomi che sarebbe andato tutto bene. Che c’era lui e per questo non dovevo preoccuparti di nulla.

Ma i miei piani non sono andati in questo modo.

Ryan mi urlò di essere solo una puttana e che l’avevo fatto a posta di rimanere incinta di lui,il figlio del ricco dottore con un futuro promettente davanti,per accasarmi.

Mi consigliò di abortire perché lui non ci sarebbe stato e non avrebbe pagato le visite mediche e quant’altro.

Non potevo credere che quello che mi urlava quelle cose orribili fosse lo stesso ragazzo che un’ora prima mi aveva detto “Ti amo” al telefono.

Piangendo gli dissi che avrei seguito il suo consiglio e uscii da casa sua.

Ma poi,arrivata in ospedale,parlai con una signora di quarantenni.

Mi spiegò che era da tre anni che lei e suo marito cercavano di avere un bambino e che,intuendo le mie intenzioni,mi disse di crescere quella piccola creatura che da pochi mesi a quella parte sarebbe stata parte di me.

Asciugandomi le lacrime e ringraziando quella dolcissima signora dai capelli color caramello e dagli occhi azzurri ritornai a casa.

Ne parlai con mio padre davanti ad una tazza di camomilla fumante.

Gli dissi ciò che era successo e che per il bene del mio bambino sarebbe stato meglio che io me ne andassi da Forks.

Mancavano cinque mesi alla fine del liceo ed ero già stata ammessa alla Oxford University a Londra.

Avrei iniziato lì la mia nuova vita,insieme a lei o lui.

Finito il liceo partii subito per la Gran Bretagna insieme a mio padre che volle a tutti i costi accompagnarmi per vedere la città  e vedere l’appartamento che io e Alice avevamo comprato mesi prima.

Fortuna che c’era lei a prendersi cura di me e a proteggermi dagli insulti della gente.

Essendo al quinto mese di gravidanza la pancia iniziò a farsi notare e a scuola,come nel resto della città,si iniziò a vociferare.

Durante l’ora di biologia del signor Brus,Alice sentì Jessica Stanley dire a Tanya Denali che ero una puttanella da quattro soldi che non sapeva usare neanche una misera protezione.

Si alzò e si mise a urlare contro quelle due finte bionde dicendo che loro non sarebbero mai state migliori di me neanche se si sarebbero fatte suore.

Al ricordo mi viene quasi da ridere.

La mia cara e vecchia Alice. Dio,quanto le volevo bene!

Adesso sono passati cinque anni d’allora e le nostre vite procedono alla grande.

Io frequento il secondo anno di giurisprudenza,ho una bambina fantastica con un grande talento per la danza classica,ho un lavoro che non è il massimo ma che ci mantiene quindi non posso lamentarmi e ho una fantastica migliore amica che fa da baby-sitter quando ho il doppio turno alla caffetteria vicino allo studentato.

Tutto sommato poteva andarmi peggio,non vi pare?

 

Sento Ashley muoversi accanto a me e chiamarmi nel sonno: << Mamma.. >> un sussurro debole e biascicato.

Le accarezzo la piccola manina che ha posato sulla coperta di lana e le dico di svegliarsi che è ora di andare all’asilo.

<< mh.. >> si stropiccia gli occhietti con la mano libera e poi mi guarda con quei suoi occhioni azzurri. Quella era l’unica caratteristica che aveva preso dal padre. Infatti tutti dicevano che se non era per il colore degli occhi assomigliava a tutti gli effetti a me da bambina. << sei bellissima mammina. >> dice alzandosi piano e coricandosi su di me abbracciandomi.

<< E tu sei la bambina più dolce,bella,simpatica del mondo. >> le dico baciandole la fronte.

Mi alzo con lei in braccio e mi dirigo in cucina per preparare la colazione.

L’appoggio sulla sedia in legno e dopo un altro bacio veloce mi giro verso i fornelli.

Preparo cinque frittelle,una caraffa di caffè per me e Alice e il latte caldo per la mia pandorina.

<< Ecco a lei,signorina. >> le dico portando la colazione sul tavolo.

<< Siii,frittellee. >> e incomincia a mangiarne una.

<< Anche il latte. >> le dico autoritaria.

Mi guarda con quegli occhioni da cucciolo bastonato cercando di intenerirmi ma la mamma non si fa corrompere.

<< Il latte! >> e mettendo su un broncio tenerissimo bene,con non molta felicità,il latte e nesquik che le ho preparato.

<< Ash,vai a svegliare zia Alice? >> le dico mentre mi dirigo in bagno per la doccia.

<< Certo,mammina. >> e tutta saltellando va a chiamare la nanetta bruna che dorme nell’altra stanza.

Apro il getto d’acqua calda e mi tolgo il pigiamo a quadri nero,rosso e verde.

Entro piano e mi lascio avvolgere dal calore dell’acqua sulla mia pelle.

<< Mamma,lo sai che da oggi ho uno zio? Siii. >> la voce di mia figlia mi fa voltare di scatto.

Zio? Ah,si riferisce a Jasper.

Alice e Jasper stanno insieme da cinque anni,ormai.

Si sono conosciuti il giorno dopo  il nostro arrivo in terra straniera.

Lui va alla Cambridge University per diventare un dottore,come suo padre o suo zio,non ricordo bene.

Fatto sta che quei due si sono trovati e non si sono più lasciati.

Hanno litigato spesso ma poi hanno sempre appianato le loro divergenze perché,come mi ripete sempre Alice,il loro amore è più forte di qualsiasi tempesta.

Sorrido a mia figlia e la invito ad entrare in doccia con me.

Si toglie il pigiamino e mi raggiunge sotto il getto d’acqua.

Dopo circa quindici minuti siamo entrambe pronte per questa nuove ed entusiasmante giornata.

Prendo i libri e il suo zainetto ed usciamo fuori salutando Alice dall’ingresso,ricordandole di non fare tardi a lezione.

Arrivati di fronte all’asilo Ashley mi abbraccia per un tempo infinito.

Lo fa sempre,ha paura che io l’abbandoni.

Povera cucciola.

<< Ti vengo a prendere alla sette,ok tesoro? >> le dico accarezzandole i capelli e mettendola giù.

<< Prometti? >> dice mostrandomi il mignolino della mano destra.

<< Prometto. >> e con un sorriso le stringo il mignolino con il mio per suggellare quella promessa.

 

Arrivo all’università giusto in tempo per la lezione del professor Collins.

<< Buongiorno singorina Swan,si accomodi pure. >> e mi invita a sedermi.

Voltandomi vedo che i posti in prima fila sono tutti occupati così mi accomodo all’ultimo banco della seconda fila,vicino alla finestra.

Aveva incominciato a piovere.

Cosa molto strana per Londra,vero?

Le ore di lezione passarono in fretta. Tra una battutina con la ragazza di fianco a me e le domande che mi hanno rivolto i professori.

Guardo l’orario al telefonino e mi precipito alla caffetteria per iniziare il turno.

E’ così che si dividono le mie giornate: bambina,università,lavoro,bambina,studio notturno.

<< Ciao Bella. >> Margareth,la proprietaria,mi viene in contro e mi abbraccia.

Sa la mia situazione e si comporta come una seconda mamma,nei miei confronti.

Bhe,per me è una mamma a tutti gli effetti visto che viene a casa mia a controllare che non manchi niente e che torni a casa da Ashley in tempo per non farle sentire la mia mancanza.

<< Ciao Maggie. >> dopo esserci abbracciati per un paio di minuti vado a cambiarmi e indosso la divisa,iniziando poi a servire i tavoli.

Il pomeriggio passa in fretta e quando finisco il turno esco dalla caffetteria salutando Maggie e Dorotea,la cuoca.

Attraverso la strada con passo veloce per arrivare prima all’asilo.

Sono quasi le sette e non vorrei far aspettare Cassie,la maestra,dopo l’orario di chiusura.

<< Hei. >> mi chiama una voce roca e bassa alle mie spalle.

Mi volto per vedere chi è il mio interlocutore.

Di fronte a me c’è un ragazzo alto,dai capelli ribelli color mogano e dagli occhi verdi.

Indossa un jeans e una camicia blu a quadri.

<< Ci conosciamo? >> domando non riconoscendolo.

Magari l’avevo incontrato in facoltà.

<< Tu non mi conosci,ma io si. >> ok,adesso stavo incominciando ad avere paura.

Indietreggiai di un passo.

<< Tranquilla,non sono ne un maniaco ne uno Stalker. Voglio solo proporti una cosa. >> e mi sorrise come per rassicurarmi.

Aveva un sorriso bellissimo,irregolare ma pur sempre bellissimo.

<< Di cosa si tratta? >> adesso sono curiosa di conoscere la sua proposta.

<< Semplice. Ti darò cento sterline ogni per ogni giorno che passerai insieme a me. >> cosa? Doveva essere impazzito!

<< Senti,non so quale idea malsana ti sia fatto su di me ma non sono quel tipo di ragazza! Ora scusami,ma devo andare. >> dico indignata dalle sue parole. Voleva pagarmi per fare sesso con me!

Bhe,non aveva specificato ma quale ragazzo sano di mente pagherebbe una ragazza per.. parlarci? Nessuno.

Mi sento afferrare per un polso e mi volto a guardarlo.

<< Non intendevo in quel senso. Voglio solo parlare con qualcuno,tutto qui. >> parlare. Quel ragazzo doveva avere qualche serio problema.

<< Non hai qualche amico con cui .. parlare? >> dico ripetendo il tono di voce con cui ha detto l’ultima parola,

Mi sorride ancora prima di rispondere e lasciami il braccio delicatamente.

<< Voglio passare il mio tempo con te,non con loro. >> dice guardandomi negli occhi.

Questa confessione mi fa arrossire e distolgo lo sguardo dal suo.

Non so cosa fare.

Certo,quei soldi mi farebbero comodo,anzi diciamo pure che mi servono visto che l’asilo di Ash è aumentato questo mese ma..

Oh,che palle!

<< Va bene,accetto! >> dico sconfitta.

Lo faccio per la mia bambina,continuo  a ripetere a me stessa.

Per Ash.

Solo per lei.

Lui mi sorride e mi da un fogliettino con scritto un numero sopra.

<< Questo è il mio numero. Ti lascio decidere a te quando incontrarci. Tra l’università e il tuo lavoro avrai da fare quindi chiamami quando sei libera.

Però ti avverto,dovrai chiamarmi entro cinque giorni. Dopotutto dopo domani è sabato e ho chiesto a Margareth che mi ha detto che sei libera quindi ci vediamo sabato. >> e mi sorrise andandosene via lasciandomi a bocca aperta.

Aveva fatto tutto quel discorso per dirmi che aveva già deciso quando incontrarci.

E poi,conosceva Maggie? Come?

Guardai l’orario e vidi che erano le sette meno dieci.

Corsi fino all’asilo e vidi Ash e Cassie aspettarmi fuori.

<< Scusatemi,ma c’è stato un contrattempo a lavoro. >> dico prendendo Ash in braccio e salutando calorosamente Cassie con un abbraccio.

<< Tranquilla,Bells. Scusa ma adesso vado. Ciao Ash. >> e sale sulla sua macchina.

Arriviamo a casa appena in tempo.

Fuori ha ripreso a piovere.

<< Siamo a casa. >> urliamo entrambe per farci sentire da Alice.

<< Sono in cameraaaaaa!! >> urla di rimando.

Arriviamo in camera e la troviamo sommersa dai fazzolettini usati e che tossisce.

<< Ash,vai a guardare la tv. >> dico in tono dolce a mia figlia per farla uscire da quella stanza infetta di germi.

<< Ok,mammina. >> e sorridendo alla zia esce fuori.

<< Adesso ti preparo una bella pastina calda per la gola. >> dico alzandomi anche io.

<< Grazie.. >> dice tossendo.

 

Dopo la pastina Alice si addormentò subito e poco dopo anche Ash fece lo stesso.

Io riordinai la cucina e poi andai a studiare sul tavolinetto della sala da pranzo.

Per quanto provo a concentrarmi ogni mio pensiero va a quel ragazzo e alla sua proposta.

Prendo il bigliettino dalla tasca dei jeans e leggo il numero.

 

“342 456 655 – Edward Cullen”

 

<< Edward. >> pronuncio quel nome senza rendermene conto.

Ah,in che pasticcio mi sono andata a cacciare!

 

 

 

 

 

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Ed ecco qua la nuova fan fiction.

Lo so,ne avrò scritte/postate una ventina e poi le ho cancellate tutte ma questa la porterò a termine perché ho scritto già gli altri capitolo quindi?! u.u

Cosa ne pensate? Vi incuriosisce?

La mia migliore amica la trova interessante. Ma vabbè,lei è di parte. xD

Comunque niente,penso che sia abbastanza chiara la situazione in cui si trova e si è trovata Bella.

Su Edward.. non posso dirvi nulla,per il momento. I’m sorry! :3

Ah,scusate eventuali errori di battitura.

Nella fretta non ho avuto tempo di rileggerlo. xD

Bene,al prossimo capitolo.

Shiaaaaaaaaooooo ragazzuoli. :D

 

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Capitolo 2
*** 2. Beautiful Day. ***


                         Need You Tonight.

 

 

                                Capitolo due: Beautiful Day.

 

 

 

Sabato è arrivato e stasera dovrò uscire con Edward.

Ho preso in mano quel bigliettino molte volte ma non ho mai avuto il coraggio di comporre il numero e chiamarlo.

E se quello che mi ha detto non fosse vero? E se lui non volesse parlare con me?

Farei davvero sesso con lui per soldi? Per far avere una vita migliore alla mia bambina?

Quante domande,cazzo!

Perché non c’ho pensato prima di accettare?
Bella domanda,Bella.

Fantastico,adesso sento anche la voce della mia coscienza.

<< Mamma stasera dove andiamo? >> domanda la nanetta bionda che ho di fronte.

Mi guarda con quei grandi occhini blu e il sorrisino appena accennato.

Mi piego sulle ginocchia e la prendo in braccio.

<< La mamma stasera ha da fare,ma tornerà presto per darti la buonanotte. >> e le do un bacio sulla nuca.

<< E io con chi sto? >> domanda con il labbro tremolante.

<< Starai con la zia Alice e zio Jasper. >> e mentre pronuncio queste parole,Alice fa la sua comparsa in cucina.

<< Si e ci divertiremo da pazze! Yeeeeh! >> quanto amo questa donna?

<< Ok,però voglio mangiare la pissa. >> Alice ed io ridiamo per il modo buffo in cui Ashley ha detto pizza e dopo esserci beccate entrambe uno sguardo poco carina dalla nanetta che avevo in braccio ci incamminiamo verso il salotto.

Guardiamo tutta la saga del “Il Re Leone”.

Devo dire che questo cartone piace molto anche a me.

E come una bambina piango alla morte di Mufasa e stringo forte,forte la mia bambina a me.

<< Mamma sei buffissima. >> dice ridendo per la mia reazione.

Ma come può ridere quando Simba ha perso il padre?

Ah,questi bambini e il loro poco tatto.

<< Chi vuole il gelato? >> domanda di punto in bianco Alice.

<< Ma sono le tre del pomeriggio. >> rispondo io con un sopracciglio alzato.

<< E allora? Il gelato si può prendere a tutte le ore,vero Ash? >> e mia figlia inizia a saltellare dando ragione alla zia.

<< Ok,voi due andate a prendere il gelato così io faccio una telefonata. >> la telefonata.

<< Ok,a dopo mammina. >> mi da un bacio sulla guancia e poi prende per mano Alice e insieme escono fuori dall’appartamento.

Mi alzo dal divano e mi dirigo in cucina dove c’è il telefono e compongo il numero che,ormai,ho imparato a memoria.

Al secondo squillo risponde.

<< Pronto? >> è normale sentire una strana morsa allo stomaco nel sentire la sua voce?

<< Edward.. >> il mio è un sussurro che spero lui senta.

Le mani mi stanno incominciando a sudare e il cuore ha accelerato il battito.

<< Bella! >> dice allegro. << Stavo incominciando a pensare che avessi perso il mio numero. >> magari l’avessi perso. Almeno avrei avuto una buona scusa per non essere uscita con lui.

<< Sono stata impegnata,tutto qui.  Per stasera.. >> lascio la frase in sospeso per farmi dire in cosa consiste la serata: luogo,orario o roba simile.

<< Veramente pensavo di uscire oggi pomeriggio. Così possiamo andare al parco e poi a prendere un gelato. >> parco e gelato? Ed io che mi ero immaginata casa sua e la sua camera da letto.

<< Va benissimo. A che ora? >> guardai velocemente l’orario e ritornai alla conversazione.

<< Ti passo a prendere alla cinque. >> come mi passa a prendere?

<< Sai dove abito? >> domanda incuriosita e basita allo stesso tempo.

<< Ma certo,mon cherie. Adesso scusami ho un impegno. A dopo. >> e chiude la telefonata.

Sono senza parole.

Edward sa tutto di me: conosce il luogo in cui lavoro,la mia datrice di lavoro,sa che vado all’università,sa dove abito.

Mi domando se sappia di Ashley e se anche lui,come il resto della gente che sa che ho una figlia,si sia fatto dei pregiudizi nei miei confronti.

Magari è proprio per questo che vuole parlare con me.

O forse vuole solo parlare con qualcuno dei suoi problemi senza essere giudicato,come te.

Vado in camera mia e apro l’armadio.

Come mi devo vestire? Niente di elegante,visto che andiamo al parco,però non voglio sfigurare.
Prendo il leggins nero,camicia a quadri grigia e nera,reggiseno,mutande e la canottiera e vado in bagno.

Apro l’acqua della vasca e la faccio riempire a metà.

Mi spoglio ed entro dentro,lasciandomi rilassare dal calore dell’acqua e dal profumo del bagno schiuma alla lavanda che avevo versato poco prima.

Chiudo gli occhi e sgombro la mente.

Nessun pensiero,per una volta.

Solo io con me stessa.

A volte mi capita di pensare a cosa sarebbe successo se non fossi rimasta incinta.

Se con Ryan sarebbe andata in modo diverso e se sarei rimasta a Forks o comunque negli Stati Uniti.

Magari avrei vissuto come una normale ragazza di diciotto anni.

Sarei andata ad una di quelle feste dove ti sbronzi da far schifo,dove scopi con il primo che incontri e che ti accenna un sorriso e il giorno dopo ti sfoghi con la tua migliore amica.

Magari vivrei meglio perché ci penserebbe mio padre a pagare le spese della mia vita qui a Londra e non avrei neanche le spese dell’asilo.

Ma fortunatamente ho avuto una bellissima bambina che mi ha stravolto la vita come un uragano.

Mi ha fatto crescere in fretta,mi ha causato molti problemi e ho dovuto combattere contro i pregiudizi della gente ma ne è valsa la pena.

Quando per la prima volta l’ho tenuta tra le braccia era così piccola e minuscola che avevo paura di romperla.

Quando eravamo in salotto e ha compiuto i suoi primi passi.

Quando mi ha detto per la prima volta “mamma”.

Quando ogni sera mi abbraccia e si rannicchia su di me per non sentirsi sola e quando ogni mattina mi regala un dolce sorriso e mi ripete che mi vuole bene.

Non tornei mai indietro.

La mia vita è perfetta così com’è.

Anche perché penso che ognuno di noi abbia i propri problemi da affrontare ogni giorno.

Apro gli occhi e guardo il soffitto bianco sorridendo.

Dovrei concedermi più spesso questi bagni lunghi e caldi.

Mi rimettono a nuovo e migliorano il mio umore.

Esco dalla vasca e mi preparo per il mio appuntamento.

Dopotutto questo Edward potrebbe essere un tipo simpatico o magari è soltanto un depresso che non si fila nessuno. Anche se con la sua bellezza ne dubito fortemente.

 

Guardo l’ora.

17:00 in punto.

Io sono pronto già da alcuni minuti e sono agitatissima.

Alice è da Jasper con Ash e passeranno lì tutto il pomeriggio e la sera.

Credo che Alice abbia equivocato la mia uscita,o forse sono io che non mi sono spiegata bene lasciandole intendere altro.

D'altronde lei me lo ripete sempre: “Dovresti uscire. Sei una bella ragazza,intelligente e dolce.”

E considerando che non sono mai uscita con un ragazzo,non nel senso di appuntamento romantico o qualsiasi cosa che significasse relazione o sesso occasionale,si è stupita nel sapere che oggi ho un appuntamento con uno dell’altro sesso.

Driin

Driin

Sento il citofono suonare e sbirciando dalla finestra vedo Edward.

Senza rispondere scendo giù facendo attenzione a non cadere per le scale.

Arrivata al porto lo vedo voltato di spalle.

Indossa dei comodi jeans e una t-shirt a maniche corte blu.

Quando sente i miei passi dietro di lui si volta e mi sorride.

Un sorriso che ti stende.

<< Sei bellissima. >> .. anche tu sei niente male.

Taci coscienza inutile!

<< Grazie. >> rispondo superandolo.

La sua vicinanza mi destabilizza,non so perché.

Mi volto a guardarlo meglio alla luce del sole e ne rimango rapita.

Gli occhi verdi,le sopracciglia folte,il naso dritto,i capelli in disordine,i peletti che escono dalla maglia in segno di mascolinità.

E’ davvero un bel ragazzo,devo ammetterlo.

<< Allora,questo gelato? >> domando sorridendo.

Se dovevo passare il pomeriggio in sua compagnia tanto valeva divertirsi.

Mi sorride e mi vieni vicino,troppo vicino.

<< Dopo di lei,cherie. >> mi apre la portiera della sua Volvo e mi fa accomodare.

<< Come stai? >> mi domanda sorridendomi,dopo che è salito anche lui in macchina.

<< Mh,bene grazie. >> e sorrido anche io.

La nostra conversazione finisce la e mette in moto.

<< Dovresti farlo più spesso. >> se ne esce di punto in bianco.

<< Cosa? >>

<< Sorridere. Dovresti sorridere di più. Sei più bella quando lo fai. >> ed ecco che Isabella Swan arrossisce per la seconda volta in meno di trenta minuti.

Non rispondo e abbasso lo sguardo sulle mie mani che si torturano.

Porta una mano sulla mia e la stringe nella sua.

<< Scusa,non volevo metterti in imbarazzo. >> lo guardo e mi perdo nel verde dei suoi occhi.

E’ così dolce da star male. Ed io che mi sono fatta tutti quei pensieri sconci su di lui.

La maniaca dovrei essere io,alla fine,no?

Dopo dieci minuti arriviamo al parco.

La sua mano non ha abbandonato un attimo la mia e stranamente non mi ha dato fastidio,anzi è stato piacevole.

Chissà cos’altro sa fare con quelle mani..

Coscienza hai rotto le palle,oggi,ok?

Da vero gentiluomo britannico mi viene ad aprire la portiera e mi tende una mano per aiutarmi a scendere.

<< Grazie. >> gli dico stringendo la sua mano nella mia.

Sorrido a quel gesto così intimo e dolce.

Non ci conosciamo per niente eppure siamo in perfetta sintonia.

<< Allora,passeggiata o gelato? Cosa ti va prima? >> mi domanda iniziando a camminare con me al suo fianco.

Tu ci sei sul menu?

Ma perché penso certe cose? Dio,che palle!

<< Ehm,gelato e poi passeggiata? >> si,e poi..

Piantala!

<< Perfetto! >> 

Per nostra fortuna troviamo un camioncino del gelato parcheggiato vicino all’entrata del parco e dopo una discussione su chi dovesse pagare il gelato ci siamo seduti su una panchina lì vicino.

<< Allora,Edward,parlami di te. >> dico incrociando le gambe e continuando a mangiare il mio gelato al cioccolato e cocco.

<< Perché non inizi tu? >> mi domanda di rimando.

<< Sei tu che sei voluto uscire con me per parlare quindi forza,raccontami chi è Edward Cullen. >> e sorrido per la terza volta in questa giornata.

<< Mh,vediamo. Ciao,sono Edward Anthony Cullen,ho due fratelli e frequento il quarto anno di medicina. >>

<< Non basta. Questo potevano dirmelo tutti,caro mio. Qualcosa che nessuno sa di te. >> lo incinto ancora.

<< Lavoro a maglia. >> non posso non ridere a quella sua confessione.

<< Dici sul serio? A maglia? >> domando ridendo.

<< Così mi offendi! >> dice fingendosi offeso.

<< oh,scusami. Ma sai,un uomo che lavoro a maglia è una cosa troppo divertente. >> e rido ancora.

<< Ok,allora raccontami di te,Isabella Swan. >> mi dice fissandomi negli occhi.

Passo alcuni secondi a fissarlo senza saper bene cosa dire.

<< Ciao,sono Isabella Marie Swan e sono figlia unica. Vivo a Londra da cinque anni con la mia migliore amica e ho una f.. >> mi blocco prima di dire “figlia”.

Non so perché ma non me la sento di dire quel ‘piccolo’ particolare della mia vita.

<< F..? >> mi incita.

<< Fissazione per i fiori. >> rimedio ridendo.

<< Fiori,eh? Solo questo? Niente di imbarazzante? Oh,andiamo Bella. >>

<< Lavorare a maglia è difficile da battere,sai? >> lo prendo in giro spintonandolo un po’.

<< Ah-ah. Quanto sei spiritosa?! >> e continua a mangiare il suo gelato.

<< Ok,io te lo dico ma non ridere. >> fai segno di giurare e io continuo.

<< Quando sono triste dormo abbracciata al mio peluche. >> dico rosso di vergogna.

Non lo sento ridere e alzo lo sguardo per guardarlo in faccia.

Lo vedo sorridermi teneramente e carezzarmi una guancia.

<< Sei tenera. >> le mie guancie si imporporano ancora di più e sorrido come per ringraziarlo.

La giornata passa così,tra una chiacchierata e l’altra.

Devo dire che mi sono sbagliata su di lui.

Non è il maniaco ossessivo che credevo,anzi abbiamo molte cose in comune.

Ad esempio abbiamo gli stessi gusti musicali o la pensiamo allo stesso modo sullo sport.

Devo ammettere che mi piace trascorrere il tempo con lui.

Dopo aver mangiato pesce e patatine,preso in uno di quelle bancarelle di fish and chips abbiamo camminato per Londra per un po’,mano nella mano.

Sembravano una coppietta felice che usciva per una seratina romantica.

Ora siamo davanti al portone del mio palazzo e entrambi non sappiamo cosa dire.

Io gioco con le chiavi e lui guarda tutto tranne me.

<< Allora,io andrei. >> e inserisco le chiavi nel portone.

Meglio andare via da quella situazione imbarazzante.

<< Aspetta.. >> mi giro a guardarlo.

<< Si ? >> il cuore incomincia a battere furiosamente,le mani sudano e lo stomaco si aggroviglia.

<< Sono stato bene oggi,con te. >> e si avvicina di più.

Dio,adesso mi prende un infarto,come minimo.

<< Si,anche .. anche io. >> dai Bella,basta respirare. Ti ricordi come si fa,si? Inspira e ispira.

<< Dovremmo uscire più spesso. >> e si avvicina ancora di più.

Annuisco solamente,incapace di fare altro.

<< Allora,buonanotte Bella. Ah,ecco i tuoi soldi. >> e mi da un piccolo bacio all’angolo della bocca.

Mi accarezza una guancia e se ne va salendo sulla sua Volvo.

Entro dentro il portone,salgo le scale velocemente e quando entro in casa mi lascio cadere a terra,contro la porta sorridendo.

Edward Cullen.

Sorrido ancora e vado nella mia stanza.

Trovo Ashley e Alice nel letto coperte fino alla testa dalla coperta di lana e,dopo essermi messa il pigiama,mi unisco a loro.

Chiudo gli occhi e ripenso alla bellissimo giornata passata .. con lui.

 

 

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Vi piace? Si ? No ?

Io penso che una ragazza madre che arriva in una nuova città,solo con la sua migliora amica,che deve far fronte a molte difficoltà si merita qualcosa di bello.
Ma forse sono andata troppo veloce.

Forse Bella avrebbe dovuto fare la sostenuta e la scontrosa…

Non avrebbe dovuto ‘socializzare’ con lui… 

Ah,fatemi sapere voi,va! xD

Al prossimo capito,ciao belli.

 

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Capitolo 3
*** 3. Dear Diary,I'm Afraid. ***


Buon sabato belli. :D

Scusate il ritardo ma ho avuto dei problemi con il pc. -.- 

Comunque,in questo capitolo si chiarirà il rapporto tra i due protagonisti. 

Bella ha paura e quindi deve prendere una decisione: continuare a vedere Edward o lasciar perdere?

Metterà da parte le sue paure? 

Buona lettura! :D

                                                         

 

 

 

 

                             Need You Tonight

 

 

                                 Capitolo tre: Dear Diary,i’m afraid.

 

 

Quante volte può spezzarsi il cuore prima di rompersi definitivamente?

Quante lacrime può versare una persona prima di rimanerne senza?

Quante notte in bianco può passare una ragazza prima di non addormentarsi più?

Non mi sono mai posta queste domande da quando sono a Londra.

Ho cercato con tutta me stessa di dimenticare il passato richiudendo i vecchi ricordi in un angolo buio del mio cuore, ma da quando esco con Edward quei ricordi risalgono sempre più a galla e la paura torna prepotente.

Ho paura di sentire di nuovo quella sensazione di vuoto nel petto, di piangere così tanto da star male, da non avere la forza per andare avanti e di ricadere di nuovo nell’alcool.

Dopo due settimane dalla rottura con Ryan iniziai a odiarmi.

Odiarmi per essere stata così idiota da essermi innamorata e fidata di lui.

Odiarmi per aspettare un bambino da quel coglione senza cervello che preferiva eliminare il problema anziché affrontarlo.

Dovevo sfogarmi con qualcosa e scelsi l’alcool. 

Inizialmente non bevevo tanto,solo un bicchiere al giorno,per provare ad anestetizzare il dolore e la rabbia verso me stessa.

Ma quel bicchiere aumentò giorno dopo giorno.

Da uno diventarono tre.

Da tre a otto.

Non avrei dovuto,lo so,ma era l’unico modo per stare bene.

Per trovare pace con me stessa.

La dottoressa mi disse che se continuavo a ubriacarmi rischiavo di perdere il bambino e non me ne curai subito di quel ‘dettaglio’.

Ripensai alle parole di Ryan e al suo consiglio.

Forse dovevo farlo.

Forse..

Ma distesa su quel lettino ripensai alle parole di quella signora e al modo in cui guardava la mia pancia inesistente.

Smisi di bere con l’aiuto di mio padre e grazie all’aiuto di una psicologa smisi anche di odiare me stessa.

Anche perché non c’era niente che non andasse in me.

Stavo per diventare mamma e questa era una cosa bellissima.

Certo ero giovane,ma la vita è fatta di sorprese e imprevisti che noi dobbiamo essere in grado di superare.

La psicologa mi consigliò di scrivere le mie emozione su un diario per sfogarmi.

A distanza di cinque anni scrivo ancora sul diario.

Ci scrivo tutto,da quello che penso a quello che vorrei dire a determinate persone.

Da una settimana a questa parte le pagine sono occupati solo ed esclusivamente da lui.

Come oggi,ad esempio.

Sono seduta sul divano,aspettando che il mio cavaliere arrivi per la passeggiata nel parco con il diario in grembo e la penna tra le dita.

 

 

“ Caro diario,

è ormai una settimana che esco con Edward e ho sempre più paura.

Sento che sta diventando importante per me e questo mi spaventa.

Non voglio privare me stessa dell’amore perché, come dice sempre Alice, è il sentimento più bello e più vicino alla magia che esista ma io so quanto può far male.

Di come sia imprevedibile.

Di come un attimo prima tu sia in paradiso e l’attimo dopo all’inferno.

Non so neanche cosa siamo,io e lui.

Siamo amici?

Siamo una coppia?

Siamo un qualcosa simile ad una coppia?

Non siamo niente?

Ho troppe domande e nessuna risposta.

Lui non parla mai durante le nostre uscite.

Dice sempre che vuole conoscermi e che gli piace sentire il suono della mia voce.

Gli piace passare il tempo in mia compagnia e tenermi per mano. Perché così gli sembro più vicina.

Ogni parola dolce che esce dalle sue labbra entra dentro il mio cuore e ci resta.

Mi destabilizza.

Mi fa sorridere.

Mi fa ridere.

Mi fa impazzire.

E’ questo quello che fa l’amore?

Ti rincoglionisce così tanto da non capire più nulla?

Spero che oggi riceverò delle risposte.

Vado da Ed.

Al prossimo aggiornamento. J

 

Smetto di scrivere dopo aver sentito il citofono suonare.

Vado in camera e sistemo il diario sotto il materasso così che nessuno posso trovarlo.

Prendo il giubbotto e mi precipito giù.

<< Hei bellissima. >>  dice attirandomi verso di lui.

<< Hei. >> non avrei dovuto fare quei pensieri primi di uscire con lui.

<< Tutto ok? >> si mette all’altezza del mio viso e mi guarda negli occhi. O almeno ci prova.

<< Mh,mh. >> e provai a sorridere.

<< Ne vuoi parlare? >> dice prendendo il mio viso tra le mani e costringendomi a guardarlo.

Provo a parlarli ma dalle mie labbra non fuoriesce nessun suono.

Vedendomi in difficoltà mi prende per mano e cominciamo a camminare per la strada,in silenzio.  

Sento la presa delle sue dita farsi più forte e istintivamente abbasso lo sguardo sulle nostre mani e sorrido.

Sembrano essere fatte per stare insieme.

Arriviamo al parco e ci sediamo sulla solita panchina ingiallita di fronte al grande albero.

Mi siedo aspettando che Edward faccia lo stesso ma mi dice di restare seduta e poco dopo va via.

Mi guardo attorno e noto dei bambini giocare.

Chissà come stava andando la lezione di danza di Ashley.

Quella mattina si era svegliata tutta allegra e felice perché quel giorno c’erano le selezioni per il balletto che la sua scuola stava organizzando.

Lei era una delle più piccole delle allieve ma era una delle più brave.

La sua maestra mi dice sempre che è molto brava e che ha le carte in regola,anche se è piccola,per diventare un’ottima ballerina. 

Aveva indossato il suo tutù rosa e si era fatta fare da Alice lo chignon e saltellava per tutta casa.

La selezione è alle sette e non me la perderò per nessuna ragione al mondo.

E’ importante per Ash e la sua mamma sarà lì per applaudirla.

<< Un fiore per ogni tuo pensiero. >> sobbalzo dallo spavento sentendo la voce di Ed provenire da dietro le mie spalle.

<< Ma sei scemo?! >> mi giro e lo trovo con un mazzo di rose in mano.

<< Perché mi hai comprato delle rose? >> lo guardo sconcertata.

Non capisce che questi suoi gesti mi mandano in confusione?

<< Di solito quando un ragazzo regala dei fiori ad una ragazza questa lo ringrazia molto calorosamente e non fulminandolo con lo sguardo. >> mi dice sedendosi accanto a me.

<< Di solito il ragazzo le regala alla sua fidanzata,per questo non riceve determinati sguardi. >> rispondo con ovvietà.

<< Ed è quello che ho fatto io. >> aspetta. Cosa ha detto? Lo guardo a bocca aperta.

Ha appena detto che sono la sua ragazza ed è così tranquillo?!

Ma mi prende per il culo,per caso?

<< Scherzi,vero? Tu.. io e te.. noi.. >> sono così.. arrabbiata che non riesco a parlare.

Ho passato tutta la settimana a farmi domande,a ricordare il passato e blablabla e adesso lui mi dice che sono la sua ragazza?!?!

Mi alzo di scatto e inizio a camminare avanti indietro cercando di calmarmi un po’.

Dopotutto è una cosa bella,no?

<< Hei,se non ti piacciono le rose posso andarle a cambiare. >> queste parole sono la goccia che fa traboccare il vaso.

Gli strappo il mazzo di rose tra le mani e inizio a colpirlo.

<< Sei un’idiota! Perché non me l’hai detto chiaramente che ero la tua ragazza,eh? Sai quanto ci sono stata male? No,non lo sai. Perché tu non pensi!

Fai solo tutti quei gesti carini e mi scombussoli la vita.

Mi offri cento sterline per uscire con te,non mi dici il motivo e adesso mi dici che sono la tua ragazza.. ma mi prendi per il culo?! >> le rose sono tutte cadute per terra,prive di petali.

Lui non dice niente,mi lascia sfogare.

Mi risiedo e lui si alza,mettendosi di fronte per guardarmi negli occhi.

<< Credi nel colpo di fulmine? Io grazie a te io sto incominciando a crederci.

Non mi conosci ed io non conosco bene te,ma se me ne darai occasione ti dimostrerò che di me puoi fidarti.

Pensi di essere stata l’unica ad avere dubbi e mille domande nella testa? Se ho aspettato tanto per dirtelo è perché voglio essere sicuro di te,di noi.

Ma posso capirti se tu non ricambi o non so..  >> respiro piano e prendendo una sua mano tra le mie.

<< Sei uno scemo se pensi che non ricambi i tuoi sentimenti. >> e sorrido felice.

Mi sorride anche lui prima di posare le sue labbra sulle mie.

Rimango immobile,incapace di dire o fare qualcosa.

Penso solo a quelle fantastiche e morbide labbra che in questo momento mi stanno baciando.

Timidamente rispondo al bacio e mi lascio andare.

Lo stomaco mi si contorce,il cuore batte forte e un sorriso mi nasce sulla labbra.

Ci stacchiamo e lo guardo ancora sorridendo.

Rimaniamo seduti sulla panchina abbracciati,coccolandoci un po’ almeno fino a quando non guardo l’orario.

Sette meno un quarto!

Mi alzo di scatto e tiro Edward per una mano.

<< Che c’è? Cenerentola deve ritornare a casa? >> dice ridendo.

<< Ahah,che ragazzo idiota che ho! >> continuo a camminare ma vengo fermata dalle sue braccia.

<< La mia ragazza. >> e mi bacia. Vorrei baciarlo per ore ma adesso ho solo mia figlia in mente!

<< Mi baci dopo,andiamo. >> arriviamo di corsa alla scuola di danza e proprio nel momento in cui si deve esibire Ashley Swan.

Mi fermo e la guardo.

Vedo che mi cerca con lo sguardo così alzo una mano per farmi notare.

Quando mi vede mi sorride e sorriso anche io.

Guarda anche Edward e sorride ancora di più,guardando poi Alice facendole ‘ok’ e iniziando a ballare.

<< E’ bravissima. >> dice Edward completamente rapito.

Sorrido ancora di più e batto forte le mani quando finisce di esibirsi.

La mia vita adesso sembra perfetta.

Per adesso,almeno..

 

 

Allora,che cosa ne dite? 

Troppo velocemente? Bella doveva mantenere le distanze per un altro mesetto?  

Stanno insieme quindi si suppone che Bella presenti Ashley a Ed ma come madre e dopo quello che ha passato non credo lo farà subito. 

Vedremo come andrà,anche perchè bisogna ancora capire l'interessamento di Edward per Bella. 

:) 

Al prossimo aggiornamento,xoxo.


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